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Autore: dreamlikeview    19/01/2020    5 recensioni
[1/3 di "What if we had been friends?"]
Lord Voldemort ha un piano infallibile per sconfiggere Harry Potter una volta per tutte e quando chiede a Draco Malfoy di avvicinarsi al prescelto, crede di avere la vittoria in pugno, ma non ha fatto i conti con una magia che lui non conosce, né mai conoscerà: l'amore.
Una storia in cui uno scherzo del destino può cambiare completamente due vite, può spingere due persone a conoscersi e a scoprirsi davvero, può permettere ad imprevedibili e improbabili amicizie di nascere, mettendo le basi per un qualcosa che è destinato a durare per sempre.
Fiducia, amicizia, amore sono le parole chiave.
[Drarry, con accenni ad altre coppie, long-fic]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Serpeverde | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'What if we had been friends?'
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, meritavano di meglio, quindi ho deciso di dargli io ciò che meritavano; ma non ci guadagno nulla da tutto ciò, niente è finalizzato ad offendere qualcuno (solo a dare loro il finale che piace a me :D) e io ci perdo solo la faccia con queste cose.

Avviso: I personaggi tendono ad essere OOC (soprattutto Draco con l’andare avanti della storia, perché subisce un cambiamento radicale) tutti loro sono basati sui miei headcanon!

Nota bene: La storia parte dal sesto anno, tenendo conto di alcuni avvenimenti accaduti fino al quinto, in seguito proseguirà con alcuni riferimenti al settimo libro, tuttavia gli avvenimenti sono anacronistici rispetto ai libri.

Enjoy the show!


