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Autore: La Fleur    02/04/2010    7 recensioni
Allysia è una giovane strega a cui manca poco per diventare maggiorenne e liberarsi completamente dalle restrizioni che la famiglia e la scuola privata le impongono. Per frenare la sua esuberanza, eccessiva in una famiglia d'alto rango come la sua, i genitori la allontanano dalle "cattive compagnie" e dalla Scozia, e la mandano a vivere a casa del cugino Ephram(niente poco di meno che in America), che è destinato a succedere al padre come capofamiglia: peccato che la sua vita nel mondo come noi lo conosciamo risulterebbe tutt'altro che limpida agli occhi dei suoi parenti! Come capofamiglia è destinato infatti a sposare una persona di sangue magico, non con una semplice umana... Ma Ephram è innamorato di Charlotte, con cui intreccia una storia romantica, e che non sa nulla della sua "abilità" magica, né della famiglia da cui lui proviene e a cui è destinato a tornare un giorno. Boone è il fratello di Charlotte ed è un buon amico di Ephram nella vita normale, Andrew è l'ultimo dei coinquilini della grande casa che i personaggi della storia si dividono; ha un carattere allegro e piuttosto particolare, che gli frutta reazioni differenti da ognuno degli altri inquilini. Gli altri personaggi (e sono molti) verranno presentati man mano nella narrazione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Serie dei Maghi di scozia, ovvero, Allysia e dintorni!'
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In casa

Hhhhnnn!

Si portò, trascinandosi piano sul pavimento, verso il letto bianco, troppo bianco, e lo scalò lentamente, aggrappandosi con le lunghe dita troppo scarne al copriletto mentre Famiglio miagolava piano, spaventato.

Quel rumore di passi…

Terribilmente familiare… lei non lo conosceva…. Eppure… Eppure le risuonò dentro come un tuono, scuotendola fin nelle profondità della sua testa troppo vuota, eppure così popolata.

Ah!

<< Eph? C’è un gatto in questa stanza? Ma lo senti come miagola?>>

<< Oh, è Famiglio, il gatto della mia cuginetta. Non ti preoccupare, Boone!>> la voce falsamente gioviale di suo cugino Ephram la sfiorò appena, nella scia della voce un po’ cupa e aspra che aveva appena sentito.

Chi sei? Fa male…. Ah!

Eppure, riuscire a percepirla nonostante quell’assurdo ronzio, che sembrava… sembrava che non le appartenesse. Non era una galleria ormai inutilizzata, la sua mente? Non era un buco colmo d’ombre ormai l’intelletto che prima arricchiva ogni cosa che la circondasse appena?

Si rannicchiò stretta contro il copriletto chiaro, tutta tesa contro quel dolore che sembra che non sfiorasse Famiglio, ma lacerasse lei. Volevano scindere anche il suo ultimo vincolo sentimentale col mondo magico?Volevano la sua mente, se l’erano presa, volevano anche la sua testa?

Il suono malinconico di un pianoforte si librò nostalgico fino a lei, troppo costante per essere suonato da una mano non fittizia. Era una canzone registrata. E le parole…

Playground schoolbell rings, again
Rainclouds come to play, again
Has no one told you she's not breathing ?

Ah, perchè parlavano così? E anche quella voce tanto profonda e cupa, perché le ricordava cose cui non avrebbe voluto pensare? Dov’era Famiglio? Chi era lei?

Hello, I'm your mind, giving you someone to talk to...Hello...

Ti prego! Lasciami in pace!  

Desiderava disperatamente che quel capogiro e assurdo senso di smarrimento passassero, lasciandola lucida. Invece la canzone continuava, e lei si sentiva sempre, sempre più male…

If I smile and don't believe
Soon I know I'll wake from this dream

Un sogno… Solo un sogno? Perchè non è mio questo dolore che sento… No, non mi appartiene come non mi appartiene questa voce e nella mia testa, nella mia testa… ci sono solo io…


Don't try to fix me
I'm not broken

Sì! Sì, lei non era “rotta” come le bambole. Lei era solo se stessa. Più nulla poteva entrare in lei impunemente, privandola di ciò che aveva dentro. Non era giusto. Lasciò continuare la canzone, mentre il dolore nella sua testa si allentava.


