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Autore: eleanor89    22/04/2011    10 recensioni
Gli amici di Cedric affronteranno l'ultimo anno di spensieratezza rimasto agli studenti di Hogwarts prima della guerra e dei Carrow, ma riusciranno comunque a mettersi nei guai in modi che non avevano neppure immaginato. Seguiteli tra strane pozioni, coppie neonate, incontri dettati dal destino e aggiunte inaspettate al loro già sgangherato gruppo!
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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Okay, per quanto riguarda Megan e le lezioni, ho sempre pensato che dopo i GUFO l’impostazione fosse un po’ a livello universitario, cioè la presenza è molto richiesta ma non obbligatoria. Hermione segue tutto perché Hermione avrebbe volentieri seguito anche classi in più e vuole essere perfetta, ma Harry e Ron non hanno più finito il settimo anno e lavorano come Auror… Certo, Harry è il Ragazzo Sopravvissuto, ma Ron e gli altri? Penso si possa studiare e dare i MAGO privatamente al Ministero, così come se un adulto avesse bisogno di cambiare lavoro e quel lavoro richiedesse, per esempio, Aritmanzia, dubito che lo farebbero tornare a Hogwarts ma probabilmente ci sarebbe una commissione a parte, oppure dovrebbe dare l’esame da esterno dopo aver studiato per conto proprio. Inoltre Megan è perfetta in Pozioni, unica materia che le piace e in cui riesce bene, tra l’altro, ed è il capo del club, quindi sta in un certo senso solo seguendo un programma più avanzato.

Demonologia è la mia traduzione della materia Ghoul studies, esistono anche Art studies, music studies, un coro… c’è anche sulla wikipedia inglese, immagino siano informazioni date dalla Rowling.

Vi lascio al capitolo.

 

Capitolo 2

 

Quando Megan sentì la porta aprirsi si precipitò al piano di sotto, curiosa di conoscere la famosa Jane di cui i nonni avevano sempre parlato, l'amica di sua madre.

Vide subito una donna salutare suo padre, e dietro di lei un uomo e un ragazzo: Anthony Goldstein. Non le stava né simpatico né antipatico, non l'aveva mai veramente calcolato, tutto ciò che sapeva di lui era che le rivolgeva la parola quando aveva bisogno di qualcosa e che era molto educato.

E ovviamente che era nel gruppo di difesa segreto di Potter, l'esercito di Dumbledore o quel che era.

Poi guardò Jane: erano passati praticamente quattordici anni dallo scatto dell’ultima foto che la ritraeva con sua madre ma non era cambiata molto: stesso viso rotondo e stessi capelli castani, lucidi come se fosse appena uscita dalla parrucchiera e con qualche riflesso biondo, stessi occhi nocciola e stesso sorriso.  Le uniche differenze erano che aveva messo su un po' di peso, non vestiva più come una strega appena uscita da una rivista di moda, e, quando si avvicinò per baciarle le guance, Megan notò che aveva anche già qualche piccola ruga d'espressione; con una stretta al cuore pensò a sua madre: chissà se lei ne avrebbe avuto, se sarebbe ingrassata o rimasta esile, se sarebbe cambiata o meno col passare degli anni.

«La mia figlioccia.» sussurrò Jane, abbracciandola, «È un piacere vederti finalmente da vicino. Sei tutta tua madre. Beh, quasi.» aggiunse con un sorriso, lasciandola andare del tutto, «Hai gli occhi di tuo padre. E la sua carnagione. Oh, e un caratterino niente male, a quel che Anthony mi ha detto.»

Megan spostò lo sguardo su Anthony, che la salutò con un cenno del capo, e poi notò che c'era anche una bambina con loro, di non più di sette o otto anni, con corti capelli neri legati in due codette. Si accorse anche che, a parte Jane, tutti avevano gli occhi neri e che i due figli somigliavano molto al padre, un bell'uomo che le porse la mano e le sorrise con simpatia.

«Carlton Goldstein, molto piacere di rivederti. Immagino che tu non ti ricordi di noi.»

«No, mi spiace.»

«Ma venite, Carl, Jane, avrete di sicuro tanto da raccontarci!» li invitò sua nonna, «Mary Claire, ho una sorpresina per te... Megan, tu e Anthony andate a giocare di sopra, la cena sarà pronta tra mezz'ora!»