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Twist of Fate

Epilogo: Ever ever after




Erano passati dieci anni dalla fine della guerra contro Voldemort ed erano passati otto anni dal matrimonio del secolo per il mondo magico. Harry e Draco continuavano ad essere felici e ad amarsi come il primo giorno, vivevano a Grimmauld Place, insieme a Narcissa, la quale, dopo essere uscita da Azkaban, non aveva voluto saperne nulla di tornare in quel tetro castello da sola, senza il figlio. Il Malfoy Manor era stato venduto e lei si era trasferita a casa di Harry e Draco, in attesa di trovare un altro posto in cui vivere. Non lo aveva mai trovato, perché in quel periodo trascorso lì, aveva recuperato il rapporto con il figlio, costruendone uno in cui non riusciva a smettere di dimostrargli il suo amore. Era cambiata tanto, Draco lo aveva notato e anche Harry aveva capito quanto si sentisse sola. Andava spesso a trovare Lucius, sperando di poter chiarire con lui, accompagnata da Nymphadora – si era riappacificata anche con lei e con Andromeda – e solo dopo un anno di visite, Lucius si era degnato di parlarle di nuovo. Alla fine, Harry e Draco avevano deciso di permetterle di restare a Grimmauld Place con loro, non avevano avuto il coraggio di farla andare via, soprattutto Draco, che non sopportava vedere sua madre soffrire così tanto; Kreacher era tornato per mettersi al servizio della sua signora, una vera Black, aveva detto, ma era adeguatamente pagato per i suoi servizi, così come tutti gli elfi domestici – alla fine, Hermione e il suo CREPA avevano vinto. La donna non era per niente invadente nella vita di coppia dei due ragazzi, che non avvertivano minimamente la “pressione” di convivere con lei. Adoravano la sua compagnia, soprattutto Draco. Harry non poteva che essere felice di vedere suo marito così allegro e sereno. Felpato era ancora il loro migliore amico, aveva preso come cuccia il divano del salotto e spesso non permetteva a nessuno di sedersi su, era diventato davvero enorme, ma era sempre un cucciolo per loro.
Assidui frequentatori di casa Malfoy-Potter erano i loro amici, che spesso si trattenevano per il pranzo e anche per la cena; Ron ed Hermione si erano sposati due anni dopo il matrimonio di Harry e Draco, avevano avuto una bambina, Rose, che attualmente aveva tre anni e un bambino, Hugo, che ne aveva uno; Harry era stato il padrino della prima, Draco del secondo (e anche se non lo ammetteva, il biondo aveva un debole per quel bambino, visto il numero esagerato di dolcetti e giocattoli che gli regalava). Neville e Blaise convivevano fin dalla fine della guerra e avevano adottato un bambino, Chris, rimasto orfano durante la guerra, il quale aveva iniziato a frequentare Hogwarts quell’anno (era stato smistato in Tassorosso, aveva frequentato Hogwarts con Victoire e Teddy, con i quali aveva stretto amicizia e tutti erano stati felici di quel nuovo trio).
Anche Pansy e Theo si erano sposati, quasi nello stesso periodo di Ron ed Hermione, non avevano avuto subito dei bambini, infatti lei era incinta e avrebbe partorito entro poche settimane. Blaise e Draco si erano già proposti come padrini dei nascituri. Inoltre Ron era riuscito ad entrare nel corpo degli Auror e aveva fatto carriera insieme a Theo, Hermione e Pansy avevano studiato insieme per diventare guaritrici, Harry era diventato un allenatore di Quidditch e lavorava per una squadra locale e non era costretto a lunghe trasferte. Draco invece si era specializzato e aveva fatto delle pozioni la sua vita, lavorava al dipartimento del Ministero che si occupava della ricerca in quel campo, collaborava con gli Auror e spesso si era ritrovato a lavorare accanto a Ron – e non erano mancate frecciatine tra di loro – inoltre, spesso collaborava anche con il San Mungo, infine Blaise, dopo aver fallito il suo esame per diventare Auror, si era unito a Draco, si era specializzato anche lui in Pozioni e collaborava spesso con l’amico.
La loro vita era cambiata di netto, dopo la guerra e dopo il loro matrimonio, anche loro avevano una prole, composta da due piccole pesti: James, tre anni e Scorpius, sei mesi.
Dopo qualche anno di felice matrimonio, di viaggi in giro per il mondo nei periodi di ferie, di estati all’insegna del divertimento, entrambi avevano espresso il desiderio di avere un figlio. Avevano preso in considerazione l’adozione e la gravidanza surrogata, ma poi Draco, consultandosi con alcuni suoi colleghi pozionisti e alcuni guaritori del San Mungo, aveva lavorato a una pozione gestante, che permetteva a chiunque di poter avere figli, anche agli uomini – se avesse funzionato, avrebbero potuto risolvere anche il problema della sterilità, ma su quello ci avrebbe lavorato ancora; ne aveva parlato anche con Severus e quando gli aveva comunicato che la sua invenzione avesse dato i primi risultati, il suo ex professore di pozioni era stato più che d’accordo a dare il suo contributo per migliorarla.
Dopo un anno di esperimenti e di test, la pozione aveva dato buoni risultati e Draco era stato il primo a provarla (non voleva che Harry rischiasse di morire per quello, anche se non gli aveva esposto completamente tutti i rischi, perché era certo che il suo adorabile marito Grifondoro l’avrebbe distolto dal suo intento). Dopo i primi tentativi falliti, aveva funzionato e avevano concepito un figlio. Se non avesse già saputo che suo marito era l’uomo perfetto, l’avrebbe capito sicuramente durante la gravidanza. Harry era costantemente intorno a lui, si preoccupava, gli massaggiava i piedi quando diventarono troppo gonfi, assecondava tutte le sue voglie strane e molto più di questo. Gli era sempre rimasto accanto amorevolmente e con pazienza, soprattutto perché verso il settimo mese di gravidanza, Draco era diventato isterico e aveva gli ormoni così impazziti che Ron (insieme a tutto il Ministero) lo aveva costretto a prendere un periodo di riposo e questo era stato la salvezza di molte anime. Dopo due mesi da quell’avvenimento, era nato il loro primogenito, James Sirius Potter. Entrambi i genitori erano convinti che sarebbe stato identico a Draco, invece no, era la fotocopia spiccicata di Harry. Draco si disse che doveva esserci qualcosa di profondamente sbagliato nella genetica e che qualcuno doveva avergli tirato un brutto scherzo, però aveva amato quel bambino con tutto il suo cuore nel momento esatto in cui lo aveva preso tra le braccia, le somiglianze tra James e Harry, tuttavia si fermavano all’aspetto fisico. Il piccolo marmocchio all’età di tre anni già si comportava da perfetta piccola serpe e Draco gongolava ogni volta che Harry rischiava di impazzire con lui, soprattutto da quando aveva imparato a camminare e spesso cercava di salire in groppa a Felpato, pensando fosse un cavallo. A volte quel bambino era un incubo, ma Harry era pazzo di lui. Lo amava con ogni fibra del suo essere. Narcissa si era innamorata follemente del nipotino e da quando era diventata nonna, era cambiata ancor di più, era quasi irriconoscibile, aveva preso a viziarlo non solo con regali e simili, ma anche a livello di coccole. Una volta, Draco l’aveva vista addirittura leggere al bambino un libro di favole.
E poi, due anni dopo la nascita di James, folli come solo loro potevano esserlo, avevano deciso di avere un altro bambino ed era stato Harry a prendere la pozione quella volta. Draco ne era stato felicissimo e aveva espresso la sua gioia in ogni modo possibile, portando a casa giocattoli e tutti i tipi di rifornimenti che potevano servire, ma soprattutto dimostrando di essere un marito presente e amorevole, tornava prima a casa dal lavoro, si occupava di James, tentava di cucinare – per fortuna avevano l’aiuto di Kreacher per questo – suscitando anche le invidie delle loro migliori amiche.
Nove mesi dopo, era nato il loro secondogenito: Scorpius Henry Potter e, sempre perché la genetica era contro di loro, stavolta era identico a Draco. Harry amò suo marito ancora di più, perché Draco era stato così premuroso con lui che non aveva per niente sentito il peso della gravidanza, anche se ad un certo punto era diventato così grosso e così sensibile a causa degli ormoni, che si ritrovava a piagnucolare ogni volta che si guardava nello specchio; il biondo, in quei momenti, arrivava e lo abbracciava da dietro, gli accarezzava la pancia e le curve di troppo, dicendogli che era perfetto così, che non gli importava e poi lo baciava con dolcezza. Si era preso cura di James, quando lui era troppo stanco per farlo o non riusciva ad alzarsi dal letto a causa dei dolori che aveva. Quando Scorpius era nato, poi, Harry era rimasto bloccato a letto per una piccola complicanza durante il parto e suo marito si era dimostrato attento anche in quello, aveva preso un periodo di congedo parentale dal lavoro ed era rimasto a casa per prendersi cura dei bambini e del marito; davvero, i primi mesi erano stati un inferno, Harry non sapeva come avrebbe fatto, se non ci fosse stato Draco, sarebbe impazzito molto probabilmente. Anche Hermione e Pansy li avevano aiutati tantissimo e Narcissa era sempre stata presente. Si era presa cura dei bambini quando Draco, per forza di cose, era stato costretto ad andare a lavorare per questioni urgenti. Inoltre contavano su un aiuto d’eccellenza, un babysitter fantastico: Dobby, regolarmente pagato per i suoi servigi, era felice di aiutare i suoi amici Harry e Draco Potter con i bambini, signore! – lasciare i bambini con Dobby era facile, perché entrambi avrebbero affidato a quell’elfo la loro stessa vita. E Dobby era impeccabile, non solo faceva in modo che fossero accuditi, ma teneva sempre a bada James e il suo caratterino ribelle. Scorpius aveva un carattere molto più mite, rispetto al fratello maggiore, era sempre molto calmo e anche da piccolissimo non piangeva quanto il maggiore.
Dopo sette mesi dalla nascita di Scorpius, Harry era ancora in congedo parentale, ma stava molto meglio, Draco era tornato al lavoro da un mese; si trovava sul tappeto enorme del salotto, con il più piccolo appoggiato sul petto che sonnecchiava, James che giocava con il suo furetto bianco di peluche accanto a lui e Felpato ai suoi piedi che ronfava, osservando comunque la situazione, si sentiva la persona più felice del mondo. Quando Draco tornò a casa, spuntando dal camino in tutta la sua bellezza, Harry sorrise guardandolo. Adorava guardarlo, soprattutto quando il suo adorabile marito tornava dal lavoro e salutava prima il bambino che gli correva incontro e poi lo raggiungeva. Scorpius riposava pacificamente sul suo grembo, era stata una giornata un po’ difficile tra i capricci di James perché la sua nonnina non era in casa e le coliche di Scorpius, era sollevato che Draco fosse tornato, i bambini si erano calmati solo da poco. Felpato fu il primo a raggiungerlo scodinzolando, Draco gli riservò un paio di carezze affettuose e gli diede un biscottino, come al solito, e il cane tornò ad accucciarsi ai piedi di Harry, dopo aver sbuffato dal naso con soddisfazione.
«Dada!» esclamò il piccolo James, mettendosi in piedi, dimenticando il giocattolo per correre tra le braccia del padre.
«Ehi, il mio piccolo ometto, vieni qui!» esclamò il biondo sorridendo, lasciando cadere la sua valigetta per terra, poi fece un paio di passi e prese il figlio tra le braccia, lo fece dondolare un po’ e gli stampò un bacio sulla paffuta guancia «Papà ti ha portato una cosa, vuoi vedere?»
«Ti! Ti!» esclamò il bambino, agitando le sue piccole braccia verso l’aria. Draco ridacchiò e tenendolo in braccio, fece levitare la sua valigetta verso di lui, da essa estrasse un peluche a forma di drago. James esultò e lo prese subito tra le mani, strapazzandolo un po’, poi si divincolò dalla presa del padre, il quale lo lasciò andare solo dopo avergli dato un altro bacio. Il bambino corse da Harry e gli mostrò il giocattolo nuovo, prima di mettersi a giocare con il suo drago nuovo e il suo furetto di peluche. A quel punto, Draco si avvicinò al marito che guardava la scena sorridendo. Harry amava Draco anche per quello, era un padre premuroso e affettuoso, non avrebbe potuto chiedere un uomo migliore di lui accanto a sé.
«Ciao, amore» fece il moro dal pavimento, accarezzando la schiena di Scorpius. Draco si abbassò su di loro e stampò un bacio sulle labbra del marito e uno sulla testa del bambino. Lo guardò intensamente per un momento e sorrise dolcemente.
«Ciao Harry» sussurrò «Mi siete mancati oggi».
«Anche tu» mormorò il moro «Sono felice che tu sia qui» disse «Oggi è stata una giornata assurda».
«Sono qui adesso, tranquillo» gli disse con dolcezza «Come ti senti?» chiese.
«Molto meglio» rispose Harry «Sono solo un po’ stanco, tua madre e Molly sono andate insieme non so dove, a fare non so cosa. Penso che c’entri qualcosa il compleanno di Rose» raccontò «James ha fatto un po’ di capricci e Scorpius non la smetteva di piangere a causa delle coliche» sospirò, Draco si sedette sul divano e gli massaggiò delicatamente i capelli «Hermione è stata qui, ha controllato sia me sia lui, dice che stiamo bene, sai che mi fido solo di lei per questo genere di cose, e anche Pansy è venuta. Ci tiene a farti sapere che i tuoi nipotini la fanno sembrare una balena. Theo mi è sembrato disperato quando è venuto a riprenderla».
