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Autore: SherylWeasley    10/03/2018    1 recensioni
Rue era solo una bambina del distretto 11, che amava le ghiandaie imitatrici e stare con la sua famiglia, ma tutto questo era ormai destinato a finire. Ho voluto dedicare questa storia ad una piccola eroina che farà di tutto per non perdere se stessa durante gli Hunger Games, in cui ognuno deve cambiare per sopravvivere.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Altri tributi, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Rue, Thresh
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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All'età di nove anni Rue, vittima dell'incoscienza tipica dei bambini, si era arrampicata su un vecchio salice frondoso che affondava le sue radici nelle sponde di un fiume, e i cui rami sporgevano fin sopra l'acqua. Rue si era agilmente arrampicata su per il tronco nodoso, fino ad arrivare ad un ramo secco ed instabile, per nulla idoneo come sostegno, dato che sporgeva direttamente sopra il fiume. Ad un certo punto il ramo, sopraffatto dal suo peso, si era incrinato fino a rompersi del tutto con un colpo secco, provocando così l'inevitabile caduta di Rue nell' acqua gelida di una mattinata di febbraio.

L'impatto con l'acqua fredda le aveva svuotato completamente i polmoni d'ossigeno,in poco tempo si era ritrovata a tremare scossa dai geloni che le si diffondevano come scariche elettriche per il corpo, e ad annaspare in cerca di un appiglio, fino a che non era riuscita ad afferrare un ramo sporgente che l'aveva tratta in salvo dalla corrente dell'acqua.
In quel momento Rue si sentiva esattamente così, le girava la testa come se qualcuno le avesse compresso la gabbia toracica e tutta l'aria intorno a lei fosse stata risucchiata.
Sentì, come un eco lontano, che Cassie Roseshade la chiamava nuovamente con una leggera nota di insistenza

"Rue avanti vieni fuori, coraggio", diceva con tono mellifluo, come usa fare un cacciatore ad un animale spaventato per indurlo ad uscire allo scoperto poco prima di assestargli il colpo finale. Allora lei in uno stato di paralisi simile alla trance ,indotto dalla shock, raccolse ogni grammo di coraggio e forza di volontà di cui disponeva al momento e cominciò a muoversi in modo catatonico verso il palco,

"Prima un piede, poi l'altro davanti" si ripeteva mentalmente Rue come un mantra, cercando di dare un comando agli arti inferiori per nulla intenzionati a muoversi e che parevano pesare come il piombo. Era consapevole di star imboccando un strada da cui non sarebbe più uscita, quella era un'andata senza ritorno.

Al suo passaggio la folla si apriva come il mar Rosso per farla passare, Rue guardò di sfuggita alcuni volti, alcuni la osservavano con pietà mista a compassione, altri senza riuscire a mascherare il sollievo per non essere stati estratti, anche se alla fine il senso di colpa per ciò che pensavano prevaleva, inducendoli a chinare la testa per la vergogna, altri ancora avevano le rimandavano occhiate di scherno un ghigno stampato in faccia: "Meglio tu che io" sembravano voler dire.

Con la coda dell'occhio Rue scorse il maxi schermo che in quel momento proiettava la sua immagine attonita e completamente scioccata in diretta a Capitol City. Salì lentamente sui gradini del palco impiegando tutte le sue energie per non inciampare e rovinare a terra.

Subito Cassie le rivolse un sorriso affettato e falsamente amichevole, poi le passò una mano dietro le spalle e la spinse leggermente verso il centro della piattaforma davanti al microfono, rischiando di farla inciampare, e a quel punto annunciò allegramente, noncurante della sciagura imminente che si stava consumando davanti ai suoi occhi:

"Ecco il nostro tributo femminile , ci sono volontari?"

Rue ancora paralizzata da un terrore cieco che si insinuava in lei come veleno, guardò verso gli astanti, pur sapendo che nessuno si sarebbe offerto al posto suo: i suoi genitori erano troppo grandi e i fratelli troppo piccoli per farlo, e a parte loro non aveva nessuno disposto a sacrificare la propria vita per lei, perché si , Rue sapeva che la sua vita stava scandendo gli ultimi rintocchi, facendo il suo ineluttabile e incontrovertibile conto alla rovescia del tempo che la separava alla sua morte. Le sembrava quasi di sentire il ticchettio sommesso di un orologio in lontananza, e nonostante il buon senso le dicesse che era del tutto impossibile, si guardava intorno disperata, come un animale in gabbia, in cerca di una possibile via di fuga. Ma dove sarebbe mai potuta andare a nascondersi? Per non parlare dei numerosi Pacificatori che facevano la sentinella ad ogni angolo e uscita, poichè in occasione della mietitura annuale, le milizie di Capitol City venivano rafforzate proprio allo scopo di evitare spiacevoli inconvenienti come quello.

