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Autore: Mue    25/08/2009    5 recensioni
Luna è ormai una donna adulta quando si imbatte nel suo vecchio amico d'infanzia Rolf Scamandro, ora diventato un celebre allevatore di cavalli alati.
Sono passati tanti anni e lui sembra terribilmente cambiato.
Ma lo è davvero?
La storia d'amore di Rolf e Luna vista da me.
{Dal testo:
«Luna, ti ricordi di mio nipote Rolf, vero?»
Luna sollevò gli occhi dal bicchiere che aveva in mano e incrociò lo sguardo dell’uomo che la signora Peakes le stava presentando.
Gli sorrise. «Certo che mi ricordo di lui. Mi ha baciata.»}
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Rolf Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Menta e Bisque Burley'
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Questa storia è iniziata e si è conclusa due settimane fa, conseguenza di un raptus puffoso acuto, ma vede la luce solo ora grazie allo splendido betaggio di whateverhappened, che ringrazio dal più profondo del mio animo cosparso di zucchero e caramelle *-*
Disclaimer: I personaggi e gli elementi creati da J.K. Rowling presenti in questa fanfiction sono suoi e solamente suoi, il resto della storia è tutto una mia invenzione. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.

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Capitolo I



28 giugno, Casa Peakes.

«Luna, ti ricordi di mio nipote Rolf, vero?»
Luna sollevò gli occhi dal bicchiere che aveva in mano e incrociò lo sguardo dell’uomo che la signora Peakes le stava presentando. Un uomo alto, leggermente stempiato, con corti capelli castani e le sopracciglia oblique.
Gli sorrise. «Certo che mi ricordo di lui. Mi ha baciata.»
Luna aveva il vizio di saper dire le cose giuste al momento giusto. O le cose sbagliate al momento sbagliato. Che a volte è la stessa cosa.
E quella fu una di quelle volte.
Un silenzio raggelante calò sui presenti come un colpo d’ascia. La signora Peakes assunse la stessa espressione attonita di un Plimpo d’acqua dolce. Rolf Scamandro, invece, sembrava pietrificato.
Luna tese la mano con nonchalance. «Sono felice di rivederti, Rolf.»
Fu come se tutta l’aria venisse risucchiata dai polmoni dei presenti. Tutti gli ospiti trattennero il fiato, gli occhi fissi su Rolf. Che cosa avrebbe fatto?
L’uomo esitò per un lungo attimo, poi tese la mano e strinse quella di Luna.
«Vedo che non sei cambiata» commentò, elargendo un sorriso che però non raggiunse gli occhi gelidi. «Parli sempre di assurdità.»
La tensione dei presenti si spezzò, alcuni sorrisero, altri ridacchiarono apertamente e tornarono alle chiacchiere e al succo di zucca.
Luna si guardò intorno. «Oh, avevo detto qualcosa di sbagliato?»
Il sorriso scivolò via dalle labbra di Rolf come neve al sole. «No, non sei cambiata affatto» mormorò piano, rivolto a se stesso.
Luna alzò le spalle. «Tu, invece, sei cambiato molto.»
Rolf inarcò una delle sopracciglia oblique. «Davvero?»
«Sì. Ed è davvero un peccato» rispose lei serenamente.
La signora Peakes si affrettò a intervenire per riprendere le redini della conversazione prima che degenerasse di nuovo. «Sai, Luna, Rolf si è diplomato a Beauxbatons a pieni voti ed è andato in giro per il mondo in questi ultimi quattro anni. E’ diventato il maggiore allevatore mondiale di quei cavalli alati… quelli grandi… com’è che si chiamano, Rolf?»
«Equus Pegasus Nives» disse Rolf, infastidito. «Sono la razza più rara.»
«Già» annuì la signora Peakes. «A ogni modo, il nostro Rolf è diventato celebre. Pensa, parteciperà all’Esposizione Internazionale di Creature Magiche! Quella di Parigi! Non è incredibile? E ha promesso di accompagnarci anche Amy, quando tornerà da Hogwarts. Sarà felicissima! Ha sempre adorato gli animali…»
