Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Mercurionos    25/05/2020    2 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 14 – La Leggenda dei Sette Esami, Parte 4 – Anno 1, 6/30 Frimaio

“Ohi Vegeta, – fece ad un tratto Mirk – hai studiato per domani?”
“…Seh.”
“Che c’ha questo oggi? Ha studiato troppo?”
“Dubito.” Rispose secco Radish, che si beccò subito un pugno di risposta da parte di Vegeta.
“Ho studiato, imbecille. Ma non per domani, per gli esami dopo.”
Radish si rialzò: “Ti preoccupano così tanto Militari e Strategiche?”
“C’è l’orale. Non mi va di spiegare a due commissioni diverse che è molto più semplice far saltare in aria gli eserciti avversari con un colpo solo.”
“Dimentichi, Vegeta, che così facendo fai anche saltare in aria il nostro, di esercito.” Replicò Gladyolo.
“Visto?! Sono tutti così, perfettini, noiosi. I comandanti non hanno mai voglia di gettarsi in battaglia, è questo il problema!”
“Questo è perché sono comandanti, Vegeta. Immagino bene che tu non ambisca a quel grado, ma è necessario che tu riceva la giusta formazione, anche se diventerai un soldato d’élite.”
“Comunque l’esame di domani è una fesseria, come ha detto Pump: la risposta giusta è sempre Medical Machine.”
Sebbene distratta dal risolino sinceramente divertito di Gladyolo, Pump si accorse dell’osservazione del principe: “Ah, allora ci stavi ascoltando prima!”
“Dubiti anche del mio udito, adesso? Comunque sì, e – si voltò verso Radish – mi aspetto di essere rimborsato, furbone.”

Radish impallidì. A quanto sembrava, la sceneggiata da catatonico offerta nel pomeriggio da Vegeta aveva influito poco sui suoi sensi: nonostante il suo stato disperato, si era accorto della passeggiata gastronomica dei compagni. Forse ancora era servita come indizio la ridicola quantità di crema al latte sparsa sui volti dei suoi due compagni. La serata terminò in tranquillità, e le menti di Pump e di Radish si svuotarono da tutto ciò che li aveva turbati nel pomeriggio. Dopo un rapido ripasso teorico per l’esame del giorno dopo, i tre giovani saiyan si coricarono.

17 frimaio, esame di Scienze Sanitarie. Passate solo due delle tre ore messe a disposizione, gli studenti della 1.A.0. avevano già tutti abbandonato l’aula.
“Visto? Medical Machine.”
“Sì, sì, ho capito, Pump.” disse Radish annoiato.
“Ora che facciamo, Veggy?” chiese la ragazza.
“Stasera mi alleno con Mirk. Venite anche voi?”
Radish lo osservò perplesso: “Pensavo volessi studiare per gli ultimi esami.”
“No, mi sono portato avanti, a differenza di voi. Ci vediamo.”

“EHI! – Pump si mise a gridare, palesemente infastidita dal tipico comportamento menefreghista di Vegeta – Chi ti ha detto che non veniamo? Abbiamo bisogno anche noi di sgranchirci un po’, giusto Radish?”
“A dire la verità…”
“Perfetto, andiamo tutti e tre a casa di Nappa a pestarci!”
“Io però volevo studiare…”
“Non dire cazzate Radish, tanto saresti andato in camera a fissare la scrivania fino all’ora di cena.”
“Ma se dobbiamo ancora pranzare!”
“Esattamente!"

La giornata terminò dopo intense sessioni di allenamento. Nonostante il titanico divario che li separava da Pump e Radish, Vegeta e Mirk furono abbastanza contenti di avere qualcuno con cui lottare. Inaspettatamente, fu proprio Vegeta quello più volenteroso a misurarsi con gli altri studenti, dato che desiderava sempre sperimentare lo stile di combattimento di nuovi avversari. Stancatisi più in fretta dei compagni, Radish e Pump lasciarono la stanza d’allenamento proprio nel momento in cui stava passando Nappa. Pump gli si avvicinò contenta: “Ciao Nappa! Allora, come sono andati i nostri esami?”
“Ha ha! Sai bene che non posso dirvelo, però… Non si può certo dirvi di no quando vedo così tanto impegno. Siete andati tutti e due molto bene, più o meno come il resto della classe.”
Radish si avvicinò per ascoltare il discorso: “Come mai dici ‘due’ e non ‘tre’?”
Nappa sbuffò: “Vegeta ha come al solito fatto di testa sua. Mi sembra quasi che ad alcune domande risponda in modo errato apposta, come se non volesse accettare quello che gli è stato insegnato…”