Hello, I'm the lie living for you so you can hide...

Perchè nascondersi? Chi si nasconde dentro di te, Ally? Cosa proteggi dietro i tuoi occhi verdi sempre cupi, cosa nascondi dietro un sorriso appena accennato, più di circostanza che di reale coinvolgimento?


*Don't cry...*

 
Chi ti tenderà la mano mentre cadi così lentamente, come una piuma sospinta dal vento delle mille tempeste che affronti nel buio, correndo a tentoni contro il muro di mattoni che ti intorpidisce l’anima?

Suddenly I know I'm not sleeping
Hello, I'm still here, all that's left
Of yesterday...

Voce! Ritengo che tu mi debba una  spiegazione!

Asciugò le lacrime che non si era neppure resa conto di stare versando, e cercherò di tirarsi su dal letto delle sue sofferenze. Più che altro, delle angosce che la sua mente ospitava e che, si era resa conto, non appartenevano solo a lei. Il miagolio accorato di Famiglio la indusse ad accoglierlo tra le braccia, sul petto ancora affannato, mentre, neanche a dirlo, la Voce non si faceva minimamente viva. Un’espressione molto simile alla rabbia si affacciò nello sguardo verde di Ally, facendole dolere forte una tempia. Pensava furiosamente al dolore appena sopportato, chiedendosi stizzita se il suo non fosse già sufficiente. Credeva di avere trovato nella Voce che l’accompagnava un’amica e una guida anche in quel mondo così spaventoso fatto di vuoti e di ombre improvvise, e invece si sentiva sfruttata e dolorosamente oppressa. Di nuovo sola. Alcune lacrime le annebbiarono la vista e scivolarono oltre le ciglia, bagnandole di nuovo le guance e crollando giù dal mento, sul mantello fitto del suo gatto. Singhiozzò silenziosamente per un minuto o due, poi tirò su col naso.

Ally… Mi spiace molto…

Ah! Sei qui! Con che diritto mi affibbi le tue sofferenze, razza di voce egoista e senza cuore! Solo una voce che mi squassa il cervello cercando di annientarmi! Non ti basta il mio dolore? Ne vuoi ancora? Vattene, vattene! Vattene!

Si alzò, in preda al nervosismo, con Famiglio altrettanto irato tra le braccia. Il gattino aveva le orecchie attaccate ai lati del viso e gli occhi grandi e spalancati, uno azzurro e l'altro giallo, con la pupilla dilatata come sul punto di attaccare qualcuno. Allysia sentì distintamente i piccoli artigli affilati graffiarle la pelle attraverso il maglioncino, cosa che le diede una carica maggiore.  Scosse il capo violentemente, come se potesse sbattere così fuori quella compagna inopportuna e approfittatrice, magari scrollandola via da un orecchio.

Ally! Non è stata colpa mia! Ti supplico! Continuò la voce, ora umile e fioca più che mai. Non so neanche io cosa sia successo, per favore, anch’ io devo sapere perché solo tu e quel tuo animale potete sentirmi!

E perché non me lo hai mai detto? Comparivi nei miei sogni, prima! Sei l’unico legame magico tranne quello col mio gatto che io riesca ancora a mantenere! Cosa vuol dire?

… Solo che il vincolo che mi lega a te è forte quanto quello che lega te al tuo catalizzatore… Che non posso perderti perché ne va della mia esistenza, che ancora non so come definire  con parole che la tua mente umana possa recepire.  Come ti sentiresti se perdessi Famiglio? Così mi sentirei io, senza di te…

La voce si affievolì in un sussurro impercettibile, che continuava a mormorare parole angosciate e dense di tormento. Ally si bloccò all’improvviso placata da quell’ondata di sgomento non suo, vinta dalla compassione e spossata dalla marea di emozioni che l’avevano attraversata nel giro di pochi minuti tornò ad adagiarsi sul letto. Un dolore nuovo, fioritole nel petto come una viola piccola, intenso come la sua essenza inebriante, la dilaniò, facendole tornare acqua salata tra le ciglia.

