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Autore: Milly_Sunshine    21/12/2022    3 recensioni
Novembre 2002: al termine di una serata con gli amici, Mark ha un appuntamento con la fidanzata Ellen, ma lei rimane ad attenderlo invano, senza ricevere sue notizie. Il giorno dopo, l'amara realtà: è stato brutalmente assassinato, mentre si trovava in un luogo in cui già fu consumato un atroce delitto. Il mistero legato alla sua morte non viene svelato, ma provoca la morte di altre persone. Novembre 2022: a vent'anni di distanza, Ellen e gli amici di Mark si ritrovano di nuovo nel loro paese natale per commemorarne la scomparsa, senza sapere che chi ha già ucciso vent'anni prima è ancora in agguato. Li aspetta un mistero fatto di lettere anonime, identità scambiate e intrighi di varia natura. // Scritta nel 2022/23, ma ispirata a un lavoro adolescenziale.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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[23 novembre]
Quel pomeriggio i clienti si susseguivano uno dopo l'altro, proprio quando Steve stava aspettando il momento adatto per rimanere da solo con Kevin. Sembrava una congiura contro di lui, un po' come se fosse destinato a rimandare fino a sera ciò che contava più di ogni altra cosa: approfondire quanto aveva scoperto durante la pausa pranzo, quando si era fermato a scambiare qualche parola con Roberta Stewart e Sophie Robinson. Certo, si sentiva un po' fuori luogo, ma non poteva fare finta di niente, anche se l'attenzione di tutti era su altro e nessuno sembrava più avere tempo di occuparsi della propria vita privata.
Per fortuna ebbe un momento di tregua e ne approfittò per dirigersi sul retro, nel piccolo ufficio nel quale lavorava Kevin. Il collega non si accorse subito di lui, impegnato com'era a fissare il monitor del computer.
Steve ebbe un brutto presentimento e gli domandò: «Messaggi strani?»
«Oh, no» rispose Kevin, «È tutto a posto, solo un'e-mail di un cliente. Chiede se gli possiamo sviluppare delle foto che ha messo in allegato e quando può venire a ritirarle... ma in realtà si è dimenticato di mettere l'allegato.»
«Un classico» ribatté Steve. «Dopotutto dimenticare di dire o fare qualcosa è una pratica molto comune, non trovi?»
Kevin alzò lo sguardo.
«Cosa vuoi dire?»
«Voglio dire che anche tu, se ti sforzi, riesci sicuramente a trovare qualcosa che ti sei scordato di dirmi.»
«Mhm, non saprei. Ho dimenticato qualche scadenza o qualche appuntamento?»
Steve lo guardò negli occhi.
«Oh, no, sul lavoro sei sempre così preciso. Parlavo di quello che hai fatto ieri sera.»
«Quando? Sono stato a una cena con mio fratello.»
«Una cena a casa di Sophie, a cui Roberta non era presente.»
Kevin obiettò: «Roberta era a casa di Patricia, ha dormito da lei, e allora? Non posso andare con mio fratello a casa della sua fidanzata se la nipote di lei non è presente?»
«Sophie mi ha detto che sei andato a casa sua insieme alla tua fidanzata» replicò Steve. «Non ci ho messo molto per capire chi fosse e, del resto, Sophie me l'ha confermato. Perché non mi hai detto che stai insieme a Ellen?»
«Non sono obbligato a narrarti per filo e per segno le vicissitudini della mia vita privata» precisò Kevin. «O quantomeno non mi pare.»
«Quello che fai nella tua vita privata è affare tuo» chiarì Steve, «Ma avresti dovuto dirmi che ti sei messo insieme alla mia ex.»
«Una ex con la quale stavi insieme quando avevi vent'anni. Devo ricordarti che tra circa quaranta giorni ne compi trentanove? Era il 2004, quando Ellen ti ha lasciato.»
«Sai benissimo che cosa intendo.»
«Sì, mi è parso di capire che, quando hai scoperto che Ellen era a Goldtown, le hai fatto credere che io fossi ancora sposato e abitassi lontano da qua. Danny mi ha accennato qualcosa, qualche tempo fa, prima di andarsene dopo la morte di Maryanne. Non ne ho capito il senso.»
Steve si avvicinò e si sedette sul bordo della scrivania, rischiando di ribaltare una pila di documenti.
«Non prendermi per il culo, Kevin, sai benissimo perché l'ho fatto.»
Kevin lo guardò con aria innocente.
«Ti sbagli, non ne ho la più pallida idea.»
Steve replicò: «Sono sicuro che, se ti sforzi, sei in grado di capirne le ragioni. Oppure dobbiamo tornare alle origini? A quando io ed Ellen ci siamo messi insieme e tutti eravate coalizzati contro di noi?»
Kevin gli ricordò: «Ai tempi non te ne fregava niente. Ne abbiamo parlato un sacco di volte e non facevi altro che dirmi che non dovevo intromettermi e che quello che c'era tra te ed Ellen non erano cazzi miei.»
«Infatti non lo erano.»
«Va bene, forse no, ma avevamo diciotto anni e ai tempi vedevo tutto in modo molto diverso. Sono passati vent'anni.»
«Lo so, sono passati vent'anni, ma ricordo tutto come se fosse ieri: Jennifer che ci insultava, Danny che sotto sotto stava dalla tua parte, tu che giudicavi... Solo Jack rispettava i miei sentimenti e, soprattutto, quelli di Ellen. È stato un vero amico per lei, quando tutti la attaccavate.»

