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Autore: Mercurionos    21/10/2019    3 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 4 – La Grande Battaglia per il Destino del Voto, Parte 2 – 19 Marzo/1° Aprile 749
 
Due giorni dopo i ragazzi salutarono la mattina pigri e svogliati come non mai. Non si aspettavano certo nulla dalla prova di misurazione del Ki. Vegeta si alzò per primo, si vestì e uscì dalla stanza, diretto alla mensa. Quando Radish si alzò l’appartamento era vuoto e silenzioso. Senza fretta, essendo ancora abbastanza presto, si vestì e andò in bagno. Radish stava giusto per lavarsi la faccia quando lo raggiunse un fruscio: sorpreso, si voltò lentamente verso la doccia. Da dietro la tenda sbucava la testa di Pump, che lo fissava attenta e sorridendo sotto alle gote rosse disse: “Scusami Radish, non è che puoi tornare dopo?”
 
Un momento di silenzio pervase la stanza. Poi il ragazzo si passò una mano tra i capelli, e diede un colpo di tosse; si scusò con l’amica e uscì dall’appartamento, saltando in aria dalla finestra. Nel più assoluto silenzio, raggiunse il tetto dell’edificio e guardò verso l’alto. In un attimo, una scarica di calore attraversò il suo corpo e a sua insaputa divenne rosso quanto un radicchio.
“È tutto a posto, Radish?” Avvolta in un ampio asciugamano bianco, Pump apparve davanti al ragazzo, fluttuando nell’aria: “Cosa ci fai qui in alto? Fa freddissimo!”
 
Radish rimase paralizzato alla vista della ragazza.
“Ehm io non volevo scusa disturbare la tua facevi la doccia quindisonovenutoqui ma fafreddodavveroeffettivamente.”
“…Radish, hai dormito poco?”
Il ragazzo si piegò in due, nascondendo alla ragazza il cambiamento di colore della sua faccia, ora di un rosso sangue intenso. Pump continuava ad osservarlo confusa, fino a quando il ragazzo disse frettolosamente: “PUMP, PUOI VESTIRTI PER FAVORE?!”
 
La ragazza metabolizzò per un istante il messaggio prima di accorgersi che, effettivamente, stava volando mezza nuda sopra all’edificio principale di una scuola. Dopo aver emesso un debole gemito, si buttò a testa in giù verso la stanza del loro appartamento ed entrò in fretta, senza accorgersi di essere arrossita a sua volta.
 
Verso metà mattina, il primo gruppo da quasi un milione di candidati si radunò nelle piazze attorno all’istituto. Un centinaio di macchinari, alti più o meno quanto una persona e distribuiti nelle piazze, richiamavano l’attenzione dei candidati, che a gruppi di circa mille persone si raccoglievano intorno ad essi. “Non vedo ancora il signor Nappa…” Radish si stava guardando intorno alla ricerca del loro protettore, che avrebbe dovuto raggiungerli a momenti. In quell’istante però, l’esaminatore della macchina 97 chiamò: “340! 340!”
 
“Oh caspita, devo andare!” Pump diventò di colpo nervosa e Radish, notandolo, tentò di tranquillizzarla: “Andrai bene! Pensa a liberare il ki!” La ragazza salì sulla pedana e si posizionò su una lastra di metallo quadrata. “Pronta, 340?” Chiese l’addetto da dietro lo scouter fisso. Pump annuì, ma si fece distrarre da alcuni commenti dei candidati attorno a lei: “Una ragazza! – Finalmente una che riesco a superare! – Perché ha la coda? Yee, la figa!” Irritata non poco, la ragazza chiuse gli occhi e tese gli arti, pensando a come far esplodere chiunque si trovasse vicino alla pedana, ma venne riportata alla realtà dall’annuncio dell’esaminatore: “Bene, Cinquecento… Novantotto!” La folla intorno alla giovane ammutolì, e lei scese sprezzante dalla pedana, spostandosi i capelli all’indietro.
 
Quindi toccò a Radish, che manteneva un’espressione pensierosa: “Pump si è arrabbiata e ha rilasciato il ki… Come faccio ad arrabbiarmi?” Di nuovo, un commento inappropriato raggiunse il saiyan: “Che capelli idioti.”
“Oh! 621!”
Di nuovo, la folla venne zittita.
 
