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Autore: Scribbling_aloud    15/09/2023    1 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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È in quel momento che papà entra nella stanza. La nonna gli è a fianco. Deve averlo convinto a uscire dal letto per venire a trovare Sunrise ma non sono sicuro che sia consapevole di dove si trovi o cosa stia facendo. Riesco a intuire dal suo sguardo che semplicemente non è lì con noi.
Sunrise, appena lo vede, esplode in singhiozzi ‘Papàààààà’ piagnucola cercando di raggiungerlo.
Il suo grido riesce a perforare la sua letargia e, come se si fosse appena svegliato, finalmente la nota, i suoi occhi, liberi da quella patina di apatia, si illuminano con un desiderio di prenderla tra le braccia. Ma come si avvicina istintivamente per riceverla, giusto prima che le loro mani si tocchino, un grido ci blocca tutti nelle nostre posizioni.
‘Non la toccare!’
È James che ha latrato cattivamente la frase.
Lo guardiamo tutti sbalorditi.
‘James…’ papà mormora sembrando come se lo vedesse per la prima volta.
‘Non la toccare’ lui ripete minaccioso.
‘James, cosa cavolo…?’
‘Tu zitto!’ abbaia nella mia direzione ‘E non gliela dare’
‘Sei pazzo o cosa?!’ sbotto mentre Sunrise si sta ancora dimenando per raggiungere papà. Le sue braccia non sono più pronte a riceverla però, sono cadute mollemente al suo fianco e sta guardando James con gli occhi sbarrati che avanza verso di lui funesto.
‘Non la toccherai più. Starai lontano da lei’
‘James, caro…’ la nonna cerca di interromperlo, ma lui non la considera neanche.
‘Non ti permetterò di avvicinarti. La metterai solo in pericolo. Se sta con te, pagherà solamente! Sarò io che mi occuperò di lei da ora in poi’
‘Stai sfasando!’ sputo disgustato. Come può dire una cosa del genere a papà?!
‘Come fai a difenderlo??’ lui sibila contro di me ‘E’ colpa sua se la mamma è morta! Vuoi che succeda la stessa cosa a Sunny?’
‘James, non osare dire una cosa del genere!’ la nonna lo riprende severa prendendo Sunrise dalle mie braccia che ancora grida a pieni polmoni cercando di raggiungere papà, ma prima che lei possa dargliela, James scatta in avanti e sottraendola malamente dalle mani della nonna sbraita verso papà ‘Hai lasciato la mamma sola! Hai lasciato che venisse uccisa! Dovevi morire tu non la mamma! Non aveva nessuna colpa! Non ti voglio più vedere! Non voglio che tu veda Sunrise mai più!’
Il solo suono udibile è il pianto di Sunrise, noi siamo tutti sbigottiti, pietrificati sulle nostre gambe.
Ma sento un furore montare molto velocemente. Come osa??? Come??? Mo’ gli spacco la faccia una volta per tutte!
‘James!’ faccio uscire in un boato con tutta la forza che ho, il mio viso che si imporpora ‘Cosa cazzo…’
‘Albus, lascia perdere.’
È papà, così deciso che riesce a fermare la mia impetuosità ‘Ha ragione. Lascialo in pace.’
‘Papà, non ha ragione! È tutta una mega stronzata!’
Devo urlare per essere sentito sulle grida disperate di Sunrise.
‘Ha ragione. Me ne vado. Starà meglio senza di me. Ha ragione.’
Protesto accalorato ma non mi sta più ascoltando, è di ritorno nel suo stato di apatia. Getta solo una breve occhiata a Sunrise che ancora urla disperata stendendo le braccia verso di lui, si gira sotto lo sguardo ansioso della nonna che si sposta da James a me che ancora lo chiamo per attirare la sua attenzione, ma è chiaramente una battaglia persa.
La sua consapevolezza è già seppellita da qualche parte nel suo profondo mentre lascia la stanza.
