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Autore: Believer98    27/08/2019    1 recensioni
Storia nata per rimediare alla severità di zia Row con Draco e i Serpeverde.
Serie di tre storie, ognuna dedicata a un anno di Draco ad Hogwarts. Questa prima è dedicata al suo quinto anno. Seguiranno "Draco Malfoy e L'Ordine del Basilisco", e infine "Draco Malfoy e il Segreto di Salazar Serpeverde".
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Dove gli eroi non sono i protagonisti, dove i Serpeverde non sono quello che sembrano.
Dove non esiste il "ragazzo cattivo" ma esistono persone che vagano fra il nero e il bianco, nessuno è totalmente bianco e altrettanto nessuno è completamente nero (eccetto Voldemort, il male assoluto).
Dove Draco inizia a ricordare i dettagli più oscuri del suo passato, un passato che credeva di aver rimosso.
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DracoxGinny
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Serpeverde, Sorelle Black | Coppie: Bill/Fleur, Draco/Ginny, Harry/Luna, Ron/Hermione, Severus/Narcissa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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7. Squadra D'Inquisizione



I giorni passarono velocemente, arrivarono pesanti nevicate, i camini nelle Sale Comuni sempre ardenti a causa del freddo e Hogwarts iniziò a tingersi di sfumature natalizie.
Le gite a Hogsmeade divennero più frequenti e qui gli studenti si accingevano a comprare regali – soprattutto oggetti magici o libri - per i loro cari.
Nella Sala Grande erano stati allestiti una dozzina di alberi decorati dai colori rosso, bianco e giallo e dietro al tavolo dei professori torreggiava un enorme abete, grosso almeno il doppio degli altri.
Le lezioni si erano alleggerite, dando tempo a chi si doveva preparare per gli esami di studiare e sistemare i propri appunti. Ginny e Draco avevano continuato a studiare insieme e spesso andavano in biblioteca insieme, anche se la McGranitt aveva chiaramente ordinato che dovessero andarci uno alla volta. Lì dentro si perdevano in scomparti diversi, finché Draco non tornava sui propri passi e trovava Ginny addormentata sopra i libri, con i suoi lunghi capelli rossi sparsi un poco ovunque. La scuoteva ogni volta e, ogni volta, restava fermo ad osservarla mentre apriva lentamente gli occhi insonnoliti, cogliendo così il loro primo baluginare. In quei pochi secondi Draco coglieva in pieno la sua essenza infantile, pura e innocente. Qualcosa che evidentemente era ancora in Ginny, una parte che lei reprimeva per non essere trattata da bambina ma da donna adulta, la donna di casa. Non doveva essere facile ultima e unica femmina in una famiglia così numerosa, si rischiava di sentirsi ignoranti, ultima ruota del carro.
Draco, segretamente e nei propri istinti più reconditi, aveva invidiato il loro essere una famiglia così unita. Non aveva mai conosciuto quella situazione, in primis a causa di suo padre con cui sarebbe stata impossibile, ma anche Narcissa faceva fatica a ribellarsi a Lucius e di conseguenza si adeguava al suo stile di vita. Anche se non era felice, e questo suo figlio lo percepiva.
Intanto gli allenamenti di Ginny con l’Esercito di Silente continuavano e lei aveva imparato molti incantesimi nuovi. Senza dubbio amava Difesa, era felice di imparare, anche se ne usciva troppo stanca.
Le sue giornate si dividevano fra lezioni, Esercito di Silente, passeggiate con Luna e Neville, allenamenti con Katie – che voleva tenerla addestrata per quando Ginny sarebbe entrata in squadra- e infine punizione con Malfoy. E quando non era occupata a fare tutto ciò, era comunque impegnata a programmare per il giorno seguente, a ripassare e a preoccuparsi. Per questo spesso si addormentava in biblioteca.
