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Autore: Believer98    11/09/2019    1 recensioni
Storia nata per rimediare alla severità di zia Row con Draco e i Serpeverde.
Serie di tre storie, ognuna dedicata a un anno di Draco ad Hogwarts. Questa prima è dedicata al suo quinto anno. Seguiranno "Draco Malfoy e L'Ordine del Basilisco", e infine "Draco Malfoy e il Segreto di Salazar Serpeverde".
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Dove gli eroi non sono i protagonisti, dove i Serpeverde non sono quello che sembrano.
Dove non esiste il "ragazzo cattivo" ma esistono persone che vagano fra il nero e il bianco, nessuno è totalmente bianco e altrettanto nessuno è completamente nero (eccetto Voldemort, il male assoluto).
Dove Draco inizia a ricordare i dettagli più oscuri del suo passato, un passato che credeva di aver rimosso.
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DracoxGinny
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Serpeverde, Sorelle Black | Coppie: Bill/Fleur, Draco/Ginny, Harry/Luna, Ron/Hermione, Severus/Narcissa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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9. Bacio




« Non ci posso credere, ancora tu, Weasley. » Ginny sobbalzò e si voltò verso il Serpeverde che era sbucato alle sue spalle. Draco la squadrò dalla testa ai piedi, e poi si guardò attorno con circospezione. « C’è anche Corner qui con te? »
Ginny non riuscì a trattenere una risatina, ma i suoi occhi erano di nuovo puntati sulla linea dell’orizzonte, tesi. « Dimmi, è il tuo nuovo obbiettivo dopo Harry? »
« Lungi da me puntare il dito contro i tuoi fidanzati » ironizzò il ragazzo, prima di avvicinarsi a sua volta alla  balaustra.
La notte era incombente, non una delle più gelide ma comunque abbastanza fredda da mettere i brividi. Entrambi i ragazzi, infatti, erano vestiti con indumenti pesanti e Ginny si stringeva nel suo mantello. Quella notte un numero spropositato di stelle si affacciava dal cielo blu scuro e una bellissima luna piena faceva capolino sulle loro teste. « Sono un po’ stanco di vedere sempre il tuo viso, sai? »
« Non dovevi fare ronda? Credevo tu fossi già di ritorno ai piani inferiori. »
« Ho lasciato questo posto per ultimo, sai il meglio alla fine. Più in alto si va meno Serpeverde si beccano. Speravo di trovare un qualunque Grifondoro invece. » In effetti, era proprio ciò che aveva trovato, ma non quello che si aspettava. « Dovrei togliere dei punti alla tua Casa » ragionò, il tono provocatorio, stavolta poco convinto.
« Io per te non sono una qualunque Grifondoro, ricordi? » domandò Ginny maliziosamente, ricordando le parole pronunciate da lui la sera prima; continuava a non guardarla. Draco sbuffò un poco e scosse il capo, un debole tentativo di negare tutto. « E comunque, non volevi aspettare di trovare il nostro gruppetto segreto prima di toglierci una barca di punti? »
« Quindi ammetti che esiste un gruppetto segreto » osservò il ragazzo con aria trionfante.
Al che Ginny si affrettò a precisare: « Non ho detto questo ». Dopodiché cadde un breve silenzio, non imbarazzante, solo mite. Quel silenzio era una cosa che stupiva ogni volta Draco, quando si rendeva conto di non essere a disagio, anzi di stare stranamente bene con Ginny, bene come stava con pochi. « A te piace il modo in cui stiamo facendo Difesa contro le Arti Oscure? » domandò lei improvvisamente, guardandolo per la prima volta da quando lui si era avvicinato al corrimano – e a lei.
Draco si risvegliò dai suoi pensieri e iniziò a riflettere. Non poteva criticare una professoressa che era come la sua datrice di lavoro e poi quella donna lavorava per il Ministero, e suo padre gli aveva detto che ciò che faceva il Ministero era sempre giusto.
“Sai solo ciò che ti ha detto tuo padre, e non ti preoccupi di andare oltre.” L’aveva detto Ginny quella stessa sera.
Non era vero, Draco aveva dei pensieri propri, doveva solo tirarli fuori di tanto in tanto.