Povera Voce!

Forse, non era più fortunata di lei… E si sentì all’improvviso solidale con quella creatura che non si riconosceva in un corpo, e che ospitava un corpo sprovvisto di Potere. Forse, era un senso di vuoto molto simile, che le rendeva così affini. Si sdraiò più comodamente, Famiglio accoccolato ora contro il suo collo, e chiuse gli occhi, spossata. Si addormentò in pochi secondi.

 

Ephram fissò con circospezione la schiena di Boone, che lo precedeva di due passi giù dalle scale. Lo accompagnò fino in cucina, e sedette sulla sua sedia mentre l’amico si versava un bicchiere d’acqua, servendosi direttamente del rubinetto. Quanto era stato in grado di sentire, attraverso la porta della stanza di Ally? Quando l’aveva visto accostato proprio a quella stanza gli era quasi venuto un colpo e aveva dovuto fare appello a tutto il suo autocontrollo per non Confonderlo seduta stante. Per fortuna Boone lo aveva seguito di buon grado, evitandogli di usare le maniere forti. Coon non si era nemmeno preso la briga di avvisarlo del ritorno di Ally. Doveva aver espletato in fretta il suo compito solo per tornare in camera di Charlotte a farsi coccolare. Furbo, lui! Si diede dell’idiota e sospirò. Adesso invidiava pure la sorte del suo gatto!

<< Tutto bene, Eph?>> chiese Boone, sciacquando il bicchiere appena usato e posandolo nel lavello, continuando a dargli le spalle.

<< Certo… Sì, tutto bene.>>Rispose con una voce così poco convincente che si rimproverò da capo, afflitto.

Boone si voltò a lanciargli un’occhiata indagatrice e poi divertita. << Problemi con la tua cuginetta?>>

Ephram ricambiò il sorriso:<< No. – decise di essere onesto per quanto possibile- Tu e tua sorella mi siete mancati molto. Speravo di passare più tempo con lei… Invece si è già chiusa in camera… Col mio gatto.>>

<< Sei geloso del felide, McNamara?>> sghignazzò una voce molto più rilassata e sfrontata, facendo la sua superba entrata in scena.

<< Andrew!- esclamò Ephram alzandosi per dargli una pacca sulla spalla- Credevo che tornassi domani o anche più tardi!>>

Il ragazzo biondo gli rivolse un sorriso rilassato. Una luce maliziosa balenò per un istante nei profondi occhi castani:<< Anche a me mancava la bella Lotte! Quel brutto muso, invece, non mi è mancato affatto!>> indicò con una mano Boone che, dal canto suo, nemmeno si degnò di rispondergli e si limitò a lanciare un’occhiata di sufficienza ai borsoni che Andrew aveva lasciato accanto allo stipite.

Il sorriso di Ephram si contrasse per un attimo, poi tornò sincero. Andrew era un dongiovanni nato, ma Lotte non gli aveva mai comunicato una preferenza nei suoi confronti, per cui era ancora in gioco. Aveva dalla sua la preferenza di Boone almeno come amico, e per il momento gli era sufficiente. Avrebbe pensato alla concorrenza per la conquista totale del cuore di Charlotte nel modo e nel momento più opportuno. << Giù le mani da lei, Andy.>>

Il biondo gli rispose con un altro sorriso, ancora più disarmante del precedente:<< Chiamami ancora Andy e non ce le avrai più le mani, chiaro?>>

Si scambiarono un sorriso colmo di sfida, mentre Boone li oltrepassava scuotendo la testa:<< Non ti abbassare al livello di quella testa calda, Ephram. Torno a studiare, ci vediamo per cena.>>

<< Almeno qualcosa di caldo c’è, in questa casa!>> lo rimbeccò Andrew, punto sul vivo, lanciando un’occhiata da cucciolo abbandonato a Ephram, che ridacchiò.

