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Autore: LadyHeather83    08/09/2020    3 recensioni
Mai se nè andata dalla Capsule Corporation insieme a Pilaf e a Shu, dopo aver confessato a Trunks il suo segreto.
Può questo separarli per sempre?
Estratto dal 2^ Cap. “Ehi Mai a cosa stai pensando?” Pilaf interruppe i suoi pensieri porgendole un pezzo di pane.
Non mangiavano da giorni e quel pasto era l’unica cosa che era riuscito a racimolare, o meglio a rubare al panettiere lì vicino.
“Non ho fame” Gli disse senza prendere niente.
“Devi pur mangiare qualcosa” Le disse Shu ancora con il fiatone per la corsa appena fatta per seminare quel pover uomo che li aveva beccati sul fatto.
“ Se solo fossimo rimasti alla Capsule Corp., lì avremo avuto di tutto” Si lamentò Pilaf addentando qual pasto.
“Già…ma perché ce ne siamo andati?” Chiese Shu facendo la stessa cosa.
“Perché Mai si è presa una cotta per il ragazzino e …” Non fece tempo a finire la frase che gli arrivò un sonoro ceffone che gli fece la guancia rossa.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mai, Trunks
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ALLA RICERCA DI MAI

*

Capitolo 19

*

Mai conosceva quei corridoi come le sue tasche, il rumore limaccioso dei suoi passi sul pavimento lucido, era l’unica cosa che si poteva udire in quel piano, oltre ad un robot addobbato come fosse una signora delle pulizie d’altri tempi, che stava rassettando una stanza vicino a quella del lilla.

Entrò e constatò che non era cambiata di molto, a parte qualche poster che il figlio del principe dei saiyan teneva attaccato alla parete, e che ora non c’erano più.

Bulma l’aveva lasciata così com’era anche se suo figlio non viveva più in quella casa.

C’erano il letto da una piazza e mezza in centro la stanza con solo con copriletto verde e senza cuscino, la scrivania bianca e vuota difronte, sopra tre mensole bianche con ancora qualche libro universitario, una foto di lui e Goten bambini con accanto il trofeo dell’unico torneo a cui abbia partecipato e vinto, inciso sulla targhetta, il suo nome.

C’era anche una tv al plasma attaccata alla parete con una vecchia consolle per videogiochi, vicino la porta della cabina armadio.

Sul comodino a destra del letto una sveglia digitale scarica.

Le tende bianche erano chiuse e le persiane alzate.

La stanza non era calda, anzi, l’impianto di condizionamento centralizzato arrivava ancora fino a quella camera.

Camminava nervosamente su e giù gesticolando con le mani, ripassandosi a mente tutto il discorso da fare.

Doveva dirglielo, non poteva ancora tacere, togliersi il pensiero era l’unico modo per ritrovare un po' di pace con sé stessa e togliersi quel peso sullo stomaco.

La porta scorrevole e automatizzata si aprì quando ne fu al cospetto.

“Scusami se ti ho fatto attendere, Goten e Valese non mi mollavano più”.

“Sembrano proprio innamorati quei due” Disse in tono malinconico e con una punta di gelosia, non perché le piacesse Goten, questo era certo, ma per il sentimento che legava la coppia, quello le invidiava.

“Ormai è da un anno che stanno assieme e sono felice che le cose si stiano mettendo bene dopo qualche mese un po' travagliato”.

“Come mai, se posso chiedere?”

Trunks sospirò “Lei ha dato la colpa allo stress per il troppo lavoro, si erano lasciati per un periodo, ma poi si sono rimessi insieme, bla bla bla, e fine della storia”

“Mi spiace, però dai, le cose si sono sistemate se progettano di andare a vivere insieme” Gli sorrise.

“Non mi dovevi chiedere di Goten e Valese vero?” Era curioso di sapere cosa gli doveva dire, era tutto il giorno che si comportava stranamente, pensò fosse colpa delle troppe persone che l’assillavano.

