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Autore: HachiXHikaru    11/07/2011    4 recensioni
L’Acqua e il Fuoco sono due elementi opposti.
Il Fuoco è rosso, l’Acqua è azzurra.
L’Acqua genera la vita, il Fuoco la distrugge.
Il Fuoco crea gli incendi, l’Acqua li spegne.
L’Acqua e il Fuoco non potrebbero mai convivere in armonia, sono troppo diversi.
Ma che succederebbe se il Fuoco si innamorasse dell’Acqua?
Se i due elementi entrassero in contatto uno sopraffarebbe l’altro.
Ma che succederebbe se entrassero in armonia?
Si verrebbe a creare qualcosa di nuovo, qualcosa di magico e potente.

Ma Fuoco e Acqua potrebbero mai entrare in armonia?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katara, Quasi tutti, Zuko
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 E siamo alla fine... Ringrazio di cuore tutti quanti, spero che questo ultimo capitolo non vi deluda^^



10. “Save me”

Katara aprì lentamente gli occhi, sperando che quello che era successo la sera prima fosse stato soltanto un brutto sogno. Sfortunatamente per lei era tutto reale. Si mise a sedere sul letto e cominciò a guardarsi intorno, cercando di scorgere la ragazza dai capelli neri, ma in quella stanza vuota c’era solo lei. Mentre pensava ad un modo per scappare, dato che non l’aveva neanche legata, la porta si aprì e Azula entrò dandole il buongiorno; Katara sbuffò volgendo lo sguardo altrove.

-Non fare la scontrosa, giovane dominatrice dell’acqua, io ti sono amica…-

La guardò male e quella rise.

-So che è difficile da credere, ma è così-

Le si avvicinò e la castana arretrò fino a toccare il muro dietro di lei; le faceva paura.

-Se non sbaglio il tuo nome è Katara, sai mi spiace tanto per quello che è successo al tuo villaggio-

-Non dire stronzate, sei stata tu ad attaccarlo! Sei tu che hai ucciso i miei genitori!-

Rimase in silenzio per un po’, poi abbassò gli occhi.

-È vero, sono stata io ad attaccarti, ma credimi se potessi tornare indietro non lo farei… Tutti i bei discorsi che mi sono stati fatti a proposito della guerra mi hanno confusa, mi dicevano che lo facevo per il bene del mondo, ma sto solo creando dolore…-

Katara la fissava sempre diffidente; poteva dirle tutte le belle parole che voleva, tanto lei non avrebbe ceduto.

-Non riesco proprio a capire come tu e Zuko possiate essere parenti-

Incrociò i loro occhi facendola rabbrividire.

-Lo credi tanto migliore di me, non è vero?-

Annuì debolmente e la mora scoppiò a ridere.

-Poveretta… Quello ti ha lavorata per bene, eh?-

La guardò confusa.

-Zuzu fa quello che fa per interesse, vuoi siete solo armi per lui-

-Non è vero-

Sospirò.

-Non vuoi crederci, ma è così. È attaccato a te solo perché gli servi… Perché domini l’acqua…-

Scosse la testa.

-No, non è vero-

Sentiva che stava per piangere e Azula sorrise soddisfatta dentro di sé.

-Katara, lui ti sta mentendo-

Continuò a scuotere la testa.

-Dice di voler fare il possibile per te, eppure per il tuo villaggio non ha fatto nulla-

Perse un battito.

-Come?-

-Zuzu sapeva in precedenza che avrei attaccato il villaggio, che avrei somministrato a tutti gli abitanti qualcosa che avrebbe indebolito i loro poteri, ma non ha fatto nulla. Non ha neanche provato a fermarmi-

Delle lacrime cominciarono a rigare il volto della castana.

-No… No, no, no! Tu menti, Zuko non potrebbe mai…-

-Te lo ha detto lui?-

Rimase in silenzio.

-Non vi ha detto nulla del suo passato vero? Non vi tiene al corrente di niente… Neanche tu, che sei la sua ragazza, sapevi che io ero sua sorella…-

Le lacrime continuavano a scendere.