Il suo rapporto con il Serpeverde era migliorato invece, almeno quello. Draco sembrava accorgersi di quanto fosse stanca e a parte qualche provocazione si limitava molto, anzi ora si chiamano sempre per nome … quando erano soli ovviamente. Lui, però, non la chiamava spesso Ginny, mentre usava molto di più Ginevra proprio come quella notte che si erano salutati sulle scale che portavano ai sotterranei.
Ginny ci aveva messo un poco ad abituarsi a essere chiamata in quel modo, anche perché succedeva solo quando sua madre era arrabbiata con lei – ‘Ginevra Molly Weasley, dove ti sei cacciata?’- o con uno dei suoi fratelli, e in tal caso chiamava proprio ‘Ginevra’ per ripulire un loro pasticcio.
Contrariamente, Draco non usava il nome quando era arrabbiato, anzi lo faceva quando era più rilassato e a suo agio - aveva notato Ginny.
Una sera gli aveva chiesto il motivo e lui: “Ritengo che sia più nobile di ‘Ginny’, più elegante e più raffinato … In un certo senso mi piace.” Allora lei non aveva replicato e aveva lasciato che lui continuasse con la sua abitudine. L’importante era convivere in una buona atmosfera e non litigare. Erano abbastanza maturi da capirlo. Un mese era un periodo lungo da passare sempre nervosi e stizziti, tanto valeva comportarsi da persone civili e, una volta conclusa quella punizione, avrebbero ripreso le loro strade.
Questo era il piano iniziale di Ginny – e anche di Draco in un secondo momento -, ma ora qualcosa stava cambiando tra di loro. Quando si incontravano ed erano soli si salutavano con naturalezza, quando erano in compagnia dei propri amici si limitavano a un cenno. Cenno che non era passato inosservato né ad Astoria Greengrass né agli amici di Ginny. Anche Blaise e Theodore si erano accorti sin da subito del cambiamento tra Draco e la Grifondoro, e semplicemente si scambiavano degli sguardi d’intensa – Blaise sorridente, Theo più trattenuto. Il rapporto che aveva instaurato con Ginny stava cambiando anche Draco stesso, non in maniera brusca, erano delle piccole cose: si trovava spesso con la testa tra le nuvole, non faceva più scherzi ai ragazzini – almeno quelli Serpeverde – e, a volte, chiedeva le cose con maggior educazione.
Una volta gli era sfuggito un ‘per favore’ con superficialità, non se ne era accorto neanche, mentre Theo e Blaise sì e il primo aveva toccato con altrettanta non-chalance la fronte di Draco.
Per rimediare alla buona educazione, quella sera stessa il biondo aveva sbottato contro Pansy e Blaise aveva tirato un sospiro di sollievo – ridendo come sempre.
 Anche Ginny iniziava a cambiare, e se ne accorgevano tutti tranne Ron. Non si trattava del suo carattere o dei suoi modi di fare, quelli restavano invariati; invece riguardava un atteggiamento relativo a Draco. Quando si parlava male di lui, Ginny smetteva di sorridere, abbassava gli occhi, si guardava attorno a disagio e infine si allontanava dalla conversazione con finta indifferenza.
La prima volta che era successa una cosa simile, Hermione era rimasta a bocca aperta senza sapere esattamente cosa dire. Effettivamente cosa potevano contestare a Ginny? Che non avesse voglia di parlare male di Malfoy non sembrava una grossa accusa da fare.
In una giornata di scarsa neve la più piccola dei Weasley era seduta in cortile con Neville, Padma e Luna. Neville reggeva un manuale di Erbologia che istruiva su varie piante dei paesi nordici, mentre Luna raccontava di creature strane che vivevano nelle paludi insieme a presunti orchi dei boschi.
Un gruppo di Serpeverde passò accanto a loro e Tiger prese in giro Neville. Non si fermarono neanche per un secondo e strisciarono via verso il lago. Ginny incrociò brevemente due occhi metallici, prima di tornare a guardare Neville. Il ragazzo non aveva distolto gli occhi dal manuale ma era rosso sino alla radice dei capelli.