«Intende sua figlia?» chiese Luna con innocenza. «Quella che è stata bocciata al terzo anno in Cura delle Creature Magiche?»
Rolf scoppiò in un eccesso di tosse molto sospetto mentre la signora Peakes arrossiva. «Oh, quello è stato solo perché era terrorizzata da quell’enorme insegnante di Cura delle Creature Magiche, quell’Hagrid…»
«Sì, è molto grosso» annuì Luna. «Ed è anche tanto buono, vero? E’ uno degli amici più cari di Harry…»
«Già, Harry Potter. Anche se tu sei stato sempre all’estero, Rolf, avrai seguito tutta la vicenda, vero? Persino nei paesi stranieri ci sono stati morti e vittime…»
Rolf scrollò le spalle. «Non mi sono mai trovato coinvolto in niente di abbastanza pericoloso per rendermi conto di quanto possa essere stato terribile.»
«Colui-che-non-deve-essere-nominato» proseguì la signora Peakes senza ascoltarlo, «i Mangiamorte e tutto il resto, intendo… Pensa che Amy ha passato un anno in quella scuola sotto la tirannia dei Mangiamorte! E’ stato terribile, povera bambina! Io ogni giorno mi alzavo con la paura che le fosse successo qualcosa e…»
Non riuscì a terminare il discorso perché affondò il viso in un ampio fazzoletto stropicciato, singhiozzando.
«Ma perché sarebbe dovuto succedere qualcosa a lei? Non conosceva nemmeno Harry, no? Ed era Purosangue…» obbiettò Luna in tono ovvio.
«Lo so, ma è sempre stata così forte e sincera, con un gran senso di giustizia, che temevo si sarebbe sacrificata per qualcuno! Era così anche da bambina; ricordi, Rolf?»
«Veramente no» rispose impietosamente Rolf.
«Io ricordo quella volta che siamo andati a giocare al pozzo e Rolf l’ha convinta a calarsi giù e l’ha lasciata lì perché faceva la spia» meditò Luna, assente.
Rolf le lanciò un’occhiataccia. «E’ stato solo uno scherzo! E a quel tempo ero ancora un bambino incosciente!»
«Sarà per questo, allora, che mi avevi baciata» osservò Luna.
L’uomo s’irrigidì di colpo, mentre la signora Peakes, che non aveva sentito nulla perché si stava soffiando ostentatamente il naso nel fazzoletto, intervenne a sproposito.
«E’ stata molto coraggiosa a voler restare laggiù, accanto ai suoi amici.»
Luna la guardò perplessa. «Aveva degli amici nel pozzo?»
La signora Peakes sembrò altrettanto confusa. «Pozzo? Quale pozzo?»
«Nessuno» si affrettò a interromperle Rolf, decisamente stufo di quella discussione. «Zia, mi dispiace, ma ora devo proprio andare. Non posso lasciare la scuderia incustodita troppo a lungo.»
«Oh, capisco benissimo, Rolf. Avrai tanto lavoro, ora che sei così famoso e richiesto. Non ti tratterrò, però prometti che verrai a trovarci di nuovo quando ci sarà anche Amy!»
«Verrò qui non appena potrò lasciare i miei cavalli a qualcuno fidato» promise lui sbrigativamente, recuperando da un attaccapanni il suo lungo mantello nero.
Il signor Peakes, che li aveva raggiunti in quel momento, fece una smorfia. «Se hai bisogno di un impegno per non venire, inventane almeno uno più originale.» Si rivolse a Luna. «E tu, ragazza? Intendi lasciarci anche tu o resti qui ancora un po’?»
Luna sorrise. «No, devo andare anch’io. Papà stamattina ha trovato un Gorgosprizzo in cantina e devo aiutarlo a catturarlo.»
Il signor Peakes ridacchiò e disse a Rolf: «Sentito, ragazzo? Questo è un impegno creativo.» Poi si rivolse a Luna. «Vorrei accompagnarti fino a casa, ma abbiamo ancora ospiti, qui, e non sarebbe carino lasciarli senza il festeggiato» disse, indicandosi il petto. «Però» aggiunse, guardando di nuovo Rolf, «non credo che a Rolf dispiacerebbe, vero?»
L’espressione di Rolf non poteva esprimere maggior dissenso, tuttavia l’uomo disse solo: «Volentieri.»

   
 
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