XII.
Come
infantile e povera
mi sembra ora la luce -
come grato e
benedetto
l'addio del giorno.
Di
notte il mare era una lunga trapunta nera, che sciabordava lenta e
forte sulla spiaggia. Ne vedeva ogni riflesso, la schiuma blu che
tratteneva nella risacca sabbia, involucri di plastica, conchiglie,
legni e lattine vuote. Stevan ci affondava le scarpe di vernice, le
mani in tasca, guardando davanti verso il niente, la città
alle spalle.
Era
strano il pensiero di piangere, di poter piangere, adesso che nel suo
corpo scorreva un potere da guerriero antico. Sapeva che presto
avrebbe rivestito un’armatura con cui confondersi nella notte,
che la sua ombra si sarebbe allargata, e che se il Signor Hades
gliel’avesse concesso avrebbe falciato tutte le vite che ora
brulicavano alle sue spalle, sino a lasciare la città vuota e
spenta come un teatro abbandonato. Per questo era strano, il pensiero
di piangere, che pungeva insistente mentre voltava pagine su pagine,
tanto piccole da poter rimanere ingabbiate nelle mani, che il vento
non le strappasse.
Ella
splendida incede, come notte
Di limpido immenso e cieli di
stelle,
E tutto il meglio di oscuro e di luce
Negli occhi e
nell'aspetto suo rifulge:
Dolce in quel tenero chiarore
Che il
cielo nega allo sfarzo del giorno.
Il
libro di Gheorghe – una raccolta vecchia e consunta di poesie
di quasi due secoli prima – era passato mesi prima alle sue
mani senza una spiegazione, dita di marmo che si chiudevano attorno
alle sue e uno sguardo impenetrabile da morto di cui non avrebbe mai
compreso l’espressione né il significato. Il sangue sui
bordi delle pagine era secco.
Avrebbe potuto buttarlo in mare
almeno cento volte, ma non lo fece mai. E alla fine non pianse
nemmeno.
“Non è strano, se ci pensi” scandì
poche ore dopo scrocchiando pigramente le dita, e distolse un attimo
lo sguardo dagli occhi della ragazza seduta di fronte a lui nella
penombra. Lo rialzò immediatamente e ritrovò il suo,
fisso e brillante. “Non dovevo diventare immortale. Non dovevo
diventare niente di più di ciò che sono.”
Sorrise,
placido, rilassandosi contro lo schienale della sedia. Distanziò
e riavvicinò il bicchiere di martini con due dita, pensieroso.
Inarcò le sopracciglia, comprensivo, al battito di ciglia di
lei.
“Te l’assicuro, sono umano quanto te. Mangio,
dormo. Provo desiderio. Ho voglia di piangere. Pensi che gli umani
non possano dispensare la morte in nome di Hades?”
Tese il
collo, gli occhi fissi nei suoi, scattando lento in avanti. Poté
avvertire il respiro di lei fermarsi, impercettibilmente, e poi
riprendere a sfiatare dalle labbra socchiuse. Le regalò un
altro sorriso, come a ringraziarla, e riprese a parlare:
“Non
è contraddittorio. Al contrario, è quanto più di
naturale possa essere. Il Signor Hades fa tutto questo per gli
uomini: non è giusto che siano gli uomini a servirlo?”
Per
la prima volta lei si riscosse, appena. Sillabò qualcosa,
sbattendo le palpebre, e riavviandosi distrattamente i capelli dietro
le orecchie: “Ah, io…”
Attese.
“Io…”
“Non
importa.”
Le sorrise, caldo, e si alzò, interrompendo
bruscamente il contatto visivo.
Lei si risvegliò, confusa,
e senza ricordo di quel che avevano appena detto.
“Scusami…”
farfugliò confusa.
“Non fa niente. Passa una buona
serata.”
Sulla
soglia del locale, il Maestro lo attendeva. Sorrideva come il
diavolo.
E il Master di Studi Vampirici continua...
beat:
È che il povero Aiacos appare tanto poco nella serie canonica
che poi la gente si sente in diritto di fargli più o meno
tutto quel che gli pare... in effetti è difficile, però
speriamo di fare un buon lavoro. E sì: anche Stevan è
un fanboy di Aiacos. Ferventissimo. Non vedo l'ora di avere per le
mani il fatidico incontro, infatti! XDAnche se Stevino tende a fare
il fanboy discreto, per me è una soddisfazioneh. u_u
Ruri:
Ti ringrazio, tesoro, parole bellissime. Alla faccia di non sapere
cosa dire, mi rincuori davvero e non so che dire io. Facciamo che ti
mando un bacione grande e ti prometto di più e sempre di più.
Giuro.
Kiki
May:
Io i cannoli li accetterei volentieri. Per il resto facciamo che
arrossisco, faccio la brava e pubblico ancora per sentire altri
complimenti perché a me i complimenti piacciono tanto. Per il
resto, per questa raccolta ci sto mettendo della cura e ogni volta
che scrivo sono il più attenta possibile, perciò sono
molto contenta che piaccia. Grazie di tutto.