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Autore: Whatliesintheend    11/03/2021    2 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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Il giorno seguente trascorse per entrambi i ragazzi come la straziante attesa del calare delle tenebre.
Ognuno dei due aveva motivi diversi per desiderare la notte: Harry era sempre più curioso ad esempio, Draco invece aveva dovuto ammettere a se stesso che battibeccare con quel ragazzo nel cuore della notte, senza pensare a nient'altro come due normali ragazzi della loro età era stato piacevole.

Fu sorprendente come in un baleno un mese intero corse via.

Draco però ancora non se la sentiva di parlare con Blaise della cosa, ma sapeva che se avesse continuato a incontrare James ogni sera, ogni sera avrebbe dovuto trovare una scusa per cacciarlo dal suo letto e ben presto il ragazzo avrebbe nutrito dei sospetti.

Quella volta però fu più facile  e involontario del solito liberarsi di lui perchè era il compleanno di Pansy, ovvero la festa più esosa e fastidiosa dell'anno, quella che trovava sempre piacevolissimo saltare e forse questa volta ancora maggiormente.

Della giornata di Harry invece è importante ricordare come si prese una bella pluffa in faccia durante gli allenamenti di Quidditch perchè guardava gli uccellini volare.

"Potter! Che diamine ti prende oggi?"

Gli gridò dietro Ginny Weasley ingrossando la voce per ottenere la sua attenzione e fargli capire chiaramente quanto fosse furiosa.
E aveva anche motivo di esserlo: dopotutto  era tutto il pomeriggio che il riccio girava in tondo e ancora non aveva nemmeno provato a correre dietro al boccino.

"Scusa Ginny, scusate ragazzi... non devo essere molto in forma ma vi assicuro che è solo per oggi."

"Lascialo stare Weasley, è innamorato non lo vedi?"

Rise Katie Bell beccandosi un'occhiata di fuoco sia dalla rossa che dal moro.

Quella sera il Grifondoro si trascinò nella Sala Comune per puro automatismo, privo di ogni volontà o forza fisica, la sua negligenza agli allenamenti gli era costata cara: Ginny si era vendicata, costringendolo a dare la caccia ai bolidi per riportarli nella cassa.
E lui odiava i bolidi come odiava Rita Skeeter.
Non seppe come, ma doveva essersi addormentato su un divanetto e quando riprese coscienza del proprio corpo e della propria esistenza fu perchè delle grida lo costrinsero a farlo.

"Sei ridicolo, Ronald... prima ti porti a letto la Brown e ora vieni a dirmi questo, ma hai idea di cosa stai parlando almeno?"

"Hermione ma che diamine c'entra Lavanda adesso? Non è assolutamente il punto."

"Si che lo è invece!"

Strillava Hermione con i pugni stretti lungo i fianchi, stordendo i timpani del povero Harry.

"No che non lo è! Seriamente cosa miseriaccia può avere a che fare lei col fatto che non mi piace Aritmanzia?"

"Ha tutto a che fare con questo!"

"Tu sei matta!"

"E tu sei un porco!"

Potter battè le palpebre un paio di volte, stordito, poi si mise a sedere.

"BASTA VOI DUE, SONO LE UNDICI, PER GODRIC!"

Gridò qualcuno dai dormitori al piano di sopra.

Uhm, le undici...

Riflettè passivamente il Grifondoro tra sè e sè.
Poi comprese la gravità della cosa e sbiancò.

L-le undici!?

Scattò in piedi e sgusciò fuori dal dormitorio con la sola accortezza di prendere il Mantello dell'Invisibilità e poi correre a perdifiato fino a giù nei sotterranei.

Per fortuna nella Sala Comune delle Serpi c'era un gran casino quella sera e non dovette fare attenzione a dove metteva i piedi, entrò nella stanza di Draco, chiudendosi poi la porta alle spalle con forza.

"Scusa"

Disse, ricordandosi di parlare piano all'ultimo istante e portando su di sè l'attenzione di Malfoy.
Era sicuro che fosse così, ma non poteva vederlo, sentì solo un fruscio.
Si tolse il Mantello e lo lasciò sul bordo del letto del ragazzo prima di fermarsi in piedi a guardare dove indovinò potesse trovarsi il suo viso.

"Sembrerà una stupida scusa, ma mi sono addormentato..."

Il Serpeverde stette ancora in silenzio per un po', e in quell'attesa snervante gli occhi verdi di Potter si abituavano al buio.
Poi il biondo sospirò e con un secondo fruscio di lenzuola rotolò un po' da parte, permettendo al Grifondoro di sedersi a gambe incrociate sul letto di fianco a lui.

"Non mi avrebbe sorpreso se invece avessi cambiato idea."

"Perchè?"

Mormorò Harry pacatamente, appoggiando la schiena contro la testiera del letto e seguendo, per quanto possibile, i movimenti di Malfoy con occhi attenti.
Aveva appoggiato la testa sul braccio piegato sul cuscino e lo guardava a sua volta.

"Non lo so, solo una sensazione."

"Che tipo di sensazione?"

"Non saprei...come se tutto questo non sia destinato a durare a lungo"

Harry chiuse gli occhi e sorrise divertito, mentre iniziava lentamente a tornare a stupirsi del ragazzo che gli stava di fianco.

"Sempre così drastico, Draco..."

Il moro lasciò che il suono di quella frase si spegnesse nella stanza buia, con la consapevolezza che c'era un nome tra quelle parole che, senza farci caso aveva pronunciato, quando alla luce del giorno avrebbe giurato non sarebbe mai potuto succedere.
Ora Malfoy era libero, agli occhi di Harry, da quel nome altisonante che sottintendeva tante cose spiacevoli.
Ora Malfoy era solo un ragazzo, solo Draco.

