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Autore: Milly_Sunshine    06/01/2023    3 recensioni
Novembre 2002: al termine di una serata con gli amici, Mark ha un appuntamento con la fidanzata Ellen, ma lei rimane ad attenderlo invano, senza ricevere sue notizie. Il giorno dopo, l'amara realtà: è stato brutalmente assassinato, mentre si trovava in un luogo in cui già fu consumato un atroce delitto. Il mistero legato alla sua morte non viene svelato, ma provoca la morte di altre persone. Novembre 2022: a vent'anni di distanza, Ellen e gli amici di Mark si ritrovano di nuovo nel loro paese natale per commemorarne la scomparsa, senza sapere che chi ha già ucciso vent'anni prima è ancora in agguato. Li aspetta un mistero fatto di lettere anonime, identità scambiate e intrighi di varia natura. // Scritta nel 2022/23, ma ispirata a un lavoro adolescenziale.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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[2 dicembre]
«Jack? Jack, ci sei?»
La voce di Patricia era riconoscibile lontano un miglio, specie quando urlava a quella maniera, per attirare la sua attenzione.
Non si accorse di lui finché Jack non arrivò alle sue spalle.
«Sono qui.»
Patricia si girò lentamente.
«Dov'eri? Ti ho cercato per tutta l'officina.»
«Ero un attimo fuori, sul retro» rispose Jack. «A cosa devo l'onore della tua presenza? È da un po' che non ci vediamo.»
«Non sarei venuta, se non fosse stato necessario.»
«Non devi giustificarti. Lo sai che sei sempre la benvenuta.»
«Quando non stai scopando con la mia fidanzata, quantomeno.»
«Sono passati vent'anni da quando mi sono scopato la tua fidanzata dei tempi. E poi non corri rischi, adesso. Mi sembra di avere capito che tu sia tornata single.»
Patricia confermò: «Esatto, sono tornata single e non sento la mancanza di... come devo chiamarla? non lo so più nemmeno io.»
Jack replicò: «Dovresti chiamarla Roberta, è così che preferisce.»
«Quindi tu e lei siete rimasti in contatto» osservò Patricia. «Meglio così, ho bisogno che fai qualche piccola ricerca per me.»
Jack aggrottò la fronte.
«Che genere di ricerca?»
«Niente di difficile. Vorrei solo che le facessi qualche domanda e poi mi riferissi quello che ti dice.»
«Se hai qualcosa in sospeso con lei, faresti meglio a parlarle tu stessa.»
Patricia scosse la testa con fermezza.
«Non ho intenzione di parlare con lei o di incontrarla. E poi non voglio che tu le faccia domande su di me. Voglio che tu scopra qualcosa sulla sua famiglia: chi sono i suoi genitori, cosa fanno...»
Jack le domandò: «Posso chiederti come mai questo interesse? Che cosa te ne fai di sapere di sua madre e di suo padre? Avresti potuto pensarci prima.»
«Roberta ha sempre raccontato di lavorare per suo padre» precisò Patricia, «Senza mai davvero entrare nei dettagli. Diceva di fargli da segretaria, ma non era così: quando in linea teorica Roberta era a lavorare con il padre, nella realtà non si era mai allontanata da Goldtown, stava al negozio nei panni di Jennifer. Mi piacerebbe sapere di più sul padre di Roberta: questo fantomatico John Stewart esiste davvero? In che rapporti è con Margaret Robinson? E soprattutto, in che rapporti è con la figlia? Da quanto ha raccontato quella sera, sembra che Roberta non lo apprezzi particolarmente.»
«Non c'è bisogno di fare domande» ribatté Jack. «Sappiamo già che Roberta non ha un rapporto idilliaco con i genitori. Ha fatto finta con entrambi di avere sdoppiamenti di personalità e mi ha perfino raccontato che teneva un diario di Jennifer nel quale si riferiva a Roberta in terza persona, lasciandolo in giro affinché qualcuno lo leggesse e la sua messinscena fosse più credibile.»
Patricia insisté: «Sei l'unica persona che può aiutarmi. Cerca di parlarle, di scoprire qualcosa in più. Per me è importante.»
Jack annuì.
«Va bene, domani la vado a trovare.»
«Domani è sabato, Roberta lavora.»
«La vado a trovare in negozio, magari porto Danny con me, tanto non ha ancora ripreso a lavorare» propose Jack. «Se permetti un consiglio, però, faresti bene a toglierti Roberta dalla testa. Interessarti alla sua famiglia non è il modo migliore per staccarti definitivamente da lei, se è quello che davvero vuoi.»
Patricia abbassò lo sguardo.
