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Autore: padvaniglia_EFP    25/06/2021    0 recensioni
[Crossover! HarryPotter, New Generation/Shadowhunters]
Per una ragazza che ha combattuto contro un pazzo anarchico, che ha sconfitto uno dei Demoni Superiori e che è tornata dall'Inferno, un semplice viaggio in treno era l'unica cosa che potesse ristabilire il contatto con la realtà. Ma anche la tratta ferroviaria Richmond - New York può nascondere mille insidie...
E quando Isabelle si trova coinvolta in un duro scontro tra strani uomini incappucciati e ragazzi dagli stupefacenti poteri, invischiata in un mistero più grande di lei, non può far altro che armarsi di coraggio e sguainare la sua spada, pronta a salvare, ancora una volta, il proprio mondo.
Tratto dalla storia:
"Isabelle non aveva ancora compreso perché quest'arte misteriosa e indecifrabile l'affascinasse tanto: forse la divertivano i giochi di luce sfavillante che gli stregoni realizzavano sapientemente durante gli incantesimi, l'atmosfera mistica e velatamente sensuale durante un rito. O probabilmente la rassicurava. C'era qualcosa di inaspettatamente confortevole, nella magia, una nota calda, e dolce, e incoraggiante - un soave torpore, una squisita sensazione di dormiveglia - che ancora non riusciva a definire, nonostante potesse diventare molto pericolosa, se nelle mani sbagliate.[...] Si poteva provare nostalgia per qualcosa che non si è mai vissuto?"
Genere: Azione, Comico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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EPILOGO - WHERE WE COME ALIVE 


Out of the shadows
And into the light
Bringing the unknown
This is where we come alive

Ruelle, Where we come alive

L'impatto con il terreno la lasciò senza fiato.

Sentiva i polmoni bruciare per la brama di ossigeno, ma Isabelle pareva incapace di respirare, la gola riarsa a causa del fumo tossico che aveva inalato. Tentò di alzarsi, ma una serie di fitte alle gambe la costrinsero a distendersi nuovamente, stringendo i denti per il dolore: intorno a lei erano disseminate le lamine del treno detonato ed alcune dovevano essersi conficcate nella carne, riuscendo a superare la barriera del tessuto dei pantaloni a causa della potenza dell'esplosione. Come magra consolazione, era riuscita a mantenere salda la presa sulla frusta di elettro, ma senza il suo stilo aveva poche possibilità di evitare di morire dissanguata. Forse stava leggermente esagerando, avendo affrontato di peggio, ma anche i più tosti avevano il diritto di lamentarsi delle proprie disgrazie, specialmente dopo essere scampati a dei fanatici vestiti come il Giustiziere Zorro  e ad un fuoco maledetto, no?

Il cielo sopra di lei non smetteva di vorticare ed Isabelle ebbe voglia di rimettere quel poco che aveva ingerito a colazione – un bicchiere di latte scaduto e un paio di biscotti più secchi di quelli che aveva cucinato lei stessa per il compleanno di Clary, il che era tutto dire. Man mano che riprendeva possesso di tutte le sue facoltà, si rese conto di non essere sola: un turbinio di voci concitate si levava da ogni parte, ma la sua vista era ancora sfocata, e Isabelle riusciva a scorgere solo un gruppo di uomini e donne dai lunghi mantelli neri scuri come la notte. Tremando, rafforzò la presa sulla frusta e, strisciando all'indietro, cercò di allontanarsi dai binari tranciati, su cui sostavano solamente le ruote di quella che era stata la cabina del macchinista e, più dietro, i tre vagoni coda leggermente danneggiati.

«Fermi dove siete!» esclamò Isabelle in direzione del gruppo che si stava avvicinando, sebbene la voce fosse meno salda di quello che si aspettava. «Sono armata!»

«Sì, e anche prossima allo svenimento,» ribatté una voce maschile, strascicata e dal timbro più adulto. «Non fare l'eroina oltraggiata, già abbiamo Potter che basta e avanza per questa vita.»

