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Autore: ChemistryGirl    20/03/2023    3 recensioni
[STORIA INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE]
Il Royal Residence Park è il più ambito residence di tutta la New York magica e chiunque vorrebbe avere la fortuna di possedere un posticino all'interno delle lussuose palazzine accarezzate dal polmone verde della città. Fra i residenti ci sono anche giovani maghi e streghe, che i coniugi Northampton, proprietari dell'attico del palazzo più sfarzoso, ritengono ingiustamente single.
Come ravvivare un po' la loro più che agiata terza età?
I coniugi Northampton hanno trovato la risposta alla tediosa domanda: ma trasformasi in un'arzilla coppia di cupidi, è ovvio!
Riusciranno nel loro intento?
Faranno sbocciare o no l'amore fra i giovanotti che abitano il Royal Residence Park?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 3

 
 
The Apple of Scandal
NY, 8 Giugno 2018
 
Il party dei Conti di Northampton è finalmente iniziato!
Fonti interne dicono che lo sfarzo e il lusso sono i padroni incontrastati e che diversi volti noti hanno già avuto modo di interagire fra di loro. 
Una cosa è certa: Cathleen Howard è la regina incontrastata delle migliori feste newyorkesi dell’ultimo decennio. Dunque, che cosa avrà in serbo per i nostri ospiti e per gli infiltrati della nostra redazione? 
Ci aspettiamo molti scoop e soprattutto un sacco cuoricini in ogni angolo dell’attico.
Nostri fidati lettori, non demordete: appena sapremo qualcosa, vi aggiorneremo. 
Perciò rimanete connessi!
 
 
Venerdì 8 Giugno,
Attico dei Conti di Northampton, Palazzo Superior
 
 
Willow scivolò via con grazia ed eleganza, con una velocità e una nonchalance data da una lunga esperienza: essere la più piccola di casa aveva i suoi svantaggi, anche se, doveva ammetterlo, erano molti di più i vantaggi, ma c’era una cosa che aveva imparato fin dalla più tenera età, ovvero l’antica arte del fuggire in un battito di ciglia lasciando suo fratello e i suoi cugini a vedersela con il problema di turno. Molti avrebbero assimilato il suo “darsela a gambe” alla codardia, lei invece lo identificava come autoconservazione, oltre a una furbizia fuori dal comune. 
Senza il minimo senso di colpa per aver lasciato il sangue del suo sangue in balia dei nonni, la giovane si diresse verso il ricco buffet. Lanciò anche un’occhiata da sopra la spalla e non poté trattenersi dal ridacchiare malignamente quando vide Magnus, Aaron e Tristan, tre uomini grandi e grossi, balbettare come dei monelli beccati a commettere qualche indicibile marachella. 
Tamburellandosi le labbra laccate di un rosso scuro, la gallerista si mise a studiare con attenzione il florido rinfresco, optando infine per qualche mini sandwich e voulevant. Stava rimettendo al suo posto la molla con cui aveva afferrato i deliziosi salatini, quando vide, con la coda dell’occhio, un’alta figura affiancarla improvvisamente, cosa che ovviamente la spaventò talmente tanto da farla sobbalzare, facendole anche perdere la presa sulla pinza che cadde rumorosamente sul tavolo. 
<< Allora è vero che ti spaventi per nulla. >> commentò divertito Noah, sistemando la molla nel vassoio apposito << Ammetto di non averci creduto quando Tristan me l’ha raccontato. >> 
Willow, che si teneva una mano appoggiata sul torace, all’altezza del cuore che batteva furiosamente, si esibì in un sorriso forzato e imbarazzato al tempo stesso << Come puoi ben vedere non esagerava. Sono da sempre la preda preferita di qualsivoglia scherzo in casa Howard. >> 
L’attore si allungò per prendere un tovagliolo di lino, per poi appoggiarci un cucchiaio di sfoglia, riempito con una mousse di mortadella arricchita da chicchi di melograno << A questo punto allora ti dovresti essere abituata, no? >>
Il sorriso della giovane divenne pian piano più naturale e meno artefatto, mentre scuoteva l’indice << Avrebbe dovuto essere così, ma ahimè sono solo peggiorata. Quando giro per la nostra casa nello Northamptonshire, paio un gatto con il pelo tutto arruffato, sempre in ansia e sul chi vive. Odio tornare in Inghilterra anche per quello. >>
Di fronte all’espressione infastidita della donna e all’immagine di lei che si aggirava per l’immensa dimora guardandosi costantemente alle spalle, provocò nel mago un eccesso di risate, accompagnato dagli occhi inumiditi per il troppo divertimento.
<< Ridi, ridi. Per colpa dei miei parenti presto verrò ricoverata urgentemente all’ospedale per un’ulcera acuta, ne sono certa. >> 
L’uomo diede delle leggere pacche consolatorie sulla spalla dell’amica, mentre si passava la nocca destra sotto la palpebra per asciugare una lacrima sfuggitagli dalle lunghe ciglia << Secondo me dovresti scrivere una sitcom sulla tua famiglia, faresti soldi a palate. Siete il gruppo di aristocratici più strani che si sia mai visto. >> 
<< Non dare questa balzana idea a Tristan o a mia nonna, conoscendoli la troverebbero geniale e vorrebbero metterla in atto. >> Willow si guardò introno con fare circospetto << Mi farebbero patire le pene dell’inferno. >> 
<< Però ammettilo: è davvero un’idea geniale. >> 
La gallerista arricciò il naso << Non sto dicendo che non lo sia, ma che mi si ritorcerebbe contro. >>
Dopo che l’attore si fu preso un altro paio di cucchiai di sfoglia, con mousse non ben identificate, e si fu completamente calmato, i due si allontanarono con passo tranquillo del buffet, per dirigersi verso l’immenso terrazzo che si trovava al di fuori delle porte a vetri.
<< In ogni caso, sto ancora aspettando che tu passi dalla galleria per definire gli ultimi dettagli per l’asta di beneficenza. >> la strega prese dal suo piatto un mini sandwich al paté di olive taggiasche e bresaola << Dobbiamo ancora scegliere delle opere e poi vorrei parlarti di alcune idee che ho avuto. >> 
Noah si diede un piccolo schiaffo in fronte, per poi portarsi la medesima mano al petto << Hai ragione, scusami davvero tanto ma mi era completamente passato di mente. Tra tutti gli impegni che ho rischio sempre di lasciare qualcosa indietro… >> borbottando frasi sconnesse, estrasse dalla tasca dei pantaloni il cellulare e, sotto gli occhi esterrefatti dell’amica, iniziò a scorrere la sua agenda elettronica alla ricerca di un momento libero.
Intanto che l’uomo continuava nella sua ricerca, Willow si soffermò a studiare il suo outfit che, per quella serata, era molto semplice, nulla di ricercato insomma, ma gli donava enormemente. I jeans neri, leggermente strappati, mettevano in evidenza le lunghe gambe, mentre la giacca di pelle contrastava con la semplice t-shirt bianca e sneaker del medesimo colore. L’abbigliamento era poi impreziosito da una collana, alla cui estremità si trovavano due medagliette, e da degli anelli argentati sulla mano sinistra. 
La donna era particolarmente concentrata nel capire cosa ci fosse impresso sulle medagliette, tant’è che sobbalzò al “Ah-ah!” dell’attore.
<< Sposterò il notaio. >> decretò contento, cancellando l’appuntamento fissato settimane prima << Verrò da te lunedì pomeriggio intorno alle sedici e trenta, se non è un problema. >> 
La strega, con le sopracciglia inarcate, studiò con apprensione l’amico << Per me va bene, ma sei sicuro della tua scelta? Insomma stiamo parlando di un notaio, suppongo che dovevi incontrarlo per un motivo importante. >> 
Scrollando le spalle, Noah le sorrise con allegria << Mah, in realtà dovevamo discutere del mio testamento. Nulla di che. Piuttosto, parlami dell’idea che avevi avuto, sono molto curioso. >> 
L’espressione perplessa della gallerista si accentò ancora di più, tanto da arrivare ad alzare entrambe i palmi delle mani, come a voler arrestare il fiume di parole dell’amico o il tempo stesso << Aspetta un attimo, non puoi sganciare una bomba del genere e poi passare a tutt’altro: in che senso devi discutere con il notaio del tuo testamento? >> dopo averlo scrutato dal basso verso l’alto con occhio critico, gli afferrò il braccio << Stai male? >> 
L’attore le prese con delicatezza la mano, accarezzandole la guancia con l’altra mano << Tranquilla, bimba. Scoppio di salute. >> 
Per tutta risposta, la donna gli diede uno leggera sberla sul dorso della mano, per allontanarlo << La domanda però rimane la stessa: perché cavolo devi esaminare il tuo testamento? >> 
<< Cavolo? Sono profondamente traumatizzato dal tuo lessico volgare e scurrile. Cathleen è a conoscenza di questo tuo lato così rozzo? Credo seriamente che sverrebbe a sentirti parlare in tale maniera. >>
Willow strinse le labbra in una linea sottile, facendo del suo meglio per non scoppiare a ridere di fronte all’espressione fintamente oltraggiata dell’uomo << Sputa il rospo. >> 
Tenendo sottocchio l’indice con cui l’amica lo stava minacciando con fare imperioso, rischiando anche di diventare strabico, Noah si arrese con uno sbuffo lungo e melodrammatico << Ahimè, la mia è semplice premura. Non si sa mai cosa può accadere nella vita e io voglio essere pronto a ogni evenienza, è per caso un reato essere lungimiranti? >> 
<< No… >> gli occhi chiari della donna, socchiusi in due fessure, continuarono a scrutargli il volto per qualche secondo in cerca del minimo indizio, cedimento o increspatura; giunta alla conclusione che non stava mentendo, si drizzò e gli donò un sorriso amorevole e che, allo stesso tempo, sembrava una minaccia << Confido sulla tua buona fede e sul fatto che tu non mi stia mentendo. Ora però è meglio se ti lascio ai tuoi fan. >> 
<< Come? >> 
La strega si sporse e fece un cenno con la mano a un piccolo gruppetto, di circa quattro persone, che sostavano a pochi metri da loro e che continuavano a fissare con insistenza l’uomo, confabulando tra di loro. Appena ebbero il via libera si precipitarono verso il loro idolo, il quale parve sinceramente spaesato per quel brusco scambio, tanto da rinsaldare la stretta sulla mano della corvina, che teneva ancora nella sua << Scusami, ma non dovevamo parlare dell’asta e delle tue idee in merito? >>
Dopo essersi liberata, con non poche difficoltà, dalla presa dell’amico, fece qualche passo indietro << Ne possiamo discutere con calma lunedì, in fondo hai spostato apposta l’appuntamento con il tuo notaio per me. >> prendendo al volo un calice di champagne da uno vassoio che veniva trasportato da uno zelante cameriere, Willow gli regalò un occhiolino scherzoso << Buon lavoro. >> 
Noah osservò con divertimento l’amica esibirsi in una perfetta reverenza, poi, quando lei gli diede le spalle, si concentrò sui quattro sconosciuti che lo circondavano e, con il suo solito atteggiamento gentile ed educato, si apprestò ad ascoltare quello che avevano da raccontargli i suoi fan, mentre autografava tovaglioli e calici di cristallo, che sicuramente sarebbero stati sottratti alla padrona di casa.
 
