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Autore: Florence    27/02/2024    6 recensioni
Raccolta di one-shots ciascuna partecipante alla challenge Prime Volte indetta da Dylanation sul gruppo FB Komorebi Community - Fanfiction Italia
Una serie di "prime volte" di Victor e Yuuri, un viaggio nel tempo, un po' di missing moments in alcuni dei momenti importanti delle loro vite passate.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Forbice - 2004

Victor

 

OS partecipante alla challenge "Prime Volte" indetta da Dylanation sul gruppo FB Komorebi Community - Fanfiction Italia 

 

Prompt: Consiglio

 

-------------------

 

-Devi deciderti Victor!-

Georgi incrocia le braccia, un paio di forbici fa capolino dall'incavo del suo gomito sinistro. Si vede più inquietante del solito, nel riflesso dello specchio. Un po’ più in basso, nota una minuscola lacrima che si nasconde dietro le lunghe ciglia chiare del suo amico, seduto davanti a lui di spalle. Victor tiene gli occhi bassi, puntati sulle mani che sta torcendo in grembo una con l'altra, ma non le sta davvero guardando. Georgi ne è sicuro.

Lascia andare un sospiro, posa le forbici sul mobiletto del camerino, davanti a loro e si appoggia con entrambi i gomiti sulle spalle di Victor, che sussulta.

-Allora, ti decidi a spiegarmi il perché di questa decisione?-

Anche Victor sospira, l'aria lascia le sue labbra in un soffio lungo e desolato.

Apre gli occhi e guarda in su, come a cercare una risposta in quelli del suo amico. Si conoscono da una vita, praticamente, può azzardarsi a vuotare il sacco con lui.

 

-Lei… si sente a disagio… Mi ha detto che sembro una femmina e che non riesce a…-

-Chi?-

-Svetlana…-

Georgi si solleva e di nuovo si mette a braccia conserte, spostando il peso su una gamba, per guardare meglio il suo interlocutore.

-Quella Svetlana!?-

Victor stringe le labbra, un po’ colpevole, un po’ imbarazzato.

L'altro scatta all'indietro, le mani gli tappano la bocca prima che possa strillare.

-Ti scopi Svetlana Kurnikova e me lo dici così!?-

Victor avvampa. -Frena, frena frena! Io non… mi scopoSvetlana…- Butta un occhio alla porta del camerino, spera che nessuno abbia ascoltato quello scambio di battute.

-Ah no? E che ci fai? Ci vai a raccogliere i fiori assieme?- Georgi non vorrebbe essere così caustico, ma maledizione: Svetlana Kurnikova! Lei è… è il desiderio proibito di tutta la squadra maschile di pattinaggio di figura e probabilmente di mezzo mondo del balletto di San Pietroburgo! Dannato Nikiforov, se lo doveva immaginare! Prima pucci-pucci alla festa di capodanno, poi quelle uscite con “una”, che puzzavano tanto di roba top secret e poi…

-Siamo amici, solo questo…-

 

-Amici!? Cito: “lei è a disagio” e anche “le sembro una femmina e lei non riesce a…” A fare cosa, disgraziato!? Non riesce a raccogliere le margherite!?-

Victor è paonazzo. -No…no non è co…-

-... Oppure non riesce a venire a letto con te, perché soffoca avviluppata da… da…- Con le mani, Georgi schiaffeggia la lunga chioma di Victor, facendo volare i suoi capelli in un turbine argentato.

 

-Ohi, basta eh!- Victor ferma le mani dell'altro con un colpo leggero del braccio. Gli tocca dire tutto…

-Credo che sia invidiosa… Si sta facendo allungare i capelli da sei anni e questi non collaborano e allora…-

-Miss neurone ci arriva che ce li ha ricci!? E che per arrivare ad averli lunghi un metro come i tuoi le ci vorrebbe una vita intera?-

Victor si sgonfia come un palloncino.

-Gliel'ho fatto notare anche io- sbuffa via.

 

Georgi torna nella posa a braccia annodate, il peso sulla gamba più indietro e il piede davanti che batte sul pavimento di gres.

