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Autore: _Ly_    26/06/2003    20 recensioni
Tante volte quello che sembriamo è completamente diverso da quello che siamo. E ciò che vogliamo è solo poter volare...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01 - Solo Una Piccola Weasley

WISH I COULD FLY

 

1-Solo una piccola Weasley

 

La piccola Weasley, chi parla mai di lei… quando si hanno troppi fratelli, uno più distinto dell’altro, chi vuole mai ricordare la piccola, dolce, anonima, innocente Ginny?

Ma che mi importa? Io non sono la piccola, fragile, innocente e timida ragazzina che loro conoscono… io sono quella che loro ignorano, che credono di sapere, ma credono male.

Ma che importa? Io voglio solo essere lasciata in pace, anche da chi sostiene di dovermi proteggere, anche da chi sostiene di volermi bene, che non è così…

Io… vorrei solo poter volare, in pace, dove voglio. Nell’aria, come voglio. Nel tempo, quando voglio…

Ma forse non ne sono capace…

 

Ginny si richiuse la pesante porta di legno alle spalle, sbuffando. La camera era deserta, le sue due compagne probabilmente si erano trattenute in Sala Comune, fino a tardi come erano solite fare.

Passò una mano nei capelli rossi, quasi disgustata. Detestava quei suoi capelli, quella spolverata di lentiggini sulle guance… “Una Weasley!”, glielo dicevano tutti, a prima vista. Un marchio, un peso da trascinarsi addosso, per tutta la vita. Non che odiasse la sua famiglia, anche se alle volte lo credeva.

Però si scaldava quando udiva dir male di loro… Però alle volte era la prima a pensare di averne abbastanza, di averne fin troppo di tutti quei capelli fiammanti, quei visi rubicondi. Pensava di non volere più avere nulla a che fare con quella famiglia che fingeva di preoccuparsi ma non aveva mai tempo per lei…

Dopotutto lei chiedeva solo che qualcuno le dedicasse solo un po’ di tempo in più, le bastava che qualcuno le concedesse una chiacchierata, che avesse la forza di riuscire a conoscere la vera Ginevra Weasley… Dopotutto, voleva solo un po’ attenzione…

Eppure, la contraddizione intrinseca in tutti i suoi sedici anni la spingeva giorno dopo giorno a cercare sempre più la solitudine. Ma non una solitudine indifferente, bensì un isolamento che gridava attenzione.

Sono sospesa su un ponte…

Sto aspettando nel buio…

Ho pensato che fossi qui, ora!

Non c’è nessun o che vuole provare a cercarmi?

Qualcuno vuole venire a portarmi a casa?

 

Si buttò stancamente su letto, strofinandosi gli occhi stanchi. Prese un libro da suo comodino e vi si immerse, alla pallida luce di una candela. La sua quotidiana e indispensabile fuga dalla realtà, un rito ormai. Leggeva la mattina, svegliandosi all’alba, nella pausa pranzo, all’intervallo, prima di cena, prima di addormentarsi…

Così potrai fare sogni d’oro, Ginevra…

Libri con storie divertenti e colorate, illustrazioni incantate, libri magici e babbani, non facevano differenza, purchè le loro pagine riuscissero a trasportarla lontano da quella che era la realtà che, come un corsetto troppo stretto, lentamente le stava mozzando il respiro.

Anche quella sera, si addormentò scivolando lungo le rive del Mississipi in compagnia di Huckleberry Finn, un bizzarro ragazzino babbano che ne combinava di tutti i colori, ma poteva quasi volare…

 

“Ginny Weasley, che cosa mai devo fare con lei? –tuonò all’improvviso il professor Piton- A quanto pare ho trovato qualcuno ancora più imbranato di Paciock, e mi creda signorina Weasley, non lo credevo possibile!”

Arrossì vistosamente, per la rabbia più che altro dal momento che odiava quell’uomo, annuendo mortificata al professor Piton che le assegnò l’ennesimo votaccio in Pozioni, rimescolando nel calderone con supremo disgusto il liquido verde e grumoso, pure un po’ bruciacchiato, che sarebbe dovuto essere un’incolore pozione leggera per la levitazione…

“Mi piacerebbe provare su di lei i risultati delle sue fatiche, signorina Weasley, se anche perdono un figlio, con tutti quelli che hanno, i suoi genitori non noteranno la differenza.”