-Pensaci, Katara… Io sono sincera con te, e Zuko? Lui è solo…-

-È solo un maledetto bugiardo-

Sorrise.

-Adesso ti lascio da sola… Chiamami per qualsiasi cosa-

E se ne andò chiudendosi la porta alle spalle; Katara si portò le ginocchia la petto, continuando a piangere. In cinque minuti Azula aveva distrutto la fiducia che Zuko aveva conquistato in diversi giorni.

 

Il capo indicò dei punti sulla mappa.

-Alcuni gruppi passeranno da qui… Altri qui e qui… Serviranno come diversivo… Sarai a tu a capo di queste spedizioni, capito Jet?-

Annuì.

-Voglio rendermi utile anche io, Katara è mia sorella!-

-Certo Sokka, tu verrai con me, Aang, Toph e Suki… Saremmo quelli che si occuperanno di Azula…-

Disse assottigliando lo sguardo.

-Noi prenderemo Appa e raggiungeremo il palazzo-

Annuirono; il castano guardò il braccio destro.

-Tu sai già come muoverti, giusto?-

-Fidati di me-

E uscì dalla tenda del dominatore del fuoco; la mora si battè i pugni.

-Non vedevo l’ora di dare una bella lezione a qualche nemico!-

-Ricordati che non è una missione di piacere, Toph-

Sbuffò all’affermazione di Suki.

-Lo so, lo so… Dobbiamo recuperare Katara-

Zuko s’incupì ancora di più sentendola e il dominatore dell’aria fu l’unico che se ne accorse; poteva comprendere i sentimenti che provava in quel momento il castano, si sentiva in colpa probabilmente.

-Vedrete che ce la faremo, in fondo con noi abbiamo la migliore dominatrice della terra-

Il dominatore del fuoco gli lanciò un’occhiata e la mora rise.

-Lo so di essere la migliore-

-Adesso andiamo, ho elaborato una strategia che potrà esserci utile-

Disse Sokka rivolto al castano che di risposta si alzò e si diresse con gli altri da Appa. La sua mente era rivolta alla ragazza della Tribù dell’Acqua; sperava che Azula non le facesse nulla di male. Probabilmente le avrebbe parlato di quello che aveva fatto, o meglio non aveva fatto, al suo villaggio durante quella notte di pioggia. Katara… Se solo lui l’avesse messa in guardia da Azula non sarebbe successo niente, o forse no?

-Zuko!-

Finalmente si voltò verso il dominatore dell’aria.

-Capisco la tua preoccupazione, ma ora cerca di concentrarti d’accordo?-

Aveva ragione, ora doveva solo pensare alla missione di salvataggio. Salirono tutti e cinque sul bisonte volante e partirono per raggiungere il castello dove si trovava Azula. Mentre volavano Sokka espose la sua strategia per evitare le guardie e raggiungere al più presto il luogo dove si trovava la sorella; Zuko intanto guidava Appa in silenzio. Quando il ragazzo della Tribù dell’Acqua finì di parlare non disse niente, non commentò, ma rimase muto a fissare davanti a sé.

-Zuko chi è stato a rapire Katara?-

Sussultò alla domanda di Toph, domanda che tutti volevano porgli da un po’; il castano si voltò leggermente indietro, poi ritornò a guardare avanti a sé. Era tempo di finirla coi segreti.

-Mia sorella Azula-

I quattro rimasero sorpresi e confusi e, mantenendo il silenzio, lo fecero continuare a parlare. Zuko raccontò a loro tutto ciò che non aveva mai raccontato a nessuno, tutto ciò che avrebbe dovuto raccontare a Katara, ma che non aveva fatto. Era stato un perfetto idiota e adesso lei era in balia della perfidia di Azula. Strinse le briglie del bisonte. Non poteva non preoccuparsi per lei.

-Per quanto potrà essere forte la tua sorellina…-

Commentò infine Toph.

-Non potrà niente contro tutti noi, dico bene?-

Aang annuì e guardò Zuko, come per provare a infondere un po’ di fiducia anche nel suo animo; se continuava a stare in quelle condizioni ne avrebbe risentito tutta la missione.

