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Autore: mercutia    24/11/2003    13 recensioni
L'approdo su un'isola dagli strani poteri causa effetti "particolari" sulla ciurma di Rufy, risvegliando in loro sentimenti sepolti. Zoro e Nami in particolare vengono a trovarsi in una situazione difficile da equilibrare, sia per loro stessi che nei confronti dei loro compagni, di Sanji soprattutto.
Presi dalle difficoltà di un'attrazione forte quanto complicata, i ragazzi e i loro compagni si trovano prima intrappolati da una persona di cui si erano fidati, poi invischiati in un'avventura pericolosa per riavere la Going Merry e salvare un regno da un malvagio usurpatore.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Divisi dalla nebbia


Dall’alto dell’albero maestro Usop urlò
"Terra in vista!"
Nami e Rufy corsero sul ponte e dopo poco scorsero anche loro all’orizzonte la sagoma di un’isola, l’isola Kirishi finalmente! Secondo le informazioni che avevano raccolto dagli abitanti delle isole dell’arcipelago Tanky, su quell’isola avrebbero trovato le risposte che cercavano sul misterioso Wet Fire. Rufy era felicissimo di poter mantenere la promessa fatta a Nagaishi e per Nami era un’occasione d’oro per fare nuove ricerche su una rotta forse volutamente celata dalle cartine.
La sagoma dell’isola si avvicinava, ma la vista non migliorava: una spessa coltre di nebbia si alzava dall’acqua impedendo di vedere bene. Usop scese, si avvicinò a Nami chiedendo
"Ma sei proprio sicura che l’isola sia questa? E’ così tetra!" e detto questo si attaccò letteralmente a Sanji che gli stava passando vicino.
Nami lo guardò con aria di insufficienza pensando disgustata a quanto fosse fifone, ma poi ripensandoci anche lei non si sentiva molto tranquilla.
All’improvviso la nave sussultò come se avesse colpito qualcosa: c’era talmente tanta nebbia che erano arrivati sulla costa dell’isola senza accorgersene! Per fortuna il fondale lì era profondo così l’equipaggio si limitò a gettare l’ancora e a quel punto Nami avrebbe voluto discutere con gli altri per decidere chi sarebbe sceso, ma non fece in tempo a prendere fiato per parlare che Sanji, Zoro e Rufy erano già sul parapetto pronti a scendere a terra.

Dall’isola proveniva un silenzio irreale. Effettivamente per quanto ne sapevano l’isola era disabitata, ma la nebbia lasciava intravedere una folta vegetazione: nonostante questo non si udiva un suono, né un verso di animale, né il fruscio di una foglia.
Nami stava analizzando tutte queste cose quando si rese conto di essere rimasta sola sulla Going Merry con Usop che stava già abbracciando l’albero della nave piangendo
"Se ne sono andati senza aspettarci e non si vede niente"
Nami lo prese per un braccio
"Avanti, scendiamo anche noi"
Usop fece resistenza più che poteva arpionandosi all’albero anche con le gambe e urlando
"Ma sei matta! Lasciami lasciami, io non voglio scendere!"
Nami lo strinse più forte per il braccio e con venti centimetri di denti appuntiti in mostra urlò
"Vuoi restare qui da solo?! Tu scendi con me!" e detto questo lo scaraventò giù dalla nave.
Appena si riprese dallo stupore per la forza che aveva dimostrato, si tuffò tra la nebbia anche lei.

Usop atterrò di faccia sulla terra e fu tirato sù da Rufy. Il nasone si riprese, si guardò intorno e disse
"Non volevo lasciarvi soli… ma… gli altri dove sono?"
Cappello di paglia alzò le spalle
"Non si vedono" poi prese per un braccio Usop che urlò
"Ahi, lì mi fa male!"
Si guardò il braccio e vide la rossa impronta della mano di Nami
"Guarda cosa mi ha fatto Nami" Rufy allora lo prese per l’altro braccio e disse
"Se non ti sbrighi a seguirmi te ne faccio uno anche su questo! Dai, dobbiamo andare prima di tutto a cercare un po’ di carne da mangiare e poi… quando avrò la pancia piena te lo dico. Via via, andiamo!" e iniziarono a camminare a caso tra nebbia e vegetazione.