 
§§§
 
 
Aaron, dopo aver borbotto qualcosa di incomprensibile ai due cugini che avevano annuito come se avessero realmente compreso quello che aveva appena detto loro, sorrise a suo nonno, che lo scrutava con palese scherno, e si allontanò dal piccolo gruppo, prendendo una direzione del tutto diversa rispetto a quella intrapresa dagli altri due e da quella sciagurata di sua sorella minore che aveva tagliato la corda prima di tutti, lasciandoli da soli a penare. 
Il mago, appena ebbe riconosciuto una figura a lui ben conosciuta e, soprattutto, apprezzata, vi si diresse senza alcuno indugio, con gli occhi lucidi e la voce volutamente incrinata da un finto pianto << Camila. Oh, Camila! >>
La donna, che stava tranquillamente chiacchierando con due sue amiche, si sentì afferrare per l’avambraccio e strattonare leggermente. Roteando gli occhi al cielo e con l’esasperazione nel cuore, si voltò verso l’alto uomo che le si era attaccato nel medesimo modo che avrebbe adottato un bambino piagnucolante << Cos’hai combinato questa volta? >> 
<< Nulla. >> il marketing manager scosse il capo con veemenza << Lo giuro, è tutta colpa di Magnus che ha attirato attenzioni indesiderate. >> 
<< Quali attenzioni? >> 
<< Quelle di mia nonna. >> tentando di farsi piccolo-piccolo e di nascondersi dietro la schiena dell’amica, si guardò intorno con fare circospetto << Percepisco il suo sguardo giudicante su di me. >> 
La strega perlustrò a sua volta la stanza e individuò in fretta la padrona di casa che stava parlando con una donna con un orribile cappellino pieno di piume e a cui si stava avvicinando il marito con un’andatura quasi saltellante << Dubito fortemente che ti stia guardando male, al momento è occupata in una conversazione con un’invitata. Tuo nonno è più arzillo del solito, comunque. >> 
<< Lo credo bene, ci ha appena seviziati. In ogni caso io non sto parlando dei veri occhi di Kitty, ma di quelli della sua mente. >> a quelle parole uno strano grugnito di gruppo si sollevò dal trio di donne, che fece aggrottare la fronte del mago << Oh, voi ridete pure ma non avete la minima idea di cosa è capace di fare mia nonna. Sono certo, fin dalla più tenera età, che abbia dei poteri paranormali. >> 
<< Beh, essendo una strega è anche normali che li abbia. >> 
<< Non sto parlando di quelli comuni. >> sbottò Aaron, dando una leggera spintarella alla brasiliana << Sa fare e conosce cose che nessun’altro sa… Credo che sia una Legilimens, altrimenti non si spiega. >> 
Dopo aver rilasciato un lungo respiro, Camila si voltò leggermente in modo da mostrare completamente la figura dell’amico che la stava usando come uno scudo umano << Potresti ricomporti? Vorrei presentarti delle mie amiche. >> quando fece quanto richiesto, sorrise cordiale e indicò una alla volta le due spettatrici di quell’assurdo siparietto << Lei è Sherilyn Leeron… >>
<< La famosa sceneggiatrice. >> di fronte allo sguardo perplesso delle due, si spiegò << Tristan mi ha fatto una testa tanta riguardo alla tua bravura come scrittrice e per quanto riguarda il prossimo progetto che avete in comune. >> 
La pittrice per un nano secondo rimase di stucco, poi si ritrovò ad annuire: in effetti il suo migliore amico era stato particolarmente ripetitivo negli ultimi tempi e leggermente ossessionato dal suo nuovo film.
Sherilyn dal canto suo sentì le gote arrossarsi leggermente, ma tentò di mantenere un certo contegno e sorrise cordialmente all’uomo a cui strinse la mano con energia << Spero che non abbia esagerato con le lodi. >> 
<< Oh, no. Assolutamente. >> il marketing manager scosse la testa come a voler rimarcare la negazione con tutte le sue forze << Mi ha fatto leggere le prime pagine del copione e, benché io sia un profano in tale campo, le ho trovate molto avvincenti. >> 
Dopo l’esile e impacciato “Grazie” della scrittrice, Camila indicò la seconda donna che era rimasta stranamente in silenzio a studiare la scena con curiosità << Lei invece è… ma dove è andata? >>
Nel posto che fino a poco fa occupava Brenda non c’era più nessuno, così i tre si guardarono intorno per capire dove si fosse andata a cacciare. Fu però Aaron a trovarla, infatti quando si girò su sé stesso se la ritrovò di fronte con un sorriso affascinante e in mano un cocktail.
<< Per tutti i tanga multicolore di Merlino! >> l’uomo, non aspettandosi di certo che fosse alle sue spalle, sussultò visibilmente e sgranando gli occhi. 
La strega inclinò il capo di lato con fare lezioso << Per te. >> 
Il biondo concentrò la sua attenzione sul drink che teneva in mano e, appena lo riconobbe, aggrottò la fronte << Un Gimlet(1)… come facevi a sapere che è il mio preferito? >> 
<< Intuito. >> 
Facendo un passo indietro, in modo da trovarsi a pochi centimetri di distanza da Camila, le sussurrò in maniera del tutto udibile anche alle altre due << Anche lei ha dei poteri paranormali come nonna? >> 
La pittrice gli diede una leggera spallata, poi indicò l’amica << No, non li ha. Comunque si chiama… >> 
<< Brenda Moolenar, inquilina dell’appartamento 4B del palazzo Golden. >> 
La brasiliana posò entrambe le mani sui fianchi << Non era Cathleen quella inquietante che era a conoscenza di cosa che non doveva sapere? Bri si è trasferita qui neanche tre mesi fa e tu sei ritornato dopo mesi d’assenza giusto da un paio di giorni, mi spieghi come fai a saperlo? >> 
Un ghigno sinistro si dipinse sul volto dell’uomo, che additò con fare imperioso l’amica << Tutto merito di nonna. >> 
<< La figura di Cathleen Howard sta diventato, ogni minuto che passa, sempre più interessante, anche se devo ammettere che mi ha sempre affascinato. >> Brenda si intromise fra i due e stringense la mano del biondo.
Accettando con un sorriso cordiale, che però mostrava anche tutta la sua perplessità, il bicchiere, il marketing manager strinse gli occhi chiari in due fessure << Nonna è la vera star della nostra famiglia. Scusami se te lo chiedo, ma come funziona il tuo intuito? >>
<< Diciamo che è qualcosa di innato e che mi aiuta molto nel mio lavoro. Per esempio, grazie a esso, so che stai orchestrando qualcosa ai danni del tuo affascinante cugino. >> 
<< Tristan? >> portandosi il cocktail alle labbra e prendendone un sorso, l’uomo sollevò entrambe le sopracciglia << Giuro che è da un po’ che non è al centro dei miei scherzi o vendette. >> 
<< Intendevo il grande capo, Magnus. >> 
Aaron si raddrizzò in tutta la sua altezza, spostando lo sguardo su Camila, che per tutta risposta sollevò le mani, come a dire che lei non c’entrava nulla.
<< Sei per caso una giornalista? >> l’espressione dell’uomo rimase distesa e cordiale, ma quell’atteggiamento scherzoso e allegro scomparve in un battito di ciglia. Probabilmente la maggior parte delle persone non avrebbero notato quel cambiamento repentino, ma tutte e tre le donne erano molto brave, per un motivo o per un altro, ad accorgersi dei mutamenti dell’animo umano, oltre ad essere estremamente sensibili ed empatiche. 
<< In realtà mi ritengo più una scrittrice, anche se sì, sono anche una giornalista. >> 
<< Spero non per quel giornalaccio “The Apple of Scandal” o per qualcosa del genere. >> 
Breda sollevò il mento << Ci ho fatto il mio stage, ma è da parecchio tempo che non scrivo più per loro, anche se non vedo quale sia il problema se così fosse. >> 
Percependo che la tensione fra i due stava per trasformarsi in un vero e proprio incendio, Sherilyn si intromise << In realtà scrive per il suo blog “Black Moon”, è davvero ben fatto e molto interessante. >> 
Le spalle di Aaron si rilassarono immediatamente a sentire il nome del blog e il calore che solitamente lo caratterizzava tornò dirompente << Oh, lo conosco. Lo leggo praticamente ogni giorno, quasi non ci credo di essere di fronte alla sua creatrice. È un vero onore. >> 
L’angolo della bocca della strega tremò leggermente, era difficile non essere contenti di scoprire di avere dei lettori anche fra gli uomini e per di più così famosi, ma cercò di mantenere un atteggiamento distaccato << Non è nulla di che. >> 
<< Non è vero, adoro il tuo stile e come riesci a coinvolgere il lettore con i tuoi racconti, pare quasi di essere insieme a te nelle tue avventure. >> Aaron fece un passo avanti, portandosi la mano al petto << Mi dispiace molto per la mia reazione di prima, ma non sono un grande fan dei giornali scandalistici, di come modificano i fatti e di come creino problemi là dove non ce ne sono, solo per vendere qualche copia in più. >> 
Brenda, con il volto atteggiato in una finta offesa, socchiuse gli occhi << Ti perdonerò solo se mi dici cosa stai combinando ai danni di Magnus. >> 
<< Se il tuo intuito è così formidabile sono certo che lo scoprirai anche senza il mio aiuto. Altrimenti che divertimento c’è? Però >> l’uomo mise enfasi in quella piccola congiunzione, sollevando anche l’indice << posso dirti che si tratta di autoconservazione e che è stato il mio adorabile cugino a portarmi a questo punto. >>
Bevendo in un sol sorso il resto del drink rimasto, il mago scoccò un sorriso affascinante in direzione di tutte e tre le donne << Ora se mi volte scusare, in quanto nipote amorevole devo andare dalla mia splendida nonnina, che sta cercando di attirare la mia attenzione da almeno cinque minuti. >> consegnando il bicchiere vuoto a un cameriere di passaggio, che ringraziò con un cenno del capo << Vi auguro un buon proseguimento. >> 
Le tre donne lo guardarono allontanarsi, finché Sherilyn non ruppe il silenzio << Ma sono tutti così bizzarri nella sua famiglia? >> 
Camila si strinse nelle spalle non sapendo esattamente cosa dire per difendere i parenti del suo migliore amico. 
Brenda dal canto suo strinse le braccia sotto il seno e assottigliò leggermente gli occhi << Secondo me dipende dal fatto che siano inglesi. Popolazione strana quella là. >> 
 
 
§§§
 
 
Castiel, fermo nell’unico punto della sala non eccessivamente affollato, scrutò con attenzione e lentezza ogni invitato presente e ricercando al contempo dei volti familiari, ma purtroppo di Willow o di Henry nemmeno l’ombra. Per un attimo incontrò gli occhi chiari di Zelda, la sua vicina, che però allontanò velocemente lo sguardo, dopo essere improvvisamente arrossita e avergli fatto un cenno di saluto, ritornando così a chiacchierare con un suo conoscente. 
Un sospiro di pura frustrazione sfuggì dalle labbra del magiavvocato, che si mise a giocherellare con i gemelli che adornavano le maniche della sua candida camicia con il collo alla coreana, che veniva messa in evidenza dal suo completo blu notte. Non si poteva di certo definire timido o taciturno, ma di certo non era mai stato un animale da festa, anzi detestava il caos e l’eccessiva confusione che generavano quel genere di party. La colpa del fatto che si ritrovasse lì quella sera a farsi venire un’emicrania di prima categoria e a sentirsi estremamente a disagio era imputabile al suo senso del dovere, di certo non poteva rifiutare un invito diretto dei Conti di Northampton, e dei suoi più fidati amici, gli stessi che lo avevano abbandonato nel momento del bisogno e che lo avevano convinto rimarcando il fatto che non si poteva isolare per sempre nel suo appartamento con la sua Bunny. Ovviamente ora si pentiva, in particolar modo, di aver dato loro retta: sarebbe stato mille volte meglio essere considerato un bizzarro eremita amante dei coniglietti da compagnia, piuttosto che lì da solo come un perfetto imbecille. 
<< BUH! >> 
Fu solo grazie al suo proverbiale aplomb che Castiel non fece un salto di mezzo metro per lo spavento. Stringendo la mascella, si voltò verso il suo aguzzino << Vedo che il tuo modo di fare bambinesco non si cheta neanche in eventi del genere. >> 
Camden, con un sorriso malandrino a incurvargli le labbra, arricciò il naso divertito << No, in realtà peggiora. Però ammettilo, ti ho spaventato: ti ho visto sobbalzare, anche se solo leggermente. >> 
Il biondo roteò gli occhi chiari al cielo, per poi socchiuderli in due fessure quando si vide mettere di fronte al naso un bicchiere da cocktail << E questo cos’è? >> 
<< Un Sidecar… non è il tuo preferito? L’ho richiesto appositamente al barista. >> 
Sempre più perplesso, il magiavvocato prese in mano il drink e passò lo sguardo dal liquido ambrato al mago che gli stava di fronte << Ehm… grazie? >> 
<< Di nulla. >> il sorriso raggiante di Cam fece strabuzzare gli occhi dell’altro.
Dopo aver preso un sorso del drink e atteso invano uno dei soliti commenti o battute estemporanee del giovane, Castiel si voltò verso di lui e lo squadrò da capo a piedi, mentre teneva la mano libera all’intero della tasca dei pantaloni << Stai molto bene vestito così. >> 
Il diretto interessato guardò in basso, come se non ricordasse che cosa avesse indossato poco meno di un’ora prima. La camicia a mezze maniche, da cui si intravedeva una t-shirt bianca, si abbinava alla perfezione con un paio di pantaloni con righe bianche e alle semplici sneakers.
<< Merito delle mie amate sorelle. Appena hanno scoperto che ero stato invitato a questo esclusivo party hanno decretato che dovevamo fare una videochiamata in modo da decidere insieme cosa avrei indossato. Temevano che le avrei messe in ridicolo, da non crederci davvero: io ho molto stile. >> decretò con fare arrogante, estraendo dalla taschina della camicia gli occhiali da sole << Non è vero? >>
<< Uhm. >> l’accenno poco convinto del mago venne accolto con un sospiro soddisfatto dall’altro, che si iniziò a guardare attorno tutto tronfio, finché non venne distratto da una domanda << Perché credo che il tuo outfit comprendesse una giacca. >> 
<< Perché conosci bene le mie sorelle. Volevano che indossassi un maledetto completo ma io, ovviamente, mi sono rifiutato, quindi siamo arrivati al compromesso che almeno avrei indossato una giacca. >> 
<< E che fine ha fatto? >>
<< Non lo so e non mi interessa. >> stringendosi nelle spalle Camden salutò distrattamente una donna bionda che era passata vicina a loro e aveva sfiorato il braccio del moro con fare sensuale << Me ne sono sbarazzato appena sono entrato. >>
<< Capisco. >> borbottò il magiavvocato, guardando il moro dare le spalle con nonchalance alla giovane che gli stava facendo gli occhi dolci << Scusa la domanda, ma perché sei qui con me? >> 
Cam aggrottò la fronte perplesso << Cosa intendi? >>
<< Insomma, so per certo che sei un festaiolo e che qui in giro ci siano un sacco di tuoi amici e conoscenti. Quindi cosa ti spinge a stare rintanato in un angolo? >> 
Le sopracciglia scure e folte del mago scattarono in alto, poi un sorriso rassicurante di dipinse sul suo volto << Beh, tu in verità: so che questo genere di eventi sociali ti mettono a disagio e quindi voglio farti compagnia. Rimarrò qui accanto a te finché non ti sarai ambientato. >> 
A quelle parole Castiel percepì un piacevole tempore invadergli il corpo, facendogli rilassare i muscoli che fino ad allora erano stati sotto un continuo stato di tensione. Probabilmente se fosse stato chiunque altro a dirgli quelle cose si sarebbe mortalmente offeso e avrebbe negato, non potendo tollerare che qualcuno lo potesse conoscere così bene e che fosse a conoscenza dei suoi punti deboli. Con Camden però non era così, la sua franchezza e la sua inaspettata gentilezza erano state un balsamo per il suo impaccio, facendolo sentire al sicuro in un ambiente per lui difficile da affrontare.
Un sorriso incerto si delineò sul bel volto del magiavvocato << Ok. >>  
Cam ricambiò il sorriso e iniziò a chiacchierare del più e del meno, tenendo da parte la sua parte più frizzante e che andava a scontrarsi con quella più rigida del biondo, favorendo così un clima più disteso e sereno, in modo da aiutare Cas a sentirsi sicuro e pronto ad affrontare il resto degli invitati. 
 
