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Autore: mattmary15    21/03/2020    2 recensioni
Karen Miller è una brillante scienziata che lavora per lo Shield.
Lo è fino al giorno in cui rimane coinvolta nella distruzione dei laboratori Stark di Shangai per mano di Ultron.
Steve Rogers non sa darsi pace, la sua più cara amica non avrebbe dovuto essere là.
E' un miracolo il fatto che sia viva e Thor crede crede che, in quel miracolo, ci sia lo zampino di Loki.
La 'vera' storia degli Avengers. Vera quanto può esserlo la versione di Loki.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
Stregoni



Jarvis ha preparato il tea e si è seduto in un angolo. Tony sorseggia un bicchiere di whiskey mentre Stephen assaggia la bevanda calda frutto del sapiente lavoro della Visione.

“Com’è il tea?”

“Ottimo ma non sono qui per questo. Dov’è Karen?”

“Qui in giro.”

“Sta bene?”

“E’ clinicamente morta se vuole saperlo.” Stephen poggia la tazza sul tavolo.

“Mi sta prendendo in giro?”

“Lungi da me fare una cosa simile. La dottoressa Miller compariva tra le vittime dell’attentato al mio laboratorio di Shangai. Allo stato dei fatti tuttavia è viva in quanto il fratello malvagio di Thor, lo conosce vero, l’ha rianimata con l’aiuto di una delle gemme dell’infinito, la più potente credo se questa valutazione non la offende.” Tony punta il dito verso il petto del dottor Strange. Stephen si alza e raggiunge la finestra.

“Stiamo parlando di Loki? Lo stesso Loki che ha tentato di distruggere New York aprendo un varco tra due mondi?”

“E’ esatto.”

“Perché una creatura simile dovrebbe aver fatto una cosa del genere?”

“Per la motivazione più vecchia del mondo. Riteniamo, per l’esattezza Jarvis ritiene, che Loki abbia un qualche particolare interesse per la dottoressa Miller e che sia in qualche modo legato a lei.” Strange sorride e si volta a guardare Jarvis.

“Non ci hanno presentati Jarvis. Io sono Stephen Strange.”

“Lieto di conoscerla dottore. Io sono la Visione e credo che noi due abbiamo qualcosa in comune.”

“In effetti sì anche se non nel senso stretto del termine.” Strange indica la fronte del suo interlocutore.

“Anche se in modo diverso, noi due, dottore, siamo forse le persone che al momento possono meglio comprendere la condizione della dottoressa Miller.”

“State dicendo sul serio? Karen è stata contaminata dall’aether?” Stephen ora è più serio che mai.

“Non è esatto.” Tony fa un movimento col polso e dal suo orologio compare un ologramma con una serie di dati. “Karen Miller è deceduta nell’esplosione alla Stark Industries di Shangai. Loki ha trasferito l’aether nel suo corpo perché rimettesse in funzione il suo sistema nervoso.”

“Questo è scientificamente impossibile. Lo sa quanto me. Anche se il potere delle gemme dell’infinito è grande e comprende anche la possibilità di riportare in vita qualcuno, di certo non potrebbe riportare la sua anima indietro.”

“La dottoressa è la stessa persona che ricorda. Quando la incontrerà se ne renderà conto.” Jarvis interviene perché probabilmente si sente chiamato in causa.

“Sta calmo Jarvis. In effetti la resurrezione della dottoressa le ha causato qualche effetto collaterale ma, nel complesso sta bene. L’ho convocata qui perché Loki ci ha svelato da poco qual è stato il prezzo per la resurrezione di Karen.”

“Loki non è tipo con cui accettare di fare un patto. Dovevate sapere che avrebbe preteso qualcosa in cambio.”

“Lei ha ereditato i segreti degli zeloti. E’ a conoscenza che le gemme furono divise tra i popoli più potenti dell’universo e che fu sancito un patto per tenerle divise?”

“Alla Terra toccò la custodia della gemma del tempo.”