« Quelle serpi » mormorò Neville « saranno l’unica cosa a non mancarmi quando lasceremo Hogwarts. »
« Non hai tutti i torti » commentò Ginny distrattamente.
« Oh che bello, allora non li sopporti anche tu » commentò Neville, sarcastico. « Iniziavo a preoccuparmi ormai. » Ginny non gli rispose. Lo guardava confusa. « Andiamo Gin! Ultimamente non ne parli più male. »
« Non è un crime, non sparlare è un crimine? » domandò lei, rivolgendosi anche a Luna e Padma. Luna replicò ingenuamente che no, non era un crimine non sparlare, mentre Padma si limitò a una scrollata di spalle.
« No, ma tu ti allontanavi addirittura » riprese Neville con il tono di chi non ammette repliche.
Ginny, d’altro canto, si sentiva stretta con le spalle al muro, non sapeva cosa dire. « Sto cercando di convivere pacificamente con Draco, tutto qui, e parlargli male alle spalle non mi aiuterà. »
« Draco? » Ora non solo Neville era allarmato, ma anche Padma. Luna, invece, si limitò a fissare Ginny con aria beata, scoccando qualche sguardo di tanto in tanto agli altri due amici.
La Grifondoro spalancò gli occhi, rendendosi conto dell’errore quando ormai era troppo tardi, e deglutì visibilmente. « Volevo dire … Malfoy, volevo dire Malfoy » si affrettò a precisare, rossa fino alla radice dei capelli.
Non c’era nulla di male a chiamare una persona con il proprio nome ma quella di cui stavano parlando non era una comune persona, era Draco Malfoy, Draco fottuto Malfoy. Inoltre anche uno degli interlocutori non era una persona chiunque: Neville, come Ron, sembrava essere uno degli studenti più stizziti nei confronti dei Serpeverde e doveva essere strano vedere una delle proprie migliori amiche in quegli atteggiamenti così tolleranti.
Tuttavia Neville era tanto confuso che preferì lasciar perdere. Quella situazione era troppo complessa e lui troppo stanco per farsi venire un malore, quindi abbassò sguardo e piuma e tornò a svolgere i propri compiti.
Anche Luna riprese a parlare di strani esseri nelle paludi e Ginny poté tirare un sospiro di sollievo.

Prima di cena Draco e i suoi amici Theo, Blaise e Pansy, più i suoi scagnozzi – Tiger e Goyle, e altri Serpeverde – Daphne, Millicent Bulstrode e il capitano Montague - si diressero allo studio della Umbridge.
La professoressa li aveva convocati per una richiesta urgente e lui sapeva, o meglio aveva un sospetto, di cosa si trattasse. Ultimamente Dolores Umbridge aveva emanato nuove direttive e una urgente, fra questa, riguardava associazioni segrete, avviso che era apparso molto strano alle orecchie dei Serpeverde che non sapevano nulla di quella storia.
Ovviamente doveva essere una cosa organizzata dai Grifondoro e ora Draco iniziava a nutrire il sospetto che riguardasse anche Ginny. Non era uno stupido, anzi si definiva abbastanza intelligente, e per tanto aveva notato delle cose. Per esempio che Ginevra era sempre molto stanca, a volte si addormentava, o spesso era sovrappensiero. Finito di cenare avrebbe raggiunto Ginny nello studio della McGranitt e glielo avrebbe chiesto spudoratamente.
« Sicuramente i gemelli Weasley c’entrano qualcosa » commentò sommessamente Pansy, alla destra di Draco, mentre camminava impettita.
« Mi spieghi perché ultimamente parli sempre dei gemelli? » chiese il Serpeverde senza peli sulla lingua e, a quella domanda, Pansy rallentò il passo. Draco restò accanto a lei, lasciandosi superare dagli altri. Ormai non mancava tanto allo studio del porcospino rosa.
