Epilogo
1
giugno
1974
Mairéad
lanciò un’occhiata in direzione di Ellen,
aggrottando
la fronte.
-
È mai possibile che tu ci metta una vita a preparare i
bagagli? –
-
Non è colpa mia se quella creatura inutile di Alecto mi ha
nascosto la mia maglietta preferita; non me ne vado senza quella.
–
-
D’accordo, allora lascia che ti dia una mano a cercarla.
–
La
riccia prese a rovistare negli anfratti della stanza,
scovando il tanto ricercato capo a mezzamanica sotto il letto a
baldacchino
della loro molto poco tollerata compagna di dormitorio.
La
sventolò con aria trionfante sotto il naso
dell’amica. –
Trovata! –
-
Sia ringraziato Salazar -, sospirò sollevata, - ma se Alecto
spera di cavarsela si sbaglia di grosso. –
-
Vendetta sull’Espresso? –
Una
luce battagliera illuminò le iridi verdi della ragazza.
–
Puoi scommetterci, Mairé. –
*
-
Sei proprio sicura che per te vada bene? –
Hydra
annuì, rigirandosi tra le dita la lettera che aveva
ricevuto da Andromeda la sera precedente.
-
Sì, tranquilla, è giusto che tu e Alexander
passiate questi
mesi in totale tranquillità. –
Raelena
sorrise all’amica, battendole una mano sulla gamba con
affetto.
-
Non l’hai ancora aperta? –
-
Non ancora, ho quasi paura di leggerla. –
-
Andromeda non ti scriverebbe se pensasse di metterti nei
guai. –
Già,
sua cugina era troppo altruista per rivolgerlesi senza un
valido motivo, consapevole che se zia Walburga lo fosse venuta a sapere
avrebbe
praticamente rivoltato mezzo mondo finchè anche Hydra non
fosse stata tacciata
di essere una Traditrice del suo sangue.
-
D’accordo, credo che la leggerò durante il
viaggio. –
-
Leggila subito, io ti lascio da sola, ci vediamo più tardi.
–
Raelena
rassettò la gonna e uscì dallo scompartimento
prima
che la Black potesse anche solo pensare di ribattere.
Così,
trovandosi ormai sola con la lettera, ruppe il sigillo e
scorse rapidamente le poche righe vergate con la calligrafia familiare
della
cugina.
Mia
adorata cugina,
so
che è molto che non hai mie notizie e mi dispiace di essere
scomparsa nel
nulla, ma l’ultimo periodo è stato molto ricco
d’eventi. Io e Ted ci siamo
sposati poco prima di Natale e abbiamo dato la nascita a una
meravigliosa
bambina. Si chiama Nimphadora, anche se tutti la chiamano semplicemente
Dora,
ed è già un piccolo terremoto pieno
d’energia. Volevo farti sapere che io, Ted
e la piccola stiamo bene e che non ci manca nulla.
Spero
che tu voglia venirci a trovare durante le vacanze estive, ma se non
potessi
farlo ti capirei.
Abbraccia
forte gli zii da parte mia e dai un bacio a Reg e Sir.
La
tua affezionata cugina,
Andromeda
Sorrise,
immaginando come dovesse essere la piccola nata dalla
combinazione dei geni di Andromeda e Ted; sicuramente sarebbe stata
adorabile.
Ripiegò
la lettera con cura e la ripose nella tasca interna
della divisa, all’altezza del cuore, decisa a conservarla
gelosamente.
*
-
A che meta pensavi? –
Edgar
si strinse nelle spalle, passando un braccio intorno a
Valerie e attirandola maggiormente a sé, - Non ne ho idea.
Tu hai preferenze? –
La
bionda Grifondoro arricciò il labbro inferiore, pensierosa,
per poi annuire dopo qualche secondo di attenta analisi.
-
Cosa ne dici dell’Egitto? –
-
Egitto e poi India? –
-
Mi sembra magnifico. –
Valerie
si sporse a baciarlo a fior di labbra, rilassandosi
nella sua stretta, e appoggiò la testa sulla spalla del suo
ragazzo.
L’idea
di passare tutta l’estate in giro per il mondo con
Edgar la riempiva d’emozione ed euforia.
-
Ottimo perché l’idea di un tappeto volante non mi
dispiacerebbe. –
Lo
spintonò leggermente. – Lo sai che sono illegali
qui in
Inghilterra, vero? –
-
Già, ma che sarebbe la vita senza un pizzico
d’illegalità? –
-
Una vita fuori da Azkaban? –
-
Dimenticavo che sei una perfetta Caposcuola …
d’accordo,
niente tappeto volante importato illegalmente. –
*
-
Sei sicura che a tuo padre vada bene? – chiese Alexander,
sinceramente sorpreso.
