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Autore: Severa Crouch    23/12/2023    1 recensioni
Questa raccolta vuole essere un insieme di flashfic/one-shot natalizie ambientate a Hogwarts. Tutte le generazioni si sono trovate, almeno una volta nella vita, a dover trascorrere un Natale a Hogwarts.
1. Tea Party - Walburga, Alphard, Cygnus & Tom Riddle
2. Christmas plans - I Malandrini
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Questa storia partecipa alla challenge "Secret Santa" indetta da Mari Lace nel forum Writing Games - Ferisce più la penna ed è un pensiero per la carissima Flofly - lavainegloire che desiderava una Ted/Andromeda un po' natalizia o qualcosa con le sorelle Black. Ho provato a unire le due cose, con la promessa che questo è solo un assaggio e che qualcosa di più sostanzioso arriverà presto (ma off challenge). Buon Natale, cara! Spero tanto che questa storia ti piaccia e che tu possa trascorrere delle splendide feste!






Ronda natalizia

Andromeda Black/Ted Tonks


 

Hogwarts, 19 dicembre 1970

 

La Sala Grande era pervasa da un vociare allegro sotto le ghirlande di abete e agrifoglio che la decoravano. Era strano a dirsi, ma Andromeda aveva la sensazione che gli addobbi diventassero sempre più belli man mano che si avvicinava Yule, quasi come se fosse un calendario dell’avvento che la scuola riservava ai suoi studenti.

“Sono sicura che ieri non ci fossero tutti quegli schiaccianoci verde e argento,” sussurrò accanto a Narcissa. Era una specie di gioco riservato a loro due, il tentativo di prendere dei punti di riferimento e provare a verificare se gli addobbi rimanessero sempre uguali. “Non credo che i professori abbiano il tempo di ridecorare la Sala Grande, Meda, sicuramente non li avrai notati. Dopotutto ci sono così tante decorazioni che è impossibile notare tutti i dettagli.”

“Ma io ricordo gli schiaccianoci con i colori di Grifondoro, non con quelli di Serpeverde,” ribadì mentre prendeva posto al lungo tavolo di legno. Si servì di un po’ di uova e prosciutto e afferrò delle fette di pane tostato. Narcissa alzò gli occhi al cielo e il suo sorriso si illuminò: “Guarda, la posta!” Uno stormo di gufi, civette, allocchi e barbagianni riempì le volte della Sala Grande evitando attentamente di rimanere impigliati nelle ghirlande. Alcuni planavano elegantemente, mentre altri scendevano in picchiata e altri ancora in modo piuttosto goffo, lasciando qualche penna al loro passaggio. In quel caos svolazzante, Andromeda e Narcissa cercavano di individuare il gufo di casa Black. Narcissa fremette stringendole il braccio per impedirsi di indicarlo, puntava verso un punto preciso della volta, proprio vicino gli stendardi di Serpeverde: “Eccolo!” 

Orion, il gufo bruno di casa Black, che suo padre aveva chiamato come lo zio per fare un dispetto alla sorella, atterrò elegantemente al loro cospetto e alzò la zampetta per consegnare la sua missiva. La grafia stretta e lunga di Bellatrix spiccava inconfondibile. “Grazie, Orion,” esclamò Andromeda ricompensandolo con un pezzetto di bacon. “Saluta la mamma,” aggiunse Narcissa. L’animale spiccò il volo per ritornare nel Wiltshire. 

Narcissa raccolse la sua chioma bionda lungo una spalla in modo che i capelli non scendessero a coprirle il volto. Andromeda nel frattempo stava aprendo la busta di fine pergamena che conteneva la lettera della loro sorella maggiore.

Carissime Meda e Cissy, 

spero di aver fatto bene i calcoli e che Orion riesca a recapitarvi la mia lettera prima che voi partiate. Non vedo l’ora di riabbracciarvi e di raccontarvi un sacco di cose! Soprattutto, non vedo l’ora che arriviate a distrarre la mamma. Non la sopporto più, è in preda al delirio da organizzatrice di matrimoni e, come se non bastasse lei, ci si mette anche la mamma di Rodolphus e persino zia Walburga. 

Per fortuna, riesco a fuggire con Rabastan ed Evan, specie quando quelle arpie iniziano a parlare in francese. A proposito di Rab ed Evan, ho incontrato Nott e manda i suoi saluti a Meda (credo che sia rimasto ipnotizzato da te, perché è diventato tutto rosso mentre si raccomandava di porgerti i suoi saluti). 