 

La porta della stanza dove si trovava Katara si aprì e Azula entrò con in mano una ciotola piena di cibo; aveva portato il pranzo alla dominatrice dell’acqua che stava ancora rannicchiata sul letto. Le porse la ciotola e le sorrise gentilmente. La castana la guardò per un po’, poi allungò la mano e prese la ciotola cominciando a mangiare lentamente e sempre tenendo d’occhio la mora. Quella la osservava sempre sorridente. Aveva fatto bene a spiare tutti i movimenti del fratello, probabilmente lui non se n’era neanche reso conto, e a catturare la dominatrice dell’acqua. Così gli aveva teso la trappola perfetta e finalmente lo avrebbe eliminato.

-Secondo te verranno a cercarti?-

Chiese dopo un po’ la dominatrice del fuoco e la ragazza si bloccò. Inizialmente aveva sperato che andassero in suo aiuto, però ora… Strinse la ciotola tra le mani ricordandosi il volto del ragazzo con la cicatrice.

-Penso di sì, in fondo gli servo, no?-

Disse infine sbuffando e quando ebbe finito di mangiare ridiede la ciotola vuota alla mora farfugliando una specie di “Grazie”. Quando Azula stava per girare la maniglia della porta per uscire dalla stanza la castana aprì di nuovo la bocca.

-Come mai mi hai… Presa?-

Voltò lentamente la testa; si era aspettata una domanda del genere.

-L’ho fatto per te… Ho visto quanto soffrivi e come mio fratello ti stava ingannando, quindi…-

-E come mai mi hai attaccata?-

Sorrise.

-Non avrei voluto farlo, ma tu opponevi resistenza-

Silenzio.

-Comunque puoi vederlo benissimo anche tu che non ti sto trattando come una prigioniera-

Katara si guardò le mani; in effetti volendo poteva benissimo usare il suo dominio dell’acqua.

-Io voglio solamente che tu diventi mia alleata-

-Per?-

Sospirò.

-Voglio far cessare questa inutile guerra il prima possibile, non voglio che altri soffrano, ma per fare questo dovrò sconfiggere mio fratello-

Sgranò gli occhi; intendeva forse eliminarlo?

-Non fraintendermi, non ho intenzione di fargli del male, cercheremo di farlo ragionare-

-E se lui non…-

La guardò fissa negli occhi azzurri.

-Fidati Katara, andrà tutto bene-

La ragazza abbassò lo sguardo; doveva crederle? In fondo lei le aveva raccontato la verità, al contrario di Zuko… La dominatrice del fuoco aprì la porta e mise un piede fuori.

-Tra poco arriveranno…-

La castana alzò la testa.

-E spetta a te decidere cosa vuoi fare-

E uscì, chiudendo la porta dietro di sè. La dominatrice dell’acqua rimase di nuovo da sola, sola coi sui pensieri. Non pensava affatto che fosse una buona idea fidarsi della sorella del castano, però ormai cosa avrebbe dovuto fare?

Pensaci, Katara… Io sono sincera con te, e Zuko?…

Si strinse ancora di più le ginocchia al petto.

Vuoi dire che non te ne importa più niente di me?…

 

Cominciò a piangere.

-Maledetto…

Mi importa di te in modo diverso adesso…

 

-Maledetto bugiardo…-

E continuò a singhiozzare, con la mora che origliava sorridente dietro la porta. Andava tutto secondo i suoi piani.

 

Aang si guardava intorno cercando di scorgere delle guardie, ma, per fortuna o per sfortuna, non ne aveva trovata neanche una; Sokka si grattò la testa confuso.

-È tutto troppo tranquillo… Toph tu non senti niente?-

Scosse la testa.

-Questo silenzio è fin troppo strano… Zuko tu che… Zuko?-

Ma quello sembrava non prestargli ascolto e continuava a camminare deciso verso l’entrata del castello. Non era molto sorpreso dal fatto che non c’era nessuno in giro, in fondo Azula lo sapeva che lui sarebbe arrivato e il benvenuto gliel’avrebbe dato lei personalmente.

