Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Elenie87    15/05/2019    6 recensioni
Dopo la morte dei genitori di Kagome, a causa di un incidente, la famiglia NoTaisho accetta di prendersi cura della bambina e crescerla come figlia loro. Per Inuyasha essere il fratello maggiore acquisito di Kagome è motivo di orgoglio: lei è piccola, indifesa e cosa più importante vede in lui tutto il suo mondo. Il loro rapporto è profondo, speciale e sembra indistruttibile. Almeno sino a quando la piccola Kagome non cresce e.... il mondo idilliaco di Inuyasha non viene travolto da qualcosa di completamente inaspettato: l'amore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Kagome, Miroku | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8 -   EPILOGO
 
 
 
 
Quando arrivo a casa avverto un enorme peso sul petto.
Un misto di desolazione e angoscia. Ora che Takumi se ne è andato, mi sento ancora più vulnerabile nei confronti di Inuyasha. Sento la sua ombra calarmi addosso, come un manto opprimente.
Entro in soggiorno, passandomi nervosa una mano tra i capelli.
Avverto la testa pulsare, le lacrime fare capolino tra le ciglia.
-Dio, che gran casino- mormoro con il cuore gonfio di sconfitta. Sento di aver fallito su ogni fronte: come fidanzata, come figlia, come sorella. Inuyasha mi detesta, Takumi se ne è andato perché ha letto nel mio cuore e non poteva fare altrimenti. Io al posto suo avrei reagito peggio. E la mia famiglia… come potrebbe sopportare una cosa simile? Io, innamorata del fratello.
Sono una delusione su ogni fronte.
-Kagome?-
La voce di Izayoi mi fa sussultare, trovandomi di fronte l’oggetto dei miei tormenti.
-Ciao mamma- sussurro, distogliendo lo sguardo.
La vedo di sott’occhi avvicinarsi a me e alzare una mano per carezzandomi i capelli.
Non merito questo affetto. Non merito niente se non il suo disgusto.
Vergognati!, grida una voce dentro di me.
-Perché piangi?- chiede. Sul mio viso appare un sorriso triste.
Mi schiarisco la voce, simulando quasi una sorta di indifferenza.
-Takumi è tornato in Australia- mi limito a dire.
Izayoi mi guarda in silenzio, sul volto non colgo alcun segno di sorpresa; per un attimo questo mi lascia interdetta.
-Capisco- pronuncia pensierosa.
Io arrossisco, sentendomi improvvisamente a disagio in questa conversazione.
Resto in silenzio, giocando con una ciocca dei capelli. Non so mentire, lei lo sa bene.
Sento lo sguardo di Izayoi su di me; alzo gli occhi e la scopro fissarmi, forse nel tentativo di leggermi dentro.
-M-mamma?- balbetto, non capendo l’atteggiamento.
Quella sbuffa e incrocia le braccia, come se avesse perso la pazienza tutt’un tratto.
-Allora, Kagome, vuoi dirmi perché piangi? Il vero motivo- domanda alterata e io sobbalzo.
-Non agitarti, ti prego, non ti fa bene-le dico preoccupata nel vederla così nervosa.
Izayoi assottiglia lo sguardo.
-Non osare cambiare argomento- enuncia, battendo ritmicamente un piede a terra.
Io mi irrigidisco ulteriormente. Che cavolo sta succedendo?!
-N-non capisco cosa vuoi che dica- prendo tempo, incespico nei miei pensieri. Misuro ogni parola sperando che in qualche modo la conversazione svanisca nel nulla.
-La verità- sibila tra i denti.
Io apro e chiudo la bocca più volte, colta dal panico.
La verità. La verità che distruggerebbe la mia famiglia?
Lei sospira, passandosi una mano sulla fronte come a voler cercare delle parole, poi mi afferra con decisione la mano.
-Kagome…- sussurra, stringendola tra le sue amorevole, tornando ad avere un tono dolce e comprensivo. Mi pizzicano gli occhi, mi sento affogare sotto il peso di un amore nascosto da anni.
-Ti prego, non avere paura. Credi davvero che sia cieca? Che io e tuo padre non l’abbiamo capito in tutti questi anni? Non ne posso più di vedervi così infelici, a litigare come due sciocchi. Vi state rovinando a vicenda- dice e io sento il mio cuore smettere di battere.
-Cosa..?- bisbiglio, trattenendo il fiato. Non può essere, non sta dicendo quello che penso.
Izayoi mi sorride.
-Forse abbiamo sbagliato. Non siamo mai intervenuti, né in bene né in male. Noi vogliamo solo che siate felici. Non siamo sciocchi, sappiamo che non avete legami di sangue. Non sarebbe un amore sbagliato, Kagome. Va bene-
La gambe mi cedono. Non posso crederci…. Loro sapevano tutto?
La lacrime iniziano a scorrere sulle mie guance.
Non mi odiate? Non crediate sia una ingranata? Mi potete perdonare?
-Mamma…- dico con voce flebile  -Mi dispiace…-
Lei sorride ancora.
-Di cosa, bambina?-
-Mi sono innamorata di lui sin da quando ho memoria. L’ho sempre amato. Mi dispiace, mi dispiace di rovinare tutto. Non avrei mai voluto. Oh, mamma, amo Inuyasha così tanto- confesso finalmente, le mie spalle sono scosse dai singhiozzi mentre mi copro il viso tremendamente vergognosa.
Dio, come mi sento sciocca! Così sciocca e … leggera! Come se un enorme masso si sia sollevato dal mio animo.
Quando dopo qualche istante trovo il coraggio di alzare il capo e guardarla in viso, Izayoi è commossa, ma appare felice. Felice mentre guarda qualcosa alle mie spalle, asciugandosi le gote bagnate.
Cosa…?
Mi volto piano, avvertendo ogni muscolo tendersi.
E quando incrocio lo sguardo sconvolto di Inuyasha il mio cuore frena inesorabile ogni battito.
 
