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Autore: luvsam    18/02/2024    2 recensioni
“Quei poveri ragazzi, povere mamme”
“Tutta la comprensione di questo mondo, Brenda, ma io non ho mai voluto mandare i miei figli a Camp Oljato, quel posto è marcio fino al midollo”
“Lily, non mi dire che credi alle sciocchezze raccontate da quel pazzo?”
“Non le ha raccontate solo lui, negli anni altri hanno visto”
“Ma per favore, è una storia inventata”
“Sarà, ma i due bambini sono scomparsi proprio nella capanna dei ritratti, e poi sai come si dice, vox populi, vox dei”
L’istinto di cacciatore cominciò a vibrare e il giovane Winchester ebbe la sensazione che qualcosa non quadrasse in quella storia.
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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L’ennesimo lamento di Sam portò Dean al limite, non ne poteva davvero più di vederlo soffrire senza nessun cenno di miglioramento e in quel momento avrebbe spaccato il mondo per la frustrazione.
Erano tre giorni che assisteva impotente alla febbre che massacrava suo fratello e non sapeva più che cosa fare. Gli aveva raffreddato il corpo con impacchi localizzati, poi, quando il termometro era schizzato troppo in alto, memore delle soluzioni drastiche di suo padre, era passato ai bagni di ghiaccio, che avevano avuto però solo il potere di non fargli friggere il cervello, ma per il resto la situazione rimaneva stabile in modo negativo.
Sam soffriva come un cane, si irrigidiva continuamente sul letto a causa di violentissimi crampi e urlava così forte che qualche vicino di stanza aveva dato dei cazzotti nel muro, pensando ad un televisore troppo alto.
Per evitare che si passasse da questo a qualcuno alla porta, Dean era stato costretto più volte a premergli forte una mano sulla bocca, per attutire il rumore, e a non dare di conseguenza a suo fratello nemmeno il conforto di buttare fuori il dolore. Gli aveva parlato per fargli sentire la sua presenza, ma Sam era rimasto prigioniero della sua sofferenza e non si era nemmeno lontanamente avvicinato alla coscienza.
Ad un certo punto Dean aveva anche ipotizzato di metterlo in macchina e dirigersi a Sioux Falls, non tanto perché pensava che il South Dakota avrebbe fatto un miracolo, ma almeno avrebbero giocato in casa e forse tra i polverosi scaffali del Singer Salvage avrebbero trovato qualcosa di utile. Ne aveva parlato con Bobby e il cacciatore gli aveva fatto capire che Sam non avrebbe mai potuto sopportare un viaggio di quasi 28 ore in quelle condizioni. Gli aveva detto che non poteva costringerlo anche a quello, senza contare il fatto che, rimanendo dov’erano, potevano in ogni caso contare su un ospedale a pochi chilometri, mentre per strada le cose sarebbero state molto diverse, così si era ritornati alla veglia silenziosa.
Dean chinò lo sguardo sul tronco scoperto di suo fratello e sospirò: quei maledetti morsi non ne volevano sapere di smettere di trasudare una sostanza giallastra simile a pus, anzi sembravano diventare sempre più arrabbiati e dolorosi man mano che scorreva il tempo.
Lui e Bobby li avevano disinfettati e bendati un numero imprecisato di volte e dopo aver trascorso le prime ventiquattro ore senza che Sam riprendesse conoscenza, lo avevano agganciato ad una flebo per mantenerlo idratato, seguita dopo quarantotto da una sacca alimentare. Gli avevano cambiato i vestiti fradici di sudore e lo avevano lavato con una spugna per dargli un minimo di sollievo, eppure qualsiasi sforzo di alleviargli la sofferenza si era dimostrato inutile.
“Non ce la faccio più a vederlo in queste condizioni”
“Dean”
“Quella siringa doveva aiutarlo, non ridurlo in questo stato. Se lo avessi saputo, non ti avrei permesso di sparargli quell’intruglio in vena”
“Sarebbe già morto se me lo avessi impedito!”