«Malfoy, abbi un po' di tatto.»

«Non sprecare il fiato Harry, "tatto" non è una parola presente nel vocabolario delle Serpi.»

«Oh, Hermione, come fai a sopportarlo! Tu sì che sei una santa.»

«No, Ron, sono semplicemente una Indicibile esperta nelle Maledizioni Senza Perdono.»

Delle risate coprirono lo sbuffo oltraggiato dell'uomo dalla voce strascicata.

Isabelle riuscì a portarsi sui gomiti, il dolore alla testa si stava affievolendo e, dopo aver sbattuto più volte le palpebre, fu in grado di mettere a fuoco gli individui davanti a lei: tre uomini alti e snelli, sulla trentina, ed una donna minuta ma dalla postura tipica di chi è solita impartire ordini. Il volto dell'uomo che aveva parlato per primo era affilato e spigoloso, dalla carnagione quasi albina, simile ai capelli che portava corti e tirati all'indietro; le iridi nebulose e le labbra sottili, stirate in un ghigno sarcastico, lo rendevano l'esatta copia adulta di Scorpius. Il suo braccio destro era avvolto attorno alle spalle dell'unica donna del gruppo, che doveva essere la sua compagna: i capelli ricci raccolti in un professionale chignon erano infatti gli stessi di Rose, come anche lo sguardo indagatore e rassicurante. Era avvolta da un mantello grigio fumo, su cui spiccava la lettera I ricamata in oro, ed era fermato in vita da una spessa cinta di cuoio, dove era inserita la sua bacchetta. Come lei, sebbene in nero e con il sigillo di una A scarlatta, erano vestiti gli ultimi due uomini di quello strano quartetto: uno portava un paio di occhiali, aveva le iridi verdi come quelle di Albus e la chioma corvina raccolta in un semplice codino che lasciava scoperta una cicatrice a forma di saetta sulla fronte; l'altro aveva un'espressione gioviale che ben si accompagnava ai ricci rossi spettinati e alla sua voce baritona.

«Voi siete... siete i genitori di...»

«Di quella scatenata dozzina?» la interruppe l'uomo dalla cicatrice, con voce leggera. «Purtroppo sì, ma non posso neanche rimproverarli troppo aspramente, 'che da giovani abbiamo fatto di peggio.»

«Harry, di certo non abbiamo mai fatto saltare in aria un treno,» lo redarguì la donna.

«No, infatti,» concordò quello che Isabelle aveva appurato dovesse essere un Weasley, per via dei capelli rossi, «abbiamo solo svaligiato una banca e fatto evadere un pericoloso Panciasquamato Ucraino [5]. Che vuoi che sia, roba da tutti i giorni!»

L'uomo dalla chioma platinata alzò gli occhi al cielo, borbottando a mezza voce, e si inginocchiò accanto ad Isabelle. «Va bene ragazzina, vediamo un po' come ti sei ridotta.»

«E' un vizio di famiglia chiedermi di fidarvi di gente che non conosco?»

«Draco!» sibilò la donna, che si presentò con il nome di Hermione Granger ed un sorriso materno stampato sul volto sottile. «Sii più garbato.»

«Questa l'ho già sentita,» ribatté il marito, mentre con un veloce movimento della bacchetta lanciava un incantesimo diagnostico: sopra l'addome di Isabelle si materializzò un globo luminoso nel quale gravitavano piccole sfere variopinte che cambiavano colore e dimensioni continuamente. L'espressione di Draco era imperscrutabile, attenta nel cogliere la più piccola variazione, quando una patina biancastra si sparse sulla pelle escoriata delle braccia e lungo la coscia sinistra. Draco si rialzò, parlottò velocemente con l'uomo che si era presentato precedentemente come Ron Weasley e lo spedì verso la folla che – solo ora Isabelle notava – si era radunata accanto ai tre vagoni intatti.