Draco ridacchiò, immaginando la scena. Theodore Nott era un povero martire accanto a Pansy, vittima delle sue crisi isteriche e dei suoi continui lamenti, riguardanti la sua condizione di gestante… sono una balena! – era la sua parola d’ordine, infatti non mancava poi molto al parto.
«Immagino… povero Theo. Devo invitarlo a prendere una birra con noi, una di queste sere» Harry ridacchiò e sbadigliò «Vuoi dare Scorpius a me e fare un pisolino?» gli chiese poi con dolcezza.
«Dorme, in realtà, ma ti sarei grato, se mi aiutassi a metterlo nella culla».
«Ma certo» replicò Draco, si alzò dal suo posto e prese il figlio dalle braccia del marito, portandoselo dolcemente al petto. Il bambino gli somigliava davvero tanto, quasi quanto James somigliava a Harry. Draco lo strinse dolcemente, sotto gli occhi attenti e innamorati di Harry, e gli diede un piccolo bacio sulla fronte, prima di portarlo al piano di sopra, per metterlo nella sua culletta. Lo osservò dormire per qualche istante e sorrise, era davvero fortunato, aveva una famiglia meravigliosa, degli amici fantastici e sua madre era una nonna perfetta. Non aveva contatti con suo padre fin da quell’ultima volta in cui si erano visti e per lui era meglio così.
Quando ritornò nella sala, Harry era davanti a lui, con un’espressione colpevole. Riuscì solo a vedere Dobby portare James nella sua cameretta, prima di capire. Harry teneva tra le mani una lettera e sembrava averla letta, la busta era aperta lungo il lato e l’espressione del moro la diceva lunga: non sapeva nascondere le cose neanche sotto tortura.
«Che hai?» gli chiese.
«Io ecco… oggi è venuta anche Tonks, voleva salutare i bambini e…» disse piano, Draco annuì, ma non parlò «Mi ha dato questa per te. E… beh, volevo essere, sai, sicuro che non fosse niente di male… per proteggerti. Non volevo ficcare il naso…» farfugliò, si sentiva un vero idiota, ma proteggere suo marito e i suoi figli era la sua prerogativa, quando Dora gli aveva lasciato la lettera, dicendo che fosse per Draco – non crederai mai chi ha scritto a Draco! Lucius! – Harry aveva aperto la lettera e l’aveva letta. Non aveva potuto farne a meno, anche se erano passati anni, sapeva che l’argomento “Lucius” fosse ancora un tabù in casa e che ferisse ancora, profondamente, Draco.
«Harry?»
«Tuo padre ti ha scritto una lettera» disse tutto d’un fiato, Draco spalancò gli occhi «Ma… Draco, temevo che ti avesse scritto cose orribili, invece…» gliela porse, sospirando «Mi dispiace aver violato la tua privacy, ma…»
«Harry» lo bloccò, prendendogli il volto tra le mani «Non sono arrabbiato, hai fatto bene. Probabilmente l’avrei gettata senza neanche averla letta».
«Leggila» gli suggerì Harry «Sono certo che non te ne pentirai» disse mettendogliela tra le mani, gli diede un leggero bacio sulle labbra e poi si eclissò, dirigendosi in cucina per apparecchiare. Sapeva che Draco avesse bisogno del suo spazio e del suo tempo per affrontare una cosa tanto difficile. Ma sapeva anche che sarebbe stato felice di quella lettera.
Erano passati nove anni, ma alla fine Lucius era riuscito a superare l’ostilità verso il figlio.
Draco si sedette sul divano, con le dita che tremavano e aprì la lettera quasi esitante.
Caro Draco,
Non so se leggerai questa lettera, ma mi auguro di sì. L’ultima volta che ci siamo visti, le cose non sono andate nel modo giusto, so di essere stato orribile con te quel giorno. E so anche di esserlo stato per tutta la tua vita, solo adesso mi rendo conto dell’errore che ho commesso, accecato dal desiderio di potere e dalla malvagità.
La verità, Draco, è che lo stare chiuso ogni giorno in questa cella, mi fa riflettere continuamente sul mio passato. Tua madre viene spesso a farmi visita, mi ha parlato tantissimo di te.
So che sei diventato un pozionista e che lavori al Ministero, ho saputo dei tuoi ottimi risultati nel campo della ricerca… Sono davvero felice per te e sono fiero dei traguardi che stai raggiungendo.
Mi dispiace se la mia grafia risulta un po’ malferma, il freddo e l’umidità di questa cella non aiutano la mia avanzata età, ma riconosco che se sono qui, è solo ed unicamente per colpa mia, per colpa del mostro che ero diventato.
Nove anni fa, mi hai chiesto se mi pentivo delle mie azioni, se mi pentivo di non aver pensato a te. Sì, mi pento profondamente di chi ero diventato, di ciò che ho fatto, ma soprattutto di ciò che ho fatto a te. Ho torturato il mio stesso figlio, io che avrei dovuto proteggerti in quanto tuo padre.
Sono profondamente dispiaciuto per quello che è accaduto, ma la guerra è guerra e… mi conosci, ho sempre seguito solo le mie idee. Mi sto rendendo conto adesso dei miei sbagli.
Tua madre è così fiera di te, e lo sono anche io. Sono orgoglioso dell’uomo che sei diventato, del padre che sei diventato. Ho visto una foto dei tuoi bambini, tua madre me l'ha mostrata l’ultima volta che è stata qui. Sono meravigliosi, il più piccolo ti somiglia tantissimo, è un vero Malfoy. Spero che tu non faccia i miei stessi errori con loro.
Non mi importa di chi sia tuo marito o che i tuoi figli non siano puri, sappilo. Adesso, queste cose non sono più importanti. Ho un’unica richiesta da farti: vorrei vederti, almeno un’ultima volta, per poterti dire queste cose di persona e non per lettera, voglio poterti guardare negli occhi e dirti che sono fiero di te e che mi dispiace essere stato un pessimo padre. Mi dispiace averti lasciato in balia di un mostro, da solo. Mi dispiace averti detto quelle cose così cattive e velenose, durante il nostro ultimo incontro. Non posso dirti che non le pensavo, perché all’epoca la mia mente era ancora accecata e corrotta da quegli ideali pieni di crudeltà. Lo pensavo, ma me ne pento profondamente. So di chiederti molto, ma mi piacerebbe davvero incontrarti, quando te la sentirai, sarò qui, e ti dirò di persona che mi dispiace e che sono fiero che tu sia diverso da me, che tu sia un uomo migliore di quanto non lo sia mai stato io. Ti auguro di essere un padre migliore di me.
Ti saluto, figlio mio, spero che leggerai le mie parole e un giorno, lontano da questo, tu possa perdonarmi.
Tuo padre, Lucius.”
Draco dovette rileggere quelle parole più di una volta, a causa delle lacrime che scivolavano rapide sul suo viso. Non si era accorto di aver iniziato a piangere. Si passò una mano sul viso e un piccolo singhiozzo sfuggì dalle sue labbra, singhiozzo che richiamò il marito dalla stanza accanto, che lo raggiunse e senza dire una parola, avvolse le braccia attorno alle sue spalle, per stringerlo.
«T-Tu l’hai letta…» mormorò Draco piangendo, l’altro annuì «C-Come può…? Adesso…?»
«Shhh, non piangere» Harry gli accarezzò il fianco gentilmente, per calmarlo, Draco affondò il volto contro la sua spalla e pianse ancora. L’altro lo tenne stretto, per sostenerlo, lasciando che sfogasse tutto ciò che stava provando in quel momento. Aveva letto la lettera di Lucius, ed era stata toccante anche per lui, poteva solo immaginare come si sentisse Draco in quel momento. Si limitò a tenerlo stretto, mentre il biondo metabolizzava ciò che era davvero accaduto. Rifletteva su ciò che aveva letto e ciò che aveva vissuto fino a quel giorno.
Ci erano voluti mesi interi, prima che venisse a patto con le parole dure e cattive che gli aveva rivolto Lucius l’ultima volta, aveva persino litigato con Harry più di una volta sull’argomento, ne aveva parlato anche con sua madre, ma alla fine si era fatto una ragione di ciò che era accaduto e per anni aveva considerato suo padre come morto. Era strano ritrovarsi a maneggiare una lettera simile, nove anni dopo. Erano le cose che avrebbe voluto sentirsi dire nove anni prima, adesso sembravano prive di significato, anche se in cuor suo, sapeva di averne sempre avuto bisogno. Draco si scrollò Harry di dosso e si alzò in piedi; senza dire una parola, raggiunse il piano di sopra salendo le scale a due a due e raggiunse la stanza di James. Aveva un bisogno quasi fisiologico di guardare suo figlio e stringerlo, di sentire il suo dolce profumo di borotalco e tenerlo stretto. A volte, quando era più duro con lui, si sentiva mortalmente in colpa, non voleva somigliare a suo padre in niente.
«Dada!» esclamò il bambino vedendolo e allungando le braccia verso di lui. Draco lo guardò per un momento e prese un profondo respiro, prima di muoversi verso di lui. Dobby lo teneva in braccio e cercava di farlo addormentare, ma ormai James era sveglio e lontano dal voler dormire. Draco raggiunse il bambino e lo prese dalle piccole braccia dell’elfo e gli sorrise con tranquillità. «È tutto okay, Dobby, ci penso io».
«Va bene, signore!» esclamò, sparendo con uno schiocco di dita. Draco rimase a guardare suo figlio, lo cullò dolcemente e lo osservò attentamente. Le piccole manine stringevano il suo peluche, e con quegli occhioni enormi e verdi, così simili a quelli di Harry, lo fissava attentamente, con un sorrisetto sul volto, una specie di piccolo ghigno, esattamente come il suo. Era identico a Harry, ma aveva anche molte delle sue caratteristiche, come un piccolo neo sul collo, proprio come lui.
«James, ti prometto che sarò un buon padre per te e per tuo fratello» disse in un sussurro «Te lo giuro, piccolo» disse piano, stringendolo al suo petto «Non permetterò a nessun mago oscuro di tormentare la vostra vita, non sarò il vostro tormento e quando sarete grandi, sarò fiero di voi, qualunque cosa scegliate di fare» continuò «Ti voglio bene».
Lo cullò fino a che non si addormentò placidamente e lo mise sul suo lettino, rimboccandogli le coperte e dandogli un bacio sulla fronte; suo padre non compiva mai gesti dolci nei suoi confronti. Improvvisamente, si sentì abbracciare da dietro e il mento di Harry si posò sulla sua spalla. Il moro lo tenne per diversi minuti stretto a sé e poi «Tu non sei, né sarai mai come Lucius, Draco» gli disse all’orecchio in un sussurro dolcissimo. Draco rabbrividì e si rilassò tra le sue braccia, annuendo. Il supporto di Harry sempre al suo fianco, era la cosa che più di tutte lo aveva aiutato a venire a patti con il fatto di essere stato solo una delusione per suo padre. Avrebbe mentito a se stesso, Draco, se non avesse ammesso che in fondo al suo cuore, aveva sempre sperato che suo padre potesse capire le ragioni che lo avevano spinto a tradire la famiglia. E dentro al suo cuore, adesso, sentiva di essere davvero completo, come se un enorme peso che aveva sul cuore, fosse sparito. Non ne aveva sentito il peso e la consistenza fino a che non aveva letto la lettera di Lucius e le parole di Harry, in quel momento, furono un puro balsamo per le sue orecchie. Non sarebbe mai stato come suo padre.
«Lo so» affermò con sicurezza, guardando il bambino con amore, poi si rigirò tra le braccia del moro e lo guardò negli occhi «Non posso essere come lui, perché ho te al mio fianco, perché amo i nostri figli e non farei mai vivere a loro ciò che ho vissuto io».
Harry gli sorrise e lo strinse forte a sé «Ti amo così tanto, Draco» sussurrò al suo orecchio.
«So anche questo» ribatté il biondo, baciandogli delicatamente la guancia «Ti amo anche io» sussurrò, prima di baciarlo con tenerezza, prendendogli il viso tra le mani. Il bacio che si scambiarono fu dolce e lento, ad occhi chiusi. Ad Harry per un momento sembrò di tornare ragazzino, a quando lui e Draco avevano solo sedici anni e iniziavano a scoprire l’amore. Sorrise contro le sue labbra, prima di approfondire il bacio, rendendolo un po’ più passionale.
«Non davanti al bambino» mormorò il biondo contro la sua bocca, divertito, scostando il marito da sé «Forza, andiamo da Scorpius, ho bisogno di stringere anche lui».
«D’accordo, romanticone, andiamo» scherzò Harry. Draco ridacchiò, mentre insieme raggiungevano la loro camera da letto, dove il piccolo Scorpius dormiva nella sua culletta. Il biondo si avvicinò alla culla e lo guardò sorridendo, il bambino dormiva placidamente in posizione fetale e con il pollice in bocca.
«È il bambino più bello del mondo» mormorò Draco, allungando una mano verso di lui e accarezzandogli la testa, non lo prese in braccio solo per paura di svegliarlo, ma restò lì ad accarezzarlo per diversi minuti. «Lo prometto anche a te, piccolo» sussurrò «Farò di tutto per essere un buon padre, per non farti mancare nulla e per non farti soffrire. Amo te e tuo fratello con tutto il cuore» disse con la voce rotta. Harry non riuscì ad evitarsi di commuoversi davanti a tanta dolcezza e si avvicinò al marito in fretta, stringendolo a sé con forza. Non dissero niente, si limitarono a stringersi con forza e bisogno, mentre Draco sfogava le sue ultime lacrime contro la spalla del marito. Era un po’ sopraffatto da tutto, ma grato di avere Harry al suo fianco. Insieme, avrebbero superato anche quell’ennesima prova.
 
