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Autore: sophie_85    07/02/2010    4 recensioni
--- EPILOGO PUBBLICATO ---
Ho provato a scrivere un ipotetico 7° libro, dato che la storia è stata scritta prima della sua uscita. E' la storia dei Harry&co. al settimo anno, passando dall'evoluzione dei loro rapporti, ad una fase più d'azione fino allo scontro finale con Voldemort. Diciamo che seguo le linee generali dei libri di zia Jo, quindi la mia storia parte con Harry dai Dursley, poi va alla Tana, e infine a scuola. La prima parte della storia è più tranquilla e romantica, mentre nella seconda parte entra in gioco l'avventura, con la ricomparsa di Piton, Malfoy e Voldemort.
Chiedo scusa se a volte i personaggi potrebbero acquisire una lieve sfumatura OOC, ma ho cercato comunque di mantenere personaggi e trama il più possibile legati a quelli di JKR, e... Spero vi piaccia! ps: il titolo con cui avevo iniziato a pubblicarla era "Harry Potter e..." e la maggiorparte delle recensioni sonon andate perse quando ho ricominciato a postarla di nuovo dall'inizio, chiedo scusa a tutti per questo.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ciao ragazzi! Lo so che questa storia era finita da una vita, ma rileggendo le vostre recensioni, in cui in molti mi avevano chiesto un piccolo epilogo, o un riferimento alla storia di Penelope, alla fine mi sono decisa a scriverlo, ed eccomi qui! :) In realtà, come al solito, non è che mi convinca troppo, ma spero di strapparvi almeno un piccolo sorriso. Un abbraccio, Sophie!
Buona lettura ;)



Potete trovare la mia pagina su fb qui: http://www.facebook.com/pages/Sophie_85/297003163686205 dove inserirò eventuali nuove storie e chiacchiericci vari ^_^

*.*.*.*




Epilogo



Ormai erano passati dieci anni da quando Voldemort era stato sconfitto per mano di Harry. La gente conduceva una vita relativamente tranquilla: alcune frange estremiste dei seguaci del Mago Oscuro erano ancora in fuga e cercavano sempre nuovi modi per riunirsi e non gettare la spugna, ma da quando il Ministero era stato ripulito, tornando a funzionare a pieno regime, non avevano vita facile. Senza contare che la promozione di Harry a capo della sessione Auror, avvenuta pochi anni dopo che fu entrato al Ministero,  fece salire alle stelle le catture dei Mangiamorte, moltiplicando i successi contro l’applicazione delle Arti Oscure.
Oltre a lavorare per il Ministero, Harry di recente aveva anche iniziato a frequentare di tanto in tanto le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure a Hogwarts come assistente saltuario.

“Anche oggi gli studenti mi sono sembrati entusiasti. Lei cosa ne pensa, professor Piton?”
Il professore guardò dall’alto in basso l’uomo di fronte a lui, soffermandosi chiaramente infastidito sulla chioma spettinata. “Sa perfettamente che la sua collaborazione è stata una richiesta avanzata dalla preside e non da me… ma devo ammettere che preferisco fare lezioni più pratiche, sicuramente gli studenti possono imparare di più che leggendo manuali obsoleti. E poi, vuole mettere con quale attenzione mi seguono ora che hanno in aula ogni tanto il capo della sessione Auror…” l’ultima parte della frase era stata detta con voluta ironia.
Durante i primissimi tempi in cui Harry entrò a far parte del reparto speciale del Ministero, la collaborazione di Severus Piton fu fondamentale; nel corso del suo lungo e spinoso processo, procurò alla giustizia un consistente numero di nomi insospettabili che per anni avevano sostenuto Voldemort in vari modi, tra i quali lo spionaggio e il sabotaggio del Ministero. Il giudizio finale contro Piton non fu semplice, né privo di difficoltà e polemiche, soprattutto in luce di quanto testimoniato dallo stesso Harry a suo favore. Alla fine fu condannato a vent’anni di reclusione ad Azkaban.

“Lo so che il mio ‘essere famoso’ l’ha sempre infastidita professore, ma deve ammettere che almeno in questa occasione ho saputo sfruttarlo al meglio. Se non altro le ha risparmiato qualche anno di Dissennatori, non le pare?”