«Allora, come ricordo di questa entusiasmante giornata ti porterai a casa qualche ematoma,» le disse Draco in modo pratico, avvicinando la bacchetta alla pelle martoriata delle braccia. «Per le abrasioni, possiamo fare qualcosa. Ferula.» Delle bende bianche fuoriuscirono dalla punta della stecca e fasciarono strettamente i punti dove la carne era graffiata.

«Per quanto riguarda le lamine conficcate?» chiese Hermione con apprensione.

«Niente di particolarmente grave,» le rispose lui cancellando l'incantesimo diagnostico. «Ho mandato Weasley a chiedere a Gabrielle una Pozione Anestetizzante, giusto per evitare qualche fastidio, poi estraiamo le lamelle, le cicatrizziamo, e tornerà come nuova in un battito d'ali.»

«Non ci sarà bisogno di ricoverarla al San Mungo, vero?»

«Non nutri fiducia nelle mie capacità di Guaritore, strega?»

«Lo sei veramente?» si intromise Isabelle con voce flebile. «O ti stai solo pavoneggiando?»

Hermione e l'uomo dalla strana cicatrice scoppiarono a ridere di cuore, sostenendosi a vicenda mentre Draco scoccava sguardi omicida prima all'uno poi all'altra.

«Ti ha colpito in pieno, Furetto,» riuscirono a biascicare tra le risate.

«Bambini,» si limitò a commentare il diretto interessato. Poi, rivolgendosi a Isabelle: «Per la cronaca, sono il Pozionista del Ministero, non come Molly e Albus che giocano alla Medimaga e all'infermiere.»

«Ricordati del tuo umile apprendistato in un ospedale babbano, Malfoy,» lo redarguì l'altro uomo. «Per inciso, scappo al Quartier Generale per redigere il verbale, anche perché Ginny sarà qui tra poco e vorrei evitare di finire vittima della sua sfuriata.» Poi rivolse il suo sorriso gioviale alla Cacciatrice. «Isabelle Lightwood, spero avremo occasione di fare presentazioni più adeguate: per quel che vale, ti ringrazio di aver combattuto assieme ai nostri ragazzi.»

Detto ciò, si allontanò di pochi passi, ruotò su stesso tre volte, e si Smaterializzò in un lampo.

«Da quand'è che è diventato così pomposo?» esordì Draco con una mano sul volto.

«Da quando sta cercando di ottenere la promozione come Capo Auror,» lo rimbeccò la moglie.

«Che Salazar ce ne scampi.»

In quel momento ritornò Ron, con una fialetta di liquido trasparente in mano. «Gabrielle si è raccomandata di usarne solo mezza dose...»

«Puoi riferire alla tua fidanzatina che mi sono diplomato nel suo stesso ospedale, non su Marte. So come si usa una dannata pozione curativa.»

Ron roteò gli occhi, alzando le mani in segno di difesa. «Le raccomandazioni non sono mai abbastanza. Comunque,» continuò rivolgendosi ad Isabelle, «i ragazzi di là stanno diventando ingestibili, scalpitano dalla voglia di vederti.»

«Stanno tutti bene?» lo incalzò Isabelle. «Frank zoppicava, e Rose aveva una ferita sul fianco...»

«Hanno tutti la pellaccia dura, Gabrielle e Astoria li stanno rimettendo in sesto. Solo Lucy è ricoverata in ospedale, deve essere operata al crociato.»

«Posso veder...»

«Tenete lontano quella banda di scalmanati, 'che sono buoni solo a combinare guai,» minacciò Draco mentre la aiutava ad ingerire la pozione. Isabelle fece una smorfia disgustata: sapeva di ferro, alcool e... lumache avariate? «Avrete tempo per le smancerie quando riuscirai a stare in piedi ed i babbani saranno stati tutti Obliviati.»

«Oh, andiamo Malfoy, lo sanno anche i folletti che adori quei ragazzacci,» lo rimbeccò l'altro.

«Proprio come Severus ha amato voi Grifondoro.»

Hermione batté le mani con espressione sardonica, decidendo di averne abbastanza. «Auguri agli sposi! Per quanto ancora volete portare avanti questo teatrino?»