“Se lo sapeva, perché non ha ritenuto di condividere queste informazioni con noi, dottore?”

“Perché non siete quello che definirei un gruppo affidabile di persone. Lo Shield non mi piace.” Stephen è determinato.

“Non piace neppure a me ma so quando è necessario lavorare in team. Mai sentito dire ‘il nemico del mio nemico è mio amico’?”

“Non è il genere di paradigma che mi hanno insegnato a seguire gli zeloti.”

“E che ne dice di ‘fare necessità virtù’?”

“Cosa vuole da me, Stark?” Tony allarga le braccia e sorride.

“Meno male! Credevo non me l’avrebbe mai chiesto! Ebbene pare che agli Jotunn spettasse la gemma dello spazio. Non l’hanno mai reclamata perché la gemma era stata tenuta sempre accanto a Loki e pertanto pare che bastasse il solo legame tra lui e la gemma per tenere buoni i giganti di ghiaccio. Sfortunatamente per loro e fortunatamente per noi, siamo riusciti a togliergliela ma il dio degli inganni è stato bravo a procurarsene sempre un’altra fino ad ora o meglio, fino al giorno in cui non si è separato dall’aether per donare il suo potere a Karen.”

“Non definirei l’intera faccenda come un dono.” Strange torna a sedersi e a sorseggiare il suo tea. Tony continua.

“La faccenda, come la definisce lei, è che ai giganti di ghiaccio ora manca una gemma e ne vogliono una. Loki ci ha detto che possiamo scegliere quale dargli. Lei suggerisce l’occhio di Agamotto?” Strange tossisce. “E sì, dottore, so della sua gemma. Ci sono poche cose al mondo che mi sfuggono e quelle poche non possono sfuggire alla Visione.”

“Ebbene gli Jotunn non avranno la gemma del tempo. Se pensava che gliela offrissi è pazzo.” Tony ride.

“Non l’ho pensato neppure per un momento. Ho pensato invece che se un uomo del suo intelletto avesse capito subito che c’è una sola possibilità di parlamentare con gli Jotunn, avrebbe di certo approfittato della cosa.”

“Sono disposti a parlamentare?”

“Secondo Loki sì.”

“Lei è davvero pazzo. Nella scala da uno a cento dove cento è il demone Dormammu, Loki sta oltre soglia. E’ un male antico. Un dio. Ci sono poche cose pericolose come un dio che ha imparato a padroneggiare la magia. E’, di fatto, uno stregone.”

“Di fatto è uno stregone anche lei, dottor Strange. E mi sta deludendo perché sta perdendo di vista la questione. Se scoppierà una guerra, e se gli Jotunn cadono sotto il giogo dei chitauri scoppierà di certo una guerra, allora potremmo perdere una o più gemme. In più non è tanto quello che Loki ha detto a preoccuparmi ma quello che Loki non ha detto.”

“Cosa intende dire?”

“Da quello che ci ha detto è probabile che la sua sconfitta a New York e l’avvento di Ultron abbiano portato un po’ di scompenso non solo sulla Terra. E’ come se Loki stesso temesse che la questione che riguarda le gemme si allarghi fuori dal nostro sistema solare. Poi c’è anche la sua piccola schermaglia con un demone ancestrale in cui se non sbaglio ha fatto uso del suo gingillo verde. Crede che qualcuno lassù se ne sia accorto? Le rivelo un piccolo segreto contenuto in uno di quei polverosi fascicoli dello Shield che tanto la inorridiscono. Esiste una creatura aliena chiamata ‘il Collezionista’. Lo conosce?” L’espressione sul viso di Stephen è già una risposta. “Aveva ragione dottore. Gli stregoni sono creature da temere. Forse però è giunto il momento di mettere tutti da parte i pregiudizi.” Stephen sospira.

“Vuole che parli con Loki per capire se dice la verità?”

