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Autore: danny3003    23/02/2022    0 recensioni
Raccolta di racconti incentrate sui miei protagonisti. Saranno presenti alcuni archi canonici, mentre altri saranno completamente inventati da me. Alcuni capitoli potrebbero essere semplicemente one-shot o two-shots
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 2

CRIMINALI II

Nella nave di cappello di paglia, la Going Merry, ognuno stava facendo qualcosa. Zoro stava dormendo, Sanji stava cucinando, mentre Nami era presa a disegnare le sue cartine geografiche. Luffy e Usopp stava giocando a poker insieme a Leath.

“Scala reale!” Urlò Usopp, mostrando la sua mano vincente.

“Oh, eddai! È mai possibile che vinci sempre tu?!” Esclamò Leath, buttando a terra la sua mano. “Per una volta che avevo fatto poker!”

“Uffa Usopp! Non è giusto!” Si lamentò il capitano, mostrando solo un tris.

“Che sbuffi a fare tu? Non avevi nemmeno chissà quale mano!” Disse Leath a Luffy. Usopp aveva il petto spinto in avanti, in un gesto di vanto. Nei pochi giorni che Leath viaggiò insieme a loro, gli aveva insegnato come giocare a poker, anche se Luffy non riusciva ancora a comprenderlo appieno. Usopp sembrava essere diventato uno dei giocatori più abili al mondo in pochissimo tempo.

“Voi tre smettetela di fare tutto questo chiasso!” Ordinò Nami. I tre fecero come detto. I tre avevano capito già da tempo che era meglio non farla arrabbiare tanto. Anche se a Leath piaceva ogni tanto stuzzicarla.

“Stiamo per arrivare sull’isola di Logue Town. Prepariamoci ad attraccare!” Continuò la navigatrice. Luffy era già saltato sopra la polena e guardava l’orizzonte. Vide in lontananza l’isola.

“Il luogo dove nacque e morì il re dei pirati.” Disse, con uno sguardo contemplativo. Nami e Leath gli avevano parlato di questa storia. Logue Town, chiamata anche “la città dell’inizio e della fine” proprio per il motivo che Luffy stesso aveva affermato. Tutt’ora era presente il patibolo sopra il quale Gold Roger venne condannato a morte.

Per la ciurma era raro vedere Luffy in questo stato. D’altronde, anche lui voleva diventare il re dei pirati e Logue Town era il luogo che tutti i pirati dell’East Blue visitavano prima di entrare nella Grand Line, come fosse una specie di portafortuna.

è da tanto che non visito quest’isola. Mi piacerebbe poter di nuovo assaggiare la specialità culinaria del luogo.” Disse, facendosi sentire dagli altri. Luffy girò il collo di scatto verso di lui, che se non era fatto di gomma sarebbe morto all’istante.

“Specialità?! Quale?” Chiese, un po’ troppo energico per il parere di Leath, ma da lui se lo aspettava. Nei giorni in cui aveva navigato insieme a loro aveva imparato a conoscerli. Per lui, erano tipi davvero simpatici, seppur molto strani a modo loro.

“Sono salsicce grigliate, condite con salsa e polvere di curry. Possono sembrare qualcosa di abbastanza normale, ma sono gli ingredienti del luogo che rendono questo piatto speciale.” Spiegò al capitano pirata, che ora sembrava avere due motivi per addentrarsi in quella città.

Una volta attraccati, tutti quanti scesero e cominciarono a girare. Zoro doveva comprarsi delle spade, mentre Nami il necessario per poter ripartire e navigare con tranquillità nella Grand Line. Usopp, invece, stava cercando materiali per delle armi. Nami gli aveva chiesto di costruirgli un’arma che solo lei avrebbe saputo utilizzare e aveva già in mente un’idea. Ora serviva soltanto trovare i materiali giusti per crearla.

Leath e Sanji si misero a girare per la città separatamente, non avendo davvero nulla da fare. Leath guardò le varie vetrine che vendevano souvenir. Forse avrebbe dovuto comprare qualche cosa da regalare ai suoi amici, ma non sapeva davvero cosa potesse andare bene. Decise di puntare sul generico e pagò alla cassa. Quello che conta è il pensiero, si disse con un piccolo sorriso soddisfatto.

