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Autore: MuItifanacc    10/05/2021    1 recensioni
Sono passati anni dall'ultima puntata di Orange i the new black, e tutti abbiamo desiderato un'ottava stagione giusto? Perchè non ci hanno fatto sapere niente di come si sono trasferite, di come Piper ha avuto la libera cittadinanza e di come abbia ricominciato una nuova vita in un altro stato da sola.
Mentre Alex, non ha sofferto per il trasferimento? Oppure è arrivata in Ohio e ha fatto la bella vita con le altre che abbiamo ritrovato lì?
E a Lietchfiled cosa è successo dopo che Aleida ha ucciso sua figlia Daya? Lorna e Red stanno bene? e Nicky, ora tutta sola nel mettere in pratica gli insegnamenti di Red.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Alex Vause, Altri, Piper Chapman
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ohio, come era possibile che si fosse ritrovata lì, soltanto perché voleva tenere fede a Piper anche se le aveva chiaramente espresso che potevano avere un rapporto libero, ed ora era lì, a pensare a come sarebbe cambiata la sua vita non appena avrebbe oltrepassato quelle porte. Nella sua testa ronzavano diverse idee di come si sarebbe dovuta comportare, di cosa far trapelare dal suo carattere e cosa no e soprattutto di come approcciare con le sue nuove compagne di vita, si appuntò un piccolo schema da seguire. Osserva – Memorizza – Nascondi. Così mentre decideva la personalità più fredda e apatica che avesse mai avuto entrò dentro la struttura e la sentì particolarmente familiare, era identica a Litchfield, forse era uno standard delle prigioni tutte uguali, tetre e distruttive. Ci mise poco più di un’ora per finire tutti i documenti e tutta l’accettazione, venne accompagnata in infermeria dove il medico la visitò. Fu davvero grata a tutti gli Dei per quel medico, era una donna, sulla trentina che sapeva fare veramente il suo lavoro, dopo essere stata dimessa con una pomata per i suoi ematomi fu mandata direttamente nella grande sala comune dove tutte le detenute stavano pranzando. Stette ferma sulla porta d’ingresso ad osservare i diversi tavoli, era come essere ritornata al primo giorno di Litchfield, solo che al suo fianco non aveva una Nicky disperata che continuava a cercarle droga o sesso, ma era sola. Il suo ricordo di Nicky venne interrotta quando uno strano volto, molto familiare le si avvicinò. - Hey super fregna cosa ci fai da queste parti? Le chiese Boo, mentre si avvicinava per abbracciarla, Alex non aveva mai provato così tanto sollievo in tutta la sua vita, infatti strinse Boo con molta forza tra le sue braccia e si lasciò sfuggire qualche lacrima che stava trattenendo da ore. Boo le disse di aspettare lì mentre andava a prendere 2 vassoi di cibo, Alex lanciò un’occhiata al vassoio mentre la seguiva e vide del cibo vero, nella sua testa c’era la solita sbobba e invece lì avevano pasta, insalata e anche un budino, era strano. Arrivarono ad un tavolo dove si sedette senza alzare lo sguardo dal suo vassoio, era come se tutta la sua forza e il suo coraggio fossero stati risucchiati via da lei. - Beh, non ci saluti? La rauca voce di Anita le risuonò nelle orecchie e le fece scattare la testa verso l’alto, non riusciva a credere ai suoi occhi, Yoga Jones, Gina, Norma e anche Soso, le erano sedute intorno, se pensava che vedere soltanto Boo le era di conforto, questo doveva essere il paradiso, le lacrime che le premevano sugli occhi non ci misero molto a scendere e a bagnarle la faccia, sentì il braccio di Anita che le circondava la schiena mentre Gina le parlò. - Alex, non preoccuparti, qui è tutto diverso, da quando siamo venute noi hanno paura di una nuova rivolta e ci hanno dato tutto quello che vogliamo, cibo, assistenza sanitaria, corsi scolastici e lavori ben pagati. Alex la guardò tristemente, si avevano raggiunto un bel obiettivo se anche le altre carceri avevano paura di una rivolta, però a lei mancava una sola cosa per farla stare bene, o meglio una sola persona, Piper. Così, scoppiò a piangere, spinse gli occhiali sopra la testa e nascose la faccia nelle mani, iniziando a singhiozzare, mentre cercavano di consolarla, ancora incerte a come trattare con Alex dato che non l’avevano mai vista così vulnerabile, arrivarono 3 detenute e a giudicare dagli sguardi che fece la porzione della famiglia di Red, si capì che erano loro che comandavano lì dentro. Tutte pensavano