Ad eccezione di te non mi piace nessuno in questa stanza.
So che dobbiamo andare in alcuni posti,
e che dobbiamo vedere alcune persone...
Penso proprio che entrambi dovremmo farle aspettare,
e so che tu sei d'accordo...
Ferma il mondo, perché voglio scendere assieme a te.
(Stop the world I wanna get off with you - Arctic Monkeys)
QUARTO ANNO – DURANTE GLI EVENTI DE “L'ORDINE DELLA FENICE”
Una piccola luce fluttuante iniziò a girare attorno alla stanza e Claire istintivamente la seguì. Si trattava di una sfera luminosa che pareva volerle indicare la strada.
“Tutto è stato pianificato come previsto, Althius. Ora dobbiamo solo aspettare che venga da te. La profezia non mente dopotutto...” la voce gracchiante di un uomo rimbombò nelle orecchie di Claire e lei si sentì pervadere da un forte senso di angoscia. “Cassius, come ben sai non mi è possibile leggere la profezia personalmente. Solo la persona alla quale è stata indirizzata può farlo... però, è anche vero che noi abbiamo un grosso vantaggio.” Claire provò ad allontanarsi da quelle due figure oscure, ma la luce continuava a spingerla sempre più in avanti.
“Le mie abilità faranno si che si unisca a noi. Sarà la sua unica possibilità.”
Claire tirò su la schiena di scatto, rimanendo seduta in mezzo al letto.
Era stato l'ennesimo dei suoi incubi.
La strega si stropicciò il viso sudato con le mani, ma quando le scostò notò qualche gocciolina di sangue sulle dita. Ancora una volta stava sanguinando dal naso; persino il cuscino ne aveva le prove. “Di nuovo no...” sussurrò la ragazza tamponandosi le narici con uno scorcio di manica del pigiama.
Claire si chiese che ore fossero e quando diede una sbirciata all'orologio posato sul suo comodino, notò che erano già le cinque del mattino. Tanto valeva alzarsi e andarsi a fare una doccia, pensò. Cercando di non svegliare Cal, che dormiva profondamente nel letto accanto al suo, Claire si infilò le pantofole, prese silenziosamente l'accappatoio dal suo armadio e si diresse nel bagno comune dei dormitori femminili.
La strega si fece investire dal getto d'acqua calda della doccia e si sciacquò più volte la faccia. Le ultime gocce di sangue scuro le caddero dal volto per poi dissolversi tra lo scrosciare dell'acqua. La sua mente non riusciva a cancellare l'immagine di quelle due losche figure che complottavano nell'oscurità. Di quel sogno le parve di ricordare i nomi dei due uomini, ma fu solo per un attimo. Dopo qualche istante anch'essi si dissolsero fugacemente tra i pensieri della strega. Claire era stata raccomandata da Silente di avvertirlo nel caso certi episodi fossero ricomparsi, ma non seppe se allarmare il Preside fosse la scelta giusta in quel momento.
Quando Claire uscì dalla casa comune dei Serpeverde era ancora mattino presto e il sole era in procinto di sorgere. Erano le sei del mattino, ma Claire decise comunque di fare due passi prima di scendere a fare colazione. Camminò lungo i corridoi di Hogwarts e per un attimo incrociò il passaggio segreto che George le aveva mostrato al secondo anno. Immediatamente si ricordò delle sue parole: “Ora potrai venirci a fare gli scherzi mentre dormiamo” così aveva detto George ironico due anni prima. Claire per un istante pensò di come avrebbe reagito George trovandosela nella propria sala comune e di come sarebbe stato andarlo a salutare furtivamente, magari scostandogli una ciocca di capelli dal viso mentre ancora dormiva. Chissà come sarebbe stato dormire e svegliarsi accanto a lui, si chiese.
Anche quel pensiero però passò fugacemente. Tutto ciò sarebbe stato rischioso e inappropriato, pensò la strega allungando il passo in tutt'altra direzione. Camminò talmente tanto che in un baleno si ritrovò alla torre di astronomia.
Stranamente non era sola. Dinanzi a lei, a guardare il sole sorgere, c'era una ragazza dai lunghi capelli argentei, che ondeggiavano cullati da una lieve brezza.
Aveva la divisa dei Corvonero, degli strani occhiali posati sulla testa e una scarpa diversa dall'altra. Claire si soffermò soprattutto su quest'ultimo dettaglio, piegando appena la testa da un lato. Non appena percepì i passi di Claire, la studentessa della casa Corvonero si voltò immediatamente. Aveva un sorriso pacato e armonioso, la carnagione chiara, quasi quanto quella di Claire e due grandi occhi azzurri.
“Scusami! Non volevo disturbarti!” fece Claire portando le mani avanti.
“Oh, nessun disturbo Claire Ritcher!” rispose la ragazza con una serenità quasi fuori dal comune. “Sai come mi chiamo?” chiese incuriosita la Serpeverde.
“Certo. Si è parlato molto di te in questi ultimi giorni.” constatò la strega dalla folta chioma ondulata, con aria mansueta.
Claire cercò di capire chi fosse la ragazza e che cosa si riferisse, ma poi i suoi dubbi vennero sciolti quando ella si avvicinò per stingerle la mano.
“Sono Luna Lovegood. Sono amica di Harry.” disse.
Claire ad un tratto ricordò il suo nome scritto sulla pergamena appesa allo specchio nella stanza delle necessità. Luna era un membro dell'Esercito di Silente. Ecco spiegato con chi avesse parlato di lei.
“Piacere di conoscerti Luna...” fece Claire frettolosamente. Improvvisamente si sentì particolarmente in imbarazzo e pensò fosse meglio concludere in fretta quella conversazione. Dopotutto, Luna potrebbe essere stata una di quelle persone che avevano votato no riguardo all'inserimento di Claire nell'Esercito di Silente.
“Non potrà mai avere una buona opinione su di me” pensò la strega.
Claire si schiarì la voce e sfilando lentamente la mano da quella di Luna, disse: “Suppongo che di me tu sappia già tutto, quindi tolgo il disturb-”
“Ti prego, resta. Mi farebbe piacere un po' di compagnia!” la interruppe Luna.
Claire ne fu stupita, così esitò qualche istante prima di allontanarsi.
“Lo so che pensi che io non abbia una buona opinione di te, ma non è così.” disse la Corvonero con aria serena. “Penso che tu voglia apparire forte e imperturbabile ma in realtà, penso che tu sia una persona piuttosto gentile e fuori dal comune.” continuò.
Claire alzò ambedue le sopracciglia e si stropicciò una tempia, con aria incuriosita.
“Ah si?” fece Claire titubante. “Cosa te lo fa pensare?” concluse.
“Certamente!” rispose Luna “Vedi, le persone si soffermano spesso alle prime apparenze, senza scavare nei dettagli più profondi di chi si trovano davanti!” concluse “Io ho la sensazione che tu abbia molto da raccontare.”
“Con me non c'è tanto da scavare, credimi...” buttò lì Claire.
Luna si limitò a sorridere pacatamente.
Tutte e due rimasero in silenzio per alcuni secondi, poi l'alba catturò l'attenzione di entrambe. Claire si avvicinò alla ringhiera e vi si appoggiò con i gomiti, rapita dal fascio rosato di luce che cingeva l'orizzonte.
“Avevi mai visto l'alba da quassù?” chiese Luna, posizionandosi affianco a lei.
“No, mai.” rispose Claire con aria composta. “Effettivamente è assurdo, sono qua da quattro anni...” constatò la Serpeverde.
Luna sorrise e poi, con gli occhi rivolti verso il lago disse: “Comunque io ho votato sì.” Claire si voltò verso di lei curvando le labbra e abbassando il capo.
“Beh...” ironizzò “Pare che tu sia stata quasi praticamente l'unica”
“Si, ecco non siamo stati in molti...” sospirò Luna “Però c'è quel ragazzo che ha parteggiato per te come nessun altro.”
Claire voltò il capo verso la strega.
“È uno dei fratelli maggiori di Ron Weasley, giusto? George?”
Claire sorrise e sospirò rumorosamente allo stesso tempo. Le sue gote si erano appena colorate di un rosa pallido.
“Credo che a lui, tu piaccia molto!” constatò la Corvonero.
“Tu dici?” chiese Claire divertita, dal momento in cui Luna non avrebbe potuto sapere di quello che c'era tra loro.
“Penso proprio di sì!” affermò.
“Ok” Claire rise e Luna si limitò a osservarla sorridendo compiaciuta.
“Tieni duro Claire Ritcher! L'inverno prima o poi lascia spazio alla primavera!” esclamò la strega e Claire si sentì piacevolmente confortata.
Quando fu ora di colazione, Claire e Luna Lovegood scesero nella Sala Comune assieme. Non avevano parlato molto, ma la loro compagnia metteva tutte e due estremamente a loro agio. Furono praticamente le prime a sedersi per fare colazione. Persino il gufo di Luna fu il primo a consegnare la posta.
Assieme a una lettera mandatale dal padre, Luna ricevette il nuovissimo numero della testata giornalistica di famiglia: Il Cavillo. Claire pensò che quel giornale fosse di gran lunga migliore della Gazzetta Del Profeta.
I loro occhi caddero sulla prima pagina. “Evasione ad Azkaban”.
Claire sentì come un nodo attorcigliarle la gola.
Voldemort assieme a dei seguaci aveva liberato alcuni tra i più temibili mangiamorte che la storia avesse mai conosciuto, tra i quali Bellatrix Lestrange.
Il pericolo era sempre più tangibile. La strega pensò che avrebbe dovuto avvisare gli altri, non appena fossero scesi a fare colazione. Ma ad un tratto, Claire sentì bisbigliare alle sue spalle e i suoi pensieri vennero bruscamente interrotti.
Davanti alla porta d'ingresso della Sala Grande vi era Angelina Johnson assieme a una sua amica, la stessa con la quale aveva sparlottato di lei sul treno. Le due Grifondoro stavano leggendo la Gazzetta Del Profeta e sembravano proprio non voler essere ascoltate, motivo in più, pensò Claire, per seguirle e scoprire di cosa diavolo stessero parlando. Dopotutto la Johnson affermava di sapere delle cose su Claire. Era giunto il momento di saperne di più.
“Luna, vuoi scusarmi un attimo? Devo andare a prendere una cosa.” fece Claire alzandosi distrattamente da tavola per poi seguire quelle due.
“Hai intenzione di cacciarti in qualche guaio?” chiese Luna.
Claire fece una smorfia distratta come per dirle di stare tranquilla, ma fu come mentire. Angelina e l'altra ragazza si stavano dirigendo verso i corridoi.
Claire pensò che avrebbe dovuto essere più che guardinga e silenziosa, se non voleva essere colta in flagrante. Ad un tratto, le due Grifondoro si nascosero dietro a una colonna di pietra e iniziarono a confabulare qualcosa.
Claire si accovacciò dietro a un pilastro e cercò di affinare l'udito.
“Credimi Ashley, è come ti ho detto. Sono sicura che c'entri anche lei, dobbiamo avvertire gli altri.” sussurrò la Johnson.
“E se ti sbagliassi? E se fosse morto come ti hanno riferito i tuoi?” fece l'amica.
“Io credo che lui sia ancora vivo, Ashley. Non hanno mai ritrovato il suo corpo!”
“Angelina tutta questa storia mi pare assurda...”
