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Autore: Nemesis01    15/06/2023    2 recensioni
Per un motivo misterioso, Scorpius cambia vita e si trasferisce nella frenetica, pratica e poco magica Berlino. Lo fa perché vuole nascondersi dal suo passato e dal suo dolore, ma la vita è imprevedibile e il passato tornerà a fargli visita con tanti abiti diversi. // Sehnsucht, nel senso di "malattia del doloroso bramare", deriva dal tedesco antico e indica un desiderio interiore rivolto a una persona o una cosa che si ama/desidera fortemente. Questo stato d'animo è direttamente collegato al doloroso struggimento che si prova nel non potere raggiungere l'oggetto del desiderio.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Sirius Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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kapitel  e i n s


Scorpius aveva vissuto tutta la sua adolescenza sotto pressione. Da un lato c’erano le autorità che, in maniera passivo-aggressiva, lo tenevano sotto controllo “perché non si sa mai”, dall’altro c’erano i suoi genitori che lo spingevano a eccellere. Non lo facevano nemmeno con cattiveria, aveva pensato lo Scorpius del futuro, ma perché volevano mostrare al mondo che essere un Malfoy non equivaleva a essere un mago oscuro. E allora ecco che Scorpius studiava il doppio delle ore per non prendere mai un voto che andasse sotto la “E”. Poi, quando sua madre morì, le pressioni raddoppiarono. Non bastavano più i voti più alti e le lodi dei professori, no, doveva imparare tutto prima che i professori lo spiegassero, doveva seguire tutte le materie e fare parte di tutti i club. 
Il giorno dei suoi M.A.G.O. aveva fatto fatica a riconoscersi allo specchio. Aveva delle occhiaie tanto profonde che quasi si confondevano con le scavature nelle guance, la sua pelle era pallidissima, i suoi occhi spenti. 
A cosa avrebbe portato prendere tutte “E” se poi non aveva mai potuto giocare, uscire, divertirsi, vivere, fare sesso? 
Era quella la faccia con cui si sarebbe dovuto scontrare ogni giorno della sua vita?
Ne valeva davvero la pena?
No.

Berlino era la città ideale per ricominciare; un posto come quello, abituato a ricostruirsi, era ciò che gli serviva. Ed era proprio per questo che Scorpius aveva deciso di stabilirsi lì, per ricomporsi, per darsi la possibilità di una nuova vita in una città in cui avrebbe potuto essere se stesso, senza nascondere le proprie inclinazioni sessuali e senza dover per forza darsi un'etichetta. E a lui quella libertà piaceva da impazzire.
Non c'era una grossa comunità magica, su questo James aveva ragione, ma lui la vedeva come un’opportunità, poteva non essere parte di qualcosa ed essere solo Scorpius. 
Aveva fatto davvero carte false: aveva incantato qualche documento per ottenere tutte le Anmeldungen (1) necessarie (e in Germania in quanto a burocrazia non erano secondi a nessuno), aveva studiato tutti i procedimenti babbani per l'assistenza medica, l'istruzione e le finanze, ma alla fine ci era riuscito. Aveva ottenuto, alla fine, una Ausweise (2) e i visti necessari per il lavoro, e poi aveva cercato un impiego. Non parlava molto bene il tedesco, ma a Berlino nemmeno questo importava: riusciva a cavarsela con l'inglese, anche se si stava impegnando per imparare la lingua del posto. Certo, c'era da ammettere che la vicinanza di Florian era senza dubbio un ottimo incentivo per imparare il tedesco... 
- Scorpius, va tutto bene? - chiese Florian ancora una volta. 
- Sì, Florian, scusa, - sbuffò Scorpius. Non c'erano tanti clienti, era ancora troppo presto, per cui si accomodò su uno sgabello. A lui, tutto sommato, piaceva la vita da babbano. Poi aveva trovato un buon lavoro: poteva svegliarsi tardi al mattino, godersi le attività socioculturali il pomeriggio e osservare la vita degli altri la notte. Era affascinato da tutto quello che i babbani gli raccontavano dopo un paio di drink. 
- Ma chi era quel tipo? -
- Un... un mio ex compagno di scuola, - si limitò a dire Malfoy. - Non so come abbia fatto a trovarmi in un bar senza nome in una città a lui sconosciuta. -
Florian non rispose. Scorpius non parlava mai del suo passato. A onor del vero, un paio di volte Florian aveva provato a chiedergli qualcosa: era curioso di scoprire le origini del suo ragazzo, di sapere qual era la strada che lo aveva condotto a Hackescher Markt in cerca di un lavoro, ma lui aveva sempre ignorato il discorso. Florian aveva intuito che non era una cosa di cui parlava volentieri e aveva deciso di lasciargli il tempo necessario affinché potesse elaborare i suoi traumi per poi parlargliene in maniera spontanea. Anche quella volta, Florian restò in silenzio e si limitò a sorridere comprensivo. 
Scorpius, invece, poggiò la fronte sul bancone del bar. Incontrare James era stato uno shock; tutto il groviglio che aveva occultato a se stesso era risalito a galla e ora gli stava provocando una forte acidità di stomaco.
- Scorpius, mein Liebling (3), se non ti senti bene puoi andare a casa… -
- Sto bene, ho solo bisogno di un minuto. -
Florian gli si avvicinò e gli accarezzò la testa con dolcezza. Scorpius lo lasciò fare e si sentì subito meglio. Checché ne dicessero i maghi, i babbani erano in grado di suscitare magie come quelle: una carezza, un bacio passa-bua, un massaggino che lava via il mal di pancia, un abbraccio ristoratore. Erano davvero ingegnosi. 
- Scusa, Florian, sono un cretino. -
- Non sei un cretino! Perché dici così? -
- Perché è bastato vedere James solo un attimo e io… - Poi Scorpius sbuffò di nuovo, incazzato. - Non capisco come abbia fatto a trovarmi! -
- Scorpius, le persone trovano questo locale per caso, come hai fatto tu. -
Scorpius non sembrava credere troppo al caso: la sorte era un concetto aleatorio, troppo anche per un mago. Scrollò le spalle ancora una volta e si mise in piedi. Non avrebbe concesso altro tempo al rimuginare sulla sua vita passata. 
Florian era andato a ripulire il bancone e aveva trovato un cartoncino bianco sotto al posacenere usato da James. Aveva la dimensione di un biglietto da visita ma era totalmente bianco, non c’era stampato nulla sopra, nemmeno un carattere. - Was seh ich da? (4) - mormorò il ragazzo. - Scorpius, il tuo ex compagno di scuola è un tipo strano. -
- Ah beh, lo so. Ma perché lo dici? -
- Ha lasciato un biglietto bianco, - commentò Florian e gli allungò il cartoncino in questione.
Scorpius lo prese e gli diede uno sguardo: non era bianco, era incantato. Solo i maghi potevano leggerlo. C’era scritto: “O'DJames - Kasselhaus, Berlin - 11 June". Non era solo un invito o un volantino pubblicitario, era un biglietto d’ingresso elargito a titolo gratuito. Scorpius lo stropicciò ma la carta non sembrava rovinarsi. Maledetta magia. Mise il cartoncino in tasca e tornò a lavoro in silenzio.


