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Autore: formerly_known_as_A    21/01/2010    4 recensioni
Tutto inizia quando Yuffie inizia a stare male, cosa rara per la ninja. Poi avviene tutto in fretta: la rivelazione che le cambierà la vita, riportando a galla un passato che avrebbe desiderato tenere nascosto e poi, loro, i membri della Dusk Society o Società del Crepuscolo... Chi sono? Che cosa vogliono di preciso da lei? Chi potrebbe avercela con un innocente ladra di Materia? ma, soprattutto, riuscirà l'autrice a scrivere un riassunto decente e finire la fanfiction entro il 2025? Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Vincent Valentine, Yuffie Kisaragi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cupid, draw back your bow and let your arrow flow,

straight to my lover's heart, for me.

Cupid, please, hear my cry and let your arrow fly,

straight to my lover's heart, for me.


Now listen, I don't want to bother you, but I'm in distress

There's the danger of me losing all of my happiness

For I love a girl who doesn't know I exist

and this, you can fix


Cupid – Blackpool OST (Johnny Nash)


-Ehilà, vampiro! Sei più depresso del Kyaktus con manie suicide che Shelke ha investito al terzo tentativo di prendere la patente!- esclamò Cid, intercettando Vincent nel corridoio. Lo afferrò per il braccio e lo trascinò in camera sua, mettendogli una bottiglia di Vodka tra le mani.

-Dì tutto al tuo caro Cid, Vincy!-

L'ex Turk osservò la bottiglia, sospettoso. Non aveva mai bevuto alcolici, da quando si era risvegliato, ma quando era un Turk era conosciuto per la propria assoluta non resistenza all'alcool. Si ubriacava con la birra analcolica, a momenti.

Bé, in fondo aveva un corpo geneticamente modificato, forte, resistente... L'alcol doveva essere poca cosa in confronto. Bevve un sorso della bevanda, che gli bruciò nella gola e si sentì subito più triste del solito.

Ma con un altro sorso si sarebbe sentito molto meglio. O forse no.

Dopo quasi mezzo litro di Vodka aveva l'espressione dell'urlo di Munch, per cui si alzò in piedi di scatto e proclamò solennemente: -Io sono depresso!-

-E ubriaco.- constatò Shelke, entrando nella stanza e richiudendo la porta dietro di sé. Afferrò la bottiglia e la finì senza esitazioni. -Ma cos'è? Acqua?-

Vincent si accasciò a terra e Cid controllò non fosse morto una seconda volta. -Sono innamorato di lei, non riesco a smettere di pensare a lei, alla sua pelle, ai suoi capelli, al suo profumo... Non faccio altro che pensare a quello che potrei dirle, che non posso dirle e quello che diciressi...-

-Che lingua è diciressi? Ancient?- protestò la rossa, facendo la candela.

-Ancora quella rincoglionita di Lucrecia?!- sbottò l'aviatore su cui Vincent si stava arrampicando per raggiungere il letto.

-Ma Cid! Cosa disciii?! Lucr... Lucura... Insomma, quella lì è morta da trent'anni e poi mi ha trattato male.- sussurrò il moro, con la voce più piagnucolosa del mondo. Riuscì finalmente a salire sul letto, spingendo Shelke ed avvicinandosi a Cid, fissandolo negli occhi: -Lei è il Male!-

Shelke smise di fare aerobica e lasciò le gambe cadere, sotto shock. -Vincent, ubriacati più spesso, ti prego!-

-Io amo Yuffie.- annunciò, solennemente.

Cid lasciò cadere la mascella a terra e Shelke prese a festeggiare, urlando: -Ho vinto 20 mila gil!!! Mwahahah! Reeve, aspettami!-

Il biondo afferrò il “vampiro” per il colletto e lo spinse contro un muro: -Allora sei stato tu a metterla incinta! Altro che Astharoth del cazzo!-

-Astharoth non esiste. Me lo sono inventato.- rispose l'altro. -Sono sempre stato io, sempre... Ed ora non so più cosa fare...-

Shelke smise di festeggiare, perché, apparentemente, non aveva fatto lo stesso ragionamento di Cid. Abbracciò il moro e sussurrò: -Non lo sapevo! Il mio rospettino...-

Rimasero qualche lungo minuto in quella posizione, persi nei propri pensieri.

Cid era sollevato che la sua futura figlioccia avesse un padre e che quello non fosse un demone. Ma non capiva ciò che trattenesse Vincent. Fosse stato Yuffie, sarebbe stato felice di sapere che l'uomo era il vero ed unico padre della piccola.