“Nessuno sarà mai in grado di capire se Loki dice la verità. Il mio sesto senso però mi dice che Loki ha un piano che stavolta non comprende la distruzione di questo pianeta e tanto mi basta. Se vuole impadronirsi di Jotunheim a noi che importa? Possiamo affrontarli. Non possiamo permetterci invece di perdere le gemme e neppure le vite di Jarvis e Karen, non crede?”

“Quale sarebbe la mia parte in questo assurdo piano?”

“Esiste un solo ostacolo al piano di Loki.”

“Uno solo? Non mi conforta?”

“Ce ne sono molti in realtà ma l’unico insuperabile per me è Nick Fury.” Stavolta è Strange a sorridere e grattarsi il mento.

“E’ davvero un ostacolo insormontabile.”

“Non per lei. Fury sa che lei non è esattamente un estimatore di Loki. Se gli suggerirà di valutare il suo piano, ascolterà o perlomeno si farà venire il dubbio che la cosa possa funzionare.”

“Lo farò.” Jarvis si alza dal suo angolo e raggiunge i due uomini.

“Davvero? Credevo ci volesse qualcosa di più per convincerla.”

“Esiste la concreta possibilità che attirare l’attenzione sulle gemme dell’infinito sia più pericoloso che dare un esercito a Loki.”

“Abbiamo un patto, Strange?”

“Sì ma non dimentichi quanto le ho detto prima, Stark. Non si fanno patti convenienti con gli stregoni.”

“Tony. Per favore. Se devo allearmi con uno stregone, dammi almeno l’impressione di essergli amico.”

“Va bene, Tony. Per tutti sono qui perché porto notizie a Fury.”

“Cosa intendi dirgli?”

“Sarà meglio che tu non lo sappia. Apprenderlo davanti a tutti non ti darà alcun vantaggio.”

“Mi sembra giusto. Seguimi. Ti porto dal grande capo.”

“E’ quello che gli fai credere?” Chiede Stephen sorridendo.

“E’ quello che tutti credono sia.”

Le tre figure spariscono dietro un angolo in silenzio.

 

Natasha non lo ha mai visto lavorare tanto. Giorno e notte non esce dal laboratorio. Tutti pensano che stia lavorando ancora ai dati di Karen ma lei sa che non è così. Entra nel laboratorio e si sorprende del fatto che le luci siano tutte spente. Solo un monitor brilla ancora. Schiaccia un pulsante e il neon sopra la testa di Bruce si accende facendolo sussultare. L’uomo si sfila gli occhiali e si massaggia gli occhi. Quando si accorge di Natasha, le sorride.

“Come mai sei qui?” La donna esita poi si appoggia alla scrivania.

“Dovrei chiederlo a te. Perché sei ancora qui? Tutti credono che tu stia lavorando ai dati di Karen ma io so che non è così.” Bruce sospira e volta verso di lei il monitor. Una serie di numeri si intersecano ad una specie di onda che si allarga e si riduce.

“Dovrei capirci qualcosa?”

“Ho curato io Loki. Questo diagramma dice che non ho fatto un buon lavoro.” Natasha si fa seria.

“Che significa?”

“Che l’arma che ha ferito Loki era come avvelenata. La ferita si rimargina ma il corpo non guarisce.”

“Loki lo sa?”

“Sì.”

“Thor?”

“No.”

“Karen?”

“Nemmeno.”

“Fury?”

“Non lo sa nessuno, Nat.”

“Cazzo.”

“Già.”

“Stai cercando una cura? Per questo non sei mai uscito da qui?” Bruce annuisce. “Lo sai che non è uno di noi, vero? Che è un assassino, uno psicopatico dittatore?”

“Non per Thor. E Thor è uno di noi.”

“Allora diglielo e basta. Una volta Jane mi ha detto che esiste una specie di incubatrice in grado di guarire ogni ferita su Asgard.”

“Loki non può e non vuole essere condotto su Asgard. Ha detto che troverà una soluzione quando sarà su Jotunheim.”

