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Autore: 404    18/03/2020    3 recensioni
Commedia spensierata e (spero) divertente, in 3 atti...ehm capitoli, più uno extra!
Tom, come si dice, conosce i suoi polli. Ma si dice anche che le donne ne sanno sempre una più del diavolo.
ATTENZIONE: Il ratings Arancione è riferito solo al capitolo extra. Gli altri tre sono Verdi.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luis Napoleon, Pierre Le Blanc, Taro Misaki/Tom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4. Extra

[La lettura di questo capitolo è facoltativa, la storia è ufficialmente terminata il capitolo precedente]
 
Erano appena saliti in auto e Napoleon già si era fiondato su di lei, ma Talisa se lo aspettava, infatti si trovò viso contro borsetta.
“Ehi!” gli sfuggì 
“Quanta fretta!”
“Fretta?” quella parola per Napoleon era la cosa più assurda che avesse sentito “Ma sai da quanto...che fai?”
“Levo le scarpe” il tono di Talisa indicava un’ovvietà, ma lo vide sorridere malizioso “Ma che hai capito?! Sei il solito! Hanno solo iniziato a darmi fastidio! E poi lo sai che ho quelle da ginnastica per guidare” le scarpe col tacco finirono sul sedile posteriore “Allora?!”
“Allora cosa?”
“Già raffreddato?”
“Che? Ma hai detto che vuoi andare via”
“E poi non ti lamentare quando dicono che gli uomini non ascoltano!”
“Hai detto che hai le scarpe da ginnastica per guidare”
“Sì, le ho forse indossate?!”
Napoleon la guardava
“Quindi?!” Talisa alzò le sopracciglia “Devo mettere in moto?”
Napoleon finalmente capì e, memore dello scontro della faccia con la borsetta, si avvicinò lentamente.
Iniziarono a baciarsi.
Nella notte, in quell’auto un po’ defilata, in una vietta poco trafficata, Napoleon stava vivendo emozioni molto forti.
Allungò la mano per toccarla.
“Non ci...pensare...neanche!” riuscì a dirgli fra un bacio e l’altro
Napoleon allora fermò la sua mano
“Mani...dietro...la...schiena”
Napoleon allungò allora il braccio
“Dietro la...tua...idiota!”
Napoleon fermò la mano, che stava ormai per toccarle la schiena, e la ritrasse.
Non gli capitava da...mai, di limitarsi ai baci. Sentiva il suo corpo reagire, voleva di più ma, allo stesso tempo, per la prima volta temeva di rovinare tutto...e di prenderle, cosa anche più probabile.
Sentì poi le mani di Talisa sul fianco e sugli addominali
“Ehi...ma...non si...era detto...senza...mani?”
“Tu...non...io!”
Di colpo, buttando l’occhio sul parabrezza lui li vide, Tom e Pierre. I volti molto vicini al vetro.
Napoleon scattò di colpo, poggiando la schiena sul sedile, quasi con un tonfo. Ma Tom e Pierre non erano affatto lì.
“Che ti prende?” gli chiese confusa e anche un po’ contrariata per quell’interruzione
Lui guardò bene a destra, a sinistra, dietro. Niente. 
“Ma non erano...io li ho...cazzo! Li odio! Esistenti o meno!”
“Che?”
Fece per spiegarle e allora li vide davvero, camminavano poco distante e con loro c’era una terza persona, una ragazza che gli parve familiare.
Napoleon scivolò velocemente in giù
“Svelta o ci vedranno”
Talisa guardò in quella direzione e tirò giù il finestrino “Ehi ciao!”
Napoleon spalancò gli occhi mentre veniva attraversato da un brivido.
“Talisa, ciao!” Pierre non si aspettava di vederla, così lui, Tom e Kara si avvicinarono “E Napoleon?”
“Lì!” Talisa lo indicò con un cenno della testa
“Ma che fai lì sotto?” Tom era sbalordito
“Cerco le lenti a contatto!”