<< Ti va un panino? Racconta tutto quello che hai combinato allo zio Eph, su!>> lo vezzeggiò, guadagnandosi un altro sorrisone da Andrew.

<< Meno male che non sei bacchettone come Boone, almeno tu!>>

 

Boone sbuffò silenziosamente, ascoltando l’ultimo commento sfrontato di Andrew, che non perdeva l’abitudine di criticarlo, e altrettanto silenziosamente risalì le scale, massaggiandosi la nuca. Si trovò di nuovo a passare davanti alla porta della stanza spoglia che ora era della cuginetta di Ephram e le lanciò un’occhiata disinteressata. Si era mosso dalla sua stanza solo a causa del violento capogiro che lo aveva colto e che lo aveva convinto a concedersi una pausa, seppure minima. Aveva sentito le note di quella canzone malinconica nell’aria, Hello, e si era sentito rabbrividire, con la brutalità di quella vertigine a sconvolgerlo. Non amava molto il genere di musica, così inquietante, degli Evanescence, e proprio passando davanti a quella stanza, il capogiro era tornato più feroce, al punto che si era appoggiato alla porta con la mano per restare in piedi. Aveva sentito il miagolare sottile di un gatto e in quel momento Ephram l’aveva colto sul fatto. Non gli era rimasto che inventare una scusa qualsiasi per togliersi d’impiccio. Nessuno sapeva di quei brutali mancamenti che lo coglievano e chi stavano togliendo la pace anche mentre studiava. Spinto da una certa curiosità, si accostò di nuovo a quell’uscio chiuso. Tutto silenzioso. Alzò le spalle e proseguì verso camera sua, sperando di poter continuare davvero a studiare fino a sera. Con un sospiro, si chiuse la porta alle spalle e sedette alla scrivania ingombra di tomi. Inforcò gli occhiali senza montatura e riprese a leggere. La sua concentrazione si frantumò in un istante quando Lotte entrò senza bussare, seguita a ruota dal grosso gatto di Ephram. Boone trattenne un sospiro e guardò la sorella sedersi, sorridendo dolcemente come al solito, sul suo letto.

<< Ho sentito che Andrew è arrivato, da basso.>> cominciò con un piccolo sorriso divertito, a cui il ragazzo rispose curvando un angolo della bocca in una smorfia accattivante.

<< Sì, quella specie di capitano di gran cassa è tornato a casa, casinista come al solito. Aveva voglia di rivederti, a quanto pare.>>

Charlotte allargò il sorriso, illuminandosi. Il gatto di Ephram reclamò la sua parte di coccole, che a quanto pareva Charlotte stava trascurando. << Stai buono, Coon! Voglio bene anche a te!>> rise la ragazza, stringendo tra le braccia il magnifico Maine Coon che prese a ronfare piuttosto rumorosamente.

<< Mi è mancato Andrew in queste vacanze. Hai visto mamma quant’era triste? Se ci fosse stato lui a casa nostra avrebbe saputo come tirarci su il morale, tra uno scherzo e l’altro.>>

<< Tra uno scherzo e l’altro a me, vorrai dire. Meno male che stavolta è tornato a casa sua!- Boone si sforzò di assumere un tono severo, ma non riuscì a trattenere un ghigno allegro. Con un sospiro, rifletté sul fatto che l’atmosfera della casa di Buffalo era mancata molto anche a lui, nonostante fosse finalmente riuscito a completare un libro di psicologia che lo aveva condannato alla scrivania fino a tarda sera. – Hai visto Ephram quanto sembra stanco? Le sue vacanze natalizie non devono essere state il massimo del relax, quest’anno.>>

Coon si tirò su dalle gambe della ragazza, lanciò un’occhiata prima a lui e poi a lei, e si avviò regale alla porta. Charlotte si alzò per farlo uscire e gli chiuse dietro la porta, poi si voltò a fissarlo, corrugando la fronte:<< Volevo parlarti proprio di questo. Ha detto qualcosa almeno a te? Io ho provato a insistere, ma non c’è stato nulla da fare! >>

Boone si trovò a scuotere il capo. Sfilò le lenti e massaggiò la fronte, sentendo di nuovo una tempia pulsare. Era meno doloroso di prima, fortunatamente per lui.