«Sì, andiamo a giocare, Anthony.» disse lei ironica, e il ragazzo le rivolse un sorriso divertito.

«Hai le costruzioni? Ti avverto che sono imbattibile. Almeno finché i mattoncini non cominciano a diventare troppo polemici.»

«Diventa uno stress quando stanno lì a correggerti, vero?» convenne lei, facendogli strada, «Così… ho un “bel caratterino”?»

«Ammetterai che le poche volte che ti ho sentito parlare stavi raccontando di sogni in cui massacravi persone, a divinazione, o ce l'avevi sempre e comunque con qualcuno.» ribatté lui, evitando di nominare le volte in cui si era fatta notare per i suoi pianti all'inizio dell'anno seguente, «Non che sia negativo, mi piacciono le persone che si fanno valere.»

Megan gli lanciò un'occhiata, «Anche a me. Ecco la mia stanza. Non fare come se fossi a casa tua.»

«Non ne avevo intenzione.» sorrise Anthony, che poi le fece cenno di entrare per prima. Quando furono dentro lui si guardò attorno, «Bei poster. Holyheads come tua cugina, vero?»

«Già, che squadra tifi?» domandò sospettosamente.

«Ammetto di non essere molto esperto di Quidditch. Non sono un fan delle scope.»

Megan si lanciò a sedere sul letto, indicandogli la poltrona girevole davanti alla scrivania, «Prego.  Non sei un bravo volatore?»

«Sono un pessimo volatore. Mi terrorizza l'idea di lasciare il terreno.» ammise lui candidamente, «Tu, d'altro canto, sei famosa per il contrario. Battitrice, no? Qualche volta ho visto delle partite a scuola, ricordo che eri... piuttosto presa?» azzardò.

Megan annuì con determinazione: «Do il massimo… non c'è gusto se non ci si mette l'anima.»

«L'anima e la ferocia.» precisò lui, divertito, «Credo che solo i Gryffindor non si preoccupino di giocare contro di te.»

«Non mi sarei mai messa a uccidere Gryffindor con i bolidi, avrei potuto rovinare i gemelli.» replicò lei scandalizzata, «Mentre delle altre case non m’importa di nessun giocatore. E se non si è brutali non si va da nessuna parte!»

Anthony represse un ghigno: «Avrei giurato che questo fosse il tuo pensiero. Quindi vuoi fare la giocatrice di Quidditch professionista?»

«Non lo so. Certo, se mi prendessero le Holyheads Arpies andrei volentieri, ma ne dubito. Intanto penso di provare con l'esorcizzatrice.»

«Violento e pericoloso. Sicura di non aver pagato il Cappello Parlante? Mi suoni piuttosto Gryffindor.»

«Tu invece sei un sano e pacato Ravenclaw, eh?»

«Ci provo.» fece spallucce lui.

«E anche cavaliere.» aggiunse, indicandogli la porta con un cenno della testa.

«Sono stato cresciuto con l'idea che bisogna essere sempre cavallereschi. Nonostante io sia certo che tu potresti uccidermi in duello anche senza bacchette, ti aprirò rispettosamente la porta se ciò non sarà un problema per te.» disse Anthony in tono serio, ma poi sorrise divertito, «È più forte di me. Susan mi prende parecchio in giro per questo.»

Megan stava già ridendo per la premessa e annuì, «Non ne dubito, penso ti prenderò in giro anche io, damerino. Anzi, principino. Forse dovrei presentarti la nostra principessa.»

Lui la guardò incuriosito.

«Lascia stare, pensavo a Sally-Anne. Perks.» specificò lei, e Anthony si guardò per un momento attorno, prendendo tempo.

«Diciamo che ho già avuto il... piacere di parlarci.» disse lentamente, e Megan lo fissò, «Anche se devo ammettere che ho perso un po' della mia cosiddetta galanteria già alla sua prima provocazione. Di solito non succede, reggo bene e cerco di fare ironia solo coi ragazzi che conosco bene, non certo con le ragazze semi-sconosciute, ma non sono riuscito a trattenermi.»

«Oh, la principessa fa sbroccare chiunque.» lo consolò lei con un gesto della mano, prima di illuminarsi, «Aspetta, aspetta, aspetta, che le hai detto?»