Nello stesso momento Sanji stava cercando i suoi compagni.
“Eppure siamo scesi tutti insieme. Eravamo tutti lì sul ponte. Oh!!! E se Nami fosse rimasta sù? Ora si trova sola e impaurita senza il suo Sanji a proteggerla” pensò e poi si mise le mani ai lati della bocca urlando
"Namiiiiiiiiiiii"
"Tesorinoooooooo. Stupenda Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaamiiiiiiiii" ma niente.
Poi gli parve di vederla, le corse incontro e non c’era.
La sentì chiamare il suo nome, ma non capiva da dove venisse la  voce. Alla fine si arrese
“Prima o poi troverò Nami o qualcuno della ciurma” pensò incamminandosi in una qualsiasi direzione.

Nami atterrò addosso a qualcosa che emise un
"Uh!" e cadde a terra sotto di lei.
Ops… era Zoro!
"Rufy! Prima o poi ti faccio a fette!" ringhiò lui girandosi, ma poi vide a cavallo della sua schiena Nami
"Ah, Nami, sei tu. In genere è Rufy quello che mi usa da materasso"
"Scusa" disse lei.
Poi lui si rese conto che da quella posizione vedeva perfettamente sotto la striminzita minigonna della ragazza e sgranando gli occhi le disse
"Forse è meglio alzarci"
Lei vide dove era diretto lo sguardo di Zoro e arrossendo si alzò di scatto chiudendo le gambe e tirandosi giù con le mani la gonna per quanto poteva
"Maniaco!" disse fra i denti
"Sei stata tu a piovermi addosso!"
La ragazza rispose facendogli la lingua e da quel momento passarono lunghi istanti di silenzioso imbarazzo, ma poi Zoro si riprese pensando “Che mi prende? Uno come me ammutolito da un paio di mutandine? Non sono mica Sanji io!” quindi si girò verso di lei e disse
"Che fine hanno fatto gli altri?"
"Non lo so, pensavo foste insieme"
"No, da quando sono sceso dalla nave li ho persi. Con questa nebbia non si vede veramente niente"
Iniziarono a chiamare gli altri, ma nessuna risposta.
"Che facciamo?" chiese lei
"Sei tu la navigatrice"
"Spiritoso! Beh, sicuramente Rufy sarà andato alla ricerca di cibo, starà cacciando qualche animale, lo troveremo in giro per l’isola"
"Ma gli altri che fine avranno fatto?" chiese Zoro quasi a sè stesso  
"Non ne ho idea ma devono essere sull’isola per forza perché sulla nave eravamo rimasti solo io e Usop e ti posso assicurare che lui è sceso" disse Nami girandosi e sridacchiando tra sé.

Rufy continuava a cercare inutilmente animali da cacciare, ma niente
"Com’è possibile? E tu Usop vuoi scendere dalle mie spalle?"
"Rufy, lo sai che sono un pirata coraggioso"  disse Usop appiccicato alla schiena del pirata dal cappello di paglia
"ed è per questo che sto qui, per proteggerti le spalle!"
Era davvero un caso senza speranze!

Sanji continuava a camminare fumando, di tanto in tanto gli sembrava di vedere o sentire Nami, ma evidentemente era solo la sua immaginazione perché poi non la trovava mai.

Nami e Zoro stavano camminando da un po’, il panorama nebbioso intorno a loro non accennava a migliorare e quel silenzio, che diventava sempre più inquietante, ora era rotto solo dal suono dei loro passi e dalle (poche) parole che i due si scambiavano di tanto in tanto. Nami non sapeva come riuscire ad orientarsi: ovunque guardasse era solo nebbia, alberi, fogliame, rocce e pallidi contorni indefiniti di ciò che si trovava a più di un metro dai suoi occhi. Continuava a guardare cercando punti di riferimento finchè si trovò di fronte ad un volto
"AAAAAAAHHHHHHHHHH!" gridò saldando addosso a Zoro.
Lui l’afferrò con un braccio per proteggerla e con l’altro estrasse una delle sue spade.
Iniziò a ridere e indicando un pezzo di legno con qualche scarabocchio disse
"Non mi dire che è di quello che hai paura. Va bene che è brutto, ma mi sembra una reazione un po’ eccessiva la tua"
Nami si affacciò da dietro la spalla di Zoro e guardò nella direzione in cui lui puntava la spada: c’era una specie di scultura in legno raffigurante un volto, assomigliava agli scudi che usano certi popoli selvaggi.
Zoro continuava a sridacchiare, poi si accorse che Nami lo stava ancora abbracciando e imbarazzato, smise improvvisamente di ridere e si avvicinò a quell’oggetto per consegnarlo a lei.
A quel punto anche Nami si accorse di stringere ancora Zoro, si staccò da lui di scatto afferrando il pezzo di legno senza guardare lo spadaccino in faccia: tra la vergogna per essersi spaventata per niente e le continue figuracce che faceva saltandogli addosso iniziava veramente a sentirsi a disagio. Cercò di cacciare via quei pensieri stupidi e si concentrò su ciò che avevano trovato: l’oggetto era malconcio, ma era la prova che l’isola almeno in passato era stata abitata, ma perché nessuno ne sapeva niente?