Infatti Piton era stato scarcerato anticipatamente. Nonostante l’ammissione di aver ucciso uno dei più grandi maghi del secolo, Albus Silente, la comunità magica rimase scandalizzata da quella condanna: tramite l’aiuto prezioso di Ginny, che aveva iniziato a lavorare per la Gazzetta del Profeta, e le numerose interviste rilasciate da Harry, tutti avevano appreso come l’uomo si fosse sacrificato durante quegli anni sotto richiesta dello stesso Silente, e come fosse stato fondamentale nella sconfitta di Voldemort. Alla fine, a furor di popolo, Piton fu scarcerato dopo quattro anni di reclusione e tornò a presidiare la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure, sotto invito della McGranitt, preside di Hogwarts.

Piton lanciò ad Harry un’occhiata di traverso. “Se si aspetta dei ringraziamenti da parte mia, signor Potter, può anche levarsi dalla faccia quel ghigno beffardo, perché tanto non li avrà.” E gli diede le spalle.
Harry fece un mezzo sorriso. Nonostante mantenesse sempre un comportamento terribilmente freddo nei suoi confronti, non lo sentiva più così ostile come un tempo. Sembrava si comportasse così più per coerenza e abitudine, che per altro. Prima di andarsene domandò. “Professore, sa per caso se Malfoy è andato via?”
“Il professsor Malfoy aveva la sua ultima lezione nel primo pomeriggio, quindi suppongo che sia già andato via. Ora se non le dispiace avrei dei compiti da correggere. E la prossima volta, Mangiamorte a cui dare la caccia o meno, veda di presentarsi puntuale alla lezione, altrimenti non la farò entrare. Arrivederci.”
Scuotendo la testa, Harry seguì il gentile invito a lasciare l’ufficio del suo ex professore, e si accinse a tornare a casa.

*

Come a Piton, anche a Draco Malfoy fu offerta una cattedra, quella di Pozioni, per sostituire il professor Lumacorno, deciso ad andare in pensione e godersi gli agi e le comodità che le sue conoscenze gli procuravano.
Proprio dopo una lunga giornata a Hogwarts, Draco Malfoy si apprestò a percorrere la strada di un grazioso quartiere residenziale poco fuori Londra. Dopo aver raggiunto la porta della casa con le aiuole di tulipani, che ormai gli erano familiari, suonò il campanello con aria infastidita, come tutte le volte che passava per casa Potter.

Maledetta Granger! Non si potrebbe viaggiare come le persone normali, tramite la Smaterializzazione o la Metropolvere?! Nooooooo… che sei matto! Metti che ci sono i vicini babbani, o un’amichetta di Scarlett?! Ma chi me l’ha fatto fare a diventare loro ‘conoscente’…

Tutte le volte gli stessi pensieri gli attraversavano la mente, ma la verità era che ormai si era abituato a quella combriccola di matti filobabbani e anche se non l’avrebbe ammesso neanche sotto tortura, gli faceva piacere la loro compagnia. Quella sera in particolare erano stati invitati tutti a cena per festeggiare la promozione di Ron a portiere titolare nella quadra di Quidditch del Chudley Cannons.
Sbuffò perché nessuno ancora si degnava di aprirgli, ma quando la porta si aprì, la sua espressione si tramutò da infastidita a piacevolmente sorpresa.
“Ehi, non sei ancora un po’ piccola per aprire la porta da sola?” disse scompigliando i folti capelli castani della bambina che lo aveva lasciato entrare.
“Uffa, zio Draco! Quante volte ti devo dire che non sono più piccola! Ho quasi quattro anni e mezzo!” rispose indignata. “E comunque c’è zio Ronnye di là, solo che sta in bagno e non poteva venire.” Con una strana luce negli occhi poi aggiunse. “Ti perdono solo se mi prometti che mi risponderai a qualche domanda.” E lo prese per mano trascinandolo nella sua stanza. Draco sorrise. Si ostinava a chiamarli ‘zii’ anche se aveva cercato di spiegarle che in realtà non erano parenti; in quella occasione però lei gli aveva risposto: “E perché non dovrei chiamarvi così? Tutte le mie amiche hanno degli zii. Voi siete gli adulti a cui voglio più bene dopo mamma e papà, quindi voi siete i miei zii!” e così, non aveva più protestato.
“Allora, Scarlett. Che vuoi sapere questa volta?” le chiese prendendo posto sul suo letto. La bambina gli si arrampicò affianco con un vecchio volume tra le mani, stranamente familiare, e iniziò a sfogliarlo frenetica.
“La mamma ieri sera mi ha dato il permesso di vedere le vostre vecchie foto di scuola e mentre le guardavo ad un certo punto ho scoperto una cosa strana…”

