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Autore: malandrina4ever    16/12/2009    32 recensioni
«Perché sono il tuo migliore amico. E se c’è qualcosa che ti pesa, allora tocca a me portarla al posto tuo.»
~ James Potter
«E lui poteva appendermi a testa in giù tutte le volte che ne aveva voglia, ma questo non sarebbe mai cambiato. Perché Lily sorrideva a me e non a lui.»
~ Severus Piton
«Potrebbe essere un complimento, lo sarebbe, se solo non fossero la voce e gli occhi di Potter. È incredibile come riesca a far suonare anche le frasi più gentili come una presa in giro, socchiudendo appena gli occhi e imprimendo quella vena beffarda in ogni parola.»
~ Lily Evans
«La vocina acuta che continua a ripetere ‘Prefetto. Dovresti essere un Prefetto’ si attutisce appena di fronte ai sorrisi entusiasti dei miei amici.»
~ Remus Lupin
«Il Grifondoro che c’è in me crede che, forse, dovrei sentirmi almeno leggermente in colpa per aver barato. Ma il Malandrino che c’è in me continua a ghignare soddisfatto.»
~ Sirius Black
«James si sta approfittando spudoratamente della nostra volontà di risollevargli il morale, noi lo sappiamo, lui sa che noi sappiamo, ma finiremo comunque a dare l’assalto alla Sala Comune dei Serpeverde, perché a volte per essere un buon amico devi semplicemente essere bravo a lanciare bombe fatte di cacca.»
~ Peter Minus
«Alla fine Sirius sa essere un fratello impeccabile. Solo non il mio.»
~ Regulus Black
---
I'm not a perfect person
I never meant to do those things to you
And so I have to say before I go
That I just want you to know

---
Ed improvvisamente non mi sento più così perfetto, perché Lily Evans sta baciando lui e non me.
Perché sarà sempre così, sarà sempre chiunque altro, piuttosto che me.
Ed è semplicemente l’ordine naturale delle cose, come sono sempre andate e sempre andranno, ma non riesco a togliermi dalla testa che è comunque tutto totalmente sbagliato.
Si fotta l’ordine naturale delle cose, dovrei essere io.
---
I've found a reason to show
A side of me you didn't know
A reason for all that I do
And the reason is you.
Genere: Comico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Mangiamorte, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO 1.

 

 

 

 

 

- Moony!
La distanza tra l’esclamazione festosa che ha interrotto il mio placido sonnellino e la massa corporea che mi è appena piombata addosso è troppo breve perché il mio cervello possa realizzare immediatamente cosa sta succedendo. Dopo qualche secondo, riesco finalmente a connettere il rumore della porta a scorrimento dello scompartimento, la voce familiare e il fatto che non vedo i miei amici da giugno: quindi è James che sta succedendo, ecco cosa.
- Prongs, mi sei mancato anche tu, ma non respiro, potresti... – finalmente riesco a spingere il suo corpo da sedicenne giù dalle mie gambe, controllando immediatamente che non abbia spiaccicato la tavoletta di cioccolata che avevo nella tasca del mantello: ho rinunciato diversi anni fa a convincere mamma che non sussiste il rischio di morire di fame durante un viaggio di tre ore su un treno affollato.
James si siede di fronte a me, continuando a sorridere eccitato come un bambino e se ora il finestrino del treno esplodesse non me ne stupirei. Prima di rendermene conto mi ritrovo anch’io a sorridere come un idiota.
- Moony, è bello vederti!
Sirius fa il suo ingresso nello scompartimento dopo pochi secondi, strappandomi di mano la tavoletta e lasciandosi cadere sul sedile di fianco al mio, con un ghigno.
- Ehy, palla di pelo, - Nonostante il furto di cioccolata, sorrido anche a lui, perché tre mesi senza Malandrini attorno sono decisamente troppi. - Come va?
Forse il mio tono è appena un po’ troppo concitato, perché  Sirius alza gli occhi al cielo e sbuffa.
- Lo sa già tutta la scuola, vero?
- Non saprei, in stazione ho visto solo Frank e poi sono venuto subito qui a prendere i posti – commento vago, anche se è ovvio che persino quelli del primo anno ormai sapranno che il primogenito dei Black è scappato di casa meno di un mese fa ed è stato cancellato dall’albero genealogico. C’è una probabilità non indifferente che sia uno dei pettegolezzi più gettonati in tutti i vagoni, al momento.
- La tua vita non è così interessante, Padfoot, non montarti la testa, – James si sporge verso Sirius per rubargli uno scacchetto di quella che una volta era la mia cioccolata da viaggio. – Piuttosto sarà la mia bellezza crescente ad essere al centro dell’attenzione. Non hai notato, Moony? Quasi dieci centimetri in più.
James si alza e fa compiaciuto un giro su se stesso, proprio mentre la porta si apre di nuovo, lasciando entrare Peter. 
- Sirius! Tutto il treno ne sta parlando!
Io mi porto desolato una mano sulla faccia, mentre James gesticola malamente in direzione di Peter e Sirius scoppia nella sua risata simile ad un latrato. 