Rimisero l’oggetto dove l’avevano trovato e ripartirono. Si vedeva sempre meno e iniziava a far freddo.  
"Sarebbe meglio tornare alla nave, ma temo di non saperci arrivare. Non ci saremmo dovuti allontanare" disse Nami sconsolata e un po’ impaurita.
"Al limite ci fermeremo a dormire da qualche parte e domani vedrai che la nebbia scenderà e così riusciremo a tornare alla nave e a trovare gli altri" la tranquillizzò Zoro.
Camminarono ancora un po’ poi si fermarono, doveva essere ormai notte perché non si vedeva più niente ormai.
Si accesero un fuoco e si sedettero appoggiandosi Zoro a un albero e Nami ad un altro. Lei si rannicchiava il più possibile cercando di scaldarsi e dopo poco lui le si avvicinò porgendole la sua maglia.
"E tu? Avrai freddo"
"Non preoccuparti per me. Sono forte io!" rispose lui con aria spavalda lasciandole la maglia e tornando a torso nudo verso il suo albero.
Nami fissava il fuoco e i pensieri le correvano per la testa in modo disordinato: come sarebbero riusciti a tornare alla nave? Perché non riuscivano a trovare gli altri? E cosa le stava succedendo? La presenza di Zoro le faceva provare strane sensazioni… sì, aveva avuto per lui una specie di cotta quando l’aveva conosciuto, se lo ricordava bene, ma ora erano solo amici. Tutte le ragazze prendevano cotte per lui, il bel tenebroso, appena lo conoscevano, era normale! Poi lei ci aveva convissuto e la cotta le era presto passata… facilitata dal fatto che lui chiaramente non la sopportava e in ogni caso era sempre così freddo e introverso… decisamente non il suo tipo! Però… la maglia che ora la riscaldava era dello stesso imperturbabile spadaccino… “Zoro, chi sei veramente?”
Con la coda dell’occhio lo guardò: stava cercando di non farlo vedere ma stava morendo dal freddo. Allora Nami gli si avvicinò e si mise a sedere accanto a lui
"Fa troppo freddo anche per te" e dicendo questo lo strinse in modo da potersi riscaldare a vicenda Non c’è niente di male in questo… è perché fa freddo pensò lei per cercare di far cessare i frenetici battiti del suo cuore.
Lui intanto taceva e fissava il vuoto.
Nami cercò di concentrarsi di nuovo sulla nave, sull’isola, su quello strano silenzio, ma non c’era niente da fare, la sua mente tornava sempre a Zoro. Perché? Non provo niente per lui, lo conosco troppo bene… forse…
Ma in fondo lei era una ragazza nel pieno della gioventù, conviveva da tempo su una nave in compagnia generalmente solo maschile, era normale pensare ai ragazzi. Invece nei suoi sogni c’erano solo mappe e cartine geografiche, e questo non era normale per una ragazza della sua età. Non era la prima volta che ci rifletteva, ma se proprio doveva scegliere tra i ragazzi, più che a Zoro pensava a Sanji: A volte sembra essere così innamorato! E’ così gentile e premuroso con me! E poi è solare, estroverso… e non dovrei neanche imparare a cucinare! Zoro era il contrario, l’unico pensiero che aveva per la testa erano le sue spade, era il tipico ragazzo di cui ci si innamora per finire poi a soffrire! Però poi a volte sembrava improvvisamente buono e dolce, come poco prima con la maglia Zoro, con questi atteggiamenti mi spiazzi! Si può sapere chi sei veramente?

...to be continued...

   
 
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