Sanji stava partecipando ad una gara di cucina con in palio un grande pescespada di ottima qualità. Anche se, quasi sicuramente, sarebbe durato massimo due giorni con il suo stupido, ingordo capitano, ne valeva la pena poter cucinare qualcosa di così ottimo.

Luffy incontrò il capitano della marina Smoker, ma entrambi non si riconobbero. Il ragazzo gli chiese dove si trovasse il patibolo e il fumatore gli rispose indicandogli con il suo frutto del diavolo la direzione.

Arrivando al centro della piazza, Luffy vide che il patibolo era altissimo. Lo ammirò a bocca aperta, ma questo non era abbastanza. Voleva assolutamente capire cosa vide il re dei pirati poco prima di morire e di lasciare in eredità il suo tesoro, il One Piece.

Allungò il braccio e afferrò la piattaforma, lanciandosi sopra. Si sedette a gambe incrociate e ammirò. Le persone che si trovavano là a guardarlo rendevano ancora meglio il panorama che ebbe Gold Roger.

Leath si fermò a comprare le salsicce di cui aveva parlato poco tempo prima a Luffy. Ne comprò abbastanza per farle assaggiare ai ragazzi. Camminò fin quando non incontrò una persona che conosceva da molti anni.

“Smoker, da quanto tempo.” Questo si girò verso di lui sorpreso. Non sembrava aspettarsi di trovarlo qui, soprattutto a fare delle compere.

“E tu che ci fai qui?” Disse in modo leggermente scontroso, come se non lo volesse tra i piedi. I due si trovavano a un metro di distanza l’uno dall’altro. Leath era più basso di lui di una ventina di centimetri. Sbuffò, comportandosi da finto deluso.

“Non ci vediamo da più di un anno e questo è il modo in cui mi tratti. Pensavo fossimo amici…” Smoker sospirò. Era proprio quando si comportava in questo modo che non lo sopportava, cioè sempre. I due avevano solo qualche anno di differenza, con Leath il più anziano.

“Come mai sei qui?” Gli chiese, andando dritto al sodo. Il moro perse quel suo comportamento giocoso, sostituito invece da uno serio. Il fumatore raramente vedeva questo suo lato e si preoccupò leggermente.

“Per proteggere alcune persone.” Disse, stuzzicando di più la curiosità dell’altro uomo. Di solito non svolgeva nessun compito che riguardasse la protezione di persone. Chi erano, si chiese tra sé. Glielo voleva domandare, ma il suo sguardo sembrava dire che non avrebbe approfondito l’argomento.

Leath sapeva quanto il suo amico non andasse d’accordo con i pirati. Per questo cercò di non fargli sapere della presenza di questi nella sua zona. Fortunatamente, nessuno della ciurma di cappello di paglia era ancora ricercato. Finché si fossero comportati normalmente, non ci sarebbe stato alcun problema. L’unico, anzi, era la caravella attraccata al molo. Poteva solo sperare che i ragazzi avrebbero impiegato poco tempo a tornare.

Smoker guardò le sue mani che tenevano dei sacchetti. “Comprato qualcosa di interessante?” Leath alzò le spalle.

“Souvenir e del cibo.” Dopo quello che era successo poco prima, la situazione era diventata imbarazzante. Nessuno dei due sapeva come continuare, o se continuare.

“Quella ragazza, Tashigi credo si chiamasse, è ancora con te, oppure è stata trasferita in un’altra base? Disse Leath, cercando pure lui di fare un poco di conversazione. I due si misero a camminare insieme.

“No, è ancora qua. Da quando l’hai incontrata non è cambiata: è rimasta una sbadata.” L’uomo più anziano fece una piccola risata genuina.

è sempre fissata con le spade?”

“Oh, sì. Qualunque spada famosa che trova, cerca di metterla in un posto dove nessuno possa utilizzarla per fare del male.”

“Beh, le spade sono state forgiate proprio per questo scopo, ma posso rispettare questo suo ideale.” Fece, poi, un sorriso provocatorio.

“La vostra relazione come va? Siete fidanzati?” Smoker si girò verso di lui, con le guance rosee e uno sguardo arrabbiato.

“Ma che diamine dici, idiota?! Non sono interessato a lei!” Leath rise per tutto il tempo, facendo infuriare di più Smoker. Fece un respiro profondo per calmarsi e stavolta fu il suo turno di fare una domanda.