*********
 
Entro in casa dopo una lunga cavalcata. La mia ultima conversazione con Kagome mi risuona nella testa.
Avevo bisogno di aria, di sfogare la mia rabbia.
Stringo i pugni pensando a come lei sia corsa dietro a quel Takumi. Come diavolo abbiamo fatto ad arrivare in questa situazione? Come ho fatto ad innamorarmi così di Kagome? Di una donna che non potrà mai vedermi come io vedo lei?
-Maledizione- sibilo, mentre mi tolgo il capello e lo appoggio sul mobile dell’atrio.
Ho bisogno di sbollire. Se la incontrassi ora, potrei afferrarla e scuoterla sino a che io non riesca a farla ragionare e dimenticare quell’odioso australiano.
Faccio per risalire le scale per raggiungere la mia camera, quando sento delle voci provenire dal soggiorno.
Mi avvicino stranito, come attirato verso quella discussione. Riconosco il tono dolce di mia madre e dopo qualche istante comprendo che l’interlocutore è proprio Kagome.
Inspiro e faccio per voltarmi. Probabilmente le starà raccontando del suo amore infranto.
Ringhio, imprecando a bassa voce, quando qualcosa mi ferma e sento il cuore sobbalzare.
-Mamma…Mi dispiace…- la sento dire con voce rotta.
Sta piangendo, penso stridendo i denti.
E’ colpa mia?, mi chiedo d’istinto.
-Di cosa, bambina?-
Ora la mia attenzione è tutta rivolta verso quella risposta. Mi avvicino lento verso la porta.
-Mi sono innamorata di lui sin da quando ho memoria-
Un groppo in gola mi impedisce di respirare ma il mio cervello inizia a lavorare a una velocità folle, elaborando una strana speranza nel mio animo.
-L’ho sempre amato. Mi dispiace, mi dispiace di rovinare tutto. Non avrei mai voluto-
Le mie gambe si muovono da sole mentre entro in soggiorno incapace di pensare o fare altro se non di voler ascoltare la fine di quello sfogo.
-Oh, mamma, amo Inuyasha così tanto- dice infine Kagome, mentre la mia mandibola si apre letteralmente ed il mio corpo si irrigidisce al punto da avvertire un dolore sordo al corpo.
Il cuore mi pompa nelle orecchie impazzito, ed è quando Kagome si volta ed incrocia i miei occhi che il mondo sembra annullarsi.
Respiro affannosamente cercando in silenzio lo sguardo di mia madre, come se questo potesse darmi la forza di fare o dire qualsiasi cosa.
Izayoi si asciuga una lacrima e nelle sue dolci iridi mi pare di leggervi un “te l’avevo detto”.
Pronuncia un “Vi voglio bene” a fior di labbra, poi si volta ed esce dal soggiorno, chiudendosi la porta alle spalle.
Kagome è immobile davanti a me, completamente rossa in volto. Fa un passo indietro, coprendosi la bocca con dita tremanti, come se avesse pronunciato un’eresia. Ed io capisco da quel piccolo gesto cosa prova.
Ho pensato per anni che il mio amore per lei fosse un segreto da tenere per me, qualcosa di impronunciabile. Amare lei, proprio lei. Pareva tutto così sbagliato.
E invece… cazzo, era giusto.
Le mie gambe si muovono da sole, la raggiungo e la afferro per le spalle.
-Vaffanculo- mormoro fissandola negli occhi, incapace di pensare ad altro se non a ciò che voglio: Lei.
Le scosto la mano e copro la sua bocca con la mia, furente.
Dio, sì!
Kagome è dapprima rigida, non muove un muscolo. Poi le sue labbra sfiorano le mie, esitanti. Mi afferra per le spalle, stringendomi, facendo aderire le sue forme al mio corpo. Le nostre labbra si cercano bramose, come se non aspettassero più altro.