“342! Sulla pedana!” Lento come un sasso, Vegeta si schiacciò tra gli altri candidati con l’incidere di un cadavere, e salì sul palchetto. “Quando vuoi, 342.” Il problema è che Vegeta non voleva. Rigido come la lastra di metallo su cui poggiava, Vegeta tentava disperatamente di trattenere il ki: ad occhi chiusi, tendeva i muscoli per non far fuoriuscire il potenziale combattivo che aveva incrementato tanto negli ultimi anni. Incominciò a sudare, a tremare, a barcollare. Ma una voce pietrificò il principe: “Ehi, Vegeta!”
 
Vegeta aprì gli occhi: Nappa. Nappa era davanti a lui. Nappa esaminava lo schermo dello scouter. Le tempie cominciarono a pulsare. Da una narice cadde una goccia di rosso sangue. Dal petto di Vegeta cominciarono a scaturire scintille viola-azzurre. Terrorizzati, gli spettatori indietreggiarono di un passo, ma lo spettacolo finì quasi subito: “Bip-bip” L’esaminatore guardò sbigottito lo schermo della macchina: “Professore, guardi! – Nappa si abbassò sullo schermo e sorrise – Incredibile! Seimila, settecento, ventiquattro!” Altro che silenzio: il migliaio di cadetti parve cadere in un coma fulminante come se stesse parlando Gianluca Iacono con la sua voce seducente.
Vegeta, nero in volto, si fece circondare dal suo ki e spiccò il volo, in assoluto silenzio, e scomparve tra le nuvole.
 
La sera del giorno dopo, Nappa radunò i tre ragazzi nel gigantesco piazzale interno della scuola: da un momento all’altro sarebbero stati pubblicati i risultati dei livelli di combattimento del loro scaglione, come anche la classifica dei cento migliori risultati.
 
“Domani c’è la valutazione delle tecniche di combattimento. Dobbiamo prepararci in qualche modo, signor Nappa?” chiese Radish, stanco di aspettare. Pump si avvicinò a lui e guardò l’uomo aspettando una risposta, Vegeta si voltò, disgustato, mentre Nappa rispondeva alla domanda: “Beh, un po’ sì, credo. Da quello che so vi daranno un attimo per eseguire una tecnica di combattimento a preferenza contro un manichino, che sarà valutata da dei giudici. Potete usare sia tecniche basate sul ki che sul corpo a corpo, quindi siete liberi di applicare la vostra tecnica più potente.”
“Che palle fare le prove anche nel fine settimana…” Pump sembrava un po’ irritata, forse ancora dai commenti inappropriati che aveva sentito il giorno precedente. In quel momento, due ragazzi si avvicinarono al gruppo, puntando palesemente verso Vegeta, che stava sulle sue. Di colpo si fermarono, fissando il principe saiyan, che alzò lo sguardo, visibilmente infastidito.
 
“Buongiorno. È lei il principe saiyan Vegeta?” A queste parole, Vegeta si raddrizzò e guardò dritto negli occhi il ragazzo. Era di poco più alto di lui, umanoide, dalla pelle chiarissima e i capelli biondi, quasi bianchi, che gli coprivano la metà destra della faccia. I suoi occhi albini, vitrei, non lasciavano intuire dove di preciso stesse guardando. Era accompagnato da una ragazzina, visibilmente più piccola: i suoi capelli biancastri le coprivano la schiena e le spalle e, a differenza di Pump, aveva scelto un’uniforme con la gonna al posto dei fiancali.
 
“Sì. Cosa vuoi?”
“Oh certo. Mi presento: sono il principe Gladyolo Vi Hakala, e questa è mia sorella, Dylia Ri Hakala. Volevo solo congratularmi con lei per l’eccellente risultato ottenuto ieri mattina, maestà.”
“Smettila di prendermi in giro. Che cosa vuoi?”
“…Va bene.”
 
Gli occhi del biondo ragazzo diventarono di colpo ancora più lattei, tanto candidi da sembrare illuminati. Il suo viso si contorse, assumendo rapidamente un’espressione seria, terribile, quasi furiosa. Spaventati, gli altri saiyan si avvicinarono a Vegeta, che pareva paralizzato dallo sguardo dell’altro, ma la ragazzina gli si parò davanti, con lo stesso sguardo inquietante del fratello. Nappa tese una mano in avanti, minaccioso: “Ora Basta! Hakala, giuro che vi sbatto fuori entrambi!”
 
