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Autore: HikariRin    17/05/2023    1 recensioni
Da troppo tempo niente riusciva a scaldare la sua indole glaciale; era convinto di essere stato scelto dall’esistenza come uno dei pochi che avrebbe potuto capire cos’era davvero la sofferenza, e in poco tempo in seguito alla tragedia anche lui era diventato come la montagna: freddo, inflessibile e severo. Che qualcuno un giorno arrivasse da lui e infiammasse il suo animo era divenuto quasi un desiderio cosciente.
Ambientazione: Pokémon Scarlatto e Violetto
Personaggi: Grusha, Pepe
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Il calore di un miracolo ~

2 ~ Scagliagelo

 

La notte era trascorsa senza che riuscisse a dormire. Il sole filtrava timidamente dai vetri delle finestre, e si fermò ad osservare la distesa biancastra che diventava sempre più chiara, fino a risultare brillante.

Nessuna traccia del giovane nel registro degli sfidanti, probabilmente aveva rinunciato. Normale. Si lasciò andare ad un sospiro di sollievo, sebbene dovesse ammettere che l’incontro con quell'allenatore era riuscito a scaldarlo, certo non come si aspettava.

Forse era vivere in montagna a congelare ciò che rimaneva della sua emotività. Persino chi lo raggiungeva per sfidarlo gli ricordava il passato.

Ma in quale altro luogo sarebbe potuto andare, con i suoi Pokémon di tipo ghiaccio? Amava le alture, le discese mozzafiato, la velocità, il freddo e il sole che picchiava sulla neve, colpendolo in volto con furia impetuosa.

Fece per uscire, quando in lontananza scorse una figura intenta a risalire la montagna, ove si ergevano le stallatiti di ghiaccio. Erano l’allenatore della notte precedente e il suo Pokémon.

Impietrito, non sapeva se a causa del suo zelo e della sua perseveranza o del fatto che non avesse ancora terminato di tormentarlo, lo seguì con lo sguardo fin quando il ragazzo entrò in palestra, incrociando il suo sguardo con evidente atteggiamento di sfida.

“Buongiorno.”

~


“Benvenuto alla palestra della Sierra Napada!”, lo accolse l’assistente, ignaro di quanto precedentemente accaduto, mentre tutto ciò che lui stesso riuscì a restituirgli fu un’occhiata sdegnata e ben poco accomodante.

“Immagino tu sia qui per la sfida in palestra; lascia che inserisca il tuo nome nel registro degli sfidanti… Ti chiami Pepe, giusto?”

Il ragazzo annuì, porgendo il tesserino di riconoscimento.

“E così il tuo nome è Pepe. Quale ironia.” commentò il capopalestra, mentre con passo spedito usciva dall’edificio, dirigendosi poi verso il Centro Pokémon poco distante.

Il ragazzo lo seguì con lo sguardo per un po’, per poi concentrarsi nuovamente sull’assistente, il quale gli presentò la prova della palestra e comunicò all’addetto all’esame del suo imminente arrivo. Dopo qualche minuto aveva già raggiunto il capopalestra, al quale si avvicinò incalzante e deciso, rivolgendogli un ghigno divertito.

“Lo slalom sulla neve. Quale ironia.”

Doveva essere proprio così. Qualcuno o qualcosa lo aveva mandato per fargli passare un brutto quarto d’ora.

“Ti stupirò.” proseguì Pepe, sgranchendo le braccia e dirigendosi verso il punto di partenza.

“Oh, non ne dubito.”

Pensò Grusha alzando gli occhi al cielo, mentre andava a posizionarsi nel punto più alto dal quale avrebbe potuto seguire l’intera discesa.

~

Il ragazzo si posizionò sulla griglia di partenza. Di fronte a lui, un percorso scavato nella neve proseguiva per buona parte del pendio montano, costellato di paletti che il suo Pokémon accompagnatore avrebbe dovuto oltrepassare con precisione. Al via dell’addetto alla prova della palestra, diede una spinta al suo Cloyster e si aggrappò alle punte che aveva sul dorso per cominciare la discesa.

Quella notte il giovane aveva raggiunto Neveria, superando la tempesta di neve. Era grato che la scuola rendesse strumenti tanto avanzati tecnologicamente a libera fruizione di tutti gli allenatori, lo Smart Rotom lo aveva proprio salvato. Aveva raggiunto un’area di ristoro, si era scrollato la neve di dosso e dopo aver fatto accendere un fuoco al suo Scovillain si era messo a ripassare gli appunti in vista della sua imminente sfida.

Accanto a lui, Mabosstiff aveva riposato tutta la notte cercando di scaldarlo come poteva, fin quando anche il suo allenatore, dopo aver deciso una strategia, era crollato dal sonno.

Non sapeva se sarebbe riuscito a sconfiggerlo, si diceva che Grusha fosse il più forte tra i capipalestra e che la sua indolenza lo portasse ad essere inclemente nei confronti degli sfidanti.

Ma aveva stretto i pugni per darsi coraggio; dopotutto, aveva affrontato una tempesta, più un’altra emotiva. Se non fosse riuscito al primo tentativo, avrebbe sempre potuto ritentare.

Il percorso scorreva veloce di fronte a lui, curvare in groppa al suo Pokémon era pericoloso e al contempo eccitante. L’aria gelida gli riempiva le narici e la neve gli si posava sul viso, facendogli avvertire il rigore della cima montana. Sentiva il guscio di Cloyster vibrare sulla neve che apriva loro la strada al passaggio, una sensazione di libertà mai provata prima. Si sentiva quasi più potente dell'intero rilievo; sciare era impressionantemente divertente, entusiasmante, ma anche da brividi. E Grusha aveva perso quell’opportunità.