« Chi? Io? Sei proprio fuori strada » scattò Pansy, dopo il lungo momento di esitazione. Draco sollevò un sopracciglio ma non si voltò assolutamente verso di lei. Conosceva Pansy e sapeva che a breve avrebbe aggiunto altro, ingarbugliandosi da sola nei propri discorsi. « In effetti quel George Weasley mi da parecchio sui nervi, è così sfacciato e … »
Eccola. « Un momento », Draco corrugò la fronte, « tu li distingui? »
« Certo che no » quasi gridò lei, facendo voltare alcuni dei loro compagni. Draco ghignò.
« Pansy, neanche Ginevra Weasley li distingue bene quanto te. »
« Ginevra Weasley » lo canzonò Pansy, a braccia conserte, « ma ti senti quando parli? E vorresti dire qualcosa a me, sentiamo? »
« Pansy cosa stai insinuando? »
« Nulla. »
Draco era di ghiaccio.
« Non penserai che sia interessato in quella maniera a Gi … alla pezzente? »
La Serpeverde, che ora si sentiva in posizione di vantaggio, sghignazzò. « L’hai detto tu, non io. E forse lo dice anche Astoria Greengrass. » L’espressione confusa di Draco fu sin troppo eloquente. « Davvero non ti sei accorto che quella ragazzina è fissata con te? »
« Tu eri fissata con me » replicò lui, pungente.
« Io avevo una cotta per te, non ero ossessionata » precisò nuovamente la sua amica, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. « Comunque dovresti dire alla tua nuova amichetta di stare attenta, Astoria sa essere pericolosa. »
Draco sospirò, quasi sbuffò una risatina acida. « Lei non è mia amica » obbiettò. Non erano amici, lui e Ginevra Weasley, lei era solo una ragazzina con cui interloquiva. Non litigavano più come prima, ma allo stesso tempo questo non significava che fossero diventati intimi. E il fatto che lei conoscesse un suo segreto non implicava che fossero diventati amici.
« Se avete finito di parlare dei vostri interessi personali, siamo arrivati » li rimproverò Theo quando Blaise, primo della fila, si avvicinò alla porta della Umbridge. Subito bussò e chiese il permesso di entrare. Il porcospino rosa non si fece attendere molto, anzi aprì immediatamente ai ragazzi perché questi entrassero nel suo studio, anche esso rosa, rosa da cima a fondo.
Draco immaginò che molte ragazzine Babbane avessero una stanza simile. Certo non gli interessava dei Babbani e neanche gli interessava sapere.
Tuttavia neanche loro potevano avere delle pareti tanto inquietanti. Le pareti, appunto, erano lastricate da piattini che raffiguravano dei gatti, animaletti che non facevano altro che muoversi e miagolare rumorosamente.
Draco arricciò il naso. Odiava quelle bestiole e, come se non bastasse, c’era un disgustoso odore di zucchero e di rose. Voleva uscire di lì al più presto.
« Miei cari ragazzi. Posso offrirvi qualcosa? » domandò lei con il suo tono melenso e, per la prima volta, Draco notò che aveva il muso simile a un gatto. La sua finta dolcezza era più inquietante delle pareti cosparse di animaletti pelosi. Con un gesto fulmineo, Dolores Umbridge afferrò uno dei contenitori sulla sua cattedra, un recipiente traboccante di caramelle dalla carta – inaspettatamente- rosa, e lo allungò verso gli studenti. Tiger e Goyle non si azzardarono a fare complimenti e immersero a turno una mano in mezzo caramelle, estraendone almeno cinque a ciascuno. Gli altri studenti, soprattutto Theo, rimasero immobili, non capendo ancora il motivo di quel richiamo. La Umbridge li guardò e ridacchiò, il suono più acuto e fastidioso che Draco avesse mai sentito. « Come avrete ben saputo, una delle mie ultime direttive vieta l’organizzazione di gruppi segreti nati senza il mio consenso. Nonostante ciò, ne esiste uno che va avanti da sin troppo tempo. » Mentre parlava iniziò a camminare avanti e dietro, il ticchettio dei tacchi che risuonava nella stanza.