“Non puoi esserne certo, in fondo il tuo amico non è un medico”
“Dean, ti stai arrampicando sugli specchi, lo abbiamo trovato grazie alle conoscenze di Seamus, quindi sa che cosa dice”
“Forse dovevamo andare in ospedale, forse…”
“Se sei davvero convinto che lì potrebbero far qualcosa, allora prendi le chiavi e andiamo, ma, mentre guidi, pensa a che cosa potremo raccontare per i segni di quei morsi”
Dean tacque e accarezzò ancora una volta il dorso della mano di suo fratello.
“Capisco che cosa vuoi dire, Bobby, ma la cura non sta funzionando, sta sempre peggio”
“Lo vedo e sai che non mi fa piacere girare il coltello nella piaga, ma devi prepararti all’idea che Sam non si riprenda”
“Non dirlo”
“Ragazzo, devi ascoltarmi”
“Il tuo amico non conosce Sammy, neanche tu puoi immaginare di che cosa è capace”
“Dean, so che tuo fratello è forte, ma sta diventando sempre più dura per lui”
“E che cosa suggerisci di fare? Vado a prendere la Taurus di papà e lo abbatto come un animale?”
“Non sto dicendo questo”
“E che cosa vuoi dire esattamente?”
“Potremmo almeno alleviargli il dolore”
“Vuoi imbottirlo di morfina?”
“Preferisci che soffra atrocemente fino alla fine?”
“Sai bene che prenderei in questo momento il suo posto, ma l’idea di drogarlo fino alle branchie non mi piace per niente”
“Dean, non lo avrei proposto se non vedessi tuo fratello davvero in difficoltà”
“So che lo dici per affetto, ma non sono pronto a prendere una decisione del genere”
“Vuoi che ti lasci un po' da solo con Sam?”
“Niente di personale, Bobby, ma…”
“Non hai bisogno di giustificarti, non con me. Sarò nella stanza affianco, chiamami se hai bisogno”
“D’accordo e comunque vada, grazie per esserci sempre per noi”
L’uomo sorrise debolmente, poi si avviò alla porta e in breve i due Winchester rimasero gli unici occupanti della camera.
“Ehi, Sammy, non vuoi farmi fare una brutta figura, vero? Ho detto a Bobby che ne verrai fuori, quindi devi svegliarti e dimostrare a tutti che sei uno veramente cazzuto”
Il giovane però non reagì all’appello e continuò a soccombere al dolore, al punto che Dean non trovò di meglio da fare che infilarsi nel letto accanto a lui. Era un gesto razionalmente inutile, però aveva bisogno di sentirlo vicino, e stringendo suo fratello tra le braccia, il cacciatore si permise anche il lusso di versare lacrime trattenute troppo a lungo. Pianse fino ad addormentarsi e mentre chiudeva sfinito gli occhi, pensò di nuovo a suo padre e si chiese se lui avrebbe saputo come salvare Sammy.
Un inconfondibile rumore delle onde del mare gli arrivò alle orecchie e realizzando che era del tutto sbagliato quello che sentiva, si rimise in connessione con il mondo e d’istinto cercò suo fratello, ma non lo trovò accanto a sé. Andò immediatamente nel panico e scattò in piedi rendendosi conto subito dopo di essere a piedi nudi su una spiaggia. Si guardò intorno e il panorama gli sembrò familiare, ma non si fermò a pensare, cominciò a guardarsi freneticamente intorno alla ricerca di Sam. Fu così che vide una figura di spalle seduta in riva al mare, un’immagine che gli provocò un tuffo al cuore. Si avvicinò dimenticando per un attimo il motivo della sua agitazione e la sensazione di pace divenne totale quando riconobbe John.
“Papà”
“Ciao, Dean”
“Sto sognando?”
“Siediti, figliolo, il sole sta per tramontare”
“Ma tu sei…”
“Morto? Abbastanza corretto”
“Che vuoi dire?”-chiese il ragazzo sistemandosi accanto a lui.
“Il mio corpo è andato, ma sono ancora in giro a fare casino”-rispose l’uomo sorridendo.
“Non sei all’inferno?”
