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Autore: Scribbling_aloud    20/10/2023    1 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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Mi sveglio di soprassalto. Sta urlando il mio nome.
Lo sento correre su per le scale.
Un secondo è tutto quello di cui ho bisogno. Prendo la bacchetta, salto giù dal letto e sono pronta. Sono sempre pronta. È già tre anni che ho lasciato il mio posto come capo della polizia ma ci sono cose che, una volta imparate, non si dimenticano. Faccio una breve valutazione del mio nemico (perché ora come ora, lui è il mio nemico); è più forte e più allenato di me, è abile con la magia, ha un addestramento da Auror, ma la sua mente è annebbiata, non è completamente in sé. Probabilmente farà affidamento solo sulla forza fisica. Devo dimostrargli che sono più forte di lui. Devo trattarlo come un animale selvatico. E possono fiutare la paura.
La porta viene scossa da colpi violenti ‘HERMIONE FAMMI ENTRARE, SO CHE SEI Lì DENTRO! FAMMI ENTRARE!’ grida. A giudicare dal rumore ci si sta buttando contro.
‘Vattene via!’ urlo in un grido acuto, la paura che si insinua nonostante i miei sforzi di rimanere calma.
‘SE NON APRI QUESTA PORTA LA TIRO GIU’’
Ne è assolutamente capace.
Sto valutando le mie opzioni quando i colpi alla porta cessano improvvisamente, il tempo di domandarmi cosa stia succedendo dall’altra parte che uno stanco bussare ne prende il posto.
‘Hermione’ dice quasi in un lamento, quasi in un singhiozzo ‘Mi spiace. Scusami per aver urlato ma devi aprire la porta. Sei la mia migliore amica dopotutto. Voglio solo parlare’
Oddio cosa devo fare?? Sono ancora vicina al letto, il mio cuore che mi spinge con un insospettabile forza verso la porta, il mio cervello che mi ordina di stare ferma. Tutto il corpo vibra con quest’interna contraddizione.
‘Hermione, per favore, ho bisogno del tuo aiuto…’
Queste parole proclamano un vincitore assicurato tra le due parti in disaccordo. Volo verso la porta, il mio cuore che esplode d’amore, pronta per dargli tutto l’aiuto di cui ha bisogno.
Ma come la mano è quasi sulla maniglia, un colpo fa tremare la porta intera e me saltare.
‘HERMIONE, APRI QUESTA FOTTUTA PORTA!!’
Mi allontano immediatamente ritornando alla ragione, sperando di aver imparato una lezione preziosa per il futuro e, giusto mentre sto erigendo il mio scudo, la porta si apre di botto; è riuscito a scardinarla a fuori di calci e spallate.
Mi attacca subito ma la forza dell’incantesimo lo spinge indietro. Non aspettandoselo, perde l’equilibrio ma con un’agile capriola è di nuovo in piedi. Non è un Auror mica per niente.
Tengo la mia bacchetta saldamente. Mi osserva minaccioso ma anche studiosamente. Sta probabilmente facendo la stessa valutazione che ho fatto io. Abbiamo ricevuto lo stesso addestramento.
Riesco quasi a sentire un ringhio provenire da lui che mi ricorda una tigre pronta a balzare sulla preda.
‘Cos’hai fatto delle mie pozioni?’ la sua voce bassa e rauca.
‘Non le prenderai più’
‘Ti voglio fuori di qui.’
‘Non me ne vado.’
‘HO DETTO CHE TI VOGLIO FUORI DI QUI’ grida.
‘Harry, puoi urlare quanto ti pare. Non vado da nessuna parte e non ti permetterò più di prendere quelle pozioni.’ Rispondo tenendo la mia voce bassa e fissandolo dritto negli occhi. Mi forzo a non abbassare lo sguardo. Devo prevalere su di lui.
‘E se provi ad attaccarmi, ti combatterò. Hai lavorato abbastanza a lungo con me per sapere di cosa sono capace.’
