Questa
storia partecipa alla challenge del #Writeptember2023
del gruppo Hurt and Comfort Italia.
Day 3:
3. Ore più calde.
4. È il momento.
Fandom:
Netflix One Piece
Personaggi: Luffy, Zoro
«Sei stato uno sprovveduto. Sarebbe potuto succedere di
peggio, e lo sai. Questo è ciò che fa un buon capitano?» Zoro faceva fatica a
mantenere il tipico atteggiamento distaccato, cinico e distante cui aveva
abituato i suoi compagni di ciurma. Un carattere non certo facile il suo, ma Luffy era in grado con un solo singolo gesto di mandare
all’aria ciò che lui definiva il suo tipico autocontrollo.
Perché stavolta l’aveva fatta grossa.
Oh, se c’era riuscito.
L’approdo nell’isola deserta di quel piccolo arcipelago non era stato certo una
buona idea, come quella di Luffy di sfidare uno degli
enormi animali locali a chi avrebbe chiuso per ultimo le palpebre. A metà
pomeriggio la bestia aveva ceduto per esasperazione.
Umoristico il modo con cui rispondeva lui, spavaldo, sotto al sole cocente
contro un animale a sangue freddo che godeva della presenza dei raggi solari
cocenti addosso: «È il momento, Zoro, me lo sento.»
«Oh, sì, adesso cede.»
«Il momento giusto. Sì, sì, fidati.»
E via dicendo.
Sarebbe stato quasi divertente non si fosse svolto il tutto nelle ore più calde
di quella giornata infinita, con quasi 60°C all’ombra e una umidità del 96%.
Zoro, sfinito dall’afa indicibile e dai vestiti zuppi di umidità e di
impazienza, recuperò il capitano che portava stampata addosso una faccia da
idiota soddisfatto, la fronte ustionata dal sole, le labbra crepate su più
punti e un prossimo collasso per colpa di un colpo di calore.
«Perché solo io devo avere a che fare con degli scemi, Luffy,
spiegami.»
La poppa della nave a quell’ora portava il maggior ristoro, lontana da
quell’atollo lacustre e impossibile; Zoro continuava a lamentarsi mentalmente,
ormai s’era infastidito con le sue stesse parole. Stava passando un balsamo
sulle labbra del capitano, dopo aver tamponato il labbro inferiore spaccato.
“Incredibile. E tocca pure a me aiutarlo. Ma si può.”
Depose il vasetto nel bauletto, per poi estrarne un altro contenente un
unguento oleoso, dal profumo frizzante, da passare sulle bruciature evidenti.
«Cosa dobbiamo fare con te?»
Luffy sorrideva nonostante il dolore dei tagli.
«Perché? Tu che vorresti fare con me?»
Zoro rovesciò parte del contenuto, lanciò letteralmente da un metro di distanza
il resto della sostanza sul volto del ragazzo e si allontanò a una buona
distanza di sicurezza.
Era giovane Luffy, e incapace di malizia, giusto?
Giusto?
Lo spadaccino corse a sciacquarsi il volto improvvisamente arrossito. “Avrò
preso troppo sole, sicuro. Adesso vado lì fuori, mi assicuro abbia bevuto a
sufficienza e basta. Basta.”
«Allora, Zoro, quando mi rispondi?!»
«Sta’ zitto!»