Andromeda riusciva a immaginare perfettamente lo stato di insofferenza in cui si trovava Bellatrix e il pensiero di dover catalizzare le attenzioni della mamma non le piaceva per niente, ancor meno le piaceva il pensiero di aver catturato l’interesse di Theodore Nott. Forse, però, sarebbe stata Narcissa ad attirare le attenzioni, visto l’avvicinarsi dei G.U.F.O. e quanto stava nascendo tra lei e Lucius Malfoy. Osservò di sottecchi la sorella e sorrise tra sé e sé nel vederla con le guance rosse mentre farfugliava sognante: “Ci sono cose ben peggiori di organizzare il proprio matrimonio…”

“Ad esempio?” la pungolò Andromeda.

“I compiti, mi pare ovvio. Sembra che i professori stiano facendo tutto il possibile per rovinarci le vacanze. D’accordo che a giugno ci sono i G.U.F.O., ma vorremmo anche trascorrere del tempo in famiglia…”

“Certo, certo, in famiglia…” ridacchiò. “A proposito di famiglia,” aggiunse, “finiamo la lettera di Bellatrix.”

Ad ogni modo, care sorelle, non vi ho scritto per lamentarmi dei miei tormenti quotidiani, ma per informarvi che a Yule ospiteremo un party molto importante. Pare che un grande mago sia ritornato dall’estero e che i nostri genitori vorranno riceverlo degnamente. La mamma è in fermento e io non vedo l’ora di conoscerlo, non ho mai visto papà e i suoi amici in un tale stato di eccitazione! Persino il papà di Rod e Rab, che di solito è abbastanza indifferente a tutto ciò che non riguardi i suoi stupidi vini francesi sembra impaziente di rivederlo. Sarà una serata molto importante per la nostra famiglia e la mamma ha prenotato per ciascuna di voi una sessione da Twilfitt and Tattings per avere un nuovo abito da sera che sia all’altezza. Certo, ho il sospetto che questo sia il pretesto per i soliti intrallazzi matrimoniali, ma è un altro discorso, purtroppo sapete che ci si può fare poco su questo aspetto, ma non vi preoccupate, credo che ognuna di noi quando finalmente sarà sposata, sarà libera di fare quello che vuole. 

Vi mando un grosso bacio e non vedo l’ora di riabbracciarvi! 

A prestissimo, la vostra Bellatrix.

“Solo Bellatrix può parlare del matrimonio come di un’incombenza burocratica,” commentò Narcissa. “Spero di essere più fortunata di lei.”

“Beh, ma lei ha scelto Rodolphus, lo ha scelto proprio perché è quello che trova meno insopportabile,” ridacchiò Andromeda. 

“Non vorrei essere nei panni di Rod,” commentò Narcissa mentre prendeva un sorso di tè. Andromeda scrollò le spalle. “Ho il sospetto che a Rodolphus la situazione vada più che bene.” Non le piaceva parlare di quell’argomento perché, ogni singola volta, qualcuno le chiedeva e a te?. Si impedì di alzare lo sguardo verso il tavolo accanto al suo, di girare il volto all’indietro e di cercare quegli occhi azzurri e dolcissimi, quel sorriso gentile che le rallegrava le ronde da Caposcuola e i pomeriggi che riusciva a strappare ai compagni di Casa.

“Buongiorno fanciulle.” Andromeda fu felice di veder comparire Lucius Malfoy, Prefetto di Serpeverde come Narcissa. “A quanto pare, trascorreremo un importante Yule insieme.”

“Avrò un nuovo abito da cerimonia,” annunciò Narcissa. Il sorriso di Lucius si allargò: “Sono sicuro che sarai ancora più bella di quanto non lo sia già di tuo…”

“Oh, ma che galante!” 

Andromeda alzò gli occhi al cielo, afferrò la sua borsa e salutò la sorella e Malfoy prima che la colazione iniziasse a darle la nausea per eccesso di smancerie. Sotto sotto, però, anche lei avrebbe voluto sentirsi libera di poter chiacchierare alla luce del sole, senza preoccuparsi di dover giustificare ogni contatto, senza dover per forza ritagliare tempo a tutto il resto. Era ancora presto, l’aula di incantesimi era completamente vuota e Andromeda ne approfittò per ripassare gli argomenti della lezione del giorno. Era immersa nella lettura del capitolo sugli incantesimi non verbali quando sentì la porta che si apriva, alzò lo sguardo dal libro e incontrò il sorriso gentile di Ted Tonks. Lo osservò avvicinarsi, prese posto al banco accanto al suo e le disse: “Ho sentito dire che organizzerete un party di Natale esclusivo… Pare che Malfoy abbia iniziato ad attribuire un valore speciale agli invitati.”