« C’entrano i Grifondoro non è vero? » domandò Pansy, senza mezzi termini.
« Temo di sì, Grifondoro ma anche, in lieve percentuale, Corvonero e Tassorosso. Sono convinta che nessun Serpeverde stia disubbidendo. »
« Cosa vuole da noi quindi? » Theo. Pragmatico, dritto al nocciolo della questione. Draco lo ringraziò mentalmente: non vedeva l’ora di uscire da quella stanza delle torture puzzolente. 
La Umbridge incrociò le mani e sorrise ai ragazzi, con un sorriso più falso di Blaise quando diceva di aver studiato tutto il giorno. « Ho qui delle spille, perché voglio nominarvi Squadra di Inquisizione. »
« Squadra d’Inquisizione? È una specie di polizia? » domandò Blaise, improvvisamente incuriosito alla conversazione.
« Una polizia speciale, il cui compito è quello di scovare chi infrange le mie leggi. Sapete, Gazza ci ha provato ma non ha ottenuto grandi risultati. Non vi piacerebbe partecipare? » domandò Dolores Umbridge, con il tono di chi sa già la risposta.
« Quindi dobbiamo solo scovare questo gruppo segreto e fermarlo? E poi? » interrogò Draco. Non che gli dispiacesse. Sarebbe stato divertente scovare San Potter e compagnia; Rosso Malpelo che diventava rosso mentre veniva colto con le mani nel sacco; Granger che storceva il muso, sconfitta.
« E poi li consegnerete a me, alla giustizia. E riceverete punti in più, come singoli e come Serpeverde. »
« L’idea è allettante. » Theo si voltò verso Pansy. A lui non sembrava piacere molto quel compito. Lui voleva solo studiare e superare i G.U.F.O. con il massimo dei voti. La Serpeverde sollevò le spalle e si affrettò a spiegare. « Ci serve qualche punto in più e inoltre potrebbe rivelarsi divertente. »
Draco e Theo si scambiarono uno sguardo e, quando il secondi si arrese, Draco annuì. « Ci stiamo allora » dichiarò divertito, rivolgendosi al porcospino.
« Sì, ci stiamo » concordò il capitano Montague.
La Umbridge sorrise con un’espressione abbastanza soddisfatta ma per nulla stupita. Si era rivolta alle persone giuste, o meglio giustamente ambiziose, i Serpeverde.

Quella sera Draco e Ginny si ritrovarono chiusi nella stanza con Minerva McGranitt più a lungo del solito. Stavolta la professoressa non accennava ad andarsene, non sembrava dover svolgere i soliti doveri che la spingevano a lasciarli soli.
Quindi i due ragazzi rimasero seduti, composti, a finire i propri compiti.
Draco si stava occupando di una relazione di Difesa contro le Arti Oscure, e ora più che mai sentiva la mancanza della parte pratica. Lui e i suoi compagni avevano bisogno di allenarsi con gli schiantesimi e tutto il resto, altrimenti sarebbero rimasti indietro rispetto alle altre Case.
Purtroppo ora stavano dalla parte della Umbridge e questo significava che erano controllati, che il loro unico compito era quello di bloccare le attività illecite e non di dargli inizio.
Con questo pensiero in testa si voltò a guardare Ginny. Eccola lì, una piccola criminale Grifondoro irretita dalle scemenze di San Potter. Sicuramente lei sapeva qualcosa e Draco doveva convincerla a confessare.
D’altro canto Ginny si sentì osservata e, molto lentamente, si voltò verso Draco, incrociò i suoi occhi grigi e poi lanciò uno sguardo veloce alla professoressa. Non li stava guardando. « Cosa c’è? » sussurrò, facendo scivolare gli occhi ripetutamente dalla McGranitt a Draco.
