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Autore: Gloom    20/12/2010    3 recensioni
Polverano è un tristissimo paesino, dimenticato tra le montagne abruzzesi, ed è anche la nuova casa di Angela: quindicenne abbattuta che vi si è traferita per seguire sua madre.
Polverano è anche la casa di Corrado e Raffaele: due gemelli, amici per la pelle, che saranno i primi ad accogliere Angela.
I tre diventeranno inseparabili... abbastanza per aiutare Angela a far pace con il suo passato, con suo padre e con un paio di conti in sospeso.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due paroline dall'autrice:

Infine, eccoci a noi. Ho postato gli ultimi capitoli praticamente uno dopo l'altro, come se fossi un chitarrista a conclusione di un bel live rock.
Spero che la storia sia stata apprezzata, anche se forse non mi sono ben regolata con la lunghezza... so che probabilmente 44 capitoli non invogliano alla lettura su un sito di fanfiction (e so anche che una cosa del genere non adrebbe scritta proprio alla fine dei suddetti 44 capitoli), ma che ci volete fare: mi è uscita così.
 Ora, siccome ne ho voglia e non ho nient'altro da fare (a parte studiare per un compito in classe di inglese previsto per domani, ma non studio inglese dall'inizio dell'anno ed è sempre andata benissimo così), voglio raccontare a quei quattro strafighi che mi hanno seguita fin qui tutto quello che c'è dietro Polvere dei Sognatori.

 In principio, c'ero io che volevo scrivere un romanzo. Avrò avuto dodici o tredici anni, e anche tanta fantasia. Dopo aver imbrattato non so quanta carta (carta vera, non computer), il risultato non mi soddisfaceva -e non mi soddisfa ancora.
 Poi, un paio di anni dopo, da neoquindicenne (lo dico come se ora fossi vecchia) mi è venuta l'ispirazione: tre amici, due lui e una lei, un paesino e qualche casino qua e là.
 Quanti cambiamenti che ci sono stati... originariamente Corrado e Raffaele avrebbero dovuto chiamarsi Thomas e Daniel (e ora non mi venite a dire che vi piacciono di più questi di nomi!) e Polverano sarebbe dovuto essere un posto chiamato Nuova Bly. Molto esotico, ma poi ho pensato che era anche molto inutile.
Però nel frattempo avevo già cominciato a scrivere...
 Ora viene la parte divertente: penso che si sia capito che sono una fiera abruzzese, abruzzese della conca Aquilana. Oltre la nostra conca c'è la Marsica: una piana che un tempo era bagnata da un lago, il lago del Fucino - che però hanno avuto la bella pensata di prosciugare.
Insomma, tutto questo per arrivare a dire che metà del mio sangue è Marsicano (ma è bene che non si sappia in giro... è un po' come la storia della rivalità tra Italia e Francia), e che, arrivata a più o meno il primo capitolo della storia vista da Raffaele, andai a trovare nonna a Pescina, proprio nella Marsica. (Pescina, il paese di Silone... quante volte sono andata eremita sulla sua tomba! No, non avevo proprio nient'altro da fare).
 Ed era proprio come Pescina che immaginavo "Nuova Bly": paesello sfigato, pieno di vecchi, inutile ma molto folkloristico.
 Ci è voluto poco da lì in poi: nomi più consoni, e qualche ritocco alla trama.

 Insomma, da dicembre a marzo ogni volta che tornavo a casa mi mettevo a scrivere, sul mio fidato pc vecchio stravecchio, e tutto scorreva per il meglio.

Ora c'è la parte ancora più divertente: siccome un tempo ero ancora più riservata di quanto sia ora, non volevo correre il rischio che un qualche parente, tipo -per fare un esempio- un certo fratello di mia conoscenza, incappasse in quella che definivo (e continuo a definire) "la storia". Sentite che ideona: salvavo la storia sul mio vecchio lettore mp3 e la facevo sparire dal computer. Che poi lo usavo solo io, non lo accendeva nessun altro, ma tant'è... non si è mai troppo sicuri. Poi, ogni volta che volevo scrivere, collegavo l'mp3 al computer, aggiornavo, salvavo e alla fine staccavo tutto di nuovo. Figo eh?
 