Piombò il silenzio. La scena era stata osservata tacitamente dalla folla intorno al gruppo. Gli occhi dei ragazzini si “spensero” subito, e Vegeta cadde a terra, sudato e sbiancato. Radish e Pump gli piombarono addosso, tentando di sorreggerlo: Vegeta non oppose alcuna resistenza. Gladyolo si voltò verso Nappa, con un atteggiamento assolutamente composto: “Professor… Nappa, giusto? Mi dispiace di averla infastidita, non ho per niente tentato di arrecare del male al principe Vegeta.”
“Ma come…?”
“Immagino che il vostro principe vi fornirà le adeguate spiegazioni. Con permesso.”
“…S-sì…”
 
In quell’istante, Vegeta si liberò dal sostegno dei due compagni e puntò dritto verso Gladyolo: “TU! Se ti azzardi di nuovo a giocare con la mia testa, giuro che ti ammazzo senza pensarci due volte, stronzo!” Il biondino sorrise, e si incamminò con un passo elegante sulla sua strada, accompagnato dalla sorella. Pump stava per chiedere a Vegeta dell’accaduto, quando un rintocco di campana catturò l’attenzione dei presenti: una ventina di schermi si accese mostrando file di numeri. Un singolo schermo, più grande, mostrava i cento punteggi migliori.
 
Neanche un terzo dei punteggi del primo scaglione era stato ancora inserito nelle graduatorie, ma al quinto posto spiccava il numero 6724, accanto al codice di Vegeta. Più in alto, erano stati pubblicati solo i punteggi del secondo e del terzo classificato: 12878 e 9530. Vegeta divenne ancora più furioso: “Cazzo. Non mi sono trattenuto abbastanza.” Radish e Pump invece erano abbastanza felici: erano stati inseriti rispettivamente ai posti 1374 e 1701. L’effimero momento di gioia svanì quando Nappa aprì bocca: “Vegeta. Cosa ha fatto quel tipo?” Silenzio. Vegeta guardava taciturno per terra, come se fosse stato appena picchiato e ferito. Desolatamente, il principe rispose: “Lui… mi ha parlato. Nel pensiero.”
 
Nappa entrò nella stanza dei ragazzi all’alba. Lentamente, i saiyan si prepararono per la prova di valutazione delle tecniche di combattimento. I ragazzi sembravano tranquilli, ma Nappa si mostrava ancora visibilmente preoccupato per quello che aveva raccontato Vegeta la sera prima: il principe Gladyolo si era presentato a Vegeta telepaticamente, sfruttando quell’attimo di disattenzione nella mente del saiyan. Ma non solo. Vegeta si era sentito rubare il controllo sul proprio corpo. Paralizzato da qualsiasi cosa fosse quel potere, non poteva nemmeno distogliere lo sguardo dagli occhi del suo aggressore. Come se ciò non bastasse, Nappa era sicuro che Vegeta non gli avesse raccontato tutto. Cosa gli aveva raccontato quel ragazzo? Ma da Vegeta, nessuna informazione.
 
La prova si sarebbe svolta lontano dalla scuola, in una vastissima zona del pianeta non colonizzata. Per motivi di sicurezza ad ogni scaglione era stato assegnato un appezzamento di terreno abbastanza ampio, in modo che nessuno potesse essere coinvolto nella dimostrazione di un candidato. I tre saiyan dovettero comunque aspettare un paio d’ore prima che fosse il loro turno, osservando cosa avevano da offrire gli altri concorrenti. Quando venne chiamata, Pump scattò velocemente di fronte al manichino. Dall’altoparlante, l’esaminatore diede il via libera alla ragazza: fulminea, lei si precipitò sul fantoccio, sperimentandone la resistenza con un paio di rapidissimi calci sul collo. Senza mai smettere di piroettare, assestò colpi potenti e precisi senza sosta, producendo rimbombi fortissimi.
 