*


- Lily!
Quando, dopo essermi affacciata in una decina di scompartimenti, vengo investita dal profumo dello shampoo al gelsomino della mia migliore amica, capisco di aver trovato finalmente quello giusto. Non che lo shampoo sia così potente da impestare tutto lo scompartimento, ma mi ha placcato prima ancora che io potessi mettere piede dentro ed ora l’aria che respiro è filtrata direttamente dai suoi capelli biondicci.
- Ciao, Lily – mi saluta Frank non appena Alice si stacca da me, lasciandomi respirare.
- Ehy Frank, – gli sorrido, trascinando dentro il baule. – Com’è andata la vacanza in Francia?
Frank apre effettivamente la bocca per rispondere, ma l’unica voce che si sente è quella di Alice, appena partita in un dettagliato resoconto delle due settimane trascorse da Frank in Francia con sua nonna. Sa persino quali vestiti si era portato dietro, come se fosse stata presente anche lei: i gufi di Alice e Frank devono aver passato un’estate piuttosto faticosa.
- Ti dico che il primo era quello a quattro stelle.
- Alice, ci sono stato, era a tre stelle. Ti confondi con l’altro albergo, quello...
- Impossibile, mi ricordo benissimo.
- Ma anche io me lo ricordo ed ero là, in Francia, a differenza tua.
- Ora solo perché sei stato in Francia non vuol dire che le tue opinioni valgono più delle mie, chiaro?
- Non ho detto questo, solo che...
Mi erano quasi mancati i battibecchi di Frank ed Alice: sono infinitamente più piacevoli delle occhiate gelide di Petunia.
- Probabilmente erano quattro stelle, Frank, - intervengo guardandolo eloquentemente, giusto per ricordargli che il mondo è un posto più tranquillo quando Alice ha ragione. - Comunque sia, devo fare un salto nel vagone dei Prefetti, ci vediamo dopo!


*


- Non vuole essere trovata, è evidente.
Remus è stato risucchiato nello scompartimento dei Prefetti qualche minuto fa ed io e Sirius siamo usciti in missione per salvare la vita di Peter: la signora Minus ritiene che il nostro amico sia appena un po’ troppo tondeggiante e il risultato è che ora Peter è al culmine di una crisi d’astinenza da dolci iniziata tre mesi fa; solo la signora col carrello può salvarlo da un esaurimento nervoso.
- Ogni volta che vende una Cioccorana un pezzo della sua anima se ne va.  
Sirius continua convinto con le sue ipotesi, ignorando il brusio e le occhiate che gli scoccano diversi studenti al nostro passaggio.
- La signora col carrello vuole vendere i dolci, Padfoot – replico, lanciando un’occhiataccia ad un gruppetto di Corvonero dallo sguardo particolarmente insistente. – È per quello che ha un carrello, per portarli in giro e mostrarli alle persone.
- O per scappare più in fretta portandosi via i suoi adorati calderotti. Probabilmente è chiusa in qualche scompartimento ad abbuffarsi, proprio ora.
Non sono d’accordo con Sirius, perché se la signora col carrello non volesse vendere i dolci, allora la mia intera vita sarebbe una menzogna. Sto per comunicarglielo, quando passando di fianco ad un Serpeverde lo sento distintamente sussurrare al suo amico dalla faccia da pesce lesso ‘Guarda, c’è Black’, solo che non sa che per sussurrare bisogna abbassare il tono di voce invece che farsi sentire da mezzo vagone.
Sirius indurisce impercettibilmente la mascella continuando a camminare, mentre Faccia da pesce lesso ovviamente si volta a guardare, perché la sua vita dev’essere senz’altro avvincente e piena d’azione. Se Remus fosse qui avrebbe notato che mi sono fermato, ma non c’è, è nello scompartimento dei Prefetti ad organizzare con gli altri Prefetti un piano perché il viaggio proceda il più tranquillamente possibile, e così ora Faccia da pesce lesso ha qualcos’altro da guardare invece del mio amico, per la precisione il suo amico che si tiene il naso sanguinante con entrambe le mani.
Le nocche della mia mano destra sono state meglio in altri momenti, ma mi sento decisamente soddisfatto.
Potter.
Faccio appena in tempo ad incrociare lo sguardo di Sirius, fermo a pochi passi da me, prima di voltarmi e constatare che non tutti i Prefetti sono nello scompartimento dei Prefetti.
Subito mi stampo un sorriso beffardo in viso, passandomi automaticamente una mano tra i capelli.
- Ehy, Evans. Ti sono mancato?