Due settimane dopo aver ricevuto la lettera, Draco non aveva ancora deciso cosa fare con suo padre. Aveva parlato a lungo con sua madre, lei gli aveva suggerito di andare da lui, perché si era resa conto che fosse cambiato davvero. In cuor suo, Draco lo aveva perdonato anni addietro, ma, adesso, che si ritrovava scritto nero su bianco ciò che avrebbe voluto sentirsi dire nove anni prima… non sapeva cosa fare. Harry non ne parlava, sosteneva che dovesse decidere lui, ma gli aveva promesso che gli sarebbe stato accanto in qualunque caso. Era bloccato, l’ultima volta che era stato ad Azkaban e aveva avuto un confronto con suo padre si era ritrovato a fare i conti con i suoi insulti, le sue insinuazioni. Aveva creduto per settimane di essere un errore e anche la sua relazione con Harry aveva vacillato. Ovviamente il suo adorabile marito quella volta gli era stato accanto e lo aveva aiutato ad uscire da quella situazione… ma adesso era combattuto. Da una parte temeva che andare lì, potesse riportare alla sua mente orrendi ricordi, dall’altra… aspettava una riconciliazione con Lucius da nove anni, forse avrebbe dovuto scegliere di farlo, andare da lui e parlargli. Ma era bloccato nel suo timore.
Era in cucina, davanti a un bicchiere di whisky incendiario e faceva girare il liquido nel bicchiere con fare pensieroso, quando Harry lo raggiunse in cucina e si sedette accanto a lui. Aveva parlato con sua madre durante la cena, lei gli aveva assicurato di averlo visto davvero dispiaciuto e proteso a un confronto, Draco aveva promesso che ci avrebbe pensato, ma… era ancora confuso.
«Ahia, quando prendi il whisky sono problemi seri» osservò il marito, mettendogli una mano sul ginocchio «Ricordi la prima volta che ci siamo ubriacati insieme?» chiese.
«Oh sì. Eri un disastro» rispose il biondo, chiudendo gli occhi e fermando il movimento circolare del suo polso, ricordando quel giorno di tanti anni prima, come se fosse stato il giorno precedente «L’Halloween più divertente della mia vita, abbiamo bevuto così tanto che non ho idea di come facciamo a ricordarlo ancora…»
«Fu una bella serata, tu fosti l’unico a starmi vicino, a capire che ero triste». Draco sorrise appena, ricordando quella sera, si erano ritrovati a fare una gara di bevuta e ad urlare cose senza senso alla stanza vuota. Ma ricordava anche un’altra cosa: si erano addormentati insieme e si erano avvicinati durante la notte, il giorno dopo le loro dita erano dolcemente intrecciate. Aveva iniziato a sospettare di provare qualcosa per lui, quella notte. «Mi viene sempre tristezza a Halloween» aggiunse.
«Per i tuoi genitori» sussurrò Draco. L’altro annuì, stringendogli un po’ il ginocchio.
«Sai? Se avessi un modo per vederli ancora, lo sfrutterei» affermò, alla fine, Harry. Draco tacque, riprendendo a far girare il liquore nel suo bicchiere, osservando il piccolo vortice che si formava nel liquido, sapeva bene dove Harry volesse andare a parare, ma… forse voleva farglielo fare, voleva sentirsi dire qualcosa del genere, e chi meglio di Harry Potter, il suo fastidioso marito orfano, poteva dirgli esattamente ciò di cui aveva bisogno in quel momento?
 «Amore, pensi ancora a tuo padre, vero?» chiese il moro dolcemente. Il biondo annuì, senza parlare. «Capisco… non devi andare, se non vuoi, lo sai? Nessuno si aspetta che tu vada».
Draco sospirò e fermò il movimento del suo polso, appoggiando il bicchiere sul tavolo. «E se volessi andare?»
«Beh, chi ti darebbe torto? Aspetti di riappacificarti con lui fin da dopo la guerra» rispose il moro con una scrollata di spalle «Ti ho visto stare male, quando lui ti ha detto quelle cose. Hai sempre sperato che lui capisse i motivi che ti avevano spinto ad agire come hai agito» disse «Pensa che finalmente hai l’occasione di spiegargli tutto». Draco non rispose alle sue parole, si limitò a bere tutto d’un fiato il contenuto del suo bicchiere. Harry tacque e gli strinse il ginocchio in una stretta dolce, confortevole.
«Tu odi Lucius» disse il biondo, dopo un po’, con la voce che tremava «Come fai a dire questo?»
«Conosci già la risposta, Dray» mormorò piano, accarezzandogli la gamba «Perché amo te, idiota. Io ti direi di non andare, santo cielo, quell'uomo ha tentato di ucciderci e l’ultima volta che sei stato lì, ci ho messo un mese a raccogliere i pezzi del tuo cuore, ma è tuo padre, l'hai detto anche tu, ricordi?» Draco annuì «Stavolta… penso che andrà in modo diverso».
«Perché lo pensi?» si ritrovò a chiedere il biondo, con la voce che tremava leggermente.
«Ho una buona sensazione» rispose con calma il moro «E poi, lo sai, tua madre non ti avrebbe mai suggerito di andare, se non fosse stata sicura della sincerità di Lucius».
«Ho il terrore che accada di nuovo ciò che è accaduto nove anni fa» ammise finalmente ad alta voce. Solo Harry riusciva a fargli ammettere ciò che cercava di negare persino a se stesso. Harry riusciva sempre, sempre, a fargli esporre le sue paure più nascoste, i suoi sentimenti più intimi. «Hai messo del Veritaserum nel mio whisky, vero?» chiese il biondo.
«Nah, sai che non so prepararlo e Piton non mi permetterebbe mai di accedere alle sue scorte private» Draco rise per la battuta e sospirò, sentendo una parte della sua tensione scivolare via. Aver ammesso ciò che lo tormentava, lo aveva tranquillizzato. Sapeva che con Harry, a quel punto, avrebbe trovato una soluzione.
«Se ci vuoi andare» disse, infatti, il moro con sicurezza «Io sarò al tuo fianco. Sempre» promise «E se dovesse accadere qualcosa di spiacevole… beh, tuo padre sarà il secondo mago a conoscermi veramente arrabbiato, dopo Voldemort» affermò risoluto «Niente e nessuno mi impedirà di lanciargli una maledizione, stavolta».
Draco si fece più vicino al moro e appoggiò la testa sulla sua spalla, un piccolo sorrisetto increspava le sue labbra. «Cosa ho fatto per meritare un marito come te?» sussurrò piano chiudendo gli occhi. Harry non rispose, Draco conosceva la risposta a quella domanda, così si limitò a dargli un piccolo bacio tra i capelli, cingendogli le spalle con le braccia «Me lo prometti?»
«Sì, amore mio, non ti lascerò mai da solo» promise.
Draco sorrise ad occhi chiusi e gli diede un bacio sul collo, leggero come una piuma «Grazie».
 