******

Ellen entrò in officina. Sapeva che quella mattina avrebbe trovato Jack da solo e, proprio per quella ragione, aveva scelto quella fascia oraria per portare la macchina al controllo che aveva già programmato.
Jack la accolse con un sorriso, facendola sentire come a casa. Parlarono dell'automobile per qualche minuto, Ellen gli spiegò i problemi riscontrati negli ultimi tempi, infine, quando venne quella che in linea teorica era l'ora di andarsene, gli disse ciò che doveva dirgli.
«Ti ringrazio per l'altro ieri sera. Jennifer è stata terribile. Ho l'impressione che mi detesti.»
«Jennifer è una persona molto prevenuta» rispose Jack, «E non ha idea di come funzioni l'amore. È giovane e inesperta, non credo si sia mai innamorata. Non può capirti, non può capire te e Steve.»
«Tu, invece?» azzardò Ellen. «Puoi comprenderci? Hai avuto una relazione complicata quanto la nostra?»
Era solo una battuta, ma all'improvviso si ritrovò ad ascoltare Jack che le raccontava i dettagli di una storia segreta che aveva avuto in passato con una ragazza più grande.
«Nessuno lo sapeva e, quando mi ha lasciato, non avevo nessuno con cui potere parlare di lei. Avevo sedici anni e avevo perso la ragazza che amavo. Prima diceva di non vedere l'ora che venisse il momento per rendere pubblica la nostra relazione, poi, di colpo, mi ha lasciato per fidanzarsi alla luce del sole con un altro, uno che non sapeva niente di noi. È stato un duro colpo, ma sono andato avanti, nonostante tutto.»
Ellen cercò di rassicurarlo: «Vedrai, anche tu troverai una persona che ti ama davvero, prima o poi.»
«Speriamo, ma non ho molta fortuna» ammise Jack. «Dopo di lei, mi sono preso una cotta per un'altra, una mia cara amica. Però non le interesso.»
«Magari cambierà idea.»
«No, non è possibile.»
«Va beh, magari adesso le piace un altro, ma un giorno si accorgerà di te.»
Jack scosse la testa.
«No, non succederà. Non ho nessuna speranza con lei. È lesbica. E si è pure fidanzata con la mia ex, che me l'ha raccontato poco tempo fa. Ho sempre saputo che la mia ex è bisessuale, ma il fatto che si sia fidanzata proprio con la ragazza che mi piaceva dopo di lei è surreale. So che il mondo è piccolo, ma non pensavo lo fosse così tanto.»
«In effetti» fu costretta ad ammettete Ellen, «Sembra una bella fregatura. Ma se adesso la tua ex sta con questa tua amica, che fine ha fatto il tizio per il quale ti aveva lasciato?»
«Oh, credo che le abbia messo le corna con un'altra o che l'abbia lasciata, oppure che abbia fatto entrambe le cose» ribatté Jack. «Ha avuto tanta fretta di sbarazzarsi di me, ma non le è andata molto bene. Quel tipo le sembrava più appetibile di me, ai tempi, ma non si è rivelato tale. Ha scelto la strada più facile e si è ritrovata fregata. È per questo che sostengo le persone come te e Steve: perché siete disposti a seguire percorsi complicati, pur di scegliere qualcosa di concreto. Si vede che vi amate, e avete la mia benedizione.»
Quelle parole riempirono di calore il cuore di Ellen.
«Grazie, non sai quanto mi faccia piacere sentire queste parole. Il tuo sostegno è importante.»
«Però non devi preoccuparti di quello che dice Jennifer» mise in chiaro Jack. «È un po' svitata, anche se non è bello da dire. Non fraintendermi, le voglio bene, in fondo, ma non riuscirei mai a starla a sentire per più di cinque minuti di fila, come fa Danny o, qualche volta, perfino Kevin.»
«Me ne sono accorta che è strana» confermò Ellen. «Già la prima volta in cui l'ho vista, a casa sua...»
«Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso» replicò Jack. «Sembrava tutto così spettrale... Senza offesa, ma hai fatto male ad accettare il suo invito.»
Ellen fece una mezza risata.
«Non hai tutti i torti.»