Nell’aula, sia i Serpeverde che quelli che dovevano essere i compagni del Grifondoro ridacchiarono divertiti e qualcuno finse di scandalizzarsi un pò.

“Una bocca in meno da sfamare, per quegli straccioni…” mormorò qualche crudele Serpeverde.

Ginny strinse forte i pugni, maledetto aguzzino schiavista! Lei non è nemmeno degno di essere considerato professore per come tratta i suoi allievi, e poi non lo sa? Che la colpa non è mai tutta da una parte sola? Che io sarò anche una cattiva studentessa, ma lei certo non è un gran maestro!?

E tu, come ti permetti di ridere della mia famiglia? Mio padre lavora al Ministero, scommetto che il tuo è solo in grado di fare il leccapiedi di quel maledetto Signore Oscuro!

E voi che ridete, voi che vi fate chiamare compagni? Scommetto che non conoscete nemmeno il colore dei miei occhi… Mi fate pietà!

Oh, se avrebbe voluto gridarlo!

“Signorina Weasley? C’è qualche problema?” domandò ironico Piton.

Ecco, adesso avrebbe potuta gridarla la verità! E che le importava se si sarebbe presa una punizione? Se Piton avrebbe tolto cento punti alla sua casa?

Strinse maggiormente i pugni, serrò la mascella.. Poi però sorrise timidamente “No, professore…” rispose con un filo di voce.

Per l’ennesima volta non aveva detto nulla…

 

“Ginny, tutto ok?” le domandò Ron, seduto in fronte a lei alla tavolata del pranzo. Hermione e Harry, che stavano tranquillamente parlando tra di loro, rivolsero a lei improvvisamente la loro attenzione. Hermione le sorrise disponibile, lo stesso fece Harry…

Harry Potter, che più di una volta le aveva causato un sacco di problemi interiori, battaglie e battaglie con sé stessa…

Hermione Granger, la studentessa più brillante e in gamba della scuola, era un esempio per lei, ammirava Hermione…

E Ron, Ronald Weasley, il fratello immediatamente precedente a lei… Avrebbe dovuto capirla, sentirsi un po’ come lei, schiacciati dal peso di troppi fratelli, invece a Ron piaceva recitare la parte del fratello grande e protettivo che l’aveva a cuore, l’ennesimo fratello grande e protettivo che l’aveva a cuore e che tanto le stavano stretti… Quei fratelli che tiravano fuori gli artigli per lei, ma mai li ritraevano cercando minimamente di provare a capirla…

E le stavano chiedendo, questi tre, se andasse tutto bene. Che cosa ne potevano sapere, che cosa potevano capire? Che cosa mai poteva realmente interessare loro?

Avrebbe voluto dire a Ron di lasciarla respirare, di esserle amico, non guardia del corpo; a Harry di non evitarla come la peste, certo aveva avuto una gran bella cotta per lui, ma aveva così calpestato il suo cuore con quella distanza forzata che alla fine aveva spento tutto quanto; a Hermione di non essere sempre così perfetta, che la faceva sentire così inadeguata, a maggior ragione quando si faceva sua amica…

Scosse leggermente il capo “No… è che ho preso un altro brutto voto in Pozioni!” confessò, ma non era una confessione. In realtà non poteva che importargliene di meno di quelli che erano i suoi voti in pozioni, in quel periodo.

Ma urlare rabbia e frustrazione non sarebbe stato consono alla dolce e cara Ginny Weasley, avrebbe come minimo shockato tutti quanti se all’improvviso avesse gridato merda!, o vaffanculo!, avrebbe probabilmente creato maggiori problemi dei piccoli benefici che quello sfogo avrebbe arrecato al suo adolescente animo in subbuglio…

E allora tacque ancora, annuendo mentre Hermione si offriva gentilmente di darle qualche ripetizione, facendola sentire ancora più piccola e inadeguata e Ron annuiva soddisfatto, mentre Harry sorrideva cortese…

Tutto quello che più non voleva, se lo stava tirando addosso…

Sei decisamente un controsenso, Ginny Weasley…

 

Dopo essersi sorbita, a suon di sorrisi e continui cenni di assenso, due ore di ripasso di Pozioni con Herm, che tra l’altro continuava a parlarle di Ron, Ginny tornò a passo spedito verso il dormitorio… Aveva proprio voglia di una bella doccia… lasciar correre l’acqua sulla pelle banca, un’acqua scrosciante che cancellasse via tutto ciò che lei non voleva, tutto ciò che la appesantiva, che la infastidiva.