§§§
 
Azkaban era tetra e fredda come la ricordava, eppure quando l'Auror incaricato lo accompagnò verso la cella di suo padre, Draco si sentì strano. Non era la prima volta che andava lì, era stato diverse volte da sua madre, negli anni in cui era stata incarcerata, era andato lì quando l’avevano scarcerata, ma adesso quella freddezza sembrava entrargli fin dentro alle ossa, come se i dissennatori fossero ancora lì. Rabbrividì e Harry, al suo fianco, gli strinse un braccio attorno ai fianchi con fare amorevole. «Andrà tutto bene» sussurrò al suo orecchio. Il biondo era un po’ reticente, non sapeva cosa pensare, sapeva solo di essere estremamente agitato, pensava ai bambini che erano rimasti con Hermione, Pansy e sua madre, pensava a come sarebbe andata con suo padre e temeva di reagire come aveva reagito nove anni prima. Non voleva che il suo dolore si riversasse anche sui bambini, com’era successo con Harry, dopo il primo colloquio con Lucius. Ma perché aveva accettato? Avrebbe dovuto ignorare quella lettera ed impedire che suo marito lo convincesse a fare una cosa del genere. Forse non era davvero pronto ad incontrare suo padre, anche se ormai aveva quasi trent’anni e due figli, non era pronto a rivedere Lucius, l’aveva completamente cancellato dalla sua vita, poi era arrivata quella lettera e aveva messo tutto in discussione. Credeva di aver raggiunto un equilibrio sulla questione, invece si sentiva di nuovo un ragazzo di diciannove anni che era andato lì, per far capire a suo padre i motivi, per cui aveva tradito la famiglia, schierandosi dalla parte del nemico ma che si era solo sentito giudicato dall’uomo. Adesso ne aveva ventinove ed era spaventato dalla reazione dell’uomo.
Prima di raggiungere la cella, si fermò e prese un respiro profondo, la lettera di Lucius l’aveva commosso e Harry era stato meraviglioso con lui, come sempre. Nella peggiore delle ipotesi, aveva un marito fantastico al suo fianco, due figli meravigliosi che amava con tutto il suo cuore e sua madre, che aveva dimostrato ampiamente di volergli bene.
«Amore, stai bene?» chiese Harry «Se non te la senti andiamo via, perdonami, avrei dovuto costringerti a rifiutare e…»
«No» rispose Draco con sicurezza «No, Harry, non scapperò stavolta e non è colpa tua. Tu mi hai solo aiutato a capire cosa in realtà volessi fare» gli disse con un affabile sorriso sulle labbra, lo avvicinò a sé e gli diede un bacio sulle labbra, al quale il moro rispose immediatamente. Draco sospirò, lasciando andare la tensione e guardò suo marito negli occhi «Sono pronto» affermò con decisione.
Come la prima volta, furono scortati da un Auror verso le celle, il quale diede loro mezz’ora e annunciò al prigioniero che c’erano visite per lui. Lucius si alzò stancamente dalla branda e raggiunse le sbarre, Draco lo osservò stranito, quell’uomo non era suo padre, non era neanche una sua brutta copia, non era lo stesso Lucius Malfoy che aveva conosciuto per tutta la sua vita e che gliel’aveva resa un incubo. Era invecchiato molto, il viso barbuto e smunto, i capelli lunghi e sporchi… era davvero lontano dall’uomo che Draco aveva conosciuto e temuto.
«Draco» disse, la sua voce era roca, spenta «Sei venuto davvero…»
«Sì, sono qui» disse lui, guardando suo padre, ancora non credeva a ciò che la prigione gli aveva fatto «Ciao, padre».
Le labbra di Lucius si tesero in un sorriso stanco «Mi chiami ancora così? Dopo quello che ti ho fatto e ti ho detto?» chiese. Draco deglutì, gli era uscito automatico, avrebbe preferito chiamarlo per nome, per sottolineare una certa distanza tra di loro, ma… non ci era riuscito. La presa di Harry si fece più salda attorno ai suoi fianchi e prese un altro respiro, prima di rispondere.
«Sì» rispose, infatti «Ho letto la tua lettera… volevo capire. Erano vere le cose che hai scritto?»
«Oh sì» replicò l’uomo «Pensavo tutto, ho… parlato tanto con tua madre, negli ultimi mesi» spiegò «Volevo… vedere con i miei occhi ciò che sei riuscito a diventare da solo». Draco chiuse gli occhi, aspettandosi l’insulto, li sentiva quei: illuso, feccia, nullità di nove anni prima, risuonavano ancora nella sua mente «Sei un uomo in carriera, un padre… sei felice» Lucius scosse la testa e Harry strinse di più la presa attorno al marito, il quale si era irrigidito «Sono così orgoglioso di te».
Draco spalancò gli occhi sorpreso, aveva sentito bene? «Scusa… forse ho sentito male» la sua voce tremava, non poteva fare niente per fermare il suo tremore.
«No, hai sentito benissimo, Draco» disse lui «Sono orgoglioso di te. Guarda dove sei arrivato. Se avessi seguito me, ti saresti ritrovato qui, in questa lurida prigione, come il fantasma di te stesso… mi chiedo solo, tu come abbia fatto».
Il ragazzo sorrise, guardando Harry al suo fianco per un attimo, prima di rivolgersi di nuovo a lui «Sai, nove anni fa… pensavo a come spiegarti questa cosa. Come io sia arrivato a Hogwarts a sedici anni, spaventato da tutto ciò che mi circondava, perché un pazzo assassino viveva in casa nostra; come Potter mi abbia teso la mano, quando ne avevo bisogno, anche dopo che l'avevo deluso; come io abbia cambiato le mie idee perché, in fondo, i figli di babbani sono uguali a noi; come io sia cambiato per quella cosa che tu, l’ultima volta, hai criticato tanto. Ho fatto delle scelte» spiegò lui, guardando suo padre «Se sono così felice, adesso, è perché quelle scelte che ho preso, sono state le migliori».
«Sì, lo vedo…» disse Lucius, un colpo di tosse bloccò la sua frase «Riuscirai mai a perdonarmi per tutto quello che ti ho fatto?» gli chiese. Draco lo osservò, sembrava davvero distrutto, affaticato, uno spettro quasi. Serbare rancore dopo tutto quel tempo gli sembrava inutile, soprattutto adesso che il mondo magico viveva in pace; anche Lucius, nonostante tutto, meritava la pace. E poi, non l’avrebbe mai detto a lui, ma lo aveva perdonato nove anni prima, per tutto. Aveva sempre nutrito la speranza che potesse capirlo e alla fine, aveva avuto ragione.
«L’ho già fatto» disse, poi prese qualcosa dalla tasca e gliela porse attraverso le sbarre «Questi sono i tuoi nipoti» affermò, mostrandogli una foto. Sapeva che avesse già visto i bambini dalle foto che sua madre gli aveva mostrato, ma voleva regalargli quella foto, come segno della loro riconciliazione. In cuor suo, aveva sempre sperato che finisse così.
Lucius prese la foto tra le dita, quasi come se temesse di romperla, la guardò e qualche lacrima gli scappò dagli occhi, Draco si ritrovò a sbarrare gli occhi, in tanti anni suo padre non aveva mai pianto.
«Sono davvero splendidi, Draco» affermò l’uomo commosso «Grazie per avermeli mostrati» fece per restituirgli la foto, ma Draco lo fermò scuotendo la testa.
«Tienila tu» gli disse infatti, Lucius strinse la foto tra le dita e poi la guardò commosso «Sono delle vere pesti, soprattutto James, il più grande. Non lasciarti illudere dal suo visino da Potter, è un Malfoy nelle vene» raccontò divertito «Sai che ha provato a salire sul dorso del cane? Mi fa impazzire a volte». Lucius rise, mentre delle calde lacrime gli scivolavano sul volto, Draco gli raccontò dei bambini e di Felpato e poi, prima di andare via, gli promise che sarebbe tornato a trovarlo con Narcissa. Lucius ringraziò suo figlio e anche Harry, quest’ultimo per aver protetto Draco e per averlo reso felice, quando lui non poteva. Andarono via da lì insieme all’Auror che li aveva accompagnati e quando tornarono a casa, Harry non ebbe bisogno di applicare nessun piano salviamo il cuore di Draco, perché suo marito era così felice che quasi volava. Non desiderava nient’altro che quello, vederlo sempre felice. Il viso di Draco non era mai stato tanto bello quanto quel giorno, finalmente anche l’ultimo demone del suo passato era stato scacciato. Il biondo non parlò con le loro amiche, si limitò a prendere i bambini e ad andare in camera da letto con loro, Harry spiegò alle due cos’era successo. Quando ritornò in camera, vide Draco addormentato sul letto con Scorpius appoggiato sul petto e James accoccolato al suo fianco. Non poté fare altro, se non innamorarsi di nuovo di suo marito e di tutta la sua famiglia, raggiungerli e mettersi accanto a loro. Se la perfezione esisteva, lui sapeva esattamente dove trovarla.
 
