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Autore: syssy5    16/01/2006    3 recensioni
Se Voldemort è l'erede di Serpeverde chi sono gli eredi delle altre case?? Forse sono già vissuti in tempi lontani?? E che significato ha il numero 7 per i maghi?? Un grande nemico sta per risvegliarsi, colui che può gestire il tempo a suo piacimento e richiamare i morti... e dopo secoli e secoli, l'ultimo dei cinque eredi governerà indisturbato sul mondo della magia in un regno di odio e terrore
NB: un grazie speciale a Sunny che mi ha prestato i suoi personaggi di BAWM (di cui sono fan) per questa mia fic; ritroveremo Dan, Jack, Julie e Simon alle prese con grandi pericoli e piccoli amori
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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nota alla lettura: le parti spostate a destra e a sinistra di una tabulazione sono citazioni prese dalla one-shot di Sunny "A WIZARD’S LIFE" che costituisce anche il mio prologo

The Heirs



Capitolo 3: Il club di Incantesimi

[...]

In effetti al club di Incantesimi c’era un bel po’ di gente, come aveva detto Julie. Simon, Matt e Sam entrando riconobbero un gruppetto di compagni di Tassorosso e li salutarono allegramente, ma a parte loro c’erano parecchi Corvonero e anche qualche Serpeverde.

[...]

“Chi è che dirige gli incontri?” chiese Matt a Nigel Pink, un ragazzetto magro e coi capelli corvini.

Quello storse la bocca. “Non lo so con precisione, ma mi pare che se ne occupa il prefetto di Corvonero, Jane Mellory.”

“E oggi come facciamo, allora?” esclamò Mark Devon-Durray, un Tassorosso alto e lentigginoso. “So che oggi c’è la riunione dei Prefetti coi Caposcuola, chi prende il suo posto?”

Simon si guardò un po’ in giro per farsi un’idea di chi poteva essere il sostituto…e finì per notare una ragazzina che ricordava vagamente allo Smistamento (ricordava molto poco di quella giornata, comunque); era una Corvonero del primo anno, con degli incredibili occhi color ghiaccio e i capelli neri lucenti corti fino alle orecchie. Era piuttosto carina, e sedeva su una delle sedie con un grosso libro aperto sulle gambe.

“Secondo voi la riunione si fa lo stesso?” chiese Sam, grattandosi con la manona un braccio.

In quel preciso momento si aprì la porta ed entrarono cinque ragazzi, cinque Serpeverde del secondo anno per la precisione, tutti con espressioni tronfie e alquanto arroganti. Immediatamente si capì che non potevano assolutamente essere brave persone, perché uno di loro – il più robusto – per passare diede uno spintone a una ragazzina del primo anno di Grifondoro, che finì a terra in malo modo. Simon osservò quello che stava davanti a tutti…e nel riconoscerlo si accigliò.

“Ma che simpatici.” Fece ironicamente Matt.

“Lo sapevo che era a Serpeverde…” borbottò Simon sottovoce.

“Chi?” gli chiese incuriosito Sam.

“Quello lì davanti si chiama Devon Collins, abita poco lontano da me.” Fece Simon, seguendo con lo sguardo il ragazzo spavaldo mentre si andava a piazzare nella parte centrale della stanza. “E’ un idiota. Suo padre è un pezzo grosso al Ministero e perciò se la crede tanto, ma mio padre dice che è solo un pallone gonfiato.”

“Bene bene.” Esordì Collins, guardando tutti con un sinistro sorrisetto. “Il prefetto oggi non c’è, e come studente migliore del gruppo lo sostituisco io.” Si levò un leggero mormorio in proposito. “Perciò vedete di rigare dritto o posso anche farvi sbattere fuori dal club.”

“Appunto.” Fece Simon sottovoce.

“Tutti mocciosi del primo anno, eh?” fece uno dei ragazzi che si accompagnava a Devon, e il ragazzo rise.

“Se dovete venire qui a rallentare le cose, badate che ci sono una miriade di altri club che fanno bene per voi.” Fece ancora Collins. “Tipo quello per imparare a pulire per bene i bagni.”

Il gruppetto di Serpeverde scoppiò in una risata sguaiata, mentre alcune ragazzine del primo anno di Tassorosso lasciarono la stanza indignate. Matt si accigliò e guardò i ragazzi come se avesse una gran voglia di prenderli a botte.