“No” Disse lapidaria “E ti prego da adesso in poi non interrompermi, quando avrò finito, se avrai domande, risponderò molto volentieri” Continuò.

“Dev’essere una cosa seria se mi dici così” Il lilla si sedette sul letto pronto ad ascoltarla.

“Si, almeno per me lo è” Balbettò.

“Ti ascolto” Deglutì.

“Sai perché me ne sono andata dieci anni fa?” Gli fece quella domanda guardandolo dritto negli occhi, in piedi davanti a lui.

“Perché…volevi la tua indipendenza” Rispose facendo spallucce.

“Vedo che ricordi bene quello che ti ho detto”

“Ho una buona memoria” Si vantò.

“In realtà mi ero innamorata di te” Gli disse d’un fiato volgendo lo sguardo al pavimento lucido, quasi si vergognava e pentito di quello che aveva appena detto.

“Mai…io…”

“Non interrompermi per favore, devo dirti tutto, devo togliermi questo peso dallo stomaco che non mi fa dormire la notte”.

“E’ successo quando ci siamo baciati, o meglio, quello è stato il momento che ho capito veramente quali fossero i miei sentimenti per te”.

“Ricordo bene quella sera, è stato quando mi hai raccontato del tuo segreto”

La mora annuì con il capo continuando a camminare su e giù per la stanza.

“Quello che provavo in quel momento era…lo possiamo definire un misto tra amore e vergogna, mi sono chiesta, come può una donna della mia età innamorarsi di un ragazzino? Nella mia vita non avevo però mai provato un sentimento simile, il mio istinto mi diceva che scappare era la cosa giusta da fare.”

Ci fu qualche secondo di silenzio, Trunks aveva un sacco di cose da dirle, ma preferì tacere come da sua richiesta.

“Mi sono detta…se i nostri alter ego del futuro stavano insieme, forse per noi non era stato assegnato lo stesso trattamento, del resto abbiamo conosciuto cosa ci sarebbe accaduto, perché forzare le cose? Pensavo, ok, mi sono innamorata oppure era solo perché sapevo che sarebbe andata a finire così?”

“Potevi dirmelo no, ne avremo parlato! Ma hai preferito comportarti da codarda. Comunque non è detto che stavano insieme”.

La ferì senza accorgersene.

“Si, avrei potuto farlo hai ragione. Trunks, tu forse eri troppo immaturo per accorgertene, certi segnali non sei riuscito a cogliergli, mi sono resa subito conto che qualcosa non quadrava tra quei due. Potevano dire di non stare insieme quanto volevano, ma i loro sguardi non mentivano. La loro amicizia si sarebbe presto trasformata presto in qualcosa di più”

“Ci siamo baciati quella sera e forse saremo andati oltre se avessimo continuato”

“Un bacio non vuol dire niente” Scosse il capo.

“Non vuol dire niente se non senti qualcosa, ma io ho provato grandi emozioni in quel bacio, e anche tu”.

“Si è vero, me ne sono andata con la coda tra le gambe perché avevo il timore di affrontare la realtà”

“Hai idea cosa ho passato in questi dieci anni? Delle colpe che mi sono dato?”

“Non è stata colpa tua”

“Avevo bisogno di te, di averti qui accanto a me”

Mai gli diede le spalle e strizzò gli occhi, le faceva male sentire quelle parole, sapeva di avergli spezzato il cuore, ma pensarlo è una cosa, sentirselo rinfacciare, era un’altra.

Trunks si alzò dal letto e le prese le mani alzandole il volto che continuava ad essere rivolto verso il basso, i suoi occhi erano lucidi.

“Scusami” Sussurrò la corvina, continuava a provare vergogna per quello che gli aveva fatto, un ragazzo d’oro come lui, non si meritava un simile trattamento.