Le orecchie di Ron presero fuoco, mentre mimava un gestaccio in direzione di Draco, che gli rispose facendo la linguaccia. Hermione si limitò ad alzare le braccia al cielo come ad invocare l'aiuto di un'entità superiore. «Sono circondata da idioti.»

Isabelle scoppiò a ridere, nonostante gli spasmi scuotessero la gabbia toracica in un modo non tanto piacevole: adesso comprendeva da chi Rose avesse ereditato il suo atteggiamento reso insofferente ad arte. Dal padre aveva sicuramente preso la lingua pungente. Persa com'era nel seguire quell'esilarante scambio di battute, ed anche grazie all'effetto anestetizzante della pozione, non si rese conto del fatto che Draco aveva tagliato il tessuto dei pantaloni e stava estraendo l'ultima lamina di ferro poco sopra il ginocchio.

«Bene, il grosso è fatto,» la rincuorò. «Questo però brucerà un po'. Resùo![6]»

Isabelle serrò leggermente gli occhi, mentre un leggero pizzicore si diffondeva su tutta la coscia, ma il fastidio finì velocemente così come era iniziato: ora rimaneva solamente un dedalo di cicatrici biancastre, quasi invisibili. La Cacciatrice non se ne dispiacque: per uno Shadowhunter, ogni ferita fungeva da monito per ogni battaglia che aveva combattuto, per ogni ideale che aveva difeso, e quel reticolo di sfregi le avrebbe sempre ricordato di quando era entrata in contatto con un mondo magico ed estraneo ed era sopravvissuto all'esplosione di un treno in corsa.

Draco frugò nelle tasche della giubba nera che indossava sopra la camicia ed estrasse una piccola ampolla. Ne versò poche gocce sul palmo della mano, e con tocchi precisi ma delicati spalmò il contenuto sulla pelle ricucita. «Applicala due volte al giorno su questa zona, e in una settimana le cicatrici dovrebbero scomparire,» le consigliò, porgendole la fiala. Con un colpo di bacchetta riparò la stoffa dei pantaloni, e aggiunse: «È Essenza di Dittamo, puoi usarla anche su altri lividi e graffi che hai. A quanto abbiamo capito – Scorpius parla sempre per enigmi – sei una che affronta mostri un giorno sì e l'altro pure, perciò puoi usarla anche su altre ferite, dopo averle disinfettate.» Le tese il bracco sinistro, su cui era impresso uno strano marchio – un teschio dalla cui bocca fuoriusciva un serpente – ed Isabelle si aiutò con esso per rimettersi in piedi: la gamba era ancora insensibili, perciò si appoggiò all'uomo in cerca di sostegno. «Riesci a camminare? Bene, bene, così... fai piano, non abbiamo alcuna fretta. Raggiungiamo gli altri.»

Hermione e Ron li precedettero, oltrepassando i binari distrutti con un agile salto, Draco invece la sostenne per la vita mentre scavalcavano coperture di metallo e schegge.

«In caso dovessi finire la pozione prima del previsto, ti lascio un indirizzo a cui potrai rivolgerti a New York,» le disse Draco, armeggiando con la chiusura del taschino ed afferrando un cartoncino grigio. «Chiedi dell'Essenza di Dittamo e, se fanno storie, di' che ti manda Draco Malfoy.»

«Non so se interpretarla come una minaccia o un avvertimento.» Isabelle infilò il biglietto nella tasca posteriore dei pantaloni, ringraziandolo, ma con la mente assente: assieme alla magia curativa di Magnus, una bella scorta di quell'essenza avrebbe giovato all'inventario dell'infermeria dell'Istituto, specialmente adesso che i rapporti all'interno del Conclave erano ancora più tesi...

«Eccola! È arrivata!»

«Sparkling angel, I believe you are my savior...[7]»

«Oh, Isabelle, fatti abbracciare!»

«Zia Hermione, è un angelo angelo

«Milioni di creature spirituali si muovono non viste sulla...[8]»

«Fred, sta' un po' zitto.»

«James, smettila di cantare!»