In quel momento la testa di Mirk sbucò dalla porta e si rivolse ai suoi compagni: “Ehi! Si è fatta una certa, andiamo a mangiare?” Radish e Pump annuirono con fervore, e Mirk rispose con un compiaciuto sorriso; rientrò nella stanza per chiedere a Vegeta di uscire, ma alle sue proteste si vide costretta a scagliargli una bordata di energia in faccia. Vegeta uscì dalla stanza con i capelli ancora più disordinati del solito.
Vedendo il suo pupillo per la prima volta dopo giorni, Nappa si appropinquò al principe con fare serio. Vegeta stette a guardarlo per un attimo prima di sentirsi infastidito: “Che vuoi?”
“Su Vegeta, non fare il difficile. Avevo bisogno di farti una… ecco… richiesta, direi.”
“Sarebbe a dirsi?”
“Domani resti in camera a studiare.”
“Che? No, cioè, non lo so! Perché mi chiedi queste cose?”
“Non chiedo, Vegeta, RIchiedo. Domani preferirei che steste in stanza tranquilli, tutti e tre.”
“Sputa il rospo, pelato. Cosa succede domani?”
“Oh, niente di particolare, Veg…”

Nappa si interruppe bruscamente. Aveva puntati su di sé gli sguardi di ben tre saiyan incuriositi. Benché più giovani ed inesperti di lui, sfoggiavano gli occhi fieri, bui e lucenti di veri guerrieri saiyan. Non poté far altro che assecondare il loro interesse: “Domani è previsto l’arrivo di Re Cold in città. Vuole assistere all’ultima settimana di esami e alla proclamazione dei risultati. Assieme alla consegna dei premi sarebbe il primo evento a cui partecipa come governatore di questo sistema, e preferirei che…”
“Che non ci incontrasse. Va bene, non che avessi voglia di vedere il suo brutto muso.”
“Vedi Vegeta? È proprio per questo tuo… fervore, proprio per questo vorrei che vi chiudeste in stanza.”
Pump lanciò una fugace occhiata a Radish per poi rivolgersi al principe: “E dai Vegeta, basta che per un giorno ci impegniamo e… studiamo, tutto qua.”
Vegeta continuava a fissare Nappa, come se volesse estorcergli qualche informazione: “Tu invece cosa farai?”
“Rimarrò a scuola, farò di tutto per evitare la vista del Re. Sai bene che non mi va a genio.”
“Neanche a me. Andiamo.”

Guidati da Vegeta, gli altri tre lasciarono l’edificio nel centro cittadino e tornarono velocemente verso l’istituto, poi cena e letto, senza grandi cerimonie. Il giorno successivo, al contrario, pareva proprio che Re Cold fosse stato accolto con una parata. L’irritante e inarrestabile strombettio che proveniva dalla città attraversava senza problemi tutta la torre dei dormitori, fino all’ultimo piano. Più e più volte Radish si sporse dalla finestra tentando di intravedere qualcosa, ma la città era troppo lontana e gli alti palazzi nascondevano completamente le zone del centro.
“Non si vede niente…”
“Meglio così.”
“Ma Vegeta, non sei nemmeno un minimo curioso?”
“No. Non me ne potrebbe fregare di meno.”
“…Senti, mi potresti dire perché Nappa fa così?”
“Così come? E comunque no, non me ne frega, ho di meglio da fare, devi studiare, domani c’è un altro esame e NON HO NESSUNO DA PICCHIARE oggi quindi sono LEGGERMENTE teso. Lasciami in pace.”