“Non te ne sei andata perché stavi scappando dai tuoi sentimenti, sei scappata da te stessa, dovevi prima ritrovarti.” Lo aveva capito prima di lei.

“L’ho fatto” Gli disse sorridendo guardandolo dritto negli occhi, con poche e semplici parole, era riuscito a capirla senza bisogno di tante spiegazioni, si maledì per non avergli detto anni prima quello che sentiva, si vede che non era il momento giusto “…ho trovato la mia strada e ne sono felice, devo però confessarti che non è stato facile. Sediamoci, voglio spiegarti tutto, devi sapere”.

Mai era decisa a raccontargli cosa aveva fatto e quello che le era successo negli ultimi dieci anni.

Presero posto nel letto uno accanto all’altro.

“Mi spiace rovinarti la festa”

“Dai Mai sei convinta davvero che me ne importi qualcosa, per quel che mi riguarda possiamo anche andarcene”. Da quando era diventato presidente della Capsule Corp. presenziare a certe feste e serate era quasi un obbligo per lui, un obbligo che spesso gli andava giù stretto, fatto di strette di mano e sorrisi a volte falsi.

“Ci staranno cercando tutti” Constatò lei.

“E anche se fosse? Ho un complice giù” Ammiccò riferendosi a Goten “…starà intrattenendo gli ospiti come sua abitudine”.

“Dovrebbe cambiare lavoro, fare il presentatore o roba simile e non lavorare nei campi” Rise.

“Si hai ragione, ma sai, Chichi ha bisogno di lui nei campi. Comunque, non cambiamo discorso, va avanti ti prego”

Asserì con il capo facendo un lungo respiro profondo “Non è per niente facile raccontarti i miei ultimi dieci anni in dieci minuti”

“Prenditi il tempo che ti serve” Le tenne la mano per darle conforto.

Sospirò ancora cercando da dove partire “Dopo che abbiamo lasciato questa casa, abbiamo bivaccato per qualche settimana qua e là, poi stanca della vita che stavo conducendo, ho abbandonato anche Pilaf e Shu, non mi importava più di nessuno, solo di me stessa, sono partita da sola in sella alla mia moto.

Al lato della strada lessi un cartello, la pubblicità del corpo militare, decisi di provare, del resto ce l’ho nel sangue no? Ricordo anche la sensazione che provai la prima volta quando misi piede in caserma, tutti quegli sguardi su di me, quei pregiudizi inutili, che vennero meno quando eseguii la prova di ammissione, un percorso ad ostacoli molto difficile, dove ottenni il miglior tempo degli ultimi anni, ed ero anche fuori allenamento, mi era stato riferito poi che le aspiranti reclute lo provano più volte.

Io invece sono stata catapultata in quel recinto non conoscendolo per nulla, era chiaro come il sole che volevano umiliarmi e farmi desistere”.

“Comunque non sarebbe stato da te” L’interruppe.

“Fatto sta che, ero sola là dentro, un agnello nella tana del lupo”

Trunks rabbrividì a quelle parole, si vedeva che aveva un nodo alla gola e le stava raccontando qualcosa di terribile.

“…fomentai parecchia gelosia, tutti si chiedevano come una ragazza potesse spiccare sopra ad un branco di uomini, molti dei quali avevano alle spalle una storia militare di tutto rispetto.

Una sera…” Una lacrima le rigò il volto andandosi a posare sul dorso della sua mano che stava tremando visibilmente.

Trunks chiuse gli occhi, in un primo momento la sua reazione era quella di voler tapparsi le orecchie, per non sentire quello che gli stava dicendo.

“…un mio compagno cercò…cercò di abusare di me, spinto dalla gelosia di essere più in gamba di lui”.

Il lilla digrignò i denti e strinse i pugni dalla rabbia “Scusami Mai per non essere stato lì con te” Si colpevolizzò.

“No, invece c’eri, sei stato tu a darmi la forza di reagire”

Trunks inarcò un sopracciglio sorpreso “Come?”