E soprattutto mai e poi mai avrebbe voluto apparire come una codarda agli occhi di tutti.
Affondò quindi le unghie nei palmi delle mani, usando il dolore come via d'uscita da quel tunnel d'oblio, cercando di restare lucida e sforzandosi di ricacciare indietro le lacrime. Subito la consapevolezza di ciò che stava succedendo la colpì bruscamente riportandola alla realtà, e il lieve strato di nebbia che sembrava essersi depositato ovunque ricoprendo tutto come brina si dissipò . Fu in quel momento che realizzò che quello non era né il momento né il luogo di mostrarsi debole e impaurita, o sarebbe sembrata un bersaglio facile, quindi soffocó momentaneamente la simultaneità di emozioni che la dilaniavano da dentro e cercò di concentrarsi su ciò che stava avvenendo.

"Dato che non c'è altro da aggiungere passiamo pure all'estrazione del tributo maschile", esclamò intanto Cassie, la quale dopo alcuni secondi di pausa aveva ripreso a parlare con tono spumeggiante; immerse nuovamente la mano nella boccia e pescò un altro biglietto.

Silenzio.

Nessuno si muoveva in attesa del verdetto finale.

Della sentenza di morte.

"Thresh Evans".
Il
cuore di Rue fece un galoppo, un ragazzo muscoloso e corpulento, con spalle larghe si fece strada tra la folla di persone dirigendosi verso il palco senza esitazioni. Non sembrava dovesse fare grandi sforzi per mascherare le sue emozioni , dato che aveva un'aria distaccata, la fronte corrucciata e un cipiglio torvo che gli incorniciava il volto scuro.
Purtroppo Rue lo conosceva, egli era rimasto orfano di padre da piccolo, ma le loro madri erano state molto amiche, e quando erano piccoli si vedevano spesso. Poi quando anche sua madre era morta per una malattia a Thresh erano piovute addosso tutte le responsabilità, tra cui il compito di badare alla nonna troppo anziana per lavorare e alla sorella cagionevole per natura e poco tagliata per l'attività all'aperto, per via di alcuni problemi alle vie respiratorie. Per questo egli era stato costretto ad andare a lavorare nei campi alla tenera età di sette anni, per guadagnarsi qualcosa per sopravvivere, e da quel momento Rue aveva cominciato a vederlo molto di rado, fino a che il ragazzo spiritoso, cordiale e affabile aveva lasciato il posto a questo nuovo Thresh, imperscrutabile, impossibile da avvicinare e scontroso con tutti.

Il dolore l'aveva temprato inducendolo ad innalzare una barriera tra lui e il modo esterno, ma Rue sapeva bene che dietro quella solida corazza si nascondeva un ragazzo leale e buono, infatti ricordava ancora che quando da piccola lui la spingeva sull'altalena per farla giocare, oppure quando una volta cascando da un ramo si era storta la caviglia e lui l'aveva riportata in collo fino a casa e l'aveva medicata.

Ma ormai erano anni che non parlava più con lui, a parte qualche cenno scambiato frettolosamente quando si incontravano nei campi o in piazza al mercato.
Intanto Thresh l'aveva raggiunta accanto al parco e guardava verso il pubblico con aria truce, anche se Rue sapeva bene che quello sguardo era riservato a Capitol City. Ovviamente neanche per lui ci furono volontari pronti a morire al suo posto.

"Bene, bene" cinguettò Cassie Roseshade, sollevata di essere riuscita a portare a termine quell' ardua impresa e impaziente di tornarsene alla sua amata città piena di agi e vizi,

"Ora i nostri tributi si stringano la mano”.

Rue guardò Thresh di sottecchi, e notò che teneva gli occhi fissi su un punto in lontananza, gli tese la mano e lui gliela strinse, era calda, vigorosa e piena di calli, come del resto tutte le mani dei contadini del suo distretto, segno di parecchi anni passati a lavorare la terra.

Dopo di che furono scortati frettolosamente da alcuni Pacificatori all'interno del municipio, poiché ai loro familiari era concesso di salutarli un'ultima volta.

Prima della fine.

Nota Autrice:
​Ciao a tutti,
spero che la storia vi stia piacendo.
Se vi va lasciate sotto un commento per dirmi cosa ne pensate, ve ne sarei molto grata.

​SherylWeasley

   
 
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