Shelke capiva perfettamente, invece, le paure di Vincent, ma sapeva anche che Yuffie non avrebbe tardato ad accorgersi che era innamorata anche di quel Vincent. E anche da tempo.

Vincent si stava riprendendo dalla sbronza e si stava conseguentemente maledicendo per essersi lasciato andare.

Fu l'aviatore ad interrompere il silenzio, tirandogli una sonora pacca sulla spalla: -Bé, sei ancora qui, brutto idiota?! Vai a confessarglielo, altrimenti continuerà ad essere triste e io finirò con il chiuderti in una stanza con un Lesmathor nella stagione degli amori!- sbottò, spingendolo fuori in dalla stanza malo modo.

-Cos'è un Lesmathor?- gli chiese Shelke, confusa.

-E che ne so?-


-Che cosa ne pensi di questo? Mancano due mesi, lo so, ma a me sembra perfetto!- esclamò la ninja, sfiorando il legno pallido di un lettino dalla foggia antica, a dondolo.

Fissò il letto ed impallidì. Non era quasi mai svenuto in vita sua, tanto meno da quando era “cambiato”, ma avrebbe potuto riconoscere quella sensazione tra mille.

-E'... Carino...- riuscì a balbettare, prima di scappare dal negozio. La sensazione sgradevole sembrava scomparsa, sostituita da qualcosa di più forte e di conosciuto. Non poteva più ignorare il fatto che stava per diventare padre, ma che lei non lo sapeva, perché, in buona fede, credeva di aver amato qualcun altro.

Si sedette sugli scalini della piazza, respirando profondamente, ma non riuscì a calmarsi, perché lo stava seguendo.

-Tutto ok?-

Scosse la testa e strinse i pugni. Non riusciva più a tenere per sé i propri dubbi, per cui, dopo un breve sospiro, glieli espose: -Io non sono suo padre.- Sì, lo era, ma lei non lo sapeva. -E' davvero il caso che ti accompagni? Voglio dire... E' tua figlia. Non la mia. E tu non mi ami, per cui... Non ha senso che ti accompagni.-

La donna alzò un sopracciglio e sbatté le palpebre, inebetita. Poi si sedette, a fatica, accanto a lui. -Lucrecia?-

Anche. Sì, anche per quello non amava quella situazione. Aveva già aiutato una donna a comprare l'occorrente per la nascita di un figlio. Una donna che non sarebbe mai stata sua ed un figlio che non avrebbe mai conosciuto. E trent'anni dopo, era nella stessa situazione. No, la situazione era ancora più stupida. Era il rivale di se stesso.

-Ascolta, Vinnie, tu sei mio marito, almeno finché non deciderai di chiedere il divorzio per sposare un'avvenente modella. E per Ran puoi essere quello che più desideri. Io... Io vorrei che tu le facessi da padre, ma la scelta rimane tua. So che saresti perfetto.- sussurrò lei, appoggiando la testa sulla sua spalla.

Aveva una scelta. Un lusso che non doveva sprecare. Le posò la mano sul ventre. Forse ce l'avrebbe fatta, quella volta. Sarebbe stato padre.

-Sono terrorizzata, Vinnie, ma so che tu ci sarai e questo mi tranquillizza, almeno un po'.-


La camera era piccola e spoglia ed ovunque vi era un odore di chiuso e di un profumo da quattro soldi, tipico degli hotel a ore.

Si erano incontrati in quella stanza per più di tre mesi, dal giorno in cui le aveva chiesto un appuntamento. E per più di tre mesi non avevano fatto altro che parlare. Essere un demone senza ricordi del passato non era un male. Le aveva parlato un po' di lui, del vero lui e lei, era strano, ma era molto interessata. E poi ovviamente lei aveva parlato molto più di lui, di tutto e niente. Delle sue paure, dei suoi progetti... E anche di cose che non si sarebbe mai sognata di dire a Vincent.

E poi, non sapeva bene come, forse perché il suo profumo e la sua pelle lo facevano impazzire, si erano ritrovati ad usare il letto. Non ancora del tutto, ma ci sarebbero arrivati presto.

Almeno finché lei non scattò a sedere e sospirò: -Non posso.-

-Eh?- si stupì, tentando di riprendersi dalla doccia fredda improvvisa, incapace di formulare un pensiero coerente.

-E' il corpo di Vincent. Dannazione, Asth! E' come baciare lui! E non credo sarebbe consenziente!-

Si sentì morire, ma assunse l'espressione meno addolorata possibile per guardarla e sorridere: -Tu non hai idea dei pensieri che fa su di te, Yuffie Kisaragi.- Non voleva dire questo! Oh Shiva, perché era così rincoglionito?! Però era vero. Soprattutto in quel momento, la desiderava.

