Andavam in su la gelata piana
ch'io allor vidi orribil ali nere
intraversar lo vento che mai fiacca
e cader da noi il trar d'un balestro.
Per paura poi mi ristrinsi retro
al duca mio, ché non lì era altra grotta.
Tanto in volo due sparvier grifagni
quanto simil maiali adesso parommi,
a guisa di quei intenti a rovistar
scompostamente terra e dar di grugno.
Quand'ecco sorger terribil soldato,
un lampo, un grido acuto e di spada fè
cozzar di ferro ch'a l'aria quei tornar.
Com'animal digrigna mentre arretra
li diavol urlavan ma davan terga
a quel che nol smettea di rincalzar.
Lo duca mio "Convien che noi si porti
in loco in cui maial raspavan terra".
Lì una voce allor ci fece accorti
"Viaggiator, che carico del corpo vai
sicuro ad altri lidi, sian cortesi
i tuoi passi e non rechino danno
al nostro qui povero restare."
"Chi sè tu, anima prava, d'atteggiar
tuoi motti a guisa di preghiera?"
Da la ghiaccia qual Farinata surse,
d'un occhio orribil scempio e nell'altro
il mare stava et pianamente disse
"Io son'Ombra e di Francia nacqui villano
al tempo dei Lumi falsi e bugiardi
cui Terror raccolse d'uomini tanti
e di Franceschi sanguinoso mucchio.
Se dolcezza di figlio presto tolse
in con la vita a li parenti miei,
cui il debito amor mai m'abbandonò,
Sorte, la qual con mano piena mai dà
e neppur toglie, e un padre beffardo
mi fecero compagno alla nobiltà
di colei cui tutto di mia vita offersi.
Per lei fui roccia, torre, porto e specchio
Per lei fui roccia, torre, porto e specchio
pur se un giorno le fui troppo molesto.
Onorai le leggi, gli uomini ed il Re
m'assunsi di costei il ben a religione [1]
in dispetto alla Chiesa e al suo Fattore
lo qual in sua Pietade permette qui
che mia colpa non sia così gravata."
"O anima cortese" allor diss'io
"Animula blandula perché duole?"
sovra mie spalle un chiaro fiato venne
"Nobile in tutto fuor che i Natali [1]
tu, che mi fosti molesto un sol giorno
ed io sdegnosa da me t'allontanai.
Io ti fui molesta tutta una vita
e magnanimo rimanesti meco
dimmi, inver quel peso ancor ti grava?"
Ognun tacendo ascoltò di parole
quel suon ch'ormai si spegne ma non passa
finché sol la ghiaccia, girommi, scricchia
et allor la vedo e fuggiemi errore
e Diana non potea essere più bella.
Pur se vento infernal battea parea a me
ch'io fussi su al dolce mondo et rimirar
di grano messi in ciel d'azzurro pitto.
"O madonna o soldato io vi prego
per quella pena che la gol mi serra
chi fuor li maggior tuoi, qual tua natura
e perché s'agghiaccia in questo fondo?"
[1] Concetto preso da una storia di "_Agrifoglio_"