Anthony scosse la testa, «Lascia stare. Conoscendola, almeno per quel che ne so, assisterai a qualche replica a scuola. Non che mi sia pentito, mi spiace perché è una ragazza ma non ci posso fare comunque nulla. Oltretutto mi diverte alquanto, devo ammetterlo.»

«Ti diverte? Farla arrabbiare?» ridacchiò Megan.

«Stuzzicare le persone che si infiammano subito.»

«Oddio, un altro Wayne.» sghignazzò lei, «Ecco chi ti dovrei presentare, siete uguali in questo. E hai pure maltrattato Sally-Anne, ma dove ti eri nascosto?»

«Non conosco nessun Wayne... per quanto riguarda Sally-Anne, non sarebbe una tua amica?»

«E con questo?» domandò lei, sorpresa, «Non ti aspetterai che mi metta a difenderla? Sono sicura che si meritava qualunque cosa tu le abbia detto, e sarà divertente vederla con le penne arruffate una volta tanto. Non mi stupirei se il suo patronus fosse un pavone.»

Anthony la guardò a bocca aperta, poi scoppiò a ridere: «Peccato non avere ragazze come te a Ravenclaw!»

«Spero sia un commento amichevole e non una battuta da rimorchio, grazie a Stebbins non le riconosco più.» lo ammonì lei, «Wayne è il mio ragazzo ed è al nostro anno da quest'anno perché è ripetente.»

«Tranquilla, non era assolutamente una frase da rimorchio!» la rassicurò continuando a ridere, «Ma “ripetente”?»

«Mi ha dato ripetizioni, hai visto com'ero l'anno scorso, non fare finta di nulla... e ha fatto passare l'anno a me perdendolo lui.»

Anthony si fece serio: «Già, mi dispiace, a proposito. Anche se non vale molto. E capisco per Wayne, dev'essere una persona davvero gentile, nonostante l'irritante abitudine di provocare gli irascibili.» aggiunse con leggerezza. Megan sogghignò.

«Solo me, provoca solo me. Sally-Anne la lasciamo a te. Ma come mai è riuscita a farti innervosire?»

«In realtà non ha fatto molto... ma stava uscendo col mio migliore amico e l'ha mollato come se niente fosse... E Terry ovviamente ci è rimasto parecchio male. In più non ho mai apprezzato... quel tipo di ragazza, perciò l'ho accusata di non aver cuore, cosa esagerata da parte mia.»

Megan annuì, incrociando le gambe sul letto, «In effetti, per quanto mi scocci ammetterlo, Sally-Anne mi ha ospitata a casa sua senza che le chiedessi niente, ha ospitato persino Michael, che odiava, e tutto questo solo per darci una mano dopo... l'anno scorso, a Natale. Ci ha ospitato allora. E anche dopo ogni tanto ha fatto... gesti gentili sempre col solito atteggiamento da arpia, per cui ci siamo accorti solo dopo di quanto in effetti cercasse di farci stare meglio. È una persona strana.»

Anthony la ascoltava con il mento poggiato su una mano, concentrato.

«Interessante.» disse infine.

Megan inarcò le sopracciglia, «Quando è un Ravenclaw a dirlo, c'è di che preoccuparsi.»

«In effetti tendiamo a studiare chi e cosa ci sembri tale.» convenne lui, «Potresti non riferirle questo particolare?»

«D'accordo, sarà divertente.» disse subito lei, «Ma com'è che allora me l'hai detto? Voi intelligentoni dovreste sapere cosa tenervi per voi.»

Anthony le rivolse un sorriso strano, «Non prendermi per un maniaco, se te lo dico, ma... sto pensando che se le cose fossero andate come dovevano, se tua madre fosse viva... noi due probabilmente saremmo come fratelli ora. Cresciuti assieme, vicini di casa, sempre l'uno a casa dell'altra... Bada bene, non ci sto provando. Sei molto carina ma non ti conosco. Voglio solo dire che... si supponeva che fosse così, sarebbe dovuto essere così.» disse, indicando loro due e la stanza, «E non lo è, e solitamente non sono così irrazionale da farmi guidare dalla suggestione, ma considerato che stiamo solo parlando da qualche minuto e mi sento già perfettamente a mio agio, oltre che divertito, mi viene spontaneo comportarmi come se davvero fossimo stati amici per tutto questo tempo. Ha senso per te?»