Con questa idea fissa in testa, riuscì ad ammettere: « No, non è il massimo. »
Ginny esultò internamente mentre, allo stesso tempo, voleva schiaffeggiare il Serpeverde. « Non posso credere che ti sei unito alla Squadra d’Inquisizione solo per fare un dispetto a un presunto gruppo innocuo di Grifondoro, quando anche tu odi il metodo d’insegnamento della Umbridge. »
« Voi non siete innocui, e poi non dimenticarti che io sono un Serpeverde e un Malfoy. »
« Resta il fatto che quella professoressa non piace neanche a te » concluse Ginny, a braccia conserte. Iniziava a far sempre più freddo, ma lei non aveva voglia di andarsene. « Tu sai che Lui è tornato vero? » domandò poco dopo, un nuovo pensiero che la metteva in agitazione.
Insomma, non ci aveva pensato spesso in quelle lunghe serate passate in compagnia di Draco e della McGranitt, o a volte semplicemente in compagnia del Serpeverde; tuttavia Voldemort era tornato e Harry aveva detto che anche il signor Malfoy era presente nel cimitero, quella famosa notte in cui morì Diggory.
« Non so nulla, io e mio padre non parliamo molto » ammise Draco, teso come una corda di violino.
« Il professor Piton, lui ti avrà detto qualcosa. »
Draco si mosse a disagio, vittima inerme dell’invadenza illimitata di Ginny. « Neanche lui mi vuole dire niente. Forse so persino meno di te, Weasley » aggiunse. « Ovviamente tu credi a Potter. » La Grifondoro non rispose, ancora una volta ostinata cercava di non iniziare una lite. Certe volte Draco si meravigliava della sua pazienza. Anche a lui occorreva molta pazienza, ovvio, soprattutto quando Ginny iniziava a vantare i Babbani, come quella volta in cui la McGranitt aveva chiesto come procedeva il lavoro di suo padre; ma lei era tutt’altra storia.
Inspiegabilmente, gli occhi di Draco scivolarono sul polso fasciato di Ginny e uno strano tepore sciolse qualcosa dentro di lui. Quello scricciolo di ragazza, era così piccola e innocente, una pallida figura stagliata contro il buio pesto attorno a loro, inconsapevole delle ombre e della malvagità che il suo mondo colorato nascondeva. Non riusciva neanche a definirla una sciocca, perché Ginny Weasley non era assolutamente così. « Come ti sei fatta male? » domandò finalmente, a bassa voce.
Ginny si voltò verso di lui e poi si guardò il polso. « Oh, sono solo una ragazzina impulsiva. »
« Su questo siamo d’accordo. »
« Ti interessa davvero sapere cosa mi è successo? » investigò lei, gli occhi dubbiosi puntati su di lui.
« Sono curioso, tutto qui » precisò Draco.
Ginny non sapeva se confessare. Restò un poco immobile, infine sospirò e si decide a parlare. « Provavo un incantesimo di Trasfigurazione su me stessa. »
« Cosa? »
« Un giorno vorrei diventare un Animagus, ma è una cosa che impiega tempo. Così ho provato a trasformarmi da sola e ho sentito un crack al polso, tutto qui. »
« Tutto qui? Ti sei almeno consultata con la McGranitt? » domandò Draco e, ovviamente, la risposta di Ginny fu un cenno di dissenso, al che il Serpeverde sollevò gli occhi al cielo. « Poi mi chiedi perché non sopporto i Grifondoro. Siete così impulsivi, a volte da diventare stupidi, e vi mettete sempre nei guai. »
« Tu ti consulti con Piton ogni volta che devi eseguire una pozione? »
« Uno, io sono un genio in Pozioni, quindi non parliamo della stessa cosa. Due, sbagliare una pozione non è come provare a trasformarsi da soli. »
« Odio quando hai ragione » borbottò Ginny.
« Ovvero sempre, dato che sono io quello ragionevole nella coppia » scherzò Draco di rimando. « Sentiamo, quale sarebbe il tuo Animagus? »
« Non lo so ancora, non ho mai neanche provato ad evocare un Patronus. So solo che ci sto provando da un anno e potrebbe volerci ancora molto. »
« Quando succederà un casino non mi venire a cercare » mormorò il Serpeverde, corrugando le sopracciglia. Ginny stava proprio bene nella sua Casa: era testarda, determinata e impulsiva, tremendamente, al punto di fare avventatezze prima ancora di rendersene conto.
« Perché? Sarai troppo impegnato a firmare autografi? »
« Probabile. »
« E se invece fossi io quella che diventa famosa? Magari una Cacciatrice professionista. »
« Non ti ho mai vista giocare a Quidditch, in una vera partita intendo. »
« Dovresti vedermi » intimò Ginny, finché le venne un’idea. « Magari un giorno potremmo fare una gara, a chi va più veloce. »
Draco si voltò verso di lei, il sopracciglio leggermente inarcato e Ginny notò che la luna si era alzata perché ora rifletteva delle ombre sul viso di lui. « Inizierò a inseguirti sulla mia bellissima scopa » osservò lui.