-Non è una trappola, è semplicemente Azula-

I ragazzi si guardarono; erano ancora abbastanza diffidenti. Eppure se il castano diceva che non bisognava preoccuparsi dovevano fidarsi e sperare che sarebbe andato tutto bene. Già, dovevano solo sperare. Continuando a camminare raggiunsero una specie di piazzale che si trovava più o meno al centro del palazzo, questo spiazzo rettangolare era circondato dalle mura, così tanto familiari per il ragazzo con la cicatrice, e due fontane si trovava ai lati. Non credeva sarebbe mai tornato in quel posto, o almeno non per salvare la ragazza che amava. Quando la dominatrice della terra fece sapere agli altri che non erano soli si fermarono e Zuko rimase a fissare davanti a sé sicuro di poter scorgere prima o poi la sorella.

-Zuzu, ma che bella sorpresa-

-Azula!-

Esclamò lui stringendo i pugni; il sorriso beffardo della sorella lo faceva infuriare ancora di più.

-Come mai sei venuto a farmi visita?-

Sbuffò.

-Come se non lo sapessi… Libera immediatamente Katara!-

Si mise un dito sulla parte destra del volto, vicino alla bocca, e alzò gli occhi al cielo come per pensarci.

-Katara, Katara… Non mi pare di avere prigionieri che…-

-È la dominatrice dell’acqua che hai portato via dal mio campo!-

Esclamò sempre più arrabbiato; la mora sorrise maliziosa.

-Lo avevo capito, Zuzu… Solo che lei non è mia prigioniera, ma una mia cara alleata-

Toph pronunciò il nome della castana, sentendo che si stava avvicinando anche lei e il castano sgranò gli occhi nel vederla avvicinarsi e mettersi accanto alla dominatrice del fuoco. I suoi occhi riflettevano gli stessi sentimenti che la ragazza provava appena arrivata all’accampamento, gli stessi sentimenti di rabbia e dolore.

-Zuzu, cosa intendi fare adesso?-

Guardò la sorella in malo modo.

-Mi pare ovvio! Intendo riportare Katara a casa!-

Azula guardò la castana.

-Che dici Katara?-

Strinse i pugni.

-Io non intendo tornare con quel bugiardo…-

A quelle parole Zuko fu come colpito al cuore da mille spade.

-Katara…-

-E non pronunciare il mio nome! In fondo per te sono solo un’arma!-

Rimase per un po’ a guardare la ragazza, poi spostò lo sguardo sulla sorella.

-Tu… Azula le hai fatto il lavaggio del cervello-

Quella alzò le spalle.

-Le ho solo detto la verità io-

Gli rispose marcando quell’io più del dovuto.

-Katara non devi fidarti di Azula lei è…-

-Stà zitto Sokka! Lei almeno è stata sincera con me e non mi ha riempito di bugie!-

-Ma Katara…-

Si avvicinò a passi lenti verso il ragazzo con la cicatrice e lo guardò negli occhi.

-Tu sapevi che avrebbero attaccato il mio villaggio vero?-

Sussultò a quella domanda; poi allungò la mano destra verso il viso di lei.

-Katara io…-

-Non mi toccare!-

E mosse le braccia da sinistra verso destra, in modo tale che l’acqua di una delle due fontane colpisse in pieno il ragazzo che si trovava davanti a lei. Probabilmente Zuko avrebbe potuto schivarlo, ma non lo fece.

-È tutta colpa tua…-

Lui cercò di scrollarsi un po’ d’acqua di dosso e intanto la castana lo guardava con rabbia.

-I miei genitori sono morti a causa tua!-

Alzò le mani, raccogliendo ancora una volta l’acqua e dirigendola verso colui che era sdraiato per terra; questa volta, però, il ragazzo schivò il colpo. La dominatrice del fuoco osservava tutto ciò molto divertita, mentre i compagni del castano non sapevano bene come muoversi. Il ragazzo della Tribù dell’Acqua fissava la sorella impotente, come lo era stato quando avevano attaccato il villaggio e lei si era chiusa in quella bolla di depressione.