“Stravaccato a quel modo? Aspetta: ma tu non le porti!” Tom era sempre più perplesso
“E Pierre non ha una sorella! E allora? Vogliamo passare oltre?!” Napoleon non accennava a rimettersi seduto
“Oh ma siete già a questo punto!” Pierre allora aveva deciso di essere malizioso
“Ah gli piacerebbe!” lo prese in contropiede Talisa “Ma no!”
Tom e Pierre stavano per replicare ma Kara li prese sottobraccio “No!” sorrise divertita “Ciao, noi andiamo!” E li trascinò via.
“Credo che io e Kara diventeremo grandi amiche! Allora hai trovato le lenti della sorella di Pierre?”
“Talisa...sai che sei proprio stronza?!”
“Sì, perfettamente consapevole!”
•••••
Talisa portò l’auto nel cortile sul retro del suo condominio, vicino ai garage, fermandosi proprio accanto a un alto albero. Era passato del tempo da quella sera al balletto.
Stronza o meno, forse proprio perché lo era, avevano continuato a vedersi. 
 
Erano tornati diverse volte a teatro. Come le aveva prospettato, aveva sempre sostenuto di avere fini scoperecci. Come lei aveva previsto, si era appassionato, tanto da finire col cercare di spiegarle quello che credeva di aver capito in una sorta di rivelazione mistica. Ovviamente cose che Talisa conosceva bene, ma i suoi “lo so” non erano ben percepiti a causa di tanta enfasi.
Erano stati alcune volte nelle piscina sul tetto del condominio di Tom, dove gli aveva provocato, non intenzionalmente, l’effetto felicità persistente a bordo vasca. Forse per premio, forse per tortura, gli aveva permesso di infilarle una mano sotto la parte superiore del costume, rendendogli poi più difficile uscire dall’acqua.
Napoleon aveva pure cominciato ad associare l’auto ai momenti intimi con Talisa, finché aveva permesso alla ragazza di guidare la sua (e con permesso si intende che lei gli aveva preso le chiavi e lui non era riuscito a dissuaderla). Aveva così scoperto la passione per i motori della ragazza e il confine sottile fra adrenalina e fifa, quando gli aveva mostrato di essere capace di parcheggiare facendo testacoda. Lei si era infiammata, e lui aveva subito l’effetto non felicità persistente. Per farlo riprendere, non aveva aiutato informandolo che aveva imparato tutto dal padre, un vero esperto di sport estremi e arti marziali, molto legato alla sua bimba.
Sul divano era decisamente andata meglio. Mentre si baciavano le mani di Luis non erano state bacchettate per qualche confidenza in più, anche se aveva potuto toccarle il sedere solo attraverso i vestiti. Almeno gli aveva concesso una sbirciatina al seno.
 
Così, quella sera, era ormai buio, non aveva immaginato, quando lei aveva fermato l’auto in quel cortile, che non sarebbero saliti.
“Pierre è con Louane! Sai forse sono stata profetica”
“Cioè?”
“Ricordi che quando ho finto di chiedergli di uscire, gli ho detto che loro due avevano deciso di essere amici, per fargli capire di reggermi il gioco?”
“Ehm...”
“Come non detto! Comunque ne parlavo con Tom...Pierre e Louane sembrano troppo amici. Ma forse è presto per dirlo. Sarebbe un peccato, stanno così bene insieme però...forse troppo”
“E per questo non possiamo salire?” Napoleon aggrottò la fronte
“Esatto!”
“Non capisco”
“L’importante che capisca io!”
Napoleon stava per replicare, ma capì che si sarebbe infilato nell’ennesima spiegazione aggrovigliata, così decise di andare sul pratico “E allora perché siamo venuti qui?”
“Oh piccolo dolce ingenuo!”
“Eh?”
Lei sorrise e in un attimo tirò giù lo schienale del sedile di Napoleon
“Ma che fai?” lo aveva preso alla sprovvista
“Davvero non ti è chiaro?”
“No, io...oh, davvero? Sicura? Sicura-sicura? Non mi stai pigliando per il culo? Sarebbe crudele, molto, molto crudele”
“Ma io sono crudele!”