 

Mo’ lo strangolo quel pezzo di merda! Fortunatamente per lui la presenza di Sunrise lo protegge dalla mia furia fisica.
Ma niente lo può salvare da quella verbale ‘Ma sei fuori di testa completamente?!’ grido camminando minacciosamente nella sua direzione, mentre la nonna mi prende per una spalla, trattenendomi.
‘Ti rendi conto della condizione in cui si trova? È quasi morto! È stato torturato! È distrutto completamente e tu vai a dirgli che è colpa sua??’
Lui mi lancia un’occhiata di fuoco mentre cerca di calmare Sunrise che urla come se fosse posseduta, tutto il viso congestionato.
‘Sei un cazzo di cocco di papà!’ mi accusa ‘Non ci arrivi proprio, eh?!’
Il rumore nella stanza ha attratto l’attenzione e tutti insieme: zio George, Bill e Ron irrompono nella stanza.
‘Cosa sta succedendo qui?’ Bill chiede severo.
Ma nessuno gli risponde, io e James che ci fissiamo in cagnesco e Sunrise ancora in un diluvio di lacrime che chiede di papà.
La nonna approfitta del diversivo per andare a prendere Sunrise dalle braccia di James cercando di calmarla con delle parole rassicuranti.
James non si oppone troppo preso dal nostro scambio.
‘Quel pazzo voleva ucciderlo, la mamma è stata solo usata per arrivare a lui! Quanto tempo pensi che passerà prima che un nuovo pazzo faccia la stessa connessione e userà lo stesso sistema per arrivare a lui?’
‘Non mi interessa. Io sto con papà’ dico fermamente.
‘Ma che sorpresa’ lui sorride maliziosamente ‘Il cocchino di papà’
‘Smettila!’ urlo infuriato.
‘Ma lo sei. Non ti interessa che la mamma sia morta per colpa sua. Ti interessa solo di lui’ sbotta disgustato.
Una furia scatta e mi frusta così velocemente che mi prende alla sprovvista.
La mia mente è improvvisamente affollata da immagini della mamma. La mamma che mi dava il bacio della buonanotte quando ero piccolo, le battaglie di solletico, io che mi nascondevo sotto il tavolo mentre faceva una torta e lei che faceva scivolare delle fette di mela di tanto in tanto come se per errore, la mamma che mi diceva con una nota di orgoglio che ero un vero Weasley mentre mi tagliava i capelli così simili ai suoi.
E sempre la mamma solo qualche giorno fa all’obitorio, i suoi capelli sistemati su un lato, i suoi occhi chiusi.
Mi lancio su di lui accecato da queste visioni, sento a malapena la nonna che manda un grido allarmata, ma lui è pronto. Era quello che si aspettava, probabilmente quello che sperava.
Ma, come lui, sono tutti in guardia.
George e Bill scattano in avanti bloccandomi prima che riesca ad arrivarci, tenendomi fermo. Cerco di divincolarmi ma non mi lasciano andare.
‘Calmati’ Bill mi ordina severo.
George, che mi tiene anche lui fermo, fissa James con rimprovero ‘Sai, in realtà te lo meritavi un bel pugno sul muso. Smettila di dire scemate. Dovresti prendere esempio da tuo fratello. Non è colpa di tuo padre.’
‘Beh, io penso che abbia ragione’
Questa voce proviene inaspettatamente da un angolo e, essendo così presi, ci è voluto un momento perché ne capissimo la provenienza.
Distratti, Bill e George allentano la presa su di me, ma sono così esterrefatto che la mia rabbia è evaporata velocemente.
È lo zio Ron, braccia conserte, sguardo cupo.
La nonna si intromette ‘Ron, questo non è il momento…’
Lui si dirige verso di noi, interrompendola ‘James ha ragione. Non ovviamente sul fatto che ad Albus non interessi di Ginny, quella è proprio una stupidata. Ma ha ragione su Harry. È colpa sua.’
