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Autore: JennyPotter99    09/04/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "LA PIETRA FILOSOFALE (RIVISITATA)"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le fenici, oltre a curare le ferite con le loro lacrime, riescono a portare carichi pesanti: così, le zampette di Fanny presero Harry per il mantello, con Ron, Jenny e Draco dietro di lui.
Uscirono dalla camera dei segreti, diretti all’ufficio di Silente, che venne subito riammesso a scuola.
Esso aveva un piccolo atrio non appena si entrava, circondato da oggetti antichi messi in delle teche di vetro, poi, un paio di scalini che conducevano alla scrivania del preside.
-Spero vi rendiate conto che avete appena disubbidito ad almeno una dozzina di regole.- gli disse Silente, mentre aveva i 4 in fila davanti a lui.
-Sì, signore.- mormorarono insieme, con la testa bassa.
-Ed è per questo, che tutti e 4 meritiate dei punti per i servizi resi alla scuola.-
Il broncio si trasformò subito in sorriso. -Grazie signore.-
-Signor Weasley, mandi un gufo ad Azkaban con questa.- continuò, porgendogli una lettera.- Credo che tutti rivogliamo il nostro Hagrid.-
Mentre Ron usciva, Albus notò uno strano sguardo negli occhi di Harry.- Qualcosa ti turba, Harry?-
-Signore, non ho fatto a meno di osservare alcune somiglianze tra me e Tom Riddle.- rispose egli.
-Lord Voldemort sa parlare il serpentese, tu sai parlare il serpentese. Ci sono molte cose che vi accomunano, è vero, lui ha trasferito parte dei suoi poteri su di te, quando ti ha inflitto quella cicatrice.- spiegò il preside.
Questa era una cosa che i fratelli Potter non sapevano.
-Allora perché il cappello parlante mi ha messo in Grifondoro?- domandò Harry, confuso e sorpreso allo stesso tempo.
-Per rispondere a questa domanda, ti suggerisco di guardare questa.- rispose Silente, prendendogli la spada insanguinata.
Era una spada luccicante, con un diamante rosso incastrato sul manico.
Harry però notò una scritta incisa sulla lama.- Godric Grifondoro.-
-Esatto Harry, solo un vero Grifondoro avrebbe potuto tirarla fuori dal cappello.- continuò Silente.- Harry, non sono le nostre capacità che dimostrano chi siamo veramente, sono le nostre scelte.-
-E tu, mio caro fratello.- intervenne Jenny, mettendogli le mani sulle spalle.- Non saresti così intelligente da architettare tutta questa cosa.-
Risero insieme e poi lui l’abbracciò.- Avevo così tanta paura di perderti.-
-Non ti libererai così facilmente di me.- gli sussurrò, sorridendo.
-Ora, se non ti dispiace Harry, ho bisogno di parlare con Jenny e Draco.- continuò il preside, allora il ragazzo li lasciò soli. -E’ chiaro che quello che è successo nella camera, soprattutto riguardo voi due, deve rimanere segreto.-
Jenny e Draco intuirono che Silente sapesse qualcosa riguardo la loro maledizione.
-E’ vero signore? Condivideremo corpo e anima per sempre?- domandò Draco.
-Questo tipo di fattura è ancora a noi sconosciuta, ma vi assicuro che ne verremo a capo.-
Fu in quel momento che qualcuno entrò nell’ufficio di Silente: Lucius Malfoy e, con grande sorpresa di Jenny, Dobby dietro di lui.
Probabilmente l’uomo aveva saputo di quello che era successo al figlio.
-Dobby? Allora la famiglia che servi sono i Malfoy.- si accorse Jenny.
-Cosa? Lo conosci?- le chiese Draco, stranito.
-Certo, è lui che ci rubava la posta.- rispose, intuendo anche altro:- Allora le persone che lo trattano male siete voi.- continuò, parlando con Malfoy.
Lucius ignorò il suo commento e si voltò verso il preside.- Vedo che lei è tornato.-
-Dopo aver scoperto che suo figlio era stato rapito dal colpevole di tutte queste aggressioni, i consiglieri hanno deciso di reintegrarmi.- rispose Silente.