Isabelle si ritrovò catapultata in mezzo ad una folla esultante e rischiò di finire soffocata: chi la abbracciava, chi le dava pacche consolatorie sulla schiena, chi la baciava in preda all'emozione e chi (sottinteso Rose) la rimproverava per la sua sconsideratezza ma con le lacrime agli occhi.

«Su, su, ragazzi,» intervenne Hermione, che abbracciava stretta uno Scorpius mezzo addormentato, «lasciatela respirare, da bravi.»

Draco si era dileguato ed ora Isabelle era sorretta dalle braccia muscolose di Roxanne, che non finiva più di raccontare la storia della loro eroica avventura.

«...e poi siamo stati sbalzati indietro a causa dell'esplosione giusto un secondo dopo aver evocato la barriera di protezione,» stava narrando con passione, «Louis era sceso nei vagoni per tirare i freni di emergenza, ma l'unica cosa che abbiamo visto è stato il treno esplodere e sparire dietro questa curva...»

«Ci siamo preoccupati da morire, non ti abbiamo vista saltare dal treno perciò abbiamo subito pensato al peggio,» intervenne Lily, con la faccia ancora sporca di sangue e polvere.

«Poi Albus è tornato con metà Squadra Auror ed i nostri genitori, quindi al panico si sono aggiunti i rimproveri...»

«Ed i passeggeri?» si informò Isabelle con apprensione. James, con le braccia attorno alla vita di Dominique, puntò l'indice alla sua destra, dove una folla abbastanza numerosa era circondata sui lati da uomini in divisa. Una donna dai lunghi capelli biondi come Dom stava gridando ordini con espressione severa, mentre il resto della squadra puntava le bacchette contro i sopravvissuti.

«Stanno modificando la loro memoria riguardo le ultime ore,» le spiegò pazientemente il ragazzo, «e poi li riporteranno a destinazione, così penseranno di aver trascorso un piacevolissimo viaggio in treno, non di essere sopravvissuti alla sua esplosione.»

Isabelle annuì, ma il viso le si adombrò. «Farete lo stesso con me? Dopotutto, non sono una di voi...»

«Ma non sei neanche una semplice babbana.» Hermione prese la parola. «Ne abbiamo già discusso con il nostro Ministro, puoi tornare a casa a patto che non ne farai parola con nessuno.» Isabelle cercò di nascondere un sorrisino, sapendo che non avrebbe mai potuto tenere fede a quella promessa, ma la donna la anticipò. «Siamo stati anche noi giovani ribelli – Draco, fammi la grazia di tacere dato che hai fatto perdere cinquanta punti a Serpeverde al primo anno – perciò sappiamo che non manterrai mai il segreto. Questa sera è stata convocata una riunione d'emergenza al MACUSA e temo proprio che dovremmo parlare del tuo... coinvolgimento.»

Isabelle fece un cenno di assenso, comprensiva, ma non potè fare a meno di chiederle se, d'ora in avanti, il Conclave degli Shadowhunters avrebbe dovuto temere dei controlli da parte dei maghi: già i rapporti con i Nascosti non erano ideali, se poi si aggiungevano dei maghi con i loro problemi... Hermione si fece pensierosa.

«Non credo vi sia questo rischio, anche perché, se siete innocui, il Ministero non ha motivo di intromettersi nei vostri affari. È pur vero che si renderanno necessari dei piccoli accertamenti ma, se vuoi evitare ciò – mi pare di capire che la situazione non sia delle migliori – puoi presenziare con noi alla riunione, una specie di testimone, ecco.»

La ragazza si corrucciò. «Sarà una sorta di interrogatorio?»

Ron, che fino a quel momento era rimasto in disparte a parlottare con Alice e Frank, intervenne: «Forse useranno il Veritaserum – una pozione della verità – ma non devi temere nulla: ci saremo noi con te. So che non hai avuto modo di conoscerci ma, per quel che vale...»

«Grazie, davvero,» lo fermò Isabelle, «se è il prezzo da pagare per evitare di mettere in pericolo la mia famiglia, o voi, lo farò.»