“Non è assurda, Ashley! Persino mia madre, quando ha saputo che Claire Ritcher si trovava qui ad Hogwarts, ha pensato seriamente che fosse una coincidenza troppo eclatante per essere casuale...”
Claire a momenti, udendo il suo nome perse l'equilibrio.
“Pare un racconto da fotoromanzo, Angelina...”
“Ascolta, io sono convinta che ci sia un nesso tra le due cose... Smaschererò la Ritcher. Costi quel che costi.” affermò la cacciatrice dei Grifondoro per poi dileguarsi nel buio assieme all'amica.
Claire si tirò in piedi facendo pressione con le mani sulle ginocchia e posò la schiena bruscamente contro il freddo muro di pietra.
“Angelina si sta chiaramente inventando una storia per mettermi contro gli altri...” pensò Claire, custodendo attentamente i suoi pensieri. “Mah... Come se non lo fossero già...” si fece scappare a bassa voce.
“Cosa?” ad un tratto una voce affianco a lei la fece sobbalzare.
Jamal si trovava a nemmeno un metro da lei e incrociando le braccia, con aria incuriosita, si aspettava una risposta dalla strega.
Claire fece un piccolo sospiro di sollievo, notando che si trattasse di Jamal.
“Uh, sei tu...” fece la strega.
“Chi altro dovrei essere?” chiese Jamal.
“Nessuno... stavo solo pensando ad alta voce...”
Jamal si stropicciò i ricci castano scuro e porse un braccio alla strega con aria ironica.
“Colazione?” fece quello che fino a un mese era stato il migliore amico di Claire.
“Già fatto, in realtà!” esclamò Claire guardandosi attorno.
“Tu che ti svegli presto per fare colazione? Dimmi, per caso hai la febbre?” ironizzò Jamal schiaffando ironicamente un palmo della mano sulla fronte dell'amica.
“Eddai” fece Claire spostandogliela distrattamente.
“Ma che hai Claire? Cerchi qualcuno?” domandò Jamal perplesso.
“No... cioè... in realtà stavo ascoltando una conversazione abbastanza importante...” buttò lì.
“No. Non dirmi che ti stai cacciando nei guai con quelli del-”
“No, nulla del genere. Questione di...” Claire lo interruppe iniziando poi a gesticolare a vuoto, come per cercare le parole. “Rivalità di case.” fece Claire.
“E da quanto ti importa?” fece Jamal alzando un sopracciglio. Claire non gliela dava a bere. La conosceva troppo bene e sapeva che la strega stava di certo campando in aria delle scuse. “Ma per quale ragione?” Si chiese il mago.
“Claire, io lo so che ultimamente ci parliamo meno, però vorrei davvero che le cose tornassero come prima. Sei la mia migliore amica...” articolò Jamal.
Claire sospirò, evitando il contatto visivo con l'amico.
“Di me ti puoi fidare.” concluse l'amico.
“Non penso che ti piacerebbe discutere della cosa...” fece Claire.
“Pazienza, parlamene.” asserì Jamal.
“Non c'è tempo ora. Ad Azkaban c'è stata un'evasione e bisogna avvertire gli altri.” fece Claire sistemandosi il colletto della camicia.
“Sì, l'ho saputo.” annuì il mago “penso che l'abbiano saputo un po' tutti in realtà...”
Claire guardò l'amico incredula e poi assieme si diressero nuovamente verso la Sala Grande che si era improvvisamente riempita. Quasi tutti gli studenti parevano essere turbati da ciò che avevano appena letto sui giornali; le notizie volavano in fretta.
Da lontano Claire scorse delle teste rosse, sedute a fare colazione sulle panche solitamente occupate dai Grifondoro, così vi si avvicinò con passo svelto e Jamal la seguì. Non appena George Weasley notò Claire e Jamal avvicinarsi si alzò in piedi.
Si accorse che la strega aveva un'aria lievemente preoccupata, molto probabilmente per quello che tutti avevano appena appreso. “Buongiorno, Ritcher!” esclamò Fred sorridendo, seduto affianco al suo gemello. Claire si limitò a fare un cenno col capo a lui, a George e a Ginny, poi scavalcò la panca per sedercisi a cavalcioni. Jamal rimase in piedi affianco a George, distratto dall'aspetto di Ginny, che quella mattina pensò fosse decisamente ottimo. Non appena Fred e George notarono l'occhio da dongiovanni del mago esclamarono in coro: “Occhio cadente oggi?” Jamal si riprese subito, sedendosi anche lui distrattamente assieme agli altri.
Ginny non parve dare troppa importanza alla cosa, dopotutto Jamal era solito fare gli occhi languidi a tutte le ragazze carine.
“E adesso che si fa?” fece Claire riferendosi chiaramente a quello che fosse successo ad Azkaban. George si passò una mano fra i capelli, gonfiò le guance e sospirando si sedette a fianco a Claire.
Fred, George e Ginny si sentirono un po' in difficoltà a parlare davanti a Jamal. Dopotutto era stato lui a dire che non voleva sapere nulla riguardo gli allenamenti e le pratiche di magia alle spalle della Umbridge.
Dopo diversi attimi di silenzio fu Ginny a parlare. “Dobbiamo tenerci pronti. Dopotutto ce lo aspettavamo.”
“Pronti per cosa?” chiese Jamal.
Claire si morse l'interno della guancia ma poi prese coraggio e rivolgendosi all'amico esclamò: “Lo sai benissimo, Jami. E se non fossi così ottuso ti lasceresti aiutare da noi. La Umbridge non ti insegnerà mai a difenderti da questo!” Claire puntò il dito contro la prima pagina della Gazzetta Del Profeta, dove vi erano raffigurati i volti dei mangiamorte fuggiti nella notte.
Jamal sospirò rumorosamente e dopo essersi guardato attorno sussurrò concitatamente: “Ti si è fritto il cervello? Volete ancora continuare con la storia degli allenamenti segreti?”
Fred si portò una mano alla fronte, coprendosi parte degli occhi, con aria rassegnata.
George si limitò a restare in silenzio, scambiandosi semplicemente uno sguardo con sua sorella Ginny.
“Jamal, lo so che temi che la Umbridge ci possa scoprire, ma è di vitale importanza che anche tu conosca quello che noi stiamo imparan-”
“Claire io non voglio discutere di nuovo con te... ma preferisco restarne fuori... ti prego, scusami...” la interruppe Jamal per poi andarsene con aria abbattuta.
“Jami, ti prego!” esclamò Claire, facendo per seguire l'amico. George però si alzò dietro di lei, posandole delicatamente una mano tra il collo e la spalla, per poi invitarla a risedersi. “Dagli tempo di metabolizzare la cosa... Deve capirlo da solo...” le sussurrò George, notando chiaramente la delusione di Claire mentre osservava il suo amico andar via. “Potrebbe non essercene più di tempo...” sospirò Claire infilandosi lentamente le dita tra i capelli. La strega avrebbe voluto essere riuscita a convincere i suoi amici, ma in cuor suo sapeva che sarebbe stato impossibile. Era chiaro che Jamal si sentisse intimorito da qualcosa che era decisamente più grande di lui. Dopotutto molti dei loro compagni di casa, se avessero scoperto degli allenamenti segreti gli avrebbero dato del traditore. Jamal non avrebbe potuto reggere anche quell'epiteto, aggiunto a quelli che alcuni Serpeverde gli avevano precedentemente assegnato, per via del suo lignaggio babbano e l'incoerenza della sua assegnazione alla loro casa. Claire stranamente era stata per la maggior parte delle volte risparmiata da certi epiteti. Solo durante il primo anno aveva udito qualche battutina riguardo alla sua vita prettamente babbana al di fuori di Hogwarts, ma nulla di troppo irritante. Dopotutto della sua vita sapevano tutti poco e niente. Dopo però che Angelina Johnson rivelò la storia su Riley, molti studenti le erano stati alla larga. Meglio così, pensò la strega. Non voleva che certa gente le girasse troppo attorno. Soprattutto certi bulletti appartenenti alla sua casa, purtroppo.
Per quanto riguardava Cal, invece era incastrata in una situazione scomoda. Era chiaro che la sua partecipazione al gruppo d'inquisizione della Umbridge le costasse un certo sforzo, ma era altrettanto evidente che, per qualche ragione, non avesse scelta. I suoi genitori dopotutto conoscevano molto bene la bisbetica in rosa.
Claire si lasciò scivolare goffamente sulla panca e per nervosismo diede un morso a una ciambella, nonostante avesse già fatto colazione e si sentisse pressoché piena.
“Claire, non ci pensare...” fece Ginny allungandole teneramente una mano sul braccio. La Serpeverde annuì distrattamente.
Claire avrebbe voluto parlare a George di quello che aveva sentito dire alla Johnson nei corridoi poco prima, ma poi optò di tenerselo per sé. Dopotutto la ''questione Angelina'' aveva già fatto perdere loro abbastanza tempo.
A George però non sfuggì l'aria pensierosa della strega. Stava imparando a conoscerla a fondo e sapeva altrettanto bene che, spesso Claire aveva bisogno di sbollire i suoi pensieri da sola, perciò non le fece domande.
Fu nuovamente Ginny a spezzare il silenzio, chiedendo all'amica di accompagnarla in biblioteca più tardi dopo la lezione di Pozioni e così fu.
“Pensi che la Umbridge abbia scoperto qualcosa?” chiese Ginny mentre risistemava un libro su uno scaffale della biblioteca.
“Non credo, altrimenti Cal me lo avrebbe riferito...” rispose Claire, con voce rassicurante. Da lontano la strega notò Fred, George e Lee Jordan seduti allo stesso tavolo che stavano 'studiando' per modo di dire, quello stupido libro che la Umbridge aveva dato loro a inizio anno. Dopotutto per loro quello sarebbe stato l'anno del diploma.
Claire pensò che avrebbe voluto correre da George e abbracciarlo. Aveva bisogno di uno di quei suoi abbracci, dopo quella mattinata infernale.
“Ti fidi di Cal?” le chiese Ginny riportandola sul mondo reale.
Claire sbatté più volte le palpebre per riacquistare la concentrazione necessaria per continuare quella conversazione e con tono pacato ma deciso rispose: “Certo che mi fido di lei. Puoi stare tranquilla. L'ultima volta ha coperto le spalle a me e a tuo fratello George con la Parkinson e con le altre...” fece Claire.
“Le altre chi?” chiese Ginny incuriosita.
“Alcune ragazze della squadra di inquisizione della Umbridge, tra le quali appunto Pansy Parkinson e Millicent Bulstrode... e poi vabbè, c'era pure la Johnson...” fece Claire, arricciando il naso non appena nominò la Grifondoro.
“Non mi è mai piaciuta.” disse Ginny “L'ho sempre trovata arrogante e poco solidale verso le altre ragazze...”
“Ne so qualcosa” rispose Claire ironica.
Le due streghe risero il più silenziosamente possibile fino a quando però il loro sguardo venne catturato da qualcosa, o meglio, da qualcuno.
“Parli del diavolo...” suggerì Ginny notando Angelina Johnson avvicinarsi e sedersi al tavolo dei suoi fratelli. Claire dovette mordersi ripetutamente l'interno della guancia per non farsi lasciare andare a uno dei suoi momenti di rabbia. Odiava il fatto che la Johnson stesse sempre appresso ai suoi amici, soprattutto a George.
Angelina inizialmente fece finta di niente, aprendo un libro sotto sotto il suo naso.
George fece fatica a salutarla; persino Fred risultò riluttante a interagire con lei.
