Storie originali > Noir
Ricorda la storia  |       
Autore: kannuki    27/06/2005    11 recensioni
Ford Shelton, un private eye di pochissimo rispetto. Non è proprio quello che si dice un brav’uomo: maleducato e scontroso, gioca d’azzardo e finisce spesso le serate fra risse e gare di bevute.
Max Gershow, giornalista, golden boy e scapolo tossico a tratti mortale. Narcisistico, vanitoso e dannatamente sicuro di se, latitante per i troppi debiti e deciso a sfuggire alla ex moglie e alla fidanzata assillante.
Infine c'è Jordan, ancora innamorata di Ford che a sua volta non l'ha mai dimenticata, Natalie che continua a scappare di casa, Andrea che 'simpatizza' per Max e una vicenda che ruota attorno ad un mucchio di soldi scomparsi e un cadavere scomodo.
Genere: Avventura, Dark, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Atmosfera post atomica, nella discoteca infiammata e rovente della periferia di Immagine Town

Atmosfera post atomica, nella discoteca infiammata e rovente della periferia di Immagine Town.

 

Il Saturday Night, regno degli eccessi e delle paure anestetizzate nell’etilico sogno di un’esistenza celere e assassina. Faretti neri semiaperti illuminano le pareti e i convitati stereotipati dalla moda, dipingendoli di macchie blu, rosse, verdi. Ombre che si allungano e vengono spazzate via, supplichevoli nella luce violenta e pulsatile della discoteca dove perdersi significa trovare qualcosa di imprevisto.

Può piacerti o può portarti alla psicosi. 

Le luci stroboscopiche feriscono gli occhi, rendendo i movimenti drammaticamente scattosi come un fotogramma al rallentatore e in mezzo, proprio al centro della pista, una figura come tante si guarda attorno, respirando a stento quel mezzo decilitro di ossigeno non saturato dall’odore di fumo e profumo che trasuda dai corpi.

Si muove con difficoltà, sbuffando per la musica troppo alta e la pazienza esaurita da un bel pezzo.

I bocchettoni, nascosti chissà dove, nebulizzano ghiaccio secco che confonde i gesti armonici dei danzatori, stupende controfigure di manichini ipnotizzati dalla musica squillante e marcata.

L’uomo batte il piede a terra riconoscendo la canzone e il collo si muove da un lato all’altro, sussurrando sottovoce le strofe.

 

‘Sexy brothers let the funky lady dance, Sexy brothers watch the funky lady dance dance’

 

La cortina fumogena profumata di talco pastoso viene brutalmente attraversata dal nostro uomo che non si sta divertendo per niente in quella baraonda di corpi caldi e sudati, avvinghiati e ansimanti...però continua a canticchiare la canzone traendone un discreto piacere che formicola dalle tempie e scende fino alle labbra, stirandole in un sorriso.

 

‘Got big feet with the bullets in my teeth, Gotta call nine-eleven for the N.Y.P.D.’

 

Guardatelo bene, perché è il nostro protagonista.

 

Più o meno sul metro e 80, più o meno belloccio, fisico discreto, né migliore né peggiore di molti altri uomini attorno a lui, capelli vagamente arruffati, di un castano scuro che scivola velocemente nel nero e occhi scuri…sono quelle sopracciglia leggermente incurvate che gli conferiscono un’espressione dura e cattiva.

E non solo quello.

E’ molto incazzato e ha un gran mal di testa e quando Ford è alterato c’è poco da stare allegri.

 

Ford Shelton, 33 anni, un private eye di pochissimo rispetto. Non è proprio quello che si dice un brav’uomo- perchè i bravi ragazzi non piacciono a nessuno – gioca d’azzardo, finisce spesso le serate fra risse e gare di bevute con quel che è peggio, è uno scapolo inossidabile, maleducato e scontroso che fa scappare tutte le donne nel raggio di dieci chilometri.

 

Una ragazza lo urta gettandogli sul braccio un po’ di Martini rosso e singhiozza una scusa automatica senza neanche guardarlo.

Ford trae dalla tasca il fazzoletto, lo apre con una lentezza esasperante e un sopracciglio tremante di rabbia, i denti serrati per non dare in escandescenza e con molta, molta calma asciuga il piccolo disastro sul braccio.