Ora capisco perché era familiare! E’ quel maledetto annuario…

Le si illuminarono gli occhi quando trovò la pagina che cercava e, nello stesso tempo, Draco si porto una mano al viso, disperato. “Ecco! E’ questa che cercavo! Chi è questa ragazza così bella che sta con la mamma? Lei mi ha detto che si chiama Penelope, ma non ha aggiunto altro. Ha ridacchiato e ha detto che dovevo chiedere a te.”

Maledetta Granger…

Malfoy guardò la foto di Hermione che rideva di gusto, vicino ad una ragazza bionda. “Non lo so, non la conosco.” Cerco di inventare lui, ma la bambina non volle crederci.
“Non dire bugie, zio Draco. Ti assomiglia troppo! E’ una tua cugina?” il suo sguardo curioso ricordava quello della madre, con la differenza che gli occhi erano di un intenso verde smeraldo.
“Sei troppo sveglia, ragazzina. Sono contento che almeno non abbia preso il cervello di quell’idiota di tuo padre.” Gli arrivò un forte pizzicotto: Scarlett adorava suo padre. “Ahio! E va bene… ti ricordi che tanto tempo fa c’era un mago molto cattivo in giro? Bene, zio Draco per un po’ a causa sua ha dovuto nascondersi…”
Mentre raccontava tutta la storia alla bambina, Draco rivisse la scena nei minimi dettagli, con non poco fastidio.