-Katara ti prego smettila di attaccarmi!-

-Perché? Dimmi perché dovrei?-

-Azula è responsabile dell’attacco al tuo villaggio, io non c’entro nulla!-

Strinse i pugni.

-Ma sapevi che avrebbe attaccato e non ha fatto niente! Non hai fatto assolutamente niente!-

E lo colpì un’altra volta; lui usò il dominio del fuoco per schivarlo.

-Cosa avrei potuto fare, eh? Dimmelo tu!-

Lo guardò in malo modo.

-Non provare a parlarmi in questo modo!-

E un getto d’acqua prese il ragazzo in pieno petto facendolo cadere un’altra volta per terra.

-Zuko!-

Esclamò il dominatore dell’aria e fece per andare in suo aiuto, ma un fulmine lo bloccò. Si voltò a guardare chi l’avesse lanciato e vide Azula che gli puntava contro il braccio.

-Non provare ad intrometterti o ti faccio fuori all’istante-

Rabbrividì alla vista di quegli occhi così crudeli, poi si voltò a guardare i due dominatori che combattevano. Perché Katara si stava fidando di Azula? La castana si avvicinò al ragazzo steso a terra e si mise a guardarlo dall’alto.

-Io mi fidavo di te, Zuko…-

I loro occhi si erano incrociati.

-Mi spiace di averti fatto soffrire Katara, ma io non potevo fare molto per il tuo villaggio-

Lei cominciò a piangere.

-Lo so…-

Sussurrò e solo il ragazzo riuscì a sentirla. Sgranò gli occhi e disse il nome della castana che alzò le braccia raccogliendo tutta l’acqua sopra la sua testa.

-E so anche che non riesco a smettere di amarti…-

Azula si avvicinò ai due ridendo, poi posò un braccio sulla spalla della presunta alleata.

-Hai fatto un buon lavoro Katara, ma ora permettimi di finire mio fratello-

Si morse il labbro inferiore e colpì la mora con l’acqua che aveva raccolto; quella, non aspettandosi tale attacco, fu colpita in pieno e cadde a terra lontana da loro.

-Non ti permetterò di toccare Zuko neanche con un dito!-

Esclamò parandosi davanti a lui, che la guardava confuso; possibile che fosso tutta una messa in scena? Azula si rialzò e guardò con odio la castana.

-Tu, maledetta…-

Le lanciò contro uno dei suoi fulmini, ma la terra davanti a Katara si alzò, riuscendo a parare il colpo. La ragazza sorrise a Toph, che si era messa vicino a lei.

-Te n’eri accorta, eh?-

-Riesco a percepire se menti dalle vibrazioni sul terreno, non mi sfugge niente mia cara-

Aang aiutò il castano a rialzarsi e questo chiamò il nome della dominatrice dell’acqua che si voltò, ma non gli sorrise. Lo guardava con la solita espressione negli occhi.

-Ora vediamo di sistemare questa qui-

Disse la moretta e la dominatrice del fuoco sbuffò.

-Credete forse che due misere dominatrici possano sconfiggermi?-

Zuko si mise al fianco di Toph e Aang a quello di Katara.

-No, ma noi quattro insieme ce la faremo-

Affermò il castano.

-Non dimenticatevi che ci siamo anche noi, eh!-

Katara sorrise al fratello e a Suki e il dominatore del fuoco la guardò tristemente. A lui non aveva ancora sorriso… La mora strinse i denti; cominciava ad irritarsi.

-Maledetti… Me la pagherete cara!-

E lanciò contro di loro un attacco di fuoco che la dominatrice dell’acqua parò abilmente, poi Toph lanciò contro l’avversaria dei massi di terra, ma Azula riuscì a schivarli. Aang e Suki colpirono contemporaneamente, sperando in una specie di attacco a sorpresa, ma la mora si fece scudo col fuoco.

-Non riuscirete mai a battermi, illusi!-

In quel momento Sokka lanciò il suo boomerang, ma la ragazza spostò leggermente la testa senza lasciarsi colpire.