Lee Jordan fu l'unico a sembrare contento della sua presenza. Dopotutto aveva una cotta per lei sin dal primo anno.
“Claire non farci caso... George neppure la considera...” la rassicurò Ginny.
“Sì, lo so. È che ogni volta che si avvicina a lui o a Fred sembra non veder l'ora di provare a metterli in guardia da me. Non la reggo davvero più...” sbuffò la Ritcher.
“Lo so. A me non si avvicina, grazie al cielo. Penso che sia infastidita dal fatto che abbia preso parte alla squadra di Quidditch, dopo che la Umbridge ha fatto quel che ha fatto...” disse Ginny distrattamente.
“Perché, che è successo?” fece Claire totalmente ignara dell'accaduto.
Ginny si morse il labbro e poi le confessò tutto.
“Harry, Fred e George sono stati espulsi dalla squadra... La Umbridge ancora una volta si è dimostrata un'ingiusta ed emerita arpia!” sbottò Ginny mentre notava il colorito di Claire iniziare a mutare; da bianco pallido iniziò a diventare viola per la rabbia.
“In ogni caso Harry mi aveva nominata vice-capitano di squadra. Sai, nel caso fosse successo qualcosa.” continuò Ginny “Ci aveva visto lungo... Solo che ad Angelina la cosa non è andata giù. Sperava di essere lei a venire nominata vice-capitano, e invece...”
Claire parve udire solo la prima parte del discorso, in cui la Umbridge avrebbe espulso Harry, Fred e George dalla squadra di Quidditch dei Grifondoro.
Claire venendo a conoscenza di ciò, si sentì pervasa da un mix di sentimenti.
Da una parte si sentì furiosa ma dall'altra si sentì estremamente piccola e inutile. Pensò di non essere stata in grado di sostenere George dopo la delusione sicuramente provata dal ragazzo, dopo essere stato escluso dalla squadra di Quidditch assieme al fratello.
“Cazzo, quanto può essere stronza la Umbridge!? Non ne sapevo nulla! George non me lo ha detto, altrimenti io... io...”
“Shhhhhhhhhhh!!” fece Ginny cercando di tranquillizzare l'amica. “Non farti venire in mente qualche malsana idea! Intanto ormai la frittata è fatta...” continuò la strega dai capelli rossi, intenta a placare i bollenti spiriti della Ritcher.
Claire sbuffò, per poi guardare George da lontano, immaginando la sua profonda amarezza. Non è affatto giusto, pensò.
“Claire, George non ti ha detto nulla per non preoccuparti...” fece Ginny “...e poi diciamoci la verità: se lo avessi scoperto, molto probabilmente avresti fatto la matta, come tuo solito!” ridacchiò Ginny cercando a sua volta di strappare un sorriso all'amica.
“Ok, forse è vero. Ma ciò non toglie che la Umbridge sia un'emerita stronz-”
“Ok, ok, hai reso bene il concetto, Claire” la interruppe Ginny cercando di trattenere una risata, per via del linguaggio dell'amica.
“Comunque...” fece Claire placandosi “Sono contenta che Harry ti abbia nominata vice-capitano... te lo meriti...”
Ginny arrossì lievemente e a Claire non sfuggì il piacevole imbarazzo dell'amica. Che forse le piacesse Harry?
Poco dopo la strega dai capelli rossi si diresse verso il tavolo dei suoi fratelli, per studiare e fece cenno all'amica di unirsi. Ginny avrebbe pagato per vedere la faccia di Angelina nel vedere Claire sedersi accanto lei con disinvoltura. Dopotutto sarebbe stato tipico della Ritcher. Claire inizialmente si sentì titubante ma poi un'idea le saltò alla mente. Forse se avesse messo la Johnson alle strette, tediandola di tanto in tanto, la cacciatrice dei Grifondoro avrebbe finalmente vuotato il sacco in un momento di rabbia. Era a questo che Claire la voleva portare. Dopotutto non aveva niente da perdere se non il tempo.
Una lieve smorfia birbante si stampò sul volto di Claire, che in un primo momento si sistemò il cravattino verde e argento e subito dopo si diresse verso il tavolo dove oltre a Fred, George, Ginny e Lee Jordan si trovava appunto anche Angelina.
Sguaiatamente e come se nulla fosse, Claire si sedette con ben poca grazia sulla sedia vuota proprio a fianco alla Johnson.
“Ri-buongiorno!!!” esclamò la Ritcher zittita da qualche studente dietro di lei intento a studiare. Claire ignorò qualsiasi incoraggiamento a tacere e posò i gomiti sul banco di legno. “Allora, siete pronti per questi dannati esami?” fece la Serpeverde stampandosi un sorriso tiratissimo sulle labbra. Fred e George alzarono gli occhi contemporaneamente verso Claire, sbarrandoli. Ginny invece già se la rideva.
“In realtà stavamo provando a studiare prima che arrivassi tu a disturbarci!” fece Angelina. “Oh ma che peccato!” rispose Claire affilando la sua lingua biforcuta.
Angelina, venendo fulminata con uno sguardo dai gemelli non rispose e fece finta di riprendere a leggere.
Claire tornò a rivolgere il suo sguardo verso gli altri, aspettandosi una risposta.
“Bhè...” si schiarì la voce Fred “...non ho dei buoni presentimenti a riguardo.”
“In poche parole, ci vorrà un miracolo per passare i M.A.G.O.” continuò George.
“Io sono abbastanza preparata, se volete vi do una mano io!” si propose Angelina.
“Sono sicura che non vedranno l'ora di ricevere il tuo aiuto, Angelina!” rispose Claire sorridendole nella maniera più forzata di sempre.
Quella di Claire più che una frecciatina pareva essere una lancia aguzza.
“Non stavo parlando con te.” rispose secca la Johnson.
“Certo che no, ovviamente! Fingi che io sia invisibile!” rispose Claire.
A Ginny scappò una pernacchia, Fred e George si trattennero a stento dallo scoppiare a ridere, il povero Lee invece non capì un tubo di quello che stava succedendo.
“Dicevo...” ricominciò Angelina “che potrei aiutarv-”
“No grazie” risposero in coro i gemelli.
Angelina sperava di trovare manforte per lo meno in Fred, con il quale si era frequentata per un brevissimo periodo l'anno prima, senza che però succedesse nulla tra di loro, ma invece anche lui sembrava essere riluttante.
“Io si!” esclamò Lee Jordan “Cioè, se volessi darmi una mano con lo studio io...”
il povero Lee non fece nemmeno in tempo a concludere la frase, che Angelina se ne andò seccata, lanciando un'ultima occhiata gelida alla Ritcher.
“Che c'è ragazzi? Io avrei pagato un milione di Galeoni per poter studiare assieme a lei!” fece Claire ironica, mentre Ginny le diede uno sbuffetto sul gomito, divertita.
“Che lingua biforcuta!” ridacchiarono in coro i gemelli Weasley.
“Sì però non mordo!” fece Claire ironica.
“Peccato” rispose George sorridendo maliziosamente, per poi abbassare il suo sguardo vispo in direzione del libro. Claire arrossì di poco, ma colse subito le intenzioni del mago. Così, facendo finta di niente, scalò di una sedia, per sedersi laddove vi era Angelina: esattamente di fronte a George.
La strega allungò una caviglia sotto il tavolo, sfiorando il polpaccio del ragazzo. Come percepì quel tocco, George alzò immediatamente lo sguardo arrossendo. Claire sembrava non aver la minima intenzione di cessare quel contatto, iniziò anzi ad accarezzargli delicatamente la gamba con il collo del piede.
George si fece sempre più rosso. Di certo non si aspettava tale spavalderia da parte di Claire. Ovviamente ne fu piacevolmente colpito.
Claire non appena venne investita dallo sguardo di George, abbassò il suo come se nulla fosse, ritraendo la gamba.
George le diede un calcio alla sedia facendola sussultare. I loro sguardi si incrociarono e quello di George sembrava voler dire “perché caspita hai smesso?”
Claire gli mimò con il labiale un “Che c'è?” ma lui non rispose.
George ad un tratto strappò l'angolo di una pergamena, prese la sua piuma e iniziò a scrivere qualcosa. Fred sembrò essere l'unico ad accorgersene e ridacchiò facendo l'occhiolino al fratello, mentre gli altri sembravano essere intenti a studiare.
Ad un tratto George si alzò in piedi stiracchiandosi e disse agli altri a bassa voce: “Arrivo tra un secondo, mi sgranchisco un attimo le gambe”.
Nessuno disse niente.
Ad un tratto, Claire si ritrovò sotto il naso un bigliettino. Come alzò il capo per vedere chi glielo avesse appena lasciato, si rese conto che era stato George, che in quel momento si stava allontanando verso il fondo della biblioteca.
Claire tornò a posare lo sguardo sul bigliettino; lo aprì e vi lesse sopra: “Reparto rune antiche. Tra cinque minuti. G.”
Claire in un primo momento arrossì, specie quando Fred iniziò a guardarla ridendo.
“Cosa vuoi tu??” sibilò Claire in direzione del rosso e lui fece spallucce divertito.
Claire ruotò il capo da ambedue le direzioni e quando appurò che nessuno la stesse guardando seguì le indicazioni di George.
La strega si allontanò con tutta la sedia dal tavolo, producendo un fastidioso sfrigolio a terra. Ginny alzò lo sguardo e le fece cenno come per chiederle dove stesse andando. Claire gesticolò distrattamente senza rispondere e si incamminò verso il fondo della biblioteca.
Quando giunse nel reparto rune antiche, Claire si guardò attorno ma non vide nessuno. Dopotutto quell'area della biblioteca era sempre deserta e impolverata.
Nessuno ci metteva mai piede, tranne forse le coppiette innamorate.
Ad un tratto Claire si sentì agguantare da dietro. Ci mancò davvero poco che la ragazza tirasse un urlo, ma George le posò prontamente una mano sulla bocca.
“Shhhh! Sono io, rincitrullita!!!” le sibilò George in un orecchio, girandola in direzione del suo viso. “Mi hai fatto prendere un colpo!” disse Claire spostando la mano di George, dalla sua bocca per poi indirizzargliela sulla propria guancia.
“Chi volevi che fosse?” chiese George divertito.
“Che ne so, chiunq-”
Claire venne interrotta dalle labbra di George che si posarono con fermezza e desiderio sulle sue. Il mago dai capelli rossi la afferrò delicatamente per le braccia e indietreggiò sbattendo la schiena contro uno scaffale.
“George...?” sussurrò la ragazza con voce rotta dall'eccitazione.
Il ragazzo si scostò lievemente dal suo viso per poi guardarla con quei suoi occhi brillanti, come per aspettare un via libera da parte della strega.
Dopo pochi e brevi istanti di piacevole imbarazzo, fu Claire a lanciarsi sul ragazzo invertendo le loro posizioni. Quello partito dalla strega, fu un bacio affamato, irruento e passionale. George strinse le sue braccia attorno alla vita della strega e iniziò a spostare il suo bacio dalle labbra di Claire al suo collo.
Quando George le raggiunse la clavicola, Claire espirò rumorosamente.
Si sentì accaldata, come se un fuoco che le partiva dalle viscere le si irrorasse nel resto del corpo. Era una sensazione decisamente strana e dannatamente piacevole.
Claire percepì il profumo dei capelli del ragazzo quando se li ritrovò sotto al mento.
George, ansimando fugacemente, le stava sbottonando i primi bottoni della camicetta, lasciandole una lunga scia di baci sul petto.