<< Stai bene?>> chiese attenta Charlotte, soppesandolo con gli occhi grandi e grigi, l’unico tratto fisico in comune.

<< Certo.>> rispose Boone, pur sapendo che la sorella non se la sarebbe bevuta così facilmente. Charlotte aveva un’attitudine speciale a scoprire le bugie.

<< Certo - gli fece il verso infatti – Come se io fossi una scema qualunque.- Lotte si avvicinò a sfiorargli la guancia.- Problemi di vista, Boo? Stai studiando troppo…>>

<< Forse.- le rispose poco convinto, ovviamente continuando a mentire. Studiava sempre troppo, e non gli era mai venuto nulla. Perfino la sua vista era perfetta. Gli occhiali gli servivano solo quando leggeva, per non affaticare gli occhi. Ma non avrebbe detto alla sorella di aver passato una visita oculistica subito prima di tornare a Buffalo - Non hai già abbastanza preoccupazioni, per occuparti anche di me? – sospirò e fissò sua sorella il più dolcemente possibile – Tra la mamma, la lontananza da Ephram e lo studio neanche tu ti sei riposata molto, questo Natale.>>

<< Almeno tu non imbrogliare, però! Mi basta il fidanzato, bugiardo. - S’imbronciò leggermente, pensando a tutte le volte che avvertiva che Ephram le stava mentendo… Quanta paura aveva avuto, in quelle vacanze! E ora anche Boone voleva provare a ingannarla, proprio lui che sapeva che non ci sarebbe mai riuscito! – Sono più che sicura che tu voglia proteggermi anche dai tuoi mali.>>

<< Anche Ephram. Nessuna delle sue bugie mirava a farti del male. Non sei la sola dotata di una certa sensibilità. - Si sorrisero, poi Boone sospirò mesto – Avrei dovuto aiutarti di più, piccola, mi spiace.>>

Non terminò neanche la frase che già Lotte scuoteva il capo. << Tra poco ti laurei, non ci pensare nemmeno, Boo!>> Lo chiamava sempre con quel nomignolo spaventoso! Boone le diede un pizzico affettuoso sul naso, poi si alzò e la spinse verso la porta.

<< Allora lasciamelo fare, sorella scansafatiche! Vai a stressare il tuo fidanzato!>> e la spinse fuori dalla stanza, tra proteste e risate. Il suo sorriso di spense subito, e si gettò sul letto con un gemito. Non posso andare avanti in questo modo...

 

Charlotte sospirò, ma decise di lasciar correre. Boone le avrebbe parlato presto, non era da suo fratello nasconderle nulla. Era troppo buono e onesto. Meglio occuparsi di quei due testosteronici al piano di sotto! Sorrise e prese a scendere le scale, contenta di poter tornare almeno a stringere a sé Ephram in libertà. Non si vedevano da più di due settimane, e le era mancato immensamente! Avrebbe voluto invitarlo a trascorrere le vacanze con lei, ma all’ultimo le era mancato il coraggio. E poi era arrivata quella telefonata improvvisa dalla Scozia, ... chissà quanto hanno speso di telefono, questi devono per forza essere ricchi sfondati..., che annunciava l’arrivo della cuginetta che non aveva ancora avuto la possibilità di vedere e su cui Ephram teneva un silenzio degno del miglior agente segreto! E le era sembrato sfuggente anche quando era tornata, finalmente, da lui. Sempre affettuoso e dolce, ma timido quasi come ai tempi in cui si erano conosciuti e lui sembrava non aver mai toccato una ragazza! Arrossì al ricordo di quanto avesse dovuto insistere per trovare una maggiore intimità, sotto lo sguardo allibito di Boone e quello divertito e smaliziato di Andrew, che in effetti era stato un’ancora di salvezza facendo ingelosire il timidissimo Ephram! Varcò la soglia della cucina silenziosamente, concentrando l’attenzione sulla folta capigliatura castana di Ephram che le dava le spalle, e poi vide gli occhi accesi di Andrew.