*Dieci anni prima*

Stava ancora dormendo in una saletta vicino all’infermeria quando la Granger gli portò la pozione che gli avrebbe reso le due settimane successive un inferno. Dopo averla maltrattata un po’ per averlo svegliato, si placò quando seppe il perché della sua visita.
“E quindi con questa dovei assumere le sembianze di una specie di mio alter ego, giusto?”
Draco teneva tra le dita una fialetta, guardandone il contenuto dal colore leggermente aranciato in controluce con fare sospetto, sempre stando nel letto. “Granger, sei sicura di avere seguito alla lettera le istruzioni del professor Piton e non stare semplicemente tentando di avvelenarmi?”
“Smettila di fare tante storie, Malfoy! Ti assicuro che è perfetta, ma se preferisci rimanere rinchiuso qui a tempo indeterminato per noi non è un problema, te l’assicuro. Anzi…”
Ormai era quasi una settimana che non usciva da quelle quattro mura causa del mandato di cattura che era stato diffuso contro lui e contro Piton dal Ministero, deciso ad incriminarli nonostante avessero abbandonato i piani di Voldemort prima della guerra. Piton aveva suggerito questa soluzione alla McGranitt per permettere almeno al ragazzo di girare libero per Hogwarts e, nonostante le resistenze di Moody che non si fidava affatto dell’ex-professore di Pozioni, alla fine la preside aveva accettato il consiglio e dato a Hermione il compito di preparare il tutto.
Malfoy rimase per qualche altro secondo a guardare la pozione e alla fine con un’alzata di spalle disse: “E sia!” buttò giù la fiala, storcendo la bocca alla fine. “Bleah. Che retrogusto smielato!”aggiunse poggiando la fiala sul comodino.
“Dovrebbe agire entro un paio di minuti. Chissà se avrà effetto anche sul tuo carattere. Sicuramente potrebbe solo migliorare!”
“Non ci sperare, Granger! Sono curioso di sapere come diventerò, piuttosto… Visto come sono ora, potrei ipotizzare capelli castani, occhi marroni… decisamente più comune e meno attraente. Ma che ci vogliamo fare, per la libertà un po’ bisogna soffrire.”
Hermione gli fece il verso dietro, scimmiottandolo senza farsi vedere, ma gli si avvicinò subito preoccupata quando lo vide accasciarsi su se stesso. “Malfoy, tutto bene?!”
Il ragazzo non rispose. Si teneva il viso tra le mani per il dolore, mentre la fisionomia del suo corpo stava lentamente cambiando, rendendosi più sottile e i capelli si allungavano a vista d’occhio. Dopo qualche secondo il dolore sembro smettere e il ragazzo tornò a respirare di nuovo in maniera normale, sempre tenendosi la testa tra le mani. Improvvisamente la porta si aprì e Ron fece il suo ingresso nella stanza.
“Hermione, sei qui! Hai già finito la pozione per Malfoy?” sia Hermione che Draco si girarono verso di lui e videro Ron diventare tutto rosso e girarsi di colpo. “Sc-scusate… ”
I due ragazzi si girarono uno verso l’altro guardandosi interrogativamente, quando improvvisamente anche Hermione cambiò espressione, passando da un sorpreso ad un palesemente divertito; di fronte a lei c’era sì l’alter ego di Draco Malfoy, ma al femminile: dei lunghi e sottili capelli biondi gli incorniciavano il viso dai lineamenti delicati, e la canottiera con cui prima stava dormendo era scivolata da un lato scoprendo una spalla bianchissima e un‘abbondante porzione di pelle poco sopra il piccolo seno che spiegava l’improvviso rossore di Ron. Hermione non riuscì a trattenersi oltre e si lasciò scappare una risatina.
“Che diavolo hai da ridere, Granger!” ma appena finito di parlare si portò preoccupato una mano alla gola, visto che invece della sua solita voce, aveva parlato con un tono più alto, leggermente rauco ma decisamente femminile.
Hermione non trattenne più le risate e rispose: “Beh, sicuramente non hai perso il tuo fascino, Malfoy, anche se penso che è meglio che ti vada a cercare qualche vestito… adatto!”
E con un abile colpo di bacchetta gli fece apparire uno specchio enorme davanti. Corse verso la porta trascinandosi dietro Ron, che nel frattempo era rimasto di spalle, come tramortito dalla bellezza della sconosciuta e chiuse la porta, sigillandola.
“Ma quella… era Malfoy?!”
Dall’interno della stanza intanto si sentirono rumori di vetri rotti e una voce femminile che urlava a squarciagola. “Granger! Maledetta! Che diavolo hai combinato, se ti prendo ti disintegro!”
Quando nel pomeriggio Hermione e la McGranitt gli portarono una divisa femminile con relativa biancheria, per poco Draco non sveniva e quando poi quella sera fu presentato di fronte a tutti come “Penelope”, ormai il ragazzo, o meglio la ragazza, aveva assunto un colore verdastro, ma sembrava piuttosto rassegnato. Alla fine della presentazione, raggiunse il tavolo dei Grifondoro, mettendosi seduto tra Ron e Hermione, sperando di poter evitare di scambiare una parola con chiunque.
“Allora, come ci si sente a portare una gonna, Penelope?”
Malfoy inforchettò una patata con violenza ma non rispose alla provocazione di Ron, che continuò imperterrito. “Dovevi vedere come ti guardavano tutti i ragazzi… penso che potrai avere tranquillamente chi vuoi, pendevano tutti dalle tue labbra.”
“Chiudi quella fogna, Weasley! Se non sbaglio tu sei stato il primo a sbavarmi dietro…”
Ron rispose pronto “Ma per forza, sei troppo bella! E poi cerca di parlare in maniera più femminile, certe parole non si addicono ad una ragazza come te!”
A fine cena, mentre si stavano dirigendo verso i dormitori di Grifondoro, un gruppo di Serpeverde gli sbarrò il cammino.
“Ciao, Penelope. Io sono Blaise Zabini.” E gli lanciò uno sguardo lascivo, percorrendo tutto il suo corpo. A Draco vennero i brividi dal ribrezzo.
“E io sono Theodore Nott.” Il Serpeverde si avvicinò ancora di più mettendogli una mano sulla vita e sussurrandogli all’orecchio. “Ehi, ma lo sai che sei veramente carina.”
Malfoy non resistette più: al colmo della rabbia repressa e del disgusto tirò fuori la bacchetta, schiantò Nott facendogli fare un volo di quasi cinque metri e poi puntò di nuovo la bacchetta contro Zabini sibilando: “Provate a toccarmi di nuovo con quelle luride mani, o anche solo guardarmi, e giuro che neanche vostra madre sarà in grado di riconoscervi quando avrò finito con voi!”
Roteò la testa per scansarsi i capelli dal viso e se ne andò camminando a passo di marcia, lasciando Ron che si reggeva la pancia dalle risate, Zabini che lo guardava con aria sognante e Hermione che gli correva dietro gridando “Aspetta, Mal… emh Penelope! Non sai la parola d’ordine!”
Qualche tempo dopo, Potter si riprese dallo scontro con Voldemort e andarono a trovarlo in infermeria per aggiornarlo sui recenti sviluppi. Fu proprio dopo la visita, durante la quale anche lui non mancò di deriderlo, che incontrarono quell’insopportabile Canon con la sua maledetta macchinetta fotografica. Aveva insistito così tanto a fare la foto alle due ragazze per l’annuario, che alla fine Malfoy aveva ceduto.
Hermione gli si era avvicinato mettendosi in posa abbracciandolo per la vita per potergli sussurrare all’orecchio “E dai, non fare quel broncio! Pensa che aneddoto divertente sarà da raccontare ai tuoi nipotini…” con un sorriso tirato il biondo rispose “Fottiti, Granger!” La ragazza rise di cuore.

