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Autore: Asia Dreamcatcher    02/02/2022    2 recensioni
[dal primo capitolo]
"«È strano» esordisce Harry mentre cerca stoicamente di tenere a bada il dolore.
«Mh?»
«Tu. - le parole gli escono senza che abbia il tempo di rifletterci – voglio dire, non avrei mai pensato di vederti in questa veste, ecco» Harry strizza gli occhi in difficoltà, ha il terribile presentimento che le parole gli siano uscite tutte storte [...]
Pansy si lascia sfuggire un sospiro [...] «Il tempo cambia le cose»"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Pansy Parkinson, Vari personaggi | Coppie: Harry/Pansy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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1-Rincontrarsi

Capitolo uno

Rincontrarsi

§


La divisa scivola sulle sue forme, infila nel taschino ciò che le serve: taccuino, penna prendi appunti e bacchetta. Si aggiusta l'ordinata frangetta corvina ed è pronta a cominciare il turno.
Pansy Parkinson cammina rapida e sicura per i corridoi del St. Mungo, le mani infilate nelle tasche della casacca a doppio petto, il volto magro e pensieroso.
Eliza Fawley1 – sua mentore e benefattrice – l'attende con la sua immancabile espressione corrucciata nel corridoio del quarto piano. Il reparto Lesioni da incantesimo è come sempre incredibilmente calmo e ordinato, malgrado la gravità e l'urgenza dei casi lì ricoverati.
«È appena giunto un caso interessante―» le comunica la sua responsabile aprendosi ad un sorrisetto divertito «una celebrità che si è beccata una bella fattura» continua sardonica passandole una cartella rossa con tutti i dati del misterioso paziente.
Pansy non fa in tempo a scorrere per intero la cartella che al nome del paziente il suo stomaco si attorciglia doloroso.
«Potter?!»
«Sì? Sono io!»
L'ex Slytherin solleva le iridi di giada timorose, fissandole sul ragazzo seduto sul lettino dinnanzi a lei.
In quei pochi attimi, in cui i suoi occhi trovano il coraggio di tenere alto lo sguardo, Pansy riesce a cogliere piccoli dettagli del suo ex compagno di scuola: il pastrano grigio fumo con lo stemma degli Auror e l'elegante C d'argento di caposquadra appuntato poco sopra, abbandonato accanto a lui, i capelli folti e incredibilmente scarmigliati, la leggera e affascinante barba sfatta sulla mandibola squadrata, i tondi occhiali storti e delle brutte ferite che gli deturpano il petto. Le iridi di smeraldo le evita di proposito, il suo coraggio non arriva fin lì preferendo concentrarsi su ferite ed escoriazioni, che per lei ormai sono un divenute appiglio sicuro.
«Buon pomeriggio signor Potter, scusi l'attesa. Sono la medimaga Farley, primaria di questo reparto, lei invece è la mia specializzanda―»
«Parkinson!» esclama sorpreso il paziente, riconoscendola solo in quel momento; vorrebbe essere più garbato ma non riesce a non squadrarla da capo a piedi, la sua espressione tradisce una candida incredulità.
«Eravate compagni ad Hogwarts, giusto» mormora Eliza compita, collegando in un attimo i pezzi.
Pansy si schiarisce la gola e alza elegantemente il capo ingoiando il disagio a forza, dopotutto quello è il suo territorio e Harry Potter non è che un altro paziente, e lei ha lavorato troppo per fare la figura della ragazzina spaventata. Ma da quegli occhi si tiene comunque alla larga.
«Sì esatto Eliza – risponde sbrigativamente, poi getta un'occhiata più approfondita alla cartella – duello magico, colpito da più incantesimi non verbali simultaneamente, probabile maledizione» riassume.
«Erano tre – specifica l'Auror – due sono riuscito a fermarli e mi hanno colpito superficialmente» mostra le ferite sulle braccia, simili a segni di frustata, «il terzo invece mi ha colpito in pieno – tossisce – anche se pensavo facesse più male» conclude stringendosi nelle spalle.
