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Autore: aurora giacomini    05/02/2020    1 recensioni
ATTENZIONE: Questa è la seconda parte di "Per un Bacio" la storia segue un ordine temporale preciso.
Dal Testo:
"Ciao, Amico Lettore,
Uh? Cos'è quella faccia? Cos'è, ti eri dimenticato di me? Mi spezzi il cuore...
Quanti anni sono passati....? Fammi pensare... è l'Ottobre 2029... nove anni... wow...!
Ah, ora capisco cos'è quell'espressione... pensavi forse che non sarei rimasta ad osservare chi, fra i mille passanti, avrebbe infine raccolto il mio quaderno...?"
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Per un Bacio'
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Nei Miei Occhi si Vede il Diavolo?

 

 

E' comodo non aver paura di terminare la carta... ci pensi mai?

Ci ho messo quindici capitoli per scrivere la storia di una giornata/due... un quaderno standard e qualche foglio... cosa pensi che potrei fare se avessi a disposizione l'intera Foresta Amazzonica...?

Sto scherzando... diamine come sei serioso...! Non vedo la tua faccia, ma posso immaginarla...

A volte temo che tu sia in collera con me... certo, forse queste lettere invadono la tua quotidianità, ti fanno sentire insicuro nel luogo in cui, per definizione, suppongo, dovremmo sentirci maggiormente a nostro agio... casa. Ma lo ripeto ancora: tu, da me, non hai nulla da temere... non voglio farti del male... voglio solo la tua attenzione...!

La scelta di raccogliere quel quaderno è stata tua, ricordatelo...

E' arrivato il momento di dirti una cosa: nel caso mi succedesse qualcosa, ho incaricato la mia compagna di consegnarti una lettera 'diversa', in qualche modo, da tutte queste... c'è tutta la verità, riassunta in breve... non posso rischiare che tu non sappia... non posso permetterlo...!

Fino ad allora, continuerò a scriverti e consegnarti queste benedette lettere...

Cosa c'è? Pensi forse che la Dea dal Cappuccio Nero non mi prenderà con sé? Guarda che verrà anche per te... viene per tutti... 'se hai vissuto, certamente morirai...' questa frase non è mia, lo presa da una storia di una giovane scrittrice o aspirante tale: Aurora qualcosa... affronta spesso temi come la morte... non siamo troppo diverse, lei ed io... quasi fossimo la stessa persona o parte di essa... le facce della stessa medaglia...

Ad ogni modo, vuoi sapere come ho fatto a non morire, quella sera, soffocata dal mio stesso vomito? Beh, lo vorrei sapere anche io... anche se, ho ragione di pensare che sia stata Rosemary a salvarmi...

Andiamo avanti...

 

 

 “Io so volare molto bene...” mi dice Carmela, una donna dalla pelle olivastra, gli occhi verde scuro e i capelli corvini. Mi ricorda Esmeralda del Gobbo di Notre Dame, nella trasposizione Disneyana... è una donna di quaranta, forse quarantacinque anni... bella da far paura, ma fuori come un balcone...

“Dove hai imparato...?” Le domando, ben conscia di aver affrontato l'argomento ormai troppe volte.

Mi guarda con quelle sue lanterne verdi, nei suoi occhi c'è la follia e l'innocenza di una bambina... questo mi ha sempre trattenuta da usarle violenza, dal costringerla ad aprire le gambe per me... dall'avere la sua lingua fra le mie cosce... non potrei mai violare qualcosa di così innocente e puro... non sono un mostro.

“Perchè, tu non sei capace?” Sembra sbalordita.

“No, purtroppo non mi sono mai applicata...” le sorrido.

Mi guarda in silenzio per qualche secondo... mi fa paura quando lo fa... lei mi vede, mi vede dentro... è cosciente di chi io sia, so che lo è.

“Cosa vuol dire, applicata? Perchè non parli normalmente?” Mi domanda, corrugando leggermente la fronte... ora sì che sembra davvero una bambina... “mi prendi in giro?”

“Ma certo che no... scusami, sono un po' matta...” le dico.

Il sorriso, che spunta sulle sue labbra, le illumina il volto: è contenta che a tutto ci sia stata spiegazione. “Sei matta!” Ride.