La sensazione di calore che provava Claire si stava spostando più in basso. Era una percezione del tutto nuova, che per un attimo le fece stringere le gambe tra di loro.
Non appena percepì la bocca di George sfiorarle la coppa del reggiseno, la strega non poté fare a meno di ansimare un po' più rumorosamente, al che George tirò su il capo di scatto e piazzandole un velato bacio sulle labbra, le fece: “Shhh...” per poi continuare a baciarle le labbra.
Claire si sentì tremare le gambe. Quando lo desiderava.
Ad un tratto la ragazza, con le mani iniziò a esplorare la schiena di George fino ad arrivare a insinuarsi sotto il tessuto bianco della camicia, sfiorandogli la parte scoperta della schiena. A George quell'iniziativa piacque talmente tanto che istintivamente, portò le mani sulle gambe della ragazza accarezzandogliele attraverso il tessuto della gonna. George pensò che fosse strano che Claire indossasse una gonna; solitamente portava i pantaloni appunto perché le odiava. Quella che aveva indosso era lunga fino alle ginocchia e la metteva solamente quando si dimenticava di portare alla lavanderia comune i calzoni.
Questo fece sorridere George.
Claire, percependo le mani del ragazzo sulle proprie gambe, dovette mordersi l'interno di una guancia per non farsi sfuggire qualche gemito, ma il climax era talmente alto che Claire si fece scappare un sussurro all'orecchio di George. Trasportata da una sensazione di desiderio gli bisbigliò: “Ti voglio”.
Claire non poté credere di averlo detto veramente ad alta voce e subito pensò di essere uscita di senno.
Non appena George udì quelle due parole, arrossì di colpo e il suo cuore iniziò a battergli all'impazzata nel petto. Al mago dai capelli rossi tremarono lievemente le mani per l'emozione, ma non dubitò nemmeno per un istante di afferrarle le cosce divaricandogliele, per poi sollevarla da terra e farla sedere sullo scaffale rialzato della libreria. Senza pensarci un attimo George si insinuò con il corpo tra le lunghe gambe della strega, riprendendo a baciarla ancora più appassionatamente.
La distanza tra i loro corpi si era del tutto azzerata e fu quello il momento in cui Claire percepì l'erezione del ragazzo premerle involontariamente contro l'interno della sua coscia destra.
“Oddio scusami!” esclamò George non appena se ne rese conto, diventando rosso paonazzo. Non gli era mai capitato di trovarsi in una situazione del genere.
Claire si sentì confusa. Perché mai George avrebbe dovuto scusarsi? Infatti, dopo averlo guardato con aria divertita riprese a baciarlo, per poi reindirizzare quella scia di baci, dalle labbra di George, al suo collo. Claire istintivamente gli allentò la cravatta rossa e oro, posandogli le mani contro il petto lievemente scoperto dalla camicia. George, pervaso da una sensazione di piacere, si spinse ulteriormente contro il corpo della ragazza iniziando a sfiorarla a fior di pelle, insinuandosi sotto il tessuto della gonna. Claire pensò che le mani di George fossero incredibilmente morbide e calde; amava sentirsele sulla pelle. Amò quel tocco a tal punto da iniziare a percepire una strana sensazione di calore in mezzo alle gambe.
George afferrò Claire per le cosce ancora più saldamente, mentre Claire iniziò a slacciargli frettolosamente e anche un po' impacciatamente la fibbia della cintura.
Non appena George udì quel tintinnio metallico proveniente dalla sua cinta, si rese conto che Claire stesse avendo qualche difficoltà nello slacciarla, così prese l'iniziativa e l’aiutò, abbassandosi anche la zip dei pantaloni.
Con abile mossa, George afferrò Claire per il bacino avvicinandoselo al basso ventre. La strega accarezzò il petto del ragazzo dai capelli rossi, passandogli una mano lungo il ventre fino a giungergli e stringergli con le dita l'attaccatura dell'elastico della biancheria intima, che spuntava dai pantaloni slacciati. Claire fu sul punto di insinuarvisi delicatamente, ma ad un tratto tutti e due sentirono dei passi allontanarsi dalla loro direzione. Claire fu la prima a staccarsi di scatto da quel contatto, seguita da George che ancora rosso paonazzo si allacciò in men che non si dica i pantaloni. Una volta ricomposto, si affacciò sul lungo corridoio e notò Draco Malfoy allontanarsi con passo svelto.
“Merda!” esclamò George “Pensi che ci abbia visti?” fece passandosi una mano tra i capelli scompigliati.
Claire con un balzo si tirò su in piedi e mentre si sistemava la gonna e la camicetta, notò effettivamente Malfoy in lontananza dirigersi verso l'area principale della biblioteca. “Spero proprio di no” esclamò Claire con aria preoccupata.
Se Draco avesse spifferato qualcosa alla Umbridge le loro azioni avrebbero avuto delle ripercussioni su entrambe. Era meglio non avvicinarsi alla bisbetica in rosa, specialmente in quel periodo in cui ognuno di loro era tenuto sotto stretta sorveglianza; ma soprattutto dopo la confessione di Cal. Se quello che le aveva confessato l'amica fosse risultato vero, la Umbridge avrebbe ben presto cominciato a utilizzare il veritasserum sugli studenti sospetti.
“In ogni caso parlerò con Cal.” affermò Claire.
“Di Malfoy non ci si può fidare, a prescindere da Cal...” disse George sbuffando.
“Lo so. È proprio per questo che dovrò parlare con lei.”
“E comunque...” fece George avvicinandosi al viso di Claire, lasciandole un piccolo bacio sulla guancia “sono stufo di queste continue interruzioni... rimpiango la mappa del malandrino!” concluse George incrociando le braccia sul petto.
“La mappa del malandrino?” chiese Claire come se stesse per avere un dejavu.
“Quella mappa lì, sai...”
“Ah, ma quella mappa!”
“Eh si! Avrei potuto notare il suo arrivo...”
“Lo sai che non lo avresti notato comunque?” fece presente Claire “Visto quello con cui eravamo, ecco... impegnati...”
George si portò una mano al mento e sorrise mescolando una sensazione di sollazzo e in imbarazzo al tempo stesso.
“Scusami...” disse George sorridendo flebilmente.
Claire inarcò le sopracciglia confusa.
“Cosa intendi?” chiese la strega.
“Forse avrei dovuto andarci più piano. Nel senso ecco, non vorrei esserti sembrato frettoloso o...” George ad un tratto venne interrotto da Claire.
“Ma piantala! Sono stata la prima a provocarti!” fece Claire divertita. “Sai ero consapevole che tu non fossi una statua di cera!” esclamò Claire ironica.
George rise.
“Va bene, lingua sciolta.” disse il ragazzo stampandole un bacio su uno zigomo.
“Ora però temo proprio di dover andare. Io e gli altri abbiamo appuntamento nella stanza delle necessità fra circa dieci minuti. Me ne ero totalmente scordato!” esclamò George rendendosi conto dell'ora che si era fatta.
“Giusto! Anche io sono un filino in ritardo. Dovrei essere da Hagrid già da dieci minuti...” sospirò Claire guardando distrattamente l'orologio da polso di George.
“Sì giusto un filino in ritardo!” ironizzò George.
“Eddai su, ora vado!” fece Claire un istante prima di baciarlo.
Erano già le sei e mezza del pomeriggio e quando Claire riempì la mangiatoia per uccelli di fronte alla capanna di Hagrid, una gocciolina di pioggia le cadde sulla fronte. Fra non molto sarebbe arrivato un bell'acquazzone.
“Claire sta iniziando a piovere! Quando hai finito con quella mangiatoia torna su!” tuonò Hagrid mentre copriva con un telo impermeabile una tana di snasi poco lontano. “Ok Hagrid! Giusto due minuti e vado!” rispose Claire di rimando.
Mentre sistemava quella mangiatoia non riuscì a smettere di pensare a quello che poco prima era capitato tra lei e George. Anzi, più precisamente non riuscì a smettere di pensare a quello che stava per accadere tra loro due.
Nella mente della strega balenarono diverse immagini, tra le quali quella famosa rivista che aveva sgraffignato l'anno prima a sua zia.
Ricordava ancora bene il titolo di un certo articolo: Come regalare un orgasmo al proprio partner e impazzire di piacere.
“Ma a che diavolo stai pensando, Claire?” sussurrò la ragazza tra sé e sé scuotendo il capo, per riportarsi con i piedi per terra.
George la faceva uscire di testa. Oltre ad essere innamorata di lui provava anche una forte attrazione fisica nei confronti del mago; un'attrazione che spesso non riusciva a controllare. Dopotutto, erano tante le cose che Claire non riusciva a tenere sotto controllo, di certo non solo la scoppiettante chimica tra lei e George.
“Ma insomma quelle mani...” pensò la strega “quel suo profumo... le sue labbra che sanno di cannella...” Claire si perse nuovamente tra i suoi pensieri.
Ripensava al loro primo bacio. All'incidente della doccia, in cui lei e George si erano ritrovati nudi l'uno sull'altra. Poi si chiese come sarebbe stato fare l'amore con lui.
Lo avrebbe voluto davvero. Avrebbe voluto provare ogni piccola sensazione assieme a lui. Avrebbe voluto spingersi oltre e dirgli che lo amava, ma al contempo aveva paura a esprimere i propri sentimenti così apertamente. Claire dopotutto non era di certo la tipica ragazza romantica a cui piacciono le smancerie, però con George abbassava ogni difesa. Il mago dai capelli rossi le faceva ricordare quanto fosse inutile quella corazza in sua presenza. Lui la capiva e non la giudicava. Non aveva paura del passato di Claire ed era stato sempre lì per lei. Persino nei momenti bui.
L'unico rammarico di Claire fu non esserci stata per lui nel momento dell'espulsione dalla squadra di Quidditch. Sapeva quanto George tenesse a quello sport e lei, non sapendo dell'accaduto non aveva potuto sostenerlo.
“Questa sera gli parlerò...” sussurrò Claire, ma ad un tratto si sentì una morsa allo stomaco e i suoi pensieri vennero interrotti bruscamente da un presentimento che iniziò a diffondersi irruentemente dentro di lei.
Claire appoggiò la schiena contro i mattoni di pietra della capanna di Hagrid per sorreggersi socchiudendo gli occhi per un istante. Era la stessa sensazione che aveva provato poco prima che Arthur Weasley venisse ferito brutalmente da quel serpente nell'ufficio misteri. La stessa sensazione che ebbe qualche istante prima di assistere alla morte di Riley.
“CLAIRE!!!” ad un tratto la strega venne scossa per le spalle da Cal Denvers, che inspiegabilmente si era fiondata su di lei.
La Ritcher sussultò sbarrando gli occhi, ancora confusa e atrofizzata da quelle sensazioni orribili che aveva appena percepito dentro di sé. Quando si accorse della presenza dell'amica, Claire notò anche il suo volto corrucciato e il fiato corto per l'affanno. Aveva corso.
“Che succede, Cal??” chiese Claire in estrema apprensione.
“Claire...” Cal si sorresse all'amica per prendere fiato.
“La Umbridge. Li ha scoperti.”
“Tutto è stato pianificato come previsto, Althius. Ora dobbiamo solo aspettare che venga da te. La profezia non mente dopotutto...” la voce gracchiante di un uomo rimbombò nelle orecchie di Claire e lei si sentì pervadere da un forte senso di angoscia. “Cassius, come ben sai non mi è possibile leggere la profezia personalmente. Solo la persona alla quale è stata indirizzata può farlo... però, è anche vero che noi abbiamo un grosso vantaggio.” Claire provò ad allontanarsi da quelle due figure oscure, ma la luce continuava a spingerla sempre più in avanti.