Uccidi, uccidi, uccidi! Pensa respirando a fondo e soffiando l’aria dal naso; un ragazzo lo urta e lo manda quasi in braccio al buttafuori che controlla la sala e spizza la ‘carne in esposizione’.

Calma e sangue freddo…ce la puoi fare, s’intima risistemandosi la giacca di pelle color cuoio bruciato che gli tiene un caldo tremendo in quel posto soffocante. Si appoggia ad un vetro e scruta l’ambiente domandandosi cosa ci trovino in quel macello assurdo.

 

Tasso di captazione fighe massimo, decide adocchiando una donna che si sta scatenando in un ballo semilesbico con le amiche, calibrando le movenze con eterei sorrisi carnali. Sono oscenamente trasgressive, il sogno di ogni uomo…l’ideale di Ford. Questa è provocazione vera e propria e poi si stupiscono se uno si intrippa e le aggredisce!

 

‘No! More!

Funky lady's feelin' good

No! More!

Funky lady's in my 'hood

 

Accenna un sorriso sensuale ad una ragazza che passa e gli lancia un bacetto con labbra invitanti e succose, evidentemente ubriaca all’una e mezza di notte. Aroma nipponico, sandalo e pesca, immagina percorrendo con gli occhi le gambe che spuntano da un vestitino sexy, rimuginando sul fatto di andarle dietro a ‘stringere amicizia’, quando vede con la coda dell’occhio la sua preda che balla avvinghiata ad un tipo dall’aria inoffensiva.

Si stacca dal muro a specchio e avanza deciso verso la ragazza impegnata in uno sfregamento di tutto rispetto con la parte bassa dei calzoni dello sconosciuto.

 

Natalie Portman, 22 anni, è scappata di casa col ragazzo ma quello che balla con lei non è lo stesso tipo dalla faccia brufolosa e il sorriso timido che gli è stato descritto dai genitori.

 

Non facciamoci notare, pensa aspettando che si volti verso di lui  e magari, perché no – gli si attacchi addosso come una stella marina sul  vetro di un acquario.

Natalie balla e non si rende contro della presenza vagamente inquietante davanti a se.

Tocca qualcosa che assomiglia molto ad un torace e circonda Ford con le braccia, strofinandosi contro di lui e mettendolo quasi di buon umore. Un ghigno ironico gli sale alle labbra mentre Natalie lo usa come ‘palo’ improvvisato.

 

‘Monkey baby's in my underwear, Monkey baby's in my pubic hair , Monkey babies think that I don't care, Monkey baby's in my derriere’

 

I risvolti positivi del lavoro, pensa abbracciandola a sua volta e sentendola malferma sulle gambe.

La stringe con un braccio, sorreggendole la testa con l’altra mano, infilandole le dita fra i capelli sudati. È carina, parecchio…meglio della foto che mi hanno mostrato. 

Natalie sorride, non sa a chi sta sorridendo ma lo fa per ringraziare: si sente pesante e le fanno male le gambe perché sono due ore che balla sui tacchi e ha le caviglie doloranti.

Il suo partner si muove poco rispetto al precedente, ma le piace di più. Non l’ha neanche visto in faccia, ma l’attrae parecchio.

Quando sposta la mano sul collo, Natalie gli crolla in braccio appiccicandosi ad un paio di labbra chiuse e sottili. Comincia a baciarlo con voracità, sentendo improvvisamente caldo. Il suo partner la ricambia dopo qualche secondo d’incertezza e la carezza della sua lingua la fa gemere sommessamente. Il frastuono della musica si attenua pericolosamente dentro di lei...ma si sente cadere…a terra…

Si aggrappa ancora di più mentre Ford la schiaccia contro di se e continua a baciarla. Bello sto mestiere, pensa interrompendo il bacio e guardandola con interesse. Si poteva approfondire la faccenda in un altro luogo…tanto era ubriaca persa…    

“Devo sedermi…” mormora a bassa voce la ragazza, con le gambe deboli “mi sento male” 

Ford non la sente in quel frastuono assordante ma non ce n’è bisogno, perchè sa leggere il labiale. Con una mossa veloce e lasciata al caso, afferra Natalie e se la carica in spalla come un sacco di patate. Nessuno li osserva quando si avvia verso l’uscita principale, scansando la folla con violenza mentre la ragazza sospesa a mezz’aria non riesce a capire che stia succedendo e ancora non è uscita dal suo stato semicatatonico.