Lucius non sembrava affatto preoccupato per Draco, anzi, evitava anche il suo sguardo.
-E il colpevole è stato acciuffato? Di chi si trattava?-
Albus prese un bel respiro prima di dirlo, ma neanche lui aveva paura del nome.- Voldemort.-
-Ah.- balbettò Lucius.
-Ha deciso di servirsi di Draco e di questo.- continuò l’altro, facendogli vedere il diario.
Nell’osservare il diario di Tom e poi Lucius Malfoy, a Jenny venne come un deja-vu: egli aveva dato un quaderno simile a Draco, quella mattina, a Diagon Alley.
Si spiegarono molte cose, quindi.
-Deduco che i fratelli Potter abbiano salvato mio figlio, allora.- commentò Lucius, non proprio contento della cosa.- Speriamo che ci siano sempre, quando abbiamo bisogno di loro.- le disse, fulminando Jenny con lo sguardo.
La ragazza alzò un sopracciglio.- Stia tranquillo, ci saremo.- affermò.
Successivamente, Lucius prese il suo mantello che strusciava a terra e fece per andarsene, dando un calcio al povero Dobby, come se gli piacesse farlo.
Jenny non voleva lasciarlo andare senza far sapere a Draco la verità: ne era certa, Lucius centrava qualcosa.
-Mi scusi professore, non è che potrei averlo?- domandò a Silente, riferendosi al diario.
-Cosa vuoi fare?- intervenne Draco.
-Devo chiederti un favore.-
***
Col consenso di Draco, lui e Jenny seguirono Lucius fuori dal castello e lei lo chiamò fin che non si voltò.
-Credo che questo sia suo.- gli disse Jenny, mettendogli il diario in mano.
Malfoy fece uno sguardo vago.- E perché dovrebbe?- le domandò, lasciando il libricino a Dobby.
L’elfo era venuto a casa dei Potter parlando continuamente di un complotto, del fatto che lui fosse a conoscenza di qualcosa che stava per accadere.
-Penso che lei abbia dato questo diario a suo figlio apposta. E sono quasi sicura che lei sia un grande sostenitore di Tu sai chi.- continuò la ragazza.
Draco guardò suo padre piuttosto sorpreso.- E’ vero papà?-
Lucius socchiuse gli occhi e guardò male Jenny.- Perché allora non lo provi, mocciosetta?-
-La mociosetta è la mia ragazza.- intervenne Draco. -E io mi fido di lei. Come hai potuto?!-
Malfoy si tolse un ciuffo di capelli biondi dalla faccia e digrignò i denti.- Anche i tuoi genitori erano dei ficcanaso e stai pur certa che tu farai la stessa loro brutta fine.- le sussurrò, guardandola negli occhi. -Andiamo Dobby.-
Le minacce non la spaventarono; Jenny guardò Dobby e gli indicò il diario che aveva in mano.- Aprilo.-
Quando l’elfo schiuse il libricino, notò che fra le pagine c’era un calzino.- Il padrone ha donato a Dobby un indumento.-
Malfoy lo guardò confuso.- Cosa? Io non ti ho- rispose, osservando poi che aveva in mano un calzino.
-Dobby è libero!- esclamò l’elfo, con un grande sorriso.
Draco mostrò a suo padre che non indossava un calzino, alzando il pantalone.
Jenny e Draco avevano appena liberato Dobby da un’eternità di schiavitù.
-Mi hai fatto perdere il mio servo!- esclamò l’uomo e con rabbia tirò fuori la bacchetta, puntandola proprio mentre Jenny.
Draco mise una mano sul petto della ragazza, per proteggerla, ma Dobby si mise fra i due.- Lei non farà del male a Jenny Potter!-
Aizzò una mano contro il suo vecchio padrone e con un incantesimo lo scaraventò via, fino a farlo uscire dal castello.