<< Ehi, bocconcino! Non dai un bacio al buon Andrew, appena tornato nella terra innevata di Buffalo?>>

Rise. << Buon Andrew, non mi dire che rimpiangi già l’assolata California!>> Gli scoccò un bacio sulla guancia e poi fece un passo indietro, per appoggiarsi alla spalla di Ephram, che la strinse delicatamente e le posò un bacio sulla tempia. Si voltò a fissarlo negli occhi scuri e intensi, che solo lei sapeva essere così limpidi quando facevano l’amore... Arrossì. Non era così spregiudicata come aveva dovuto dimostrarsi per sbloccare il suo altrettanto impacciato ragazzo.

<< Mai come ho rimpianto te, amore mio!>> stava dicendo Andrew, sorridendo tuttavia, perché sapeva quanto Charlotte fosse innamorata di Ephram e lui di lei. Lo stavano bellamente ignorando.

<< Non ti allargare, biondo!>> lo riprese Ephram a fior di labbra, ma non sembrava una frase minacciosa, visto com’era stata sussurrata.

<< Già a tubare! – sorrise Andrew – Volete solo farvi invidiare, me ne vado in camera mia! – si avviò alla porta della cucina dove ancora si trovavano i suoi borsoni, li prese entrambi in una grande mano e, senza neanche voltarsi, salutò – E grazie per il panino, Eph, buona continuazione!>>

Si avviò fischiettando verso la sua camera, contento di aver rivisto tutti gli abitanti della casa... meno uno, a quanto pareva. Ephram lo aveva informato dell’arrivo di una fantomatica cuginetta scozzese. Chissà che era successo per far arrivare una bambina, da sola, in un altro continente! Oltrepassò la porta che era sempre rimasta chiusa fino a quel momento, e che era chiusa anche allora, solo che doveva essere occupata. La sua era proprio la camera accanto. Spalancò la porta ed entrò nella stanza dalle pareti arancioni con foto delle spiagge più belle della California e della Florida. Accese il cellulare, pronto a sentire una quantità di trilli diversi, frutto di diversi messaggi da altrettanto diverse ragazze. Sorrise compiaciuto quando constatò di avere ragione. Ceeeeerto che ci vediamo dopo cena, Samantha e Jasmine! Ridacchiò pensando alla serata fuori che lo attendeva, poi lanciò un’occhiata attraversò la soglia della porta che come al solito aveva lasciato spalancata, dove vedeva la porta, ovviamente chiusa, della stanza del suo sgobbone preferito. Si alzò rilassato ed entrò senza bussare. Aggrottò le sopracciglia nel trovare la scrivania senza il suo ospite fisso. << Ehi, che caspita succede?>> chiese a voce alta, sorpreso. Entrò, trovando Boone sdraiato a letto col cuscino schiacciato sulla testa. Divertito, si avvicinò e glielo tolse dalle mani, facendogli prendere un colpo:<< Ehi, principessa scura, aspetti un bacetto dal principe Andrew?>>

<< Sei tu! Accidenti a te, deficiente di un californiano...>> bofonchiò Boone, voltandosi sulla schiena e tornando a chiudere gli occhi.

<< Stai male? – chiese Andrew, poi, senza neanche attendere risposta, continuò – E meno male che sei appena tornato dalle vacanze, stupido stacanovista! Perché non molli i libri e stanotte vieni a divertirti con me?>>

Boone rinunciò del tutto alla pace:<< Non mi piacciono quelli del tuo sesso, bocconcino biondo! E non chiamarmi più principessa, altrimenti farò in modo di farti parlare in falsetto per un lustro! - Allentò la stretta alla mascella, sentendo il pulsare delle tempie farsi meno feroce. Riuscì a tenere gli occhi aperti senza soffrire e guardò Andrew ancora seduto su un lato del letto – E scendi dal mio letto, brutto deviato che non sei altro!>>

Andrew schivò un colpo secco che Boone gli aveva lanciato con un balzo e puntò un indice accusatore verso il ragazzo suo coetaneo:<< Mi sembra di sentire mio nonno! Sai che era fuori come un balcone?>>

<< Ecco da chi hai preso!>> Boone scosse la testa e si sollevò a sedere, sentendo l’intontimento abbandonarlo lentamente.