Lo sa. E posso vedere il significato delle mie parole andare a segno, i suoi occhi diventano due fessure piene d’odio.
‘Vai a farti fottere’ abbaia solamente lasciando la stanza.
Cado mollemente sul letto prendendo dei grossi respiri. Ho vinto. Gli ho dimostrato che sono fatta di una stoffa più resistente di quanto pensasse ma non posso abbassare la guardia per nessun motivo. Ho vinto una battaglia non la guerra.
Dalla sua stanza sento cassetti aprire chiudersi chiaro segno che si sta preparando per uscire. Devo seguirlo. Sono sicura che sto per scoprire  come se le procura.
Mi vesto velocemente e quando esce gli sono dietro un secondo dopo. Fortunatamente non ha optato per una smaterilizzazione se no sarebbe stato impossibile farlo.
Si è messo un cappello e degli occhiali da sole. Forse per evitare di essere riconosciuto. Totalmente inutile secondo me; non ci si può sbagliare. Ma forse solo perché lo conosco così bene.
Mentre prendiamo la strada per il St. Mungo, so che il mio presentimento era corretto. Seguo come un’ombra stando molto attenta a mantenere un po’ di distanza. È così concentrato a non essere riconosciuto comunque, che potrei passeggiare tranquillamente al suo fianco e non mi noterebbe neanche.
Prende le scale e si ferma al terzo piano. Trattamenti per Pozioni e avvelenamento da piante. Vediamo.
Mi nascondo dietro un carrello mentre lo vedo sbirciare in ogni stanza. Finalmente sembra aver trovato quello che cercava, fa segno a qualcuno lì dentro di seguirlo.
Ne appare una donna. Un’infermiera. Certo. Come ho fatto a non immaginarlo?! Così semplice.
Si chiudono insieme in una delle stanze. Devo trovare un modo di ascoltarli, devo entrare senza essere vista. Facile. Sussurro il mio incantesimo per fermare il tempo intorno a me. Mi sono esercitata molto e ora riesco a usarlo con relativa facilità. È un incantesimo molto utile e sono contenta di essermi presa il tempo per impararlo nonostante non sia stato semplice.
So che ha funzionato perché vedo persone congelate mentre camminano nel corridoio. Non funziona su tutto l’ospedale però. Probabilmente non va al di là di questo corridoio e non ho molto tempo.
Mi infilo dentro silenziosamente. L’infermiera è seduta sul tavolo in modalità gattamorta il che mi fa venire una subitanea voglia di mollarle una sberla. Posso indulgere in questo piccolo piacere? Non lo saprà mai, sentirà solo un prurito quando il tempo ricomincia. Ma no, nonostante la tentazione sia forte è meglio non rischiare.
Mentre mi nascondo dietro un letto il tempo ricomincia a scorrere.
‘Ho bisogno di altre pozioni’
‘Te ne ho date un sacco! Cosa ne hai fatto?’
‘Ne ho bisogno di altre; non riesco a dormire senza...’ le prende la mano e comincia a baciarle il polso.
‘Cosa farai in cambio?’ lei chiede maliziosamente. Che baldracca.
‘Cosa vuoi che faccia?’ lui risponde con un sorrisetto.
‘Stasera, c’è un’importante serata di gala alla villa del Ministro, molto elegante con tutte le persone che contano. So che il Ministro ti ha inviato ma non ha ricevuto risposta. Era sul giornale. Voglio che mi porti lì come tua compagna’
Lo vedo sbiancare ‘Non posso, tesoro. Lo sai che non posso. Ci saranno giornalisti, scatteranno foto.’
‘Ma questo è proprio quello che voglio, stupidotto. Voglio che le persone mi vedano con te.’ Lei tuba civettuola.
Come osi usarlo per i tuoi interessi meschini! Orribile donna! Usare le sue debolezze solo per finire su un giornale! Questa la paghi!