§§§
 
 
Eleven years later
 
Era il primo settembre e come ogni anno, si incontravano tutti al binario 9 ¾, aspettavano che i bambini partissero e poi andavano tutti quanti a prendere una bibita a Diagon Alley. Era una tradizione nata per caso, quando tutti avevano accompagnato per la prima volta Neville e Blaise che avevano portato Chris alla stazione, il quale adesso studiava per diventare professore di Difesa contro le Arti Oscure con Remus Lupin.
James si apprestava ad iniziare il quarto anno e al suo primo anno, con somma gioia di Draco, era stato smistato in Serpeverde. Harry ci era rimasto un po’ male, aveva sperato che suo figlio continuasse la discendenza dei Potter in Grifondoro, ma era comunque fiero di lui e adesso non vedeva l’ora di scoprire in quale casa sarebbe finito Scorpius.
Erano appena arrivati alla stazione di King’s Cross, al binario 9 ¾, quando videro Hermione e Ron, i quali, in perfetto orario, erano già lì per accompagnare Rose (quarto anno come James) e Hugo (secondo anno).
«Mamma, mamma! Ci sono zio Harry e zio Draco!» squittì Rose, indicandoli. Hermione alzò lo sguardo e sorrise notandoli, mentre i ragazzini correvano ad abbracciarli per salutarli. I due uomini li salutarono calorosamente, abbracciandoli, prima di raggiungere i loro amici e salutare anche loro.
«Allora, Hugo, purtroppo non sei in Serpeverde, perché la tua famiglia ha questa tradizione del rosso-oro, ma… qual è la tua casa preferita?» chiese Draco al ragazzino, quest’ultimo sorrise furbamente, quasi ghignò e guardò lo zio.
«Serpeverde, volevo essere in Serpeverde come zio Draco!»
«Hugo! Sei un Weasley» ribatté Ron, alzando gli occhi al cielo «E tu smettila di importunare mio figlio, hai già la tua piccola serpe, non te ne serve un'altra!» fece indicando James che ghignava mostrando con orgoglio la sua divisa Serpeverde.
«Sono il suo padrino, Weasley, è compito mio guidarlo nelle scelte giuste».
Ron sbuffò sonoramente, mormorando quanto fosse stupido l’amico e maledicendo il giorno in cui gli aveva permesso di essere il padrino del suo secondogenito. Draco ridacchiò alla sua reazione e batté il cinque con il nipote, far impazzire Ron era il loro gioco preferito, fin da quando Hugo aveva imparato a camminare e il rosso ci cascava ogni volta. Nonostante gli anni fossero passati, dentro quei due erano gli stessi ragazzini che si prendevano in giro continuamente.
«Presto ne avrò anche un’altra» fece il biondo, indicando Scorpius che era tra lui ed Harry e cercava di nascondersi.
«No» intervenne Harry, mettendo una mano sulla spalla del bambino «Scorpius non sarà una serpe come te, Draco, è vero, tesoro?» gli chiese speranzoso, lui abbassò lo sguardo imbarazzato.
«M-Ma James ha detto che io potrei finire in Tassorosso» disse il biondino, con lo sguardo basso e le gote rosse.
«Tassorosso?» chiese Harry «E che problema ci sarebbe, scusa?»
«Che… che… James dice che sono tutti sfigati! Io non voglio essere nella casa degli sfigati!» protesto l’undicenne.
Harry si voltò verso il figlio maggiore con uno sguardo quasi omicida. «James, cosa avevamo detto sul fatto di non prendere in giro tuo fratello?»
Il maggiore li guardò divertito e: «Io vado a salutare zia Pansy e zio Theo!» esclamò e scappò via, eludendo la domanda del genitore, che guardò il marito.
«Tuo figlio sta diventando ingestibile» commentò Harry con tono irritato. Avevano già avuto una discussione riguardo James quando era arrivata una lettera di Neville da Hogwarts, in cui l’amico spiegava loro che il loro amato pargolo non studiava e pretendeva di avere voti alti perché, in teoria, era suo nipote. Avevano dovuto spiegargli – di nuovo – che il fatto che Neville fosse suo zio, non implicava favoritismi di alcun genere. James non aveva risposto alle loro lettere per una settimana, poi, per fortuna, Rose lo aveva convinto a mettersi sotto e a studiare. La ragazzina, esattamente come la madre, sapeva come convincere un Potter a mettere la testa a posto. Alla fine era riuscito a prendere una O in Erbologia – anche se è una materia stupida, a che diavolo mi serve studiare le piante? – aveva scritto nella lettera in cui comunicava ai genitori di aver recuperato la sua insufficienza. Aveva ereditato il caratteraccio di Draco e la scarsa applicazione allo studio di Harry (e anche la sua attitudine allo sport) era un mix esplosivo, se lo si sommava al fatto che fosse un ragazzino in piena crisi ormonale.
«Ah certo, è mio figlio quando fa qualcosa che non ti va bene, ma era tuo figlio quando è stato preso nella squadra di Quidditch» borbottò il biondo scuotendo la testa, poi si voltò verso Scorpius e si inginocchiò per essere alla sua altezza «E tu non ti preoccupare, in qualunque casa finirai, saremo orgogliosi di te» disse con lo sguardo fiero prima di abbracciarlo con forza «Noi scherziamo perché su questo siamo sempre stati in competizione, ma tu sei nostro figlio e saremo sempre fieri di te, non dubitare mai di questo, okay?» chiese al figlio, egli annuì e Draco gli sorrise «Tanto lo sappiamo tutti e due qual è la casa migliore» sussurrò divertito al suo orecchio. Il bambino rise e abbracciò forte il padre, annuendo e mormorando "Serpeverde!".
«Ehi, non deviarmi anche l’altro figlio» si lamentò il moro, sospirando. Poi mise una mano tra i capelli di Scorpius e glieli spettinò sorridendo «Ha ragione lui, saremo sempre orgogliosi di te, tesoro» lo rassicurò, poi aggiunse: «E comunque, chi ha detto che i tassi sono sfigati? Io ho partecipato al Torneo Tremaghi con un Tassorosso e non aveva niente da invidiare a un Grifondoro o a un Serpeverde» disse.
«Oh no, ora comincia con le sue imprese» disse Draco, alzando gli occhi al cielo, divertito «Vado a salutare gli altri, stanno arrivando» disse, rimettendosi in piedi, mentre si sentiva l’eco della voce della piccola Dafne urlare zio Draco!
Harry rise e scosse la testa e raggiunse il marito per salutare i nuovi arrivati, i figli di Pansy e Theo, Dafne e Trevor, avrebbero iniziato il primo anno insieme a Scorpius, erano nati nello stesso anno, ma con qualche mese di differenza.
Scorpius invece guardò Hermione che stava salutando Neville che era appena arrivato. «Zia, ma i miei papà facevano così anche quando andavano a scuola?» chiese.
«Oh tesoro» Hermione ridacchiò «Anche peggio. Stai tranquillo, non litigano davvero, fanno finta, è il loro modo per volersi bene» gli disse la donna sorridendo.
«Zia, e se finissi in Corvonero?» chiese.
«Tesoro, ti ricordi di Luna Lovegood?» chiese lei, il bambino annuì «Lei è stata in Corvonero ed è una delle nostre migliori amiche. E poi non conta in quale casa sei, basta che tu abbia buoni amici, guarda noi!»
Scorpius ridacchiò, portandosi le mani davanti alla bocca e annuì. In realtà, Scorpius ammirava molto il rapporto che avevano i suoi genitori, perché lo sapeva che si amavano tanto – li aveva sentiti dirsi le paroline dolci una sera – e gli piaceva che scherzassero tra di loro, quando papà Draco chiamava papà Harry Sfregiato o San Potter ridevano sempre tanto, anche se non aveva mai chiesto perché lo chiamasse in quel modo.
«Ehi, ecco il nostro piccolo campione!» esclamò Pansy, abbracciandolo con forza «Allora, Scorpius, emozionato per il tuo primo anno a Hogwarts?»
«Tantissimo, zia Pansy! Non vedo l’ora di essere lì!»
Lei gli sorrise dolcemente «Allora che aspetti? Sali sul treno, gli altri ti stanno aspettando!»
Il ragazzino rise e poi abbracciò le due zie, poi si avvicinò ai suoi genitori e li abbracciò uno alla volta.
«Mi raccomando» fece Harry «Sii prudente sul treno. E non litigare con James».
Lui scosse la testa «Non litigo con James, è James che litiga con me».
«Chissà da chi avrà preso…» commentò Harry sarcasticamente, guardando verso Draco che alzò gli occhi al cielo.
«Forza, marmocchio, sali sul treno se non vuoi rimanere a Londra». Scorpius annuì e il padre lo abbracciò di nuovo con forza, come se non volesse lasciarlo andare. Aveva già lasciato James, doveva essere facile quella volta, ma era sempre difficile lasciar partire un bambino. Quando lo lasciò andare, la sua piccola copia salì sul treno, dopo aver abbracciato anche Harry e raggiunse il fratello nel vagone, si affacciò dalla finestra per salutare i genitori, mentre James alle spalle gli diceva di smetterla di essere ridicolo, perché li guardavano tutti. Scorpius si scrollò di dosso il fratello e raggiunse i figli di Pansy e Theo, perché con te non ci voglio stare, idiota!
Il treno partì e, dopo un po', sparì all’orizzonte. Gli adulti sorrisero malinconicamente guardando il treno allontanarsi. Era sempre un’emozione grandissima lasciare che i figli andassero a Hogwarts, ma era anche terrorizzante, ricordando gli anni in cui ci erano andati loro.
«Ugh» fece Harry «Sono tutti tuoi eredi, finiranno tutti tra le piccole serpi».
«Che vuoi farci, Potter?» fece l’altro, mettendogli le braccia attorno ai fianchi «Seguono tutti la strada giusta».
«Tu pensi, Potter?» domandò retoricamente Harry mettendogli le braccia attorno al collo «Abbiamo finalmente un po’ di tempo per noi. Che pensi di fare?» chiese. Draco rise e gli lanciò uno sguardo malizioso prima di voltarsi verso i loro amici, che li guardavano esasperati come al solito.
«Penso che adesso andremo a prendere la solita bibita con i nostri amici. Poi ci smaterializziamo a casa e… potremmo portare avanti quel progetto di avere una bambina» fece con aria maliziosa.
Harry annuì sorridendo, prima di poggiare le labbra su quelle del marito, rubandogli un bacio a stampo, bacio che Draco non esitò ad approfondire, palpandogli il sedere «Sei un porco! Non cambi mai!» si lamentò Harry divertito, scuotendo la testa.
«Beh, tu desideri avere una bambina, io non posso che essere d’accordo e… sai, aiutarti nell’impresa» fece Draco, divertito; Harry arrossì e scosse la testa, senza ribattere. «Sei adorabile quando fai il pudico, lo sai?»
«Ma smettila».
«Se avete smesso di flirtare come due novelli sposi, noi siamo ancora qui» li richiamò Ron «Sono passati, quanti? Vent’anni? E ancora vi comportate come degli sposini durante il primo anno di nozze!» esclamò esasperato.
«Diciotto e un mese, mio caro Weasley» fece serafico Draco, stringendo il marito contro di sé «Geloso?» ghignò guardandolo, Harry ridacchiò infossando il naso contro il suo collo «Forse Hermione non ti dà abbastanza attenzioni? Oh povero, piccolo e infelice Weasley».
«Piantala, Draco!» intervenne Hermione, scuotendo la testa «Lo sappiamo che sotto sotto vi volete bene».
«Certo!» esclamarono sia Draco che Ron, facendo ridere i rispettivi consorti.
«Su, su! Smettetela tutti!» esclamò Pansy «Pensate a me che ho lasciato andare due bambini insieme per la prima volta!» Draco si ritrovò a dare ragione all’amica, lasciarli andare uno alla volta era difficile, figurarsi tutti e due per la prima volta, quando aveva lasciato partire James per la prima volta, aveva la certezza di avere ancora Scorpius a casa.
«Povera Pansy» fece allontanandosi da suo marito e abbracciando l’amica «Sopravvivrai, scommetto che Theodore non vede l’ora di trascorrere un po’ di tempo da solo con te».
«Puoi giurarci, amico!» ribatté l’interpellato «Amo i bambini, ma… un po’ di intimità per noi due, non guasta».
«Mi piace quando fai così» fece lei, baciando il marito.
«Mi sento il terzo incomodo adesso» si lamentò fintamente seccato Draco. Harry lo raggiunse e lo baciò con trasporto, stringendolo contro di sé, per non farlo sentire solo.
«Santo cielo, siamo tutti adulti e vi comportate come dei ragazzini di sedici anni» commentò Ron, scuotendo la testa divertito, Hermione, risoluta, lo zittì con un bacio, provocando una risatina da parte di tutti gli altri.
«Siamo ancora tanto innamorati» ribatté Draco «E poi si sa, noi Serpeverde siamo molto più attivi sotto le lenzuola».
«Ti prego, evita, Malfoy» lo supplicò Ron.
«È Potter per te, chiaro?» domandò retoricamente il biondo, con aria fintamente minacciosa.
«Su, su, non fate i ragazzini. Abbiamo un appuntamento da rispettare, poi Neville tornerà a Hogwarts e non lo vedremo fino a giugno» intervenne Hermione per sedare gli animi.
«Già, povero Blaise, sai che sofferenza?» fece Theo.
«Una vera sofferenza» incalzò Pansy, divertita.
«Smettetela» intervenne l’interpellato, che aveva assistito alle loro piccole discussioni senza intervenire «Fatevi gli affari vostri».
«Per la cronaca» aggiunse Neville, afferrando la mano del compagno, per trascinarlo fuori dalla stazione «Gli lascio aperto il camino della mia camera. Lui mi raggiunge ogni volta che vuole».
«Neville! Non ci hai mai detto niente?» fece Draco scioccato «Blaise, anche tu! Potevi tenerci aggiornati» si lamentò, ma la coppia interessata, non li stava più ascoltando, ridendo i due si avviarono verso il passaggio per uscire dalla stazione magica e furono seguiti dagli altri che volevano informazioni più succulente, ma non le ottennero.
Poco dopo, si ritrovarono a Diagon Alley tutti insieme, a bere chi una bibita chi una birra, per salutarsi come ogni anno per augurarsi a vicenda un buon rientro al lavoro dopo le vacanze. Potevano scherzare tra di loro, potevano prendersi in giro come i ragazzini che erano stati, ma erano ormai un gruppo affiatato, un gruppo di persone che, per un motivo o un altro, si erano avvicinate e che avevano stretto un rapporto d’amicizia che superava qualunque concezione. Non importava in che casa fossero stati assegnati a scuola, Ron e Theo erano partner nella loro divisione Auror e collaboravano spesso con il dipartimento in cui lavoravano Draco e Blaise, Hermione e Pansy lavoravano entrambe al San Mungo, Neville sorvegliava e istruiva i pargoli di tutti i suoi amici e Harry offriva a tutti i biglietti gratis per le partite di Quidditch, spesso si ritrovavano tutti allo stadio e passavano del tempo insieme, lasciando i bambini con Molly e Narcissa, che non vedevano l’ora di fare le nonne a tempo pieno. Erano decisamente un bel gruppo assortito, ma tutti erano certi di una cosa, avrebbero affrontato qualsiasi cosa insieme, in ogni caso.
 