Andromeda alzò gli occhi al cielo. “Salazar santissimo, che imbarazzo… Malfoy non si smentisce mai.” Ted scoppiò a ridere. “Questa sera abbiamo il turno di ronda insieme, vero?” 

“Sì, l’ultima ronda prima delle vacanze,” sospirò Andromeda. La conversazione venne bruscamente interrotta dall’ingresso di Artemis Goyle e  Ginevra Parkinson che presero posto proprio accanto a lei e iniziarono a parlare della festa. “Tonks, tu nemmeno puoi immaginare cosa ti perdi…” iniziò Ginevra.

“Una bella festa, suppongo,” disse Tonks sorridendo, “però, senza nulla voler togliere all’Antichissima Famiglia Black, anche nel mondo Babbano organizziamo delle gran belle feste, sapete?” 

“Lo credo,” convenne Andromeda. Il sabba di Yule era così importante che persino i Babbani lo festeggiavano ed era incredibile il modo in cui decoravano le città riempiendole di luci e decorazioni, proprio come avveniva nel mondo magico. 

“Ovviamente a quelle feste non c’è l’élite del mondo magico né i vini elfici serviti in calici d’argento finemente cesellati,” insistette Ginevra con gli occhi verdi accesi di perfidia. Se la prendeva con Ted nella speranza che lui cedesse all’invidia o alla malinconia, ma lui resisteva ogni volta con una gentilezza e una pazienza che sorprendeva sempre Andromeda. Ginevra non poté continuare a lungo perché iniziarono ad arrivare altri compagni di classe. Amelia Bones, Tassorosso, amica di Ted prese posto accanto a lui e le rivolse un gran sorriso, grata per l’interruzione di quei discorsi che mettevano sempre a disagio Andromeda.

La giornata si trascinò freneticamente, tra lezioni, compiti, preparativi della partenza, al punto che solo dopo cena riuscì a trovare sua sorella. La prima cosa che notò fu un segno rosso sul collo di Cissy. Evidentemente, lei e Lucius avevano approfittato della loro ultima giornata insieme, prima di separarsi per le vacanze di Natale e tornare sotto il controllo delle rispettive famiglie.

“Farai meglio a mettere una pomata su quel rossore… Altrimenti la mamma non vi perderà di vista per tutte le vacanze…” A quelle parole, le guance di Narcissa divennero rosse come non lo erano mai state mentre Andromeda scoppiava a ridere. “Cerca di controllare le reazioni, Cissy, altrimenti Bellatrix non farà altro che metterti in imbarazzo solo per il gusto di vederti arrossire!” Fu divertente vederla fuggire verso il dormitorio con la scusa di dover controllare il baule.

Andromeda raggiunse l’Atrio della scuola dove i Caposcuola si riunivano prima di iniziare il turno di ronda. La Caposcuola di Grifondoro, Dorcas Meadowes, sembrava piuttosto agitata, ma Ted Tonks ridacchiava divertito e Andromeda si disse che non doveva essere nulla di grave.

“Si tratta dei gemelli Prewett, suppongo…” esordì. 

Dorcas si voltò verso di lei scuotendo la testa: “Hanno in mente qualcosa per l’ultima sera, lo sento nella pelle.”

“Non puoi chiederci di essere clementi,” ribatté Philip Davies di Corvonero, “se li trovo durante la ronda, Grifondoro perderà i punti che merita di perdere. Non si fanno sconti.”

“Non vi chiedo di essere clementi, vi chiedo di lasciarli a me.” Dorcas aveva una strana luce negli occhi e il sorrisetto lasciava intendere che avesse un piano in mente. Andromeda si scambiò un sorriso con Ted, a loro non importava nulla dei punti di Grifondoro o dei gemelli Prewett, era la loro ultima sera a Hogwarts prima delle vacanze e volevano approfittarne per trascorrere del tempo insieme. 