“Le mie abilità faranno si che si unisca a noi. Sarà la sua unica possibilità.”
Claire tirò su la schiena di scatto, rimanendo seduta in mezzo al letto.
Era stato l'ennesimo dei suoi incubi.
La strega si stropicciò il viso sudato con le mani, ma quando le scostò notò qualche gocciolina di sangue sulle dita. Ancora una volta stava sanguinando dal naso; persino il cuscino ne aveva le prove. “Di nuovo no...” sussurrò la ragazza tamponandosi le narici con uno scorcio di manica del pigiama.
Claire si chiese che ore fossero e quando diede una sbirciata all'orologio posato sul suo comodino, notò che erano già le cinque del mattino. Tanto valeva alzarsi e andarsi a fare una doccia, pensò. Cercando di non svegliare Cal, che dormiva profondamente nel letto accanto al suo, Claire si infilò le pantofole, prese silenziosamente l'accappatoio dal suo armadio e si diresse nel bagno comune dei dormitori femminili.
La strega si fece investire dal getto d'acqua calda della doccia e si sciacquò più volte la faccia. Le ultime gocce di sangue scuro le caddero dal volto per poi dissolversi tra lo scrosciare dell'acqua. La sua mente non riusciva a cancellare l'immagine di quelle due losche figure che complottavano nell'oscurità. Di quel sogno le parve di ricordare i nomi dei due uomini, ma fu solo per un attimo. Dopo qualche istante anch'essi si dissolsero fugacemente tra i pensieri della strega. Claire era stata raccomandata da Silente di avvertirlo nel caso certi episodi fossero ricomparsi, ma non seppe se allarmare il Preside fosse la scelta giusta in quel momento.
Quando Claire uscì dalla casa comune dei Serpeverde era ancora mattino presto e il sole era in procinto di sorgere. Erano le sei del mattino, ma Claire decise comunque di fare due passi prima di scendere a fare colazione. Camminò lungo i corridoi di Hogwarts e per un attimo incrociò il passaggio segreto che George le aveva mostrato al secondo anno. Immediatamente si ricordò delle sue parole: “Ora potrai venirci a fare gli scherzi mentre dormiamo” così aveva detto George ironico due anni prima. Claire per un istante pensò di come avrebbe reagito George trovandosela nella propria sala comune e di come sarebbe stato andarlo a salutare furtivamente, magari scostandogli una ciocca di capelli dal viso mentre ancora dormiva. Chissà come sarebbe stato dormire e svegliarsi accanto a lui, si chiese.
Anche quel pensiero però passò fugacemente. Tutto ciò sarebbe stato rischioso e inappropriato, pensò la strega allungando il passo in tutt'altra direzione. Camminò talmente tanto che in un baleno si ritrovò alla torre di astronomia.
Stranamente non era sola. Dinanzi a lei, a guardare il sole sorgere, c'era una ragazza dai lunghi capelli argentei, che ondeggiavano cullati da una lieve brezza.
Aveva la divisa dei Corvonero, degli strani occhiali posati sulla testa e una scarpa diversa dall'altra. Claire si soffermò soprattutto su quest'ultimo dettaglio, piegando appena la testa da un lato. Non appena percepì i passi di Claire, la studentessa della casa Corvonero si voltò immediatamente. Aveva un sorriso pacato e armonioso, la carnagione chiara, quasi quanto quella di Claire e due grandi occhi azzurri.
“Scusami! Non volevo disturbarti!” fece Claire portando le mani avanti.
“Oh, nessun disturbo Claire Ritcher!” rispose la ragazza con una serenità quasi fuori dal comune. “Sai come mi chiamo?” chiese incuriosita la Serpeverde.
“Certo. Si è parlato molto di te in questi ultimi giorni.” constatò la strega dalla folta chioma ondulata, con aria mansueta.
Claire cercò di capire chi fosse la ragazza e che cosa si riferisse, ma poi i suoi dubbi vennero sciolti quando ella si avvicinò per stingerle la mano.
“Sono Luna Lovegood. Sono amica di Harry.” disse.
Claire ad un tratto ricordò il suo nome scritto sulla pergamena appesa allo specchio nella stanza delle necessità. Luna era un membro dell'Esercito di Silente. Ecco spiegato con chi avesse parlato di lei.
“Piacere di conoscerti Luna...” fece Claire frettolosamente. Improvvisamente si sentì particolarmente in imbarazzo e pensò fosse meglio concludere in fretta quella conversazione. Dopotutto, Luna potrebbe essere stata una di quelle persone che avevano votato no riguardo all'inserimento di Claire nell'Esercito di Silente.
“Non potrà mai avere una buona opinione su di me” pensò la strega.
Claire si schiarì la voce e sfilando lentamente la mano da quella di Luna, disse: “Suppongo che di me tu sappia già tutto, quindi tolgo il disturb-”
“Ti prego, resta. Mi farebbe piacere un po' di compagnia!” la interruppe Luna.
Claire ne fu stupita, così esitò qualche istante prima di allontanarsi.
“Lo so che pensi che io non abbia una buona opinione di te, ma non è così.” disse la Corvonero con aria serena. “Penso che tu voglia apparire forte e imperturbabile ma in realtà, penso che tu sia una persona piuttosto gentile e fuori dal comune.” continuò.
Claire alzò ambedue le sopracciglia e si stropicciò una tempia, con aria incuriosita.
“Ah si?” fece Claire titubante. “Cosa te lo fa pensare?” concluse.
“Certamente!” rispose Luna “Vedi, le persone si soffermano spesso alle prime apparenze, senza scavare nei dettagli più profondi di chi si trovano davanti!” concluse “Io ho la sensazione che tu abbia molto da raccontare.”
“Con me non c'è tanto da scavare, credimi...” buttò lì Claire.
Luna si limitò a sorridere pacatamente.
Tutte e due rimasero in silenzio per alcuni secondi, poi l'alba catturò l'attenzione di entrambe. Claire si avvicinò alla ringhiera e vi si appoggiò con i gomiti, rapita dal fascio rosato di luce che cingeva l'orizzonte.
“Avevi mai visto l'alba da quassù?” chiese Luna, posizionandosi affianco a lei.
“No, mai.” rispose Claire con aria composta. “Effettivamente è assurdo, sono qua da quattro anni...” constatò la Serpeverde.
Luna sorrise e poi, con gli occhi rivolti verso il lago disse: “Comunque io ho votato sì.” Claire si voltò verso di lei curvando le labbra e abbassando il capo.
“Beh...” ironizzò “Pare che tu sia stata quasi praticamente l'unica”
“Si, ecco non siamo stati in molti...” sospirò Luna “Però c'è quel ragazzo che ha parteggiato per te come nessun altro.”
Claire voltò il capo verso la strega.
“È uno dei fratelli maggiori di Ron Weasley, giusto? George?”
Claire sorrise e sospirò rumorosamente allo stesso tempo. Le sue gote si erano appena colorate di un rosa pallido.
“Credo che a lui, tu piaccia molto!” constatò la Corvonero.
“Tu dici?” chiese Claire divertita, dal momento in cui Luna non avrebbe potuto sapere di quello che c'era tra loro.
“Penso proprio di sì!” affermò.
“Ok” Claire rise e Luna si limitò a osservarla sorridendo compiaciuta.
“Tieni duro Claire Ritcher! L'inverno prima o poi lascia spazio alla primavera!” esclamò la strega e Claire si sentì piacevolmente confortata.
Quando fu ora di colazione, Claire e Luna Lovegood scesero nella Sala Comune assieme. Non avevano parlato molto, ma la loro compagnia metteva tutte e due estremamente a loro agio. Furono praticamente le prime a sedersi per fare colazione. Persino il gufo di Luna fu il primo a consegnare la posta.
Assieme a una lettera mandatale dal padre, Luna ricevette il nuovissimo numero della testata giornalistica di famiglia: Il Cavillo. Claire pensò che quel giornale fosse di gran lunga migliore della Gazzetta Del Profeta.
I loro occhi caddero sulla prima pagina. “Evasione ad Azkaban”.
Claire sentì come un nodo attorcigliarle la gola.
Voldemort assieme a dei seguaci aveva liberato alcuni tra i più temibili mangiamorte che la storia avesse mai conosciuto, tra i quali Bellatrix Lestrange.
Il pericolo era sempre più tangibile. La strega pensò che avrebbe dovuto avvisare gli altri, non appena fossero scesi a fare colazione. Ma ad un tratto, Claire sentì bisbigliare alle sue spalle e i suoi pensieri vennero bruscamente interrotti.
Davanti alla porta d'ingresso della Sala Grande vi era Angelina Johnson assieme a una sua amica, la stessa con la quale aveva sparlottato di lei sul treno. Le due Grifondoro stavano leggendo la Gazzetta Del Profeta e sembravano proprio non voler essere ascoltate, motivo in più, pensò Claire, per seguirle e scoprire di cosa diavolo stessero parlando. Dopotutto la Johnson affermava di sapere delle cose su Claire. Era giunto il momento di saperne di più.
“Luna, vuoi scusarmi un attimo? Devo andare a prendere una cosa.” fece Claire alzandosi distrattamente da tavola per poi seguire quelle due.
“Hai intenzione di cacciarti in qualche guaio?” chiese Luna.
Claire fece una smorfia distratta come per dirle di stare tranquilla, ma fu come mentire. Angelina e l'altra ragazza si stavano dirigendo verso i corridoi.
Claire pensò che avrebbe dovuto essere più che guardinga e silenziosa, se non voleva essere colta in flagrante. Ad un tratto, le due Grifondoro si nascosero dietro a una colonna di pietra e iniziarono a confabulare qualcosa.
Claire si accovacciò dietro a un pilastro e cercò di affinare l'udito.
“Credimi Ashley, è come ti ho detto. Sono sicura che c'entri anche lei, dobbiamo avvertire gli altri.” sussurrò la Johnson.
“E se ti sbagliassi? E se fosse morto come ti hanno riferito i tuoi?” fece l'amica.
“Io credo che lui sia ancora vivo, Ashley. Non hanno mai ritrovato il suo corpo!”
“Angelina tutta questa storia mi pare assurda...”
“Non è assurda, Ashley! Persino mia madre, quando ha saputo che Claire Ritcher si trovava qui ad Hogwarts, ha pensato seriamente che fosse una coincidenza troppo eclatante per essere casuale...”
Claire a momenti, udendo il suo nome perse l'equilibrio.
“Pare un racconto da fotoromanzo, Angelina...”
“Ascolta, io sono convinta che ci sia un nesso tra le due cose... Smaschererò la Ritcher. Costi quel che costi.” affermò la cacciatrice dei Grifondoro per poi dileguarsi nel buio assieme all'amica.
Claire si tirò in piedi facendo pressione con le mani sulle ginocchia e posò la schiena bruscamente contro il freddo muro di pietra.
“Angelina si sta chiaramente inventando una storia per mettermi contro gli altri...” pensò Claire, custodendo attentamente i suoi pensieri. “Mah... Come se non lo fossero già...” si fece scappare a bassa voce.
“Cosa?” ad un tratto una voce affianco a lei la fece sobbalzare.