-Quindi, qual è il problema?- Guarda torvo l'altro, ovvio che il discorso non finisca lì. È un bel po’ che Victor gli sembra strano, se può usare un eufemismo, diciamo da quando è uscito la prima volta con…

 

-Ma ci hai almeno provato?- E la risposta sarà un no.

 

-No.-

Ecco, come volevasi dimostrare. 

Tanto lo sapeva che prima o poi ci sarebbe finito in questo discorso, sperava almeno che fosse in una circostanza meno controversa. Un'idea sorvola la sua mente come un falco sulla steppa.

-E con Irina Bobulova? Con lei ci sei andato a letto?-

 

-No…-

 

-Georgiana Litpzichova?-

 

-No… però abbiamo…-

-Cosa?-

-Ecco… quasi- Victor stringe i denti e allarga le labbra. Sa di aver detto un'eresia, almeno per le orecchie tracimanti testosterone di Georgi Popovich.

 

-Diavolo, Victor! Georgiana è famosa per presentarsi a un nuovo uomo, dargli la mano e scoparselo nel giro di un quarto d'ora! Se la sono fatta tutti! Anche-

 

-Non me lo dire! Non voglio sentire una parola in più su Georgiana!-

 

Georgi stende le labbra in un sorriso sghembo. Fa quasi paura.

-Sentiamo… perché ti dà tanta noia parlare di lei?-

-Beh, perché è un'amica, diamine!- 

 

E certo. Cos'altro se non un'amica! Georgi si arrende e lascia crollare le braccia lungo i fianchi. Ma perché doveva toccare a lui quel discorso!?

 

Si abbassa sui talloni fino ad avere gli occhi più in basso di Victor, mette una mano sul suo braccio e si sforza di apparire il più adulto e confortante possibile.

 

Adulto e confortante. Seee! Lui!? Farà un macello, lo sa.

-Victor, allora, vediamo… Georgiana, Irina, Svetlana… c'è qualcun'altra con cui sei uscito e non ci hai fatto niente?-

 

Christophe Giacometti.

Denis Jarjayes.

Marc Taylor.

Alexj Brotorv.

 

Ma che va a pensare! Sono state uscite per una bevuta dopo le gare e poi loro sono maschi!

 

Allora Victor porta l'indice della mano libera alle labbra, ci deve pensare meglio.

 

-Masha Kozlova. Michelle Dupaine. Oh… anche Renée Grandier. Carina, lei…!-

 

Georgi chiude gli occhi.

-Carina?-

-Sì, carina! Ha dei bellissimi occhi verdi e delle mani così delicate…-

-Carina! Ha la quarta e non perde occasione per mostrarle! E la Kozlova!? Anche lei la definisci ‘carina’!?-

Victor stringe le labbra, di nuovo nascoste dall'indice della sinistra.

-No, lei è decisamente sexy, hai ragione!-

 

Georgi pensa che non ce la può fare!

-E posso sapere come mai, se la trovi sexy, non te la sei scopata??? Anche lei è del gruppo “visioni aperte, cosce spalancate”! Cazzo Victor, cos'hai che non va!?-

E mentre lo dice, Georgi capisce. Merda… Da rosso per l'arringa animata, impallidisce, si scosta dal braccio di Victor, lo vede avvampare, le mani che si serrano sui braccioli della sedia, occhi che sfuggono.

 

Silenzio.

Solo il ticchettio dell'orologio di retaggio sovietico spezza l'aria e dà il ritmo a due pensieri così distanti e vicini.

 

-A te non piacciono le donne…-

-Non voglio mancare di rispetto a nessuna!-

 

Oh…

 

Ah!

 

Victor sente il cuore fermarsi e riprendere a battere, è la prima volta che qualcuno gli dice quella cosa ed è travolto dal peso di quella affermazione.

 

-Beh… beh… cioè… sei un cavaliere di quelli di inizio Novecento?- Georgi ci prova, forse ha frainteso tutto. 

O forse no.