che erano andate a minacciare Alex, forse sapendo i suoi trascorsi, invece le lasciarono soltanto un enorme pacco con sopra una lettera. Alex guardò stranite le sue compagne e aprì con molta cautela la lettera. Vause, conosciamo la tua storia e di come hai combattuto quella guardia, questo è un pensiero per te. Senza rancore. Alex passò la lettera alle sue compagne che la incitarono ad aprire il pacco, dentro c’erano, i migliori saponi dello spaccio, un kit per i denti, caramelle, bibite e biscotti. Mentre si congratulavano con lei Norma scrisse sul suo taccuino e lo riporse verso Alex. - Quale cella sei? Alex ancora con le lacrime agli occhi le rispose con un sorriso sforzato, dopotutto il suo dispiacere non era dovuto a loro, quindi perché trattarle male? - A 107. Soso che fino ad ora non aveva detto una parola, si accese come una lampadina ed esultò. - Alex sei in cella con me. Ad Alex le cose stavano andando sempre meglio, aveva paura che potesse trovare una coinquilina davvero malata di mente, a Litchfield era stata fortunata con la colombiana, il suo unico difetto era la salsa piccante che nascondeva ovunque ma le stava anche bene, lei nascondeva cocaina quindi? Forse non rendendosi conto della situazione Yoga Jones le pose la domanda che temeva di più? - Chapman che fine ha fatto? Quelle 5 parole fecero scattare un interruttore nel cervello di Alex, sbloccando una parte di ricordi che le era impossibile trattenere o comprimere, così insieme alla consapevolezza di aver detto esplicitamente a Piper di lasciarla e di andarsi a fare una vita nuova, libera e con chiunque altro che non fosse lei, arrivarono le lacrime che presto si trasformarono in singhiozzi. Nessuna di loro sapeva cosa fare, perché nessuno sapeva come trattare con Alex, le poche volte che era crollata si prendevano cura di lei Piper, Red o Nicky. Soso si alzò e le andò vicino, prendendo le sue cose e portandole nella loro cella, poi ritornò e passandole un braccio intorno alla vita accompagnandola dentro dove la fece sedere sul letto e le passò una bottiglietta d’acqua. Alex tremante ne bevve qualche sorso e non vedendo la sua roba andò in panico, poteva aver perso tutto tranne i suoi bigliettini, erano fondamentali per superare la lontananza e la rottura con Piper. Brook la tranquillizzò prendendo le cose da dentro l’armadietto e passandogliele, Alex quasi strappò la sacca che le conteneva, doveva assolutamente leggere qualche bigliettino. Iniziò ad estrarne uno dopo l’altro con le mani tremanti e avendo paura di strapparli. Perché amo il profumo dei tuoi capelli. Perché riesci sempre a capire come mi sento. Perché immaginavi la nostra casa anche prima di “sposarci” Perché mi hai fatto dormire nella pala di una ruspa. Non riuscì a leggerne altri perché le lacrime le offuscarono la vista, il dolore che stava provando nel suo cuore era implacabile, mentre cercava di rimetterli a posto sentì delle mani che l’aiutavano, e che poi finivano per circondarla stringendola forte, in quel momento non le importò dove si trovava, con chi fosse o chi la stava guardando, l’unica cosa che sapeva era che doveva sfogare tutto il suo dolore con le lacrime. Sentì Brook parlare con qualcuno, forse una guardia o una detenuta allarmata dei suoi forti singhiozzi, quando iniziò a capire che non avrebbe retto ancora a lungo, tra la stanchezza di non aver dormito la notte precedente, il viaggio estenuante e tutte quelle emozioni, lentamente si lasciò cadere tra le braccia di Morfeo capendo come ultima cosa che il suo corpo veniva steso sul letto e una coperta le si posava sopra. Piper Chapman non riusciva a credere a tutto quello che le era successo in quei giorni, in primis non riusciva a credere che Alex, l’amore della sua vita, l’avesse “liberata” per poter vivere la sua vita da cittadina libera, era incredibile, secondo non riusciva a credere alle parole e alla maturità di Larry, e terzo non riusciva a credere alla sua scelta, davvero aveva dubitato su quale fosse la scelta giusta? Così mentre guidava e sorseggiava dell’ottimo caffè, rivisse gli ultimi avvenimenti della settimana. La fine della sua libertà vigilata, Alex che la lascia, la chiacchierata con Larry e quella con Zelda. Così con tutti questi pensieri in testa si ritrovò nell’ufficio di suo padre. - Papà devo dirti una cosa, iniziò lei spaventata. - Si lo so che l’altro giorno hai festeggiato con le tue colleghe in