« E continuerai a inseguirmi, mentre mangi la polvere. »
Draco non riuscì a frenare un sorrisino ma scosse la testa. Forse Ginny era più brava di lui, o forse no, ma di sicuro la scopa che il signor Malfoy aveva comprato a suo figlio era più veloce di quella comprata da Arthur Weasley a sua figlia. Questo, per buon senso o magari per non offendere Ginny, Draco evitò di dirlo. E si sentì tremendamente strano.
« Quindi Cacciatrice professionista, eh? Non Auror? »
« No, quelli sono Harry e Ron. Io voglio che il mio lavoro coincida con la mia passione. » Ora Ginny si era avvicinata, era a un passo di distanza da Draco. « Tu invece? Dove sarai tra qualche anno? »
« Io farò quello che vuole mio padre, cioè lavorare nel Ministero » ammise cripticamente, senza peli sulla lingua.
« Non ti ho chiesto cosa vuole tuo padre, ti ho chiesto cosa vuoi tu » replicò Ginny.
Draco sbuffò. « Sono molto bravo in Pozioni. »
« Fin qui c’eravamo arrivati, no? »
Draco sospirò e iniziò a pensare. Non era il migliore del suo anno, non come la Granger purtroppo, ma era bravo in molte materie. « Sono capace in Erbologia e in Incantesimi, vado abbastanza bene anche in Difesa e in Trasfigurazione. »
Ginny iniziò a riflettere a sua volta. « Lasciami qualche giorno per pensare e ti farò sapere meglio » concluse alla fine.
« Sei una consulente del lavoro, Ginevra? » domandò Draco a mo’ di sfottò.
« Conosci i lavori Babbani, sono stupita. »
« Colpa di Babbanologia. »
« Almeno so che hai ascoltato durante la lezione. »
« Non farti sentire da mio padre, mi ucciderebbe » ironizzò lui, anche se con il passare del tempo iniziò a realizzare quello che aveva appena detto e gli venne un groppo in gola. Ginny era calata in un silenzio teso, rimanendo rigida nella sua posizione. Solo dopo, entrambi avevano fatto un collegamento con il modo di dire di Draco, e avevano capito quali gravi accezioni portasse con sé.
Alla fine lei scelse di ironizzare a sua volta, perché era meglio così, perché non voleva pesare ulteriormente su Draco. « Verrò al tuo funerale » scherzò, avvicinandosi ancora a lui.
Draco si rilassò e si sciolse in una risatina, finché non si rese conto delle loro vicinanza. Il profumo della ragazza permeava il suo spazio. Il braccio di Ginny era praticamente a contatto con il suo, più vicino di quanto fosse mai stato. Il contatto era piacevole.
« Il tuo fidanzato non sarebbe geloso di questa vicinanza? »
Ginny arrossì e fece per allontanarsi. « Di cosa dovrebbe essere geloso? Di me e te? » domandò divertita, in maniera innocente. In realtà non si aspettava di indispettire il ragazzo accanto a lei, ma fu ciò che accadde.
Draco si discostò a sua volta da lei e la guardò come se lo avesse appena insultato.
« Già, che sciocco, non sono alla tua altezza io. Non sono San Potter. »
« Non starai facendo l’offeso adesso » replicò Ginny, che non riusciva a credere alle proprie orecchie. Non aveva detto nulla di che, se non la semplice e pura verità. Non c’era nulla di concreto fra lei e Draco, nulla che potesse far ingelosire Michael. Fino a un mese prima non si parlavano, anzi neanche si sopportavano. « Devo ricordarti che sei tu quello che mi ritiene inferiore? »
« Si tratta della posizione della tua famiglia e dei loro ideali. Contrariamente, e non so perché, non riesco a ritenere te inferiore a me » sbottò Draco, pentendosi subito dopo di essersi lasciato sfuggire un simile pensiero. Ginny, ascoltata quella confessione, rimase a bocca aperta. Non avrebbe immaginato prima di allora che Draco avesse maturato una simile considerazione di lei, ma ora era diverso, ciò che lui aveva detto … Eppure ancora disprezzava la sua famiglia. I parenti di Ginny, ciò che facevano, ciò in cui credevano, erano tutto per lei. Erano il mondo in cui era cresciuta, il modo di vivere a cui si era affezionata, e se Draco non era in grado di rispettare quelle cose allora non rispettava neanche lei. « Non si tratta di essere dei santi, si tratta di capire che non esistono esseri viventi meno degni di altri. »
Draco si portò una mano sulla faccia e nello stesso momento decise che era ora di andare a dormire. « Risparmia il tuo discorso filantropico per Corner, io me ne vado » sbottò, facendo retromarcia e puntando alle scale, per allontanarsi definitivamente da quella torre, e soprattutto da lei.