Dei, come ho potuto aspettare sin ora? Le mani le accarezzano la morbida pelle, le narici si beano del suo profumo, la bocca muore di piacere nel sentire il suo sapore.
Sento premere la mia eccitazione nei pantaloni e trattenendomi a stento la scosto da me. Lei mugugna appena, poggiando poi la fronte al mio petto con sguardo timido.
-Mi hai baciato- la sento bisbigliare incredula.
Un sorriso mi increspa le labbra.
- Tu hai detto di amarmi- replico con tono ironico, come se questo rispondesse alla sua implicita domanda.
Lei alza il volto dal colore purpureo e dalla sua espressione capisco che è confusa, almeno quanto me.
Le carezzo una gota arrossata, poi le mie dita scendono a sfiorare le labbra morbide che pochi istanti fa ho baciato.
-Da quando?- le chiedo, imbarazzandola ancora di più.
-Da che ho memoria- sussurra, abbassando lo sguardo.
Il mio corpo si irrigidisce dal desiderio. Maledizione, che voglia di amarla qui e adesso. Come abbiamo fatto a farci questo? Perché non abbiamo mai capito cosa ci legava? Non è mai stato solo affetto. Il modo in cui ci capivamo solo con lo sguardo, i piccolo gesti. Ci siamo appartenuti da sempre.
Poso un dito sotto al mento, obbligandola a guardarmi negli occhi. Le sue pozze chiare sembrano cercare una risposta e io le sorrido.
-Non lo so di preciso, ma è successo. So solo che ho sempre pensato che tutto questo sarebbe stato un grosso errore- dico con voce arrochita.
Kagome si morde le labbra, trattenendo a stento le lacrime.
-Temevo che mamma e papà mi avrebbero odiato. Mi hanno cresciuto come una figlia e io…non potevo ricambiarli innamorandomi di te. Pensavo fosse così sbagliato- singhiozza.
Non piangere, ti prego, penso sbuffando dal naso, cullandola in un abbraccio.
Quanto deve aver sofferto: le mie paure erano le sue.
-Avevano capito tutto da molto tempo- la tranquillizzo.
Kagome stringe la mia camicia, puntando i suoi occhi colmi di lacrime e disperazione nei miei.
-Ti amo- dice con voce tremula in un modo così sincero e appassionato che io non resisto oltre.
In un ringhio mi riapproprio delle sue labbra, comunicandole tutta la mia frustrazione, il bisogno di lei.
La sua lingua accarezza la mia, immerge le mani nei miei capelli e io faccio altrettanto, perdendomi in quel bacio. È così piccola e morbida da farmi perdere la testa.
La scosto un poco da me tentando di restare un minimo lucido.
-Fagottino, sarà il caso di andare in camera, o rischio di spogliarti qui- mormoro roco con un sorriso ironico.
Lei arrossisce, nascondendo il volto nel mio incavo del collo.
La mia piccola Kagome. L’ho sempre avuta per me e non me ne ero mai resto conto.
Quante volte l’ho trattata in modo disgustoso, forse addirittura umiliata? Credendo in un amore non corrisposto, o per gelosia?
-Perdonami- sussurro in un moto di tristezza, dando voce ai miei pensieri.
Lei alza il capo di getto, stupita. Poi, come un fiore, sulle sue labbra nasce un sorriso.
-Non importa- sussurra, stupendomi in un istante, cancellando ogni mia paura. Ha capito tutto.
Afferra una mia mano e se la posa sul cuore.
-Abbiamo molto tempo da recuperare. Tante cose da dirci- aggiunge.
Io annuisco, avvertendo i suoi battiti accelerati.
-Non perdiamone altro, allora- le dico, prendendola in braccio e ridacchiando per un accenno di urlo da parte sua.
Mi avvio al piano superiore, tenendo stretto a me la cosa più preziosa che ho.
 
