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Autore: stardust94    20/01/2024    0 recensioni
(Primo libro della trilogia All Stories Are True)
Una lezione priva di dolore non insegna nulla. questo impara una ragazza normale, una Mondana come tanti altri quando in una notte il suo intero mondo viene ribaltato. tutte le sue certezze vanno in frantumi, gli amici cari vengono brutalmente uccisi e lei si ritrova a gestire un gioco più grande del quale è inconsapevolmente la chiave. imparerà che il vero coraggio non è essere forti ma accettare la propria debolezza. dovrà scoprire in se una forza che non pensava di avere, fidarsi di se stessa e cercare le sue risposte e chi ruberà il suo cuore?
solo Selene conosce le risposte a quelle domande perché solo lei è padrona del suo destino.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Nascosti, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Capitolo due
Painful Memories


Aveva accettato l'invito di Marco uno dei suoi compagni di corso, solo perché in cambio lui l'avrebbe aiutata con la sua ricerca e perché la sua migliore amica l'aveva minacciata di non parlarle per un mese se si fosse rifiutata di partecipare a quella serata. Normalmente non solo non vestiva con abiti come quello che stava indossando, un abito bianco senza spalline con una fascia d'argento a impreziosire la vita e una rosa su un fianco, decisamente molto attillato e che avrebbe donato a una fotomodella non certo a una ragazza esile e minuta come lei. Ma nemmeno a indossare quelle scarpe con il tacco sulle quali camminare era quasi impossibile e di certo, non a partecipare a quella serata. Non le piaceva andare in discoteca, non sopportava il rumore della musica, il non poter parlare con gli altri senza urlare e nemmeno beveva.

Stava aspettando fuori dal locale l'arrivo dei suoi amici, teneva un libro in mano e lo stava leggendo con grande interesse. Lei era fatta così e nonostante la sua migliore amica le dicesse di alzare lo sguardo dai suoi libri fantasy, Selene Kingsley non poteva farne a meno.
Era affascinata da tutto ciò che era fuori dal ordinario nonostante lei fosse una semplice ragazza che si era trasferita a New York da nemmeno due mesi. Aveva conosciuto Chloè, Steven e Marco quasi per caso o forse sarebbe stato corretto dire che loro avevano avuto la gentilezza di calcolarla durante una lezione.

Proprio Chloè l'aveva raggiunta levandole di mano il libro con aria quasi offesa. Era une bella ragazza dalla carnagione chiara sulla quale risaltavano due occhi verdi e vivaci ma che se non le andavi a genio o facevi qualcosa che reputava sbagliato, potevano trafiggerti con la forza di una lama affilata. Determinata quasi pazza pensava Selene, era solita inventarsi ogni genere di modo per cercare di far uscire l'amica dal suo guscio. Ma nonostante questo, era sempre la prima che ascoltava i dubbi e insicurezze di Selene e che si strafogava di gelato mentre guardavano quelli che aveva sempre definito “melensi polpettoni romantici”

-Cioè davvero? Se-le-ne! Avanti sei davanti al Pandemonium Club! È praticamente il locale più stra mitico di New York e tu che fai? Leggi? Sul serio?-
-buonasera anche a te Chloè. Comunque posso riavere il mio libro? Devo finire almeno il prossimo capitolo per favore! Prometto che poi faccio quello che vuoi-

- scordatelo. Questo è confiscato fino alla fine della serata. Mettila così, un giorno quando grazie a me sarai sposata, tu mi ringrazierai-

Selene aveva cercato in tutti i modi possibili e conosciuti di farsi ridare il mal tolto. Ma la ragazza dai lunghi e sbarazzini capelli biondi le aveva fatto la linguaccia e sollevando il braccio si era esibita in un malefico sorriso che ormai la corvina aveva imparato a leggere e che nel gergo di Chloè significava un sonoro: “scordatelo, ora tu ti diverti” e ovviamente, non era un invito era più un ordine gentile.