<< Sul serio, secchioncello, dovresti divertirti un po’. Ho due ragazze per le mani e tu potresti essere il fortunato partecipante ad un appuntamento a quattro!>>

Boone gli lanciò un’occhiata severa:<< No, ho da studiare, e poi, lo sai che le tue amiche in genere non mi piacciono.>>

Andrew sbuffò:<< Oh, già, a te piacciono le intellettuali! Ma rilassati! Vieni a farti solo una passeggiatina!>>

Boone riuscì a sollevarsi dal letto senza barcollare.

<< Credimi, le intellettuali sono l’ultimo dei miei pensieri al momento! Ho rotto con Paula subito prima di Capodanno, lo sai, no?>>

Andrew fischiò:<<  No, non lo sapevo! Ehi, ma allora hai un motivo in più per...>> S’interruppe vedendolo scuotere il capo. Il biondo corrugò le sopracciglia. Boone era troppo serio! E Paula non se lo meritava un tale bravo ragazzo, era un’ infame che lui aveva fatto bene a lasciare... Sempre non lo avesse lasciato lei. Sant’uomo! Anche dalle stronze di quella risma si fa piantare in asso!

<< Magari un’altra volta, va bene?>>

Andrew lo fissò: sembrava stanchissimo. Forse stava male sul serio.

<< Okay. Se cambi idea, sai dove trovarmi.>>

E se ne andò senza aspettare risposte di sorta, che, prevedibilmente, non arrivarono.

Angolino: Sorpreeeeeesa! Scommetto che non ve lo aspettavate, eh? (ammicca e fa gli occhioni) E invece eccomi qua, pronta a postare un altro capitolo corretto e pieno di un sacco di gente nuova (per voi, io già li sento ronzare come mosche da una vita. li conosco come le mie tasche, questi qua.)

Punto primo: sento di aver combinato un mucchio di confusione con la Voce! Non sono stata in grado di spiegarmi e chiedo scusa, anche perchè è da così tanto che ragiono su questi capitoli che ormai dovrei  riuscire a raccontsrvi tutti i dettagli senza problemi, e invece non ci riesco! Tsk! Allora: Ally ha una parte di sè che resterà latente ancora per molto, moltissimo tempo, e che Famiglio e la Voce (che è un'altra, mi spiace) stanno custodendo dopo la fulminea entrata in scena nella scorso capitolo. Ally è stata torturata, è ancora così debole da avere appena chiaro di esistere ancora. Il Famiglio è il suo custode e la ama come nessun'altra creatura del creato, e per questo tiene il segreto su quella parte di lei che ha gli occhi di mille toni di verde, lo sguardo della sua Allysia. La Voce è comparsa adesso nel racconto, ma Allysia ce l'aveva già in dotazione (per dir così) mentre era in Scozia, solo che le parlava nei sogni! Nell'inconscio, insomma. Mmmmh... provate a vederla così: Allysia è stata rivoltata come un calzino, e ciò che prima succedeva nel suo inconscio ora è venuto fuori, mentre ciò che prima lei aveva chiaro di sè, della sua mente e delle sue emozioni, è stato seppellito in un angolo buio della sua testa, dove Famiglio lo tiene nascosto senza che neppure lei se ne accorga, per tenerla in vita. La Voce è una creatura diversa, spero che ora vi sia più chiaro. Era "caduta" nella mente di Allysia e vi aveva trovato alloggio, e ora che è venuta fuori devono imparare a sopportarsi. Più chiaro adesso?