Tirato un po’ indietro il sedile, Talisa si spostò sopra di lui.
Un bacio, un altro. La maglietta di Napoleon finita chissà dove. Il seno nudo di Talisa contro il suo torace. Le mani sulla schiena di lei con una certa pressione, poi giù a lambirle le natiche attraverso i jeans.
“Ma potevamo andare da me!” non che Napoleon avesse intenzione di fermarsi per andarci
“Troppo lontano!”
“Ma...”
“Non lo avevo preventivato” gli confessò senza alcuna riserva. Sollevò di poco il bacino, lui non ne capì il motivo fino a quando non la sentì aprirgli i pantaloni.
“Oh era ora!”
Quanto sei romantico! Li hai vero?”
“Che cosa?”
“Come che cosa? Non sarai così sprovveduto da non capire di che parlo!”
“No, aspetta! Ma allora lo stiamo per fare?”
“Che avevi capito?”
“Che avresti be’...” con lo sguardo indicò la parte di lui che era a stecchetto da un po’, facendole capire che credeva ci avrebbe giocato un po’.
“Vuoi che ci limitiamo a quello?”
“No, no!” Si allungò finché non sentì la giacca che aveva lasciato sul sedile posteriore, estraendo una lunga fila di preservativi
“Ma che intenzioni hai?” Talisa ne fissava il numero considerevole, che certo non si aspettava 
“Quelle che hai tu”
“Non intendevo...che te ne fai di così tanti nella giacca? E poi lo sai che scadono?”
“Ah ma io mica li faccio scadere”
“Sei un porco!”
“È un problema?”
Talisa assunse l’espressione di chi ci pensa su per un istante “Naa!” e riprese ad armeggiare coi pantaloni “Oh!”
Lui le sorrise compiaciuto
“Lo facevo più abbondante!” il tono uscito a Talisa non era scherzoso
“Ehi!”
“Scusa sarà che faccio ancora paragoni col un mio ex. Forse lo conosci: Max Twenty-five, il pornodivo!”
“Che? Ma cosa...”
“Scherzavo!” finalmente rise “È solo il personaggio di un film commedia!”
“Non è divertente! E non è nemmeno il momento! Mi stai smontando!”
“Se ti dicessi che sono vergine?”
“Davvero?”
“No, figurati!”
“Basta, adesso è chiaro che non vuoi...” la frase venne interrotta dal bacio di Talisa
“Credi davvero che non lo voglia?!” il tono era suadente mentre le mani passavano sopra i suoi addominali scolpiti. Una proseguì ancora, ma lui le afferrò il polso. I loro volti arano molto vicini. Lo guardò alla ricerca di una spiegazione e le bastò per trovarla “Scherzavo anche per la misura, la tua misura! Sei messo bene...e ora che dici se...l’aumentiamo?!”
Le loro labbra ci cercarono e trovarono ancora e ancora. Le lasciò il polso e la mano calda e decisa di Talisa venne apprezzata molto velocemente dal corpo di Napoleon. Con quella libera, lei si sganciò i jeans e lui glieli abbassò per andare a toccarle il sedere attraverso gli slip e poi sotto.
Talisa si staccò per liberarsi di quegli indumenti. Napoleon sollevò il bacino e lei lo aiutò a spingere più giù i suoi. 
I vetri erano appannati, i suoni della notte li circondavano, era davvero arrivato il loro momento?
“Ora vedrai...” le disse “...altro che Twenty-five!”
“Ed eccolo qui...” gli sorrise prendendo il preservativi “...lo strafottente!”
“Su questo: a ragione, eccome!” staccò uno dei preservativi e lei buttò gli altri sul sedile. Lui aprì l’involucro e Talisa glielo prese per infilarglielo
“E ora vediamo un po’” lo provocò
La prese per i fianchi. I loro sguardi erano decisi e fissi l’uno nell’altra. Non c’era molto spazio ma non aveva importanza.