Jamal si trovava a nemmeno un metro da lei e incrociando le braccia, con aria incuriosita, si aspettava una risposta dalla strega.
Claire fece un piccolo sospiro di sollievo, notando che si trattasse di Jamal.
“Uh, sei tu...” fece la strega.
“Chi altro dovrei essere?” chiese Jamal.
“Nessuno... stavo solo pensando ad alta voce...”
Jamal si stropicciò i ricci castano scuro e porse un braccio alla strega con aria ironica.
“Colazione?” fece quello che fino a un mese era stato il migliore amico di Claire.
“Già fatto, in realtà!” esclamò Claire guardandosi attorno.
“Tu che ti svegli presto per fare colazione? Dimmi, per caso hai la febbre?” ironizzò Jamal schiaffando ironicamente un palmo della mano sulla fronte dell'amica.
“Eddai” fece Claire spostandogliela distrattamente.
“Ma che hai Claire? Cerchi qualcuno?” domandò Jamal perplesso.
“No... cioè... in realtà stavo ascoltando una conversazione abbastanza importante...” buttò lì.
“No. Non dirmi che ti stai cacciando nei guai con quelli del-”
“No, nulla del genere. Questione di...” Claire lo interruppe iniziando poi a gesticolare a vuoto, come per cercare le parole. “Rivalità di case.” fece Claire.
“E da quanto ti importa?” fece Jamal alzando un sopracciglio. Claire non gliela dava a bere. La conosceva troppo bene e sapeva che la strega stava di certo campando in aria delle scuse. “Ma per quale ragione?” Si chiese il mago.
“Claire, io lo so che ultimamente ci parliamo meno, però vorrei davvero che le cose tornassero come prima. Sei la mia migliore amica...” articolò Jamal.
Claire sospirò, evitando il contatto visivo con l'amico.
“Di me ti puoi fidare.” concluse l'amico.
“Non penso che ti piacerebbe discutere della cosa...” fece Claire.
“Pazienza, parlamene.” asserì Jamal.
“Non c'è tempo ora. Ad Azkaban c'è stata un'evasione e bisogna avvertire gli altri.” fece Claire sistemandosi il colletto della camicia.
“Sì, l'ho saputo.” annuì il mago “penso che l'abbiano saputo un po' tutti in realtà...”
Claire guardò l'amico incredula e poi assieme si diressero nuovamente verso la Sala Grande che si era improvvisamente riempita. Quasi tutti gli studenti parevano essere turbati da ciò che avevano appena letto sui giornali; le notizie volavano in fretta.
Da lontano Claire scorse delle teste rosse, sedute a fare colazione sulle panche solitamente occupate dai Grifondoro, così vi si avvicinò con passo svelto e Jamal la seguì. Non appena George Weasley notò Claire e Jamal avvicinarsi si alzò in piedi.
Si accorse che la strega aveva un'aria lievemente preoccupata, molto probabilmente per quello che tutti avevano appena appreso. “Buongiorno, Ritcher!” esclamò Fred sorridendo, seduto affianco al suo gemello. Claire si limitò a fare un cenno col capo a lui, a George e a Ginny, poi scavalcò la panca per sedercisi a cavalcioni. Jamal rimase in piedi affianco a George, distratto dall'aspetto di Ginny, che quella mattina pensò fosse decisamente ottimo. Non appena Fred e George notarono l'occhio da dongiovanni del mago esclamarono in coro: “Occhio cadente oggi?” Jamal si riprese subito, sedendosi anche lui distrattamente assieme agli altri.
Ginny non parve dare troppa importanza alla cosa, dopotutto Jamal era solito fare gli occhi languidi a tutte le ragazze carine.
“E adesso che si fa?” fece Claire riferendosi chiaramente a quello che fosse successo ad Azkaban. George si passò una mano fra i capelli, gonfiò le guance e sospirando si sedette a fianco a Claire.
Fred, George e Ginny si sentirono un po' in difficoltà a parlare davanti a Jamal. Dopotutto era stato lui a dire che non voleva sapere nulla riguardo gli allenamenti e le pratiche di magia alle spalle della Umbridge.
Dopo diversi attimi di silenzio fu Ginny a parlare. “Dobbiamo tenerci pronti. Dopotutto ce lo aspettavamo.”
“Pronti per cosa?” chiese Jamal.
Claire si morse l'interno della guancia ma poi prese coraggio e rivolgendosi all'amico esclamò: “Lo sai benissimo, Jami. E se non fossi così ottuso ti lasceresti aiutare da noi. La Umbridge non ti insegnerà mai a difenderti da questo!” Claire puntò il dito contro la prima pagina della Gazzetta Del Profeta, dove vi erano raffigurati i volti dei mangiamorte fuggiti nella notte.
Jamal sospirò rumorosamente e dopo essersi guardato attorno sussurrò concitatamente: “Ti si è fritto il cervello? Volete ancora continuare con la storia degli allenamenti segreti?”
Fred si portò una mano alla fronte, coprendosi parte degli occhi, con aria rassegnata.
George si limitò a restare in silenzio, scambiandosi semplicemente uno sguardo con sua sorella Ginny.
“Jamal, lo so che temi che la Umbridge ci possa scoprire, ma è di vitale importanza che anche tu conosca quello che noi stiamo imparan-”
“Claire io non voglio discutere di nuovo con te... ma preferisco restarne fuori... ti prego, scusami...” la interruppe Jamal per poi andarsene con aria abbattuta.
“Jami, ti prego!” esclamò Claire, facendo per seguire l'amico. George però si alzò dietro di lei, posandole delicatamente una mano tra il collo e la spalla, per poi invitarla a risedersi. “Dagli tempo di metabolizzare la cosa... Deve capirlo da solo...” le sussurrò George, notando chiaramente la delusione di Claire mentre osservava il suo amico andar via. “Potrebbe non essercene più di tempo...” sospirò Claire infilandosi lentamente le dita tra i capelli. La strega avrebbe voluto essere riuscita a convincere i suoi amici, ma in cuor suo sapeva che sarebbe stato impossibile. Era chiaro che Jamal si sentisse intimorito da qualcosa che era decisamente più grande di lui. Dopotutto molti dei loro compagni di casa, se avessero scoperto degli allenamenti segreti gli avrebbero dato del traditore. Jamal non avrebbe potuto reggere anche quell'epiteto, aggiunto a quelli che alcuni Serpeverde gli avevano precedentemente assegnato, per via del suo lignaggio babbano e l'incoerenza della sua assegnazione alla loro casa. Claire stranamente era stata per la maggior parte delle volte risparmiata da certi epiteti. Solo durante il primo anno aveva udito qualche battutina riguardo alla sua vita prettamente babbana al di fuori di Hogwarts, ma nulla di troppo irritante. Dopotutto della sua vita sapevano tutti poco e niente. Dopo però che Angelina Johnson rivelò la storia su Riley, molti studenti le erano stati alla larga. Meglio così, pensò la strega. Non voleva che certa gente le girasse troppo attorno. Soprattutto certi bulletti appartenenti alla sua casa, purtroppo.
Per quanto riguardava Cal, invece era incastrata in una situazione scomoda. Era chiaro che la sua partecipazione al gruppo d'inquisizione della Umbridge le costasse un certo sforzo, ma era altrettanto evidente che, per qualche ragione, non avesse scelta. I suoi genitori dopotutto conoscevano molto bene la bisbetica in rosa.
Claire si lasciò scivolare goffamente sulla panca e per nervosismo diede un morso a una ciambella, nonostante avesse già fatto colazione e si sentisse pressoché piena.
“Claire, non ci pensare...” fece Ginny allungandole teneramente una mano sul braccio. La Serpeverde annuì distrattamente.
Claire avrebbe voluto parlare a George di quello che aveva sentito dire alla Johnson nei corridoi poco prima, ma poi optò di tenerselo per sé. Dopotutto la ''questione Angelina'' aveva già fatto perdere loro abbastanza tempo.
A George però non sfuggì l'aria pensierosa della strega. Stava imparando a conoscerla a fondo e sapeva altrettanto bene che, spesso Claire aveva bisogno di sbollire i suoi pensieri da sola, perciò non le fece domande.
Fu nuovamente Ginny a spezzare il silenzio, chiedendo all'amica di accompagnarla in biblioteca più tardi dopo la lezione di Pozioni e così fu.
“Pensi che la Umbridge abbia scoperto qualcosa?” chiese Ginny mentre risistemava un libro su uno scaffale della biblioteca.
“Non credo, altrimenti Cal me lo avrebbe riferito...” rispose Claire, con voce rassicurante. Da lontano la strega notò Fred, George e Lee Jordan seduti allo stesso tavolo che stavano 'studiando' per modo di dire, quello stupido libro che la Umbridge aveva dato loro a inizio anno. Dopotutto per loro quello sarebbe stato l'anno del diploma.
Claire pensò che avrebbe voluto correre da George e abbracciarlo. Aveva bisogno di uno di quei suoi abbracci, dopo quella mattinata infernale.
“Ti fidi di Cal?” le chiese Ginny riportandola sul mondo reale.
Claire sbatté più volte le palpebre per riacquistare la concentrazione necessaria per continuare quella conversazione e con tono pacato ma deciso rispose: “Certo che mi fido di lei. Puoi stare tranquilla. L'ultima volta ha coperto le spalle a me e a tuo fratello George con la Parkinson e con le altre...” fece Claire.
“Le altre chi?” chiese Ginny incuriosita.
“Alcune ragazze della squadra di inquisizione della Umbridge, tra le quali appunto Pansy Parkinson e Millicent Bulstrode... e poi vabbè, c'era pure la Johnson...” fece Claire, arricciando il naso non appena nominò la Grifondoro.
“Non mi è mai piaciuta.” disse Ginny “L'ho sempre trovata arrogante e poco solidale verso le altre ragazze...”
“Ne so qualcosa” rispose Claire ironica.
Le due streghe risero il più silenziosamente possibile fino a quando però il loro sguardo venne catturato da qualcosa, o meglio, da qualcuno.
“Parli del diavolo...” suggerì Ginny notando Angelina Johnson avvicinarsi e sedersi al tavolo dei suoi fratelli. Claire dovette mordersi ripetutamente l'interno della guancia per non farsi lasciare andare a uno dei suoi momenti di rabbia. Odiava il fatto che la Johnson stesse sempre appresso ai suoi amici, soprattutto a George.
Angelina inizialmente fece finta di niente, aprendo un libro sotto sotto il suo naso.
George fece fatica a salutarla; persino Fred risultò riluttante a interagire con lei.
Lee Jordan fu l'unico a sembrare contento della sua presenza. Dopotutto aveva una cotta per lei sin dal primo anno.
“Claire non farci caso... George neppure la considera...” la rassicurò Ginny.
“Sì, lo so. È che ogni volta che si avvicina a lui o a Fred sembra non veder l'ora di provare a metterli in guardia da me. Non la reggo davvero più...” sbuffò la Ritcher.
“Lo so. A me non si avvicina, grazie al cielo. Penso che sia infastidita dal fatto che abbia preso parte alla squadra di Quidditch, dopo che la Umbridge ha fatto quel che ha fatto...” disse Ginny distrattamente.
“Perché, che è successo?” fece Claire totalmente ignara dell'accaduto.
Ginny si morse il labbro e poi le confessò tutto.
“Harry, Fred e George sono stati espulsi dalla squadra... La Umbridge ancora una volta si è dimostrata un'ingiusta ed emerita arpia!” sbottò Ginny mentre notava il colorito di Claire iniziare a mutare; da bianco pallido iniziò a diventare viola per la rabbia.
