Capitolo Dieci
Whisky Incendiario.
Era il sapore inconfondibile che aveva sentito sulle labbra di Hermione.
Quel sapore che lui amava tanto e che sulle sue labbra sembrava ancora più buono.
Quel sapore che probabilmente non sarebbe mai riuscito a togliersi dalla testa.
E poi la consistenza delle sue labbra. Morbide, così perfette.
E la sua lingua, che gli aveva accarezzato delicatamente il labbro superiore prima di perdersi dentro la sua bocca.
Draco sarebbe impazzito di quel passo, con la mente ormai perennemente focalizzata su quel bacio.
Aveva immaginato tante volte come sarebbe stato baciarla, ma nessuna fantasia era paragonabile alla realtà. Anche se era stato breve, anche se lei dopo se n'era andata.
Restava comunque il bacio migliore che avesse mai ricevuto e non aveva alcun problema ad ammetterlo.
"Quindi lei ti ha baciato e poi se n'è andata?"
Draco annuì con un sospiro. "Già. Non mi ha nemmeno lasciato il tempo di dire qualcosa."
"E sentiamo, che avresti detto?" chiese Blaise curioso.
Già, che avrebbe detto?
Che provava qualcosa per lei? Che era semplicemente troppo spaventato per ammetterlo?
Scosse la testa. "Non lo so, forse avrei semplicemente continuato a baciarla."
Blaise ridacchiò. Anche se Draco era diventato un idiota innamorato, continuava a preferire i fatti alle parole.
"E poi che è successo?" chiese Blaise.
"Niente" disse Draco stringendosi nelle spalle.
"Come sarebbe niente?"
"Non l'ho più vista o sentita da Natale, quindi non è successo altro."
"Scusa, una donna ti bacia e poi scappa da casa tua come se fosse appena stata morsa da un serpente velenoso e a te non viene in mente di scriverle per sapere se sta bene?" disse Blaise spalancando gli occhi.
Draco lo fissò per un attimo sovrappensiero - ignorando la frecciatina sul serpente - e poi disse: "Avrei dovuto?"
"Tu che dici? Non ti ha sfiorato nemmeno per un attimo l'idea che abbia agito di istinto e che poi abbia avuto paura di aver fatto qualcosa di sbagliato? In quel caso l'avrebbe sicuramente aiutata ricevere una lettera da parte tua in cui le dicevi che in realtà eri molto felice che lei ti avesse baciato" disse Blaise con ovvietà.
Draco sospirò stropicciandosi gli occhi con una mano.
Ormai era tardi per scriverle. Avrebbe aspettato di rivederla a scuola, sperando che non fosse troppo tardi e che non avesse rovinato tutto.
Ginny Weasley nel corso degli anni aveva assunto i comportamenti e la postura tipici di sua madre, cosa che faceva sempre un po' ridere Hermione ma che allo stesso tempo la confortava.
Quando aveva un problema e correva da lei, non era semplicemente come andare a sfogarsi con un'amica. Era un po' come parlare con una mamma.
Quel giorno di fine dicembre, quando Hermione aveva bussato alla sua porta, Ginny le aveva aperto ancora assonnata.
La Tana era avvolta nel silenzio: ormai quasi tutti erano sposati o vivevano per conto proprio, a parte Ron - che a detta di Ginny ronfava ancora pesantemente in camera propria - e la stessa Ginny, che si sarebbe trasferita dopo il matrimonio. I signori Weasley erano entrambi fuori casa - Arthur stava lavorando; Molly era a fare compere - ed Hermione provò un sollievo enorme sapendo che avrebbe potuto parlare liberamente con Ginny senza essere interrotta.
"Allora, vuoi dirmi che succede?" chiese Ginny mettendo due tazze di tè sul tavolo.
"Credo di aver combinato un casino con Draco" disse Hermione.
Parlarne con qualcuno la stava facendo sentire finalmente più leggera, anche se era certa che Ginny non avrebbe potuto fare molto per aiutarla.
Solo lei avrebbe potuto risolvere quella storia.
Ginny la guardò dubbiosa. "Ok, che tipo di casino?"
"L'ho baciato."
Ginny la fissò perplessa. "Non capisco quale sia il casino."