«Hai ragione, forse mi sto comportando un po' da stalker, ma è più forte di me. Non voglio più avere a che fare con lei, ma allo stesso tempo vorrei scoprire quello che mi ha nascosto per tutti questi anni.»
Quello di Patricia era un desiderio comprensibile, quindi Jack non disse altro che potesse farla desistere. Non gli veniva richiesto niente di impossibile: in quel periodo Roberta faceva molto affidamento su chi era rimasto dalla sua parte nonostante le scabrose rivelazioni sul suo conto. Jack era una di quelle persone e, in quanto tale, aveva un certo ascendente su di lei.



[3 dicembre]
Roberta era sola in negozio. Era arrivata in anticipo, quel sabato pomeriggio, Sophie l'avrebbe raggiunta più tardi. Non poteva fare a meno di pensare ai vecchi tempi, ormai dimenticati, quando ogni tanto Patricia passava a salutarla prima di recarsi al bar. Non sarebbe accaduto mai più, le conveniva rassegnarsi. Se non altro la sua relazione era terminata per una giusta causa. Essere una sola persona, invece che due, era più importante di un fidanzamento solido e stabile.
Era immersa in quelle riflessioni quando la porta si aprì. Si preparò per accogliere il cliente di turno, salvo accorgersi che a entrare erano Danny e Jack, difficilmente in veste di acquirenti.
«Ciao, è un piacere vedervi» li accolse Roberta. «Come state?»
«Abbastanza bene» rispose Danny.
«Va tutto okay» disse Jack, più o meno nello stesso istante.
Roberta guardò prima l'uno e poi l'altro.
«Avete notizie di Kevin?»
Danny annuì.
«Sono stato a trovarlo stamattina. Abbiamo parlato. Non è la prima volta che gli parlo, ma adesso è lucido. Sta meglio, molto meglio. Certo, ne avrà ancora per un po', in ospedale, ma lui stesso inizia a sentirsi ottimista.»
«Mi fa piacere» rispose Roberta, prima di domandare: «Come mai da queste parti?»
«Passavamo» replicò Jack, «Quindi abbiamo pensato di venire per un saluto.» La squadrò con attenzione. «Vederti senza i tuoi abiti da bambolina è sempre un piacere.»
Roberta avvampò.
«Diciamo che è stata una parentesi della mia vita che sono felice di essermi tolta di torno.»
«Anch'io sono contento che tu ti sia tolta di dosso ciò che non faceva parte di te» le assicurò Jack. «Comunque, dato che siamo qui, che cosa ne dici di venire a trovarmi stasera? I bambini non ci sono, è il compleanno della mia ex suocera, quindi sono con Elizabeth, devono fare una cena.» Si rivolse anche a Danny. «Anche tu, ovviamente. Beviamo qualcosa insieme e...»
Danny interruppe la proposta sul nascere: «No, grazie, preferisco rimanere a casa.»
Roberta ebbe l'impressione che quello di Jack fosse un piano ben preciso e che Danny si stesse limitando a eseguire una sua specifica richiesta.
Non le dispiaceva.
«Io ci sono. A che ora vengo?»
«Nove e mezza? Dieci?»
«Nove e mezza.»
«Perfetto, allora ti aspetto.»
Jack e Danny rimasero ancora qualche minuto, allontanandosi nel momento in cui entrò un'effettiva cliente. Roberta li lasciò andare via, iniziando a prepararsi mentalmente per la serata a casa di Jack. Non aveva idea di cosa aspettarsi, ma sarebbe stato un piacere scoprirlo.
Si rivelò un'ottima serata, con dei risvolti del tutto inaspettati. Purtroppo Jack fu un po' troppo curioso a proposito dei suoi genitori - argomento per il quale non aveva mai provato interesse nemmeno tanti anni prima, quando stavano insieme - ma per il resto andò tutto molto bene.
Quando uscì per tornare a casa si chiese se ci sarebbe stato un seguito e come sarebbe cambiata la sua vita. Al momento non importava: l'esistenza di Jack era un caos, così come la sua. Non importava accertarsi di quanto profondo fosse il caos, non in quel momento, almeno.



[4 dicembre]
Quando il campanello suonò, nelle prime ore della domenica pomeriggio, Ellen si preparò per scendere. C'era Janice in casa, con la quale aveva finalmente delineato un piano d'azione relativo a Roger Callahan - l'avrebbero incontrato la sera successiva - e non le sembrava opportuno ricevere Jack davanti a lei.
Scese le scale e raggiunse il suo vecchio amico nell'atrio.
«Scusa se non ti faccio salire, c'è la mia coinquilina. Possiamo andare in garage, a parlare.»
Jack scosse la testa.