«Apparentemente» replica la medimaga avvicinandosi a lui e controllando con la nodosa bacchetta la ferita al petto; «Pansy tocca a te, poi dimmi le tue conclusioni» la chiama con cipiglio autoritario.
Harry osserva ancora stranito l'ex Slytherin avvicinarglisi e analizzare la sua brutta ferita e per la seconda volta il suo petto si scalda di un piacevole tepore.
«Prude?» gli chiede alla fine, senza guardarlo.
«Parecchio» confessa lui cercando un contatto di sguardi. Le iridi cristalline di Pansy invece cercano quelle della sua mentore e con sicurezza espone la sua diagnosi:
«È una maledizione necrotica al primo stadio.»; lo sguardo ambrato della medimaga si accende e annuisce concorde e fiera.
«Necrotica?!» esala l'Auror «Dimmi che ho capito male» dice ora pallido in volto e nel dirlo si rivolge direttamente a Pansy.
«Signor Potter temo proprio di no, vede la maledizione che l'ha colpito è molto particolare, si tratta di infinitesimali particelle magiche che consumano l'epidermide e i sottostanti tessuti, è un valore pari a otto o nove, a seconda della gravità, sulla scala di Derwent2»
«Un gradino sotto le Maledizioni senza Perdono» spiega serafica Pansy; «Magnifico» sbotta Harry abbandonando disperatamente il capo sul morbido cuscino, non sapendo a che Fondatori votarsi.
«Fortunatamente per lei, signor Potter, la maledizione è ad uno stadio iniziale, chi gliel'ha scagliata non è così abile quanto sperava e c'è ancora modo di trattarla con successo. Pansy?»; l'aspirante medimaga sciorina una serie di incantesimi ed unguenti con una competenza tale che Harry non può fare a meno di restare colpito.
«Iniziamo con quest'ultimo protocollo, ritengo sia il più efficace. Signor Potter lei è ufficialmente fuori servizio per almeno i prossimi sette giorni. Tra dieci giorni tornerà qui per delle analisi, se tutto va come deve andare tra un mese tutto questo sarà solo un pessimo ricordo—»
«Uno in più uno in meno» borbotta svagato, Pansy si tortura il labbro inferiore e punta gli occhi su quella ferita dai bordi frastagliati che gli sfregia il petto.
«Ci siamo intesi, le lascio alle cure di Pansy. - poi fa un cenno alla sua tirocinante – Preparo le pergamene per la dimissione, una volta terminato vieni ad aggiornarmi».
Pansy si mette all'opera e per un po' non si odono altri suoni, se non quello degli incantesimi luminescenti da lei cantilenati.
«È strano» esordisce Harry mentre cerca stoicamente di tenere a bada il dolore.
«Mh?»
«Tu. - le parole gli escono senza che abbia il tempo di rifletterci – voglio dire, non avrei mai pensato di vederti in questa veste, ecco» Harry stringe gli occhi in difficoltà, ha il terribile presentimento che le parole gli siano uscite tutte storte, brutte totalmente in balia del fraintendimento.
Pansy si lascia sfuggire un sospiro – che l'ex Gryffindor non sa decifrare – continua ad eludere il suo sguardo. «Il tempo cambia le cose» mormora senza aver intenzione di approfondire quanto detto. «Fatto» dice invece, osservando compiaciuta il proprio lavoro.
«Dunque c'è bisogno di rifare il medicamento ogni giorno per i prossimi sette giorni. Ti manderò un gufo con l'unguento e istruzioni precise», quando si tratta di medimagia invece non c'è indugio nella sua voce o nel suo sguardo, che sfiora quello smeraldino e vibrante del ragazzo con sicurezza, anche se solo per inafferrabili attimi.
«Sono libero di andare? Posso tornare a casa?» sospira sollevato, Pansy annuisce solamente passandogli poi la candida camicia della divisa che indossa con agilità. Il pastrano scuro è l'ultimo indumento che ricopre il fisico tonico di Harry che indugia appena e poi non sapendo bene come comportarsi: entrambi si scambiano un semplice e veloce cenno col capo. Ma poi Harry ci ripensa, si volta e accenna ad un sorriso, «Pansy? Grazie».
La voce non riesce a superare il carnoso muro delle sue labbra e perciò annuisce, ha capito.