Il percorso si concluse in fretta; lo avevano chiuso nel tempo stabilito. Il ragazzo ringraziò il suo Pokémon e lo fece tornare nella sua sfera, fece uscire Mabosstiff e guidati dal suo fiuto cominciarono la lenta ma inesorabile risalita. Sull'uscio della palestra lo attendeva il suo sfidante a braccia incrociate, e corrucciato in viso.

“Ieri non lasciavi trasparire alcuna emozione; dovrei essere contento del fatto che mi odi?” sorrise Pepe, dirigendosi verso l’arena. Afferrò il parapetto che delimitava il terreno di lotta con entrambe le mani, osservando in lontananza il cratere che sovrastava la regione. Grusha lo seguì andandogli dietro e fermandosi poco distante.

“Lo slalom sulla neve… è eccezionale.”

Il sole splendente, ora attorniato da qualche nuvola dal candido biancore, faceva ancora brillare il mare, le tane dei Pokémon teracristallizzati e la neve tutt’intorno. Il ragazzo sentiva lo sguardo di ghiaccio del capopalestra alle proprie spalle, ma si sentiva insolitamente sincero e non avrebbe potuto non dirgli la verità.

“Devo ammetterlo, sei davvero bravo a trasmettere le tue passioni.”

“Non sei andato male, oltretutto.”

“Mi dispiace; sono stato indelicato.”

Si volse indietro, trovando il capopalestra con occhi increduli. Adesso era certo di avere la sua completa attenzione; stolse immediatamente lo sguardo. Ammettere di aver sbagliato era sempre rimasto imbarazzante per lui, anche dopo essersi reso conto che aveva sbagliato una vita intera.

“Non dev’essere stato facile.”

“È stata una decisione difficile.”

Il capopalestra osservava l’edificio accanto a loro quasi con rancore, stringendosi nelle spalle.

“Quando volevano affidarmi la palestra, ho accettato a cuor leggero perché pensavo mi avrebbe distratto e che sarei comunque rimasto a contatto con la montagna. Ma sono stato uno snowboarder professionista, e le persone mi ricorderanno sempre per quello che ero. Suppongo di dovermi impegnare al massimo anche nelle lotte per far sì che mi riconoscano per ciò che sono adesso.”

“Ma le lotte ti piacciono, no? Voglio dire, che importa se ti è stato tolto qualcosa d’importante? Puoi sempre trovare qualcos’altro. Non reagire significa dare al tempo l’opportunità di toglierti anche tutto il resto.”

Grusha rimase immobile per qualche momento, dopo di che lo superò, fermandosi nella sua metà del campo.

Sopra di loro cominciavano ad addensarsi delle nuvole cariche di neve, e non appena vide sparire il sole il capopalestra alzò gli occhi, respirando l’aria che si era fatta più pesante, forse in vista di una nuova tormenta.

“Pare che anche la montagna voglia aiutarmi a trasmetterti la mia nuova passione. Sei ancora sicuro di volermi sfidare?”

“Sicurissimo.”

Per un attimo, gli parve di vedere un velo di nostalgia sul volto di Grusha; come se si fosse fermato a ricordare.

Dietro alla ringhiera, avendo saputo dell’occorrenza di un incontro in palestra, avevano cominciato ad addensarsi diversi tifosi. Pepe rivolse loro una veloce occhiata, per poi tornare sullo sfidante che nel frattempo aveva già estratto la prima PokéBall dalla cintura.

“Il tempo cambia rapidamente man mano che si sale, e qui siamo quasi in cima. Potrebbe diventare pericoloso. Attualmente, è sicuramente più favorevole ai miei Pokémon. Ti attende un’implacabile gelata.”

Il ragazzo estrasse a sua volta una sfera e premette il pulsante al centro, pronto a lanciare in campo la sua prima scelta.

Nondimeno, il tuo ardimento è stato capace di incuriosirmi. Mostrami se il tuo sogno è più forte del mio.”

 

Note dell’autrice:

Bentornati in questo secondo capitolo :3!! Siamo finalmente giunti alla lotta! Quale emozione, quale trepidazione!!

Grusha diventa improvvisamente sincero quando viene provocato, o forse nel tempo ha sepolto sotto una corazza di ghiaccio ogni sua emozione, per cui ogni qualvolta qualcuno s’infiamma accanto a lui è portato ad alleggerire il suo fardello.

Pepe invece ha la consapevolezza di chi ha perso cose anche importanti, ma ha la consapevolezza che senza rialzarsi non si potrà rimediare a nulla, e anzi ci si renderà sempre più inermi, rendendo più semplice lasciar andare altrettante cose importanti che potrebbero pararcisi di fronte.

Sono due visioni della vita a confronto molto interessanti. Ne sarebbe dovuto risultare un confronto leggermente più cupo, ma man mano che scrivevo sentivo che Pepe non avrebbe potuto infierire più di così. Non avrebbe avuto senso, né Grusha l’avrebbe meritato.

Per scrivere questo capitolo e quello successivo ho dovuto fare qualche ricerca, e sono assai contenta di essere riuscita ad inserire uno sprazzo di gioco reale nel momento in cui la risposta di Pepe alla domanda di Grusha è la stessa che poco tempo prima gli aveva dato il player (noi). Si vede che sono amici, eh? XD

Voglio scrivere una lotta che sia più accurata possibile, quindi chiedo in anticipo di perdonare un mio eventuale ritardo.

Ringrazio tutti voi di aver letto e vi do quindi appuntamento al prossimo capitolo, che dovrebbe essere l’ultimo! :3

   
 
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