 

Gli rispondono due occhi spalancati su di lui, occhi grandi come fanali che illuminano come riflettori l'atleta in pista. Dietro a essi, il cervello di Victor macchina e processa informazioni, sensazioni, pensieri a una velocità devastante.

 

Rullo di tamburi…

Si esibisce adesso “Consapevolezza Nikiforov” sulle note di I Will Survive! Il suo programma libero ha tre quadrupli nella prima metà e una serie di trottole più un quintuplo carpiato arrampicato sugli specchi nella seconda metà! Un applauso a…

 

-Sono gay?-

-Nomacosavaiapensare Victor! E abbassa la voce, cazzo!-

 

Ancora i riflettori azzurri tendenti al grigio non si sono spenti. Ora trasudano angoscia, quasi lacrime. È una cosa così… vergognosa da dover parlare piano? 

 

-Sono gay…- Bisbiglia.

 

Georgi inspira, inspira, inspira…

 

-Ti piacciono i maschi?-

-No!-

 

No? 

 

-E allora forse è davvero un discorso di… cavalleria? Rispetto?- Ci prova. Lui ci prova davvero a convincerlo e convincersi che sia l'unica spiegazione logica e in fondo non può criticare quel modus vivendi così dannatamente dandy d'altri tempi del suo amico. Cucca: tanto basta.

 

-A me piace Georgiana! E anche la Grandier!  Le sue tette formato gigante, sono sode e ci si sta bene col naso lì in mezzo, che ti credi!? Che sia cieco? Che non abbia… provato? Che non sia finito lungo disteso sul letto di Svetlana mentre lei… oh, dannazione! Le danno noia i miei capelli mentre noi…-

 

Victor va nel pallone, non ci capisce più niente.

 

Anche Georgi non capisce più nulla, però e allora azzarda ancora. 

-Te le sei fatte o no?-

-No! Sì… insomma… quasi!-

 

Georgi afferra una sedia e la porta vicino a quella di Victor. Si siede a cavalcioni, ha bisogno di un sostegno per appoggiare la testa quando gli crollerà in avanti, lo sa.

 

-Definisci “quasi”.-

 

Victor gesticola, i lunghi capelli si muovono attorno alle sue spalle come serpenti sottilissimi.

Georgi pensa che loro due hanno la stessa età, ma Cristo Santo, lui sembra averne quattordici di anni, non diciassette!

Era a quattordici anni che lui si era posto la prima volta la domanda “ma se gliel'ho infilato a metà, conta come scopata o no?” non adesso, che è quasi maggiorenne!

 

-Calmati.- Afferra le mani di Victor, lo guarda, gliele alza e abbassa, sorridendogli e mostrandogli come si fa a respirare.

 

-Du… dunque… Io le… porto fuori, cioè, usciamo e di solito poi facciamo quattro passi e…-

-Stringi il campo. Scegline una e racconta.-

 

Victor ci pensa. Tra tutte, forse, quella che gli è più rimasta impressa è… Christophe…

No, d'accordo, quello non c'entra nulla.

 

-Svetlana, ok. Siamo usciti, era un venerdì sera e lo sai che Yakov me lo lascia libero, almeno fino alle una. Mi sono fatto trovare sotto casa sua: beata lei che vive già da sola e non in un dormitorio comune come noi!-

-Beh, ha più di vent'anni, fai te… Certo che tu tutte le fortune, eh! Vai avanti…-

-Sì, Ok. Insomma, la passo a prendere e andiamo a cena in quel ristorantino thai, quello sulla Kamennoostrovskiy. Buono. Dopo avevamo deciso di andare al cinema, davano “L'isola” al Rodina… A quel punto la riaccompagno a casa e lei mi invita a salire… Sai, prima a tavola avevamo parlato molto e durante il film al cinema mi teneva la mano… e quindi, giù al portone di casa sua lei mi fa “Dai, vieni su, ti faccio vedere la mia stanza” e io “Ok. Perché no?” Abbiamo preso l'ascensore e appena si sono chiuse le porte lei mi ha baciato e… È stato bello… sì, decisamente bello… Eh eh! E allora siamo entrati nel suo appartamento e non ha fatto in tempo a chiudersi la porta che lei si è tolta in un nanosecondo la maglia e sotto aveva solo un reggiseno di pizzo e poi mi ha trascinato in camera e…-

 

-Stop.- Georgi allunga una mano davanti a sé. -Prima hai detto che non ci hai provato con lei.-

 

Victor esala un sospiro stizzito.