“Hai detto che devi proteggere delle persone. Quindi perché non sei con loro?”

“Stanno girando la città, non credo sia necessario stargli addosso. Questa è l’isola che stai proteggendo e sono consapevole di come non lasci sfuggire nemmeno un pirata che cammina sul tuo territorio. Pochi sono i pirati così stupidi da terminare la loro avventura ancora prima di cominciarla.” Smoker teneva uno sguardo duro, ma era fiero di questo fatto.

“Capitano Smoker!” Un ragazzo urlò dietro i due. Era un uomo della marina.

“Che succede?” Chiese il fumatore.

“Un pirata è su quest’isola!” A questa affermazione, Leath tese la schiena. Sperava davvero che non fosse uno di quei ragazzi. Il marine mostrò il manifesto da ricercato e l’uomo più anziano cominciò a maledire tutti nella sua testa. Era Luffy. Rimase sorpreso, però, dalla sua prima taglia. Pure Smoker rimase sorpreso, ma non solo per la taglia. Lo aveva già incontrato qualche decina di minuti prima.

“30 milioni di berry. Ha la taglia più alta dell’East Blue.” Stropicciò, poi, il manifesto. “Chissà se vale davvero quei 30 milioni…” Disse, socchiudendo gli occhi, e partì verso dove si trovava il patibolo, il luogo che gli aveva indicato lui stesso.

Leath non poteva fare altro che seguirlo. Sapeva bene come Luffy non avrebbe avuto scampo contro Smoker. Era un logia, quindi non aveva nemmeno modo di colpirlo.

Mentre Luffy era ancora sul patibolo, un uomo della marina gli disse di scendere se non voleva guai, ma al ragazzo non interessava. Improvvisamente, dall’alto arrivò una persona che lo bloccò a terra.

Era uno che aveva già incontrato e battuto. Buggy il Clown. Era lì per vendicarsi del ragazzo e lo avrebbe ucciso davanti a tutte le persone, come il re dei pirati. Zoro e Sanji, che era riuscito a vincere poco prima il pescespada, erano arrivati sulla scena. Lo stesso per Leath e Smoker.

Pirati e marines circondarono la piazza. Nessuno si mosse. I pirati di Buggy aspettavano che il loro capitano uccidesse Luffy. I marines avrebbero solo guadagnato dalla morte di un altro pirata, quindi stettero fermi, come ordinato dal capitano Smoker.

Leath stava per fare qualcosa. Non avrebbe lasciato morire quel ragazzo in un modo tanto vergognoso. Voleva farlo arrivare alla Grand Line e lo avrebbe fatto. Quello che Luffy disse dopo sconvolse sia i membri della ciurma presenti lì sia Leath e Smoker.

“Scusate, ma sono morto!” Quello che scioccò di più questi due fu il sorriso. Lo stesso sorriso che videro fare a Gold Roger prima e dopo la sua morte. Erano bambini, ma quel ricordo era ancora freschissimo nella loro mente.

La spada di Buggy stava per toccare il collo e Leath si stava per slanciare verso il patibolo, fino a quando non vide una specie di scintilla galleggiare attorno il metallo della spada.

Un fulmine potente colpì il patibolo, facendolo crollare. Buggy sembrò cavarsela con delle gravi ustioni in tutto il corpo, prima di svenire. Luffy, invece, ne uscì illeso. Fortunatamente era fatto di gomma. L’uomo tirò un sospiro di sollievo.

Smoker, seppur era rimasto pure lui sorpreso, agì immediatamente. Trasformò il suo corpo in fumo, grazie al frutto del diavolo, e si diresse verso il ragazzo col cappello di paglia. Leath dovette, purtroppo per lui, intervenire.

Non appena Smoker bloccò a terra Luffy, senza che questo potesse reagire, l’uomo gli tirò un calcio, forte abbastanza da farlo strisciare indietro di una decina di metri. Smoker fu sorpreso. Non si aspettava di certo di essere attaccato da lui.

“Luffy, vattene immediatamente via da qui. Salpa con la tua ciurma e raggiungi la Grand Line. Farò in modo che possiate andarvene senza problemi.” Gli disse Leath. Il ragazzo si alzò, si aggiustò il cappello e annuì. In quel momento, capì che era forte. Era riuscito a colpirlo quando lui invece non poté nemmeno opporre resistenza.