Quando sente qualcosa di strano attorno alle gambe, stringe gli occhi mettendo a fuoco la gente sotto di lei e tasta cautamente la spalla di Shelton. “Chi sei, dove mi porti?” gli domanda con la voce alterata e confusa.

“Ti porto a casa” borbotta fermandosi di fronte ai buttafuori che gli sbarrano l’uscita.

“Non ci siamo, amico. Mettila giù”

“E’ la mia sorellina e la sto riportando a casa” sghignazza spingendo l’uomo da una parte e rimediandosi solo uno spintone che lo la retrocedere.

 

Un urlo fortissimo gli fa perdere la presa su Natalie che cade a terra e continua strillare come se la stessero uccidendo.

“Arrestatelo, mi ha aggredito, mi voleva violentare!” urla ai due buttafuori mentre Ford la guarda incazzato.

“Con te facciamo i conti dopo” le sibila di rimando alzando un dito e rimediandosi una linguaccia e un altro urlaccio.

“Fuori amico, o chiamiamo la polizia!”

 

Ford li guarda di traverso, frugandosi nella giacca. Trae fuori il tesserino di detective privato e sorride sarcastico “mi hanno assunto i genitori” afferma agguantando la ragazza per un braccio mentre cerca di scappare. “Falla venire la polizia, così ti faccio chiudere sta fogna. Avete fatto entrare una minorenne e ora è piena di alcol fino agli occhi”

 

La filosofia di Ford: mentire sempre!

 

I due buttafuori si guardano e lo osservano a loro volta in cagnesco. Uno si fa da parte e non dice nulla, volgendo lo sguardo altrove.

Bravi cazzoni! Pensa allungando l’altra mano e rimettendo in piedi la ragazza che strilla e si divincola “guarda che te lo do, un ceffone, se non la finisci!” la minaccia trascinandola fuori della discoteca e facendo voltare qualche astante incuriosito.

 

A quella promessa Natalie sembra calmarsi ma il labbro comincia a tremarle. “Non ci voglio tornare a casa” singhiozza mentre la fa sedere di forza sul sedile della Chevrolet del ‘57, reperto storico che ha attirato parecchi interessati. “Non ci voglio tornare a casa!”

“Zitta o ce le prendi!” la minaccia un’altra volta facendo il giro dell’auto e scontrandosi con un ragazzetto. Toh, è lo stesso con il quale stava ballando la stupida.

“Ha detto che non vuole tornare a casa” borbotta il ragazzino rimediandosi uno ‘tzè’ e facendo ridere Ford.

Ma si…attacchiamoci briga, pensa sfoderando un sorriso sarcastico “qual è il tuo problema bamboccio? Vergine a 20 anni?!” ridacchia scuotendo la testa per la battuta improvvisata.

Il ragazzo arrossisce e freme di rabbia.

E mi sa che ci ho colto, eh?” afferma battendogli una mano sua spalla e andando a vuoto. Il ragazzo si sposta per mollargli un cazzotto ma va a vuoto e finisce per incontrare da vicino il cofano dell’auto. “Facci un bozzo o un graffio solo e ti strappo un rene per ripararci i danni” sibila non scherzandoci su poi tanto.

 

Per Ford la macchina è sacra.

Soprattutto quella, che è truccata e ha l’antidetonante nel serbatoio della benzina e fa un gran casino che lo fa godere ogni volta che mette in moto.

Ford darebbe via la moglie - se l’avesse - ma guai a toccargli la macchina.

 

Si scrolla il ragazzino di torno e sale dentro, serrando la portiera. Natalie se ne sta raggomitolata sul sedile e lo guarda con un odio puro negli occhi “sei uno stronzo”

“Bello essere stronzi! Puoi essere prepotente e prendere per il culo gli altri fino allo sfinimento” ridacchia facendo marcia indietro e fischiettando fra i denti.