Hermione le sorrise dolcemente. «Allora è deciso: ti riaccompagnerò a casa, dovrò scambiare quattro chiacchiere con i tuoi genitori, e poi andremo al Ministero. Ti piacerà, vedrai.»

«Alle otto nell'Atrio Principale, che nessuno tardi,» parlò Draco. «Fa' attenzione.»

Proprio in quell'istante risuonò lo schiocco di una Materializzazione, che fece impallidire Ron e illuminare di gioia gli occhi di Draco. «No, mia sorella no...»

«JAMES SIRIUS POTTER! Non azzardare a nasconderti, affronta il tuo destino con coraggio!» Al suono di quella voce femminile e venata di ira, James sbiancò vistosamente e, rivolgendosi verso Isabelle, le dedicò un drammatico saluto. «Addio, mia angelica guerriera: la morte mi ha trovato, e non è più possibile ingannarla.»

Il resto del gruppo scoppiò a ridere ed Isabelle venne assalita dalla malinconia, mentre Rose la abbracciava un'ultima volta, Lily le augurava buona fortuna, Dominique le infilava in tasca l'invito al matrimonio e Fred le chiedeva di salutargli San Francesco. Gli addii non erano mai stati il suo forte, ma questa volta Isabelle non sfuggì alle proprie emozioni, lasciando che i saluti, e le lacrime, e gli abbracci dei suoi compagni saldassero un nuovo legame di amicizia. Scorpius si liberò dalla stretta della madre e si abbassò per baciarla sulla fronte: poi, scambiando uno sguardo d'intesa con la sorella ed il padre, si tolse il medaglione e lo allacciò attorno al collo di Isabelle.

«Quando sarai in difficoltà, ti basterà stringerlo, e pensare a noi. È il minimo che possiamo fare per ringraziarti.»

«Scorpius, non posso chiederti di...»

«Non si accetta un no come risposta!» la ammonì il ragazzo. Poi le sussurrò all'orecchio: «I Malfoy saranno anche alteri, ma i Granger non abbandonano mai gli amici in difficoltà.»

Rose le fece l'occhiolino, promettendole di darle il suo numero di cellulare non appena si sarebbero rincontrate.

«È stato un onore combattere al vostro fianco e non posso che esservi grata di avermi salvata innumerevoli volte. Non lo dimenticherò. Non vi dimenticherò,» disse Isabelle con la voce incrinata dall'emozione.

Afferrò la mano di Hermione, allontanandosi dal gruppo e colmando il cuore dell'immagine di un gruppo di giovani intrepidi contro il cielo terso dell'America, gli occhi lucidi per la commozione e la mani sollevate in segno di saluto.

Seguendo le istruzioni della donna, girò su sé stessa tre volte, sul volto ancora l'ombra di un sorriso nostalgico e l'eco del loro commiato che risuonava nelle orecchie.

Il mondo si rimpicciolì, vorticò, uno spostamento d'aria le fece perdere d'equilibrio, e d'un tratto le colline verdeggianti lasciarono spazio all'asfalto, al frastuono della Metropoli, e all'odore stantio delle pioggerelle estive e al profumo delle magnolie di Manhattan nel cortile dell'Istituto.

Ancora prima di riaprire gli occhi, la Cacciatrice seppe di essere ritornata a casa.





 

Note:

[5] Secondo PotterPedia.it, è la razza del drago a guardia della Banca dei Maghi Gringott, depredata da Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione Granger nel 1998.

[6] Incantesimo curativo di livello avanzato, che permette di ricucire tagli profondi per un massimo di quaranta centimetri di lunghezza, come se si stessero applicando dei punti. Al termine dell'operazione, rimane una lieve cicatrice eliminabile con un unguento comune come il Dittamo.

[7] I versi riprendono la prima strofa del brano "Angels", traccia numero sette del terzo album dei Within Temptation.

[8] J. Milton, Sanesi IV, 677-8, Paradiso Perduto.

 

   
 
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