“Sì, tutta matta!” Rido con lei, rido senza divertirmi... rido per non piangere.

“Ho ucciso sette persone, una per ogni peccato capitale.” Dice, di punto in bianco, trapasandomi con lo sguardo.

In realtà si trova in questo manicomio -si, continuerò a chiamarlo così- criminale, perchè ha ucciso la figlioletta di appena tre mesi, lasciandola affogare nell'acqua del bagnetto. Fu un incidente, ma questo l'ha mandata fuori di testa, riducendola nello stato in cui versa al momento. Lo stato che, infine, l'ha indotta ad uccidere il suo compagno con delle forbici...

So queste cose perchè alla gente piace parlare, e a me piace ascoltare... ma di Alessio, la persona che mi fornisce un quadro generale sulle persone ricoverate qui, beh, ne parliamo dopo.

“Hai fatto bene.” Le dico, assumendo un'espressione risoluta.

Annuisce, “lo penso anche io... i peccatori devono morire...!” Si blocca e irrigidisce come se l'avesse morsa un ragno, “ma siamo tutti peccatori? Sono io una donnaccia peccaminosa?!” (quel 'sono io' è una caratteristica della sua lingua madre: l'Inglese, dove, per fare una domanda, tipo: sono matta? Si dice: Am I Crasy? Ovvero Verbo essere -To be- prima del Soggetto quindi: To Be+ Soggetto) Urla, mentre abbondanti lacrime, come una lente, rendono le sue iridi ancora più grandi e luminose.

“Ma certo che no. Non pensarlo neppure...” le dico, cercando di calmarla prima che perda... beh, quel poco autocontrollo che le rimane... diventa violenta quando si agita...

“Sei sicura? Chi te l'ha detto?” E' in bilico fra calmarsi e scoppiare.

“Dio, mi ha detto che sei la sua pecorella preferita...” ma immediatamente dopo, mi pento... uh, se me ne pento...

“Tu non parli con Dio! Sei una bugiarda!!!” Scatta in piedi, “maledetta! Bugiarda, bugiarda!!!” Mi punta il dico contro, mentre nei suoi occhi, l'innocenza viene inghiottita dalla follia.

“Scusami, Carmela... ma ora calmati, per favore...” porto le mani in avanti: cerco di prevenire una lotta.

“Sono io Carmela? Sei una bugiarda! Non mi fido di te! Nei tuoi occhi vedo il diavolo! Bugiarda!!!” Urla. Ma per il momento va tutto bene... per quanto le cose, in un tale manicomio, possano andare bene...

Intorno a noi, gli altri ricoverati, si agitano, allarmati dalle urla di Carmela...

Nei miei occhi vede il diavolo...? Cosa significa?

“Che sta succedendo qui?!” E' la voce di Alessio, l'OSS (Operatore Socio Sanitario) di turno. “Su, tutti nelle vostre camere, la ricreazione è finita!”

Non me lo faccio ripetere...

 

Nei miei occhi si vede il diavolo...? Certo, sono stata io la prima a dire che Carmela mi vede... ma... ma è matta, giusto? Ma se la follia le avesse aperto una 'porta mistico-sensoriale'? Non so esattamente cosa intendo, non chiedere...

Se quest'abilità le permettesse di vedere davvero l'anima, la vera essenza della gente...?

Il diavolo... la non morale, l'amoralità.... ma io non ne sono priva... giusto? Io comprendo la differenza fra giusto e sbagliato, fra positivo e negativo... non uso bene e male, non credo al bene e al male...

Ho ucciso una ragazza... la mia anima è macchiata, rotta... lurida... ma io non sono malvagia... giusto? Io posso scegliere se compiere un'azione atta a nuocere o meno... ho la morale...

Di conseguenza...

“Pronto? C'è nessuno in casa?” Alessio mi sventola la mano davanti agli occhi.

“Nei miei occhi vedi il diavolo, Alessio?” Gli domando.

Lui si ritrae e i suoi occhi, celesti come il ghiaccio, si socchiudono appena, “eh?”

“Ti ho domandato se nei miei occhi vedi la bestia, l'amorale... il diavolo...” insisto.

“No... non penso... che razza di domande. Non hai proprio niente da fare tu, ah?” Mi sorride, ha un brutto sorriso: lo spazio, fra i suoi piccoli dentini gialli e marroni, è troppo grande.