Siamo così esterrefatti che nessuno parla, James, che si aspettava solo opposizione, è preso contropiede ma adesso si sta facendo sempre più compiaciuto.
‘La presenza di Harry è pericolosa. Onestamente, penso che dovremmo prendere le distanze’
Zio Bill è totalmente sbalordito ‘Cosa stai dicendo?! Siamo sempre stati dalla parte di Harry, tu più di tutti. Non è colpa sua. È sempre stato pericoloso. Ginny lo sapeva. Tutti lo sapevamo.’
‘Le cose sono cambiate. Non c’è più un Tu-sai-chi che ci minaccia tutti. Non dovrebbe essere pericoloso ma con lui in giro lo è lo stesso. Abbiamo già pagato un prezzo fin troppo alto. Personalmente non voglio più averci nulla a che fare. E voi dovreste fare altrettanto se ci tenete alla pelle. Possiamo prendere Sunrise con noi, io e Hermione, sarà al sicuro in Romania, con un po’ di tempo si dimenticherà anche di essere sua figlia. Lo stesso per Albus e James, possono venire a stare da noi in estate, possiamo adottarli legalmente. Non hanno bisogno di incontrarlo più.’
Il pianto di Sunrise si è trasformato in un prolungato mugolio mentre si succhia il pollice, la testa appoggiata sulla spalla della nonna che sta ascoltando allibita.
George trasalisce visibilmente alle sue parole ‘Ragazzi, aspettate un momento! La cosa sta diventando ridicola. Ron, ci stai prendendo per il culo, vero? Stai dicendo che dovremmo abbandonarlo al suo destino, tagliare i ponti e togliergli via i figli?’
‘No!’ urlo pieno di orrore ‘E’ tutto sbagliato! Non potete farlo! Io non vengo’
‘Io vengo’ James borbotta cupo ‘E’ perfetto’
‘No, non lo è’ la nonna afferma grave cullando Sunrise ‘Non si portano via i bambini dall’unico genitore che hanno. Non è giusto. È ridicolo, Ron.’
‘Non è ridicolo!’ lui sibila ‘Vi rendete conto di quante persone sono già morte per colpa sua?! Avete bisogno di avere la mente rinfrescata?! Non contiamo i suoi genitori…’
‘Ron, è stato Tu-sai-chi! Come puoi dire una cosa del genere?!’ la nonna lo interrompe scandalizzata.
‘Scusami ma chi voleva uccidere in primo luogo?!’ Lui sbotta infuriato coprendo le parole della nonna, facendola sussultare. ‘Ma non contiamoli…’ aggiunge più calmo, realizzandolo ‘Vediamo…’ dice facendo finta di pensare ‘Abbiamo Ginny, salvata per miracolo quando aveva undici anni…’
‘Da Harry se ti ricordi correttamente’ zio George interrompe con amarezza, cominciando sottilmente ad agitarsi, innervosito.
‘Sì’ Ron sibila cupo, le punte delle sue orecchie che diventano rosse, un chiaro segno di rabbia (lo so perché funziona allo stesso modo per me) ‘Ma ha rischiato la pelle solo per essere stata usata come esca per attirare Harry’ Ma poi abbiamo Diggory, Sirius perché è stato così incosciente da non ascoltare Hermione…’ contando sulle dita.
‘Non è che tu ti sia dato tanto da fare per convincerlo a non andare, o sbaglio? Hai seguito chiunque stesse conducendo come al solito senza prendere nessuna decisione, o sbaglio??’ George dice acidamente tra i denti stringendo i pugni, le sue nocche bianche, le sue lentiggini ancora più vivide sul suo viso livido com’è.
Lo zio Ron lo ignora e continua con un tono di voce più alto ‘Poi Dumbledore, Lupin e Tonks…’ e ogni nome è pronunciato con un tono un po’ più alto di quello prima ‘Colin e…’
‘Ok, Ron. È sufficiente. Smettila’ Bill lo interrompe severo lanciando una veloce occhiata incerta a George, perché sappiamo tutti dove stava arrivando, e uno nella nostra direzione.