"Non lo so, Ginny. È stato tutto un casino. Ho bevuto un po' troppo, l'ho baciato e poi sono scappata. E lui non mi ha fermata o cercata nei giorni seguenti, quindi non credo che gli importi poi molto" rispose Hermione girando il cucchiaino nella tazza e perdendosi a fissare il vuoto.
"Ma perché sei scappata?" chiese Ginny alzando il tono della voce.
Proprio non riusciva a capire. Hermione era cotta di Malfoy, quel comportamento non aveva alcun senso.
"Perché ho capito di essere innamorata di lui."
"Innamorata? Fino a un mese fa nemmeno volevi ammettere che ti piaceva!"
Ginny era stata la prima a ipotizzare che Hermione avesse una cotta per Malfoy, ma dire di esserne innamorata le sembrava troppo. Soprattutto per lei!
Hermione era fin troppo riflessiva, ponderava sempre ogni cosa e ci metteva tempo a far maturare un rapporto, che fosse un'amicizia o qualcosa di più.
Le sembrava strano e innaturale che in così poco tempo si fosse innamorata.
"La cosa ha stupito anche me e negherei una cosa simile, se non ne avessi una prova" disse Hermione.
Ginny rimase in silenzio, aspettando che continuasse a parlare.
Hermione sospirò e poi finalmente disse: "Uno degli odori che sento nell'Amortentia è il suo profumo."
E Ginny ebbe la certezza che la sua migliore amica era davvero cotta a puntino.
Il rientro a scuola dopo le vacanze natalizie era sempre un momento duro per gli studenti.
Se da una parte c'era il desiderio di rivedere i compagni, dall'altra c'era la tristezza del doversi separare dalle proprie famiglie.
E poi il dover tornare a studiare, doversi concentrare sugli esami. Senza contare la malinconia degli studenti dell'ultimo anno - consapevoli che quelli sarebbero stati i loro ultimi mesi a Hogwarts - che sembrava contagiare anche gli alunni più giovani.
Per gli insegnanti invece solitamente il rientro a scuola non era altro che un giorno qualsiasi. Ma non per tutti.
Draco ed Hermione non si erano più parlati dal giorno di Natale ed entrambi sapevano di non poter più rimandare il momento in cui avrebbero dovuto affrontarsi.
Nessuno dei due aveva idea di cosa dire all'altro, di come rivolgersi. Non sapevano se fare finta di nulla o parlare di quello che era successo, ma speravano che vedendosi le cose diventassero più chiare.
Grave errore.
Rivedersi aveva riportato a galla in entrambi il ricordo di quel bacio, le sensazioni che avevano provato.
E ora se ne stavano lì a fissarsi, Draco seduto su una poltrona della Sala Comune ed Hermione in piedi accanto alla porta da cui era appena entrata.
"Ciao" disse lei, evidentemente in imbarazzo.
Voleva fuggire di nuovo e Draco non poteva permetterlo.
"Ti andrebbe di sederti un po' qui con me?" disse di getto.
"Veramente..."
"Ti prego."
Non era da lui supplicare, abbassarsi in quel modo a chiedere qualcosa. Ma Hermione gli stava sfuggendo come sabbia tra le dita e se doveva supplicarla per farla rimanere con lui, allora lo avrebbe fatto.
Hermione sospirò e alla fine andò a sedersi sull'altra poltrona, proprio di fronte a Draco.
"Dobbiamo parlare" disse lui.
"Non è necessario."
"Lo è, Granger, lo sai anche tu. Perché sei scappata il giorno di Natale?"
Hermione sentì il fiato bloccarsi.
Non poteva dirgli che si era spaventata perché aveva riconosciuto il suo profumo e si era resa conto che fosse lo stesso che sentiva nell'Amortentia. Avrebbe significato ammettere qualcosa che forse non era pronta ad ammettere nemmeno a sé stessa.
Ma non poteva nemmeno lasciarlo senza risposte.
"Non lo so, avevo paura di aver fatto una stupidaggine" rispose semplicemente.
"Ti sei pentita?"
"No!" esclamò Hermione di getto.
Di quello era certa, non era affatto pentita di averlo baciato.
"E allora...”
"Temevo che mi avresti respinta. Quando mi sono accorta che non l'hai fatto, non capivo se era perché mi ricambiavi davvero o se avevi paura di respingermi perché ero ubriaca."