Il ragazzo la squadrava con un’espressione accusatoria. « Io e te dobbiamo parlare » disse semplicemente il ragazzo, prima di tornare a svolgere i propri doveri. Ora basta, basta bugie, voleva delle risposte serie da quella ragazzina.
« Come dici tu » replicò Ginny, sempre a voce bassa, nascondendo un velo di preoccupazione. Non era molto brava a mentire a Malfoy. Quella era una delle cose che aveva capito in quelle due settimane che avevano trascorso insieme. O forse era lui bravo a leggere chi si trovava davanti.
Draco in effetti non era molto empatico, ma sembrava carpire i punti deboli delle persone, i loro problemi, senza provare un particolare attaccamento emotivo alla loro condizione. Con Ginny però era diverso.
La Grifondoro viveva con un’ampia famiglia, ma a volte si sentiva sola proprio come lui, quando viveva tra le mura della sua enorme e buia Villa. Spesso lei sentiva il peso di troppe responsabilità – unica figlia femmina, avere a carico energumeni irresponsabili come Rosso Malpelo, e Draco provava una cosa simile. Insomma lui era un Malfoy e, da figlio di Lucius, sentiva tante, troppe pressioni. Infine, come Ginny temeva di non essere all’altezza, anche il padre di Draco faceva sentire suo figlio in quella maniera, cosa che il Serpeverde non avrebbe mai ammesso ad alta voce.
Da quando avevano iniziato a conoscersi meglio, Draco faceva più fatica ad associare Ginny a quella famiglia.
Ginny era elegante nei modi di fare quando non era incollerita con qualcuno e quando non si ostinava a comportarsi da maschiaccio; era elegante quando stava dritta sulla sedia come se nulla fosse; era altrettanto elegante quando accavallava le gambe – e sexy, non riusciva a smettere di pensare Draco, prima di ricordarsi che lei aveva solo quattordici anni ed era una Weasley.
Il suo nome completo era fine - Ginevra, persino il suo profumo era fine. Vaniglia. Non sembrava più eccessivamente dolce, quando lei era vicina.
Ginny era delicata quando non sbraitava come fosse una scaricatrice di porto contro Rosso Malpelo; era altrettanto delicata quando non stava sulla scopa.
Invece rivelava tutto il suo lato maschiaccio proprio a Quidditch. Draco l’aveva vista una volta sola mentre lei si allenava con Katie Bell nel campo. Sulla scopa era forte, ostinata, sportiva.
In Sala Grande mangiava piano e in piccoli bocconi, contrariamente a suo fratello. Amava i dolci, glielo aveva confessato lei, e si notava quando Ginny vedeva un dessert a tavola e si leccava buffamente le labbra. Era golosa ma cercava di contenersi e di mangiare in maniera salutare.
Quando era confusa o pensierosa, iniziava a sbattere le ciglia.
Quando si concentrava, attorcigliava una ciocca di capelli.
Quando era nervosa, ticchettava con le dita su una superficie.
Erano piccoli dettagli che Draco aveva imparato a conoscere bene. Era un grande osservatore da sempre - sapeva che Theo era allergico ai pistacchi e che Blaise faceva finta di ridere alle battute di Montague - ma Ginny lo incuriosiva particolarmente.
A fine serata finalmente diedero la buonanotte alla McGranitt e in men che non si dica uscirono dallo studio, in mezzo al corridoio dove Draco fermò Ginny. La ragazza lo fissò, confusa. « C’è qualche problema? » Batté il suo bel paio di ciglia una serie di volte.
« Andiamo in biblioteca. »
« No, assolutamente no » sbottò Ginny. « Siamo fuori dall’orario di punizione e io non ci tengo ad essere beccata. »
« Sono un Prefetto, ti copro io » replicò il Serpeverde con aria innocente.