« Tu non vai da nessuna parte mentre stiamo discutendo » replicò Ginny, correndogli dietro e posizionandosi davanti a lui, in modo da impedirgli qualsiasi soluzione di fuga.
Draco, però, fu abbastanza veloce da sgusciare via, e nuovamente puntò alle scale della torre: « Invece me ne vado. »
Ancora una volta, Ginny fu più ostinata e afferrò il suo polso, costringendolo a voltarsi. Tuttavia, non avendo calcolato la forza messa in quel gesto, si ritrovò con Draco a un palmo di distanza dalla sua faccia.
Così vicini, entrambi i ragazzi si calmarono e si guardarono negli occhi con stupore.
Ginny ebbe un brivido e non riuscì a decidere se era dovuto al freddo o al fiato di Draco sulle sue labbra. Draco era molto bello, non poteva essere negato. Ginny non poteva negarlo quando lui era così vicino, con i suoi tratti pronunciati e gli occhi color cielo invernale. Quegli stessi occhi la guardavano ora con tanta intensità, come due specchi che cercano di comunicare quello che il proprietario non diceva a voce alta. Ginny dimenticò dove si trovava, chi aveva davanti e soprattutto che si era fatto tardi per due studenti come loro, quando c’era un luna ormai alta che li spiava dalle feritoie.
Attrazione. Draco percepiva quella vibrazione sulla propria pelle, ma non sapeva dove cominciasse né dove finisse. Circolava fra di loro, li attraversava e li lasciava senza fiato. E Ginny era così bella, illuminata dalla luna, il suo visino da bambina e le labbra carnose.
Così Draco smise di ragionare e si abbassò finché non raggiunse quelle labbra, cingendole con le proprie, più piccole e fredde. Invece Ginny era calda. Caldo era il suo viso, che ora Draco stringeva con una mano, caldo il suo corpo, che aveva avvolto con il braccio libero.
Lei sentì un calore esplodere nella propria pancia, qualcosa che si agitava dentro.
Lui sentì di aver perso la ragione, non capiva quello che stava facendo ma sapeva che gli piaceva farlo. Con un movimento rapido infilò la lingua nella bocca di Ginny e si rese conto che non c’era nessun ostacolo, nessuna opposizione. Un brivido percorse anche lui, quando lei iniziò a ricambiare il bacio, che ora si era fatto più appassionato.
Ginny si accorse di avere gambe e ginocchia molli e, con la mano buona, si aggrappò alla maglia di Draco, poi alla sua nuca, spingendolo audacemente verso di sé. Non era mai stata baciata in quella maniera, era come una prima volta. La mano di Draco sulla sua schiena e il bacio sembravano così giusti, il calore aumentava e a lei stava piacendo tutto, ogni istante.
Ecco, ora Michael poteva essere geloso di qualcosa. Il pensiero del Corvonero, di avere un ragazzo, frenò improvvisamente il desiderio di Ginny, che respinse il bacio e si allontanò da Draco. Il freddo lambì nuovamente il suo corpo, lontano dalla sua brace, e si sentì … semplicemente vuota.
« Devo andare » sussurrò debolmente, incapace di guardarlo negli occhi, e detto questo corse via.
Draco rimase solo nella notte fredda, con sempre maggiore consapevolezza di ciò che aveva appena fatto.

Draco rientrò nella propria Sala Comune, dove venne interrogato e tallonato da Theo, uno dei pochi Serpeverde ancora svegli. Contrariamente Blaise era già nel loro dormitorio, a letto.
« Quando ti deciderai a parlare sarà un gran giorno » esclamò il moro, con il tono di chi è abbastanza apprensivo.
« Cosa devo dirti Theo? »
« Uhm, vediamo … Dove sei stato, per esempio? È mezzanotte passata, domani non riuscirai neanche ad alzarti, tanto che sarai stanco. »
Draco sbuffò, passando accanto a un divano in pelle. « Tranquilla, mammina, sto benone. » Il suo tono leggermente alto attirò l’attenzione di due studentesse della Casa, Daphne e sua sorella Astoria. Le due, sedute tranquillamente sopra il divano, si voltarono al passaggio di Draco.