“Va bene. Grazie!” Esclamò, correndo. Smoker aveva guardato tutta la scena.

“Perché lo hai aiutato, Leath?! Lo sai che hai appena commesso un atto di diserzione?!” Gli urlò furioso. L’uomo lo guardò con uno sguardo calmo.

“Ti sbagli. Non ho commesso alcun atto di diserzione.”

“Che cazzo dici?!”

“Non sono criminali. Di conseguenza, non ho disertato.”

“Sono dei pirati! E quel pirata che hai appena lasciato andare ha 30 milioni di berry sulla sua testa! Sì che è un criminale!”

“Solo perché la marina li ha giudicati criminali non significa che anch’io li abbia giudicati tali.” Smoker era semplicemente senza parole. L’uomo davanti a lui non sembrava capire che, appunto perché sono criminali agli occhi della marina, andavano arrestati. Non lo vedeva da un anno e sembrava avesse perso la testa.

“Quello che dici non ha alcun senso, lo capisci?!”

“Dico solo che lui non è un pirata come li conosciamo, così come la sua ciurma. Sono una specie di avventurieri, ognuno con i propri sogni. Quindi non ci vedo nulla di male se non li arresto.”

“Sai cosa potrebbe succederti se la marina o, peggio, il governo mondiale dovesse sapere di questa tua azione?!” Smoker non riusciva proprio a calmarsi. Era infuriato con la persona che considerava, nel profondo, suo amico da ormai decine di anni.

“Non lo sapranno mai. Non hanno alcun modo effettivo di saperlo. E tu non glielo racconteresti mai. Ti conosco bene, Smoker, e tu conosci bene me.” Smoker sapeva che aveva ragione. Non lo avrebbe mai fatto, perché lo conosce fin troppo bene e sa che non permetterebbe mai a un pirata di farla franca. Gli aveva detto che quei ragazzi erano avventurieri. Anche se Smoker non ci credeva, voleva fidarsi di lui. Solo per questa volta, avrebbe dato a quei pirati il beneficio del dubbio.

Smoker si calmò, ma aveva ancora uno sguardo severo. “La prossima volta li catturerò.” Non importa cosa fossero, per Smoker i pirati andavano catturati e basta. Altrimenti non sarebbero pirati, ma semplici avventurieri. A Leath bastò sentire queste parole per fare un sorriso genuino.

“Grazie.”

Nel frattempo, un brutto temporale si buttò sull’isola. La ciurma era salita sulla nave e si stava sbrigando per salpare. Non potevano perdere troppo tempo: i marines gli erano praticamente alle costole.

All’improvviso, un fortissimo vento si riversò verso la loro direzione, che Nami sfruttò egregiamente a loro favore. Le vele della nave erano calate in modo che, grazie a quel vento, potessero andarsene via dall’isola molto più velocemente rispetto a come avrebbero fatto senza.

Tutti poterono tirare un sospiro di sollievo. Loro erano salvi, la nave pure. Ora potevano dirigersi in tutta tranquillità verso la Grand Line.

“Fossi in voi non sarei così calmo.” Una voce dal nulla gli fece prendere uno spavento. Si girarono verso tale voce e videro Leath seduto sulla murata della caravella con un sorriso divertito.

“E tu come sei arrivato qua?!” Gli urlarono tutti, tranne Luffy, che rise.

“Sei uno spasso e sei anche forte! Unisciti alla mia ciurma!” Gli altri non dissero nulla. Erano d’accordo con il loro capitano sul fatto di unirsi. Nei giorni in cui fu con loro si era dimostrato una brava persona. Ora Luffy aveva anche detto che era forte. E se lo diceva lui, ci credevano

“Mi dispiace, ma non posso. Sono già occupato con altre faccende.” Gli altri rimasero leggermente delusi, ma lo accettarono. Ma non Luffy.

“Eddai!! Unisciti!!” Il discorso continuò per un po’ e non vi era alcun modo di convincere Leath.

“Ragazzi! Una nave della marina sta venendo verso di noi!!” Urlò Usopp a tutto l’equipaggio dalla vedetta e tutti si allarmarono. Leath guardò verso quella nave e si accigliò.

I marines cominciarono a sparare palle di cannone e i membri più forti della ciurma – vale a dire Luffy, Zoro e Sanji – fecero in modo di deviarle tutte, in modo che non affondassero la nave.