Quando Edvige entrò nella loro stanza, quella sera e lasciò cadere la lettera sulle coperte, Harry guardò verso Draco, emozionato. Doveva essere Scorpius che comunicava in quale casa fosse finito. Erano emozionati, Harry ricordava bene l’emozione che aveva provato quando aveva saputo da James in quale casa fosse stato smistato. Non aveva dubbi che suo figlio avesse preso molto da Draco, il quale si era addirittura commosso, nello scoprire che il suo bambino fosse il suo degno erede. Così entrambi, aprirono con le dita tremanti la lettera, come se fosse stata la prima volta.
Cari papà,
 Questa lettera non vi renderà molto fieri di me. Non sono stato smistato né in Grifondoro né in Serpeverde. James ha detto che questo vi avrebbe resi molto tristi, anche perché Trevor e Dafne sono finiti in Serpeverde come tutti si aspettavano… mi dispiace tanto, il Cappello mi ha smistato in Corvonero. Un po’ sono contento, perché ho incontrato un ragazzo e una ragazza sul treno, mentre fuggivo da James e dai suoi amici stupidi. Siamo finiti tutti e tre nella stessa casa. Ma… voi siete contenti? Vi ho deluso? Spero di no.
Vi voglio tanto bene,
Scorpius.
«Devi fare un discorsetto serio a tuo figlio» fece Harry, passando a Draco la lettera di Scorpius e prendendo della carta per rispondergli subito «Deve smetterla di tormentare suo fratello». Il biondo l’afferrò e la lesse velocemente, storcendo il naso, come poteva pensare Scorpius che loro non potessero essere fieri di lui? Era assurdo.
«Lo farò immediatamente, quel piccolo mascalzone avrà una bella ramanzina» borbottò Draco, prendendo della carta anche lui e inforcando gli occhiali; con l’avanzare dell’età aveva iniziato ad averne bisogno, ma solo per leggere o scrivere. «Anzi sai che ti dico? Gli manderò una bella strillettera. Così impara» affermò con decisione.
«Non ti sembra esagerato? Tutti sentiranno cosa hai da dire» osservò Harry, pensieroso. Ricordava ancora quando Ron ne aveva ricevuta una… l’amico era morto dall’imbarazzo e forse era un po’ esagerato mandarne una a James, ma forse Draco aveva ragione, Scorpius era più sensibile di quanto il maggiore immaginasse e tendeva a credere a tutto ciò che il fratello gli diceva.
«Ben gli sta» borbottò il biondo, facendo ridacchiare il marito «Così impara a non tormentare Scorpius».
«Più che altro… mi chiedo come abbia fatto il Cappello a metterlo proprio in Corvonero».
«Semplice, mio figlio è un genio» rispose Draco, vantandosi del bambino, Harry gli pizzicò il fianco, ridendo.
«Nostro figlio» lo corresse infatti, il biondo si voltò verso di lui con uno sguardo di sfida, prima di sovrastarlo con il suo corpo, gli afferrò i polsi e li inchiodò sul cuscino.
«È intelligente, ovviamente ha preso da me» disse sorridendo, baciandogli il mento «Tu non eccelli per intelligenza».
«Taci» ribatté Harry, cercando debolmente di scrollarsi il biondo di dosso.
«Zittiscimi tu» replicò Draco. L’altro intercettò il suo sguardo e poi sporse il busto verso di lui, unendo le loro labbra in un bacio umido, molto appassionato. Il biondo si zittì immediatamente e rispose al bacio nello stesso modo. Sollevò il volto da quello del marito e lo guardò negli occhi «Qual è il piano per stasera?» chiese.
«Uhm…» Harry si liberò le mani e le passò dietro alla schiena del biondo, guardandolo negli occhi «Rispondiamo ai nostri figli e poi… beh, un po’ di fantasia».
Draco rise e gli rubò un altro bacio «Non ci stancheremo mai di comportarci come ragazzini, vero?» Harry intrecciò le dita dietro alla nuca del biondo e lo guardò negli occhi, un sorriso gentile, adorabile, furbo comparve sulle sue labbra.
«Mai» rispose, prima di baciarlo ancora una volta. Oh sì, Draco lo aveva sempre saputo, loro due non si sarebbero mai annoiati, non tra le coperte almeno. Entrambi composero velocemente le lettere per i loro bambini, poi consegnarono le due lettere a Edvige, che spiccò il volo immediatamente.
Draco avvolse le braccia attorno al corpo di Harry e sorrise, dandogli un dolce bacio sulle labbra, poi lo guardò negli occhi: «Allora, dov’eravamo?» chiese. Harry spense la luce e rise, prima di baciare di nuovo suo marito. Oh sì, l’attendeva una notte incredibile con suo marito, poteva chiedere di meglio?
 
§§§
 
«Benvenuta, Lily Narcissa Potter» fece Draco, prendendo tra le braccia una neonata, che era un mix perfetto tra lui e Harry, aveva gli occhi verdi come Harry e i capelli biondi come Draco, era la loro piccola stella. Entrambi avevano sempre desiderato avere una bambina e adesso era lì, tra le sue braccia. Averla, però, non era stato facile quella volta. Erano arrivati in ospedale, non appena avevano capito che Lily stava per nascere, ma quelle erano state ore di puro terrore, c’era stata una grave complicanza durante il parto e il biondo aveva seriamente temuto di perdere suo marito e la sua bambina. Aveva avuto paura che, dopo quella giornata, sarebbe rimasto da solo con i due ragazzi a cui spiegare cos’era successo, si sarebbe sentito in colpa per tutta la vita. Come avrebbe fatto a spiegare a loro due che Harry era morto nel tentativo di dare alla luce la bambina? E che neanche lei era sopravvissuta? E che era stata colpa sua, perché aveva permesso a Harry di prendere quella pozione? Erano state ore di panico, durante le quali non era riuscito neanche a guardare in faccia i suoi stessi figli o sua madre, aveva pensato tutti gli scenari peggiori per tutto il tempo, neanche le battute di Ron erano riuscite a distrarlo… poi la buona notizia dal guaritore che si stava occupando di loro: tutto era andato bene, nonostante la complicanza, sia il padre che la figlia stavano bene e Draco, sollevato, quasi aveva abbracciato l’uomo che aveva salvato entrambi. James e Scorpius lo avevano raggiunto subito e lo avevano abbracciato entrambi per sostenerlo, anche loro sollevati che fosse andato tutto per il meglio. Erano stati in pena per entrambi i loro genitori quella mattina, anche se la nonna aveva provato a rassicurarli, entrambi si erano sentiti afflitti per tutto il tempo e impotenti, fino a che non avevano visto loro padre parlare con un guaritore e tirare un sospiro di sollievo, a quel punto si erano avvicinati a lui e finalmente tutti e tre erano riusciti a vedere la piccola. Era minuscola. I due fratelli maggiori furono estremamente felici di vederla e immediatamente la presero dalle braccia di Draco per poterla coccolare un po’.
«Guarda, Scorp, ti assomiglia!» esclamò James, tenendola delicatamente come se fosse la cosa più preziosa che aveva.
«Sì, è vero. Ma guarda, ha il naso come il tuo!» esclamò il minore, osservando la piccola «Ciao Lily. Noi siamo i tuoi fratelli maggiori!» disse il dodicenne «Ti proteggeremo sempre, vero, Jamie?»
«Sì, è vero. Ti proteggeremo sempre» promise il più grande.
Mentre loro tenevano la bambina, Draco si abbassò sul viso di Harry e gli diede un bacio sulla fronte. Dentro di sé, era felice che i figli dicessero quelle cose, ma il senso di colpa per aver quasi ucciso Harry, di nuovo, lo stava logorando, aveva bisogno di sapere se stesse bene.
«Stai bene?» gli chiese in un sussurro, sedendosi accanto a lui sul lettino. Il moro, senza forze, annuì, guardando il marito con gli occhi che brillavano, si sentiva a pezzi, ma era felice «Mi hai fatto morire di paura, non permetterti mai più di fare una cosa del genere, Potter». Il moro rise appena, scuotendo la testa, Draco lo guardò con serietà, aveva davvero temuto di perderlo stavolta. Si chiedeva ancora come avesse fatto Harry a convincerlo quella volta, già con Scorpius era stato fortunato, ma con Lily, la sua fortuna sfacciata lo aveva sostenuto di nuovo. Draco non aveva avuto la mente lucida fin da quando gli avevano detto che il paziente era in pericolo di vita, insieme alla bambina. Ma per fortuna, lui era sposato con Harry Potter, il baciato dalla fortuna per eccellenza, quando si trattava di salvarsi la vita in condizioni di pericolo.
«Sto bene, Draco» sussurrò il moro con un filo di voce, allungando una mano verso il viso contratto del marito «Lo giuro, sto bene». Il biondo annuì e gli diede un leggero bacio sulle labbra, sospirando sollevato, come se avesse realizzato solo in quel momento che suo marito fosse realmente salvo. Lo abbracciò senza aggiungere altro e guardò verso i loro ragazzi che tenevano la bambina e sorrise finalmente, sentendo tutto il dolore che aveva accumulato, liberarlo, lasciando posto a una sensazione di dolcezza e felicità che aveva provato solo quando erano nati James e Scorpius.
«Nonna, nonna, guarda com’è piccola!» esclamò Scorpius, indicando la bambina tra le braccia di James, Narcissa era appena entrata per accertarsi che la sua famiglia stesse bene. Lei era stata una roccia per tutti e si era anche occupata dei ragazzi, tra le altre cose. La donna rivolse uno sguardo al genero disteso nel letto e uno a suo figlio, il quale annuì, regalandole un piccolo sorriso, a quel punto, anche lei rilassò le spalle e poi riuscì a lasciare andare la tensione accumulata per tutto il tempo.
«Oh, quanto ti somiglia, Draco!» esclamò la donna, prendendo la bambina tra le sue braccia «Ma somiglia anche a voi due, ragazzi miei!» aggiunse, ammiccando verso i nipoti che ridacchiarono imbarazzati «Harry, l’hai già vista?»
«Mamma, Harry è debole. Non può prenderla adesso».
«Aiutami» mormorò il moro, guardandolo «Voglio tenerla». Draco alzò gli occhi al cielo e sospirò rassegnato, suo marito non sarebbe cambiato mai, neanche a quarant’anni suonati. Così, senza obiettare, lo aiutò a mettersi seduto, lo sentì gemere di dolore e si morse le labbra, non gli andava di discutere, quando aveva appena rischiato di perderlo. Poi Narcissa gli mise la bambina tra le braccia e Harry la guardò per la prima volta e sorrise. Sarebbe morto altre dieci volte, pur di mettere al mondo quella meraviglia. Delicatamente le diede un bacio sulla fronte.
«Ciao piccolina» sussurrò il papà, guardandola «Draco, è meravigliosa» mormorò commosso. Draco quasi pianse nell’osservare la scena e appoggiò la testa sulla spalla di Harry, per osservare la bambina da vicino, insieme a lui.
«Sì, è bellissima» sussurrò il biondo.
«Mettetevi tutti vicini» disse Narcissa «Vi faccio una foto» affermò. I due ragazzi si sedettero sul letto ai piedi di Harry, mentre Draco avvolgeva un braccio attorno alle spalle del marito per stringerlo a sé. La donna si preparò con la macchina fotografica e scattò la foto, senza alcuna esitazione. «Siete bellissimi» commentò lei, osservando la foto che era appena uscita dalla polaroid. Hermione entrò a controllare sia Harry sia la bambina e lo abbracciò congratulandosi con lui. I loro amici insieme ai figli, tutti i Weasley al completo, i loro colleghi di lavoro e altre persone andarono a trovarli per congratularsi e portare dei doni ad entrambi, poi quando tutti andarono via, Harry rimase solo con la sua famiglia, Draco riprese la bambina per permettergli di riposare – ordini del suo guaritore – e la ripose nella culletta accanto al letto del marito, dopo averle dato il latte col biberon. Poi Draco abbracciò sia Scorpius che James, i quali grugnirono contrariati, ma ricambiarono la stretta del padre e Harry, dal suo letto d’ospedale, guardò il marito e i suoi figli con gli occhi colmi d’affetto e sorrise, ringraziando mentalmente Voldemort per avergli permesso di conoscere davvero Draco e di averlo inconsapevolmente avvicinato a lui. Se non fosse stato per quella missione, adesso non sarebbero così felici. Che fosse stato tutto un gioco del destino o meno, Harry doveva solo ringraziare quell’avvenimento, per com’era andata a finire la sua vita. Non avrebbe potuto essere più felice di quel momento. Lui, Draco e i loro figli: la famiglia che aveva sempre desiderato e che aveva ottenuto grazie al beffardo gioco del destino (o come avrebbe detto Draco: un altro segno della sua fortuna sfacciata) che aveva riscritto il loro fato e aveva cambiato ogni cosa. Come nelle migliori fiabe, che era solito raccontare ai suoi bambini, quando erano ancora piccoli e che presto avrebbe letto a Lily, grazie a quella cosa indefinita, lui e Draco avevano ottenuto il loro lieto fine, il loro per sempre felici e contenti.