Alla fine erano arrivati anche gli altri due che, assistendo alla scena avevano cercato di non ridere troppo. Naturalmente Steven andò subito a spalleggiare Chloè. Era un ragazzotto robusto e fisicato con due luminosi occhi azzurri e capelli corti castani. Era il classico ragazzo che faceva battute stupide per stemperare la tensione o solo per far sorridere il prossimo, aveva una risata contagiosa e nonostante avesse una palese e incurabile cotta per Chloè, non si era mai dichiarato. Era molto bravo con gli animali ma meno con i bambini, nonostante avesse una sorella e un fratellino più piccoli di lui. Forse per questo Selene si era offerta per aiutarlo a tempo indeterminato a badare a quei due piccoli tornado impazziti. Nonostante tutto però, era un bravo ragazzo sincero e leale.

Quella sera però, sembrava un po più silenzioso del solito, aveva un cerotto sulla guancia che attirò subito l'interesse e la preoccupazione di Selene.

-tutto bene Steven? Come mai quel cerotto?- aveva chiesto innocentemente la ragazza

Il castano si era grattato insistentemente la guancia non ferita, come se fosse stato preso di sorpresa e cercando di esibire un sorriso nascondendo l'imbarazzo dietro quel espressione divertita che usava quando non voleva essere letto dagli altri la guardò dritta negli occhi grigi.

-certo, non ti preoccupare. Papà ha solo un po...esagerato. Non fa male davvero-
-di nuovo amico? Dovresti andartene da quella casa! Se vuoi ti ospito io!-

Marco arrivato in quel momento, aveva appoggiato una mano sulla spalla di Steven cercando di essere comprensivo. Non era un segreto che il padre di Steven fosse violento, lo sapevano tutti in città ma ovviamente nessuno diceva nulla se non le solite frasi di repertorio “non è colpa sua è la madre il problema” oppure, “poveri ragazzi” e purtroppo Thomas lo diventava ancora di più quando beveva. Per questo Steven tentava di stare il meno possibile a casa, visto che bastava un nonnulla per adirare il padre e lui più di qualsiasi cosa era preoccupato per suo fratello minore e sua sorella che aveva appena dodici anni.

-non ti preoccupare Marco. Davvero...mamma dice che andrà meglio. A proposito entriamo ho sentito che questo posto è una forza?-

Chloè si era scambiata subito uno sguardo con Marco, anche se per farlo dovette mettersi sulle punte. Marco era un Italiano con il naso punteggiato da lentiggini, occhi grandi e decisi color marrone scuro che sapevano leggerti e capirti in pochi secondi, forse per questo Steven non osava guardarlo. Marco si era passato la mano nella zazzera di riccioli neri annuendo e spegnendo la sigaretta con la scarpa prima di gettare il mozzicone nel tombino aveva fatto segno al ragazzo e alle due ragazze di entrare con lui.

Dentro il locale la musica era assordante, chi ballava era in pista a scatenarsi sotto le luci stroboscopiche dai vari colori. Selene che aveva già mal di testa, cercò un posto a uno dei tavolini mentre l'amica Chloè si lanciò in pista trascinando anche Steven con se e scatenandosi ballando con una certa classe, come se un ballo, una bevuta e dei buoni amici, potessero risolvere ognuno dei loro problemi.

-ed eccoci qui...non mi merito un premio come tuo eroe? Ti ho riportato o no il tesoro rubato?- aveva improvvisamente chiesto Marco sventolando un libro dalla copertina azzurra con un sorriso da brigante.

-il mio libro! Sei riuscito a convincere Chloè a ridarmelo? Grazie!-

Aveva detto a quel punto la ragazza con un sorriso facendo per afferrare il libro, ma Marco ridacchiando lo aveva allontanato dalla ragazza avvicinando il volto a quello di Selene ingrandendo quel suo sorriso da stregatto furbo e più scaltro di quello che la maggior parte delle persone pensavano fosse. La ragazza si era tirata subito indietro mentre le sue guance candide erano diventate leggermente più rosee.