-I vostri inutili trucchetti non funzionano con me!-

Il ragazzo della Tribù dell’Acqua sorrise.

-Parli troppo per i miei gusti-

Alzò un sopracciglio e in quel momento il boomerang, tornando indietro, la colpì forte alla testa facendole male. Si mise una mano dove era stata colpita.

-Bastardo…-

-Azula, è un errore da principianti abbassare la guardia-

Si voltò verso la persona che aveva parlato e la guardò confusa, poi del fuoco la colpì in pieno, facendola cadere a terra; in quel preciso istante Toph la imprigionò con la terra e Katara si preoccupò di legarle mani e braccia, in modo tale che non usasse più il suo dominio. Zuko le sorrise beffardo.

-Non sei stava abbastanza attenta sorellina-

-Bastardo! Ci vuole ben altro per…-

-In questo momento Jet avrà completato l’imboscata alla perfezione-

Sgranò gli occhi.

-Vedi Azula, mentre tu pensavi a come farmi fuori i tuoi uomini venivano sconfitti dai miei…-

-No… No, no, no! Non può finire così! Nooo!-

Urlò lei scoppiando a piangere. Non poteva finire così… Non poteva… I ragazzi la fissavano tenendosi a debita distanza, in fondo poteva sempre sparare lingue di fuoco dalla bocca. Zuko rimase a fissare la sorella e, anche se solo per poco, provò compassione per lei; in fondo era una persona sola. Lanciò un’occhiata a Katara. Non era mai riuscita a trovare l’amore che aveva sempre voluto. La castana, accortasi che il ragazzo la stava guardando, gli lanciò un’occhiataccia per poi voltarsi. Lui socchiuse gli occhi. Già, Azula era sempre stata sola e in quel momento lui capiva fin troppo bene come si era potuta sentire in tutti quegli anni.

 

Katara camminava per il lungo corridoio del palazzo dell’ormai non più sovrana Azula in cerca di uno dei suoi amici; con la scusa che avevano le loro commissioni da fare li aveva persi di vista e ora stava cominciando a perdersi. Accidenti! Sussultò e si bloccò; strinse i pugni. Voleva trovare qualcuno, ma non si aspettava fosse lui. Era poggiato a un muretto e guardava fuori, probabilmente senza vedere veramente. Stava nella parte illuminata, dato che la parete finiva dove si era fermata la dominatrice dell’acqua. Lei era immersa nell’ombra.

Il dominio dell’acqua è più forte con la luna…

Lui era immerso nella luce.

Il dominio del fuoco è più forte con il sole…

Forse era così che doveva andare, loro due erano troppo diversi per stare insieme. Una lacrima le rigò la guancia. Forse era così che doveva andare…

-Katara…-

Sussultò e si voltò di scatto, poi si passò il braccio sugli occhi.

-Cosa c’è Aang?-

-Perché non vai a parlargli?-

Lanciò un’occhiata al ragazzo con la cicatrice.

-Io e lui non abbiamo più niente da dirci-

Rimase in silenzio per un attimo.

-Sei ancora arrabbiata con lui?-

-Ha lasciato che il mio villaggio venisse distrutto e che i miei genitori…-

-Katara-

Incrociò i suoi occhi con quelli del dominatore dell’aria.

-È vero, Zuko sapeva tutto dell’attacco, ma anche io e Jet ne eravamo al corrente-

Perse un battito.

-E perché…-

-Zuko avrebbe voluto proteggere il tuo villaggio, però… Però non aveva persone abili a combattere, c’eravamo solo io, lui e Toph e nessun altro, sarebbe stato un suicidio-

La ragazza rimase in silenzio a fissare Aang; ora si sentiva una vera stupida. Cercò di trattenere le lacrime, non doveva assolutamente piangere.

-Si è anche sentito tremendamente in colpa per non aver potuto fare niente che ad un certo punto è tornato indietro sperando di poter trovare qualcuno ancora vivo…-

Sussultò nel ricordarsi la prima volta che aveva visto il ragazzo, quando ormai pensava che la morte fosse prossima per lei.