«No, piuttosto andiamo in macchina. Come ti ho detto al telefono, ci sono delle cose di cui vorrei parlarti in privato. Qualcuno potrebbe passare e sentirci.»
Ellen comprendeva il suo stato d'animo.
«Va bene, magari andiamo in qualche posto un po' isolato, dove non ci sia tanta gente di passaggio.»
Seguì Jack all'esterno, poi salì sulla sua macchina. Si recarono nel parcheggio del supermercato, deserto per la chiusura domenicale. Solo quando furono a destinazione, Ellen si decise finalmente a fargli domande.
«È successo qualcosa?»
«In un certo senso.»
«Qualcosa di spiacevole?»
«Oh, no, non direi.»
«Mi hai detto che riguarda Patricia e Roberta» gli ricordò Ellen. «Cos'hanno combinato?»
«Niente» rispose Jack. «O meglio, venerdì mattina Patricia è venuta a trovarmi al lavoro e mi ha chiesto se potessi cercare di scoprire qualcosa, su suo incarico, a proposito dei genitori di Roberta.»
Ellen avvertì un brivido.
«Patricia voleva informazioni sui genitori di Roberta?»
«Sì, sembra che il suo desiderio di tenere lontana Roberta non riguardi il rimanerne lontana lei stessa. Proprio per questo ti ho chiamata. Vorrei un tuo parere. Secondo te dovrei riferire a Patricia quello che mi ha detto Roberta ieri sera, quando ci siamo visti a casa mia? Oppure pensi sia meglio per Patricia non venirlo a sapere? La situazione è un po' più complicata di come sembra.»
«Non saprei» ammise Ellen. «Ti va, intanto, di raccontarlo a me?»
Jack si girò a guardarla.
«Non so nemmeno io da dove iniziare. Lo sai che io e Roberta eravamo fidanzati, una volta, vero? È stato molti anni prima che lei si mettesse insieme a Patricia, quando io non stavo ancora con Elizabeth.»
Ellen annuì.
«Sì, lo avevo intuito. Sei stato il suo primo amore, o qualcosa del genere.»
«Sì, qualcosa del genere è la definizione più corretta, credo» confermò Jack. «Poi è finita, definitivamente. O almeno era quello che pensavamo. In fondo adesso siamo entrambi single, non ci sarebbe niente di male, se succedesse qualcosa tra di noi.»
Ellen si irrigidì. Si sentiva molto coinvolta da una simile osservazione, non perché avesse qualcosa a che vedere con Jack e Roberta, quanto piuttosto perché era stata con il suo ex senza essere single. Aveva rifilato a Steve delle scuse per non incontrarlo, negli ultimi giorni, ma non poteva durare a lungo. Per non parlare del fatto che, andando a trovare Kevin in ospedale, era sempre più difficile guardarlo negli occhi senza provare vergogna.
Jack le chiese: «Non dici niente?»
Ellen obiettò: «Cosa dovrei dire?»
Jack le strizzò un occhio.
«Dovresti chiedermi se ci sia già stato qualcosa tra me e Roberta.»
Ellen azzardò: «Forse non c'è più bisogno di chiedertelo. Fammi indovinare: mentre Roberta ti raccontava dei suoi genitori, all'improvviso è scoppiata la scintilla e vi siete baciati.»
«Veramente non ci siamo solo baciati.»
«Siete stati a letto insieme, allora?»
«Già.»
«Ti è piaciuto?»
«Molto.»
«E a lei?»
«Penso anche a lei.»
Ellen osservò: «Patricia potrebbe prenderla non troppo bene, se lo scoprisse.»
«Infatti non intendo dirglielo» chiarì Jack. «Il mio dubbio è se riferirle quello che mi ha chiesto oppure tenermi tutto per me.»
«Cosa ti ha detto Roberta?»
«Ha importanza?»
«Era questo che ti avevo chiesto di raccontarmi, mi pare.»
«Pensavo ti interessasse di più di quello che è successo tra me e Roberta.»
Ellen si affrettò ad annuire per non destare sospetti.
«Hai ragione, certo, però vorrei farmi un'idea più definita. C'è qualcosa di importante che hai scoperto?»
«Niente di eccezionale, solo conferme a sospetti che già avevo. Margaret Robinson si è ritrovata sola e incinta di due gemelle, con John Stewart totalmente lontano da loro. Non pensava si sarebbe mai interessato delle bambine, ma all'improvviso è rientrato nella loro vita, per poi uscirne quasi totalmente una volta che una delle gemelle è morta. Nonostante dicesse che avere dei discendenti era tutto ciò che contava per lui, si è dimenticato della figlia vivente almeno finché non ha iniziato a interpretare la parte dell'altra gemella. Roberta non ha molta stima nei suoi confronti e cerca di vederlo il meno possibile. L'ha solo usato come copertura, in tutti questi anni, ma lo incontrava raramente. Con sua madre ha un rapporto migliore e ogni tanto le fa visita - quando ha preso il coronavirus era davvero a casa dalla madre - anche se sostiene di sentirsi un po' a disagio con lei, specie quando doveva fingere di sentire l'altra gemella dentro di lei. Mi ha detto che non è mai riuscita a considerarla una famiglia normale e che solo sua nonna e sua zia Sophie le hanno saputo dare quella sensazione.»