-dai smettila! Non è divertente Marco. Posso riaverlo, dai per favore! -pigolò la corvina.
-e io cosa ci guadagno? Te lo ridò solo se mi dai un bacio e non sulla guancia, Selene – le aveva risposto lui malizioso guardando distrattamente la copertina
-scordatelo! Questo è un ricatto, non ci sto-

Aveva quindi replicato la ragazza incrociando le braccia sotto il seno, voltando lo sguardo indispettita da quel ricatto alla quale non aveva alcuna intenzione di sottostare.

Marco si era quindi lasciato sfuggire una risata prima di porgere a Selene il libro che la ragazza afferrando prontamente aveva stretto come fosse il più prezioso dei tesori.

-dai stavo scherzando! Piuttosto di che cosa parla? - aveva domandato Marco
-...angeli. Sapevi che gli angeli hanno una gerarchia? -
-in che senso? Vanno anche loro al lavoro? No perché lo vorrei vedere un angelo pendolare. Quanto spendono in Uber?-

Un po indispettita dalla palese presa in giro, la ragazza aveva dato un colpetto al braccio del corvino che ridendo si era messo comodo con la schiena contro il divanetto, sorseggiando il suo cocktail.

-si tratta di una scienza, beh non è esattamente una scienza è più una credenza diciamo. Le Gerarchie sono parecchie non esistono solo gli angeli normali. E lo stesso vale per...-

-i demoni?- l'aveva a quel punto interrotta una voce alle sue spalle.

Quando Selene si era voltata il suo sguardo era stato come catturato, occhi neri come petrolio ma dotati di qualcosa che le aveva messo addosso i brividi. Era un bel ragazzo aveva la carnagione molto chiara ma il suo fisico era ben strutturato, sarebbe potuto essere scambiato per uno di quegli attori famosi. Aveva uno sguardo deciso, lineamenti affilati e i capelli biondi ma che alla luce sembravano quasi bianchi.

-anche i demoni sono divisi in gerarchie, non è così? E tu dovresti saperlo molto meglio di me. Sfortunatamente non ho voglia di perdere tempo prezioso-

La voce di quel ragazzo era profonda ma quasi graffiante e Selene non seppe cosa dire. Era completamente paralizzata e più cercava di parlare più le parole le morivano in gola. Marco vedendo la ragazza in quello stato, si era alzato e si era avvicinato deciso allo sconosciuto esibendo un sorriso diverso più freddo anche se calmo. Era quello che usava quando al lavoro, lui era un aspirante attore, qualcuno lo infastidiva. Un sorriso tagliente ma sicuro e che denotava quanto il ragazzo di umili origini avesse il coraggio di affrontare chiunque mettesse a disagio e in difficoltà i suoi affetti.

-senti amico...non credi di dover andare? È chiaro che Selene non ti conosce e hai interrotto una piacevole serata. E poi non trovi patetico questo metodo di rimorchio?-

Lo sconosciuto era rimasto in silenzio. Era vestito molto elegante ma il suo sguardo vagò inizialmente da Marco a Selene per poi puntarsi solo ed esclusivamente sulla ragazza.

-passerai davvero la tua ultima serata con questo energumeno senza cervello?-
-cosa?! Bastardo come ti permetti di darmi del energumeno senza cervello?!Prendi questo!-

Marco aveva sferrato un destro contro il ragazzo, ma questo non solo lo aveva intercettato schivandolo con una velocità che agli occhi di Selene, era sembrata quasi sovrannaturale, con una facilità impressionante, lo aveva anche afferrato torcendoglielo indietro, guardandolo nello stesso modo con il quale si poteva guardare un insetto spiaccicato su un parabrezza.

Odio, disgusto, disprezzo assoluto e quasi sadismo, così avrebbe giurato Selene fosse lo sguardo di quel ragazzo.