« Sì, ottima fregatura. Già vedo il tuo bel sorrisino beffardo mentre mi consegni alla Umbridge da buon membro della Squadra d’Inquisizione. Non mi inganni, Draco. »
Sa della Squadra d’Inquisizione, constatò Draco. Spostò il capo di lato. « La tua diffidenza mi spezza il cuore in mille pezzi, Ginevra. » La ragazza portò le mani sui fianchi e inarcò un sopracciglio, classica movenza alla Molly Weasley. Draco sbuffò. « Su coraggio, è urgente. Ti giuro che non ho intenzione di venderti a quella pazza, voglio solo parlare. »
Dopo varie insistenze alla fine, finalmente, Ginny si convinse a seguire il ragazzo in biblioteca, quello che era diventato il loro posto nelle ultime sere. Il problema era che di solito si muovevano in orario di punizione, nonostante Minerva McGranitt avesse imposto la regola di andare uno alla volta, mentre in quella precisa occasione erano ben lungi dal fare una cosa regolare.
« Allora? Perché sei così misterioso? » domandò Ginny quando trovarono posto vicino sulla cattedra di Madama Pince. Ginny si era seduta sopra alla sedia mentre Draco si era accomodato proprio sulla cattedra.
« Stiamo dando la caccia a un gruppo di Grifondoro » iniziò Draco, dopo un lungo momento di silenzio. « Ovviamente tu non ne sai niente, sei così rispettosa delle regole » continuò con spiccato sarcasmo, dopo aver notato che Ginny non intendeva dire una parola.
La ragazza in questione guardava la punta dei propri piedi e si mordeva il labbro. « Non so cosa stai insinuando. »
« Insinuo che qualsiasi gruppetto segreto abbiate creato, io so che tu ne fai parte » borbottò. Ginny sollevò le spalle con finta indifferenza, ma continuò a guardarsi i piedi, che in quel momento erano molto più allettanti dello sguardo indagatore e perspicace di Malfoy. « Non mi aspetto una confessione, volevo solo avvertirti che vi scoveremo. Cerca di non farti trovare per allora. »
La Grifondoro non riuscì a trattenere una risatina. « Ti preoccupi per me, Malfoy? » chiese, con fare provocatorio.
« Non ti illudere, ti sto solo avvertendo » obbiettò Draco. Con un rapido movimento della mano di scalò i capelli e poi tornò a guardare Ginny. I suoi occhi seri e ammonitori. « Davanti ai miei amici e soprattutto davanti alla Umbridge ti tratterò come una qualsiasi altra Grifondoro » aggiunse.
« Perché? Non sono una qualsiasi altra Grifondoro? »
Quella che era evidentemente una provocazione maliziosa, incontrò una risposta seria, secca. « No » sussurrò Draco con un filo di voce, il tono talmente basso che Ginny pensò fosse un’illusione.
« No » ripeté, come ipnotizzata.
« Come ti ho detto, piccola Weasley, stai attenta. » Ora anche il tono di Draco si era alleggerito. « Potresti trovarmi dietro di te in ogni momento. Vi scoverò. »
« Che minaccia, sto tremando » scherzò lei, reprimendo a stento una delle sue risate sguaiate.
I due ragazzi iniziarono a chiacchierare del più e del meno, delle lezioni e, in particolare per quanto riguarda il Serpeverde, dei G.U.F.O. in arrivo.
Passarono circa mezz’ora a conversare, e solo quando la luna fu abbastanza alta che il suo bagliore illuminò il viso di Draco, i due studenti si accorsero dell’orario.
Ginny rimase in silenzio e in soggezione, intrappolata tra il muro a cui la sua sedia era appoggiata e gli occhi grigi e cristallini di Malfoy.
« Torniamo » proruppe il Serpeverde. Il momento di confidenza si interruppe e i due si alzarono dalle proprie postazioni, infiltrandosi nei corridoi bui a passi felpati.