 
§§§
 
 
<< Dovresti provarci. >> 
<< Sarebbe un palese favoritismo nei miei confronti. >>
Tristan, all’udire quelle parole, aggrottò la fronte e l’atteggiamento canzonatorio che aveva fino a un’istante prima si fece duro << Credi forse che, solo perché sei amica della mia migliore amica, questo ti metta in una posizione di vantaggio rispetto agli altri? Ma chi ti credi di essere e soprattutto con chi credi di avere a che fare? >>
Lo sguardo di Malaika si fece adamantino << Riascolta quello che hai detto “Non abbiamo ancora trovato l’attrice che dovrebbe interpretare l’antagonista e tu saresti perfetta; perché non vieni alle audizioni? Sarà una cosa informale e veloce.” >>
Camila, che si trovava letteralmente in mezzo fra i due, tentando di non scoppiare a ridere di fronte allo scimmiottamento perfetto del suo migliore amico, sollevò entrambe le mani << Time out. Come al solito siete partiti in quarta e avete mal interpretato le parole l’uno dell’altro. >> 
<< Oh, io di certo non ho mal interpretato proprio nulla. >> Tristan con il mento sollevato, in una palese dimostrazione di orgoglio ferito, additò l’afroamericana e disse con voce lamentosa << Mi ha dato del venduto e del poco serio. >> 
<< E tu dell’incapace. >> si intromise Mal, con il sopracciglio inarcato e le braccia strette al petto << Come se avessi bisogno del tuo aiuto per ottenere un ruolo. >>  
Prima che i due potessero saltarsi nuovamente alla gola, la pittrice che, benché avesse dei tacchi vertiginosi, rimaneva più bassa dei due nonostante il suo metro e settanta, schioccò più volte le dita per attirare l’attenzione su di sé << Maledizione, siamo a un cocktail party di un certo livello, piantatela di bisticciare come due bambini. >> a quelle parole entrambi i litiganti si zittirono per l’imbarazzo << Mal, sai quanto io ti voglia bene, ma hai davvero la brutta tendenza a prendertela per un non nulla: Tristan voleva solo farti sapere che le audizioni sono ancora aperte e che, con la tua esperienza nel campo teatrale, saresti una perfetta antagonista. Non voleva proporti un provino fittizio o una corsia preferenziale, lo sai anche tu che non è nel suo stile. >> 
L’attrice, a mal in cuore, si trovò costretta ad annuire, arricciando comunque il naso, infastidita dal dover ammettere di aver sbagliato, soprattutto perché Tristan, dal canto suo, non cercava neppure di mitigare la cosa visto che aveva gonfiato il petto tutto tronfio e le aveva fatto una linguaccia da dietro le spalle dell’amica. La quale, però, si voltò di scatto, facendolo sobbalzare, e lo additò con fare minaccioso << Tu piantala subito di gongolare, se sapessi esprimerti in maniera più consona e non avessi sempre quell’atteggiamento canzonatorio nessuno ti mal interpreterebbe. >> 
<< Malaika è la sola che non mi capisce. >> 
Camila si portò entrambe le mani sui fianchi << Hai davvero bisogno che riporti alla luce la conferenza stampa del tuo ultimo film e su quanti soldi abbia speso la casa di produzione per sistemare la cosa? >> 
Il regista dischiuse le labbra e sollevò l’indice destro, ma alla fine non disse nulla, limitandosi a chiudere la bocca e ad abbassare il capo, mentre Mal ghignava soddisfatta. 
<< Tutto bene qui? >> la voce calda di Magnus giunse sul piccolo gruppo all’improvviso, facendo voltare i tre nella sua direzione come un sol uomo. 
L’imprenditore aveva infatti attraversato in fretta e furia la sala quando si era reso conto della tensione palpabile che intercorreva fra suo fratello e le due donne.
<< Mi bullizza. >> si lagnò Tristan, additando l’afroamericana che si limitò a inclinare il capo di lato, come a dire “Sul serio?”.
Magnus inarcò il sopracciglio destro, poi si voltò verso le due << Se vi ha dato fastidio, fate più che bene a maltrattarlo. >> 
<< Ehi! >> al tono insieme sorpreso e offeso del regista, i tre scoppiarono a ridere a cui, poco dopo, si unì il diretto interessato. 
Malaika fu la prima a riprendersi e, dopo aver posato prima gli occhi scuri su Magnus e poi su Camila, un sorriso malandrino le incurvò le labbra piene << Visto che abbiamo appianato le nostre divergenze è meglio se discutiamo del provino in separata sede. >> 
Tristan, perplesso dal cambio repentino di Mal, la guardò perplesso << Come scusa? >> 
La donna si avvicinò al corvino, sotto gli sguardi stupiti dei tre, e gli arpionò l’avambraccio << Non vorrai tediare tuo fratello e Camila con informazioni irrilevanti e noiose sull’audizione, tipo dove e quando si svolgerà. >> 
<< Eh? >> 
L’espressione dell’attrice si fece marmorea e, intanto che i suoi occhi rimanevano piantati in quelli del regista, accennò con il capo l’amica in comune. All’uomo, grazie a quel piccolo gesto, ci volle una frazione di secondo per capire quali fossero le intenzioni dell’altra, quindi si esibì a sua volta in un sorriso da vero birbante << Hai perfettamente ragione, mia cara! Noi togliamo il disturbo. >> poi si rivolse a una Camila a dir poco perplessa dal comportamento strano dei due << Tu potresti approfittare per proporre quella cosa a mio fratello… >> 
Gli occhi solitamente calorosi della pittrice si fecero di ghiaccio, intimando ai due amici di azzittirsi immediatamente, cosa che ovviamente entrambi non fecero; anzi, nel dubbio che la brasiliana non avesse compreso il suggerimento, Malaika rincarò la dose << Mi pare un’ottima idea, ci hai fatto una testa tanta per quel benedetto dipinto. Chiediglielo. Sono certa che non ti dirà di no. >> 
Dato il colpo di grazia, i due risposero all’espressione omicida di Camila con amabile sorriso, poi salutarono Magnus e, a braccetto, si allontanarono. L’idillio fra i due durò meno di sessanta secondi, visto che sotto gli sguardi attenti di Camila e Magnus, quando avevano percorso appena pochi metri, Tristan diede una spintarella a Malaika, che rispose con un pugno ben assestato sulla spalla del corvino, che iniziò subito a lamentarsi del dolore massaggiandosi il punto colpito.
<< Non ho capito. >> l’imprenditore, senza voltarsi verso la strega che lo affiancava, con la fronte aggrottata osservò il fratello riprendere a discutere con Mal << Sono amici oppure no? >>
La pittrice storse leggermente il naso << Più o meno, il loro rapporto si potrebbe equiparare a quello fra cane e gatto. Passano più tempo a discutere e a infastidirsi a vicenda, ma alla fine vanno quasi sempre d’accordo… a dir la verità quasi mai, ma ogni tanto capita. >> 
Il mago rimase per un attimo in silenzio, poi si voltò verso la brasiliana, palesemente divertito << Ogni tanto? >> 
Un sorriso fiorì sul volto della donna, che iniziò a ridacchiare sommessamente << Quello a cui abbiamo assistito è un evento più unico che raro, quei due vanno d’accordo solo un paio di volte all’anno. >> si avvicinò di un passò al suo interlocutore con fare cospiratorio << Nessuno lo sa, ma il mio secondo lavoro è quello di arbitro per le loro dispute. >> 
<< Allora ti devo ringraziare. >> Magnus prese la mano sinistra di Camila e le depositò un lieve bacio sul dorso, in segno di riconoscenza << Conoscendo mio fratello, già il fatto che non sia finito in mezzo a un duello con la tua amica è a dir poco incredibile. >>
Le gote della pittrice si imporporarono, ma mantenne il suo sorriso allegro e si esibì pure in un regalo cenno del capo << Di nulla. >> poi gli fece cenno di avvicinarsi e, quando lui lo fece, gli sussurrò all’orecchio << In realtà devo ammettere che una volta hanno rischiato di schiantarsi a vicenda. >> 
L’amministratore delegato dell’Howard Company drizzò la schiena con fare fintamente oltraggiato << Ma come è potuto accadere? >> 
<< Ahimè, dopo una serata ad alto contenuto alcolico, erano entrambi pesantemente brilli e si sono messi a discutere su chi spettasse l’ultimo pezzo di pizza. >> 
<< Ah, quindi la pietra della discordia è stata la pizza. Posso comprenderli. >> 
Gli occhi eterocromi di Camila brillarono di divertimento << Ringrazio che abbiano sguainato le bacchette e non siano arrivati alle mani, in fondo mi è bastato disarmarli per porre fine alla lite. >> di fronte allo sguardo palesemente perplesso dell’uomo, si spiegò << Malaika diventa una vera belva quando si tratta di cibo e poi pratica la capoeira, se lo sarebbe mangiato vivo. >> 
Magnus si girò verso il punto in cui si erano diretti il fratello e l’amica, fra tutte le persone che affollavano la sala riuscì solo a intravedere la criniera di ricci di quest’ultima << Quando l’ho incontrata la prima volta mi è parsa una così simpatica e tranquilla ragazza. >> 
<< E lo è, lo giuro. >> la pittrice rise apertamente all’espressione diffidente del mago << Con Mal è importante ricordarsi tre cose: non rubarle il cibo, non offenderla e non svegliarla male; per il resto è un bignè di pura dolcezza. >> 
Di fronte al sopracciglio inarcato dell’uomo, la strega mantenne il punto per qualche secondo, poi si vide costretta a ricontrattare << Ok, forse “di pura dolcezza” è un’esagerazione, ma posso assicurarti che è molto simpatica. >>
La fronte corrucciata dell’uomo e lo sguardo fisso nel punto in cui il fratello minore era scomparso, le fece comprendere che non lo aveva convinto del tutto, ma rimase sorpresa quando lo vide abbassare gli occhi chiari su di lei, come se si fosse improvvisamente ricordato qualcosa << Di quale dipinto stavano parlando? >> 
Camila sbatté un paio di volte le palpebre, palesemente spaesata, poi si schiarì la gola << C-come? >> 
<< Prima di andarsene Tristan e Malaika ti hanno esortato a chiedermi qualcosa… credo che riguardasse un dipinto. >>
Quel repentino cambio di argomento comportò un attimo di disagio nella donna, che alla fine drizzò le spalle e si fece coraggio: insomma era Camila Dourado Borges, mica una scolaretta impaurita << Ebbene, volevo chiederti se ti andasse di posare per un ritratto. >> 
A quel punto le posizioni si invertirono e quello che si ritrovò a balbettare fu proprio Magnus << C-come? >> 
<< Mi piacerebbe molto ritrarti. Insomma sei un uomo di spicco e un vero genio, oltre poi al fatto che sei un modello perfetto; non credo di essere la prima a dirti che sei molto bello, no? >> 
L’uomo si grattò il mento irsuto, in totale imbarazzo << No, cioè sì… Insomma, mi è stato detto che sono attraente… >> poi guardò da sotto le ciglia la strega << Cosa intendi quando dici che vorresti ritrarmi? Vestito o… >> iniziò a muovere le mani davanti al torace, ormai in completo stato di panico << o nudo? >> 
<< No no no, vestito. >> poi, non riuscendo a trattenersi dal canzonarlo, la pittrice gli fece un occhiolino scherzoso e insieme sensuale << A meno che tu non preferisca che ti dipinga come mamma ti ha fatto. >>
Ormai più simile a un pomodoro maturo che a un essere umano, Magnus scosse la testa con veemenza << No, vestito va benissimo. >> poi prese un profondo respiro, nel vano tentativo di riconquistare un minimo di controllo, mentre si sistemava i risvolti della giacca << Se per te non è un problema, vorrei pensarci un po’ su prima. >>
<< Certamente. >> 
Il caloroso sorriso della donna, rasserenò l’amministratore delegato che si sentì più tranquillo a prole qualche altra domanda << Nel caso accettassi, che fine farebbe il mio ritratto? >>
Camila fece un cenno di ringraziamento al cameriere che le porse un calice pieno di champagne, poi tornò a prestare la sua totale attenzione all’uomo che le era di fronte << Beh, ovviamente puoi tenerlo tu oppure donarlo a chi vuoi. Altrimenti, se per te non è un problema, posso darlo a Willow che lo esponga nella galleria dei tuoi nonni, in fondo sono una delle loro artiste. >> 
<< Ammetto che mi farebbe un po’ strano sapere che il mio dipinto è esposto sulla parete di un perfetto estraneo. >> 
<< Beh, se ci pensi in molte abitazioni ci sono ritratti di persone sconosciute. >> la strega si strinse nelle spalle << Non è poi così strano. >> 
<< Sì, ma la maggior parte delle persone ritratte sono morte e non sanno che la loro immagine è andata ad abbellire la dimora di uno sconosciuto. >> Magnus arricciò il naso, per poi infilare le mani nelle tasche dei pantaloni << E se poi uno squilibrato comprasse il mio ritratto? Guarda che non c’è nulla da ridere, benché non sia una celebrità come il mio fratellino, anch’io ho ricevuto un certo numero di lettere strane da quelli che si definiscono miei “fan”: solo in quest’ultimo anno ho ricevuto otto proposte di matrimonio. >> 
<< Otto? >> 
Di fronte agli occhi della brasiliana, lucidi per le troppe risate, l’imprenditore non riuscì a trattenere un sorriso divertito << Sì, otto. Alcuni mi hanno pure mandato i documenti perfettamente compilati, era sufficiente che firmassi e sarei stato legalmente sposato. >> 
<< C’è da dire che hai degli ammiratori a dir poco efficienti. >> 
<< Già. >> l’uomo venne percorso da un brivido << E anche vagamente spaventosi. >> 
<< Si ammira sempre ciò che non si capisce davvero. >> 
<< Eleanor Anne Roosevelt. >> disse Magnus, riconoscendo la citazione e annuendo distrattamente << È proprio così; nel mio caso vengo ammirato per i miei successi, per il mio conto in banca e per il mio aspetto, non per quello che ho davvero creato. Ammetto che ogni tanto mi sento solo un fantoccio, in mano a burattinai che tirano i fili. >> 
Camila aprì la bocca, ma non ebbe modo di dire nulla perché l’attenzione del mago venne distratta da un uomo distinto che gli faceva cenno di raggiungerlo << Scusami tanto, ma ora ti devo lasciare. >> le sorrise calorosamente << Ti farò sapere il prima possibile per quanto riguarda la questione del ritratto. Buona serata. >> 
La pittrice annuì, per poi osservare la schiena dell’uomo allontanarsi sempre più. Leggere il dispiacere sul volto di lui era stata una sorpresa visto che non era il genere di persona che abbassava la guardia facilmente, quindi, dopo aver preso un piccolo sorso del delizioso champagne, si allontanò, riflettendo attentamente su quello che si erano detti.  
 