Non era nemmeno una bugia, in realtà. Quella paura in effetti l'aveva avuta davvero.
"Ma come? Avevi detto di non essere ubriaca" replicò lui con un sorriso.
Hermione abbassò lo sguardo imbarazzata. Non pensava che Draco ricordasse ciò che aveva detto quel giorno, la sua ammissione sull'essere semplicemente poco lucida.
"Sappi che io non sono il tipo che si approfitta delle ragazze ubriache. Serpeverde sì, ma pur sempre gentiluomo. Non mi sarei fatto problemi a respingerti se avessi pensato che eri così ubriaca da non capire cosa stessi facendo" disse Draco, sporgendosi in avanti e appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
Hermione sapeva che si era sporto verso di lei per farle capire di essere disponibile, di voler parlare senza alcun muro a dividerli.
"Quindi immagino che tu non mi abbia respinta perché forse non ti dispiaceva così tanto" azzardò Hermione sfoggiando il suo coraggio tipicamente Grifondoro.
"Non mi è dispiaciuto affatto e lo rifarei anche subito."
Ed eccola di nuovo quella sensazione, la stessa che Hermione aveva provato a Natale e che l'aveva spinta a fuggire.
La felicità che si mischiava alla paura, stringendole lo stomaco in una morsa dolorosa.
Era pericoloso provare qualcosa per Draco, soprattutto visto ciò che c'era in ballo con la loro ormai non più tanto finta relazione.
Che sarebbe successo se avessero litigato?
Quasi sicuramente avrebbero rischiato di compromettere tutto. Ed Hermione non poteva permetterlo.
Ecco perché aveva cercato di non permettere ai suoi sentimenti di uscire a galla.
Ma provare a fare qualcosa non sempre significa riuscirci.
"A cosa pensi?" chiese Draco.
"Ti ho trascinato in un casino quando ho detto che stavamo insieme. Ma se ora stiamo insieme davvero rischio di trascinarti in un casino ancora più grande" disse Hermione. E solo lei sapeva quando le fosse costato dire quelle parole.
"Temi che un'eventuale rottura tra noi, metta in pericolo il mio alibi?"
Hermione annuì con un cenno e Draco la guardò intenerito.
Anche in quella situazione, Hermione cercava di proteggerlo al punto di sacrificare i suoi stessi sentimenti.
Draco si allungò ancora verso di lei, prendendole una mano tra le sue. "Che ne dici se prendiamo le cose come vengono? Non ci pensiamo troppo, facciamo quello che ci va senza affrettare le cose. Sono convinto che andrà bene."
Hermione rimase a fissare le loro mani unite.
Aveva immaginato di stringere le mani di Draco più volte di quante avrebbe voluto ammettere, ma non aveva mai immaginato cosa avrebbe provato.
E ora che stava succedendo voleva solo che succedesse ancora.
La porta si spalancò e la professoressa di Artimanzia entrò in Sala Comune salutandoli con un sorriso.
Hermione ebbe l'istinto di ritrarre la mano, quasi a voler nascondere quel gesto romantico dalla vista degli altri, prima di rendersi conto che non aveva bisogno di nascondersi. Ciò che per lei e Draco era qualcosa di nuovo, per gli altri non era altro che un gesto banale tra due persone che stanno insieme.
Si rilassò sentendo la pelle di Draco a contatto con la sua, il suo pollice che le accarezzava il dorso della mano con movimenti lenti.
Tutto quello le piaceva, ed era sufficiente per farle mettere da parte le sue paure.
Sollevò lo sguardo su Draco e sorrise.
Anche lei era convinta che sarebbe andato tutto bene.
Spazio autrice:
Vi chiedo scusa per il ritardo. Di nuovo!
In questi giorni sono molto impegnata con gli addobbi natalizi (a casa mia per tradizione si mettono l'8 dicembre, ma quest'anno abbiamo avuto qualche intoppo con le luci e l'operazione ha richiesto più tempo del previsto).
Le cose tra Draco ed Hermione stanno mutando ed entrambi sono spaventati da questa cosa, ma sembra vogliano abbracciare il cambiamento senza pensarci troppo. Sarà un'idea saggia?
Ci vediamo domenica con il prossimo capitolo, e visto che oggi è giovedì buona maratona di HP a tutti!