“…C’entra Re Cold, no?”
“…”
“Giusto?”
“…Seh.”
“A Nappa non va a genio?”
“Ovvio che no. Il padre di Freezer ha trattato il nostro popolo come schiavi. E il re era soltanto uno, cioè il mio glorioso padre! E poi…”
“Poi?”
“Ho sempre avuto l’impressione che avesse a che fare con me, visto che è il mio tutore.”
Radish fissò Vegeta perplesso. Certo, essere sottomessi non dev’esser stato molto divertente, specie quando si viene dominati da un alieno dalla forza insondabile; Vegeta però pensava di essere in parte causa della pessima opinione che Nappa aveva del padre di Freezer, e l’insistenza di Radish non pareva volersi placare facilmente, quindi approfondì: “Non ho mai avuto il tempo di accorgermene, né voglia di chiederlo a Nappa, ma credo che quando eravamo piccoli… il popolo non avesse una buona opinione di me. E Nappa era tra i più colpiti da tutta quella situazione.”

“Sicuro, Vegeta? Nonostante la nostra età venivamo mandati in missione praticamente da soli. Pensavo fosse una cosa buona.”
“Ti sbagli. Noi non eravamo in missione per conto del nostro, di regno. Ma…”
“Per conto di Freezer.”
Radish congelò la sua posa. Fissava muto il cielo, oltre il vetro della finestra. Possibile che tutto quell’orgoglio, l’onore di essere stato scelto come compagno del principe… fosse l’emozione più sbagliata? Per loro, i giovani che erano nati e cresciuti sotto il dominio dell’Impero quella situazione era la normalità, ma per i più anziani? Dopo la scomparsa del pianeta Vegeta non aveva avuto occasione di chiederselo, ma… da quanto tempo era quella la realtà? Nappa, il re, il suo stesso padre, come avevano vissuto i loro genitori il dominio dell’Impero, e per quanto?

Vegeta continuò il suo ragionamento: “Già. Alla fine non eravamo altro che i cagnolini dell’imperatore. E anche davanti agli occhi di tutti. Immagino che mio padre avesse fatto di tutto per farlo sembrare una bella cosa, magari per il rapporto tra i saiyan e Freezer, ma Nappa ne ha sempre parlato malvolentieri. Ci ho messo troppo per rendermene conto, ma non può essere andata diversamente.”
Radish si sorprese dell’opinione del principe, ma forse un po’ troppo: “Riguardo a cosa? Ti dispiace per quello che ha passato Nappa?”
“Che? No! Il pelato ha sempre vissuto sotto a Freezer, ci avrà fatto la sua dannata abitudine! Sono io! Io ho viaggiato per mezzo Universo a far vedere quanto erano bravi i saiyan, ma in verità non ho fatto altro che mostrare al mio stesso popolo quanto fossimo oppressi!”

Le mani di Vegeta caddero pesanti sulla sua scrivania, tanto che sembrava che l’avessero sfasciata. I due ragazzi poi sentirono un altro rumore dietro alle loro spalle e si voltarono: videro Pump seduta sul letto più basso, raggomitolata su sé stessa e dal volto pensieroso almeno quanto loro. Si erano presi la libertà di parlare del passato della loro razza proprio perché sapevano che fosse uscita e che non sarebbe stata lì per sentire le loro argomentazioni. Forse era perché si vergognavano del loro attaccamento al passato, forse perché volevano evitare di coinvolgere la loro amica in discorsi tanto scomodi e nient’altro che dolorosi da affrontare.
La ragazza si alzò in piedi e, con gli occhi abbassati, chiese ai suoi compagni: “Allora è per questo che Nappa ci ha chiesto di rimanere qui?”
Vegeta, tetro in volto, abbassò il capo digrignando i denti. Annuì. Lì, in quella stanza isolata tra la terra e il cielo, si erano quindi nascosti per non ricordare al mondo che anche loro, gli ultimi della gloriosa razza saiyan, erano i cani dell’esercito.