“In ogni caso Harry mi aveva nominata vice-capitano di squadra. Sai, nel caso fosse successo qualcosa.” continuò Ginny “Ci aveva visto lungo... Solo che ad Angelina la cosa non è andata giù. Sperava di essere lei a venire nominata vice-capitano, e invece...”
Claire parve udire solo la prima parte del discorso, in cui la Umbridge avrebbe espulso Harry, Fred e George dalla squadra di Quidditch dei Grifondoro.
Claire venendo a conoscenza di ciò, si sentì pervasa da un mix di sentimenti.
Da una parte si sentì furiosa ma dall'altra si sentì estremamente piccola e inutile. Pensò di non essere stata in grado di sostenere George dopo la delusione sicuramente provata dal ragazzo, dopo essere stato escluso dalla squadra di Quidditch assieme al fratello.
“Cazzo, quanto può essere stronza la Umbridge!? Non ne sapevo nulla! George non me lo ha detto, altrimenti io... io...”
“Shhhhhhhhhhh!!” fece Ginny cercando di tranquillizzare l'amica. “Non farti venire in mente qualche malsana idea! Intanto ormai la frittata è fatta...” continuò la strega dai capelli rossi, intenta a placare i bollenti spiriti della Ritcher.
Claire sbuffò, per poi guardare George da lontano, immaginando la sua profonda amarezza. Non è affatto giusto, pensò.
“Claire, George non ti ha detto nulla per non preoccuparti...” fece Ginny “...e poi diciamoci la verità: se lo avessi scoperto, molto probabilmente avresti fatto la matta, come tuo solito!” ridacchiò Ginny cercando a sua volta di strappare un sorriso all'amica.
“Ok, forse è vero. Ma ciò non toglie che la Umbridge sia un'emerita stronz-”
“Ok, ok, hai reso bene il concetto, Claire” la interruppe Ginny cercando di trattenere una risata, per via del linguaggio dell'amica.
“Comunque...” fece Claire placandosi “Sono contenta che Harry ti abbia nominata vice-capitano... te lo meriti...”
Ginny arrossì lievemente e a Claire non sfuggì il piacevole imbarazzo dell'amica. Che forse le piacesse Harry?
Poco dopo la strega dai capelli rossi si diresse verso il tavolo dei suoi fratelli, per studiare e fece cenno all'amica di unirsi. Ginny avrebbe pagato per vedere la faccia di Angelina nel vedere Claire sedersi accanto lei con disinvoltura. Dopotutto sarebbe stato tipico della Ritcher. Claire inizialmente si sentì titubante ma poi un'idea le saltò alla mente. Forse se avesse messo la Johnson alle strette, tediandola di tanto in tanto, la cacciatrice dei Grifondoro avrebbe finalmente vuotato il sacco in un momento di rabbia. Era a questo che Claire la voleva portare. Dopotutto non aveva niente da perdere se non il tempo.
Una lieve smorfia birbante si stampò sul volto di Claire, che in un primo momento si sistemò il cravattino verde e argento e subito dopo si diresse verso il tavolo dove oltre a Fred, George, Ginny e Lee Jordan si trovava appunto anche Angelina.
Sguaiatamente e come se nulla fosse, Claire si sedette con ben poca grazia sulla sedia vuota proprio a fianco alla Johnson.
“Ri-buongiorno!!!” esclamò la Ritcher zittita da qualche studente dietro di lei intento a studiare. Claire ignorò qualsiasi incoraggiamento a tacere e posò i gomiti sul banco di legno. “Allora, siete pronti per questi dannati esami?” fece la Serpeverde stampandosi un sorriso tiratissimo sulle labbra. Fred e George alzarono gli occhi contemporaneamente verso Claire, sbarrandoli. Ginny invece già se la rideva.
“In realtà stavamo provando a studiare prima che arrivassi tu a disturbarci!” fece Angelina. “Oh ma che peccato!” rispose Claire affilando la sua lingua biforcuta.
Angelina, venendo fulminata con uno sguardo dai gemelli non rispose e fece finta di riprendere a leggere.
Claire tornò a rivolgere il suo sguardo verso gli altri, aspettandosi una risposta.
“Bhè...” si schiarì la voce Fred “...non ho dei buoni presentimenti a riguardo.”
“In poche parole, ci vorrà un miracolo per passare i M.A.G.O.” continuò George.
“Io sono abbastanza preparata, se volete vi do una mano io!” si propose Angelina.
“Sono sicura che non vedranno l'ora di ricevere il tuo aiuto, Angelina!” rispose Claire sorridendole nella maniera più forzata di sempre.
Quella di Claire più che una frecciatina pareva essere una lancia aguzza.
“Non stavo parlando con te.” rispose secca la Johnson.
“Certo che no, ovviamente! Fingi che io sia invisibile!” rispose Claire.
A Ginny scappò una pernacchia, Fred e George si trattennero a stento dallo scoppiare a ridere, il povero Lee invece non capì un tubo di quello che stava succedendo.
“Dicevo...” ricominciò Angelina “che potrei aiutarv-”
“No grazie” risposero in coro i gemelli.
Angelina sperava di trovare manforte per lo meno in Fred, con il quale si era frequentata per un brevissimo periodo l'anno prima, senza che però succedesse nulla tra di loro, ma invece anche lui sembrava essere riluttante.
“Io si!” esclamò Lee Jordan “Cioè, se volessi darmi una mano con lo studio io...”
il povero Lee non fece nemmeno in tempo a concludere la frase, che Angelina se ne andò seccata, lanciando un'ultima occhiata gelida alla Ritcher.
“Che c'è ragazzi? Io avrei pagato un milione di Galeoni per poter studiare assieme a lei!” fece Claire ironica, mentre Ginny le diede uno sbuffetto sul gomito, divertita.
“Che lingua biforcuta!” ridacchiarono in coro i gemelli Weasley.
“Sì però non mordo!” fece Claire ironica.
“Peccato” rispose George sorridendo maliziosamente, per poi abbassare il suo sguardo vispo in direzione del libro. Claire arrossì di poco, ma colse subito le intenzioni del mago. Così, facendo finta di niente, scalò di una sedia, per sedersi laddove vi era Angelina: esattamente di fronte a George.
La strega allungò una caviglia sotto il tavolo, sfiorando il polpaccio del ragazzo. Come percepì quel tocco, George alzò immediatamente lo sguardo arrossendo. Claire sembrava non aver la minima intenzione di cessare quel contatto, iniziò anzi ad accarezzargli delicatamente la gamba con il collo del piede.
George si fece sempre più rosso. Di certo non si aspettava tale spavalderia da parte di Claire. Ovviamente ne fu piacevolmente colpito.
Claire non appena venne investita dallo sguardo di George, abbassò il suo come se nulla fosse, ritraendo la gamba.
George le diede un calcio alla sedia facendola sussultare. I loro sguardi si incrociarono e quello di George sembrava voler dire “perché caspita hai smesso?”
Claire gli mimò con il labiale un “Che c'è?” ma lui non rispose.
George ad un tratto strappò l'angolo di una pergamena, prese la sua piuma e iniziò a scrivere qualcosa. Fred sembrò essere l'unico ad accorgersene e ridacchiò facendo l'occhiolino al fratello, mentre gli altri sembravano essere intenti a studiare.
Ad un tratto George si alzò in piedi stiracchiandosi e disse agli altri a bassa voce: “Arrivo tra un secondo, mi sgranchisco un attimo le gambe”.
Nessuno disse niente.
Ad un tratto, Claire si ritrovò sotto il naso un bigliettino. Come alzò il capo per vedere chi glielo avesse appena lasciato, si rese conto che era stato George, che in quel momento si stava allontanando verso il fondo della biblioteca.
Claire tornò a posare lo sguardo sul bigliettino; lo aprì e vi lesse sopra: “Reparto rune antiche. Tra cinque minuti. G.”
Claire in un primo momento arrossì, specie quando Fred iniziò a guardarla ridendo.
“Cosa vuoi tu??” sibilò Claire in direzione del rosso e lui fece spallucce divertito.
Claire ruotò il capo da ambedue le direzioni e quando appurò che nessuno la stesse guardando seguì le indicazioni di George.
La strega si allontanò con tutta la sedia dal tavolo, producendo un fastidioso sfrigolio a terra. Ginny alzò lo sguardo e le fece cenno come per chiederle dove stesse andando. Claire gesticolò distrattamente senza rispondere e si incamminò verso il fondo della biblioteca.
Quando giunse nel reparto rune antiche, Claire si guardò attorno ma non vide nessuno. Dopotutto quell'area della biblioteca era sempre deserta e impolverata.
Nessuno ci metteva mai piede, tranne forse le coppiette innamorate.
Ad un tratto Claire si sentì agguantare da dietro. Ci mancò davvero poco che la ragazza tirasse un urlo, ma George le posò prontamente una mano sulla bocca.
“Shhhh! Sono io, rincitrullita!!!” le sibilò George in un orecchio, girandola in direzione del suo viso. “Mi hai fatto prendere un colpo!” disse Claire spostando la mano di George, dalla sua bocca per poi indirizzargliela sulla propria guancia.
“Chi volevi che fosse?” chiese George divertito.
“Che ne so, chiunq-”
Claire venne interrotta dalle labbra di George che si posarono con fermezza e desiderio sulle sue. Il mago dai capelli rossi la afferrò delicatamente per le braccia e indietreggiò sbattendo la schiena contro uno scaffale.
“George...?” sussurrò la ragazza con voce rotta dall'eccitazione.
Il ragazzo si scostò lievemente dal suo viso per poi guardarla con quei suoi occhi brillanti, come per aspettare un via libera da parte della strega.
Dopo pochi e brevi istanti di piacevole imbarazzo, fu Claire a lanciarsi sul ragazzo invertendo le loro posizioni. Quello partito dalla strega, fu un bacio affamato, irruento e passionale. George strinse le sue braccia attorno alla vita della strega e iniziò a spostare il suo bacio dalle labbra di Claire al suo collo.
Quando George le raggiunse la clavicola, Claire espirò rumorosamente.
Si sentì accaldata, come se un fuoco che le partiva dalle viscere le si irrorasse nel resto del corpo. Era una sensazione decisamente strana e dannatamente piacevole.
Claire percepì il profumo dei capelli del ragazzo quando se li ritrovò sotto al mento.
George, ansimando fugacemente, le stava sbottonando i primi bottoni della camicetta, lasciandole una lunga scia di baci sul petto.
La sensazione di calore che provava Claire si stava spostando più in basso. Era una percezione del tutto nuova, che per un attimo le fece stringere le gambe tra di loro.
Non appena percepì la bocca di George sfiorarle la coppa del reggiseno, la strega non poté fare a meno di ansimare un po' più rumorosamente, al che George tirò su il capo di scatto e piazzandole un velato bacio sulle labbra, le fece: “Shhh...” per poi continuare a baciarle le labbra.
Claire si sentì tremare le gambe. Quando lo desiderava.
Ad un tratto la ragazza, con le mani iniziò a esplorare la schiena di George fino ad arrivare a insinuarsi sotto il tessuto bianco della camicia, sfiorandogli la parte scoperta della schiena. A George quell'iniziativa piacque talmente tanto che istintivamente, portò le mani sulle gambe della ragazza accarezzandogliele attraverso il tessuto della gonna. George pensò che fosse strano che Claire indossasse una gonna; solitamente portava i pantaloni appunto perché le odiava. Quella che aveva indosso era lunga fino alle ginocchia e la metteva solamente quando si dimenticava di portare alla lavanderia comune i calzoni.