Megan lo guardò affascinata; «Non mi era venuto in mente! Certo che ha senso!» approvò sinceramente, «Tra l'altro vale anche per me. Il che è strano. Neanche tu sei il mio tipo. Oddio, sei bello e tutto quanto, ma sono presa da Wayne.»

Anthony rise, «Non amo nessuno, ma grazie del complimento, ricambio.»

«Grazie. Comunque, intendevo dire, adesso che me lo fai notare in effetti, queste pareti dovrebbero essere piene di foto nostre e noi dovremmo chiamarci per nome e non per cognome... è un peccato.» disse infine, alzandosi in piedi e gironzolando per la stanza, guardando le foto sue e dei suoi amici appese ai muri, scattate quasi tutte a tradimento perché si era sempre rifiutata di mettersi in posa, «Sai, penso saresti stato un buon fratello per me. Maggiore o minore che sia.»

«Maggiore, penso, sono nato il due settembre.»

«Maggiore allora.»

«Beh, penso che saresti stata una sorella divertente.» convenne lui, «Posso chiamarti Megan?»

«Ma sì, io ti chiamerò Anthony. Anche se è un nome piuttosto lungo.» considerò contrariata.

«Ti chiedo scusa?» rise lui, «A scuola mi presenterai questo Wayne. E io ti presenterò Kevin, ti piacerà.»

«Non è quel tuo compagno di casa che se ne frega dello studio? Sembra divertente!» approvò lei.

Poi sentirono Leonard chiamarli e Anthony balzò in piedi.

«Sai, i tuoi nonni a volte sono venuti a casa mia, ma non sapevo che tuo padre fosse il mio padrino.»

«Mio padre è il tuo padrino?»

Anthony la guardò e poi si strinse nelle spalle, «Sarà una serata piena di sorprese, eh?»

 

«Quindi Anthony Goldstein è praticamente un... cugino acquisito?» domandò Rent, riempendosi poi la bocca con gamberetti fritti.

«È colazione.» gemette Walter, inorridendo, «Ma da dove li hai presi?»

«Dal mio frigo, gli avanzi di ieri notte.» rispose per lui Jack, «Se li è portati dietro.»

«Sono in crescita!» ribatté Rent a bocca piena.

Gli altri risero, tutti seduti intorno ai tavoli di legno del parco in cui stavano facendo colazione. Mancavano solo Sally-Anne e Michael all'appello.

«Come ti è sembrato?» domandò Susan, «A me piace molto!»

«Stephen!» fece Quill, allarmato, dandogli pacche sulla schiena mentre l'amico cominciava a tossire e quasi soffocava.

«Tutto bene?» domandò Wayne, porgendogli dell'acqua.

«Sì, certo. Anche se odio essere qui! Avete idea di quanti insetti potenzialmente portatori di malattie mortali ci sono!» protestò lui, lanciando un'occhiata di fuoco a Susan per un momento.

«Comunque...» riprese Megan, ignorandolo, «Mi piace molto.»

Justin si schiarì la gola teatralmente, indicandole Wayne.

Wayne lo guardò sorpreso; «Cosa? Oh! Ehi, devo essere geloso?» domandò poi a Megan, che scosse subito la testa.

«No!»

«Okay.»

«Spero che quando avrò il ragazzo sarà così anche per me.» commentò Georgia, che da parte sua mangiava un gelato. Charlotte annuì.

«Se ci fosse motivo per essere geloso lei me lo direbbe. Ridendo.» precisò Wayne.

«Anche questo è vero.» convenne Walter.

«Non che non sia un bel ragazzo.» aggiunse Megan, e Wayne la guardò storto, «Anzi. Ed è anche galante... voglio dire, non pomposo come Ernie.»

Ernie allargò le braccia, come a dire “sono qui”, e gli altri risero.

«Intendo in modo piacevole. Ma non... non è quello. È più come... ve lo immaginate come sarebbe scoprire di avere un fratello e andare a conoscerlo? Il che è un esempio orribile.» aggiunse, coprendosi gli occhi mentre gli altri guardavano Walter e Wayne e non sapevano se ridere o meno.

Walter risolse per loro, ridendo ad alta voce mentre Wayne le dava qualche pacca sulla spalla.