 Ok, sono quasi alla fine: mentre scrivevo Polvere dei Sognatori avevo 15 anni, abitavo a casa mia e tutto andava per il meglio (attenti, sto per cadere nel melodramma, quindi preparatevi e se volete evitare melasserie chiudete ora). Entro la fine di marzo, avevo appena scritto tutte quelle belle parole sulla montagna, sulla vita che è tutta una salita e che l'importante è salire ed andare avanti.
 Poi, beh, il resto è storia: c'è stato qualche problema da queste parti, e io mi sono ritrovata catapultata sulla costa, con una casa inagibile e un computer irrimediabilmente fuso.
 Sapete che, se non avessi salvato tutta la storia sull'mp3, a quest'ora non avrei avuto niente da pubblicare? E che forse non avrei scritto nient'altro? Beh, ora lo sapete. Comunque, l'mp3 è la prima cosa che ho arraffato quando, rapidissimamente, mi hanno fatto sgattaiolare in casa, qualche ora dopo che era accaduto il fatto a cui uno ormai pensa quando sente nominare L'Aquila.
 Figo, eh?

Non finisce qui: sulla costa le cose andavano relativamente bene, ma ovviamente io e la mia famiglia non avevamo la minima intenzione di restare lì. Insomma, volevamo quantomeno riavvicinarci all'Aquila. Anche se i lavori per rimettere a posto casa sarebbero durati molti molti molti mesi.
E' partita la caccia all'affitto (e tralascio gli atti di sciacallaggio, condensando tutti quegli strozzini con una parola: bastardi), ma non c'erano molte offerte allettanti.
 Lo volete sapere dove sono finita, pur di stare vicina a casa mia?
 Nella Marsica.
 Proprio da dove è cominciato tutto.
 E' quasi comico... figo, eh?

Ora abito ad Avezzano (e al popolo? Vabbò, ne ho voglia), ma all'Aquila frequento la mia scuola, i miei amici, e tutti insieme cerchiamo un po' di adattarci. 
Quesso è e quesso remane, si dice dalle nostre parti.
 Ci diamo da fare, cerchiamo di non lamentarci troppo e di tirare avanti fino a quando non potremo fare qualcosa di più concreto anche noi.
 Io continuo a scrivere: dopo Polvere dei Sognatori, l'unica storia scritta all'Aquila, sono venute I fratelli Glossa e L'Allegra Brigata, che ho finito di scrivere qualche settimana fa. Queste ultime storie mi piacciono molto di più di quella che avete appena finito di leggere, ma devo ancora decidere se pubblicarle.
 Nel frattempo, non penso di lasciare i miei pochi estimatori a mani vuote, ho un paio di progetti in mente.

A gennaio tornerò all'Aquila anche io: i lavori a casa stanno per finire.
Io ancora non ci credo... penso che, una volta tornata a casa, sarò la persona più felice della terra.
 Tutto sommato, rispetto a prima di tutto questo casino, ho rivalutato parecchie cose: per essere felice ora mi bastano una casa, la mia famiglia (a volte magari riusciremo ad essere uniti) e persone intorno a me che mi vogliano bene.

 Grazie a tutti quelli che hanno letto. Soprattutto a Miharu che, instancabile, ha recensito tutto il recensibile. E anche a Sirio, con i suoi commenti schietti e fulminei.
 E a tutti quelli che hanno la storia tra le seguite (beh, ora ci sarà poco da seguire!), o che hanno anche solo letto.
 Era esattamente quello in cui speravo.
 Grazie, grazie, grazie.

  Alla prossima!

  
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