“Visto? Risolto. Ora esci da qui. Devi mangiare.”

“Nat, non ci arriverà su Jotunheim.”

“E’ così grave?”

“Sì.”

“Pensi di poter fare qualcosa?”

“Se Loki ha ragione, bisognerebbe portarlo a casa sua di corsa. Non riuscirò mai a convincere Fury.” Natasha sospira.

“Bruce, ho fatto finta di nulla finora. Cos’è che non va? Perché improvvisamente le sorti di Loki ti interessano così tanto?” Banner si sfila gli occhiali e si massaggia gli occhi. Sorride.

“Tu mi leggi dentro. Come non ha mai fatto nessuno. La verità è che non riesco a dimenticare Ultron. Non riesco a dimenticare che l’ho rifatto. Io ho seguito Tony sulla via della scienza ad ogni costo. Eppure” dice guardandosi le mani “avevo già sperimentato sulla mia pelle quanto potesse essere sbagliato persistere per quella strada.”

“Non è stata colpa tua.” Nat lo dice perché ci crede.

“Non è questione di sensi di colpa. Ci sono, per carità, non intendo negarlo. Tuttavia non è per questo. Non soltanto. Non posso non pensare alle parole di Karen. Loki l’aveva messa in guardia. Loki conosceva le conseguenze. Esattamente come le conoscevo io. Eppure voi vi siete fidati di me e nessuno si fida, ancora adesso, di lui. Nonostante abbia rischiato così tanto.” Nat gli accarezza il viso poi si sporge a posargli un bacio leggero sulle labbra.

“Non ci siamo fidati. Diciamo che abbiamo provato a fermarvi timidamente.” Sorride e Bruce fa altrettanto.

“Vorrei aiutarlo.”

“Non dimenticare chi è Loki.”

“Un dio vendicativo e bugiardo?”

“Esatto.” Risponde Nat.

“E non sarebbe meglio che stia dalla nostra parte?” La vedova nera piega appena la testa di lato.

“Sì.”

“Vuol dire che mi aiuterai?”

“Vuol dire che sto dalla tua parte bel fusto. E poi Karen mi piace.”

“Allora pensi anche tu che si amino quei due?”

“Non lo so, ma sono sempre per il lieto fine.” Bruce la tira a sé e la bacia.

 

Fury sa fiutare il pericolo da grandi distanze. E sa riconoscere i nemici.

Stephen Strange è pericoloso ma non è mai stato suo nemico. Perché allora si sente dannatamente inquieto?

“Vuole ripetermi perché é qui, dottore?” Strange tiene le mani unite davanti al mento. Palmo contro palmo.

“Non l’ho detto, sign.Fury. Non ancora.”

“Allora si sbrighi a parlare, non ho molto tempo.”

“Mi creda, il tempo è l’unica risorsa di cui disponiamo a volontà. Non sono qui per questo però. Prima di parlare sarebbe il caso di convocare il sig. Stark, Thor e chi comanda gli Avengers. Come lo avete chiamato? Capitan America?”

“Creda a me dott. Strange se le dico che sarebbe meglio se si accontentasse di parlare con me.”

“Sono spiacente ma ciò che devo dire richiede la presenza di coloro che ne sono direttamente interessati.” Lo dice guardando Fury in volto senza esitazione. L’uomo schiaccia il pulsante dell’interfono.

“Maria fa venire il sig. Stark, il sig. Rogers e Thor.”  Stacca il dito dal pulsante prima di ricevere la risposta. “Ci vorrà un po’, vuole del tea?”

“No.”

“Allora dottore, come trova New York?”

“Ricostruita.” Fury ride.

“Per essere un mistico, direi che lei è un uomo molto pratico.”

“Sono un dottore. Fa parte di me.”

“Lei non è un semplice dottore.”