 
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<< Credevo di averti educato meglio di così Tristan. Da quando in qua spintoni le donne? >> 
<< Quella è una megera e quindi non vale. >> il regista arricciò il naso infastidito alla ripresa bonaria di Noah che lo aveva affiancato.
Le sopracciglia scure dell’attore si inarcarono a formare un arco perfetto << Poco importa, non dovresti farlo. >> 
<< Se hai visto la mia innocente spintarella, avrai anche notato che lei mi ha rifilato un pugno. >> si lagnò massaggiandosi il punto leso, come a voler sottolineare il dolore che stava provando << Quella là è crudele. >> 
<< Mi dispiace un sacco. >> roteando gli occhi al cielo e trattenendo a fatica uno sbuffo infastidito, l’amico gli diede qualche pacca consolatoria sulla spalla sana << Di cosa stavate discutendo, comunque? >> 
<< Del suo provino: forse sono riuscito a trovare la tua antagonista perfetta. >> 
Noah si voltò verso la donna che stava chiacchierando con Camden e che si trovava dall’altra parte della terrazza << La mia co-protagonista che si svelerà essere la cattiva? Interessante. >>
Il mago venne distratto dalle sue elucubrazioni mentali, quando udì l’amico richiamare l’attenzione di due persone poco distanti da loro. Castiel, che stava avendo una piacevole e tranquilla conversazione con Zelda, sollevò lo sguardo perplesso su Tristan << Secondo te posso citare in giudizio Mal per avermi dato un pugno? >> 
Un sospiro esasperato sfuggì dalle labbra del magiavvocato, emulato da Noah, tant’è che i due si scambiarono un mezzo sorriso di comprensione reciproca << Guarda che ti ho visto: tu l’hai spintonata e lei ha ricambiato, seppur in maniera esagerata. Ti prego, non aggiungere dell’altro lavoro inutile ai miei innumerevoli casi. >> 
Il regista atteggiò il bel viso in un’espressione contrariata << Cattivo. >> poi si voltò verso la bellezza rossa che li guardava palesemente divertita << Se non sbaglio tu devi essere Zelda, l’amica di Camila. Ci siamo incrociati qualche volta di sfuggita. >> 
La designer annuì, intanto che giocherellava con lo stelo del calice di cristallo << Sì, esatto. >>  
<< Beh, lascia che ti presenti il mio amico qui. >> Tristan indicò l’alto uomo che già le stava allungano la mano destra << Noah Hansen, lei è Zelda Nightingale. >> 
<< Piacere. >> 
Le gote della strega si imporporarono leggermente mentre ricambiava la stretta calda, ma mantenne una postura diritta e lo guardò senza esitazione negli occhi blu << Piacere mio. >>
<< Di cosa stavate parlando prima che questo bambinone vi interrompesse in maniera barbara? >> 
<< Bambinone sarai tu. >> 
Il borbottio di Tristan venne bellamente ignorato dal diretto interessato, anche se Zelda non riuscì a trattenere un sorriso divertito per il tono lamentoso << Della mostra fotografica di Annie Leibovitz(2). >> 
<< Ne ho sentito parlare. >> gli occhi di Noah si illuminarono immediatamente al sentir nominare la famosa fotografa babbana << Se non sbaglio dovrebbe aprire tra poco. >> 
Castiel annuì, mentre prendeva una forchettata di pasta al pesto dal piatto che teneva in mano << Pensavamo di andare insieme all’inaugurazione visto che Will ci ha esteso l’invito. >> 
<< Davvero? >> Tristan aggrottò la fronte perplesso << Come mai mia cugina non mi ha fatto sapere nulla? >> 
L’avvocato, dopo ver mandato giù il boccone, inclinò il capo di lato << A me ha detto che ti ha girato l’invito, ma che non le hai detto nulla in merito. >> 
<< Ah. >> al giovane Howard tornò in mente una conversazione avuta di fretta con la parente e del biglietto cartaceo che sostava su un angolo della sua scrivania insieme ad altre numerose lettere mai aperte. Un sorriso contento si delineò sul volto dell’uomo, che diede una pacca sulla schiena di Noah << Beh, sarai il mio più uno. Possiamo andarci tutti e cinque insieme, che ne pensate? >> 
Zelda si portò il calice alle labbra e, prima di prendere un sorso, annuì << Per me non ci sono problemi. Anche se non mi aspettavo vi potessero piacere cose del genere. >> 
<< Io sono cresciuto in mezzo all’arte, noi Howard ce l’abbiamo nel sangue. >> poi indicò con il pollice l’amico al suo fianco << Lui invece ama molto la fotografia: è uno dei suoi hobby preferiti. >> 
<< Davvero? >> 
Noah annuì, per poi stringersi nelle spalle << Si tratta per lo più di scatti amatoriali. >> 
<< Ottimo, oltre a Will avremo un altro esperto del campo. >> Castiel sorrise, poi aggrottò la fronte perplesso << Probabilmente sarai l’unico a farci da Cicerone, conoscendo Willow lei sarà nel pieno della sua battuta di caccia. >>
Zelda aggrottò la fronte palesemente divertita e insieme perplessa << Battuta di caccia? >> 
Tristan annuì con fare saggio << Conoscendo mia cugina cercherà di accaparrarsi i pezzi migliori fin dalla prima sera. Sembra tanto piccola e carina, ma una volta ha quasi fatto piangere un banditore d’aste. >> 
Una sommessa risata sfuggì dalle labbra carnose della designer << Allora ci aspetta una serata emozionante se queste sono le premesse. >> 
Castiel annuì, per poi sollevare il suo calice di vino bianco << Una serata alla scoperta di una nuova mostra con possibile braccio di ferro tra esperti d’arte. Non vedo l’ora. >> 
Gli altri tre sollevarono a loro volta i rispettivi bicchieri e brindarono a una serata interessante, mentre, in un’altra stanza dell’immenso attico, a Willow sfuggì un breve starnuto, che la portò ad aggrottare la fronte perplessa “Che qualcuno stesse sparlando di lei?”.
 
 
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Joël s’infilò silenziosamente nell’enorme biblioteca dei Conti di Northampton e, prima di  richiudere lentamente la porta, si accertò che nessuno lo avesse seguito fino a lì. Rimase qualche secondo a osservare l’uscio chiuso, quasi avesse timore che qualcuno potesse all’improvviso aprilo per chiedergli un autografo o qualche informazione sul nuovo romanzo che stava scrivendo. Appena si fu convinto che era finalmente in salvo lasciò andare il respiro, che non si era reso conto di trattenere, e si voltò a studiare l’ambiente che lo circondava: la biblioteca, come ben sapeva visto che non era la prima volta che vi entrava, era sviluppata su tre stanze disposte a U, che circondavano una quarta stanza segreta che altro non era che un angolo lettura privato. Cathleen, per quanto avesse una grande passione per lui, non aveva voluto svelargli il trucco con cui arrivarci e, anzi, lo aveva sfidato a scovarlo da solo. Lo scrittore, aggrottando la fronte, si avvicinò agli immensi scaffali che arrivavano fino al soffitto: negli ultimi quattro anni le aveva provate tutte e ancora non era riuscito a svelare l’arcano. 
Stava valutando, guardando i dorsi dei libri senza vederli realmente, la possibilità che la cara Contessa avesse optato per una crittografia a pressione, quindi utilizzando le piastrelle esagonali del pavimento, quando un leggero starnuto attirò la sua attenzione. Perplesso, il mago attraversò l’arco che divideva la prima dalla seconda stanza, e si ritrovò di fronte a una donna elegantemente seduta su di una poltrona di pelle.
<< Buonasera. >> 
Il saluto educato fece sobbalzare la strega, che sollevò la testa di scatto e contemporaneamente lasciò ricadere il libro che aveva in mano in grembo << B-buonasera. >>
Di fronte al palese imbarazzo della giovane, Joël distese il volto, facendo scomparire le rughe che gli solcavano la fronte, e le sorrise cortese << Scusa, non volevo spaventarti. >>
<< Oh no, assolutamente. >> chiuso il libro e sistemato sul comodino fatto di voluminosi tomi che affiancava la poltrona, la castana si alzò << Più che altro la mia sorpresa è dovuta al fatto che sono stata scoperta a nascondermi qui. >> 
<< Non sei un animale da festa? >> 
Arricciando il naso imbarazzata, la donna scosse il capo << Non tanto. >>
<< Ti capisco, tranquilla. >> lo scrittore le allungò la mano destra << Comunque io sono Joël Webster, tu invece? >> 
<< Oh, so perfettamente chi sei. >> 
Di fronte all’espressione perplessa dell’uomo, la strega scosse la mano in aria prima di ricambiare la stretta << Scusami, io sono Sherilyn Leeron. Credo che sarai stanco di sentirtelo dire, ma sono una tua grande fan. >>
<< In realtà mi fa piacere invece conoscere i miei lettori. >> il sorriso cordiale venne presto accompagnato dal corrugamento della fronte mentre ripensava al nome di lei << Ti sembrerà strano, ma mi pare di aver già sentito il tuo nome di recente… Leeron… La Signorina Leeron… Ah, ora ricordo! Ho letto il tuo nome sul copione dell’adattamento cinematografico che vorrebbero fare del mio primo romanzo. >> 
Sherilyn deglutì a vuoto, poi annuì mentre intrecciava le mani per evitare di iniziare a gesticolare per l’agitazione << Sì, s-sono io. >> 
<< Uhm. >> quel semplice suono indistinto, emesso da uno dei più rinomati scrittori al mondo, ebbe il potere di far precipitare l’autostima della ragazza sotto le suole delle decolté.
<< Non ti è piaciuto? >> 
Joël, che si stava dirigendo verso la seconda poltrona di pelle, si sedette e si allungò a dare un’occhiata alla copertina del libro che la donna aveva appoggiato poco prima << L’Isola del Tesoro, ottima scelta. >> 
La sceneggiatrice fece un esitate passo in avanti, poi si fermò arrossendo nuovamente per l’imbarazzo << Si tratta di uno dei primi libri che ho letto da bambina… è una prima edizione, non ne avevo mai visto una. >> 
<< Si può dire che sia stato questo romanzo a farmi appassionare alla lettura, quindi posso nuovamente capirti alla perfezione. >> il mago le sorrise affascinante, si adagiò contro lo schienale e le sorrise tra il divertito e il perplesso << Puoi sederti se ti va. >> 
Come una scolaretta impaurita, Sherilyn annuì e si accomodò a sua volta, poi aggrottò le sopracciglia e si prese il volto fra le mani << Oddio, sto facendo la figura della scema. >> 
Una bassa e affascinante risata scappò allo scrittore, che portò la castana a guardarlo attraverso le fessure delle dita << Se fai così non sei di molto aiuto. >> 
<< Scusa, hai ragione. >> trattenendosi dallo scoppiare in una nuova risata, Joël si girò leggermente verso di lei e le sorrise incoraggiante << Ti assicuro che il copione che hai scritto è il miglior adattamento di un mio lavoro che io abbia mai letto. >> 
Allontanando le mani dal volto, la giovane ricambiò il sorriso con esitazione e trepidazione << Davvero? >>   
Joël annuì << Assolutamente. >> 
<< Ne sono oltremodo contenta. La scomparsa di Monroe Ellis è uno dei miei libri preferiti. >> stringendo il braccio della poltrona, Sherilyn si sporse leggermente verso di lui << Quindi accetterai la proposta? >>
A quelle parole, le labbra dell’uomo si strinsero brevemente in una linea poi fissò gli occhi verdi in quelli scuri di lei << Non è a causa tua, ben intenso, ma non credo che lo farò. >> 
La sorpresa si delineò sui bei lineamenti della strega, che, dopo un iniziale sconcerto, cercò di dissimulare le sue emozioni e inclinò il capo di lato << Posso sapere il perché? >> 
<< Beh, ho visto molti adattamenti e nessun film è mai riuscito a rendere al meglio le opere da cui sono stati tratti. >> l’uomo si strinse brevemente nelle spalle << Si sa che il modo cinematografico deve adattarsi ad alcune regole non scritte, che invece nell’editoria non ci sono. >> 
<< Quello è vero, ma si possono sempre cercare di raggirare. >> Sherilyn si spostò dietro l’orecchio una ciocca di capelli sfuggita dall’elaborata acconciatura << È vero che i film hanno dei modi differenti di raccontare una storia, ma tu, in quanto autore, puoi sempre mettere dei paletti, in modo tale che non si “esca dai binari” o che non si mali interpreti qualche passaggio. >> 
<< Interessante. >> massaggiandosi il mento, Joël lanciò un’occhiata incuriosita alla donna che lo affiancava << Posso fare qualsiasi genere di richiesta? >> 
<< Praticamente sì, insomma rimanendo ovviamente nel possibile. >> 
Un sorrisetto divertito si delineò sulle labbra dello scrittore << Cercherò di fare del mio meglio. >>
<< Allora hai cambiato idea? >> 
Di fronte all’allegria contagiosa della giovane, il mago si lasciò andare in un vero e proprio sorriso << Non posso darti la conferma al 100%, ma se ti va possiamo parlare delle modifiche che vorrei che facessi al copione. Dopo che lo avrai fatto e se mi piacerà il tutto, ne parlerò con il mio manager. >> 
Gli occhi scuri da cerbiatta della sceneggiatrice si illuminarono e, dopo aver estratto dalla sua borsetta un taccuino, lo incitò mentre apriva la penna a sfera << Allora mettiamoci subito all’opera.>>
 