A metà strada è costretto a fermarsi per permettere alla ragazza di rigettare l’alcool bevuto.

 

Shelton la scruta mentre dormicchia con la testa ciondoloni su una spalla...e i piedi sul sedile?! L’ammazzo!

Tira una brusca frenata svegliandola e la guarda di traverso “giù i piedi dal sedile o ti ficco nel portabagagli.

Natalie lo guarda a metà fra la rabbia e il pianto e tira giù i piedi con forza. “Frocio di merda”

 

Una cosa che non si deve mai dire a Ford è proprio questo. Si gira con una lentezza esasperante verso di lei e ridacchia nervoso “se non avessi il doppio dei tuoi anni…” poi si ferma, la guarda e scuote la testa: si mette a litigare con una ragazzina quando basta farle ‘bu’ per farla mettere a piangere…da verme!

Scorge ancora quell’odio nei suoi occhi e non resiste.

Bu!!” 

“Ma che cazzo fai?!” urla coi lacrimoni che le escono a fiotti. “Sei odioso”

“Lo so!” esclama soddisfatto della propria vigliaccheria. “Casa tua è lontana e io mi sono stancato di guidare, perciò…”

Accosta la macchina al primo motel che trova e parcheggia canticchiando di buonumore alla sola idea di un letto e una doccia decenti.

“Io non ci vengo in albergo con te.” Mugugna la ragazza con il broncio e asciugandosi gli occhi con le mani.

“Nella mia macchina non ci dormi” stabilisce subito aprendole la portiera “giù e senza fare storie!”

Natalie è costretta ad obbedire e sbuffa un altro ‘stronzo’ a mezza bocca. Quella fermata improvvisa le fa venire un’idea niente male…

“Non provare a scappare che te le do davvero. La avverte subito prendendola per un braccio. La guarda fisso e si accorge che è imbarazzata e guarda lui e l’albergo a disagio.

“Senti, cosa. Mettiti in testa che io devo solo riportarti a casa, non iniziarti ai misteri del sesso anche se non ci starebbe male una sana scopata adesso. Si ferma soprappensiero …ha detto qualcosa di troppo...ma cosa?

Natalie lo fissa con gli occhi sgranati e il viso rosso e non dice una parola.

Ford si schiarisce la voce e continua più tranquillo “non provare a scappare oppure..

Si si” borbotta a mezza bocca  “me le dai”

“Brava” Allunga una mano in direzione del motel e la invita silenziosamente ad entrarvi.

’Cosa’ lo dici a tua sorella, mi chiamo Natalie” sibila dopo qualche istante sorpassandolo con il mento alzato e il petto in fuori…e i piedi che le vanno a fuoco!

“Lo so come ti chiami, mi hai dato un sacco di grattacapi. Ma dove l’hai lasciato il brufoloso?”

Freddie? È tornato a casa e mi ha mollato a Castle City. Da sola” borbotta con voce dura.

“Mh…carino”

“Stronzo, si è messo fifa quando abbiamo finito i soldi e..

“Si, si” cantilena guardando male il gestore del motel che scruta lui e Natalie con sguardo riprovevole “fatti i cazzi tuoi, amico, o vado a dire a tua moglie che ogni sera dopo il lavoro vai fin giù in città a rimorchiarti una puttana da sbattere sul sedile posteriore della macchina” sibila all’uomo riprendendosi i documenti e le chiavi delle stanze.

L’uomo lo guarda mortalmente pallido e resta a bocca aperta.

 

“Ma come facevi a saperlo?” gli domanda un bel po’ sorpresa.

Lui solleva le spalle mentre sale le scale “ho tirato ad indovinare”

E se non fosse stato sposato?”

Ford si ferma e la guarda “si è tolto la fede quando sei entrata. Lo avrebbe visto anche un cieco”

Natalie lo segue intimorita. Gli è passata la sbornia e ora sta domandandosi se quello è davvero un detective privato assunto dai genitori e non un maniaco qualsiasi. “Fammi vedere il tesserino” esclama arrestandosi in mezzo al corridoio.

“Domani” le risponde con voce dura.