**
 
 
La bambina aveva ascoltato il suo racconto senza fare una piega. “Scommetto che deve essere stato molto divertente, no?! Certo che eri davvero bella, lo sai, zio Draco? Quasi quanto la mamma.”
“Ma che dici, ero decisamente più bella io!”
In quel momento, Hermione entrò nella stanza della bambina. “Oh, ciao Draco. Scusami, sono appena tornata dal Ministero. Vuoi qualcosa da bere? Anche Harry è appena arrivato, sta parlando di là in soggiorno con Ron.”
“Sto bene così, grazie. Adesso vi raggiungo.”
Hermione si abbassò per dare un bacio a sua figlia e si rialzò adagio, portando una mano alla pancia, che ormai lasciava ben pochi dubbi sulla sua gravidanza. “Ciao piccola peste, non tormentare Draco come al solito, ok?” Poi lo sguardo le cadde sull’album di foto e una scintilla le illuminò lo sguardo, mentre a stento nascondeva un sorriso. “Allora ti aspettiamo di là.” E se ne andò.    
Scarlett, come se niente fosse, si girò verso lo ‘zio’ e disse: “Mi dispiace, ma è più bella la mamma.”
Draco ripensò alla donna che era appena andata via. Gli anni le avevano donato una dolcezza particolare nello sguardo e nel sorriso, e la maternità aveva reso le sue curve più generose rendendola più donna.
“Ok, forse posso darti ragione, ma non lo dire alla mamma, altrimenti si monta la testa e non la finisce più.” Poi improvvisamente un’idea gli passò per la testa. “Che ne dici, Scarlett, ti va di giocare alle pozioni?”
“Sììììì!”