Improvvisamente, però, Ginny imboccò una scala per scendere ai piani inferiori.
« Tu dovresti salire » la rimproverò Draco.
« Ho dimenticato una pergamena nello studio della McGranitt » replicò lei, continuando a scendere imperterrita. Subito dopo aggiunse: « Spero sia rimasto aperto, in caso contrario domani verrò linciata pubblicamente da Piton. » Draco la seguì fino allo studio della professoressa, dove trovarono giustamente la porta sbarrata. Della McGranitt nessuna traccia. Davanti a quella scoperta Ginny sbuffò e iniziò a sbattere i piedi come una bambina. « Non è giusto! »
Draco rimase fermo a guardarla con aria scocciata. Non farlo idiota, pensò tra sé e sé, non devi niente a questa piattola.
« Ti giustifico io con Severus. » Quanto mi sento scemo.
« Davvero? » chiese lei, occhi spalancati e bocca altrettanto. Non riusciva a credere alle proprie orecchie. I suoi occhi si illuminarono e « Oh, Draco … »
« Non iniziare con i tuoi ringraziamenti sdolcinati, o giuro sulla barba di Silente che ritiro tutto. Questo è il primo e ultimo favore, Weasley. Domani ti darò la caccia, a te e alla tua banda di scoppiati. »
La rossa sorrise con gratitudine ma non disse niente, solo annuì, e così i due studenti si diressero verso le scale.
Il biondo era pronto a imboccare quelle a destra, quelle che scendevano e portavano ai Sotterranei, quando da esse spuntò una testa mora. Astoria Greengrass.
« Draco » cinguettò lei.
Draco non batté un ciglio. Ginny, invece, rimase un attimo paralizzata davanti alla figura slanciata della Serpeverde. La Grifondoro non era invidiosa delle altre ragazze di solito, ma Astoria era davvero molto bella, una delle ragazze più ambite di Hogwarts, e poi aveva due labbra enormi. Frequentava il quarto anno, proprio come Ginny, eppure era già alta come una studentessa del settimo. Per non parlare delle sue forme.
Astoria, d’altro canto, lanciò uno sguardo impettito alla rossa, prima di tornare a fissare il Serpeverde. Il suo sguardo era sicuro, sfacciato e Ginny ci lesse persino un filo di possessività. In realtà si sentì piccola, a disagio, come fosse di troppo. Forse Draco e Astoria …
« Notte, Malfoy » sussurrò velocemente, prima di lanciarsi sulle scale a sinistra che conducevano in alto, dove doveva andare lei.
Il biondo si concesse solo un secondo per notare Ginny che spariva dietro a una rampa di scale, diretta alla Torre dei Grifondoro e scattante come un ermellino. Non si era guardata un attimo alle spalle.
Così lui affiancò Astoria ed entrambi si diressero ai dormitori dei Serpeverde.
« Cosa ci faceva lei fuori con il Coprifuoco? »
« Non per difendere quella Grifondoro, ma anche tu sei fuori oltre il Coprifuoco, cara Astoria. »


Piccole note:
Rieccomi!
Come sempre ringrazio chi si sta interessando alla storia, noto anche che il primo capitolo è arrivato a circa 400 visualizzazioni.
Aggiorno oggi, con molti giorni d'anticipo, perché come vi avevo avvertito non lo farò per un poco. Mio zio ha bisogno di una mano a lavoro dato che una ragazza se ne è andata con pochissimo preavviso e quindi sarò molto impegnata nelle prossime due settimane. Al termine di queste due settimane terminerò il prossimo capitolo e lo pubblicherò.
Intanto fatemi sapere cosa ne pensate degli ultimi due, leggerò comunque cosa avrete da dire. Sono ben accetti anche consigli e critiche costruttive, voglio migliorarmi.
Un bacione e a presto!
xo

 

  
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