“Essere un dottore è ciò che mi ha definito fin dall’adolescenza. Se non fosse stato per salvare questa cosa di me, non mi sarei mai imbattuto nei grandi misteri dell’universo.” In quel momento la porta si apre e Steve Rogers entra seguito da Thor e Tony. Stephen si alza e saluta con un cenno del capo.

“Signori, questo è il dott.Strange. Collabora saltuariamente con lo Shield. Dottore, questo è Steve Rogers. Conosce già Tony Stark e Thor. E’ qui perché pare sappia qualcosa che ci riguarda da vicino.” Strange si risiede.

“Mi scuso per il poco preavviso con il quale ho chiesto di parlarvi. Sarò breve e verrò al punto. Ho appreso che tuo fratello, Thor, si trova sulla Terra. Mi sembrava che avessimo stretto un accordo secondo il quale, se ti avessi aiutato a ritrovarlo dopo gli eventi dell’allineamento tu lo avresti segregato per sempre ad Asgard.” Thor abbassa lo sguardo sui suoi piedi.

“Forse ti ricorderai di Karen Miller! Non sei stato tu a proporre il suo nome per una collaborazione con lo Shield?” Interviene Tony “Thor è venuto meno alla sua promessa solo nel tentativo di aiutarla.”

“E’ accaduto qualcosa a Karen?” L’espressione angosciata di Strange non sfugge a Steve.

“Lei la conosce, dottor Strange?”

“Abbastanza da considerarla una cara amica.”

“Allora accetterà che Thor sia venuto meno alla sua promessa per il bene di questa cara amica.” Taglia secco Tony. Strange si guarda le mani poi riprende a parlare.

“Vedrò volentieri Karen più tardi se sarà possibile. Adesso però devo informarvi che la presenza di Loki sulla terra ha attirato delle creature molto pericolose legate a lui per provenienza. Sono i giganti di ghiaccio di Jotunheim.”

“Dottore la ringraziamo per essere venuto fin qui ad avvisarci ma lo sappiamo già.” Rogers guarda Fury mentre lo dice quasi come a chiedere a quest’ultimo il vero motivo di quell’incontro.

“Sapete anche che la venuta dei giganti di ghiaccio porterà alla distruzione di New York e alla morte del sig. Stark?” Tony lo guarda e ride.

“So che vi sembrerà impossibile che io conosca il futuro ma non lo è. Posso raccontarvi il più piccolo dettaglio di come andranno le cose. Compreso che ci sarà un’esplosione talmente potente che non resterà nulla di Manhattan.”

“Se è uno scherzo, non è divertente.” Steve si alza e raggiunge la finestra.

“Non lo è.”

“Dovremmo credere che puoi vedere il futuro, stregone?” Chiede Thor, nervoso.

“Non è esatto. Io posso avvolgere il tempo a mio piacimento. Se lo lascio scorrere più veloce di quanto non faccia in questa realtà, io posso vedere la fine di questa conversazione poi, riavvolgendolo, dirvi come finirà.”

“Questo fanno le tue arti mistiche, dottore?” Chiede Fury con fare stizzito.

“No. Questo fa la gemma dell’infinito che governa il tempo.” Stephen si alza e fa scorrere le mani davanti al petto. Il ciondolo che porta al collo si apre lasciando intravedere una pietra verde e scintillante.

“Un’altra gemma dell’infinito? Non finiscono mai?” Chiede Steve. Alla sua domanda risponde Thor.

“Sono sei in tutto.”

“E ora ce ne sono tre nello stesso edificio. Una delle quali, di regola, toccherebbe al popolo dei giganti di ghiaccio.” Precisa Strange.

“Quindi tu dici che la venuta di Loki sulla Terra causerà la distruzione di Manhattan e la morte di Tony Stark?” Insiste Fury. Strange annuisce.

“Bisogna evitare questa guerra e abbiamo solo un modo.”

“Quale?” Chiede speranzoso Rogers.