La ragazza incrocia le braccia e indurisce le labbra “no, ora! O vado giù dal gestore e gli dico che sei un maniaco e che hai provato a violentarmi”

Ford si volta con un sospiro d’esasperazione “e se te lo mostro, come fai a sapere che è vero e non una patacca?” le domanda frugandosi nella giacca e allungandole il documento.

Già, come faccio? Si chiede osservandolo silenziosamente. Alza il mento con uno sguardo di superiorità e mugugna una risposta che lo fa sorridere “mh...ci credo”

Shelton la guarda divertito e non commenta. Si limita ad aprirle la porta di una stanza “tu qui”

“Come fa a sapere che non scapperò?”esclama entrando dentro e sedendosi di schianto sul letto

Un secondo dopo la porta sbatte con violenza e la serratura scatta.

Ecco…mi sa che non scapperò proprio!

Natalie sospira e si sdraia sul letto “che palle” sussurra sfilandosi le scarpe con un piede sopra all’altro. Dopo un secondo si alza e si affaccia alla finestra. Quanto saranno due, tre metri? Abbastanza da cadere e rimanere paralizzata a vita, se mi dice bene pensa allontanandosi dalla finestra. Accidenti a lui e a quanto è antipatico!

Mentre toglie la maglietta le viene un’idea. Si sfila la mollettina che le regge i capelli e la ficca nella serratura pensando che se lo fanno nei film perché non nella realtà “e apriti…”sussurra muovendo la serratura con rabbia.

Dopo un secondo sente la serratura scattare e non crede alla propria fortuna.

Poi lancia una parolaccia dentro di se e si allontana dalla porta e dal suo ospite che la guarda sghignazzando. “In quel modo non ci saresti mai riuscita” la prende in giro girando il cerchietto della chiave attorno ad un dito.

“Mi stai sulle palle”

“Bene”

Quando entra nella stanza, Natalie fa un passo indietro fino a cadere sul letto.

“Domanda di rito: perché sei scappata? Mi piace sentire la versione dei fuggitivi. Le dice in tono tranquillo, sedendosi accanto a lei. “Guarda che non mordo” 

“Io si” l’avverte con voce tremolante “e anche tanto”

Ford alza le spalle a quella frasetta tremante che lo fa sorridere “perché sei scappata?”

La ragazza sospira e tira le gambe a se, guardando nel vuoto “non mi capisce nessuno..

“Oddio, inventatene un'altra!” esclama tappandosi un orecchio col dito. “Non mi capisce nessuno! Mamma sono tutti cattivi con me” ridacchia facendole il verso.

Ma che ne sai tu? Ti ricordi com’è avere 22 anni?”

“No”

Per forza, sei troppo vecchio” ribatte con stizza “lasciami andare”

“No”

“Per favore!”

La sua voce è diventata lacrimosa ed è sull’orlo del pianto. Ford si gira quando sente il materasso muoversi. Se ne sta inginocchiata sul letto con le mani abbandonate sul grembo.

“Non credere di intenerirmi con quegli occhioni” ridacchia lasciandola giocare alla povera vittima innocente “nessuno ti capisce, ce l’hanno tutti con te...ma dite sempre le stesse cose!” ridacchiò ammutolendo dopo qualche istante, sentendo le braccia della ragazza che gli cingevano le spalle

“Per favore” sussurra vicino al suo orecchio.

“Stai cercando di sedurmi?” sorride divertito ma Natalie non lo può vedere. Gli appoggia decisa il seno sulla schiena facendo raddrizzare un po’ “nei film funziona”

Anche nella realtà, porca miseria ladra, pensa senza muovere un muscolo mentre lei gli si struscia contro “ti riporto dai tuoi” afferma con la voce un po’ roca cercando di sciogliersi dal suo abbraccio avvolgente.

“Natalie..”

“Mh?” mormora strusciandogli il viso su una spalla e baciando per un attimo la pelle che spunta dalla maglietta. 

“Non pensarci neanche, lo sai che non ti lascio scappare” le dice afferrandola per un braccio e facendola cadere addosso a se. La ragazza trattiene il respiro sentendo la schiena a contatto con le sue gambe. Ford la guarda fisso negli occhi prima di parlare, la voce un po’ più ferma “giochi sporco e scorretto”

Lei sorride per un attimo e lo tira a se “funziona però”

“Insomma…”ammise abbozzando un sorriso e scostandola con garbo. “Fatti una dormita e smettila di giocare alla femme fatale che non ne hai il fisico!”