TURUTURU TURUTURU TURUTURU

Una chiamata sembrò arrivare dal lumacofono nella tasca dei pantaloni di Leath. Lo prese e rispose.

“Sì?”

“Viceammiraglio Edgar, dove diavolo si trova?!” Arrivò un urlo femminile infuriato dall’altra parte del lumacofono. Tutti gli altri si girarono verso di lui con sguardi scioccati. Non riuscivano a credere a quello che avevano sentito.

“Sulla nave.” Rispose Leath.

“Di quale nave sta parlando?” La voce si calmò.

“Quella che state attaccando ora.”

“Non ci credo! È appena stata rapita da dei pirati dell’East Blue?!”

“No, idiota! Smettetela di sparare, sono amici!” Leath perse per un momento le staffe. Come poteva anche solo pensare una cosa simile, si chiese.

“Oh, capisco. Informo subito gli altri!” Staccò la chiamata e dopo pochi secondi, la nave smise di attaccare.

“Tutto apposto, raga-..” Leath si girò e vide tutti loro in posizione difensiva, anche se erano davvero nervosi. Affrontare un viceammiraglio non era cosa facile. Usopp e Nami erano quelli che stavano tremando più di tutti. Lo guardarono come se li avesse traditi e il marine se lo aspettava.

“Non preoccupatevi. Se avessi voluto catturarvi lo avrei fatto da un pezzo.” I ragazzi si erano leggermente calmati. Aveva ragione. Zoro e Sanji, soprattutto, avevano avuto la conferma quando salvò Luffy da quell’altro marine. Non bastò, però, ad abbassare la guardia.

“Perché non ce l’hai detto?!” Chiese Luffy. Leath lo guardò strano. Non aveva molto senso dire a dei pirati che lui era un marine. Ma era Luffy, le sue domande molto spesso non avevano senso.

“Perché sareste sempre stati nervosi intorno a me, così come lo siete ora. E prima che me lo chiediate, non vi ho catturato semplicemente perché non siete dei criminali.” Guardò poi verso la nave della marina.

“La mia vacanza sembra essere finita. È stato un piacere viaggiare con voi.” Continuò, saltando sopra la murata. Gli altri erano ancora attoniti. Sembrava che Leath stesse per saltare, ma poi si girò di nuovo verso di loro.

“Prima che me ne vada, tengo a dirvi qualcosa di importante. Come sapete, il vostro viaggio comincerà non appena arriverete alla Grand Line, ma questa è divisa in due parti. La prima parte è quella conosciuta come Paradise ed è qui che tutti i pirati esordienti cominciano la loro avventura.

Però, la vera sfida per raggiungere tutti i vostri sogni comincerà dalla seconda parte, detto il Nuovo Mondo. È qui che si trovano i pirati più forti, così come la marina. Ed è lì che mi trovo pure io. Vi aspetterò su quel grande palcoscenico non appena sarete diventati molto più forti. Sono sicuro che farete grandi cose. Oh! Vi ho lasciato le salsicce grigliate in cucina. Alla prossima!”

Subito dopo sembrava essere sparito. Luffy, Zoro e Sanji capirono quanto era grande la distanza tra loro e lui ora come ora. Non avrebbero avuto alcuna speranza di batterlo.

E se questa era la differenza di forza tra uno dell’East Blue e uno della Grand Line, allora non potrebbero resistere tanto in quel mare. Questo diede loro ancora più motivi per diventare più forti e raggiungere i loro sogni.

Zoro se n’era già andato da un pezzo ad allenarsi. Gli altri rimasero lì ancora un altro poco, prima di sbloccarsi e tornare a fare quello che dovevano. Luffy era, invece, già partito per la cucina ad assaggiare quella pietanza.

NOTA
Ciao a tutti! Qui finisce l’avventura con i cappelli di paglia. Spero davvero vi siano piaciuti questi due capitoli. Mi scuso anche se alcuni eventi potrebbero non essere identici al manga/anime, ma mi sono affidato totalmente ai miei ricordi. Mi seccava troppo andare a controllare ogni singola cosa. Il prossimo capitolo non riguarderà gli eventi immediatamente successivi a questo. È una raccolta di racconti, quindi riguarderà qualcos’altro sempre con gli stessi protagonisti (esatto, plurale) in altre vicende.

   
 
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