‘Sii ragionevole, tesoro… Posso fare un sacco di altre cose per te’ lui dice infilandosi tra le sue gambe, tirandosela contro
Lei ridacchia piegandosi all’indietro ‘Tu farai un sacco di cose per me, incluso portarmi fuori per cena’
A quelle parole lui si allontana in una visibile agitazione ‘Non posso. Non posso proprio! Lo scandalo sarebbe enorme. Hai una vaga idea di cosa significhi per me?! Sarà su tutti i giornali. I miei figli lo vedranno!’ balbetta in panico ‘Tutti i parenti di mia moglie! Ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo?!’
‘Lo so, povero caro…’ lei dice godendosi immensamente il potere che sta esercitando su di lui ‘Ma vedi, corro molti rischi a rubare pozioni, mi sembra solo giusto che io ne tragga un guadagno…’
‘Posso pagarti!’ lui offre veemente ‘Dimmi solo quanto, i soldi non sono un problema’
‘Non mi interessano i soldi. Quelli arriveranno quando devono arrivare. Voglio essere famosa, riconosciuta, e tu puoi farlo diventare realtà.’
Lo vedo che sta per controbattere ma lei lo precede scivolando dal tavolo e andando ad accarezzarne il volto ‘Hai bisogno di quelle pozioni, no? È un prezzo talmente basso da pagare per poter dormire. È solo una cena in cambio di ore e ore di sonno senza preoccupazioni. So come funzionano. Non fanno passare nulla, vero?’
Lo vedo scuotere la testa flebilmente con un’aria talmente indifesa che la voglio strangolare. Decisamente se lo meritava quello schiaffo e anche di più. Meno male che l’ho seguito. È una baldracca ma quel che è peggio è che è una baldracca pericolosa.
Harry è troppo angosciato per leggere tra le righe ma io ci riesco benissimo. Non porti una donna qualsiasi a una di quelle sere.
Quello che sta facendo è semplicemente prendere il posto di Ginny per diventare famosa. Magari sta anche pianificando di farsi sposare.
‘Ok, va bene. Hai vinto.’ Lui borbotta sconfitto ‘Quando e dove?’
‘Incontriamoci al Leaky Cauldron alle sei. Possiamo prima farci una passeggiata in Diagon Alley. Poi possiamo andare da me, o ancora meglio da te.’
Lui rimette gli occhiali da sole ‘Come ti pare. Portane più che puoi’ dice sbrigativamente sparendo dalla stanza.
La donna resta di fianco al tavolo con un sorriso vittorioso. Lo farò sparire molto presto.
Conto fino a tre e poi mi alzo. Lei sussulta vedendomi apparire dal nulla e leggo sul suo viso tutto l’allarme che voglio che senta.
‘Chi sei?’ mi chiede sospettosamente, nei suoi occhi il seme del dubbio. Ho avuto la mia parte sui giornali essendo un’amica di Harry. Meglio così.
E, assaporando di già la mia risposta, sorrido. Ma com’è dolce questo momento?!
‘Hermione Granger. Ex capo del dipartimento di polizia, presente consigliere privato per il Ministro come mediatore tra la Romania e l’Inghilterra. Vorrei porle alcune domande.’
Mai e poi mai e poi mai ho tratto così tanta soddisfazione nel pronunciare questa frase.
E mai e poi mai e poi mai ho goduto così tanto nel vedere una faccia diventare bianca come lo splendente camice che indossa. Posso quasi sentire il sangue che le lascia il corpo in piccoli rivoletti. Il suono della resa dei conti.
‘Quanti anni in Azkaban pensa che un’infermiera possa guadagnarsi contrabbandando pozioni e somministrandole a un privato cittadino senza il permesso scritto di un guaritore?’ lascio uscire la mia sottile minaccia con un’espressione illeggibile mentre dentro sto saltando su e giù in preda a una selvaggia, maligna, gioia.
   
 
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