 
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La cucina dei Conti di Northampton era piena di rumori di stoviglie che venivano spostate e di coltelli che affettavano alla velocitò della luce, ordini perentori venivano gridati da voci ferme che indirizzavano il lavoro. I vapori delle pentole ispessivano l’aria rendevano l’ambiente in qualche modo irreale, mentre figure sfocate si muovevano in mezzo, ormai avvezze a quello stato e avendo acquisito una vista che gli permettesse di muoversi con agilità, un po’ come i felini al buio. Budhil, concentrato sulla sua salsa speciale che avrebbe accompagnato il filetto, si sollevò con qualche mugugno a causa della posizione chinata che aveva tenuto per troppo tempo. Quando si fu raddrizzato fece un salto all’indietro con il cuore che batteva furiosamente nel petto: oltre l’isola di marmo sostava con un mezzo sorriso, tra l’inquietante e l’amorevole, nientepopodimeno che la padrona di casa.
Cathleen si levò gli occhiali appannati dal viso e li strofinò con un fazzoletto di stoffa, mentre stringeva gli occhi chiari nel vano tentativo di rendere più nitida la figura sfocata del cuoco << Ma che buon odorino che c’è qui. Quella deve essere la tua famosa salsa ai lamponi, giusto? >> 
Il mago annuì, ma rendendosi conto che la donna probabilmente non riusciva a vederlo, assentì con un tono di voce di almeno due decibel in troppo.
La contessa arricciò il naso divertita << Mio caro, sono cieca, mica sorda. In ogni caso, hai ultimato la salsa? >>
Lo chef non ebbe modo di fare altro se non ripetere nuovamente di “Sì.” che la strega si voltò verso il suo braccio destro, Gloriana << Potete andare avanti da soli o avete ancora bisogno di lui? >>
La diretta interessata sollevò per un attimo le sopracciglia perplessa, ma poi avvenne qualcosa di strano: le due donne parvero comunicare telepaticamente, tanto che la cuoca si esibì in un sorrisino malandrino << No, ce la caviamo perfettamente da soli. >> 
<< Meraviglioso. >> Cathleen allungò la mano destra verso Buddy che la studiò con aria interrogativa << Suvvia, non avrai mica paura di un’innocua vecchietta. >> 
Se fosse stato presente anche solo uno dei nipoti della donna probabilmente sarebbe esploso in un “Innocua un par de palle.”, ma per sfortuna del giovane nessuno di loro era nei paraggi per avvertirlo, quindi Budhil si vide spinto (letteralmente visto che Gloriana gli aveva appoggiato il palmo sulla schiena per sospingerlo) ad accettare la mano curata del suo capo. Di certo il mago non si sarebbe aspettato di essere trascinato fuori dalla cucina e condotto in una stanza nell’ala privata dei Conti, dove agli ospiti e al personale non era permesso di mettervi piede. 
<< Miss Celine(3) mi scusi tanto per l’attesa, ho finalmente recuperato il bel ragazzo di cui le avevo parlato. >>
Cathleen fece praticamente piroettare Buddy al centro della stanza, ritrovandosi così a qualche piede di distanza da una donna, alta poco meno di un metro e cinquanta, vestita con un abito sgargiante accompagnato da lunghi guanti rosa shocking fino al gomito, un turbante bianco e da degli occhiali dalla montatura nera, che erano appoggiati sulla punta del naso << Oh, davvero bello. Concordo. Mi ricorda molto Suraj Sharma con cui ho lavorato a Vita di Pi(4). >> fattogli cenno di avvicinarsi, la strega gli sussurrò all’orecchio << Un vero tesoro, ma pieno di vita come pochi. Non so se mi spiego. >> 
Budhil, non sapendo bene se arrossire come un peperone alle parole e all’occhiolino ammiccante della sarta o scoppiare a ridere, si voltò verso la padrona di casa che si esibì in una risata argentina << Miss Celine, un minimo di contegno, così lo spaventi. >> dandogli al giovane una leggera pacca sulla spalla << Le piace trovare assomiglianze improbabili, pensa che dice che io sono identica a Diane Keaton. >>
<< Sei la sua fotocopia sputata! >> 
<< Sì-sì, come no. >> la contessa roteò gli occhi al cielo con fare teatrale, poi indicò il povero ragazzo che si trovava marcato stretto dalle due e che muoveva la testa per guardare prima l’una e poi l’altra, come se stesse assistendo a una partita di tennis << Ora però abbiamo cose più importanti da fare: hai qualche idea in merito? >> 
Miss Celine fece un passo indietro e squadrò da capo a piedi il cuoco << Per prima cosa dovremmo sbarazzarci del cucchiaio che ha in mano. >> 
Estratta la bacchetta di cedro da una tasca dell’ampia gonna, Cathleen l’agitò senza proferire parola e il mestolo schizzò via dalle dita del suo proprietario in direzione della cucina. Tutti e tre udirono qualcosa che si rompeva e un urlo attutito, ma le due donne non parvero farci caso. 
<< Bene. >> Miss Celine iniziò a girargli attorno come un avvoltoio, mentre un metro che aveva richiamato con uno schiocco di dita gli prendeva le misure << Con questo fisico gli starebbe bene di tutto. >> 
<< Vero? >> le fece eco la contessa con gli occhi luccicanti, neanche il giovane fosse uno dei suoi nipoti.
Per il resto della sua vita Budhil non avrebbe mai saputo spiegare che cosa accadde in quei deliranti e folli quindici minuti. Le poche cose che avrebbe ricordato è che due signore, di una certa levatura sociale, lo avevano svestito e rivestito una quantità di volte impressionante e che, per qualche attimo, aveva anche indossato un colletto alto in stile Elvis Presley, ma che poi era stato cassato con mugugni di disprezzo e orrore.
<< Oh, per la buona anima di Coco Chanel… Sei perfetto. >> la padrona di casa si portò entrambe le mani davanti alla bocca per un’istante, poi si voltò verso la sarta << Miss Celine vi siete superata. >>
La strega annuì soddisfatta, studiando con orgoglio il suo operato << Concordo con te, mia cara. E tu ragazzo? Ti piaci? >>
Buddy si guardò allo specchio sconcertato, si era già vestito elegante in più di un’occasione e si era sempre trovato bellissimo, ma quella volta era fuori concorso: la giacca e i pantaloni d’alta sartoria color tortora si abbinavano perfettamente alla semplice t-shirt bianca e le monk strap(5) di cuoio nuove di zecca lo facevano sentire un po’ Cenerentola la sera del gran ballo.
Con le gote leggermente arrosate, lo chef si voltò verso le due con un sorriso timido << Molto. >> 
Il volto di Cathleen si illuminò di pura gioia, quindi prese sotto il braccio il giovane << Ottimo, è giunto il momento di buttarci in mezzo alla folla. >> voltandosi verso la sarta, le scoccò un occhiolino complice << Ti aspetto di là. >> 
Come era accaduto poco prima, Budhil venne trascinato attraverso il dedalo di corridoi dell’attico fino a giungere in prossimità della grande sala dove erano riuniti la maggior parte degli invitati. Girato un angolo si ritrovarono in un crocevia circolare occupato al centro da un tavolino tondo dell’età vittoriana e da una donna che stava osservando un quadro con sincera curiosità.
<< Oh, Vasya! Che bello averti incontrata. >> esclamò la padrona di casa, facendo sobbalzare la strega << Ti presento Budhil Ravi, lo chef che ha organizzato il buffet di sta sera. >>
La donna sorrise in maniera gentile all’uomo, dopo avergli fatto un cenno del capo a mo’ di saluto << Piacere di conoscerti. >> 
<< Piacere mio. >> 
La contessa, che sfoggiava un sorriso a trentadue denti, sfilò la mano dall’incavo del gomito del giovane << L’ho appena convinto a unirsi alla festa, ma non mi sembra giusto monopolizzarlo per tutta la serata. Posso chiederti il favore di aiutarlo ad ambientarsi? Non è di certo timido, ma credo che sia comunque intimorito dall’ambiente. Va bene? Perfetto. >> non dando modo a nessuno dei due di dire qualcosa, li superò e si diresse verso il salone, augurando a entrambi un “Buon divertimento”. 
I due si guardarono per qualche secondo imbarazzati, poi scoppiarono una bassa risata.
<< È proprio vero quello che si dice in giro: Cathleen Howard è una vera forza della natura. >> 
Vasya sorrise di rimando, mentre si sistemava una ciocca sfuggita dall’alta treccia a lisca di pesce << Dovresti vederla quando rimette al suo posto i suoi nipoti, le basta un sopracciglio inarcato per sedare qualsivoglia rissa. >>
Il cuoco, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni, si lasciò sfuggire una breve risata << Mi piacerebbe assistere a una scena del genere. Tu li conosci bene? >> 
Spolverandosi distrattamente la gonna del vestito da cocktail color borgogna, che si abbinava perfettamente alla clutch di Marc Jacobs, alle décolleté e all’orologio, Vasya arricciò il naso << All’incirca. Sono amica di Willow, la loro nipote più piccola, poi lavoro per Magnus come direttrice della sede dell’Howard Company qui a New York e quindi conosco, ahimè, anche Aaron. >> 
<< Perché ahimè? >> 
<< Mi fa impazzire, ecco il perché. >> roteando gli occhi chiari al cielo, la strega atteggiò il bel viso in una buffa espressione d’esasperazione << Ha l’innata capacità di irritarmi come pochi. >> 
<< Accipicchia. >> 
<< Accipicchia sì. Per sopportarlo dovrei richiedere un indennizzo sul lavoro. >> la donna scosse la mano destra in aria, come se volesse scacciare una mosca fastidiosa << In ogni caso, volevo avvertirti che quello che ti aspetta di là è una vera e propria bolgia. In meno di dieci minuti diventerai la star della serata. >> 
Di fronte alle sopracciglia inarcate dell’uomo, Vasya annuì decisa << Sappi che la maggior parte delle conversazioni vertono su quanto sia buono il cibo di questa serata. Solitamente a questo genere di party si mangiano sempre le stesse cose noiose e che danno un po’ l’idea di datato, invece il buffet che hai messo su è colorato e variegato. >> facendo un piccolo passo verso di lui, gli sussurrò con fare cospiratorio << Sappi che la maggior parte delle mini quiche agli asparagi, gorgonzola e uovo fritto me le sono mangiate io. >> 
Un sorriso luminoso si delineò sul bel viso di Budhil, che le fece un cenno del capo scherzoso ma allo stesso riconoscente << Tranquilla, il tuo segreto è al sicuro con me. >> guardando oltre la mora, storse leggermente la bocca << Non credo che però riscuoterò tutto il successo che dici. >>
<< Vuoi scommettere? >> la donna indicò con il capo l’arco oltre il quale si trovava la grande sala << Tu molto probabilmente credi che i componenti dell’alta società siano troppo distratti e concentrati su sé stessi per rendersi conto della tua presenza, ma non sai che sono estremamente attenti ai dettagli e assetati di pettegolezzi come pochi. Avranno già memorizzato ogni singolo volto presente, speculando su ognuno di essi, quindi tu che arrivi a metà festa, per di più dall’ala riservata alla famiglia e con un completo di alta sartoria, non passerai di certo inosservato. Quando poi scopriranno il tuo nome e il tuo lavoro verrai circondato. Facciamo così, se io sono nei paraggi e tu hai bisogno di essere salvato batti le mani due volte, conta fino a cinque e poi batti una terza volta, io verrò a trarti d’impiccio. >> 
Di fronte a quel piano strampalato e alla vista di una elegante donna che gli faceva vedere come fare al meglio il suo segnale d’aiuto appena inventato, Buddy sentì il cuore alleggerirsi e la vaga ansia che aveva provato da quando Cathleen lo aveva portato via dalla sua cucina, il suo regno, scomparire del tutto << D’accordo, lo terrò a mente. Però sappi che sono molto bravo con le persone, credo che me la caverò anche da solo. >> 
<< Meglio avere sempre un piano B per ogni evenienza. >> dirigendosi con passi misurati e lenti verso il salone, Vasya sorrise al suo compagno e inclinò il capo di lato << Alla fine hai detto ai tuoi colleghi che chi è in grado di fare più cose contemporaneamente è più intelligente della media? >> 
Il cuoco, per una frazione di secondo, rimase palesemente perplesso, poi un sorriso dolce gli incurvò le labbra: non poteva credere che lei ricordasse la breve conversazione che avevano avuto qualche giorno fa o che si ricordasse di lui << Sì, l’ho fatto, ma non mi hanno creduto. >> 
<< Sono di quelli che credono solo se vedono, eh? >> la strega si picchiettò brevemente il mento con le dita, le cui unghie erano laccate con la medesima tonalità dell’abito che indossava << Appena ritrovo l’articolo te lo giro, così potrai appenderlo da qualche parte in modo che tutti possano leggerlo. >> 
<< Sarebbe grandioso. >> 
Giunti sotto l’arco che dava sulla grande sala gremita di invitati, alcuni dei quali li avevano già adocchiati, Vasya gli sorrise incoraggiante << Sei pronto? >> 
<< Decisamente. >> 
<< Allora andiamo. >>
 