Questo fece sorridere George.
Claire, percependo le mani del ragazzo sulle proprie gambe, dovette mordersi l'interno di una guancia per non farsi sfuggire qualche gemito, ma il climax era talmente alto che Claire si fece scappare un sussurro all'orecchio di George. Trasportata da una sensazione di desiderio gli bisbigliò: “Ti voglio”.
Claire non poté credere di averlo detto veramente ad alta voce e subito pensò di essere uscita di senno.
Non appena George udì quelle due parole, arrossì di colpo e il suo cuore iniziò a battergli all'impazzata nel petto. Al mago dai capelli rossi tremarono lievemente le mani per l'emozione, ma non dubitò nemmeno per un istante di afferrarle le cosce divaricandogliele, per poi sollevarla da terra e farla sedere sullo scaffale rialzato della libreria. Senza pensarci un attimo George si insinuò con il corpo tra le lunghe gambe della strega, riprendendo a baciarla ancora più appassionatamente.
La distanza tra i loro corpi si era del tutto azzerata e fu quello il momento in cui Claire percepì l'erezione del ragazzo premerle involontariamente contro l'interno della sua coscia destra.
“Oddio scusami!” esclamò George non appena se ne rese conto, diventando rosso paonazzo. Non gli era mai capitato di trovarsi in una situazione del genere.
Claire si sentì confusa. Perché mai George avrebbe dovuto scusarsi? Infatti, dopo averlo guardato con aria divertita riprese a baciarlo, per poi reindirizzare quella scia di baci, dalle labbra di George, al suo collo. Claire istintivamente gli allentò la cravatta rossa e oro, posandogli le mani contro il petto lievemente scoperto dalla camicia. George, pervaso da una sensazione di piacere, si spinse ulteriormente contro il corpo della ragazza iniziando a sfiorarla a fior di pelle, insinuandosi sotto il tessuto della gonna. Claire pensò che le mani di George fossero incredibilmente morbide e calde; amava sentirsele sulla pelle. Amò quel tocco a tal punto da iniziare a percepire una strana sensazione di calore in mezzo alle gambe.
George afferrò Claire per le cosce ancora più saldamente, mentre Claire iniziò a slacciargli frettolosamente e anche un po' impacciatamente la fibbia della cintura.
Non appena George udì quel tintinnio metallico proveniente dalla sua cinta, si rese conto che Claire stesse avendo qualche difficoltà nello slacciarla, così prese l'iniziativa e l’aiutò, abbassandosi anche la zip dei pantaloni.
Con abile mossa, George afferrò Claire per il bacino avvicinandoselo al basso ventre. La strega accarezzò il petto del ragazzo dai capelli rossi, passandogli una mano lungo il ventre fino a giungergli e stringergli con le dita l'attaccatura dell'elastico della biancheria intima, che spuntava dai pantaloni slacciati. Claire fu sul punto di insinuarvisi delicatamente, ma ad un tratto tutti e due sentirono dei passi allontanarsi dalla loro direzione. Claire fu la prima a staccarsi di scatto da quel contatto, seguita da George che ancora rosso paonazzo si allacciò in men che non si dica i pantaloni. Una volta ricomposto, si affacciò sul lungo corridoio e notò Draco Malfoy allontanarsi con passo svelto.
“Merda!” esclamò George “Pensi che ci abbia visti?” fece passandosi una mano tra i capelli scompigliati.
Claire con un balzo si tirò su in piedi e mentre si sistemava la gonna e la camicetta, notò effettivamente Malfoy in lontananza dirigersi verso l'area principale della biblioteca. “Spero proprio di no” esclamò Claire con aria preoccupata.
Se Draco avesse spifferato qualcosa alla Umbridge le loro azioni avrebbero avuto delle ripercussioni su entrambe. Era meglio non avvicinarsi alla bisbetica in rosa, specialmente in quel periodo in cui ognuno di loro era tenuto sotto stretta sorveglianza; ma soprattutto dopo la confessione di Cal. Se quello che le aveva confessato l'amica fosse risultato vero, la Umbridge avrebbe ben presto cominciato a utilizzare il veritasserum sugli studenti sospetti.
“In ogni caso parlerò con Cal.” affermò Claire.
“Di Malfoy non ci si può fidare, a prescindere da Cal...” disse George sbuffando.
“Lo so. È proprio per questo che dovrò parlare con lei.”
“E comunque...” fece George avvicinandosi al viso di Claire, lasciandole un piccolo bacio sulla guancia “sono stufo di queste continue interruzioni... rimpiango la mappa del malandrino!” concluse George incrociando le braccia sul petto.
“La mappa del malandrino?” chiese Claire come se stesse per avere un dejavu.
“Quella mappa lì, sai...”
“Ah, ma quella mappa!”
“Eh si! Avrei potuto notare il suo arrivo...”
“Lo sai che non lo avresti notato comunque?” fece presente Claire “Visto quello con cui eravamo, ecco... impegnati...”
George si portò una mano al mento e sorrise mescolando una sensazione di sollazzo e in imbarazzo al tempo stesso.
“Scusami...” disse George sorridendo flebilmente.
Claire inarcò le sopracciglia confusa.
“Cosa intendi?” chiese la strega.
“Forse avrei dovuto andarci più piano. Nel senso ecco, non vorrei esserti sembrato frettoloso o...” George ad un tratto venne interrotto da Claire.
“Ma piantala! Sono stata la prima a provocarti!” fece Claire divertita. “Sai ero consapevole che tu non fossi una statua di cera!” esclamò Claire ironica.
George rise.
“Va bene, lingua sciolta.” disse il ragazzo stampandole un bacio su uno zigomo.
“Ora però temo proprio di dover andare. Io e gli altri abbiamo appuntamento nella stanza delle necessità fra circa dieci minuti. Me ne ero totalmente scordato!” esclamò George rendendosi conto dell'ora che si era fatta.
“Giusto! Anche io sono un filino in ritardo. Dovrei essere da Hagrid già da dieci minuti...” sospirò Claire guardando distrattamente l'orologio da polso di George.
“Sì giusto un filino in ritardo!” ironizzò George.
“Eddai su, ora vado!” fece Claire un istante prima di baciarlo.
Erano già le sei e mezza del pomeriggio e quando Claire riempì la mangiatoia per uccelli di fronte alla capanna di Hagrid, una gocciolina di pioggia le cadde sulla fronte. Fra non molto sarebbe arrivato un bell'acquazzone.
“Claire sta iniziando a piovere! Quando hai finito con quella mangiatoia torna su!” tuonò Hagrid mentre copriva con un telo impermeabile una tana di snasi poco lontano. “Ok Hagrid! Giusto due minuti e vado!” rispose Claire di rimando.
Mentre sistemava quella mangiatoia non riuscì a smettere di pensare a quello che poco prima era capitato tra lei e George. Anzi, più precisamente non riuscì a smettere di pensare a quello che stava per accadere tra loro due.
Nella mente della strega balenarono diverse immagini, tra le quali quella famosa rivista che aveva sgraffignato l'anno prima a sua zia.
Ricordava ancora bene il titolo di un certo articolo: Come regalare un orgasmo al proprio partner e impazzire di piacere.
“Ma a che diavolo stai pensando, Claire?” sussurrò la ragazza tra sé e sé scuotendo il capo, per riportarsi con i piedi per terra.
George la faceva uscire di testa. Oltre ad essere innamorata di lui provava anche una forte attrazione fisica nei confronti del mago; un'attrazione che spesso non riusciva a controllare. Dopotutto, erano tante le cose che Claire non riusciva a tenere sotto controllo, di certo non solo la scoppiettante chimica tra lei e George.
“Ma insomma quelle mani...” pensò la strega “quel suo profumo... le sue labbra che sanno di cannella...” Claire si perse nuovamente tra i suoi pensieri.
Ripensava al loro primo bacio. All'incidente della doccia, in cui lei e George si erano ritrovati nudi l'uno sull'altra. Poi si chiese come sarebbe stato fare l'amore con lui.
Lo avrebbe voluto davvero. Avrebbe voluto provare ogni piccola sensazione assieme a lui. Avrebbe voluto spingersi oltre e dirgli che lo amava, ma al contempo aveva paura a esprimere i propri sentimenti così apertamente. Claire dopotutto non era di certo la tipica ragazza romantica a cui piacciono le smancerie, però con George abbassava ogni difesa. Il mago dai capelli rossi le faceva ricordare quanto fosse inutile quella corazza in sua presenza. Lui la capiva e non la giudicava. Non aveva paura del passato di Claire ed era stato sempre lì per lei. Persino nei momenti bui.
L'unico rammarico di Claire fu non esserci stata per lui nel momento dell'espulsione dalla squadra di Quidditch. Sapeva quanto George tenesse a quello sport e lei, non sapendo dell'accaduto non aveva potuto sostenerlo.
“Questa sera gli parlerò...” sussurrò Claire, ma ad un tratto si sentì una morsa allo stomaco e i suoi pensieri vennero interrotti bruscamente da un presentimento che iniziò a diffondersi irruentemente dentro di lei.
Claire appoggiò la schiena contro i mattoni di pietra della capanna di Hagrid per sorreggersi socchiudendo gli occhi per un istante. Era la stessa sensazione che aveva provato poco prima che Arthur Weasley venisse ferito brutalmente da quel serpente nell'ufficio misteri. La stessa sensazione che ebbe qualche istante prima di assistere alla morte di Riley.
“CLAIRE!!!” ad un tratto la strega venne scossa per le spalle da Cal Denvers, che inspiegabilmente si era fiondata su di lei.
La Ritcher sussultò sbarrando gli occhi, ancora confusa e atrofizzata da quelle sensazioni orribili che aveva appena percepito dentro di sé. Quando si accorse della presenza dell'amica, Claire notò anche il suo volto corrucciato e il fiato corto per l'affanno. Aveva corso.
“Che succede, Cal??” chiese Claire in estrema apprensione.
“Claire...” Cal si sorresse all'amica per prendere fiato.
“La Umbridge. Li ha scoperti.”
N.B. ANGOLO SCRITTRICE
Salve a tutti/e! Vi chiedo scusa per l'enorme ritardo nella pubblicazione di questo capitolo. Ho avuto diversi problemi durante la settimana.
Inizialmente questo ottavo capitolo sarebbe dovuto essere molto più lungo, ma ho deciso di dividerlo a metà proprio per far si che la lettura risultasse più scorrevole.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Grazie mille di continuare a leggere questa storia e per supportarmi durante la stesura! Ringrazio di cuore Giulia, la mia beta, che mi sta aiutando con le correzioni e con la revisione. Sei fantastica!
Alla Prossima!
_WallHellsong_
Salve a tutti/e! Vi chiedo scusa per l'enorme ritardo nella pubblicazione di questo capitolo. Ho avuto diversi problemi durante la settimana.
Inizialmente questo ottavo capitolo sarebbe dovuto essere molto più lungo, ma ho deciso di dividerlo a metà proprio per far si che la lettura risultasse più scorrevole.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Grazie mille di continuare a leggere questa storia e per supportarmi durante la stesura! Ringrazio di cuore Giulia, la mia beta, che mi sta aiutando con le correzioni e con la revisione. Sei fantastica!
Alla Prossima!
_WallHellsong_