“Ehi, tu!” Devon Collins si avvicinò alla ragazzina che stava leggendo. “Non mi stavi ascoltando, per caso?”

Lei alzò gli occhi dal libro. “Ho capito che stavi dicendo. Sto aspettando che passi alla parte pratica.”

Collins inarcò un sopracciglio. “Sei una Corvonero, eh? Come ti chiami?”

“Melanie Mitchell.” Rispose brevemente lei.

“Beh, Mitchell…non mi piacciono quelli che mi danno fretta.” Con una fredda risatina le strappò il libro di mano.

“Ehi!” Melanie balzò in piedi. “Ridammelo!”

“No, non credo proprio.” Devon passò il libro a uno dei suoi amici. “Stavi disturbando la mia lezione. Non hai avuto rispetto per me. Credo proprio che per oggi te ne andrai fuori senza partecipare.”

Melanie mise le mani sui fianchi. “Sei solo un prepotente, e non mi puoi cacciare fuori. Non ne hai l’autorità.”

“Ah no, eh?” Collins fece un sorrisetto e chiamò il suo compagno robusto. “Tony, questa mocciosa pensa che non possiamo sbatterla fuori di qui. Tu che dici?” Il grosso ragazzo fece un passo avanti piuttosto minacciosamente, e Melanie ne fece uno indietro.

Quando è troppo è troppo. “Perché non te la prendi con qualcuno della tua taglia?”

Tutti i presenti si voltarono a guardare il ragazzino che aveva parlato – Simon. Sam lo fissò con gli occhi sbarrati, quasi come a voler capire come gli era saltato in testa di intromettersi, ma Simon non si lasciò scuotere. Anzi, incrociò le braccia sul petto e guardò con aria torva il gruppetto di bulli. Melanie Mitchell lo guardò con un misto di sorpresa e ammirazione. Devon Collins, invece, nel vederlo fece un sorrisetto odioso e gelido.

“Ma guarda chi c’è qui.” Avanzò verso di lui, mentre gli altri ragazzi si allontanavano per lasciargli spazio. “Weasley, incredibile…sei da solo? Non ci sono tuo padre e tuo fratello ad asciugarti il naso? E che sarà successo mai?” il gruppo di Serpeverde si diede a un’altra risata, ma Simon non si scompose neanche. Continuò a fulminare con lo sguardo il prepotente ragazzo. “Che cosa ci fai qui, piccoletto? Sei venuto a rompere? Alza i tacchi, questo non è posto per te.”

“Nemmeno per te.” Sibilò Simon. “Restituiscile subito il suo libro e lasciaci in pace.”

“Ooh, il moccioso viene qui a fare l’eroe.” Devon fece una sgradevole smorfia ironica. “Tornatene dai tuoi genitori, nanerottolo. Tanto di questo club non farai mai parte, non finchè ci sono anch’io.”

“Allora è molto più semplice di come pensi.” Simon curvò le labbra in un sorrisetto. “Muovi le chiappe e levati di torno, Collins.”

Sentendo alcuni dei più giovani – tra cui Matt più degli altri – incoraggiare vivacemente Simon, Collins fece un passo avanti e lo spinse bruscamente e con forza. Simon finì addosso a Sam, che col suo pancione gli impedì di cadere e lo aiutò a rimettersi subito in piedi, ma Simon scattò in avanti con rabbia e sfoderò la bacchetta minacciosamente. A quel gesto si levarono alcuni “oh!” e molti ragazzi arretrarono.

“E quella dovrebbe spaventarmi, Weasley?” Collins rise. “Sai a malapena come far levitare gli oggetti!”

“Conosco molti più incantesimi di te.” Ruggì Simon.

Collins fece un sorrisetto maligno e sfoderò la sua bacchetta. “Te la sei proprio cercata, moccioso.” Tutti gli altri ragazzi si fecero indietro. “E chi ti difenderà stavolta, o hai già chiesto a tuo fratello di venire a prenderti all’uscita?”

Il tipico temperamento Weasley prese il sopravvento, e Simon senza aggiungere altro gli puntò la bacchetta contro e urlò “Tarantallegra!”

Devon Collins cominciò a saltellare involontariamente assumendo le pose più buffe, e molti ragazzi scoppiarono a ridere forte nel vederlo in quelle posizioni ridicole. Il ragazzo ringhiò di rabbia e sempre agitandosi a più non posso riuscì a puntare dritto la bacchetta e urlare “Reflego!”