“Andiamo di là, Black?” Ted indicò le scale che portavano verso le cucine, proprio come ogni volta in cui iniziavano il giro di ronda. Era diventata una loro tradizione quella di andare a trovare gli elfi e convincerli a dar loro qualche muffin al cioccolato. Andromeda inspirò il misto di burro e cioccolato del dolcetto pregustando il momento in cui li avrebbe assaporati. Accanto a lei, Ted aveva iniziato ad addentare il suo muffin e si lasciava andare a versi di piacere. “Delizioso…” disse tra un boccone e l’altro. Andromeda lo osservava e tratteneva una risata al pensiero di quanto i suoi amici Purosangue avrebbero giudicato male il parlare mentre si mangia. Eppure, c’era qualcosa in quel trasporto sincero e spontaneo che le ricordava Bellatrix da bambina. 

“Perché mi guarda, signorina Meda?” domandò Ted, in quel modo tutto loro che avevano di conversare che alternava il registro formale e quello informale. “Non si starà facendo prendere dalla nostalgia? Sa cosa ci siamo promessi?”

“Oh, sì, signor Tonks, so benissimo cosa ci siamo promessi. Pensavo solo che quando mangia i dolci mi ricorda mia sorella Bellatrix.”

“Suppongo che anche sua sorella sperimenta un sincero trasporto passionale verso…”

“Sì, suppongo di sì,” tagliò corto Andromeda. Scoppiarono a ridere entrambi, cercando di evitare che la loro risata risuonasse nei corridoi deserti della scuola e svegliasse i personaggi dei quadri. “Che programmi hai per le vacanze? Tornerai con un fidanzato Purosangue?”

Era la solita domanda che Ted le rivolgeva ogni volta che si separavano per le vacanze. Non era sfiducia nei suoi confronti, ma consapevolezza delle dinamiche del mondo Purosangue. Non si arriva al settimo anno senza aver visto un po’ di fidanzamenti combinati dalle famiglie. Ogni volta, però, Andromeda cercava di sdrammatizzare e cambiare argomento ché di pensare ai fidanzamenti combinati non aveva alcuna voglia. “Andrò a Diagon Alley per ordinare il vestito per il sabba. Mi domandavo se per caso tu avessi intenzione di fare un giro lì.”

“Sicuramente sarai con le tue sorelle.” Ecco Ted che non voleva farle correre alcun rischio. La loro storia era appesa al filo della fiducia che Andromeda era riuscita a tessere nel corso degli anni. Se la sua famiglia avesse sospettato che la secondogenita di Cygnus Black fosse innamorata di un Nato Babbano, sarebbe scoppiato il finimondo. Andromeda, però, non voleva ridurre Ted a una parentesi circoscritta agli anni di Hogwarts, come le aveva accennato sua madre, ma voleva che il suo rapporto con Ted avesse la possibilità di crescere. “Credo di riuscire a guadagnare il permesso di avere qualche ora per me.”

“In tal caso, vedrò cosa si potrà fare, signorina Meda.”

“La ringrazio, signor Tonks.” 

Le dita di Ted accarezzarono la sua mano, si fecero largo tra le dita per intrecciarsi. Fu in quel modo che continuarono a girare per la scuola. Fortunatamente, l’eccitazione pre-partenza era sempre talmente elevata che gli studenti erano presi da i festeggiamenti e i saluti nelle rispettive sale comuni. Si salutarono nell’Atrio, nello stesso punto in cui si erano incontrati e, al momento dei saluti, Ted indicò il soffitto: sopra di loro pendeva un rametto di vischio. Andromeda sentì le guance arrossire, il cuore le palpitava per la paura di essere scoperta e il desiderio di compiere un gesto così audace. Si sollevò sulle punte e prese il viso di Ted tra le mani per posare un bacio sulle labbra del ragazzo. La bocca di Ted l’accolse e ricambiò immediatamente il bacio, al punto che Andromeda sentì le braccia di Ted circondarle la vita e stringerla a sé.
“Buon Natale, Andromeda Black,” le sussurrò sulle labbra.

“Buon Natale, Ted Tonks.” Le dita strinsero la presa del viso mentre il suo corpo si premeva istintivamente contro quello del ragazzo. Voleva portare a casa ogni sensazione che la vicinanza di lui era in grado di regalarle perché solo in quel modo avrebbe potuto sopravvivere alle vacanze a casa.

 
   
 
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