-Fammici arrivare!-

-Prego.-

-Grazie.-

-Ascolto.-

-Ok… Allora… dicevo… Mi trascina sul letto e io rido, no? Sai, ero nervoso… la cena stava facendo a cazzotti con l'ansia nello stomaco e…- Un'occhiata al vetriolo fa svolgere la pellicola più velocemente

Ok.

-Mi dice “fammi tua” e io… Cazzo… perché non ho bevuto di più a cena!? Le dico “Non aver fretta, baby…”-

 

Georgi sente la necessità di rimettere, inspira, fa cenno con la testa di andare avanti. Ok. Mai, mai più si ficcherà in una situazione del genere. Prima e ultima volta! 

 

-Allora la sfioro con un dito… Mi accorgo che sto tremando, panico… Devo farmi dire che crema per il corpo usa, perché era così liscia e profumata…-

 

Mai più… mai più!

 

-E lei dice “E dai, mettiti comodo” e prende la mia mano e se la piazza su un seno e io… Gesù! Sento formicolare un po’... Insomma… sotto… E lei si solleva e mi tira via la giacca e poi di nuovo mi bacia e si mette praticamente a cavalcioni su di me e io…-

 

-Ti era venuto duro…-

 

-No! È questo il problema! E lei se ne è accorta! E allora inizia a sbottonare la camicia e intanto mi bacia e mi lecca tutto il collo e il petto e io… wow… Chiudo gli occhi e non penso che è Svetlana Kurnikova a infilare le mani dentro la camicia e graffiare sulla pancia, sulla schiena… Mi lascio baciare e spogliare e lei mi fa “Apri gli occhi” con una voce… ma una voce che… E io apro gli occhi e lei si era tolta il reggiseno e… Oddio! Ho sentito di nuovo formicolare tutto e ho capito che…-

 

-Allora almeno ti sarà venuto duro!-

 

-Sì! Però mi è anche preso un colpo, sono scattato in ginocchio sul letto sbalzandola via e facendola ricadere lunga distesa. Io lì per lì volevo scappare, perché se poi non… insomma… Ma lei ha frainteso, ha pensato che volessi stare sopra e mi ha sorriso come… come… Magari si aspettava, che so, che mi tuffassi a pesce su di lei, ma io ero pietrificato e ha lei ripreso in mano la situazione, mi ha tirato verso il basso, cioè… avevo le sue tette proprio lì a due centimetri e allora in un gesto quasi meccanico ho strappato via l'elastico dai miei capelli per non vedere troppo, perché se vedevo ancora allora ci stava che poi, cioè…-

 

Georgi sospira ancora. Victor lo guarda come se avesse confessato l'omicidio di un neonato.

 

-È stato allora che ti ha detto che devi tagliarli?-

-...-

-Ti ha detto “questi capelli danno noia, dovresti tagliarli” e…-

-No, li ha afferrati e ha iniziato a tirare e diceva “Accidenti a questi capelli, voglio vederti in faccia mentre ti farò godere come un…”-

 

-Ah!-

-Ah… solo che mi ha fatto male! Mi voleva fare lo scalpo! E quando mi ha buttato giù e mi ha tirato via pantaloni e mutande tutto insieme… ecco… lui era tornato un po’... mogio… diciamo…-

 

Georgi sbatte un palmo sulla spalliera della sedia che sta cavalcando. Sembra più il racconto di un incontro di lotta che del preludio a una scopata, sant’iddio! 

 

-Ti si è ammosciato perché ti ha tirato i capelli!? Cazzo, Victor, fai proprio cagare come amante!-

 

Gli occhi azzurri diventano di ghiaccio, l'espressione si fa severa: Victor non l'ha presa bene.