Renford
Lestrange si era decisamente mostrato più benevolo nei
suoi confronti, ma non credeva che avrebbe acconsentito
all’idea di loro due da
soli per un intero mese senza battere ciglio.
-
Certo, ha detto che sarebbe stato un peccato lasciare la
villa in Costa Azzurra chiusa per tutta l’estate
perciò è tutta nostra. –
-
E i tuoi fratelli che ne pensano? –
Raelena
si voltò verso il ragazzo, passandogli le braccia
attorno al collo e spingendolo ad avvicinarsi alle sue labbra tornite.
-
Ti preoccupi troppo, ti adorano tutti quanti, Alex. –
-
Sì, ma … -
Lo
baciò, tacitando le sue proteste.
-
E parli troppo. –
-
Quindi pensi di zittirmi per tutto il tempo a forza di baci?
–
-
L’idea è più o meno questa –
ammise, sorridendo maliziosa.
-
Allora lasciami dire che sono più che d’accordo
con te. –
*
Nicholas
bussò alla porta dello scompartimento che Dean e
Artemis dividevano con Benjamin e Nimue, facendo capolino poco dopo.
-
Scusate l’interruzione, piccioncini, ma dovrei parlare con
Dean. –
Il
giovane Grifondoro si voltò verso il suo Capitano,
incuriosito.
-
Arrivo subito. –
Lo
seguì, fermandosi nel corridoio che divideva gli
scompartimenti.
-
Ti ruberò poco tempo, Dean. Si tratta della squadra.
–
Il
cuore prese a martellargli forte nel petto. – E? –
-
Come ben sai dall’anno prossimo a Grifondoro
servirà un
nuovo Capitano. Ne ho parlato con la Mc e lei è
d’accordo con me su quale sia
il candidato più adatto a ricoprire il ruolo.
Perciò, congratulazioni Ammel,
sarai il prossimo Capitano; sono certo che farai un grande lavoro.
–
Dean
impiegò qualche secondo a elaborare
l’informazione, per
poi ritrovarsi a sorridere come un bambino la mattina di Natale.
-
Sul serio? –
Nicholas
annuì.
Ignorò
la mano che il ragazzo gli porgeva e lo coinvolse in un
abbraccio cameratesco.
-
Grazie, Nick, grazie davvero! –
-
Te lo sei meritato … adesso non ti resta che far vincere
alla squadra il Campionato. –
-
Lo farò. Per te e per la squadra. –
*
Kenneth
ascoltò Hydra che lo informava della lettera di
Andromeda e della richiesta senza battere ciglio.
-
Se sia giusto o meno non ha importanza -, concluse alla
fine, - quello che conta davvero è se lo vuoi. –
La
Black annuì.
-
Io … sì, lo desidero profondamente. –
-
Allora non c’è altro di cui parlare. Se vuoi posso
portarti
lì domani stesso. –
La
vide sgranare le iridi azzurro cielo, colta di sorpresa.
-
Verresti con me? –
-
Se lo vuoi. –
-
Certo che voglio. –
-
Allora verrò con te da Andromeda …
però credo che ci sia qualcun
altro che ha diritto di saperlo. –
Davanti
all’espressione sorpresa della ragazza, chiarì: -
Regulus e Sirius. –
Già,
a loro due non aveva pensato minimamente, troppo presa
dalla notizia.
-
Hai ragione. Corro a informarli. –
Si
alzò e fece per uscire dallo scompartimento, ma a
metà
strada si fermò e tornò indietro.
Baciò
Kenneth con impeto, sussurrandogli a fior di labbra.
-
Lo sai che ti amo, vero? –
-
Certo, ma mi piace sentirtelo ripetere. Ti amo anche io. –
Spazio
autrice:
Salve!
Come
vi
avevo anticipato eccoci qui con l’Epilogo anche di questa
storia. Come sempre
quando arrivo a scrivere questo capitolo vengo sommersa dalle emozioni
e mi
ritrovo a non volermi separare da questi fantastici personaggi di cui
mi avete
fatto dono. Vi ringrazio davvero per aver partecipato, per avermi
permesso di
muovere i vostri OC in questa storia, e per l’impegno e la
costanza con cui
avete seguito la storia.
Spero
di
essere riuscita a farvi amare la storia almeno quanto l’ho
amata io.
Ovviamente
per una storia che finisce ce ne è un’altra che
comincia. Si tratta di una
sorta di prequel ambientato nel 1899/1900 a Durmstrang, durante gli
anni di
scuola di Grindelwald, e trovate la storia al seguente link: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3752258&i=1
Spero
di
ritrovarvi anche lì o in qualche altro progetto.
Grazie
ancora a tutti voi e ai lettori silenziosi, a coloro che hanno inserito
la
storia nei preferiti, nei ricordati o nei seguiti.
Alla
prossima.
XO
XO,
Mary