 
*********
 
 
Inuyasha.
Inuyasha.
Il suo nome è come una nenia nella mente, mentre il corpo si arcua alle sue carezze.
Quando entra in me è come una esplosione di piacere e i miei piccoli muscoli si contraggono ritmici; lui reagisce con un soffice ringhio che mi fa letteralmente impazzire.
Le sue spinte sono forti, irruenti, ed il mio nome sospirato tra i sospiri di piacere mi trasporta in un mondo sconosciuto.
Lui è mio. Dopo anni vissuti ad amarlo in silenzio, odiandomi e fustigandomi, finalmente è qui, con me.
E mi vuole. Vuole proprio me.
Con un’ultima spinta raggiungiamo l’estasi, avvolgendomi in un bacio mozzafiato.
Si sdraia accanto a me ed io mi accoccolo a lui posandogli un leggero bacio sul collo.
Le mie dita giocano con la pelle dei suoi pettorali, su cui disegno cerchi immaginari.
Pochi istanti e il mio polso si ritrova bloccato nella sua presa ferrea. Stupita, alzo lo sguardo, incontrando le iridi scure di Inuyasha che mi osservano cariche di desiderio.
-Hai forse intenzione di ricominciare?- mi sussurra roco.
Io arrossisco, incapace di rispondere. Non mi dispiacerebbe. Ho immaginato mille volte di fare l’amore con lui, ma nessuna fantasia ha raggiunto la realtà. Mi mordo le labbra, scioccata dai miei stessi desideri.
Contieniti, Kagome! Fino a poche ore fa, eri in tutt’altro stato e nella sua testa era il fratello.
Già, sospiro.
-Cosa siamo ora?- gli chiedo, timorosa.
Non ho idea di come definirci. Mi appare tutto improvvisamente così strano. Possiamo direi di amarci? Posso dire che sono tua? E tu sei mio?
Inuyasha sorride ironico.
-Tu cosa ne dici?-  mormora, carezzandomi le gote arrossate.
Un sorriso di rimando nasce spontaneo, leggendo nei suoi occhi scuri la risposta ad ogni mio dubbio.
-Dico che è perfetto-
 