 
§§§
 
 
Accovacciata fra un numero spropositato di piante, Zelda teneva il cellulare in mano, mentre parlava con la sua assistente attraverso gli auricolari << Abby, ho bisogno che sistemi i documenti per la riunione di domani, altrimenti il colloquio con Olivia di Rohan finirà in tragedia. >> mentre scorreva i suoi appunti sul telefono e annuiva a quello che le veniva detto, all’improvviso sollevò le sopracciglia curate << Ah, ricordati di prendere un assortimento di macarons da Dominique Ansel Bakery, alla nostra cliente piacciono solo quelli. >> 
La designer tornò ad ascoltare la sua assistente, le diede le ultime direttive e infine mise giù la chiamata, aggiungendo poi alcune postille sulla lista delle cose che avrebbe dovuto fare l’indomani. 
<< Ritengo che i macarons siano più buoni da Veniero’s, sull’undicesima strada. >> 
Il tono caldo e allegro fece sobbalzare la strega, le cui gote iniziarono a imporporarsi immediatamente. Rimase in silenzio, nella speranza che lo sconosciuto dalla bella voce se ne andasse, ma ovviamente le sue speranze vennero disilluse << Ti consiglio di uscire dal tuo nascondiglio, altrimenti mia nonna verrà a prenderti per un orecchio. >> 
A quelle parole la donna si lasciò sfuggire un sospiro di rassegnazione, quindi si sollevò e, dopo essersi passata le mani sui pantaloni, cominciò a uscire dalla sua tana, spostando con stizza la ricca vegetazione che la circondava. Fu stupita di trovare una mano in mezzo alle lunghe foglie di un banano, ma la strinse con riconoscenza visto che aveva qualche difficoltà a trovare la giusta via d’uscita. Quando finalmente ritornò nel mondo reale, abbozzò un sorriso riconoscente all’alto biondo che le sostava di fronte, il quale non riuscì a nascondere la sua sorpresa e la sua ammirazione << Wow, sei bellissima. >> 
Il rossore sulle guance di Zelda si accentuò, per poi mormorare un << Grazie mille per l’aiuto. >> 
<< Di nulla. >> Aaron arricciò il naso con fare scherzoso, cercando di recuperare alla gaffe che aveva appena fatto << Nonna mi ha dato il preciso compito di trovarti e di riportati in mezzo alla festa. Quindi eccomi qui, che detta così suona un po’ strano, sembra quasi che io sia uno stalker o un cacciatore e tu la mia preda. In ogni caso sei Zelda Marija Nightingale, giusto? Oppure ho sbagliato persona? Ti prego, dimmi che ci ho preso. >>
La designer annuì, vagamente divertita al panico che si era dipinto sul volto del mago << Sì, sono proprio io. Hai completato a dovere la tua missione. >> 
<< Ah, ne sono felice. Kitty sa usare il suo sguardo di pura delusione meglio di chiunque altro: ti fa sentire come se fossi inutile la mondo, davvero. >> poi, rendendosi conto all’improvviso di qualcosa, l’uomo si esibì in un piccolo inchino << Che cafone, non mi sono presentato: io sono Aaron Winston Howard, piacere di conoscerti. >> 
Zelda fece un elegante cenno del capo e gli sorrise educatamente << Piacere mio. >> 
L’uomo si passò una mano fra i capelli, mentre si avvicinava al parapetto << Mi dispiace averti interrotta nel tuo lavoro, ma non potevo fare altrimenti. Nonna mi spaventa. >> 
A quella confessione, la donna non riuscì a trattenere una bassa risata << Tranquillo, nessun problema. >> poi, dopo un attimo di esitazione, corrugò la fronte << Quanto hai sentito della conversazione con la mia assistente? >> 
<< Oh, poco o nulla. >> il marketing manager della Howard Company scrollò le spalle << Ho solo sentito che Olivia diRohan desidera i macarons di Dominique Ansel Bakery, anche se ripeto che non siano i più buoni della città. >> 
La donna si spostò una ciocca rossa dalla fronte, sfuggita dallo chignon << Purtroppo la mia cliente ha gusti ben precisi e non accetta compromessi. >> 
<< Oh, lo so perfettamente. Quella è una vecchia arpia insopportabile. >> di fronte allo sguardo perplesso della strega, si spiegò meglio << Ahimè la conosco da diversi anni: ha preso parte a numerosi eventi di mia nonna, anche se non si possono di certo definire amiche quelle due, anzi sono certo che si detestino cordialmente. >>
Un’espressione sorpresa si dipinse sul volto della strega << Wow, certo che il mondo è piccolo. >> 
<< Più che altro l’ambiente dell’alta società è davvero ristretto: lei è una viscontessa francese, noi dei conti inglesi… non mi stupirei se si scoprisse che in qualche modo siamo imparentati alla lontana. >> 
<< Sarebbe orribile. >> 
<< A dir poco. >> la finta aria orripilata del mago, aumentò il divertimento della designer che si portò una mano alla bocca per attutire le risate << A mia nonna verrebbe un infarto, quanto meno. >> 
<< Oh, povera Cathleen. >> 
<< Povero nonno, invece. >> Aaron si sporse verso la rossa con gli occhi che brillavano di puro divertimento << Nonna, ripresasi dall’attacco cardiaco, chiederebbe subito il divorzio. >> 
Quando entrambi si furono ripresi dall’attacco di risa, l’uomo inclinò il capo d lato << Mi è stato detto che sei una interior designer e che hai uno studio tutto tuo, notevole davvero. Però mi sorge spontanea la domanda, perché hai accettato di lavorare per lei? Lord Voldemort in confronto a lei era un simpaticone. >> 
<< Per quanto non sia una persona semplice, è indubbio che abbia un gran gusto e poi possiede una delle ultime dimore ottocentesche della città. Dovresti vederla, è a dir poco splendida e potervi lavorare per me è un vero onore. >> 
<< Vuole rifare tutti gli interni? >> 
<< In realtà vuole che al momento mi concentri solo sul piano terra, se le piacerà il risultato finale mi commissionerà anche i restanti tre piani. >> gli occhi di Zelda si illuminarono di gioia << Ha una casa davvero bellissima e per fortuna non l’ha rovinata inserendovi all’interno un ascensore come ho visto fare ad altri clienti. >>
<< Orribile, davvero. >> il marketing manager aggrottò però la fronte << Ma vista la sua età deve essere scomodo per lei fare tutte quelle scale. >> 
<< Torna utile il fatto che sia una strega, in questo caso. >> di fronte all’espressione perplessa dell’uomo, gli rispose con un sorriso divertito << Si smaterializza. >> 
<< Ah, effettivamente. >> un leggero rossore tinse le guance del biondo, che iniziò a grattarsi il retro della nuca per attenuare l’imbarazzo. 
La donna gli strinse leggermente l’avambraccio per tranquillizzarlo << Non sei il primo che mi ha fatto questa domanda, tranquillo. Capita spesso che non si pensi mai alla soluzione più ovvia. >> 
Il mago annuì mestamente, per poi cambiare discorso visto che non amava rimanere in una situazione di disagio << Ti andrebbe di andare al buffet insieme? >> 
All’idea di affrontare di nuovo quella fiumana di persone e lasciare così quell’angolo tranquillo del terrazzo generò nella designer un piccolo attacco di panico, che si esibì in un messo sorriso tirato << Ammetto che non sono un’amante dei luoghi affollati. >> 
<< Uhm, capisco. >> Aaron guardò brevemente lo skyline di New York, poi spostò lo sguardo su di lei << So che può sembrare spaventoso, mia sorella più piccola aveva lo stesso problema: fino a qualche anno fa si nascondeva nei luoghi più improbabili e anche ora non ama stare troppo in mezzo alla gente. >>
La rossa aggrottò la fronte perplessa, ricordandosi infatti di aver visto poco prima Willow chiacchierare tranquillamente con un gruppo nutrito di persone << Poco fa mi è sembrata molto serena. >> 
<< Sì, ha imparato come gestire al meglio queste situazioni. Ti svelerò il suo segreto. >> le fece cenno di avvicinarsi e, quando lo fece, le sussurrò all’orecchio << Si circonda sempre di persone che la tranquillizzano e che le stanno simpatiche. >> 
Zelda si scostò con espressione sorpresa, anche se la voce calda dall’uomo le aveva generato dei piacevoli brividi lungo il collo << È sufficiente così poco? >>
Il marketing manager si strinse nelle spalle << Sì. Quando però sente che non ce la fa più, si ritira per una decina di minuti da qualche parte e poi ritorna come nuova. Tu ti sei appena ricaricata, ora è giunto il momento di lanciarsi. >> 
<< Facile a dirsi, difficile a farsi. >> 
Il mago inclinò il capo di lato << Beh, posso tentarti con una mini lasagna? Mentre venivo qui ho visto i camerieri portarli nel salone. >> 
<< A questo punto ormai saranno tutte finite. >> borbottò amareggiata la designer.
<< Sei fortunata, ho chiesto di tenermene un paio da parte. >> Aaron le regalò un occhiolino scherzoso << Torna utile, in questi casi, essere il nipote dei padroni di casa. >>
La strega posò la mano nel gomito offertole dall’uomo con un sorriso allegro << Cosa stiamo aspettando? Le lasagne ci attendono! >>
 
