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Autore: Angels4ever    01/08/2019    3 recensioni
TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO:
I giorni si susseguirono tutti uguali uno dopo l'altro, in una noiosa routine che gli rendeva pesante la vita. Sentiva un macigno gravare sulle sue spalle che lo spingeva a camminare leggermente ricurvo.
Lavorare a “I Tiri vispi Weasley” non gli piaceva più come prima, nonostante l'aiuto di Ron.
Ma lui non era bravo come Fred. Divertente come Fred. Creativo come Fred.
Lui semplicemente non era Fred.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Addio

 

 Ora...o no?

 

Sentiva gli sguardi dei presenti trapassarlo da parte a parte. C'era chi singhiozzava senza il minimo decoro, chi restava chiuso in un mutismo selettivo, chi lo giudicava per non avere una qualche reazione degna di un fratello dal cuore spezzato.

Lui, tuttavia, restava seduto con la schiena più diritta possibile, che avrebbe reso Molly fiera (se non fosse stata troppo impegnata a piangere sommessamente come mai l'aveva vista fare).

Una mano piccola, forte, si intrecciò alla sua: non girò lo sguardo, avrebbe riconosciuto quelle piccole falangi tra mille altre; ricambiò la stretta, forse un po' troppo forte, ma sua sorella a stento sembrò accorgersene, fiera e coraggiosa come sempre.

Voleva essere da tutt'altra parte, non lì, non a seppellire Fred. Non a seppellire il suo gemello, la sua metà migliore.

Erano sempre stati “Fred e George”, “George e Fred”, sembrava un triste gioco del destino, quasi ironico pensare che da quel momento in poi si sarebbero rivolti a lui semplicemente come “George”, come un'unica entità.

<< Non sono ancora pronto... >> mormorò a testa alta, di modo che solo Ginny potesse sentirlo. Istintivamente lasciò la presa sulla sua mano e si alzò in piedi, spostando indietro la vecchia sedia scricchiolante su cui era adagiato.

Il rumore fece voltare numerose teste, e lo sconcerto di vederlo andar via, ciondolare verso la Foresta Proibita durante la funzione del funerale di suo fratello, fece impallidire molte facce.

Si accasciò contro il tronco di un albero appena si sentì abbastanza sicuro di essere fuori tiro da occhiate indiscrete. Era debole, sfinito. Con la voglia di lasciarsi andare ed abbracciare la morte; lì pianse per la prima volta, dove nessuno poté vederlo.

 

 

I giorni si susseguirono tutti uguali uno dopo l'altro, in una noiosa routine che gli rendeva pesante la vita. Sentiva un macigno gravare sulle sue spalle che lo spingeva a camminare leggermente ricurvo.

Lavorare a “I Tiri vispi Weasley” non gli piaceva più come prima, nonostante l'aiuto di Ron.

Ma lui non era bravo come Fred. Divertente come Fred. Creativo come Fred.

Lui semplicemente non era Fred.

<< Posso? >> mormorò una voce esitante, sull'uscio. Una chioma rossa si intravedeva dietro un enorme scatolone, le cui piccole mani sorreggevano con fatica.

Ginny mise per terra l'ingombrante pacco, sorridendo incerta al fratello maggiore, cercando di ignorare il fatto che si stesse scolando una bottiglia di Whisky incendiario tutto da solo.

<< Mi ha fatta entrare Ron. >> spiegò con semplicità, prima che potesse giungere qualsiasi domanda.

George sorrise, facendo accomodare la sorella nel piccolo appartamento sopra al negozio di scherzi, che un tempo aveva diviso con Fred, come tutto il resto della loro vita, a partire dall'utero materno.

<< Sono cose di Fred...o tue...non so' con precisione...mamma non le vuole a casa. >>

La voce di Ginny si incrinò appena; tirò su col naso, sperando che suo fratello non si accorgesse quanto tutta quella situazione fosse per lei penosa.

Scoperchiò la scatola, mostrandogli il contenuto.

Al suo interno c'erano le più svariate cianfrusaglie: una vecchia ricordella, la prima scacchiera magica che Fred e George si erano divisi, una vecchia foto di Angelina Johnson che Fred teneva sempre con sé, (perché aveva una super cotta per lei, ed in famiglia era risaputo), una penna d'oca che scriveva con inchiostro invisibile, il maglione preferito di Fred, il quale pensava fosse andato perduto per sempre nel trasloco.