-E fortunatamente ha trovato te, Katara-

Lei non disse niente e Aang sorrise.

-Anche se non se n’è mai reso conto lui faceva tutto quello che faceva anche tenendo conto nel nostro bene. È stato un vero capo per tutti noi e per questo lo ammiriamo molto-

-Quindi cosa ti aspetti che faccia adesso?-

Alzò le spalle.

-Sei tu l’artefice del tuo destino, Katara-

E se ne andò lasciandola lì da sola nell’oscurità. Si voltò, ricominciando a guardare il castano. Doveva forse andargli incontro e abbracciarlo? Doveva davvero farlo? Voleva davvero farlo? Strinse i pugni e ricominciò a camminare. Zuko, intanto, ripensava a tutto quello che aveva fatto in quel periodo, alle persone che aveva perso e alle persone che aveva conosciuto. Ripensò a suo zio Iroh e a sua madre. Sperava che in quel momento fossero orgogliosi di lui, che lo guardassero dall’alto e sorridessero. Trattenne le lacrime. Ce l’aveva fatta. Aveva sconfitto Azula e aveva liberato tutte le terre conquistate dalla sorella, ma allora perché non riusciva a essere felice? La dominatrice dell’acqua non gli aveva più rivolto la parola.

Io mi fidavo di te, Zuko…

Che stupido, come poteva anche solo pensare che l’avrebbe perdonato?

Mi spiace di averti fatto soffrire Katara, ma io non potevo fare molto per il tuo villaggio…

Quelle in fondo sembravano solo patetiche scuse e probabilmente lo erano.

Lo so…

Abbassò lo sguardo fissandosi i piedi.

E so anche che non riesco a smettere di amarti…

-Zuko-

Sussultò al suono di quella voce e si voltò di scatto alzando la testa. Katara… Finalmente gli rivolgeva la parola. Rimase in silenzio, non sapendo bene cosa dire; lei teneva la testa bassa.

-Zuko io…-

-Katara io…-

Alzò la testa e i loro occhi si incrociarono; avevano parlato all’unisono. Si guardarono per un momento, poi lui distolse lo sguardo imbarazzato e le chiese cosa voleva dirgli.

-Zuko io mi fidavo di te, speravo che mi dicessi tutta la verità…-

La guardò, lei aveva gli occhi lucidi.

-Quando Azula mi ha detto del mio villaggio mi sono sentita persa… Tu eri tutto per me, ma mi avevi mentito su una cosa così importante… In quel momento ho pensato che non sarei mai riuscita a perdonarti-

Rimase in silenzio e guardò per terra.

-Ma quando ti ho visto ho capito che non avrei mai potuto odiarti e che ti avevo già perdonato…-

-Katara…-

Sussurrò alzando lo sguardo su di lei che lo abbracciò, lasciandolo sorpreso.

-Ho avuto tanta paura Zuko…-

La strinse forte a sé.

-Sai, Aang mi ha raccontato la verità su quello che successe al mio villaggio-

Alzò la testa guardandolo.

-Non è colpa tua, Zuko, quello che è successo è stato causato da Azula-

-Sì, ma io non ho fatto nulla per…-

-Neanche io-

Silenzio.

-Mio fratello mi ha portato via e non ho potuto difendere il mio villaggio-

-Sokka lo ha fatto perché sapeva che sarebbe stato inutile, saresti morta inutilmente!-

-E lo stesso vale per te-

Socchiuse gli occhi e le fece sprofondare il volto nel suo petto.

-Quindi dobbiamo smetterla di incolparci a vicenda?-

-Penso sia la cosa migliore… Zuzu-

La fece staccare prendendola per le spalle e allontanandola, poi abbasso il viso all’altezza del suo.

-Ehi, ora non comincerai anche tu con questo stupido soprannome?-

Rise.

-Chi lo sa… Zuzu-

La baciò e lei ricambiò immediatamente, poi gli cinse il collo con le braccia, lui fece scivolare le sue sui fianchi della castana.

Il Fuoco e l’Acqua sono due elementi opposti

e non è forse questo che li rende ancora più forti? 

  
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