E quel ragazzo ora aveva appoggiato la sua delicata mano bianca sui pantaloni di Harry, all'altezza della coscia, e vi disegnava distrattamente piccoli cerchi immaginari.

Probabilmente il Grifone sentì dolore alla cicatrice, ma non ci fece caso perchè quel contatto casuale ora bruciava in modo sostanzialmente diverso e imprevisto.
Qualunque cosa disse allora in risposta Draco, Harry la percepì distante, distratto dal contesto.
Non si era mai sentito così a disagio in tutta la sua vita, per il semplice fatto che le dita sottili ed eleganti di Malfoy stavano accarezzando la sua coscia come se fosse stato normale.

"Forse hai ragione"

"Mh..."

"Come mai così silenzioso? Non ti starai mica eccitando, James"

"Eh, cosa? Figuriamoci, per così poco poi..."

"Giusto, dimenticavo che grande e inarrivabile esperto tu sia, questo non è niente per te."

"Draco, non provocarmi..."

"Ah sì, altrimenti, mi salti addosso? Banale."

Stuzzicato dalle istigazioni del biondo, Harry lo sovrastò per ripicca, gli pizzicò un fianco, soddisfatto di sentirlo contorcersi e ridere genuinamente.
Avrebbe tanto voluto vederlo e assicurarsi fosse vero.

Era molto confuso... non sapeva più chi fosse il nemico che si era portato dietro fino a quel momento e il suo silenzio parlava chiaro.
Gradualmente Draco sotto di lui smise di ridere e si sistemò a pancia in su, regolarizzando il respiro prima di muovere una mano a cercare nel buio il viso del ragazzo che era così in fretta diventato ciò che, escluso Blaise, avesse di più simile ad un amico.

Prima che le sue dita potessero incontrare la pelle di James, quello si spostò da sopra di lui e gli si sdraiò accanto con un sospiro, lasciandolo, a propria insaputa, con un gesto perso a mezz'aria.
Allora la Serpe si girò verso di lui e incontrò il riflesso di una luce appena accennata.

"Porti gli occhiali..."

Harry si irrigidì e si affrettò a toglierseli e a riporli sul comodino alle sue spalle.

"Troppe ore sui libri..."

Fu il suo unico, sarcastico commento.

"Com'era la storia dei pregiudizi sui Corvonero?"

Ne approfittò Malfoy per stuzzicarlo.

"Taci."

"Uh, permaloso..."

"E da quale pulpito..."

"Ma tu che ne sai, eh?"

"Bah, tutti lo sanno..."

"Se sei uno di loro, non trattenerti oltre"

"Ma che diamine dici ora?"

Fece Harry, appoggiando il peso su un gomito in modo da sollevarsi di un po', sorpreso dal repentino e ingiustificato cambio di umore del biondo Serpeverde.

"Se sei uno dei tanti che parla e parla a vanvera e per il puro piacere tratto dal sentire il suono della propria voce allora puoi anche andartene."

"Non lo sono"

Fece bruscamente Harry, quasi dimenticandosi di tenere la voce bassa.

"Beh hai appena parlato come se lo fossi"

"Ma non lo sono, anzi, sono d'accordo"

Sarebbe stato divertente, in futuro, riascoltare come quella frase fosse stata pronunciata con tono ostile.

"Ah sì?"

"Sì, lo sono al cento per cento. Dopo la questione del quarto anno non potrei pensarla diversamente."

"Il quarto anno?"

"Sai, quando hanno estratto per sbaglio un quarto nome dal Calice di Fuoco per il Torneo Tremaghi e tutti hanno incolpato il ragazzo in più soltanto per il gusto di odiare apertamente e con la scusa del contesto?"

"Intendi Harry Potter?"

"Sì, giusto era lui..."

"Già, morirebbe se non stesse sempre al centro dell'attenzione"

"Non è stata colpa sua, ora chi parla senza sapere, eh?"

Allora Malfoy tacque per un po', accusando il colpo.

"E tu? Sai com'è andata davvero?"

Chiese poi, stavolta senza che la sua voce fosse macchiata di ostilità.

"Sì... me l'ha raccontato una mia compagna di Casa, Cho Chang"

Harry stesso si sorprese della facilità con cui era riuscito a tirarsi fuori da una situazione scomoda all'ultimo minuto.
E non era la prima volta... se la sorte non fosse stata dalla sua parte, con tutti gli errori strategici commessi, si sarebbe già fatto scoprire da tempo.

"Intendi quella asiatica dietro alla quale sbavava?"

Reagì Malfoy, nascondendo il fastidio dietro al sarcasmo.

Innanzi tutto io non "sbavavo" dietro a nessuno. E poi... com'è possibile che qui finiamo sempre a parlare di me?

"Sì... lei, ma non è andata proprio così."

Si difese Harry, ferito nell'orgoglio, riappoggiando la testa sul cuscino.
Seguì il silenzio, era come se Malfoy lì di fianco stesse titubando, cercando il coraggio di dire qualcosa.
Ed era così, dentro di lui era in corso una lotta tra i suoi due istinti predominanti: quello che lo spingeva a voler sapere tutto di Harry Potter, come per avvicinarsi un passo di più all'irraggiungibile, e quello di conservazione.

"Parlamene"

Mormorò poi, ma non ricevette alcuna risposta oltre al respiro regolare e cadenzato di James sdraiato al suo fianco.

Dorme... seriamente?

Non potè pensare altro il Serpeverde che, arrossendo nelle tenebre, fu costretto a rinunciare al soddisfare la sua curiosità.
Ma si accorse di una cosa poco prima di addormentarsi a sua volta: per la prima volta da quando era bambino stava avendo a che fare con qualcuno che sapeva di Harry Potter più di lui.

   
 
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