George non guardò niente di quella roba con affetto, anzi, una rabbia sconosciuta montò dentro di lui, balzò nel suo cuore e divampò all'esterno, facendo quasi indietreggiare la sorella.

<< Incendio >> mormorò, la bacchetta puntata contro un mare di ricordi.

 

 

<< Ehi...stavo dormendo. >> borbottò George, stropicciandosi gli occhi.

<< Non posso vederti così. >>

Bill era in piedi dinanzi a lui, i pugni serrati e lo sguardo carico di disapprovazione.

Aveva lasciato l'ordinata, pulita, accudita “Villa Conchiglia” per raggiungere il tetro, caotico, buio appartamento di George e cercare di salvarlo da se stesso.

<< Devi andare avanti George. Lui...non vorrebbe vederti così. >>

<< Non sono pronto. >>

<< A fare cosa? >>

<< A dire “addio” >>.

<< Stupido, nessuno lo sarà mai. >>

Gli occhi di George si riempirono di lacrime, che cercò prontamente di ricacciare indietro. Quando era stata l'ultima volta che aveva pianto di fronte a Bill? Forse quand'era in fasce e non ne aveva memoria.

<< Vieni George, vieni con me. >>

 

George aveva quasi voglia di ridere.

Era senza parole.

Bill lo aveva portato sulla tomba di Fred. Così, a tradimento.

Sulla lapide argentea riluceva una scritta “qui riposa un amato figlio e un amato fratello”.

Parole di sua madre, quasi sicuramente. Ma poco adatte allo spirito giocoso di Fred.

Si sedette sul prato verde, a gambe incrociate, pensieroso, fissando la tomba del suo gemello.

Cosa accade quando un'anima non torna sotto forma di fantasma? C'è davvero un paradiso? Un posto dove potersi ritrovare tutti insieme?

Toccò la lapide, come sentendo la presenza di Fred lì accanto.

Chiuse gli occhi, lasciando che il vento gli schiaffeggiasse il viso, facendogli sventolare i capelli.

Perché era tutto così difficile?

<< Fred...Dio Fred...come vorrei essere morto io. >> mormorò scrollando la testa.

<< Stare senza di te mi sta risucchiando l'anima come il bacio di un dissennatore, solo a poco a poco, e sto rovinando la nostra famiglia. Ma non riesco....non riesco...a dirti addio. Non posso. >>

Molly aveva raccontato loro che quando erano nati, erano usciti dal suo grembo mano nella mano, sorridenti, felici di essere lì con loro, insieme. E nessuno avrebbe mai creduto che avrebbero lasciato la vita separati.

George si alzò, si scrollò l'erba dai jeans, prese un respiro profondo e sperò che suo fratello potesse davvero sentirlo, e soprattutto capirlo.

<< Fred...non posso dirti addio. Non ora, e forse non ci riuscirò mai. Ma ti posso promettere che andrò avanti per entrambi, vivrò una vita felice, e un giorno, forse quando avrò centodieci anni, morirò nel sonno, al caldo nel mio letto, e ti raggiungerò dovunque tu sia. In quel momento, ci rivedremo. E saremo ancora “Fred e George”. >>

George girò sui tacchi e si allontanò, raggiungendo Bill che aveva avuto l'accortezza di lasciare il fratello solo con i suoi pensieri, ad elaborare il lutto.

Non si guardò indietro.

Aveva fatto una promessa.

Doveva andare avanti.

 

 

 

 

Angolo Autrice:

 

Ciao a tutti,

dopo anni di silenzio, torno a scrivere ripartendo da questo fandom che adoro con tutto il cuore, grazie alle mie amiche che mi hanno spinta (bé diciamo che più che altro mi hanno costretta, LadyPalma, AngelCruelty e NevilleLuna), attraverso la creazione di una challenge a cui chiunque desideri può partecipare!

Non ci sono regole particolari da seguire, solo quattro prompt obbligatori:

1°prompt: Addio;

2°prompt: Il doppio;

3°prompt: se ci fossimo incontrati;

4°prompt: Viaggio nel tempo;

 

A presto con la prossima,

Angels4ever.

 

  
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