-Questo è il suo corpo. Quando un giorno si ricorderà di quello che ho fatto, come credi che si sentirà?-

Da dio?

-A lui non importa nulla di te.-

-Non dire stronzate. E' mio amico! Ed è stato lui a consolarmi quando Aeris è morta!- sbottò lei, con le mani sui fianchi.

Che carina... E lui che aveva sempre pensato che fosse totalmente insensibile ai suoi tentativi di essere meno stronzo con il mondo...

-Ma io non potevo, io...!-

-Il corpo non è tuo, torna quando avrai una delega scritta.-


-Perché mi fissi?-

La donna aprì gli occhi e lui non poté fare a meno di sobbalzare. Come si era accorta che la guardava? Esitò un attimo, poi sospirò e decise, per una volta, di confidarsi con lei. -Io e mia sorella dormivamo spesso insieme... Chissà perché me l'hai ricordata...-

Lei si girò su un fianco, imitando specularmente la sua posizione, con una mano sotto il mento. -Non mi hai mai parlato di lei. Era bella?-

-Molto. Eravamo gemelli. Prima che me lo chiedi, sì, ci somigliavamo molto. Solo che lei aveva gli occhi verdi.-

-E i tuoi com'erano?-

-Nocciola.-

-E' un bel colore.-

Fece un breve sorriso, poi riprese il racconto: - Quando ero bambino avevo paura di tutto e io mi rifugiavo sempre da lei per piangere.-

-Cosa ti fa venire voglia di piangere?-

Prese a fissare il soffitto, pentendosi della propria confessione. Per molte cose avrebbe volentieri pianto ed una di quelle era lei. Lei, che si era appena infilata nel suo letto e l'aveva stretto a sé. Ricordare che poco tempo prima quella principessa era sua, che conosceva ogni centimetro di quel corpo caldo, le cicatrici e la morbidezza della sua pelle, era terribile.

Allora aveva pianto, perché si era illuso di poterle confessare tutto, una volta morto Chaos. Si era illuso che Vincent poteva bastarle. Ma si rendeva conto, finalmente, che l'unica persona che avrebbe dovuto morire, quella notte in cui aveva combattuto contro Omega, era lui.

Era stanco di vivere.


Doveva andarsene.



L'angolo degli amichetti di Chaos

Chaos: Waaah! (piange) Tornerò ad essere un personaggio che non caga nessunoooo!

Yuffie: (piange) Tornerò ad essere una brutta copia di Selphieeee!!!

Vincent: Tornerò IC! (eseguendo il balletto di Thriller dalla felicità)

Ho avuto dei problemi ad identificare la canzone che ho messo all'inizio... Ve la saprei cantare e la so a memoria, ma non sapevo né il titolo né il cantante... Ma in Blackpool (una mini serie inglese troppo troppo bella) la cantano un po' tutti, compreso... DAVID TENNANT!

Yuffie: ecco che si scioglie e va a pregare al suo altarino...

Insomma, quando l'ho sentita ho subito pensato a Vinnie, anche se sinceramente non avrei mai pensato che lui e Asthy fossero la stessa persona...

Yuffie: Ma sei l'autrice!!!

Bé, a volte le cose mi sfuggono un po' di mano e per la fine non sapevo più dove sbattere la testa per spiegare Astharoth.

Yuffie: Un po'?! Non ti sei accorta che due personaggi erano la stessa persona!!!

Bé, se ha sorpreso me, pensa i lettori... Tre anni a scervellarsi sui sentimenti di Vincent e poi scoprono che ce li avevano sotto il naso tutto il tempo... Come avrò fatto a non accorgermene?

Yuffie: Oh, Leviathan, salvaci tu... E te non dici nulla, cretino?!

Vincent: Ah, io lo sapevo che ero Astharoth, so tutto quello che succede nella mente dell'autrice, persino con chi ti farà avere un'avventura romantica nella prossima fic... Mi fai quasi tenerezza, Yuffie...

Yuffie: Oh Leviathan, ovviamente non vuoi dirmelo, vero?

Vincent: Non sarebbe divertente! Fwahahahaha!

Shelke: Mi dissocio da quello che dice Cid all'inizio del capitolo, ho preso la patente alla prima! E quel Kyaktus aveva veramente manie suicide!

Cid: Sì e le altre sette? E il Tomberry? E l'Omega weapon? E Rinoa?

Shelke: Glom...


E' fatta, posso finalmente mettere la parola fine a questa storia. Devo ringraziare tutti quelli che hanno recensito e tutte quelle persone che, in generale, mi sostengono tutti i giorni. Grazie mille, spero di potervi sempre divertire con le mie storie. ^_^


   
 
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