“Gli Jotunn sono un popolo fiero senza una guida. Se tu, Thor, potessi convincere tuo fratello a tradire i Chitauri e a rivendicare la sua genia, forse potremmo trovare una soluzione pacifica.” Steve allarga le braccia.

“Dice sul serio, dott. Strange?”

“Ho visto molte realtà con l’occhio di Agamotto e in quasi tutte quelle in cui Loki non prova a convincere il suo popolo a ragionare, Manhattan esplode. In tutte, il sig. Stark muore nel tentativo di salvare un ragazzo di nome Peter Parker.”

“Peter Parker? E chi è?” Chiede Steve prima guardando Fury e poi Stark.

“Che diavolo ne so io? Non ci tengo a conoscerlo!”

“Nick tu che ne pensi?” Steve, mani sui fianchi, lo chiama in causa direttamente.

“Se le cose stanno così e per quanto non mi piaccia ammetterlo, forse stavolta dovremo trovare il modo di far funzionare le cose con tuo fratello, Thor.”

“Farò di tutto perché sia così.” Lo incoraggia il dio del tuono.

“Prima però devo sapere una cosa da te, Strange.”

“Cosa, sig. Fury?”

“In nessuna delle realtà che hai visto Loki ci ha tradito?” Stephen accarezza con una mano l’occhio di Agamotto ormai chiuso.

“Non ho detto che l’affare non comporterà dei rischi. Ho parlato solo del male maggiore. I miei compiti di guardiano non mi permettono di rivelare di più. Posso vedere Karen Miller adesso?”

“L’accompagno io, venga dottore.” Fa Tony indicando la porta. Quando sono fuori dalla stanza, i due uomini proseguono in silenzio fino all’ascensore. Tony lo chiama al piano.

“La mia morte, eh? Non bastava la distruzione di Manhattan per spaventarli?”

“Chi ti dice che abbia parlato per spaventarli?” L’ascensore si ferma e l’anta di cristallo si apre. Una volta all’interno, Tony passa il quadrante del suo orologio davanti alla tastiera dell’ascensore e questo si mette in movimento.

“Come conosci Peter?”

“L’ho visto nel tuo futuro.” Stephen guarda dritto davanti a sé.

“Morirò per salvare bimbo ragno?” La voce di Tony è scanzonata ma Strange percepisce tensione.

“Questo l’ho detto per spaventarli.”

“Non so se ci sei riuscito. Di certo hai spaventato me.” Finalmente Stephen sorride.

“Hai avuto quello che volevi.”

“Spero di averci visto giusto.”

“E’ troppo tardi per i ripensamenti.”

“Sarai dei nostri?”

“Solo per aiutare Karen.”

“E per proteggere le gemme?”

“A questo punto non fa più molta differenza, temo.” Conclude Strange da perfetto individuo pratico.

 

“Perché siamo qui?” Karen si è lasciata convincere da Loki a scendere nel piano sotterraneo del laboratorio di Bruce.

“Visione ti presenterà una persona.”

“Chi?”

“Vedrai.”

Quando fanno capolino nella grande sala che è stata usata per l’allenamento di Hulk, Karen si accorge subito che Visione se ne sta in un angolo ad osservare una donna che, muovendo le mani, sposta degli oggetti con la forza del pensiero. Dalla punta delle dita delle sue mani si disperde una sorta di energia scarlatta che le ricorda molto il fluido rosso e nero che esce dal suo corpo quando l’aether prende il sopravvento. Non è però questo a colpirla. E’ il modo in cui Jarvis la guarda. E’ evidente che per lui, quella ragazza è una persona speciale.

“Chi è lei?”

“Il suo nome è Wanda Maximoff. Non hai avuto modo di conoscerla perché i suoi poteri discendono dalla manipolazione del mio scettro. Quindi ha subito, come te, una trasformazione a causa degli eventi che hanno dato i natali ad Ultron.” In quel momento, Jarvis si accorge di loro.

“Dottoressa, Loki benvenuti. Lasciate che vi presenti Wanda.” La ragazza si avvicina a loro un po’ insicura.