“Una parte di me sicuramente sì, ma gli esseri umani hanno una visione un po' riduttiva dell’anima e di quello che può fare”
“E immagino che non mi illuminerai”
“Non posso e non sono qui per questo”
“Non capisco”
“Diciamo che mi sono auto-regalato un permesso premio perché ho sentito che avevi bisogno di me”
“Ho bisogno ogni giorno di te e non ti sei mai presentato”
“Ne sei così sicuro? Sono più vicino a voi ragazzi di quanto possiate immaginare”
“Quindi sai che cosa sta succedendo a Sam”
“Sì, lo so-rispose l’uomo diventando improvvisamente triste-avverto la sua sofferenza. Sta lottando come un leone, ma i morsi della Donna Ragno sono davvero terribili”
“Come fai a sapere della Donna Ragno?”
“Ti ho detto che sono molto vicino”
“E non potevi impedire che Sammy…”
“Non funziona così, Dean”
“E come allora?”
“Stiamo perdendo tempo e non mi stai chiedendo quello che veramente vuoi sapere”
“Come salvo Sammy?”
“E’ già salvo”
“Stai scherzando? Hai visto bene in che condizioni è?”
“Ho visto ed è solo questione di tempo prima che si riprenda. So che le sue ferite sono brutte, ma guarirà, so quello che ho fatto”
“Quello che hai fatto?”
“Chi credi che abbia suggerito al prof. come curare tuo fratello?”
“Tu? E non potevi dirlo direttamente a me?”
“No, non potevo, non è permesso interagire direttamente con i propri cari, ma sai che ho mille risorse”
“E hai aggirato l’ostacolo?-chiese ridendo Dean-Adesso so che sei proprio tu e quando lo racconterò a Sam…”
“Non glielo racconterai”
“Scherzi? Certo che lo farò, ha bisogno anche lui di sapere che tu…”
“Non ti ricorderai di tutto questo, Dean”
“Perché?”
“Perché così è stato stabilito ai piani alti e anche a quelli bassi”
“Esistono davvero l’inferno e il paradiso, papà?”
“L’inferno di sicuro e il mio è stare lontano da voi”
“E la mamma? Vi siete ritrovati?”
John sorrise e disse:
“Guarda che bel tramonto, Dean”
Il ragazzo si voltò per un attimo a fissare il disco rosso che spariva all’orizzonte, poi tornò a guardare alla sua sinistra, ma non vide nessuno.
“Papà”
Si voltò sentendo un rumore alle sue spalle e sperò di veder comparire ancora il genitore, ma restò deluso perché la spiaggia era desolatamente vuota.
“Papà”-chiamò ancora senza successo.
Ebbe però poco tempo per metabolizzare la sua assenza perché la sabbia iniziò a sparire da sotto i suoi piedi e cominciò a fare freddo. Si strofinò le braccia cercando di riscaldarsi, poi vide il buio avanzare veloce e istintivamente arretrò, ma si ritrovò bloccato da una parete invisibile. Non ebbe il tempo per farsi prendere dal panico perché le tenebre lo avvolsero e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, sentì il respiro di Sam accanto a lui e si rese conto di essere nella stanza del motel, steso accanto a suo fratello. Gli sfiorò la fronte e con disappunto notò che aveva ancora la febbre, anche se gli sembrò meno alta. Si mise seduto in mezzo al letto e diede un’occhiata all'orologio. Era praticamente l’alba e guardando la flebo, vide che era vuota. Si alzò per cambiarla e dopo averlo fatto, riprese alcool e ovatta per pulire ancora le ferite. Si sistemò accanto a Sam ed era pronto per iniziare l’operazione quando notò qualcosa di diverso. I morsi non trasudavano più pus e sembravano meno rossi, e in più suo fratello era tranquillo. Non si lamentava e finalmente anche i crampi gli stavano dando tregua. Prese il telefono e chiamò Bobby tirandolo letteralmente giù dal letto nonostante l’ora. Voleva che anche lui vedesse quello che sembrava il primo timido cenno di miglioramento e quando sentì bussare alla porta, aprì immediatamente.
