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Autore: inzaghina    02/01/2020    5 recensioni
La vita è un susseguirsi di attimi e spesso sono quelli che ci uniscono alle persone più inaspettate a definire la nostra esistenza in maniera più eclatante.
Raccolta di momenti della vita dei Malandrini e dei loro amici durante gli anni scolastici e quelli successivi.
Perché prima di essere coraggiosi combattenti erano pur sempre dei giovani che cercavano di affrontare la quotidianità accanto alle persone che amavano.
Capitolo Indice
1. Hestia Jones/Alistair Ashworth
2. Lily Evans/James Potter
3. Sirius Black/Marlene McKinnon {+ Remus Lupin}
4. Alexandra Ashworth/Fabian Prewett
5. Andromeda Black/Ted Tonks
6. Sirius Black/Marlene McKinnon {+ baby Harry}
7. Remus Lupin/Nymphadora Tonks
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hestia Jones, I Malandrini, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora, Sirius Black/Marlene McKinnon, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L’eredità di Lily e James - Promesse da mantenere '
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Irrefrenabile desiderio
 
 
“Ardere di desiderio e tacere
è la più grande punizione
che possiamo infliggere a noi stessi.”
 Federico García Lorca
 
 
 
[Hogwarts dormitorio femminile del settimo anno di Grifondoro, 22 ottobre 1977 h 8:00]
 

Quando la sveglia di Alice prese a suonare allegramente quel sabato di ottobre, Lily gemette, affondando la testa nel cuscino.
“Buongiorno anche a te, Lily!” ridacchiò Mary, stiracchiandosi.
“Non sarà affatto un buon giorno”, bofonchiò Lily, girandosi supina e roteando gli occhi. “Lex, puoi dire tu a Potter che non mi sento molto bene?” aggiunse, rivolgendosi alla sua migliore amica, che la fissava dal letto alla sua sinistra.
“Scordatelo, Lils! Glielo hai promesso…”
“Potrei essermene pentita… di cosa dovremmo parlare per tutto il giorno? Io non so niente di Quidditch”, sospirò la Caposcuola.
“James non parla solo di Quidditch”, ribatté, scuotendo la testa, Lexie.
“Lo fa per la maggior parte del tempo”, dichiarò Alice.
“Però l’altro giorno ha passato tutta l’ora di storia della magia a parlare dei suoi piani per Halloween e sulle idee che ha per la decorazione della sala grande”, aggiunse Mary.
“Ed è sempre pronto a raccontare degli ultimi scherzi che sta tentando di organizzare”, ghignò Lexie.
“E dai, se proprio andasse così male sai benissimo che ci troverai a bere una burrobirra e potrete aggiungervi a noi”, le fece notare in tono pratico Marlene.
“Va bene, va bene… non era necessario che vi coalizzaste contro di me!” bofonchiò la ragazza, tirandosi finalmente a sedere e occhieggiando le compagne di stanza.
“Come faresti senza di noi?” le domandò Lexie, sorridendole sfacciata.
“Me ne starei chiusa qui dentro e mi negherei a Potter fino alla fine dell’anno…”
“Cosa nient’affatto praticabile visto che siete entrambi Caposcuola”, le ricordò Marlene, facendo ridere tutte le altre e finendo con il coinvolgere anche Lily.

 
[Cancelli di Hogwarts, 22 ottobre 1977 h 9:58]
 