19 frimaio, lunedì, esame di Scienze Militari. L’aula, già gremita quasi un’ora prima dell’inizio dell’esame, si stava lentamente scaldando. In molti erano tesi, specie considerando che il giorno dopo avrebbero dovuto affrontare una rapida esaminazione orale. Quando il professor Gipeto varcò la soglia della stanza non ebbe da chiedere silenzio: tutti gli studenti erano pronti al loro posto, tanto attenti quanto tremolanti. Pump riuscì a scambiare una rapida occhiata con Radish, che le annuì di ritorno. Mirk alzò scherzosamente il pollice a Vegeta, anche se stava tentando di rassicurare più sé stessa che il principe dei saiyan. Allo scoccare dell’ora piena l’esame cominciò e il silenzio si fece ancor più tombale. Solo il rapido scontro tra le dita e pennini degli studenti e gli schermi sotto i loro volti riempiva costantemente l’aula, un ritmico ticchettare che altro non faceva se non focalizzare ancor di più l’attenzione degli alunni sull’inesorabile scorrere del tempo. Talvolta capitava di sentire un rapido e fastidioso ticchettio, parecchio insistente e violento, provenire dal banco del principe stempiato, rumore rapidamente represso dall’intervento del professore, che si limitò a schiaffeggiare un paio di volte il ragazzo ribelle sulla nuca.

Tre ore trascorsero come trascorrono pochi istanti, ma l’aula si svuotò più lentamente rispetto alla settimana precedente. Uno dopo l’altro i cadetti si lasciarono cadere sullo schienale delle proprie seggiole, visibilmente fiaccati dall’esercizio. Il solo pensiero che l’indomani avrebbero dovuto ripetere la stessa esperienza, ma in meno tempo e in più di fronte ad altri professori, più che una prognosi certa pareva un incubo. Forse le missioni di supporto su Rim, il pianeta esterno del sistema, non erano poi così male, considerando tutto…
Vegeta si trascinò per primo fuori dall’aula, mentre gli altri due suoi compagni restarono in classe per discutere dell’esame con Gladyolo che, come ci si sarebbe potuto aspettare, non accusava alcun segno di fatica dovuta alla verifica.

Note dell’Autore:
Ho fatto male a chiamare in questo modo il capitolo, ora mi sento costretto a mettere tutti gli esami nello stesso posto. Non preoccupatevi però, non starò di certo a parlare di tutti. Ho di meglio da fare, ad esempio tentare di costruire una timeline decente degli eventi antecedenti alla nascita di Vegeta. Potrei anche cercarmi un lavoro, ma EHI, quarantena. Quanto detesto i politici incompetenti. Tutti.

E come se non bastasse il DLC di Kakarot non vuole saperne di uscire, tutto il mondo (tranne me) gioca ad Animal Crossing (non me ne frega niente, non ho una Switch ma ho una voglia matta di provarlo giusto per), Pokémon fa tremendamente schifo ultimamente, Star Wars fa schifo, Dragon Ball non va avanti per niente, ho avuto sfortuna con le carte di Yu-Gi-Oh! comprate su internet, non fanno il remake di Assassin’s Creed, non posso cercarmi un lavoro, non mi arriva la laurea, vado a letto tardi e anche su Duolingo hano cominciato a battermi in classifica! Che palle!

L’unica soluzione è resistere, mettersi le cuffie, ascoltare a ripetizione la musica di Pokémon Platino, Xenoblade, Dragon Ball Z e Kingdom Hearts e SCRIVERE, SCRIVERE, SCRIVERE, DANNAZIONE!

Siete pronti per la fine del primo anno di “Dragon Ball Minus – Figli di un Domani Perduto?” Non ne potete più di questo capitolo? Non ne potete più delle mie note dell’autore? MANCO IO! Scrivetemi una recensione, dai, non ho proprio idea di cosa ne pensino i miei lettori della storia, mi fa piacere qualsiasi commento! Distruggete la mia autostima, diamine, non aspetto altro! L’anno giunge al termine! Gli orali! I voti ridicoli! Vegeta che sputa! Vegeta che… sparisce?!? Tutto nell’ultimo, emozionante, strabiliante, indescrivibile, tautologico, ineluttabile paragrafone del primo libro di questa fanfiction! Non perdetevelo assolutamente!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Mercurionos