Simon si vide piombare addosso l’incantesimo e non ebbe il tempo per evitarlo: un secondo dopo sentì le gambe diventargli pesantissime e crollò sulle ginocchia, evitando di sbattere la faccia per terra solo perché puntò le mani.

Uno degli amici di Collins lo liberò dall’incantesimo di Simon pronunciando “Finite Incantatem” e quello finalmente smise di agitarsi, ma molti ragazzi protestarono – Matt in testa a tutti – che non era una mossa leale. Per tutta risposta Collins si avvicinò a Simon, che non riusciva ad alzarsi dalla posizione a quattro zampe in cui era finito, e gli puntò la bacchetta contro. Ma prima che potesse scagliargli qualche incantesimo, Simon lo afferrò per la caviglia e tirò con forza, facendolo cadere a terra di netto. Altri strilli di incoraggiamento accompagnarono il duello, mentre Simon mormorava il controincantesimo e si rimetteva in piedi.

“Mi hai stancato!” urlò Devon Collins, rialzandosi con rabbia e puntandogli la bacchetta contro proprio mentre lo faceva anche Simon.

“Aereria!”

“Repello!”

Simon non riuscì a vedere se il suo incantesimo era andato a segno – una zaffata di vento lo colse alla sprovvista e lo fece sbattere con violenza con una tempia contro uno dei banchi dietro di lui, e tutto si fece nero.


“Qualcuno chiami Madama Shirley, presto!”

“Idiota, così finisce nei guai!”

“Aspetta, aspetta! Sta aprendo gli occhi!”

“Volete farvi un po’ più indietro, accidenti?! Lasciatelo respirare!”

“Ci sei, Simon? Riesci a sentirmi?”

Simon aprì gli occhi con difficoltà, avvertendo subito un gran mal di testa e un bruciore alla fronte. Quando riuscì a mettere a fuoco forme e colori realizzò di stare steso a terra e riconobbe il faccione preoccupato di Sam e quello di Matt, che erano in ginocchio accanto a lui, ma praticamente c’era tutto il club che lo guardava dall’alto; alcuni avevano l’aria preoccupata, altri sembravano al settimo cielo.

“Sei ancora tutto intero, amico?” chiese premurosamente Sam.

Simon si toccò la fronte dove gli bruciava e si trovò le dita sporche di sangue, il che non gli fece assolutamente piacere. “…ma che…”

“Sei stato grande, Simon!” esclamò entusiasta Matt, smanettando per l’emozione. “Hai centrato in pieno Collins!”

“L’ho preso?”

“E sei stato mitico!” fece Nigel da dietro.

“Ha cominciato a fare rutti a più non posso e a sussultare, non riusciva più nemmeno a parlare!” Matt se la rideva di gusto. “Lui e i suoi leccapiedi se ne sono usciti di corsa, non riuscivano nemmeno a farlo camminare dritto.”

“Ehi Weasley, chi ti ha insegnato quella forza di incantesimo?” fece un ragazzo alto del secondo anno.

Simon fece un sorrisetto stanco. “Mio fratello.”

“Sei stato il massimo!” fece un altro ragazzo.

Sam aiutò Simon a mettersi seduto mentre ancora si levavano strillini allegri e gioiosi. Matt gli passò una mano davanti al viso un paio di volte, ma notò che Simon aveva l’aria un po’ stralunata e ridacchiò. “Sarà meglio se ti portiamo da Madama Shirley. Le dirai che sei caduto per le scale. Dai, andiamo.”

Simon si lasciò aiutare da Sam a rimettersi sulle sue gambe e accolse volentieri l’idea di Matt di passargli un braccio attorno al collo per farsi aiutare a camminare: non si sentiva molto stabile, girava un po’ tutta la stanza.

“Mi raccomando, qua dentro non è successo mai niente!” disse ad alta voce una ragazza più grande, e tutti concordarono tacitamente, anche se in parecchi si congratularono ancora con Simon mentre lui, Matt e Sam si avviavano alla porta.

“Si, credo proprio che seguiremo questo club.” Disse allegro Matt mentre Sam apriva la porta per farli uscire.