“Se è me che temi, sono innocuo.” Fa Loki sorridendo e alzando le mani. Jarvis si affretta a spiegare.

“Wanda teme se stessa. I suoi poteri sono stati usati da Ultron per fare del male alla gente in passato. Non riesce a perdonarselo.”

“Benvenuta nel gruppo di chi vive nel senso di colpa allora!” Esclama Karen tendendo la mano. “Io sono Karen Miller e guardandoti ho l’impressione che te la cavi molto meglio di me nel gestire i tuoi poteri.” Wanda sorride e Karen la trova bellissima. Sembra come una delle creature eteree di cui ha letto nel libri di favole che suo padre le regalava quando era piccola.

“Sono lieta di conoscerti, Karen. Jarvis mi ha parlato molto di te. Dice che possiedi un potere molto simile al mio.”

“A dire il vero non è così. Non so bene cosa sia questo potere che tutti mi riconoscono. Fluisce dal mio corpo senza controllo. A parte sapere che è altamente distruttivo, non so bene cosa faccia e quale possa essere l’utilizzo che posso farne.”

“E’ lui non può insegnarti?” Chiede Wanda riferendosi a Loki.

Eccolo il punto. Loki l’ha manipolata anche stavolta per raggiungere il suo scopo? Vuole che si affidi a lui e sapendo che proponendosi in prima persona sarebbe stato rifiutato, l’ha condotta innanzi a Wanda perché lei le spiegasse l’ovvio.

“Credo sarebbe la soluzione più facile al mio problema. Non di rado, tuttavia, la via più breve si rivela sbagliata.” Wanda annuisce e guarda Jarvis. Lui le mette una mano sulla spalla come ad incoraggiarla.

“Allora hai solo un modo per non rimanere prigioniera del tuo stato.”

“Quale?” Karen lo chiede di getto. Speranzosa.

“Seguire il tuo cuore.”

Loki si volta al rumore della porta che si apre alle loro spalle. Tony Stark precede un uomo alto e dalla postura elegante. Quando Wanda e Jarvis alzano lo sguardo sui nuovi venuti anche Karen si gira. Tony cede il passo all’uomo dietro di lui e Karen ha un sussulto. Una voce dentro di lei, le suggerisce che dovrebbe sentirsi felice ma lei non riesce a seguire quell’impulso.

“Karen. Sei viva.” A quelle parole, Karen ricorda la telefonata ricevuta mesi prima in cui quell’uomo le chiedeva se fosse interessata a prendere parte ad una ricerca innovativa e sperimentale su un tessuto organico artificiale in grado di curare ferite gravissime. Cosa sarebbe stato della sua vita se non avesse risposto a quella telefonata? Qualcosa in lei si scuote ancora ma non è affatto felicità. Loki sembra accorgersene. In fondo ha percepito qualcosa di potente avvicinarsi prima ancora che la porta s’aprisse. Si sposta di un passo dietro di lei.

“Certo che è viva! Che ti ho detto? Sta alla grande!” Esclama Stark. Tony lo pensa sul serio ma le sue parole sono la goccia che fa traboccare il vaso. Un’aura scura come fumo nero comincia ad avvilupparle le caviglie. Jarvis se ne accorge per primo e tira per un braccio Wanda.

“Karen, per favore, calmati.” Le parole di Loki sono un silenzioso sospiro nell’orecchio della dottoressa. Appena percettibile dagli altri.

“Io sto alla grande, Tony?” Ora anche Stark si rende conto che la sua amica è alterata.

“Sai come sono fatto, tesoro. Non intendevo dire niente di inopportuno.”

“Karen, sono io, Stephen. Sono qui per aiutare.”