Marco si era lasciato sfuggire un grido di dolore crollando sulle ginocchia e subito Selene si era alzata per andare a soccorrerlo ma si era bloccata sentendosi improvvisamente debole. Era come se avesse un avuto un attacco di forte anemia e le sue ginocchia fossero d'un tratto diventate molli. Improvvisamente un capogiro l'aveva colta e tutto era divenuto sfocato, i suoni lontani, le voci di Chloè e Steven lontane. Aveva visto qualcuno passare da parte a parte Steven con quello che sembrava un oggetto affilato, un coltello forse?
Aveva visto poi una figura trascinare via Chloè che probabilmente stava urlando disperata ma lei non riusciva a sentirla.
Poi improvvisamente, il buio, aveva sentito di essere caduta a terra ma non aveva il controllo su quello che stava succedendo al suo corpo, si era sentita esausta e aveva perso i sensi.
Quando aveva riaperto gli occhi, si era resa conto, di essere stesa in un altra stanza sul pavimento freddo.

Aveva sentito intorno a lei, un forte odore metallico e quando voltando lo sguardo aveva visto tre corpi che conosceva riversi in una pozza di sangue, aveva urlato coprendosi la bocca con la mano.

Una gigantesca ombra era accanto ai corpi sventrati di Steven, Chloè e Marco. Era un enorme bestia dal aspetto che ricordava un cane, inizialmente aveva pensato di vederci doppio, ma poi la sua vista da prima sfocata lo aveva messo a fuoco chiaramente. Quello era tutto meno che un animale normale.

Era un cane o meglio un mostro dalle sembianze di cane a tre teste e tutte ora stavano guardando lei.
In quel momento aveva sentito il suo intero corpo paralizzato, era come se le fosse impossibile alzarsi come se fosse diventata di pietra. Sarebbe morta di sicuro, questo pensava, quando sentì una lieve e fredda risata, asettica ma come ghiaccio che si spezzava e davanti a lei accanto alla bestia demoniaca apparve di nuovo quel ragazzo. Gli stessi crudeli occhi neri, come diamanti che oscuravano qualsiasi cosa ora erano fermi e fissi su di lei.

-chi avrebbe detto che ci fosse qualcuno come te, in questa città? Non sei minimamente consapevole del tuo ruolo, provo pena per te- aveva esordito senza un minimo di emozione nella voce il ragazzo girandole attorno con passi calmi e cadenzati.

A Selene sembrava proprio un leone pronto a saltare addosso alla sua ignara preda che si contorceva spaventata, ma quella non era una Savana africana e la preda non era una gazzella o una zebra, era una ragazza tremante e in lacrime ormai senza difese.

-non ti preoccupare. Tu sei uno strumento prezioso per distruggere gli Shadowhunters. Nonostante tu sia solo un insulsa ragazzina...non morirai oggi. D'altro canto devo farti capire che sei solo un giocattolo, uno strumento come i tuoi amichetti, sfortunatamente sono durati poco-

Il ragazzo dai capelli bianchi le aveva afferrato la testa stringendole i capelli e aveva passato una lama sul suo collo facendola trasalire per il freddo del metallo che rilucendo inquietantemente, le stava sfiorando la guancia come una fredda carezza.

Prima di lasciarla facendole ricadere in avanti il capo, aveva schioccato le dita e in quel momento, Il grosso mastino mostruoso le si era avvicinato e quando le aveva sfiatato il suo orrido e puzzolente tanfo sul suo viso, la corvina era trasalita stringendo gli occhi.

Forse anche gli ultimi momenti di Marco,Steven e Chloè erano stati così. A terra, inermi e terrorizzati, mentre quel mostro li assaliva dilaniando le loro carni, forse non avevano potuto fare altro se non gridare.

Le lacrime avevano cominciato a rigarle le guance al ricordo del sorriso gentile di Steven, alla simpatia di Marco e al amicizia che aveva instaurato con quella pazza e geniale di Chloè. Non li avrebbe più rivisti, questo pensava quando aveva visto una fortissima luce che l'aveva costretta a chiudere gli occhi abbagliandola. Quando la luce si era diradata dandole modo di riabituarsi nella stanza non cera più il ragazzo dai capelli bianchi, ma tre ragazzi, una rossa che la guardava con preoccupazione e due ragazzi, uno corvino con qualcosa a tracolla e uno biondo che l'aveva presa in braccio. Il resto era rimasto sfocato fino al suo risveglio.
  
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