Passiamo ai commenti:

Lucyette:grazie! Spero di non averti confuso ulteriormente! Se sì, dimmelo e ti chiarirò i punti precisi!

Giulia91: ohmygod, una nuova lettrice! Non c'è niente come un nuovo lettore che si appassiona alla storia a rendere felice chi la racconta! Specialmente se ha commentato capitolo per capitolo, una prova di fedeltà ammirevole! Hai visto anche tu che alla nostra Ally succede una disgrazia dopo l'altra! Ma io sono una proclamatrice convinta del "Nessun male viene per nuocere".....! Grazie per i complimenti, soprattutto quelli sullo stile: sono una perfezionista, scrivo questa storia da più di un anno (molto prima di quando ho cominciato a pubblicarla qui) e ogni volta che leggo un capitolo mi vengono da fare infinite correzioni! Per cui grazie davvero! Ehpram è un ragazzo timido e responsabile, Salem è un amico ferocemente leale (e anche qualcos'altro, a dire il vero. Stttt! Niente spoiler!) Spero che apprezzerai anche questo capitolo!

Georgette: innanzitutto scusami per non aver commentato (ancora!) i tuoi ultimi scritti, ma è davvero stato un periodo cupo, oltre che stressante, e io mi sono un po' persa dietro tutte le cose da fare e da pensare. Rimedierò presto, promesso! Per quanto riguarda la storia, mica mi risparmio, come puoi vedere! Però posso dirti che la storia, per un po', si orienterà solo su Buffalo, quindi puoi archiviare gli altri personaggi e concentrarti su questi.... che sono tantissimi, lo ammetto, ma DOVEVANO venire fuori! Altro che Ally, sono io che soffro di personalità multiple! Salem e il cugino di Ally si incontreranno solo tra un bel po' di tempo, tranquillizzati... e in effetti, mi sono crogiolata un bel po' sulla scena dei due ragazzi che si prendono a pizze in faccia!(ma non garantisco che andrà proprio così, comunque) Spero che tu apprezzerai anche questi tipini qui, di cui posterò le foto appena qualcuno mi spiegherà come si fa!

Nel frattempo, ci tengo a dire che:

Ephram ha 21 anni, Charlotte poco meno di lui (sono allo stesso anno d'università, ma lui è leggermente più avanti di lei con gli studi... miseriaccia!). Anche Boone è a psicologia, ma lui sta prendendo la laurea magistrale.... in America (mi sono informata) il college funziona così: due annetti corrispondono alla nostra minilaurea, più altri quattro fanno una nostra magistrale.... bontà loro! Consideratelo maggiore della sorella di tre o quattr'anni. Ha la stessa età di Andrew il biondo (mi sa che sarà sempre questo l'appellativo con cui lo chiamerò), che conosce da più tempo, perchè il Buffalo State College (che esiste davvero, come la Kenmore, la scuola di Allysia, e tutta l'accozzaglia di vie che ho descritto nello scorso capitolo) è noto soprattutto per i corsi di psicologia e di fisica e chimica: chimica la studia il biondo, appunto! mhhhhhh..che altro? Boh, mi verrà in mente! O se volete avere qualche delucidazione, chiedetemela direttamente!

Spero di riuscire a postare altrettanto tempestivamente, 

sempre vostra ,

La Fleur (mamma mia che pomposità!)

Altra cosa! Mamma mia, quest'angolino non finisce più!

Finalmente (con grande gioia mia, che conosco le sue qualità, come scrittore e come persona) ha iniziato a postare un nuovo racconto dedalo1987, La foresta telefonica (che vorrei saper linkare qui, accidenti!) che vi consiglio di andare a leggere, perchè ha uno stile impareggiabile (migliore del mio, devo ammettere, ahimè) e perchè la sua storia prende in un modo che ha dell'incredibile! Andatela a leggere! Peraltro, come incentivo posso dirvi che, preso com'è dal suo fuoco creativo, posta un giorno sì e l'altro pure.... ^^

A Presto!

  
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