 

Natalie stringe i denti alla porta sbattuta, mandandogli un silenzioso accidenti che si tramuta in una parolaccia vera e propria quando sente la serratura scattare nuovamente.

 

 

Altrove, il nostro secondo protagonista se ne sta tranquillamente svaccato nel proprio ufficio a non fare niente come al solito, impegnato in una conversazione brillante come mai prima d’ora!

 

Dio, che scassamento di mischia! Bla e bla e bla...e non sta mai zitta!

 

Max sospirò dolorosamente, spostò la cornetta dall’altro orecchio poggiandosi con tutto il peso contro e picchiettò la mano libera sulla superficie del tavolo ingombro di articoli da ritoccare per il giorno dopo. Adocchiò un giornale che aveva lasciato qualche suo collega, aperto alla pagina della Borsa e lo afferrò velocemente, senza far più di tanto caso agli urlacci della sua ex moglie che pretendeva gli alimenti.

E meno male che non abbiamo mai avuti figli! Pensò per un breve attimo, prima di restare impietrito alla notizia del crollo delle azioni in cui aveva investito quasi tutti i suoi esigui risparmi. Attaccò meccanicamente e le grida concitate della donna si persero nella linea telefonica.

E adesso come avrebbe fatto a sbarcare il lunario?! Porca vacca! Guardò il calendario e si rese conto che il giorno dopo avrebbe ricevuto lo stipendio. Vai, per questo mese si mangia! Tirò un brevissimo sospiro di sollievo pensando che per quel mese era andata, ma che avrebbe dovuto risicare al minimo le sue uscite.

 

Gershow, puoi venire un attimo?”

 

Max soffiò fra i denti: quando il capo lo chiamava, c’ erano sempre brutte notizie all’orizzonte.

 

Mezz’ora dopo uscì dallo studio incredulo: l’aveva licenziato! E perché, poi? Per qualche assenza ingiustificata?!

Beh, pensò con una smorfia colpevole, erano state un bel po’, era in ritardo con gli articoli e …porca miseria, doveva un sacco di soldi a Justine!

 

Col crollo delle finanze, sua moglie non poteva pretendere più nulla da lui, anzi: se fosse stato in ristrettezze, avrebbe dovuto scucire denaro sonante per procurargli un pasto decente.

La rata della macchina scadeva a giorni e non aveva la più pallida idea di come fare a pagarla.

Mentre si dirigeva verso casa come un cane bastonato, la coda fra le gambe e tutti i suoi averi nella valigetta all’ultima moda che aveva appena comprato, il cellulare squillò e l’identità riservata lo costrinse a rispondere, sperando che non fosse…

“Ciao, Max!”

Dios mio, non ora! Pensò alzando gli occhi al cielo e strabuzzandoli più volte. “Fran, non è il momento! Non ho cambiato idea su noi due!” affermò impicciandosi con le chiavi di casa mentre apriva la porta e contemporaneamente ritirava la posta con la mano libera.

 

Per la seconda volta attaccò il telefono in faccia ad una sua ex e sentì un colpo al cuore: sfratto?! Che sfratto, ma scherziamo? Pago regolarmente le rate! Pensò aprendola e leggendo con angoscia e incredulità crescente l’avviso del  padrone di casa che lo sbatteva fuori per non aver pagato le ultime tre rate. Sedette sul gradino del pianerottolo e un terribile dubbio lo colse. Si fiondò in casa e telefonò allo studio del commercialista.

Non rispose nessuno e ciò era strano, perchè a quell’ora di solito l’attività era in fermento.

 

E se quel bastardo di Pikersen se la fosse squagliata con i suoi soldi?!

 

La notizia l’ebbe il giorno dopo. Il giornale riportava la notizia della fuga del commercialista con la sua segretaria e milioni di danni per i contribuenti.

 

E adesso che faccio?

 

 

 



Suggerimento: leggetela con i Scissor Sisters 'Monkey Baby' è la canzone che fa da sfondo alla discoteca!
  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: kannuki