“Aspettate!” la ragazzina coi capelli neri e gli occhi grigi, Melanie Mitchell, li rincorse e si fermò a un passo da loro. Si schiarì la voce e fece un sorrisetto timido. “Ehm…io volevo…ecco…insomma, grazie.” Disse a Simon, arrossendo visibilmente.

Simon fece un sorriso stralunato. “Ma ti pare.”

“Comunque io sono Melanie.” Disse ancora lei, ciondolandosi sui piedi. “Mel per gli amici.”

“Simon, tanto piacere.” Simon tese la mano ma dal momento che gli girava la testa a momenti le centrava un occhio, e Matt ridacchiò abbassandogliela all’altezza normale.

Lei sorrise radiosa e gliela strinse. “Allora…ci vediamo qui tutti i lunedì e i mercoledì, giusto?”

Simon annuì e per qualche strano motivo non gli dispiacque nemmeno un po’ l’idea. Matt lo scosse. “Andiamo?”

Melanie li salutò con la mano e Sam chiuse la porta alle loro spalle, e Matt finalmente si lasciò andare a un fischio soddisfatto. “Wow! Come inizio è stato fantastico! Sapete, l’inizio di una cosa è la parte più importante, se fai una bella impressione poi tutto fila per il meglio.”

“Già, però sono io che mi sono rotto la testa.” Brontolò Simon, anche se non era affatto deluso.

“E sei anche il nuovo eroe del club. Vedi, volevi che non ti vedessero solo come il fratello di Jack e ora sei ‘Super Rutto Simon’, il che non è poco.” Replicò Matt, aiutandolo a camminare. [...]

(tratto da “A WIZARD’S LIFE” di Sunny)


Una volta raggiunta la sala comune, Matt e Sam entrarono accompagnando Simon; il fratello, che si trovava come al solito circondato dai suoi amici, balzò subito in piedi e corse da lui.

“Cosa gli è successo?” chiese.

“Ecco... eravamo giù al club...” aveva iniziato Sam, ma Simon lo interruppe:

“Ho dato una lezione a un paio di sbruffoni, niente di grave Jack... Devon Collins!”

“Devon Collins?!?”

“Sì, ma anche lui non è certo stato a guardare... si è difeso, ma non abbastanza.”

“Fammi dare un'occhiata...” si era avvicinata anche Amelia “Mmh, curum!” e in un batter d'occhio, la ferita di Simon fu guarita.


Nel giro di poco tempo la notizia aveva già fatto il giro della sala comune e al ritorno di Julie, il chiasso che doveva esserci era tale che dovette lanciare più volte alcune scintille rosse per attirare l'attenzione.

“Grazie di avermi finalmente notata!” disse con una nota un po' arrabbiata nella voce “Fareste meglio a fare meno baccano, vi si sente a tre piani di differenza... a meno che non vogliate farvi togliere 50 punti a testa dalla McCork!”

Improvvisamente un leggero brusio sostituì il gran vociare di un attimo prima.

“Vedi Julie,” s'intromise Dan “é per via di quello che ha fatto Simon...”

“E cos'avrebbe fatto, di grazia?”

“Ha sfidato Devon Collins e l'ha messo al tappeto!”

“Non avresti dovuto farlo Simon!” replicò rivolta al cugino.

“Certo, allora avrei dovuto lasciargli maltrattare una ragazza? Andiamo Jay, anche tu avresti fatto lo stesso al mio posto!”

“Ma non era meglio chiamare un insegnante?”

“Forse... è solo che Collins stava approfittando dell'assenza del prefetto Mellory e io non ci ho visto più...”

“Vabbè, finiamola qui... ma non sfidare più nessun altro; se ti becca un prefetto, o peggio, un insegnante, rischi grosso, caro il mio cugino...”

“Stai tranquilla, non credo che Collins ci riproverà molto presto...”

* * *

Ultimo cap "puzzle"; lo so, qui non c'è molto di mio, ma volevo finire di mettere gli ultimi spezzoni principali della one-shot di Sunny per potermi dedicare completamente alla storia principale... da ora in poi niente più copia e incolla dalla fic di Sunny!! molto presto sentiremo parlare degli eredi... ricordate che il prologo e alcuni pezzi della fic appartengono alla one-shot di Sunny; un grazie a tutti coloro che recensiscono e anche a chi legge e basta, ricordando loro che un commento non costa nulla ma vale molto...

   
 
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