Poi, ad un tratto, scattò all’indietro, si diede una spinta e staccò di netto la testa del manichino. Pump voltò la testa e vide che il tempo, indicato su uno schermo, stava per scadere: velocissima saltò in aria e divaricò le braccia, solo per richiuderle dritte davanti a sé in un istante: “Eccovi l’ultimo scoppio! AAAARGH!” L’aura che era comparsa intorno alla ragazza si proiettò in un raggio di energia bianco, che piombò dritto dritto sul manichino, incenerendolo in una fragorosa esplosione. “Tempo scaduto, il prossimo!” Pump tornò nella folla tra lo stupore generale, riservando sguardi vanitosi a tutti quelli che incontrava.
 
Quindi fu il turno di Radish. Lo scaglione aveva imparato per bene il nome dei saiyan che aveva passato in maniera eccellente le prime due prove; questo però non era necessariamente un bene per il ragazzo: mentre Vegeta era temuto per la sua forza e Pump veniva rispettata in quanto unica ragazza dello scaglione, Radish veniva costantemente preso in giro dalle retrovie, durante le prove. Non che ciò lo infastidisse, ma gli faceva abbastanza girare le balle. Distratto dai commenti dei cadetti, Radish si pose di fronte al nuovo manichino. Inspirò ed espirò un paio di volte, con le braccia conserte e ad occhi chiusi, ma, nonostante la distanza, sentiva ancora pareri fastidiosi celati nel brusio generato dalla calca.
 
“Tranquillo Radish… Devo sbrigarmi a fare la mia mossa…”
“Ehi, è quello il saiyan capellone? Certo che ne ha tanti di capelli per la sua età.”
“Non… devo… farmi… distrarre…”
“Secondo te farà meglio della ragazza?”
“…Questo… si preannuncia…”
“Non sarà certo bravo quanto quello basso.”
“Un PESSIMO…”
“Shht! Non farti sentire dalla sua ragazza!”
“FINE SETTIMANA…”
“Io non la trovo poi così carina.”
“WHAAAAAAAAARGH!”
 
Un boato improvviso sconvolse la zona, sostituendosi ad ogni altro rumore. Radish si era trovato circondato improvvisamente dal suo ki, denso e carico della tensione del ragazzo: dai palmi delle sue mani, tese in avanti, fece scaturire d’istinto tutta la sua energia, travolgendo il manichino e incenerendolo all’istante. Nel punto dell’impatto si era generata una violentissima esplosione e l’onda d’urto aveva tramortito alcuni dei presenti. Poi di nuovo, silenzio di tomba. Dall’altoparlante, una voce si congratulò con il ragazzo: “Molto bene, 341! Il prossimo, ora.”
 
Sentendosi chiamato, Vegeta si incamminò verso il punto in cui si trovava Radish. Quando i loro sguardi si incrociarono, il principe fece un cenno all’altro: “Bel colpo.” Radish raggiunse Pump, sconvolto. Vegeta si era complimentato con lui. Anche Pump rimase esterrefatta sentendo che il principe dei saiyan si era esposto così tanto. Attaccati l’uno all’altra, osservarono in silenzio il loro compagno.
 
Note dell’Autore:
Vegeta forse ha mostrato per la prima volta di avere un carattere che non sia “Ti ammazzo”. Nonostante questo, resta il nostro sborone preferito. Inoltre, abituatevi a vederlo “Circondarsi del suo ki e volare via in silenzio”. Credo che sia un comportamento molto IC da Vegeta, e di certo non è “e caddi come corpo morto cade”. Lo farà un altro paio (di migliaia) di volte.
 
Se vi ha confuso l’ordine di comparsa dei punteggi, è perché ha confuso anche me il sistema universitario italiano. Sono comparsi prima i punteggi della prova di misurazione dell’aura del primo scaglione, in cui sono stati inseriti i nostri tre saiyan.
 
Radish invece, ha mostrato per la prima volta uno dei suoi attacchi d’aura, che qualche simpaticone ha deciso di nominare basandosi sui giorni della settimana. Spero apprezziate lo sforzo di dare un senso a questi nomi.
 
Sono apparsi per la prima volta i misteriosi Gladyolo e Dylia. Avranno un ruolo preciso negli ANNI a venire, ma non vi daranno fastidio. Promesso. Sbaglierò anche una dozzina di volte a mettere le “y” al posto giusto. Oltre a loro vedremo molte altre facce note. E non, temo, devo comunque riempire una scuola. Ma fatemi comunque sapere cosa ne pensate.
 
Non perdetevi assolutamente il seguito degli esami d’ammissione!
   
 
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