“Che succede, Sam è peggiorato?”
“Non dico nulla, non voglio influenzarti”
“Non capisco”
“Guarda le sue ferite e dimmi che cosa ne pensi”
Bobby si avvicinò al letto e prese posto sulla sedia accanto al ferito. Si sporse verso i morsi e notò anche lui che le cose erano leggermente diverse rispetto alla sera precedente.
“Lo vedi anche tu, vero?”
“Sembra che i morsi siano meno incazzati”
“Sì e anche la febbre è calata”
“Gliel’hai misurata?”
“Non ne ho bisogno, so che è così”
Dean sorrise e andò a sedersi di fronte a Bobby. Prese una mano di Sam e disse:
“Ce la farà, ne sono sicuro”
“Ragazzo, sono solo piccoli segnali, vacci piano”
“Hai ragione, ma è sempre meglio di niente e poi me lo sento, andrà bene”
La mattinata passò senza nessuna tangibile novità, poi nel tardo pomeriggio il riposo di Sam divenne davvero sereno. La febbre se ne andò pian piano e alla misurazione delle otto era sparita del tutto.
“Adesso ci credi che ce la farà?”
“Sì, tuo fratello ha decisamente svoltato! Questo ragazzo non finirà mai di sorprendermi”
Trascorse ancora qualche ora, poi, mentre stavano cenando con pizza a domicilio, Dean intercettò i classici segnali del risveglio di Sam e scattò in piedi abbandonando la fetta nel cartone. Si precipitò verso il letto e si portò nel campo visivo del fratello sperando di vederlo ritornare finalmente cosciente. Gli prese una mano tra le sue e lo chiamò piano:
“Ehi, Sammy, sei con me?”
Il ragazzo si mosse sul letto, poi ruotò il capo alla sua destra e aprì gli occhi.
“Sei tornato, ce l’hai fatta”
“Dean”- sussurrò
“Sta’ tranquillo, il peggio è passato”
“Mi hai trovato”
“Sì, principessa, come al solito sono venuto a salvarti”
“Sono così stanco”
“Puoi riposare quanto vuoi, la stronza è fottuta, è tutto finito”
Sam chiuse per un attimo gli occhi, poi chiese:
“I bambini?”
“Mi dispiace, non abbiamo fatto in tempo, ma Bobby è stato fantastico, il nostro vecchiaccio si difende ancora bene sul campo”
“Attento, ragazzo, il vecchiaccio è ancora in grado di prenderti a calci in culo”
Sam riconobbe ai piedi del letto il suo amico e gli sorrise debolmente.
“Ciao, Bobby, immagino di dover ringraziare anche te se sono ancora vivo”
“Non sprecare fiato, non ce n’è bisogno”
Il giovane chiuse di nuovo gli occhi, poi mormorò:
“Dean, ho tanta sete”
Da quella richiesta passarono ancora diversi giorni prima che Sam riuscisse a tenersi dritto sulle gambe e dopo circa una settimana e mezza i tre cacciatori erano pronti per mettersi alle spalle Camp Olijato.
In quel lasso di tempo i giornali avevano dato spazio all’ennesima frana nella White Cave e anche ad un misterioso incendio che aveva mandato in fumo la famosa capanna del campo.
Dean era sicuro che la Donna Ragno era andata per sempre, ma, ad ogni buon conto, una notte era tornato a Camp Olijato e le aveva dato fuoco, giusto per essere sicuri che né lei, né quel maledetto codardo di Stoke potessero in qualche modo avere ancora un legame con il mondo. Aveva solo un rammarico, quello di non poter dare pace alle famiglie dei due bambini scomparsi. Non aveva potuto portare via quello che restava di loro dalla caverna prima che saltasse in aria e sarebbe stato troppo rischioso dare loro qualsiasi notizia, ma questo non lo disse a Sam. Si fece bastare di averlo ancora con sé e mentre imboccava la statale in direzione South Dakota, chiuse a chiave nel suo cuore le emozioni e premette forte sull’acceleratore.
   
 
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