*


- Potter, – ripeto, perché il suo nome è già di per sé una risposta negativa alla sua domanda e perché ho bisogno di venire a patti con me stessa prima di accettare la sua presenza. – Venti minuti, Potter, venti minuti da quando siamo partiti.  
- Ti sei data al cronometraggio quest’estate, Evans? – ghigna, mentre il Serpeverde dal naso sanguinante si defila velocemente alle sue spalle, seguito dall’amico. Naturalmente è un comportamento maturo e corretto e lungi da me incoraggiare una rissa tra studenti durante il viaggio per Hogwarts, incubo peggiore di ogni Prefetto e Caposcuola, ma c’è una piccola parte di me che avrebbe pagato oro per vedere il Serpeverde –o chiunque altro- restituire il pugno a Potter, cancellandogli quel sorriso sornione dalle labbra.
Non è un pensiero da Prefetto, me ne rendo conto, ma c’è qualcosa di profondamente giusto nell’immagine del naso di Potter che fa crack sotto la pressione di un bel gancio destro.
- Sei ancora tra noi, Evans?
- Purtroppo sì, Potter. E vedo che tu sei ancora il solito idiota: mi costringi a togliere punti a Grifondoro prima ancora dell’inizio ufficiale dell’anno scolastico.
- Non credo che tu possa farlo, Evans – replica Potter pensoso.
- Certo che posso, sono un Prefetto.
- Sì, ma ancora non ci sono punti da togliere, no? Siamo a zero.
Potter mi fissa. Io ricambio impassibile il suo sguardo e devo alzare gli occhi più del solito: a quanto pare la sua idiozia va aumentando di pari passo con l’altezza.
Non ha ragione, naturalmente. È Potter, Potter non ha ragione, non è nella sua natura. Ha dei capelli incredibilmente spettinati e ridicoli, un irritante sorriso sempre stampato in faccia e un ego grande quanto la stazione di King’s Cross; ha un sacco di cose, ma non ha ragione, mai. 
 D’accordo, non ho idea di che cosa succederebbe se gli togliessi dei punti in questo momento, ma lui non lo sa e questo è l’importante.
- 15 punti in meno a Grifondoro – pronuncio sicura, guardandolo con sfida.
La cosa peggiore che può succedere è che, beh, non succeda niente. Non esploderà mica la clessidra per questo, no?
Cerco di distogliere la mente dallo scenario apocalittico di una Hogwarts distrutta e sommersa da rubini e frammenti di cristallo, concentrandomi sul viso beffardo di Potter, che è di per sé uno scenario ancora più apocalittico.
- Evans, hai finito di provarci con James? Non abbiamo tutto il giorno.
Naturalmente dove c’è James Potter non può mancare lui: un’intera estate senza sentire la voce sarcastica di Black ed automaticamente la mia mente mi riporta a Giugno, subito dopo i GUFO, quando come ora Black era pochi passi dietro a Potter, intento a godersi lo spettacolo. Lo spettacolo allora era il mio migliore amico appesa a testa in giù, subito prima che mi desse della sanguesporcoTutto grazie a Potter. Ho già detto che lo odio? 
- L’unica cosa che vorrei provare col tuo amico, Black, comprende diverse maledizioni senza perdono e sangue. Tanto sangue. Proprio un sacco di sangue.
- Vuoi giocare con me in quel periodo del mese, Evans? – commenta Potter fintamente sconvolto, facendo scoppiare Black nell’inconfondibile risata che ogni studente di Hogwarts ha sentito almeno una volta, in Sala Grande, in Sala Comune, a lezione, in bagno, in guferia, nel parco o in qualsiasi altra parte di Hogwarts. Sembra che Black non faccia altro che ridere dalla mattina alla sera, in effetti.
- Potter, – ringhio, elencando mentalmente situazioni peggiori di questa in cui potrei trovarmi, nel tentativo di mantenere la calma. Potrei essere incatenata al dorso di un Ungaro Spinato che sta per accoppiarsi con un Dorsorugoso di Norvegia ed invece sono solo Potter e Black.
- Non arrabbiarti, Evans, - prosegue Potter e non è un Ungaro Spinato, Lily, pensa a questo. - È solo che non mi sembra un comportamento adatto ad un Prefetto. 
Prefetto.
Sono un Prefetto.
Improvvisamente realizzo che l’unico motivo per cui Lupin non è nel raggio vitale dei suoi amici è che anche lui è un Prefetto, ma uno di quelli puntuali, che al momento sono nello scompartimento dei Prefetti.
- Devo andare, - annuncio a nessuno in particolare, perché di certo Potter e Black non sono degni di essere considerati degli interlocutori. – Voi due provate a combinare qualcos’altro e vi metto in punizione fino alla fine dell’anno. E non di quest’anno, del settimo.
- Ehy, Evans! - Non rallento nemmeno, continuando spedita verso l’uscita del vagone. - Quest’anno ci vieni ad Hogsmeade con me?

 


 

 

   
 
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