Draco scoppiò a ridere.- Se l’è meritato.-
-Jenny Potter ha liberato Dobby, come può Dobby ripagarla?- le domandò, prendendole e mani.
Lei si chinò alla sua altezza.- Basta che mi prometti una cosa.-
-Qualsiasi cosa, signora.-
-Non provare a salvarci più la vita.-
Dobby ridacchiò annuendo e poi, con uno schiocco di dita, scomparve.
-Devo decisamente farmi un bagno.- sospirò Draco, accorgendosi dello stato della sua divisa.
-Anche io, ci vediamo stasera a cena.- gli disse Jenny sorridendo.- Non far attendere troppo la tua ragazza.-
Il ragazzo ridacchiò per come aveva sottolineato le ultime tre parole e le prese le mani, poggiando la fronte sulla sua.- Grazie per avermi salvato.-
-Tu mi hai salvato: hai cercato di impedire a Riddle di farmi del male.- gli mormorò, guardandolo negli occhi.
Draco le sorrise appena e poi la baciò dolcemente.
Jenny si accorse che baciarlo gli era mancato, ma che doveva farci ancora l’abitudine. -Devo abituarmi a questa cosa.- commentò arrossendo.
-Oh sì.- rispose lui, alzando le sopracciglia con un sorrisetto furbo.
Così, si lasciarono le mani, diretti al proprio dormitorio.
-Ah, Draco!-
Lui si voltò.- Sì?-
-Fammi un favore, però.-
-Tutto quello che vuoi.-
Jenny lo guardò con sguardo serio.- Non mentirmi più, ok?-
Draco abbassò lo sguardo, sentendosi colpevole e annuì.- Ok.-
Lei lo guardò andare via e si chiese se avrebbe mai rispettato quella promessa.
***
Una volta sistemati i bagagli, Jenny si avviò alla sala grande per l’ultima cena dell’anno.
Quando arrivò all’entrata, insieme a Harry, Ron e Draco, vide Hermione: la professoressa Sprite, con le sue mandragole, era riuscita a rivitalizzare le persone pietrificate.
Senza pensarci troppo, Jenny le corse incontro e viceversa, le due si abbracciarono.
-Non posso credere di dirlo, ma mi sei mancata.- le disse Jenny.
-Non ci posso credere, avete risolto tutto!- esclamò lei, entusiasta.
-Grazie anche a te: sapevo che se eri andata in biblioteca c’era una ragione.-
Così, i 5 amici entrarono nella sala grande e si sedettero ai rispettivi tavoli.
Prima che iniziasse la cena, Silente ticchettò la forchetta sul bicchiere, per ottenere l’attenzione di tutti.
-Dati i recenti avvenimenti.- esordì, alzandosi.- Abbiamo convenuto, come premio, di annullare tutti gli esami!-
L’intera sala prese ad applaudire, contenta di non dover fare gli esami di fine anno.
Tutti, beh, tranne Hermione.
Fu subito dopo che la porta si spalancò.
Hagrid entrò goffamente nella sala grande, con tutti che lo fissavano.- Scusate il ritardo.- disse, dirigendosi verso il tavolo dei professori.- La mia lettera è arrivata solo poco tempo fa, il gufo ha fatto tardi. Un dannato gufo di nome Errol.-
Ron si strinse nella toga, imbarazzato.
Hagrid si fermò al tavolo dei Grifondoro.- Devo ringraziarvi, ragazzi. Se non fosse stato per voi…- disse a Ron, Hermione, Harry, Jenny e Draco.
Allora Harry si alzò e abbracciò il gigante.- Hogwarts non esiste senza di te.-
Così, istintivamente, Jenny iniziò ad applaudire: Hagrid era il gigante che aveva portato Harry al sicuro.
Senza di lui, il bambino non sarebbe stato in salvo e non ci sarebbe stata storia.
Pieni di nuove consapevolezze, ma anche di pericoli, i fratelli Potter partirono con l’espresso verso Londra.
Pronti, però, a qualsiasi cosa si aggirasse dietro l’angolo.
 
CONTINUA..
 
 
   
 
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