 
§§§
 
 
Rimirandosi nello specchio nell’enorme sala di rappresentanza, Joël annuì alla sua immagine riflessa: felice che il suo completo nero fosse ancora immacolato e senza nemmeno una piccola grinza. Afferrò il calice di Chardonnay che aveva adagiato sul basso tavolino e si voltò verso la stanza gremita di persone. Portandosi il bicchiere alle labbra ripensò alla piacevole conversazione che aveva avuto in biblioteca con la Signorina Leeron, quando, una voce a lui ben conosciuta, non lo fece leggermente sobbalzare << Eccoti qui, finalmente! >> 
Il mago, voltandosi verso la sua destra, incontrò gli occhi chiari del padrone di casa che lo stavano studiano con allegria << Seguimi. >> 
Senza dire altro il Conte di Northampton fece dietrofront e si diresse con passo oltremodo spedito per la sua età verso l’uscita più vicina. Joël si affrettò a segurlo, visto che l’uomo non aveva fatto cenno di aspettarlo, e con poche falcate lo raggiunse << Perché mi stavi cercando? >> 
<< Ho bisogno che tu prenda il mio posto. >> 
Prima che lo scrittore potesse dire qualcosa o richiedere qualsivoglia chiarimento, il suo singolare ospite svoltò all’improvviso a sinistra e, dopo pochi passi, aprì una porta, svelando la stanza adibita al biliardo, come lui sapeva bene. Tre figure si voltarono nella loro direzione appena comparvero sulla soglia.
<< Vi ho trovato il quarto uomo. >> esclamò contento Manfred << A detta di mio nipote, Joël è imbattibile a biliardo. >> 
Il mago ricevette qualche pacca sulla schiena da parte dell’uomo, che sorrise ai presenti e si accomiatò con << Ora scusatemi, ma devo tornare dalla mia dolce metà. >> 
Vasya, che si trovava vicino alla finestra ad arco che dava sul terrazzo, gli sorrise divertita << Mi pari leggermente spaesato. >> 
Inarcando le sopracciglia con ironia, lo scrittore si addentrò nella sala << Beh, sono stato preso e trascinato qui, anche tu al mio posto ti sentiresti scombussolata. Camden. >> 
<< Joël, che bello averti qui! >> il giovane, seduto su di una poltrona vicino al camino spento, sollevò il bicchiere contente gin a mo’ di saluto, poi spostò l’attenzione sull’afroamericana che era appoggiata con il fianco al tavolo verde << Non credo che voi due vi conosciate, Malaika lui è il famosissimo Joël Webster. >> 
Per l’ennesima volta, in quella serata, il mago si vide costretto ad allungare la mano destra e a presentarsi. Per quanto trovasse tediosi questi convenevoli, sicuramente quest’ultimo incontro e quello avuto qualche ora prima con Sherilyn non sarebbero caduti di certo nel dimenticatoio. Malaika non si sciolse in un sorriso né si emozionò in alcun modo, ma si limitò a ricambiare la stretta con energia, per poi sfilare la mano e fare un piccolo balzo per sedersi sul bordo del tavolo << Benvenuto nel Club “Non so cosa ci faccio qui, ma ok!” >> 
Quel strano saluto portò l’uomo a sorridere divertito per poi voltarsi verso Camden << Anche voi siete stati trascinati qui? >> 
<< Più o meno, io stavo chiacchierando con il Conte quando siamo finiti in questa stanza per caso. >> poi indicò Vasya, che nel mentre si era avvicinata al piccolo gruppetto << Stavamo chiacchierando quando Manfred ha adocchiato prima Vasya e poi Mal. Ammetto che è stato un po’ caotica la cosa. >> 
<< Cosa dovremmo fare allora? >> 
<< Giocare a biliardo. >> Vasya prese un sorso da flûte che teneva in mano, dopo di che si strinse nelle spalle sottili << Ha blaterato qualcosa circa il fatto che bisogna divertirsi e che noi avremmo dovuto farlo al posto suo. >> 
<< Spero di diventare come lui un giorno: un vecchio arzillo fuori di testa. >> Camden sorrise divertito per poi emettere un lamentoso “Ehi!” quando Vasya gli diede un leggero calcetto sullo stinco. 
<< Quindi che si fa? >> Joël, dopo aver lanciato un’occhiata ammonitrice al compagno, si guardò intorno << Giochiamo? >> 
<< Come volete voi, per me non ci sono problemi a fare una partita in amicizia. >> Mal prese un bicchiere panciuto, posto vicino a lei, e se lo portò alle labbra.
Vasya acconsentì, affiancando l’amica << Anche per me non ci sono problemi. >> 
Cam, inarcando le sopracciglia, si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito << Non credo che sia il caso. >> 
Malaika inclinò il capo perplessa, appoggiandolo sulla spalla con la cui mano si stava sorreggendo al piano di tessuto verde << Cosa intendi dire? >> 
<< Beh, sai che ti conosco molto bene e so quanto sei competitiva: per te anche una partita amichevole diventa una questione d’orgoglio. >> 
La modella assottigliò lo sguardo, avvisando silenziosamente il suo saltuario collega di passerella a dosare bene le parole << Sai, a differenza tua, io ho superato la pubertà e so trattenermi. Di certo non farò una sceneggiata nel caso dovessi perdere. >> 
Sporgendosi leggermente in avanti, Cam atteggiò le labbra in un sorriso sornione << Forse, ma sta di fatto che noi due saremmo comunque in vantaggio. >>
<< Voi due? >> 
<< Sì, io e Joe. >> 
Mal roteò gli occhi al cielo << Santa Isotta, non vorrai ridurre tutto a una puerile partita maschi contro femmine… >>
Camden si alzò e si diresse al carrello degli alcolici, che si trovava poco distante << Come ho detto, meglio evitare. >> 
<< E io che pensavo che avremmo fatto delle squadre miste… >> borbottò Malaika scendendo dal tavolo con uno sbuffo << Scommettiamo? >> 
<< Oh, finalmente si ragiona! >> Camden sollevò in aria il bicchiere che aveva appena rimpinguato di gin << Quanto proponi? >> 
<< Duecento galeoni(6). >> 
<< Ehi, fermi tutti. >> Joël fece un passo in avanti, mettendosi fra i due << Credo che ci stia sfuggendo la situazione di mano. >>  
Vasya, che aveva appoggiato il suo calice su di uno dei tavolini messi a disposizione, aggrottò le sopracciglia << Non vuoi giocare? >>
Lo scrittore, stupito che la russa avesse accettato quella situazione assurda, sgranò gli occhi << A te sta bene? >> 
Stringendosi nelle spalle, la mora guardò in direzione di Cam che stava sorridendo sornione << Sì. >> 
<< Non siete minimamente preoccupate? >> 
Vasya spostò la sua attenzione sullo scozzese << So che siete soliti a giocare tra di voi. Magnus dice che sei difficile da battere, ma, non ti preoccupare, anche io e Mal non siamo da meno: diverse sere alla settimana ci incontriamo in un pub qui vicino e prendiamo parte ai tornei di biliardo. >> dopo aver afferrato una delle stecche di legno la lanciò in aria, formando un arco perfetto, che consentì all’uomo di prendere l’oggetto al volo << Sarà una partita equa, ma forse… hai per caso paura di perdere? >> 
Joël sollevò il mento con arroganza mista a divertimento << Sono curioso di vedere se siete davvero così brave. >> 
Malaika, che nel mentre aveva sistemato le palle piene e mezze(7), sfilò il supporto triangolare di legno << Giochiamo a Palla 8(8)? Vince chi si aggiudica tre partite su cinque? >>
Dopo che tutti ebbero acconsentito, l’attrice prese in mano la stecca e ci passò sopra il gessetto << Chi inizia? >> 
<< Prima le signore, ovviamente. >> 
Vasya scoccò un’occhiata dura a Camden per la battuta datata, poi fece un cenno con il capo a Mal per esortarla a iniziare, la quale annuì di rimando. 
L’afroamericana, messasi nel lato del tavolo più distante dal triangolo, assunse con fluidità la posizione corretta e, con un gesto secco e rapido, colpì la palla bianca, la quale, rimbalzando contro la 8 nera, spaccò la formazione delle altre 14. Intanto che le palle ribalzavano tra di loro e sulle sponde, Malaika iniziò a girare intorno al tavolo facendo roteare distrattamente la stecca fra le mani e con la stessa espressione di un generale che studia il campo di battaglia. 
Appena la situazione si fu stabilizzata, la modella sorrise sorniona << Palla 15 in buca tre e palla 13 in cinque. >> dopo aver dichiarato le sue intenzioni, con un gesto fluido mandò le palle direttamente nelle buche indicate.
Joël, che stava in piedi, tenendo la stecca appoggiata a terra, annuì << Complimenti. >> 
Mal, che si era tirata su, gli sorrise << Grazie. >> poi tornò a studiare il tavolo << Palla 12 nella prima. >> 
Questa volta purtroppo il tiro non andò a segno, la palla sbatté contro l’angolo della buca, senza però entrare, e l’attrice arricciò le labbra infastidita.
Vasya le sfiorò il braccio in un gesto consolatorio << Ottima apertura. >> 
<< Sì, niente male. >> mormorò Cam, che stava osservando Joël posizionarsi. 
<< Palla 3 nella terza buca e 5 nella sesta. >> e così, con un gesto secco, le bilie entrarono con un rimbalzo dentro le cavità dichiarate.
In poco tempo il gioco prese il via e le partite si susseguirono, non senza di colpi di scena e piccole diatribe su falli più o meno esistenti. Ben presto la stanza si gremì di spettatori, in quanto, ovviamente, la notizia di una partita con annessa scommessa si era diffusa a macchia d’olio all’interno dell’attico; Joël sospettava che in qualche modo ci fosse anche lo zampino dei padroni di casa visto la velocità con cui si era sparsa. Un sorriso divertito gli increspò le labbra mentre udiva Magnus, alle sue spalle, scommettere a suo favore con Henry, per poi tornare a prestare attenzione al gioco: le due squadre si trovavano in parità, avevano infatti vito due partite a testa, e quella era l’ultima, nonché la decisiva. 
Vasya studiò con apprensione il tavolo, essendo giunto il suo turno. Lei e Mal avevano ancora sul tavolo due palle, mentre i loro avversari solo una, quindi era molto probabile che vincessero loro, a meno che lei non fosse riuscita a colpire e mettere in buca entrambe. Strinse la mascella e assottigliò le palpebre, alla ricerca del modo migliore per vincere, valutò diverse strategie ma nessuna le sembrava funzionale, quindi, presa dall’ansia, sollevò lo sguardo: dall’altro capo del tavolo si trovava la sua compagna che teneva una posa rilassata e tranquilla, come se nulla fosse. Appena i loro occhi si incontrarono, Malaika le sorrise e le fece il gesto di prendere un respiro profondo. Per assurdo quel semplice gesto, unita alla calma serafica che trasmetteva il suo sguardo, aiutò Vasya a rilassarsi e a schiarirsi la mente: aveva già affrontato uno stallo simile.
Intanto che il cicaleccio intorno a lei si faceva più forte, la strega si posizionò su uno dei due lati più lunghi << Palla 3 nella seconda buca, 7 nella terza e la 8 nella sesta. >> 
<< Cosa? >> borbottò fra sé Camden con gli occhi sgranati e facendo anche un piccolo passo in avanti << Pensa di farcela con un solo colpo? >> 
Vasya, ignorando i mormorii di stupore, strinse nuovamente la mascella e colpì con forza la palla bianca. Come un sol uomo, tutti i presenti trattennero il respiro e, sotto gli sguardi increduli, tutte le bilie entrarono nelle buche indicate, solo l’8 parve metterci di più, come se stesse andando a rallentatore, ma appena scomparve alla vista un boato esplose. Malaika raggirò il tavolo quasi di corsa, travolgendo la compagna in un abbraccio soffocante, mentre Cam si passava le mani nei capelli, sconsolato, e Joël annuiva soddisfatto.
Lo scrittore si avvicinò alle due donne, appena si staccarono << Una sfida emozionante, complimenti davvero. >> 
Le vincitrici gli sorrisero di rimando, ma quella che prese parola fu Mal visto che Vasya pareva ancora troppo sorpresa di essere riuscita in quella impresa << Ci avete dato decisamente filo da torcere, grazie per la bella partita. >> 
I due si strinsero la mano con mutuo rispetto.
 
 
§§§
 
 
Magnus, con uno sbuffo infastidito, mise cinque galeoni nella mano di Henry che gli sorrise con condiscendenza << Sono sicuro che la prossima volta la spunterai tu. >> 
Il futuro Conte di Northampton lanciò un’occhiata velenosa all’amico, prima di mandarlo soavemente a cagare a bassa voce.
Willow, che era pochi passi dietro di loro insieme a Buddy, con cui aveva fatto conoscenza poche ore prima, arricciò il naso << Ti avevo detto che era una cattiva idea scommettere. >> 
<< Lo so! >> l’uomo sollevò le mani al cielo, per poi farle subito ricadere esasperato << Ecco cosa succede quando ci si fida dei propri amici… >>
La strega sbuffò divertita, poi affrettò il passo per infilare la mano nell’incavo del gomito del cugino << Suvvia, hai perso solo cinque galeoni. Sei più ricco di Re Mida, di certo il tuo patrimonio non ne risentirà. >>
<< È una questione d’orgoglio. >> borbottò infastidito, come un bambino stizzito << Poi credo di essere maledetto: ogni volta che scommetto su qualcosa perdo sempre. >> 
Prendendo un profondo respiro, Willow si voltò leggermente verso gli altri due che li stavano seguendo e roteò teatralmente gli occhi, facendoli ridacchiare. Magnus, per tutta risposta, lanciò un’occhiata velenosa ai due uomini, ma presto la sua attenzione venne richiamata dalla donna che gli stringeva l’avambraccio.
<< Beh, la scommessa che hai fatto quando hai messo su la tua azienda è andata decisamente a buon fine. Credo che sia una questione karmika: insomma hai avuto tanta fortuna, quindi ora l’equilibrio dell’universo richiede una sorta di compensazione. >>
<< Ha ragione. >> Buddy intervenne, con un largo sorriso a incurvargli le labbra << Si sa ha: a ogni azione consegue una reazione, quindi tutte le tue piccole sfortune fanno da contra-altare al tuo successo. >> 
<< La mia azienda però non si è sviluppata solo per un colpo di fortuna. >> Magnus si fermò in un punto dell’enorme salone stranamente libero << È stato grazie al mio duro lavoro se ora esiste. >> 
<< Assolutamente, questo nessuno lo mette in dubbio. >> Henry infilò le mani nelle tasche dei pantaloni << Rimane però il fatto che c’è sempre una piccola componente che rimane al di fuori del nostro controllo e lo si può chiamare nel modo in cui si preferisce: fortuna, fato, situazioni favorevoli... >> 
Magnus, che non amava quando ci si addentrava nel misticismo e non credendo minimamente al fato, scrollò le spalle, come a volersi scrollare di dosso l’intera faccenda << Va bene, mi arrendo: avete ragione voi. >> 
<< Ci è voluto poco. >> commentò Buddy, mentre una musica si diffondeva pian piano nella stanza.
<< Vedo che la nonna ha messo in campo la band che ha ingaggiato. >> il quartetto, composto da batterista, chitarrista, violoncellista e cantante, furono ben presto sotto l’attenzione di tutti << Per averli qui sta sera ha litigato con Gordon Ramsay, a quanto pare dovevano suonare per il party di inaugurazione del suo nuovo locale. >> 
A quella informazione Budhil sgranò gli occhi stupito << Come ha fatto a vincere la disputa? >> 
Willow si strinse nelle spalle << Probabilmente avrà offerto di più. >> 
<< Senza poi contare che è molto difficile dire di no a nostra nonna. >> Magnus lanciò una breve occhiata alla diretta interessata che si stava vantando, poco più in là, di quanto fosse stato difficile accaparrarsi la band che tanto desiderava << Quando vuole qualcosa punta alla giugulare e non molla la presa finché non la ottiene. >>  
<< Incredibile. >> 
Annuendo in direzione del cuoco, il CEO dell’Howard Company notò con la coda dell’occhio che i suoi nonni scivolavano insieme al centro della pista da ballo per dar via alle danze. Sapendo cosa avrebbero voluto da lui i padroni di casa, allungò la mano destra alla cugina << Andiamo? >> 
Capendo al volo la situazione, Willow arricciò le labbra << Sono certa che la nonna vorrebbe che invitassi una donna che non sia una tua parente a ballare. >> 
<< Visto e considerato che ha messo su questo teatrino ai miei danni, oltre che ai tuoi, temo si dovrà accontentare. >> 
<< Guarda che sgriderà sia te che me per questa cosa. >> 
<< Lo spero, così le rinfaccerò questo tiro mancino. >>
La gallerista tentò con l’ultima carta che le era rimasta in mano << Non hai paura che i pettegoli ci taccino di incesto? >> 
Il mago si strinse nelle spalle << Non sarebbe la prima volta. >> 
Dopo aver schioccato la lingua, la donna si vide costretta a salutare a malincuore i due amici, per poi afferrare la mano del cugino che era ancora sospesa in aria. 
Henry e Buddy seguirono con lo sguardo i due attraversare la folla e unirsi alle danze, ovviamente non sfuggì loro lo sguardo di puro rimprovero che Cathleen lanciò subito ai nipoti.
<< Certo che sono strani. >> commentò Buddy, sorridendo sotto i baffi. 
Henry, prendendo un calice di champagne che gli venne offerto da una cameriera di passaggio, inarcò le sopracciglia << Non ne hai la minima idea. >>
 