“Chi ti ha detto che ho bisogno di aiuto?” Fa Karen sollevando un mano da cui quella stessa aura adesso rossa come il sangue si distende in direzione dei nuovi arrivati. “Ai morti non serve l’aiuto di nessuno. Non te l’hanno detto, dott.Strange?” A quella domanda Loki guarda l’uomo con maggiore attenzione. Thor gli ha detto che è stato uno stregone di nome Strange a rivelargli che aveva preso il posto di suo padre su Asgard.

“Mi hanno detto cosa ti è capitato ma anche che eri rimasta la stessa. Non mi sembra che sia così.” Lo sguardo di  Stephen ora è duro.

“Mi stai giudicando, Strange? Tu che ti sei chiuso nel tuo bel mondo delle favole lasciando che altri pagassero il prezzo della tua indifferenza?” Karen non si riferisce solo a lei ma anche al miglior amico di Tony che Stephen si è rifiutato di operare quando è rimasto ferito e immobilizzato dai fianchi in giù.

“Non ti sto giudicando.” Fa Stephen allungando una mano verso di lei. “Voglio davvero solo aiutare e magari farmi perdonare per la mia, come l’hai definita, indifferenza.”

“Adesso è tardi, non credi?” Fa lei agitando la mano.

“Non è tardi se ci permetti di aiutarti.” La voce di Tony ora è seria, calma e rassicurante. La risata di Karen è sprezzante.

“E se io non lo volessi il vostro aiuto? Se invece volessi essere lasciata in pace?” L’aura nera e rossa si espande.

“Perché rifiutare il nostro aiuto?” Chiede Strange facendo un passo verso di lei. “Vorrei poter fare qualcosa per farti tornare come prima.”

“Io non voglio!” L’urlo non è intenzionale. Karen non sa nemmeno dire da dove è venuta quella frase, quella cocente manifestazione di volontà. Forse davvero l’aether dentro di lei, vive una vita propria. Comincia a tremare. Un freddo innaturale l’avvolge. Un silenzio irreale riempie l’aria. Karen vede Strange muovere le labbra ma lei non sente nulla. Stark guarda verso di lei ma non lei. Improvvisamente si rende conto che il freddo che percepisce proviene da un paio di braccia esili che l’avvolgono. La sua voce è l’unico suono che raggiunge la sua coscienza. La voce di Loki.

“Nessuno farà nulla che tu non voglia, sta tranquilla.” Poche semplici parole in grado di calmarle l’animo. L’aura scura che si dipana da lei, pian piano si ritira.

“Io sono pericolosa. Devo essere rinchiusa. C’è qualcosa che non va in me.” Singhiozza e si vergogna per la sua debolezza ma nessuno sembra accorgersi che sta piangendo.

“Non c’è nulla di sbagliato in te. Non farti convincere del contrario. Tu non sei il tuo potere. Il potere è ciò che hai, non ciò che sei. Ricordatelo.”

“E dovrei fidarmi di te?”

“Semplicemente sì.”

L’aura svanisce e, insieme ad essa, la forza che teneva Karen in piedi. La donna si accascia tra le braccia di Loki.

“Che cosa le hai fatto?” Stephen Strange è evidentemente arrabbiato.

“Io? Signori, gli unici responsabili dello stato della dottoressa Miller siete voi. Forse non avete ben compreso il cambiamento di Karen. La sua rabbia potrebbe radere al suolo l’edificio. Farei attenzione a non contrariarla.”

“La colpa sarebbe nostra?” Il dottore non si arrende. Jarvis si frappone tra i due.

“Signori, vi prego, calmiamoci. La dottoressa è ancora instabile. Ha bisogno di tempo per reagire al suo cambiamento. Se siete tutti preoccupati per lei, dovreste sforzarvi di andare d’accordo.” Loki approfitta di quell’intervento per sollevare Karen e lasciare la camera. Strange si volta a guardare Tony.

“Sei certo che abbiamo fatto la scelta giusta?” Stark fa spallucce.

“Chiamalo intuito. Ho l’impressione che ci siano mali peggiori di Loki nell’universo.”

“Non oso sperare che tu abbia ragione.”

 

 
  
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