 

-Quella è una ninfomane che mi ha tirato i capelli e poi, come se non bastasse, ha detto anche “Oh, ci penso io quaggiù” e si è chinata e me lo ha…-

 

-Ok! Ok. Basta così! Ma alla fine, quindi!?-

 

-Quindi… le ho detto che i capelli sono parte di me, che non li taglio da quando ho memoria, che sono un po’ come i capelli di Sansone e che anche i suoi sono bellissimi e che non si tirano i capelli, sennò si sciupano e allora lei mi ha detto che li vuole fare allungare e mi ha chiesto se li spunto quando c'è la luna nuova e se funziona e poi che balsamo uso e poi-

 

-Vi siete messi a parlare di capelli mentre ti faceva un pompino?-

 

Victor è rosso tiziano. Abbassa lo sguardo. Conclude.

-Ha smesso subito di fare… quella cosa là, perché lui non collaborava… Allora lei mi ha detto “Non preoccuparti, cucciolo, va bene così” e mi abbracciato e siamo stati tutta la notte a chiacchierare e… e… È tutto.-

 

Georgi non crede alle sue orecchie.

-Scusa… solo per capire eh… E con le altre?-

 

Victor non risponde.

Poi prende aria e coraggio.

 

-Siamo rimasti buoni amici. Più o meno è andata allo stesso modo. Georgiana però è stata la meglio: ci ha riprovato più volte, alla fine, una volta, ce l'abbiamo quasi fatta, ma eravamo già diventati così amici che sul più bello è stata lei a dire “ma che siamo facendo, Vitya?” ed è scoppiata a ridere.-

 

Anche Georgi ride, a questo punto.

 

-Però mi ha fatto un pompino roba da oro e… e anch'io mi sono dato da fare con…- indica la bocca, ma quando tira fuori la lingua è talmente rosso e Georgi talmente travolto dalle risate, che non se ne accorge neppure.

 

-Cioè, ma mi spieghi come faccio a pensare di… Se poi ci entri in confidenza e dall'altra parte… capisci… Io non… Non c'è stata nessuna scoperta, nessuna conquista, l'interesse era solo da parte loro e poi… Non ho sentito niente qui.-

Victor porta una mano all'altezza del cuore, non dice altro. È agitato, vorrebbe scappare e vorrebbe capire e anche sperare e provare e…

 

Georgi smette di ridere, come potrebbe continuare a ridere di quel fenomeno che finalmente si è aperto come un gelsomino notturno e cerca risposte in lui? Lo guarda: Victor è un ragazzo bellissimo, non gli manca niente, forse solo un po’ di sano machismo sovietico. Ma Georgi non ha difficoltà a mettersi nei panni di tutte quelle ragazze che mirano a fare cose con Victor. Però poi si chiede…. lui, davvero, cos'è che cerca? 

 

Dopo un bel po’, Georgi si alza e si rimette alle spalle di Victor.

-Quindi, in definitiva, perché vuoi tagliare i capelli, adesso?-

 

E Victor muta, sul suo volto torna l'espressione seria, adulta, statuaria da dio della pista di ghiaccio. Stringe un pugno e una scintilla nei suoi occhi si accende.

 

-Perché devo crescere. Voglio crescere. Perché arriverà qualcuno che forse la penserà come Svetlana e sputacchierà i miei capelli che gli entrano in bocca, e allora so che vorrò apparire più maschio, più adulto. Perché io in questa insicurezza ci muoio, Georgi.-

 

-Wow… È un bel passo avanti, Vitya!-

Georgi riprende in mano le forbici.

 

-Vado?-

 

È già con le lame sulle ciocche, quando…

 

-Aspetta!-

-Di nuovo!?-

-Aspetta… prima… dammi un consiglio, Georgi…-

 

L'interpellato si siede di nuovo, Victor lo guarda negli occhi.