 
 
Sono seduta sullo steccato ad osservare il tramonto.
La lieve brezza mi scompiglia i capelli ed io, con l’ennesimo sbuffo, li risistemo dietro l’orecchio.
Non mi stancherò mai di questo paesaggio: i verdi pascoli si estendono davanti a me regalandomi un senso di pace profondo.
Inspiro a pieni polmoni il profumo dell’erba, dei fiori; godo dell’ultimo tepore dei raggi che mi accarezzano la pelle.
-Fagottino, rilassati- dice Inuyasha, seduto pochi centimetri più in là, affianco a me.
Roteo gli occhi, esasperata.
Quel nomignolo, lo sento ogni secondo. Inizio seriamente a pensare che mi farà andare fuori di testa.
Lo guardo e dopo un istante una risata mi sale alla gola, trattenendola a stento.
Ma guardalo. Tutto indaffarato mentre cerca di tenere alla bell'e meglio Sota, nostro figlio di dieci mesi, che sgambetta come un forsennato tra le sue braccia.
-Come puoi pretendere che stia fermo? È ora di cena, avrà una fame da lupi-
Inuyasha sbuffa.
-Tu non facevi tante storie quando eri tra le mie braccia- mi dice, mentre quella dannata fossetta gli compare sulla guancia, assieme ad un ghigno che mi manda lo stomaco in subbuglio.
-Beh… era diverso- dico arrossendo.
Lui ridacchia, riservando uno sguardo complice a Sota.
-Hai capito, fagottino? Tua madre dice che era diverso-
Io sorrido a mia volta, scuotendo la testa con finta esasperazione.
Se penso alla mia vita di tre anni fa, sembra così lontana. Quando ancora ero in Australia, quando lui non era ciò che è diventato: mio marito.
Dopo quel fatidico giorno, tante cose sono cambiate. Ho concluso l’università a Tokyo lasciandomi alle spalle, definitivamente, l’Australia e Takumi. Non che lui fosse solo. Lasciandoci a bocca aperta, Kikyo, poco tempo dopo, è diventata la sua compagna. Li sentiamo ancora, ogni tanto, e sono felice che entrambi abbiamo trovato la felicità.
Mamma e papà ci hanno dato la benedizione, non senza una ramanzina infinita sul nostro “averci impiegato tempi biblici”. A quanto pare, abbiamo sofferto anni per nulla poiché loro non aspettavano altro.
E Inuyasha… beh, lui mi ha reso la donna più felice del mondo, giorno dopo giorno.
 
Con un piccolo salto scendo dalla staccionata e mi volto verso di loro.
-Coraggio, torniamo a casa! È ora di cena, miei uomini!- esordisco con una risata.
Inuyasha guarda Sota e poi me con occhi pieni d’amore. E io amo loro, più di ogni altra cosa.
 
La cornice che lui mi aveva regalato il giorno della partenza per l’Australia e che io avevo ridonato a lui, ora è posta sul comodino della nostra stanza e ci ritrae insieme, il giorno del nostro matrimonio.
L’avresti mai detto, Inuyasha?
Io e te, qui, insieme.
Insieme davvero.
 



fine






ANGOLO AUTRICE
Buonasera a tutti! Siamo giunti alla fine del viaggio, e spero che questa fine non vi abbia deluso. Non ho voluto eccedere in romanticismi perchè non sarebbe stato da loro: testoni e chiusi fino all'ultimo, ma che sanno capirsi senza parlare.
Spero ci sia ancora qualcuno che segue questa storia e che mi farà sapere se questo capitolo è piaciuto.
Mi spiace per gli aggiornamenti lenti ma è un momento davvero difficile per me, tra salute e lavoro.
Vi ringrazio di cuore per il vostro affetto, davvero.
Un abbraccio grande
Manu
  
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