 

The end.



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Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
 
Ciao a tutti/e. Con il cuore a pezzi, vi dico che questo è l’ultimo capitolo della storia, l’epilogo. Perdonate il ritardo, a causa dello studio (maledetta sessione invernale ><) non avevo controllato il capitolo ed era un mezzo disastro ahahah spero che non sia orribile!
Harry e Draco sono arrivati alla fine della loro avventura, sono passati dall’essere nemici all’essere amici, poi si sono innamorati l’uno dell’altro, hanno litigato, pomiciato un sacco e sconfitto Voldemort insieme. Poi hanno rimesso insieme la loro vita, ci sono stati l’uno per l’altro e nel frattempo hanno costruito dei legami d’amicizia che non si possono più scindere. E alla fine hanno messo su la loro famigliola felice, tre pargoli: un Serpeverde, un Corvonero e una futura Grifondoro (Lily sarà l’orgoglio di Harry per questo, ma già entrambi i papà hanno perso la testa per lei). Narcissa vive con loro, perché Draco ha finalmente ritrovato sua madre e non vuole che lei viva da sola, lontano da lui; Harry che una mamma non l’ha mai avuta non può dirgli di no. E alla fine (qualcuno ci aveva sperato, io lo so) Lucius si pente di tutto quello che ha fatto/detto a Draco. (Potevo mai lasciare mio figlio senza una gioia? Pft).
Ma that’s all. Twist of fate arriva alla sua conclusione, il mio cuore è scisso in due perché da una parte volevo che voi sapeste il finale, ma dall’altra ho una voragine perché mi mancherà questa storia, mi mancherà correggerla per ore, mi mancherà leggere i vostri pareri, mi mancheranno i miei Harry e Draco.
Ho iniziato a scrivere questa storia in estate, per scaricare la tensione di una difficile sessione estiva e perché avevo bisogno di scrivere qualcosa su questi due, dopo aver fatto la maratona di tutti i film (stavolta in inglese LOL) quando c’erano 40 gradi all’ombra e dovevo scrivere con il ventilatore addosso. Adesso sto pubblicando l’ultimo capitolo con la stufa addosso. L’ho iniziata ad agosto (abbozzata intorno alla metà di luglio) e finita più o meno a inizio settembre, alcuni capitoli erano solo abbozzati, altri scritti completamente. La concludo dopo oltre 200mila parole, circa 240 pagine, tanto sudore, tante lacrime e soddisfazioni. Vi ringrazio dal profondo del cuore per averla seguita, per averla aggiunta tra le preferite/ricordate o seguite, per averla visualizzata. Ringrazio lilyy ed Eevaa che hanno recensito lo scorso capitolo e chiunque abbia lasciato un commento nel corso della storia. Ringrazio lilyy per la pazienza che ha nel correggermi i capitoli, davvero. Grazie.
Ringrazio il mio professore di Filosofia Morale, se non mi avesse fatto studiare i pregiudizi morali probabilmente questa storia non sarebbe mai nata. Tutto è nato da quel dannato esame che mi ha fatto perdere la mente in estate >< che per fortuna è andato per sempre e l’ho passato dignitosamente, si può dire che questa storia mi abbia portato fortuna. Ringrazio anche harrypotter.fandom.com (Harry Potter Wiki) per le informazioni sul mondo magico che durante la storia mi sfuggivano. Non vorrei cliccare “completa” ma devo farlo. Questo è quanto. Io spero che anche l’epilogo sia di vostro gradimento e spero di non avervi deluso. Spero di avervi fatto appassionare, di avervi lasciato qualcosa con questa storia, di avervi trasmesso delle emozioni, o almeno quelle dei personaggi che fanno da filtro alle mie, spero che sia stata di vostro gradimento e che i mesi trascorsi insieme nella pubblicazione di questa cosetta, ne siano valsa la pena. Queste sono le note più difficili che ho scritto finora, le ho riscritte forse 5 volte. Non conosco le parole giuste per ringraziarvi. La saga di Harry Potter è una di quelle saghe che mi è rimasta nel cuore fin dall’infanzia e che forse farà sempre parte di me (per citare Voldy: è il mio passato, presente e futuro) pensate che ormai il mio motto è diventato: “Se Harry Potter ha sconfitto Voldemort con un Expelliarmus, io posso superare l’esame/fare questa cosa difficile”. Harry e Draco sono una delle mie OTP supreme (insieme alla Merthur e alla Destiel LOL) e spero di averli resi al meglio, pur avendoli stravolti con il mio immancabile OOC; non credevo di poter mai pubblicare qualcosa in questo fandom, temevo sempre di violare qualcosa di bello come HP ma, alla fine, sono contenta di averla pubblicata e di avervi fatto conoscere questa storia.
Come in ogni storia che scrivo, lascio in questa un pezzetto della mia anima (un horcrux? Who knows…)  ma davvero questa storia si porta un pezzetto di me, perché le ho dedicato ore, giorni, settimane, mesi di lavorazione e sono fiera di me stessa e di come l’ho portata avanti. Spero solo che possa piacere anche a voi, per me è stato un ostacolo superare i 10 capitoli. Non avevo mai scritto storie così lunghe, né così intricate, ma sono contenta di esserci riuscita, questa storia si porta via un pezzo di me e io spero di lasciarvi anche solo un’unghia di quello che io ho provato nello scriverla. Ogni storia che scrivo (pur essendo una ff) è un piccolo passo per la realizzazione del mio più grande sogno. (Ho ancora tanta strada da percorrere, ma sto lavorando sodo per riuscirci).
Ho davvero finito, Twist of Fate finisce qui, gente. Ma! Comunicazione di servizio: nel prossimo futuro verranno postate due OS missing-moments su due coppiette apparse in questa storia, che non hanno avuto lo spazio che meritavano, perché, beh, lo spazio lo hanno preso tutto Harry e Draco (sono ingombranti, che vogliamo farci?) sto parlando di Neville/Blaise e di Seamus/Dean (non necessariamente in quest’ordine LOL)
Grazie di nuovo per il sostegno, per le recensioni e per le visualizzazioni, per le preferite, seguite e ricordate.
Tornerò, non so quando, ma tornerò con altre Drarry (una one shot è in fase di correzione, potrebbe arrivare prima di quanto possiate immaginare, forse anche una short fic farà la sua comparsa, ma per le long è un'altra storia ahah è una mia filosofia di vita non iniziare a pubblicare nulla, prima di aver finito o quasi la storia in questione e, in generale, ogni storia mi prende un sacco di tempo). So, that’s all!
A presto!
E per l’ultima volta…
 
Fatto il misfatto!

   
 
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