Osservando distrattamente i suoi amici sparire dietro la curva del sentiero che conduceva a Hogsmeade, James Potter si passò la mano tra i capelli già spettinati, combattendo con tutte le proprie forze per evitare di girarsi verso il portone e controllare per l’ennesima volta se una testa di capelli ramati si stesse avvicinando. Lexie lo aveva rassicurato che sarebbe arrivata, ma che aveva scordato la borsa in camera e ci sarebbe voluto qualche minuto.
Quella mattina era stata un disastro: non aveva sentito la sveglia, finendo con l’essere in ritardo a colazione e non avendo la possibilità di intravedere Lily, si era rovesciato addosso il caffè, suscitando l’ilarità di un decisamente divertito Sirius, e chiedendo a Remus di ripulire i suoi vestiti visto che la sua bacchetta tremava e Sirius gli aveva fatto notare che, come minimo, si sarebbe dato fuoco se avesse cercato di fare da solo.
Se quello era l’effetto che l’idea del suo primo appuntamento con Lily Evans gli faceva, forse avrebbe dovuto riconsiderare l’idea di sposarla — rischiava di passare il resto dei suoi giorni facendo la figura dell’emerito imbecille.
Era talmente preso dalle sue elucubrazioni che nemmeno si accorse dell’arrivo di Lily; aveva il fiatone, le guance rosse per lo sforzo e gli occhi illuminati dal sole autunnale che faceva capolino dietro alle montagne.
“Scusa il ritardo”, ansimò, fermandosi accanto a lui a riprendere fiato.
“Non preoccuparti, Lexie mi aveva avvertito del tuo ritardo… anche se a un certo punto ho iniziato a credere che m’avessi dato buca.”
“In effetti stamattina ci ho pensato”, ammise lei, incrociando le iridi nocciola del ragazzo. “Però non mi sembrava giusto privarti di un’esperienza che sei ansioso di vivere sin dal tuo terzo anno…” celiò infine, strizzandogli l’occhio e strappandogli un sorriso.
I due s’incamminarono lungo il sentiero in un vivace scambio di battute, che permise a Lily di scrutare James come non s’era mai fermata a fare nei sette anni di scuola che avevano condiviso: gli occhiali perennemente storti gli attribuivano un’aria leggermente assorta, i capelli disordinati lo facevano sembrare appena sceso da una scopa, il naso dritto gli conferiva un profilo affilato e i luminosi occhi nocciola calamitavano quelli smeraldini di Lily continuamente. La sciarpa rosso-oro era allacciata mollemente attorno al collo e la spilla di Caposcuola brillava sul mantello scuro che indossava sopra ai vestiti babbani che gli studenti erano soliti indossare nei weekend, ai piedi un paio di converse rosso fuoco facevano bella mostra di sé e il fatto che lei indossasse lo stesso modello fece sorridere Lily.
“Che ho detto di così divertente’” si stupì il giocatore di Quidditch.
“Nulla”, Lily scosse la testa, continuando a sorridere. “Non credevo fossi anche tu un fan delle Converse…”
“Scherzi? Adoro queste scarpe! A casa ne ho almeno dieci paia.”
“Anche io!” ribatté immediatamente.
“Era evidente che tu avessi buon gusto, Evans…”
“E perché mai?”
“Beh, perché hai finalmente accettato di uscire con me, s’intende!”
Lily scosse la testa, rendendosi conto che quello che provava non era affatto fastidio, ma che aveva trovato divertente la sua battuta, e finendo con il sollevare gli angoli della sua bocca in un sorriso sincero e aperto.
“È così bello vederti sorridere”, le confessò James, fermandosi di fronte a lei. “Hai un sorriso splendido e essere consapevole che io sono la ragione che ti fa sorridere in questo momento mi fa un po’ montare la testa, cosa che non deve assolutamente succedere se voglio avere la minima possibilità di un secondo appuntamento, quindi… ti prometto che farò del mio meglio per dimostrarmi maturo e non farti rimpiangere di avermi dato una possibilità che, come hai ricordato tu prima, inseguo dal nostro terzo anno…”
Il sorriso di Lily s’allargò ancora di più — la ragazza non lo avrebbe mai ammesso, ma il candore delle parole di James aveva fatto aumentare i battiti del suo cuore, che aveva preso a rimbombarle nelle orecchie.
“Che ti va di fare?” proseguì il ragazzo, interpretando come positivo il silenzio della compagna.
Lily si prese un attimo per riflettere, cercando la riposta giusta da dargli e rendendosi conto che c’era un’unica cosa che aveva voglia di fare in quel momento, un desiderio inaspettato — qualcosa che era sicura non le avesse mai attraversato l’anticamera del cervello prima di quel preciso istante. Deglutì a vuoto, osservando i riflessi delle pagliuzze dorate nei suoi occhi nocciola, abbassando poi lo sguardo sulle labbra sottili, ma apparentemente morbide di James e tornando poi a ricambiare il suo sguardo interrogativo.
“Mi rendo conto che sarà praticamente impossibile non assistere al tuo ego che si gonfierà come un palloncino ripieno d’elio, ma quello che voglio fare è baciarti, James,” ammise quindi, sentendo le guance colorirsi e non reputandosi più in grado di sostenere il suo sguardo.  
“D-davvero?” la risposta di James Potter fu un balbettio decisamente fuori dai suoi standard, che incoraggiò Lily a tornare a guardarlo per leggere la speranza in quegli occhi solitamente ridenti, ma incredibilmente seri in quel momento.
La ragazza annuì. “In fondo credo che abbiamo aspettato anche troppo, non pensi?”
“Non mi sognerei mai di contraddirti a questo riguardo”, dichiarò James, prendendo le mani di Lily tra le proprie. I due s’avvicinarono, fino a far diminuire a pochi centimetri la distanza che li separava, i loro sguardi s’incontrarono nuovamente nell’atmosfera elettrica che le parole di Lily avevano creato, James abbassò la testa per avvicinarla a quella di Lily, che si mise in punta di piedi per incontrarlo a metà strada. La ragazza serrò gli occhi, guidata solamente dal battito incessante del proprio cuore e dal profumo di cannella emanato dai vestiti di James; pochi attimo dopo sentì le labbra decisamente morbide di James posarsi dolcemente sulle sue e schiuse la propria bocca per poter approfondire il bacio, sospirando di piacere quando percepì il sorriso di James contro le proprie labbra. Le mani di Lily risalirono la schiena di James, scompigliandogli i capelli già arruffati, quelle di James artigliarono i fianchi sottili della ragazza per stringerla a sé e, dopo quelli che sembrarono pochi istanti, ma che in realtà erano numerosi piacevoli minuti, i due si staccarono e James posò la fronte contro quella di Lily, scrutandola.
“Che dici? Me lo merito un secondo appuntamento, Evans?”
“Solo ed esclusivamente se prometti di baciarmi sempre così, Potter…”
James non se lo fece ripetere due volte, sfiorando nuovamente la bocca di Lily in un bacio dapprima dolce, che si fece famelico e istintivo — un bacio che spinse entrambi a desiderare di non baciare nessun altro per il resto dei loro giorni.
Un bacio che venne interrotto da una risata sguaiata e da una serie di mormorii divertiti, che segnalavano la presenza molesta dei loro migliori amici, una presenza che venne ignorata per svariati altri attimi di beatitudine dai due Caposcuola sorridenti.

 


Nota dell’autrice:
Buonasera e buon anno!
Anche questa volta pubblico grazie a un obbligo scaturito dal gioco Obbligo, Verità o Salvataggio organizzato dal gruppo facebook Il Giardino di Efp, arrivato da Rosmary, che mi ha chiesto di scrivere qualcosa che avesse come protagonisti Lily e James.
Come sempre quando scrivo di loro, finisco per partire un po’ per la tangente, ma spero che la storia sia di vostro gradimento…

 
 
 
 
   
 
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