«Ti sembrava sincera?»
«Sì, certo, perché avrebbe dovuto mentire?»
«Non so. Perché avrebbe dovuto fingere di essere sia Jennifer sia Roberta per anni e anni? Eppure l'ha fatto.»
Jack ribadì: «Non aveva motivo per fingere, anzi, si capiva che era sincera. Per questo non mi sentirei molto a mio agio a riferire tutto per filo e per segno a Patricia.»
«Non farlo, allora» gli suggerì Ellen, convinta che fosse la scelta migliore. «Puoi dire a Patricia che ti dispiace, ma non sei riuscito a scoprire niente di utile, che Roberta non ci tiene a parlare dei suoi genitori. Non hai obblighi nei confronti di nessuno, non puoi costringere le persone a raccontarti della loro famiglia contro la loro volontà, Patricia dovrà farsene una ragione.»
«Lo so, ma in un modo o nell'altro vorrei riconquistarmi la sua fiducia. Non l'ha presa molto bene, quando ha saputo che cosa successe tra me e Kimberly la notte in cui fu ucciso Mark.»
«Forse non prenderà bene nemmeno il fatto che tu adesso vada a letto con Roberta, dato che si sono lasciate meno di due settimane fa, quindi ti conviene prepararti a metterti il cuore in pace. Non hai bisogno di riferirle quello che Roberta ti ha raccontato, al solo scopo di farla felice, se poi probabilmente non vorrà più avere a che fare con te quando scoprirà che cos'hai fatto alle sue spalle.»
Jack precisò: «Non ho fatto niente alle sue spalle, così come non l'ha fatto Roberta. È stata Patricia a lasciarla e a mettere in chiaro che per lei non esiste la possibilità di tornare indietro. Ha fatto le sue scelte e adesso io e Roberta possiamo fare le nostre.»
«Ti capisco» rispose Ellen, «Ma non sono certa che Patricia sia comprensiva allo stesso modo.»
«Faresti meglio a occuparti della tua vita sentimentale, che mi sembra ancora più contorta della mia» replicò Jack, secco. «Phyllis dice che c'è qualcosa tra te e Steve. Io, naturalmente, non do molto peso a questo tipo di voci, ma Phyllis sembra molto convinta.»
«Non sapevo che Phyllis ti confidasse i propri deliri.»
«Phyllis non mi confida deliri. C'è qualcosa tra te e Steve?»
Ellen abbassò lo sguardo.
«Non è una faccenda semplice e ti consiglio di restarne fuori.»
Jack non ascoltò la sua richiesta e, anzi, puntualizzò: «Steve c'è rimasto molto male, quando ti sei messa insieme a Kevin. Ti dirò, speravo che tornassi sui tuoi passi e potessi rimetterti insieme a lui. Mi siete sempre piaciuti come coppia, secondo me eravate fatti per stare insieme. Però, se Phyllis ha ragione, quello che avete fatto non è molto corretto. Vuoi che ti ricordi in quali condizioni si trovasse il tuo attuale fidanzato fino a pochi giorni fa?»
«Vuoi anche ricordarmi che Kevin non avrebbe mai avuto quell'incidente se non fosse stato per causa mia?» obiettò Ellen. «Non mi sembra necessario. Comunque, in ogni caso, quello che è successo tra me e Steve non è affare tuo. Ti prego di non parlarne con nessuno. È già spiacevole sapere che Phyllis ha dei sospetti su quello che è successo.»
«Phyllis non avrebbe dei sospetti, se foste stati in grado di nascondervi meglio.»
«Mi stai dicendo che il problema mio e di Steve è che non abbiamo saputo nasconderci abbastanza?»
«Sto dicendo che, se foste stati in grado di nascondervi bene, dovreste fare i conti solo con la vostra coscienza.»
Ellen fu costretto ad ammettere che Jack aveva ragione.
«Lo so.»
Jack le assicurò: «Ovviamente non ne parlerò con altri. Però penso che dovresti schiarirti le idee e decidere cosa vuoi fare. Non ho niente contro le relazioni aperte, sia chiaro, ma non dovrebbero mai essere aperte senza che entrambi i partner lo sappiano.»

   
 
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