Storie originali > Introspettivo
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Autore: Erik Winterking    01/06/2010    1 recensioni
Ed eccoci con una nuova storia!!! Sì, sempre un originale. Ma allora che ci stai a fare su un sito di fan fiction se scrivi solo storie originali?? XD potete chiedervelo, e la risposta è che comunque mi piace scrivere. Ho anche idee per diverse fic comunque, e (tempo permettendo) conto di buttare giù qualcosa. Devo però parlare del racconto, non dei miei progetti (inutile, riesco a divagare anche scrivendo). Beh... non molto da dire (non sono bravo nelle presentazioni XD) tranne il fatto che è una storia in cinque capitoli... già completa, quindi potrò postarli regolarmente (salvo problemi tecnici) il cui protagonista è un ragazzo... beh... particolare. Lunatico, solitario, e con scarsa vita sociale... che storia ha un personaggio simile? Buona lettura ^^
Genere: Romantico, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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III

Ben ritrovati. Non so quanti di voi pensavano che la storia fosse finita, ma in ogni caso non è così. Del resto, era solo un sogno, e i sogni non uccidono... forse.

Per la precisione, si è svegliato al suono dello scricchiolio delle ossa, e neanche lui sa se fossero le sue o del serpente. Comunque, adesso che è sveglio non gli importa più di tanto. Si sente oppresso, e l'unico modo che conosce per sfogarsi è scrivere.

'Vorrei tanto potermi definire innocente. Tirarmi via da tutto questo, lasciarmi alle spalle il dolore e la sofferenza. Ma non è questo il mio destino. Quando veniamo al mondo tutti abbiamo un compito, ma evidentemente non ce ne ricordiamo, e forse è proprio questa dimenticanza a darci la felicità; la felicità dell'oblio. Forse siamo tutti dei messaggeri, ma di cosa? Non so neanche quale è il messaggio che mi è stato affidato. Dai fatti, da quello che vedo attorno a me, direi che sono il messaggero della rovina e della disperazione, del dolore e della perdita di ogni speranza; ma non sono felice di esserlo - e chi lo sarebbe? Avrei voluto amare, portare gioia e, possibilmente, riceverne in cambio. Forse il mio pessimismo, la mia autocommiserazione, mi hanno precluso questo mondo, ma può anche darsi che tutto questo sia vero. I feel so tired... lonely... and broken. I can't recognize myself anymore... please... help... Perché sto scrivendo in inglese? Le parole escono dalla my pen da sole. Sto losing contact con la realtà. Sto drowning nell'oblivion, un così sweet sea... oh... it's going... I'm going... and this is my last farewell...
Chiudere, spegnere una vita, la mia vita? Si può fare. Lentamente, dolcemente, senza il clamore del sangue o la violenza di un'arma da fuoco. Solo, nel mare, nuotare senza voltarsi, fino a perdersi nel blu... per non tornare indietro e lasciare per sempre questo mondo, con le mie parole a seguirmi o forse accompagnarmi... senza rimpianti, senza rimorsi. Ho già causato dolore e se così non avrò pareggiato il bilancio non mi pentirò.'

Smette di scrivere e guarda l'orologio, che segna le quattro. Sospira. Sa quello che deve fare, da una parte deve e dall'altra ne ha paura. Ma se gli altri non sono coerenti nemmeno alle loro decisioni, allora ha solo un motivo in più per mettere in atto quello che si era sempre ripromesso di fare, un giorno. Compone il numero, avvia la chiamata e aspetta, contando mentalmente gli squilli.
Tuutuu... Uno. È straordinario come in quei pochi secondi tra uno squillo e l'altro tutti i possibili dubbi e tutte le paure attraversino la mente. Risponderà? Non risponderà?
Tuutuu... Due. Vorrei davvero che rispondesse? No, cioè sì, no, ho troppa paura...
Tuutuu... Tre. Il numero magico. Ti prego, rispondi, tipregotipregotiprego...
Tuu- «Pronto?»
I dubbi spariscono. Adesso non c'è più tempo per pensare, tutti i discorsi preparati prima sono ormai dimenticati.
«Ciao Leannore. Ecco... -un attimo per pensare, come posso dire quello che voglio dire? Oh cavolo...- credo che dovremmo vederci di nuovo.»
Perfetto così. Diretto al punto senza troppi giri di parole, chè sono inutili.
«Sempre diretto e senza maschere, eh? Ma poi, sei proprio sicuro di volerlo, anche dopo quello che è successo? Potrebbe farti male.»
«Gentile da parte tua preoccuparti per me. Sono sicuro di volerlo, e se anche non vorrai parlare dei perché e dei percome, mi devi comunque un libro. Se non altro per quello.»
«Anche sotto una scorza di presunta indifferenza non nascondi bene la tua vera natura. Ti va bene vederci sabato prossimo?»
«Non ho mai granché da fare. Ci vediamo al parco alle quattro?»
«D'accordo allora, a sabato. Ciao.»
Ecco fatto. Una vittoria? No, semplicemente il raggiungimento di un obiettivo. Il difficile verrà sabato.