« Tu menti » dichiarò Theo, alle calcagna del biondo, che lui stesso conosceva molto bene. « Dove ti trovavi? »
« Facevo una ronda extra, tutto qui, puoi fidarti di me una buona volta? » domandò Draco e, quando il suo migliore amico non provò a ribattere, sospirò soddisfatto. « Grazie » concluse dirigendosi verso il proprio dormitorio, dove trovò Blaise già addormentato. Theo li raggiunse poco dopo.
Draco, intanto, si era disteso sul proprio letto, sopra quello di Blaise. Non riusciva a dormire, ma non voleva darlo a vedere a Theodore.
Si sentiva uno stupido, si dava dello stupido. Quello che aveva fatto … baciare una Weasley.
Ginny era stata molto più saggia affermando che Michael non avrebbe dovuto essere geloso di loro.
Loro erano un Malfoy e una Weasley, nulla di più distante esisteva in quel mondo e nella galassia probabilmente.
I loro genitori avevano deciso di odiarsi, prendendo due strade completamente diverse; una scendeva verso il buio, quella dei Weasley bramava la luce. In tutto ciò lui e Ginny erano costretti a seguire quelle strade, due vie parallele, due percorsi senza un punto di incontro.
Avrebbe dovuto essere proprio così, sempre, e baciare Ginny era stata solo un’illusione, perché due rette parallele non potevano incrociarsi.
Perché l’ho fatto? si domandò, allibito. C’erano così tante ragazze in quella dannata scuola, e altrettante gli morivano dietro. Alcune Serpeverde sarebbero state felicissime di appartarsi con lui. Avrebbe potuto prendere una qualsiasi di loro con estrema facilità, persino Astoria, una delle ragazze più belle del suo anno.
Anche Ginevra è bellissima, non posso fingere che non sia così.
Eppure il suo maledetto istinto aveva prevalso, aveva scelto di fare uno stupido errore, sputando in faccia alla ragione e agli insegnamenti di Lucius Malfoy.
Se era uno stupido errore, allora perché mi è piaciuto?
 
Gli occhi di Draco si spostarono su un comodino, poco più in basso, illuminato da una candela. Su di esso c’era un Avversaspecchio, quello che Ginny gli aveva regalato per farsi perdonare.
Ginevra. Cosa gli stava facendo quella ragazza?
Draco cercò prepotentemente di rimuovere i ricordi del bacio, delle labbra carnose di Ginny e della sua pelle morbida. Tuttavia neanche la sua ferma volontà riuscì a impedirgli di sognare.
Il giorno seguente avrebbe ripudiato tutto a sé stesso, soprattutto per salvaguardare il proprio orgoglio.

Intanto nella Sala Comune dei Serpeverde il fuoco scoppiettava ancora, allegramente. La stanza tinta di verde, situata sotto il Lago Nero, vedeva ancora dei movimenti, mentre gli studenti delle altre Case erano già tutti a letto.
Astoria e Daphne Greengrass avevano assistito alla conversazione fra Theo e Draco, e la minore delle sorelle era rimasta in uno stato di trans, pensierosa, finché non si era decisa a parlare.
« Era con quella Weasley, ne sono certa. »
Daphne sollevò un sopracciglio e guardò sua sorella con scetticismo. Certe non sopportava proprio Astoria, troppo paranoica. « La Weasley? Astoria, tu non stai bene, e credimi te lo dico da sorella » commentò. « Ti rendi conto che stai parlando di Draco Malfoy? »
« Non hai notato che lui sta cambiando? Quella Weasley gli ha fatto qualcosa, ma vedrà. »
Daphne sospirò. « Solitamente sono una grande Serpeverde, sempre pronta a fare dei dispetti a qualcuno, ma stavolta ti prego di non fare sciocchezze. »
« Io non faccio sciocchezze, faccio solo ciò che è necessario. Tu fidati di me. » Astoria sembrava davvero convinta delle proprie parole e, per quanto fosse contrariata, Daphne decise che era meglio non rispondere. Astoria era ancora piccola, si sarebbe resa conto da sola dei propri errori e delle proprie esagerazioni, intanto però era meglio che Ginny Weasley stesse lontana dalla più piccola delle Greengrass.



Piccole note:
Vi lascio con questo capitolo, il cui titolo era già abbastanza eloquente di suo.
I ringraziamenti li ho fatti già prima, nello scorso capitolo. Spero che vi piacciano entrambi, ovviamente.
Se avete consigli per un miglioramento non preoccupatevi di espormeli (se per esempio vi sembra che il ritmo della storia sia troppo lento o troppo veloce, poche descrizioni ecc.)
Un bacio e grazie a chi si interessa alla mia storia! A presto, xo

  
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