“Non chiedermi come fosse possibile, ma in quel momento ti ho sentito vicino e grazie a questo mi sono difesa” Ormai Mai aveva la voce rotta dal pianto ripensando a quell’umiliazione.

“Ha cercato di farti ancora del male?”

Scosse la testa asciugandosi gli occhi con le mani.

“Grazie a Teo, che ha scoperto tutto, ha dato le sue dimissioni il giorno seguente”

“Ma chi è questo Teo per te, posso chiedertelo?” Era da quando lo aveva conosciuto che voleva porle quella domanda.

“Anch’io ho un Goten sai?”

Risero tutti e due.

“Dopo quell’episodio com’è stata la tua vita là dentro?”

“Diciamo che dopo le dimissioni di Miller è notevolmente migliorata, si era sparsa la voce che se n’era andato proprio perché gli ho dato una lezione.

Tutti cercavano di starmi alla larga e i più coraggiosi invece stringevano amicizia con me.

A me interessava solo fare carriera là dentro, misurarmi con le mie capacità, andare oltre i limiti e ci sono riuscita. Non mi interessava piacere agli altri. Se sono arrivata al grado di Generale un motivo ci sarà”.

Trunks avrebbe voluto dirle che la sua controparte del futuro guidava la resistenza, quindi non si trovava in una situazione molto diversa, ma meglio tacere per non fare ancora paragoni, sembrava che la vita di Mirai Mai l’ossessionasse parecchio.

Mai si alzò, ora sarebbe venuta la parte più dura da raccontargli.

Trunks, l’ha dentro frequentavo un ragazzo, Miles”.

“Miles?” Fece di rimando “Lo stesso Miles che è venuto a piantonare la tua stanza quand’eri in ospedale?”

“Ha accettato quell’incarico? Incredibile…comunque si, di Miles ce n’è uno solo”. Ne fu sorpresa.

“Antipatico sopra ogni limite?”

Mai sghignazzò “A volte lo sa essere, soprattutto se si tratta di gelosia”.

“Non ci credo che tu e lui stavate insieme, è contro ogni logica, siete due persone completamente diverse”

“Su questo hai ragione, siamo due persone completamente diverse, io non mi sarei mai comportata come lui.”

“Ti ha fatto del male?” Se la risposta fosse stata affermativa, non ci avrebbe pensato due volte a dargli una lezione che avrebbe ricordato per tutta la vita.

“Molto, ma non nel senso che immagini” Mai strinse i pugni provocandosi dolore ai palmi, ripensare a quelle cose le fece andare il sangue alla testa.

“Che ti ha fatto allora?”

La corvina gli raccontò dell’amore che provava per lui, dei loro progetti futuri, del bambino e di come lo aveva perso, fomentando in lui l’odio per quel ragazzo che aveva osato tanto.

Mai non si meritava affatto un simile trattamento, nessuna donna lo merita.

“Avevo il prosciutto negli occhi che non mi faceva vedere bene cosa stava succedendo intorno a me. Più volte è ritornato chiedendomi di perdonare i suoi errori, ma non posso e non voglio.

Mi sono resa conto che il sentimento che provavo per lui non era lo stesso che provo ora per…” Si fermò appena in tempo.

Il figlio del principe dei saiyan le si parò dietro “Per…” La invitò a continuare costringendola a voltarsi e guardarlo per l’ennesima volta e perdersi nella profondità dei suoi occhi azzurri.

“Te”.

*

Continua

*

Angolo dell’autrice: Ciaooooo! Ed eccovi qui il capitolo dove Mai racconta tutto a Trunks.

Per sapere cosa accadrà dopo e per la reazione di Trunks, dovrete aspettare un paio di capitoli, perché i prossimi saranno incentrati sul passato del nostro protagonista maschile.

Spero di non deludervi.

Un abbraccio

Erika

  
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