 

-Cosa ho sbagliato, finora? Io sento dentro di me la voglia di amare ed essere amato in tutti i modi in cui si può amare. Con gli occhi, con l'anima, con il corpo… Perché non ne sono capace? A volte mi sento scoppiare e non vedo l'ora di uscire con una ragazza, ma poi…-

 

Georgi sorride, abbassa appena la testa, guarda ancora l'amico. 

 

-Io credo che presto ti sbloccherai e farai furore fuori e dentro al letto. Credo che ti divertirai parecchio e farai divertire appieno le tue conquiste. E anche che troverai tante persone con cui passerai la notte a parlare e parlare e ridere… E poi credo che passerai giorni a chiederti cosa abbia significato tutto ciò. Ma se mi parli di amore… caro mio… l'amore! Ah l'amour l'amour! Quando quello arriverà, sono sicuro che lo capirai da solo, perché non importerà se hai i capelli lunghi i corti o se ti tornerà in gola il thai o se lei avrà la quarta o sarà piatta come un ceppo o grassottella o più secca di un'acciuga o se all'inizio non ci sarà intesa tra testa, cuore e parti basse: arriverà un attimo in cui tutto sarà chiaro dentro di te e saprai di aver trovato la persona giusta che ti farà ridere, ti accenderà come un cerino, che ti coccolerà e che vorrai coccolare e vorrai essere una cosa sola con lei. E quando succederà… oh, Victor… allora sarai felice davvero.-

 

Victor lo guarda, nei suoi occhi si agita una tempesta di emozioni. Sorride e posa una mano su quella di Georgi.

 

-Taglia.- Comanda e tiene gli occhi aperti mentre le ciocche cadono a terra una dopo l'altra, insieme alle sue paure.

 

Paura di essere quello che è.

Paura di non piacere.

Paura di piacere troppo.

Paura di non avere il coraggio di osare.

Paura di osare troppo.

Paura di lasciarsi andare ai suoi pensieri.

Paura di scontrarsi con i suoi desideri.

Paura di capire cosa voglia davvero.

Paura di osare e paura di aver paura.

 

Paura di amare, di lottare, di mettersi in gioco, di affrontare un percorso che non sia in discesa, paura di abbandonare i sogni, paura di soccombere alla noia, paura di essere coinvolto troppo. Paura di restare solo.

 

-Grazie-, dice soltanto, quando Georgi ha finito il suo lavoro.

 

-Prego-, gli risponde lui e batte una mano sulla sua spalla.

-Però un consiglio: se ricapita… evita i film pacco e resta su una cucina più tradizionale. Lascia perdere le cose esotiche come thai o giapponese o indiano, che rischi di farti andre di traverso un pezzo di sushi o che lei abbia la lingua ancora piena di piccante e poi son cazzi amari!- Sghignazza, ammicca e poi torna serio. -E mettiti la sciarpa, quando esci, adesso ti farà freddo al collo-, aggiunge e va via, perché ha un appuntamento con una ragazza che gli piace. Si chiama Anya, ha già detto che la sposerà, ma ancora non hanno avuto un appuntamento da soli.

 

Victor pulisce per terra, prende le sue cose, e spegne la luce, prima di chiudere il camerino dietro a sé.

In mano ha le forbici che ha usato Georgi. Le guarda, le apre, passa un dito su ciascuna delle due lame. Per un attimo, poco prima, si è sentito al bivio, davanti appunto a una forbice di possibilità. 

Si perde nei pensieri finché non viene scosso da un rumore dal fondo del corridoio.

Sospira. Punta le dita sul perno e richiude le forbici, le lascia sul mobiletto all'ingresso ed esce.

 

È il momento di tornare a pensare solo al pattinaggio, ha un aereo quella sera stessa, Mosca lo attende e la medaglia d'oro sarà sua. Non è approdato ai senior per perder tempo dietro le ragazze, è ora di fare sul serio.

 

Non sa se riuscirà a vincere tutte le sue paure, né se troverà mai l'amore che diceva Georgi. Al momento c'è un solo vero amore nella sua vita e sta a lui conquistarlo, gara dopo gara. 

A tutto il resto ci penserà poi, ora è il tempo di volare.



 
   
 
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