Zio Ron, notandolo, grida oltraggiato ‘Lasciali ascoltare! È solo giusto che sappiamo come stanno le cose! Hanno perso la mamma. Nostra madre ha perso una figlia. Abbiamo perso una sorella! Vuoi perdere anche una nipote?’
‘Ne abbiamo già persa una’ George dice accusatorio.
E tutti lo fissiamo in un silenzioso disagio. Sta parlando di Lily. Lo sappiamo tutti. Mando giù un groppone come tutte le volte che il nome di Lily è pronunciato. Io ero il suo preferito, un po’ come James lo è per Sunrise, eravamo sempre insieme.
Non ce l’ho con lo zio Ron. Forse dovrei ma non è così. Forse perché la mamma mi ha ripetuto così tante volte che non era colpa sua che mi sono abituato all’idea. Ora che ci penso, forse, stava solo cercando di convincere se stessa ripetendoselo. È strano come me ne accorga solo ora.
Ma c’è qualcos’altro che lo protegge dal mio risentimento. È il padre di Rose. Non voglio avercela con il padre di Rose. Lei ci è così affezionata, e lo sono anch’io. È sempre stato molto bravo con me e James. Ci raccontava le storie di Hogwarts e potevamo fare con lui tutte quelle attività nel mondo della magia che non potevamo fare con papà.
‘Tu hai perso un gemello’ Ron risponde malignamente inclinando la testa da un lato ‘Tu per primo dovresti allontanare Harry. Fred è stato ucciso per colpa sua e tu ancora lo frequenti come se fosse il tuo migliore amico’
Vedo gli occhi di Fred sbarrarsi alle sue parole e subito dopo incupirsi, ma è il lavoro di un istante perché il secondo dopo, gli si getta addosso così svelto che nessuno ha il tempo di fermarlo. Gli tira un pugno dritto sul muso. Lo zio Ron si prende il viso tra le mani mentre la nonna urla, ma attacca subito dopo.
Bill riprendendosi dal primo sussulto di sorpresa si lancia in avanti dividendoli e tenendoli lontani.
‘Smettetela! Cosa cavolo state facendo?!’ grida sconvolto.
La nonna, lasciandomi velocemente Sunrise che sta ancora succhiandosi il dito convulsamente, scatta verso di loro con un’espressione austera.
‘Ragazzi, ora basta! La situazione è brutta abbastanza senza avere risse e litigate ogni secondo! Ora entrambi vi scusate e vi stringete la mano!’ ordina severa.
Si osservano solo in cagnesco e nessuno parla, Bill li sta ancora dividendo.
‘Bill, allontanati’
Bill, esitante, obbedisce ma loro non si muovono.
‘Ora vi stringete la mano e vi scusate. Non accetterò questo comportamento nella mia famiglia.’
Sta chiedendo troppo, penso. Sembra un’impossibilità, sembrano che più che altro inclini a volersi uccidere. E per un momento sono sicuro che non faranno quanto gli è stato chiesto ma poi lo zio Ron, pur senza parlare, allunga una mano.
Ma lo zio George no.
‘Vai a farti fottere’ mormora torvo, lasciando la stanza, seguito a ruota dalla nonna.
Bill, spingendo malamente Ron in un angolo, comincia una vigorosa e adirata sgridata sussurrata per non farci sentire. Lo zio Ron gli rivolge solo uno sguardo truce chiaramente innervosito.
Io e James non ci siamo mossi. Siamo ancora nelle nostre rispettive posizioni. Sunrise, in un mondo tutto suo, occhi spenti e umidi, non smette di succhiarsi il pollice.
James mi si avvicina per prenderla. I nostri occhi si incontrano e, in un mormorio per non essere sentito, dico tra i denti ‘E’ nostro padre’
Lui guarda da un’altra parte mentre la prende.
‘Io non ho un padre’ mormora di rimando.
   
 
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