 
§§§
 
 
Il profilo di Central Park si delineava nell’orizzonte buio, visibile solo grazie alle fioche luci dei lampioni e a quelle più lontane degli edifici che lo circondavano. Brenda, appoggiata con entrambi i gomiti alla balaustra del terrazzo dei coniugi Howard, studiava i contorni sfocati di uno dei parchi più famosi al mondo. In una mano teneva un calice ricolmo di champagne mentre nelle dita dell’altra era incastonata una sigaretta accesa e con una tale quantità di cenere che era incredibile che non fosse ancora caduta. Dopo aver picchiettato la paglia contro il bordo del portacenere che aveva sistemato al suo fianco, la scrittrice prese una lunga boccata di nicotina che rilasciò andare lentamente, espirando, intanto che gli occhi felini non si staccavano dall’orizzonte.
Una sorta di malinconia la pervadeva completamente; era come se tutta l’eccitazione e la frenesia che l’avevano invasa fino a quel momento si fossero completamente prosciugate, lasciando quella perenne tristezza che l’accompagnava da quando aveva rotto con Big. Il solo ripensare al suo ex generava in lei un tumulto d’emozioni che non sapeva mai come fermare o contrastare. Quando accadeva veniva avviluppata dai ricordi agrodolci del loro passato, ai momenti che non solo l’avevano insegnato il vero significato di “essere felici”, ma che l’avevano anche resa quella che era ora: era un susseguirsi di stilettate al cuore che, benché dolorose, non poteva impedire di auto-infliggersi. Arricciando il delicato nasino, Brenda provò, come al solto, una fastidiosa rabbia nei suoi confronti: perché si faceva del male da sola? Cosa ne avrebbe tratto da un comportamento del genere se non dolore e devastazione?
Portandosi nuovamente la sigaretta alle labbra, percepì un movimento alla sua destra: con la coda dell’occhio vide quello che Camila le aveva indicato essere il suo migliore amico solo qualche ora prima. La giornalista non disse nulla, si limitò a espirare il fumo e, successivamente, a bersi un sorso del costoso champagne che teneva in mano. 
Tristan abbozzò un sorriso, mantenendo anche lui lo sguardo sul parco e i gomiti appoggiati alla balaustra. Non sapeva che cosa lo avesse spinto ad avvicinarsi, ma appena aveva scorto il suo profilo così bello e rabbuiato al tempo stesso aveva sentito l’impellenza di parlarle e, sperava, di rasserenarla << Lo sapevi che i progettisti di Central Park lo avevano concepito per lunghe e silenziose passeggiate? >>
<< Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux? >>
Il regista annuì per poi voltarsi e appoggiare la parte bassa della schiena al marmo del parapetto; era talmente affascinato dalla voce sottile e piacevole della donna che continuò con informazioni non richieste solo per sentirla nuovamente << È divertente pensare che non lo avevano progettato per i bambini e men che meno per le donne, mentre ora è il più grande centro sportivo della città e viene frequentato da ogni genere di persona. >> 
Un mezzo sorriso si delineò sulle labbra morbide, tinte di un rosso accesso, della giornalista << Fammi indovinare, se una donna veniva vista nel parco era automaticamente ritenuta una prostituta. >> 
<< Ahimè sì. >> 
Dopo aver spento la sigaretta nel posacenere, la strega si staccò dalla balaustra e inclinò il campo guardando direttamente negli occhi il suo interlocutore << Ma che novità. >> 
Gli occhi chiari dell’uomo la scrutarono da capo a piedi, soffermandosi sul top ambrato, sui pantaloni di seta e sui tacchi vertiginosi che la slanciavano, rendendola ancora più affascinante << Piacere, Tristan. >> 
<< Brenda. >> la presentazione estemporanea e senza preamboli, strappò un altro piccolo sorriso alla scrittrice unito a uno sbuffo divertito << Camila mi ha parlato molto di te. >>
<< Spero che ti abbia detto solo cose belle. >> 
<< Lei sì, ma Malaika non ha avuto alcuna esitazione a lamentarsi di te. >> 
Tristan si passò una mano sul retro del collo, borbottando un “maledetta” che la donna non ebbe alcun problema a udire << La conosci anche tu? >> 
<< È la mia migliore amica. >> 
<< Cazzo. >>
La parolaccia, uscita di getto e senza alcun freno, strappò una sonora risata alla giornalista, di cui Tristan si beò.
<< Quindi se ti invitassi a ballare riceverei un secco rifiuto? >>
Brenda si voltò verso il terrazzo pressoché deserto e dalle vetrate, che davano sulla sala da ballo, udì provenire le prime note allegre di Umbrella dei The Baseballs.
Un sorriso affascinante si delineò sul volto della strega << Ho la brutta abitudine di volermi farmi un’idea mia. >> detto quello gli afferrò la mano << Andiamo. >> 
Lo stupore sul viso del regista venne ben presto sostituito da una risata e, senza attendere oltre, la trascinò in pista. I due impiegarono pochi secondi ad adattarsi all’altro e cominciarono subito a dare mostra delle loro abilità. Il ritmo frenetico e incessante, che ricordava molto le musiche da fox-trot, portò i due a scatenarsi, senza alcuna inibizione o remora: si allontanavano e si avvicinavano di continuo, mentre le risate accompagnavano ogni loro passo.
Brenda, volteggiando su sé stessa, percepì il cuore leggero e allegro come non lo era ormai da molto tempo e la sua giravolta si concluse, insieme alla musica, fra le braccia di Tristan che le regalò un sorriso ampio e caloroso, tanto da farle per perdere un battito cardiaco.
<< Serata indimenticabile. >>
Con il respiro affannoso, mentre il petto si alzava e si abbassava velocemente << Decisamente sì. >> 
Il mago accennò con il capo alla band che stava iniziando un’altra canzone << Ti va un altro giro? >> 
<< Speravo che me lo chiedessi. >> 
 
 
§§§
 
 
<< Tutto bene? >> 
Al suono profondo e caldo di una voce vellutata, Malaika sollevò il capo e incontrò due meravigliosi occhi a mandorla << Oh, sì. Nulla di grave. >> 
Henry indicò il piede sinistro della donna, che era leggermente sollevato dal terreno << Posso? >> 
L’attrice abbozzò un sorriso, per poi mormorare uno stentato “Va bene.” 
L’uomo si accovacciò e le sfilò con gentilezza la scarpa dal tacco alto ed elaborato. Sul tallone, come era prevedibile, la pelle era irritata e contusa, con anche qualche piccolo taglio a causa del materiale duro delle calzature.
<< Come hai visto nulla di che. >> 
Non prestando orecchio all’affermazione dell’afroamericana, l’imprenditore si allungò ad afferrare una seggiola di metallo, che senza tante cerimonie trascinò vicino a sé << Siediti. >> 
<< Non è necessario… >> 
<< Siediti. >>
Le sopracciglia della modella si inarcarono a sentire quell’ordine perentorio, ma, dopo un momento d’esitazione, alla fine fece quanto gli era stato detto. Henry, che nel mentre aveva bisbigliato qualcosa a un cameriere che aveva richiamato a sé e che poi si era volatilizzato, le sorrise quando la vide accomodata sulla sedia. 
<< Scarpe nuove? >> 
<< Sì, me ne sono innamorata a prima vista. >> arricciando il naso per il bruciore, Mal cercò di non mostrare del tutto la sua vulnerabilità << Ovviamente non ho pensato di portarmi dietro dei cerotti e dire che dovrei essere abituata, visto i lavori che faccio. >> 
Appoggiando il piede ferito sulla coscia, Henry le lanciò un’occhiata incuriosita << E quali sarebbero? >>
<< Sono un’attrice e modella, quindi diciamo che i problemi con le scarpe sono all’ordine del giorno. >> 
<< Effettivamente i tuoi piedi sono decisamente messi sotto stress. >> l’uomo si voltò verso il cameriere che era riapparso al loro fianco all’improvviso. Malaika guardò il suo salvatore prendere una scatolina di cerotti, del cotone e del disinfettante dalle mani dell’inserviente, che poi ringraziò con un cenno del capo e un sorriso. 
Intanto che bagnava l’ovatta con l’antisettico, il mago aggrottò la fonte mentre studiava le scarpe distrattamente << Perché ho come l’impressione che tu abbia acquistato un numero più piccolo? >> 
Un sorriso dolce si delineò sul viso della modella, che inclinò il capo di lato << Queste sono dei campionari, il designer che le ha create è un mio amico e me le ha regalate. >> dopo aver trattenuto un sibilo per il bruciore causato dal disinfettante, si schiarì la gola e si spiegò meglio << Spesso gli stilisti regalano o prestano le loro creazioni alle celebrità per avere in cambio della pubblicità gratis. >>
L’imprenditore, dopo aver pulito la ferita, si apprestò a posizionare con cura il cerotto << E ne vale la pena? >>
La strega si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito, per poi inclinare il busto in avanti << Scherzi? Le hai viste bene? Sono favolose! Inoltre, indossandole anche solo per una sera, sto aiutando un mio amico, quindi posso sopportare un po’ di dolore. >> dopo che le ebbe infilato la calzatura, lei catturò il suo sguardo con il proprio e gli regalò un sorriso sincero e pieno di gratitudine << Grazie mille per essere venuto in mio soccorso. >> 
Henry, ammaliato dai suoi splendidi occhi scuri, ricambiò il sorriso e facendole anche un occhiolino scherzoso << Mi riterrò soddisfatto solo se, d’ora in poi, andrai in giro con una confezione di cerotti. >> 
L’attrice si portò la mano destra al cuore e sollevò contemporaneamente la sinistra, in segno di giuramento << Domani, conclusa la mia corsa mattutina, andrò diretta in una farmacia e ne farò incetta. >> 
Di fronte al suo tono solenne, l’uomo non riuscì a trattenere una bassa risata << Brava… ehi, aspetta! >> prima che lei si potesse alzare, le afferrò la caviglia destra << Meglio prevenire che curare. >> 
<< Oh beh… grazie di nuovo allora. >> 
Un piacevole silenziò calò fra i due mentre Henry proteggeva con un altro cerotto anche l’altro tallone che, benché non fosse contuso era comunque arrossato. Quando le ebbe infilato la scarpa, l’aiutò ad alzarsi e tenendole le mani le chiese di fare qualche passo. Mal, leggermente imbarazzata e allo stesso tempo piacevolmente addolcita dalle attenzioni galanti di un così bell’uomo, camminò come le era stato chiesto: inizialmente zoppicò leggermente, ma, essendo una modella professionista, ben presto riacquistò la sua andatura fluida e decisa. 
<< Perfetto, ora non dovresti più avere problemi. >> 
La strega annuì, studiando, dapprima, le punte delle scarpe, per poi sbattere i talloni l’uno contro l’altro come Dorothy, tutta contenta << Magnifico, è giunto il momento di tornare in pista! >>
L’imprenditore sollevò le sopracciglia sorpreso << Di già? >>
<< Ovviamente, mi hai rimesso a nuovo. Sarebbe uno spreco se non lo facessi. >> senza esitazione o imbarazzo alcuno, l’attrice allungò la mano destra << Ti andrebbe di ballare con me? >> 
Ancora più sorpreso, l’uomo tentennò per un momento, per poi passarsi distrattamente una mano fra i folti capelli neri << Non credo che sia il caso, i tuoi piedi potrebbero uscirne peggio di come sono ora: non sono esattamente un ballerino provetto. >>
<< E che problema c’è? Conduco io. >> 
Di fronte a quella proposta scherzosa, il mago non riuscì a trattenere un’altra risata << Va bene, ma poi non ti puoi lamentare che non ti avevo avvisato. >> 
La modella fece il gesto di chiudersi la bocca come se stesse tirando una zip, poi gli afferrò la mano e lo trascinò verso la pista << Comunque io mi chiamo Malaika King, piacere di conoscerti. >>
<< Henry Rux, piacere mio. >>
 
 
 
 
 
 
 
 
(1)Il Gimlet: è un cocktail semplice che combina gin e lime per creare una bevanda ultra rinfrescante che ha resistito alla prova del tempo ed è diventato uno dei cocktail più popolari in circolazione.
(2)Annie Leibovitz: famosa fotografa statunitense.
(3)Miss Celine: personaggio della serie tv Gilmore Girls. Mi ha sempre dato l’idea di una donna dotata di poteri straordinari quindi ho deciso di farla comparire anche nella mia storia perché l’adoravo. Ringrazio Amy Sherman-Palladino per il prestito inconsapevole.
(4)Vita di Pi: film del 2012 il cui protagonista è interpretato da Suraj Sharma, il PV di Buddy. 
(5)Monkstrap: scarpe con la fibbia da uomo
(6)Duecento galeoni equivalgono a 1200 euro (1 galeone = 6 euro).
(7)palle piene e mezze: a biliardo ci sono due tipi di palle, quelle “piene” ovvero completamente colorate che vanno dal numero 1 a 7, poi quelle “mezze” con una riga larga colorata nel centro che vanno dal numero 9 a 15. In totale, le palle sul tavolo, sono 16.
(8)Palla 8 (in inglese 8-ball Pool): è una tipologia di gioco a tiri dichiarati del biliardo
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
 
Salve a tutti!
Come al solito devo iniziare con delle sincere scuse per il mio ritardo: speravo di aggiornare questa storia con l’anno nuovo, ma ahimè tra lo studio e viste mediche/veterinarie non proprio favorevoli sono stata costretta a mettere da parte la scrittura. 
Grazie quindi a quelli che ci sono ancora e per l’immensa pazienza che avete dimostrato (come sempre). 
Ebbene, finalmente il fantomatico party dei Conti si è concluso e ci sono state un sacco di belle interazioni tra i vari Oc. Ovviamente nulla è ancora certo, ma avevo bisogno di dare un po’ di sprint alla situazione e spero che la cosa vi sia piaciuta. Ora ritengo che sia giunto il momento di chiedervi con quali personaggi vorreste che il vostro pargolo avesse dei flirt (avrei bisogno che mi indicaste almeno 2 nomi). Inoltre se aveste qualche idea o scena di cui vi piacerebbe che io scrivessi non esitate a dirmelo, se posso vi accontenterò più che volentieri. 
Ah, inoltre volevo avvertirvi che fra presto ho intenzione di pubblicare il prologo di una mia nuova storia. So che l’ultima non è andata a buon fine, ma spero che questa abbia una sorte migliore. Se vi andasse di leggerla ne sarei molto onorata e felice.
Di seguito vi lascio gli outfits mancanti.
Grazie mille e a presto.
Chemy
 
 
 
 
Vestiti
 
Noah

 
Castiel

 
Camden

 
Budhil

 
Vasya

 
Joël

 
Malaika

 
Brenda

   
 
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