“Sono in un manicomio... cosa debbo fare se non pensare...” mi appoggio al muro, sotto la finestrella.

“E' per colpa di Berserk?”

Berserk, il capolavoro di Kentarõ Miura, Alessio ne è ossessionato... si è pure fatto tatuare il simbolo del sacrificio dietro al collo... come Guts... anche a me piaceva molto, ho finito di leggere il manga, certo, fin dove l'autore era arrivato prima che finissi qua dentro...

Alessio mi porta alcuni comics, ma sono quelli che ho già letto...

“No... non centra nulla...” gli rispondo.

“Sei arrivata ai Cinque Della Mano di Dio...?”

Ecco che attacca...

“Ehi, ho ancora cinque minuti... quindi...” mi dice, dopo aver riassunto ciò che già sapevo sul manga.

Abbasso gli occhi sul cavallo dei suoi pantaloni: il suo membro è duro, pulsa e spinge contro il tessuto bianco della divisa.

All'inizio mi faceva schifo, mi sentivo sporca nel masturbarlo... ora è solo un'azione meccanica... qualcosa che mi consente di vivere alla meno paggio qui dentro...

Quando libero il suo pene, dalla prigionia di pantaloni e boxer, si libera anche del calore e l'odore del suo sesso... non è sgradevole, ma non posso neppure dire che mi piaccia, insomma...

Qualche volta cerca di ottenere di più, ma la mia bocca non lo accoglierà e la mia verginità rimarrà intatta... cazzo se rimarra intatta... a tutto c'è un limite...

Al movimento dalla mia mano si aggiunge quello dei suoi fianchi. Mi stringe fra le braccia, alitandomi nell'orecchio: “sì... piccola... sì... sì... piccolina...” dice sempre la stesse cose, quello è il suo repertorio...

Non provo nulla, assolutamente nulla... ma, forse, stare fra le sue braccia, in fondo, e dargli piacere... forse, forse non mi dispiace... ma non sento nulla: a sud tutto è calmo e asciutto.

Si separa di scatto da me, per liberarsi nel piccolo water di metallo.

“Ti è piaciuto...?” mi chiede, mentre tira lo sciacquone. La sua voce trema, il suo corpo trema...

“Alessio...” abbasso la testa, ogni volta la stessa domanda...

“Non preoccuparti, ti guarirò io.” Mi sorride come fosse il mio salvatore.

Alessio è convinto che l'omosessualità sia una malattia, è convinto, forse, che se continuerà a mettermi il cazzo in mano, prima o dopo, mi piacerà... guarirò... non fa una piega...! Forse, fuori da qui gliel'avrei mozzato... togli il forse.

“Non stai pensando di evirarmi, vero?” Ma sorride.

Sì, Alessio... non so come tu abbia fatto ad intuire i miei pensieri, ma sì... fuori da qui te l'avrei staccato a morsi, quel lombrico...

“No... non sono in grado di concepire qualcosa di così violento... e tu mi piaci, Alessio... sei molto bello e virile.” Mi costa una fatica immane... ma... ma va bene così... lo terrà buono per un'altro po'...

Si avvicina sorridente e mi bacia in bocca... questo, questo mi fa molto più schifo.

Non siamo nulla... forse spazzatura... a nessuno importa se maltratti un sacco di monnezza...

“Ah, prima che me ne scordi!” Stava per lasciare la mia cella, ma si volta. “Domani alle cinque vengo a prenderti: lo psichiatra, Grandi, tornerà per incontrarti.”

Domani non sarò qui... 'sta notte invocherò il Licantropo... fottetevi tutti...!

“Ti ringrazio, Alessio.” Gli sorrido.

“Ciao!” Apre la porta ed esce. Anche con la porta chiusa, riesco a sentirlo cantare: “ ... a volte un temporale non ci faceva uscire... un uomo di un certa età, mi offriva spesso sigarette turche, ma... spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancooooh...!”

L'era del Cinghiale Bianco... Battiato... anche a me piace molto... ci sono troppe similitudini fra me e lui... non va bene... io non violenterei mai qualcuno di indifeso... vero? Non sarà il prossimo stadio, giusto?! Ma... negli occhi di Alessio, si vede il diavolo...?

  
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