ufficio, disse lui consapevole ma anche divertito. Piper scosse la testa e si scusò di quello ma continuò a parlare. - Mi devo trasferire. La tensione che scese tra loro poteva tagliarsi con un coltello, fin quando il Signor Chapman spezzò il silenzio. - Senti Piper, ormai sei abbastanza grande e riesci a comprendere bene le tue scelte, quindi non devo darti io il permesso. Piper annuì e fece per uscire di lì quando il padre la fermò. - So che c’è stato qualcosa tra te e Zelda, ma ti prego pensaci prima di cambiare vita così drasticamente. A Piper scappò una risatina nervosa e corresse suo padre. - Papà io non vado da Zelda, Alex è stata trasferita in Ohio, non posso starle così lontano, concluse lasciando il suo ufficio. Quella sera, mentre faceva l’ultima cena a casa di suo fratello, le arrivò un messaggio da parte di suo padre. - Sai Piper, quando hai finito il college non ti ho mai fatto un regalo come si deve, quindi spero che questo ti aiuti con la tua nuova vita, e in allegato c’era una foto di un versamento sul suo conto. 25 mila dollari, Piper sbiancò alla vista di tutti quei soldi, avendo conosciuto sulla propria pelle il vero prezzo che hanno i soldi, in poco meno di un anno e lavorando costantemente era riuscita a pagare l’affitto a suo fratello, a comprarsi un’auto e a mettere qualcosa da parte, ma 25 mila dollari in più era un grande aiuto. Chiamò suo padre ringraziandolo con le lacrime agli occhi e continuò a impacchettare le sue cose. La mattina arrivò in un batter d’occhio, Piper era decisa a partire e mentre affrontava le 8 ore di viaggio, iniziò a pianificare il suo futuro. La prima cosa da fare era cercare una casa, le bastava anche un monolocale con il letto in cucina, tanto era da sola, così mentre faceva uno spuntino ad una stazione di servizio iniziò a cercare delle mini case ad un prezzo accessibile a lei. Vide che i prezzi non erano molto alti e si impose un budget di 5000 dollari annui per l’affitto, ripreso il viaggio le venne in mente che poteva iscriversi a qualche corso di formazione in modo che quando Alex sarebbe uscita lei avrebbe potuto avere un lavoro dignitoso che le avrebbe permesso di ricambiare la vita agiata che Alex le aveva offerto anni e anni prima. E poi c’era la questione di trovarsi un lavoretto, che l’avrebbe tenuta impegnata e che le avrebbe permesso di riempirsi il portafoglio, non voleva campare di rendita e poi non poteva campare di rendita. Era quasi calata la sera quando arrivò in Ohio, si fermò alla periferia di Cincinnati e passò la notte in un Motel, lì chiese informazioni per un lavoretto part-time, e le diedero il numero di uno Starbucks. Quella notte, non riusciva a chiudere occhio, era così vicina all’amore della sua vita che quasi pensò di farsi arrestare per poterla di nuovo vedere, toccare e assaporare, così con il dolce pensiero di loro 2 crollò finalmente nel mondo dei sogni. Il giorno successivo passò molto velocemente per Piper, non essendosi fermata un minuto, la prima cosa che fece fu cercare una casa, che fortunatamente trovò, non era né in centro né in periferia, era una zona abbastanza tranquilla della città e le chiedeva esattamente 400 dollari al mese, si non era così grande e lussuosa ma le andava più che bene, poi si recò allo Starbucks che le avevano detto e dopo un breve colloquio il lavoro fu suo, d’altronde non era molto difficile preparare dei caffe già pronti e spazzare. A fine giornata arrivò al carcere, lì vi rimase diverse ore e fece diverse polemiche, dato che tutte le documentazioni di Alex ancora non erano pronte e non potevano metterla nell’orario delle visite, così con il cuore amaro dovette lasciare quel posto così familiare e spaventoso. Così quella sera mentre si disperava mangiando un barilotto di gelato, cercò sul suo computer qualche corso professionale e ne trovò uno di processo civile che le piacque particolarmente così si iscrisse e pagò al retta di 2000 dollari, sperando che un giorno le avrebbe fatto fruttare un sacco di soldi e si promise di seguirlo con molta attenzione e di non perdere tempo rimandando esami e test. Ora l’unica cosa che mancava era la sua dolce meta al suo fianco e sapeva benissimo che era un sogno impossibile per i prossimi 3 anni, ma sapeva anche che avrebbe scoperto il modo per resistere a quell’agonia, sperando che avrebbe potuto rivederla presto.
   
 
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