Il monolocale in cui vive Pansy si trova in una palazzina dall'aspetto fatiscente che un tempo fu certamente sofisticata e aristocratica, gestita da un anziano Magonò che affitta sopratutto a specializzandi e a qualche medimago del St. Mungo. Il complesso infatti dista appena venti minuti a piedi dal vecchio magazzino Purge & Dowse Ltd. in cui si cela appunto l'ospedale.
Pansy vi si è trasferita tre anni prima, quando aveva deciso di afferrare l'offerta fattale dalla Farley e tagliare i ponti con ciò che era sempre stata la sua vita; aveva deciso di darsi una possibilità.
Si leva il pesante cappotto, l'acqua per il tè sta già bollendo sul fuoco, poggia sul piccolo ma elegante tavolo le medicine che dovrebbe inviare a Potter e la sua cena per quella sera: involtini primavera e pollo fritto al limone.
Nonostante la stanchezza, ha ancora trenta centimetri di pergamena da scrivere e due capitoli di Medimagia d'urgenza da studiare; apre il tomo con la penna prendiappunti che schizza sui fogli, mentre il suo palato si riempie della sfoglia croccante e delle verdure speziate dell'involtino.
Un lieve bussare alla finestra la distrae, quando ormai le mancano poche righe alla conclusione del suo saggio, Zephyr – il suo allocco maculato – è tornato e porta una lettera con sé. Pansy si lascia dare un buffetto sulla guancia pallida mentre l'allegro allocco, dopo la tenera carezza, si arrocca sul trespolo accanto al letto colmo di coperte e cuscini.
La lettera di Millicent fa sogghignare Pansy, vorrebbe risponderle immediatamente ma lo sguardo le cade sul medicamento per Potter e il sorriso le si spegne lentamente, mentre qualcosa nel fondo dello stomaco la fa provare un enorme disagio; si prepara per coricarsi eppure quella sensazione non sparisce, la medicina è sempre lì, e le pare quasi occupare troppo spazio, si mordicchia le unghie, nervosa, sbuffa, prenderà una decisione la mattina seguente; tira le tende e sprofonda nel letto, ma è certa che quella notte gli incubi torneranno.



1: Eliza Fawley è un mio OC, è una Purosangue la cui famiglia fa parte delle Sacre Ventotto
2: scala di Derwent, è una scala di valori di mia invenzione, ho preso il nome "Derwent" da Dilys Derwent, guaritrice del San Mungo e Preside di Hogwarts (1705-1768)
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Ecco a voi il primo capitolo di questa long che non sarà molto long, i cui stessi capitoli non saranno molto long. L'idea è nata dopo aver letto una ff proprio con la ship Harry/Pansy e ho pensato semplicemente che questa coppia avesse del potenziale, sopratutto se pensiamo al tenore del loro "incontro" nell'ultimo libro. Ho cominciato a chiedermi se Pansy si fosse mai pentita del suo comportamento? Che piega potrebbe prendere la sua vita? E quella degli altri personaggi? E ecco l'inizio.
Ho intenzione di allargare lo sguardo, non solo entrando nei due personaggi, ma anche includere altri personaggi che costellano la vita dei due creando il mio personalissimo What if...?

Grazie a tutti coloro che sono giunti fino a qui, se volete farmi conoscere la vostra opinione è più che ben accetta ^^

   
 
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