Malfoy non riusciva a dormire. Erano da poco passate le undici, si era messo a letto mezz’ora prima ma non aveva proprio chiuso occhio. 
La visita di James lo aveva turbato così tanto che a un certo punto si era ritrovato a vomitare anche l’anima nei bagni del locale dove lavorava, e Florian lo aveva supplicato di andare via perché non era il caso di lavorare in quelle condizioni. 
Scorpius si era talmente rassegnato al suo malessere che ora fissava il soffitto inerme, nella speranza che la stanchezza lo avrebbe travolto e gettato tra le braccia di Morfeo. 
Ma niente. Il sonno non arrivava e lui non riusciva a smettere di farsi trascinare nell’abisso dei ricordi. Stanco e demotivato, recuperò il biglietto e lo lesse di nuovo: "O´DJames - Kasselhaus, Berlin - 11 June"
Era a cinque minuti da casa sua. 
James era a cinque minuti da casa sua.
A cinque minuti.
Il suo cuore perse un battito e lui si sentì stupido.  
Soffocò un paio di urla nel cuscino che poi scaraventò contro la parete e, in preda alla frustrazione, si alzò e si diresse verso l’armadio. Uno a uno, cominciò a tirare fuori ogni vestito e non smise fino a quando tutto il suo guardaroba giaceva sul pavimento. Sembrava quasi un’opera d’arte, avrebbe potuto intitolarsi “furia su parquet”. La sua attenzione fu colpita da un piccolo scatolo che giaceva nell’angolo più remoto dell’armadio. Lui ne ricordava il contenuto, l’aveva nascosto lì perché non voleva più vederla. Eppure, in quella sera in cui la nostalgia faceva da padrone, ne avvertì la mancanza. Lo recuperò e soffiò via la polvere prima di aprirlo. 
La sua bacchetta. Bella, era bella. L’estrasse e la strinse forte tra le mani; forse si trattava solo di suggestione, ma parve avvertire un qualcosa ribollirgli nelle vene. E, in virtù di questo fervore, recuperò un paio di jeans e una canotta e uscì. 
 


auf i t a l i e n i s c h


1: Anmeldungen: sono le iscrizioni, per esempio, al comune.
2: Ausweise: carta d'identità
3: "tesoro" 
4: "ma che cosa..." 




/ ndA
Ormai sono nel flusso, devo per forza continuare a scrivere. Scrivo scrivo scrivo. E comunque, questo Scorpius mi fa allo stesso tempo tenerezza e simpatia. Che vorrà mai raccontarci? Lo scopriremo nei prossimi capitoli (forse). 
   
 
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