Per quanto si possa immaginare un momento, la realtà sarà sempre diversa. Così tante volte ha vissuto questa situazione, eppure ogni volta ne rimane sorpreso. Sono le quattro, e anche se è normale un ritardo di due o tre minuti (o un anticipo), quei minuti sono sempre terribilmente pieni di tormento e angoscia. In questo caso sa sempre che è colpa sua -dovrebbe smettere di farsi tanti problemi- ma la sua immaginazione continua a correre, contro tutti i legami, sempre più pessimista. Finalmente una voce -la voce che sperava di sentire- pone fine alle sue domande.
«Scusa per il ritardo. È molto che aspetti?»
«In realtà no, ma dipende tutto dalle percezioni. Come stai?»
Non la ricordava così bella, così attraente. Adesso è molto più difficile, soprattutto per le emozioni contrastanti in lui. Che stupido sono stato. Andare a riaprirsi da soli una ferita al cuore... da suicidi.
«Io sto bene... grazie per il libro. Non sapevo che ti piacessero le storie d'amore... non sembri il tipo, a prima vista.»
«Infatti quello è l'unico libro d'amore che abbia mai letto. Richard Bach è uno dei miei scrittori preferiti... ma forse ora è meglio smettere di divagare. Questo è il regalo per il tuo compleanno... in ritardo, ma credo di poter sperare di essere perdonabile visto quello che è successo...»
Sorride a mo' di scusa. La ragazza prende il pacchettino, perplessa.
«Sei straordinario, sai? Scegliere di vedermi, anche se ti ho respinto, e presentarti con un regalo, mentre altri non mi avrebbero più neanche rivolto la parola, con un tono di scusa... non posso fingere sentimenti che non provo, ma se fosse possibile rimanere almeno in contatto... è raro trovare persone come te di questi tempi.»
Una specie di scusa? Come intendere quelle parole?
«Sai, non pensavo che rivederti mi avrebbe fatto così male... e pensare che mi avevi anche avvertito... ma più forte del dolore è le mia voglia di sapere. Voglio sapere i perché del tuo no, non per farti cambiare idea, ma per sapere... puoi rispondermi? Non preoccuparti di quello che dirai.»
«Non hai paura di chiedere nulla, eh? Ma come si possono spiegare i sentimenti? Per me sei stato – vorrei che fossi ancora – un buon amico, ma non provo per te oltre che l'affetto dell'amicizia... Mi hai chiesto tu di dirti tutto, ma non vorrei farti ancora più male... insomma... non credo che per l'amore bastino le dimostrazioni d'affetto, serve qualcosa che per te non provo... ma mi dispiacerebbe perderti come amico, davvero.»
Nemo soppesa le sue parole, cercando di districarsi nel mare di contraddizioni che ha appena sentito.
«Così pieno di contraddizioni è l'animo umano, i sentimenti, il cuore... grazie per avermi detto tutto. Non preoccuparti: la ferita più grave me l'hai già procurata e difficilmente potrà guarire. Adesso si è fatto tardi, devo andare. Per quanto riguarda il rimanere amici... non so che dire. Sarà il tempo a parlare per me.»
Si lasciano così, senza rimorsi o rimpianti. Un velo di tristezza in Nemo per quello che non è stato, che avrebbe voluto che fosse... ma la vita va avanti.

Una notte calma, senza sogni. Solo, all'improvviso, si ritrova di fronte ad un uomo. La sua figura ispira fiducia, è l'incarnazione di un capo naturale. Sta per parlargli ma lui si scopre il petto.
«Io sono Colui che Sanguina. Ricordati, certe ferite non si rimarginano mai.»
In prossimità del cuore c'è una ferita slabbrata da cui esce sangue che non macchia, ma attraversa qualsiasi cosa senza lasciare traccia.
«Cerca di evitare queste ferite, perché come ti infiacchisci se perdi troppo sangue, così il tuo spirito sarà debole se lascerà scorrere via troppe energie.»
Allora tutto si fa buio e attraversa di nuovo il portale che dal mondo dei sogni riporta alla realtà.
   
 
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