******

Kevin non riusciva a spiegarsi come mai, all'improvviso, fatti accaduti vent'anni prima fossero divenuti di colpo così importanti. Per fortuna una cliente entrò in negozio, quindi Steve fu costretto ad allontanarsi. Non si aspettava che tornasse, quindi fu colto di sorpresa, quando lo rivide accanto a sé.
In tono accusarorio, Steve riprese: «So benissimo per quale ragione ti opponevi alla mia relazione con Ellen. Ho sempre saputo che ti piaceva e...»
Kevin lo interruppe: «Ancora con questa storia? Ti assicuro che Ellen non mi stava neanche simpatica, quando l'ho conosciuta.»
«Però hai cambiato idea in fretta.»
«Diciamo di sì. In breve tempo siamo diventati amici.»
«Oh, certo, siate diventati amici, ma le hai messo gli occhi addosso e non hai fatto altro che cercare di metterti tra di noi.»
Kevin scosse la testa.
«Stai delirando. Quella ragazza ti ha fatto perdere totalmente il contatto con la realtà.»
Steve insisté: «Non è affatto vero, anzi, sono sempre stato molto più a contatto con la realtà di quanto tu abbia mai pensato. Ho sempre saputo tutto.»
«Tutto... cosa?»
«Qualcosa come un anno più tardi le cose tra me ed Ellen iniziavano ad andare male. È stato a quel punto che hai deciso di giocare le tue ultime carte. So cosa c'è stato tra di voi - non nel dettaglio, grazie al cielo quello non lo so - verso la fine del 2003. Lo so da sempre, anche se ho sempre fatto finta di non sapere. Sapevo che, se avessi fatto capire di esserne al corrente, Ellen ne avrebbe approfittato per lasciarmi e si sarebbe messa con te. Fare finta di nulla era l'unico modo che avevo per tentare di salvare il nostro rapporto. Ed è servito.»
Kevin realizzò che non valeva più la pena di negare.
«Mi pare che poco dopo ti abbia lasciato e se ne sia andata.»
«Mi ha lasciato ed è andata via da Goldtown, appunto» precisò Steve. «Non mi ha lasciato per mettersi con te. Non si può avere tutto dalla vita, diciamo che mi sono accontentato.»
«E, sentiamo, perché hai fatto finta di nulla per tutti questi anni?»
«Perché pensavo non avesse più importanza. Non sapevo che fine avesse fatto Ellen, poteva essersi sposata e fatta una famiglia con un altro uomo, il che è proprio quello che era davvero accaduto. Io stesso mi sono rifatto una vita. Poi Ellen è tornata e questo ha cambiato tutto.»
Kevin ribadì: «L'ho detto, per è sempre stata come un'ossessione. Finché non era qui, non ti importava niente di lei, neanche ci pensavi. Adesso che è tornata, all'improvviso è diventata il tuo chiodo fisso.»
«Sei l'ultimo che può permettersi di giudicarmi» replicò Steve. «Hai già cercato più di una volta di metterti tra me e lei, ma non ci sei mai riuscito. Rassegnati, non ci riuscirai nemmeno stavolta.»
«E, sentiamo, come pensi di convincerla a cambiare idea? Se volevi tornare con lei, dovevi svegliarti prima. Adesso faresti meglio a non rompere i coglioni né a me né a lei.»
«Sei l'ultima persona al mondo che può dirmi cosa devo fare.»
Kevin guardò il monitor.
«È arrivata un'e-mail di un cliente. Devo rispondere.»
«Me ne sbatto dei clienti» ribatté Steve. «Non ho finito.»
«Non importa che tu abbia finito o meno» obiettò Kevin. «Per quanto mi riguarda non ho più niente da dire. È lo stesso cliente di prima, stavolta ha messo l'allegato. Ti scarico le fotografie.»
Per il momento Steve si arrese.
«Scrivigli che può venire a prendersi le fotografie domani mattina dalle nove in poi.»
Senza aggiungere altro, gli voltò le spalle e tornò a sua volta al proprio lavoro. Kevin cercò di togliersi dalla testa quello che si erano detti, senza riuscirci. Pensava che nessuno avesse mai sospettato cosa ci fosse stato molti anni prima tra lui ed Ellen, non aveva idea di come Steve l'avesse scoperto.
"Sarà stata Phyllis a dirgli di noi."
Non aveva idea di come la Moore potesse saperne qualcosa, ma aveva sempre avuto una certa propensione a intromettersi nei fatti altrui.
Era immerso in quelle riflessioni, quando il telefono squillò. Non gli venne spontaneo ripensare alla chiamata di due giorni prima: le telefonate normali erano molte di più.
«Studio fotogratico Blackstone. Chi parla?»
«Sono Mabel.»
La voce camuffata di quella donna lo fece sussultare, ma tornò subito in sé.
«Cosa vuoi da noi? Lasciaci in pace.»
«Voglio aiutarvi» rispose Mabel. «Vi vedo rischiare troppo. Ellen...»
Kevin la interruppe: «Lasciala in pace, oppure parlale, senza più nasconderti. Sappiamo chi sei e presto non potrai più fingere.»
«Oh, no» replicò Mabel. «Non puoi sapere.»
«So molto più di quanto tu possa immaginare, e anche Ellen» puntualizzò Kevin. «Ti è rimasto poco tempo per rivelarti, altrimenti lo farà Ellen al posto tuo. Hai le ore contate, al massimo i giorni.»
Le intenzioni di Ellen gli erano chiare, forse sarebbe riuscita a entrare in azione già la sera seguente. Gli aveva assicurato che ci sarebbero state grosse sorprese per tutti e Kevin le credeva.

   
 
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