Si reinfilò di controvoglia la divisa, e pensare che al suo primo anno era così ansiosa di andare ad Hogwarts… si, quel primo anno da dimenticare… Come era stata sciocca… Quindi c’era stato un tempo, in cui lei era davvero la ragazzina timida e ingenua che tutti pensano, solo che era stato tanti anni prima, ma non era più riuscita a scrollarsi di dosso quell’immagine.

E brava piccola e dolce Ginny, sarà anche colpa tua, in fondo, che non riesci mai a farti valere… e a farti apprezzare…

Osservò la propria immagine riflessa nella specchio, con scarso entusiasmo, anzi con entusiasmo inesistente. Una ragazzetta nemmeno troppo alta, anzi bassotta e rotonda, come sua madre, con quel capelli rosso fuoco fino alle spalle, come i suoi genitori, come tutti i suoi fratelli… Con la carnagione chiara e cosparsa di leggere lentiggini… Quell’aria da brava ragazza, timida e impacciata…

Sembro tutto quello che non sono… Mentre vorrei solo poter volare…

 

Uscì per una breve passeggiata, un libro in mano, aperto nella lettura, diretta verso il parco al tramonto, non c’era mai nessuno lì, prima di cena, poteva leggere in tutta tranquillità. Evitare di pensare a quella giornataccia, non tuttavia differente da tutte le altre.

Stava per svoltare l’angolo, nascosta tra le sue pagine liberatorie, quando un pesante urto la riportò alla realtà, il libro le ruzzolò via di mano, finendo addosso allo sconosciuto passante, che tuttavia riuscì a mantenersi saldo in piedi.

Ginny si mise carponi, massaggiandosi il fondoschiena dolorante, e alzando gli occhi verso il malcapitato.

E la giornata di Ginny non poteva che proseguire nel peggiore dei modi, Draco Malfoy, con il suo libro in mano, si stagliava infuriato davanti a lei. Le riservò un’occhiataccia carica di disgusto “E stai attenda a dove vai, pezzente di una Weasley! Mi fa schifo anche solo il fatto che uno di voi mi possa toccare! E tieni questo, la stracciona fugge dalla realtà, sognando di essere una principessa, eh?” poi, scattando nervosamente, gettò il libro addosso a Ginny e si allontanò, con alle spalle le sue consuete guardie del corpo.

Solo lui mancava, quel giorno, solo lui, per rendere l’umore di Ginny ancora più nero…

Draco Malfoy, lo detestava… Dal primo anno.  Si, l’avrebbe preso a schiaffi, ma c’erano tante cose che avrebbe voluto fare e non aveva il coraggio di mettere in atto, tuttavia… Particolarmente odioso, se Ginny era triste, un suo sguardo sprezzante bastava a renderla depressa.  Se era serena, un singolo commento ribaltava quel raro sentimento… Non sapeva perché, ma era così crudele da riuscire a toccare ogni volta i suoi punti deboli… E lei ogni volta non riusciva a mandarlo al diavolo…

Sto accumulando troppe frustrazioni… E non riesco a capire come proprio lui possa avere il potere di pungermi sul vivo ogni volta e mandarmi in pezzi…

Non ce la faccio più!

Oh, perché è tutto così confuso?

Forse perché sono solo pazza… Si…

Vorrei solo poter volare…

 

 

 

 

Continua…

 

 

Bene bene, lo so che mi son sempre ripromessa di non fare troppe cose per volta… Anche perché, quando lo trovo il tempo?

Però… Mi è uscita questa! Prossimo capitolo è tutto per Draco…

Se volete commentare, mi fate un sacco di piacere! Come vi pare?

Come sempre, RINGRAZIO E LA DEDICO ALLA KIA!! Anche perché l’idea della fic Ginny-Draco è nata assieme a lei (come sempre mia maestra mi regala idee!!!!) e gliela dedico anche perché è l’amica migliore che si possa mai desiderare!!!! ^3^ Ti voglio tanto tanto bene, patata!

Un bacio a tutti quelli che leggeranno, due a chi si prenderà la briga di commentare!

Ly

 

Ps: alcune strofe tra i pensieri di Ginny (in corsivo, se non si era capito), sono del testo di I’m With You, Avil Lavigne, i personaggi sono di J.K. Rowling, grazie mille, santa donna!

 

 

  
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