«Beh, comunque.» Megan si schiarì la gola, «È come aver ritrovato il gemello separato alla culla, quello con cui si supponeva crescessi assieme. Mi ci sono trovata subito bene. E non in modo malizioso. In più ha zittito Sally-Anne.»

«COSA?» fecero tutti.

Wayne si lasciò cadere contro lo schienale della sedia di legno che aveva trasfigurato per sé, fresco dei suoi diciassette anni e della possibilità di usare la magia fuori da scuola, «Ecco perché. E io che pensavo già a chissà quale connessione data dal destino...»

«Credo che Anthony sarà un buon avversario per lei, se hanno deciso di scontrarsi.» considerò Hannah, «Anche durante le riunioni non si faceva zittire mai da nessuno, Zacharias Smith lo odiava.»

«Ma tutti odiano Zacharias Smith, quindi non conta.» replicò Georgia con decisione.

«Wayne, pensa che quest'anno ce l'avrai in camera.» sghignazzò Megan.

«Grazie per avermelo ricordato.» borbottò lui.

«Scommetto che protesterà perché siamo troppi in camera.» commentò Justin.

«Ciao a tutti.» salutò Sally-Anne, raggiungendoli con aria altera.

«Tuo fratello è ripartito?» domandò Georgia, facendole posto.

«Stamattina, mi ha dato giusto un passaggio. Credo voglia fare un giro in Romania, non ho idea del perché.» sospirò lei, «Novità?»

«Megan si è fatta un nuovo amico!» esclamò Jack, entusiasta, e tutti cercarono di non ridere o perlomeno di non farlo in modo troppo visibile.

Sally aggrottò la fronte, «Chi potrebbe mai voler essere tuo amico?»

«Anthony Goldstein.» rispose Megan dolcemente e lei si irrigidì.

«Quel cretino?» sibilò, punta sul vivo, e poi trasalì portandosi una mano alle labbra, «Maledizione, mi stai contagiando! Guarda come mi fai parlare! E non c'è niente da ridere!»

«Scommetto che quest'anno ti siederai più spesso al nostro tavolo, nanetta.» commentò Rent, dando un pizzico a Charlotte, che strillò e gli versò un bicchiere di succo di frutta in testa.

Tutti scoppiarono a ridere forte, stavolta anche Sally-Anne, e non sentirono il rumore della materializzazione; così, molti di loro sussultarono trovandosi Michael davanti.

«Sei in ritardo!» urlò Rent, indicandolo.

«Cos'è quella faccia da demente?» domandò Megan, notando il suo sorriso raggiante.

«Ragazzi, pensavo di aspettare a darvi la notizia, ho aspettato mesi prima di parlarvene, ma non ce la faccio più, perché da ieri sera la mia vita è cambiata!»

«Da ieri o da mesi?» domandò Georgia perplessa.

«È iniziato mesi fa ma è ieri che la cosa è diventata ufficiale!»

«Ma dai.» disse Wayne con indifferenza, prendendo il succo di zucca da tavola.

«Ti hanno comprato un cervello?» domandò Sally-Anne.

«Ti hanno comprato la virilità?» azzardò Megan.

«Ti sei finalmente preso una casa per conto tuo come volevi?» tentò Walter, più serio.

«E con quali soldi?» sbottò Rent.

«Ho parlato con mio padre.» spiegò Michael frettolosamente, «Sono rientrato a prendere le mie ultime cose da casa, una sera, mia madre mi ha anche aggredito tra l'altro, ma prima di questo mio padre mi ha detto che ha sempre depositato soldi per me in una camera alla Gringott e che sono libero di disporne, quindi volendo di case me ne compro due. Ma non è questa la notizia splendida e meravigliosa!»

«Grazie per non averci detto di tuo padre.» disse Georgia, ma sorrideva, «Dai, dicci!»

«Rendici partecipi.» convenne Ernie e Justin rise.

«Vedi che sei pomposo ogni tanto?»

«Ogni tanto?» fece Megan.

«Michael?» sospirò Stephen.

«Mi sono fidanzato! Nel vero senso della parola!»

 

 

 

 

 

 

 

 

Vi voglio bene? Oh, so che mi volete morta comunque. In ogni caso fidatemi di me, so cosa scrivo.

O forse no XD

 

   
 
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