*


Circa un’ora più tardi, Harry e Ron si godevano la pace del soggiorno finendo l’ennesima partita agli scacchi dei maghi.
“Allora, come va con Luna? Ho sentito che state uscendo insieme. Di nuovo.”
Infatti subito dopo Hogwarts i due ragazzi, pieni di impegni da entrambe le parti, avevano allentato un po’ i contatti.
Ron diventò rosso in zona orecchio. “E a te chi te l’avrebbe detto, scusa?”
Harry ridacchiò. “Lo sai che le voci corrono tra le donne!”
Ron evitò volutamente di rispondere e disse: “Perché invece non assaggiamo il tè che ci ha preparato Scarlett? Ci ha messo tanto impegno, poverina!” mentre versava due abbondanti bicchieri chiese: “Com’è andata la lezione con Piton, oggi? E come mai non sei tornato con Malfoy?”
“Malfoy era già andato via quando io ho finito, infatti è strano, dovrebbe essere già qui da tempo…” si portò il bicchiere alla bocca, ma appena sentì l’odore del liquido si blocco. Lo fece roteare sovrappensiero, poi con un mezzo sorriso lo riposò sul tavolo, senza toccarlo.
“Vedrai che starà arrivando. E con Piton, invece?” Ron buttò giù un bel sorso di tè e storse il naso. “Forse la prossima volta dobbiamo dire a Scarlett di dosare meglio lo zucchero.”
“Con Piton la solita storia. Prima della lezione mi dice di andarci piano nella dimostrazione perché sono solo studenti e poi mi rifila sempre qualche incantesimo non verbale a tradimento. Ovviamente subito dopo si scusa sostenendo che voleva solo provare ai suoi studenti quanto fosse competente il capo della sessione Auror. Ehi, Ron, ma ti senti bene?” il tono però non sembrava molto preoccupato. Con la coda dell’occhio intanto notò un movimento e aggiunse “ Vieni qui, mio piccolo terremoto! Non ti stai spaventando, vero? Che avete combinato questa volta tu e zio Draco?”
Scarlett corse via dal nascondiglio, buttandosi tra le braccia del padre, ridendo. “No, papà. Zio Draco mi aveva spiegato che avrebbe avuto un pochino di mal di testa, ma ero troppo curiosa… dici che zio Ronnye si arrabbierà con me?”disse improvvisamente preoccupata.
“No, con te no, amore…” lanciando un’occhiata divertita verso Draco, uscito anche lui dal nascondiglio. Ron intanto sembrava essersi ripreso, ma ancora non parlava e si continuava a tenere la testa.
“Dannazione, eppure ero convinto che non te ne saresti accorto! Ma perché non hai avvertito anche Weasley?”
Harry fece un sorrisone a Scarlett. “Non potevo mica rovinare il divertimento alla mia bambina, non ti pare?”
“Certe volte ho l’impressione che il Cappello Parlante abbia sbagliato a smistarti…”
Ron intanto si alzò con la mano sul fianco guardando storto Harry. “Perché vuoi dirmi che tu ti eri accorto che c’era qualcosa di strano nel tè?!” esattamente come Draco dieci anni prima, anche lui si portò una mano alla gola, data la voce acuta con cui aveva parlato.
Scarlett, tutta felice, batté le mani, “Lo sapevo! Sei bellissima, zio Ronnye! Vado a chiamare la mamma!” e scese dalle braccia del padre, correndo verso la cucina e gridando: “Mamma, mamma! Vieni a vedere quanto è bella lo zio Ronnye!”
Ron guardava spaesato prima Harry, palesemente divertito, e poi Draco, che per la prima volta in vita sua vedeva ridere a crepapelle, senza il suo usuale contegno un po’ snob.
“Come sarebbe a dire ‘sei bellissima’?! Non mi dire che…” disse con voce femminile e portandosi una mano tra i lunghi e rossi capelli, che scendevano in morbide onde. Abbassò di scatto la testa e si trovò a fissare un seno prosperoso, che faceva appena capolino dalla piccola scollatura creatasi dai primi due bottoni della camicia che aveva lasciato aperti. A quel punto sbiancò, portandosi anche entrambe le mani sul sedere, più voluminoso del solito.
Draco, che non riusciva a smettere di ridere, gli disse: “Ehi, Wealsey! Smettila di toccarti come un maniaco: se vuoi capire quanto sei bella, ti aiuto io!” e con la bacchetta fece apparire uno specchio.
Dopo aver fissato attonito la sua immagine, cercò la sua bacchetta per scagliarsi contro Draco, che si mise a ridere ancora di più, ma il ritorno di Hermione e Scarlett lo costrinse a bloccarsi.
“Avevi ragione, amore! E’ proprio bella!” disse ridendo Hermione. “Se vuoi, ti presto uno dei miei vestiti, ti va?”
Ron non fece in tempo a replicare, che il campanello suonò, Scarlett corse ad aprire e tutti gli altri invitati alla cena fecero il loro ingresso in salotto. Una volta che la nuova ragazza fu prontamente presentata da uno stranamente ospitale Draco Malfoy, tutti quanti scoppiarono a ridere di cuore, sua sorella Ginny in particolare gli scattò una foto, con la sua inseparabile macchinetta che portava sempre dietro in caso di scoop.
A Ron non rimase altro che nascondersi in un angolino del salotto, facendo scivolare i capelli sul viso, paonazzo, aspettando che tutti la piantassero di ridere di lui.
“Oh, miseriaccia!”







Fine

   
 
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