Lo portò in lei. I suoi seni gli sfioravano appena il torace. Lui ne cercò uno con una mano, mentre con la bocca cercò quella di Talisa.
Lei fece per muoversi “Aspetta” le sussurrò “Non ancora”
Prese a stuzzicarle i seni, il lobo, la schiena, il sedere e, solo allora, quando era evidente che non ne poteva più, quando anche lui in realtà non ne poteva più, più nessun freno.
I movimenti erano passionali, non c’era un ritmo costante, tutto era improvvisato, reagendo con l’intuito a ciò che faceva l’altro. Anticipando pure ogni reciproco desiderio.
Nessun sport estremo le aveva dato così tanta adrenalina.
Nessuna lo aveva mai coinvolto così tanto.
Onde improvvise, colore, elettricità.
Sembrava che non riuscissero ad averne abbastanza. E prima di finire accasciati, esausti e sudati, tre involucri di preservativi erano finiti sotto al sedile.
“Oh mamma!” riuscì a dire dire Napoleon, mentre il suo corpo sudato si stava raffreddando.
“Lo so!” gli sorrise maliziosa “Anche io ho motivi molto validi per permettermi di essere strafottente! Ora vediamo se ne hai tu?”
“Come?”
“Coi preliminari mi pare che abbiamo finito no?!”
“Cosa? Mi vuoi uccidere forse?” il suo tono spaventato la fece ridere
“Ma sei proprio stronza!”
“Quante volte te lo devo confermare? Comunque: ok sì!”
“Ok sì, cosa?” lui non capiva
“Che hai motivo di fare lo strafottente!”
“Non dirlo ancora!”
“Come?”
“Adesso vedi quanto ne ho motivo!” e la baciò ancora
“Ce la fai davvero?” gli chiese forse un po’ preoccupata, ma anche alquanto speranzosa
“Dopo mi serviranno delle red bull...”
“Ti comprerò una cassa!”
 
“Ehi Talisa” la voce di Louane la raggiunse nella sua camera da letto e, un istante dopo, apparve sulla porta. Lei non si era ancora alzata, o meglio, aveva fatto colazione e poi si era ri-trascinata a dormire. “Si può sapere che hai combinato ieri con Napoleon?”
“Perché questa domanda?” era stato il tono a portarla a non rispondere direttamente.
“Vieni a vedere”
Si alzò controvoglia “Prima mi è sembrato di sentire il citofono...”
“Sì infatti! Una consegna” Louane era stata vaga, ma non in modo sospetto.
Il salotto era pieno di mazzi di fiori di tutti i tipi, Talisa si bloccò a quella vista. L’amica le passò il biglietto “Luis Napoleon! Allora che gli hai fatto? O ha qualcosa da farsi perdonare?”
“L’ho rivoltato come un calzino!”
“Oh! Questa poi...Pierre mi ha detto che lui non manda mai fiori!” 
“È proprio con me doveva iniziare?! Spero non mi diventi sdolcinato” 
“Se fosse lo mollerai?”
“Mmm”
“Ehi non mi dire che vuoi continuare con lui?” il tono era scherzoso, ma vedendo la faccia di Talisa riprese seria “Vuoi frequentarlo ancora?! Davvero? Non fraintendermi non è che non mi piace, ma è...è Luis Napoleon e tu sei tu! Dammi una sola ragione per frequentarlo ancora...e non dire che ti sei innamorata che quella non è una buona ragione!”
“Ripetuti e continui orgasmi multipli!”
“Ah ok, sì questa è una buona ragione!...ma davvero è così bravo, dotato tecnicamente?” Louane non attese più di un secondo la risposta 
“Altroché! Ma come mai non mi chiedi se dotato fisicamente?”
“Ah quello lo so! Me lo ha detto Pierre!” l’amica non scherzava
“Pierre?”
“Sì, mi ha detto che Napoleon è meno dotato rispetto a lui”
Talisa sorrise deducendo “E questo significa che invece lo è di più!”
“Credo proprio di sì!” e scoppiarono a ridere. 
  
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