Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: LaMiya    24/07/2011    1 recensioni
C'è una nuova studentessa ad Hogwarts: è stata smistata a Slytherin, è bella.. ed è cattiva. O forse nemmeno così tanto? Si cela un oscuro passato dietro questa ragazza. Blaise e i suoi amici dovranno scoprire qual'è.
Sono un completo danno con questo genere di storie, ma siate clementi :)
Dal Capitolo Quinto: “Ma non capite? Ci deve essere almeno uno di questi particolari che ci riconduca ad una particolare famiglia di maghi. Ed invece nulla! Né per il blasone né per tutti gli altri!”
“Quindi?” Hermione sbuffò:
“Non è una strega.” I due giovani si guardarono, tornando pochi attimi dopo a fissare la ragazza:
“Come?”
“Avete capito bene. Non può essere una strega, né provenire da una famiglia di maghi. Deve essere qualcos’altro.”
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro, personaggio, Blaise, Zabini, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Come sempre chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornamento: ora che ho finito la scuola sono più libera di scrivere, ma l'ispirazione è arrivata solo leggermente in ritardo :)
Il personaggio di Irene mi da molti problemi: non vorrei farlo diventare troppo scontato, però nel contempo vorrei farlo sembrare buono e divertente, in maniera che la fic non diventi troppo lugubre e ridicola. Spero di esserci riuscita, ma nel caso non vi soddisfi pienamente ditemelo così so dove ho sbagliato!
Gli aggiornamenti d'ora in avanti avverranno quando sarò abbastanza ispirata per scrivere: non vorrei infatti continuare una storia senza esserne pienamente ispirata, altrimenti rischia di diventare diversa da come me l'aspettavo in partenza :)
Nel frattempo continuo a ringraziare Bell25_ e tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite, preferite e da ricordare. :)
E come sempre ricordatevi di Recensire!
Grazie per seguirmi!
Miya

Nota: i personaggi utilizzati in questa fanfiction son tutti tratti dai libri della Rowling e appartengono soltanto a lei. Non ho scritto questa storia a scopo di lucro, ma solo per piacere personale
Inutile dire che invece Irene è un mio personaggio e pertanto è coperto da copyright.


P.S. Avrei bisogno del vostro aiuto per continuare un progetto che ho iniziato un po' di tempo fa: The Begin of the Experience" Se siete interessati dateci un'occhiata! :)

Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit

Donate l'8% del vostro tempo alla causa pro recensioni, farete felici milioni di scrittori

(Chiunque voglia aderire al messaggio può copia - incollarlo dove meglio crede)
In effetti, vi sarei molto molto grata se recensiste, sia commenti negativi che positivi sono bene accetti :)




Bring me in your World

~Shrieking Shack~



„Quanto manca ancora?“ La voce piagnucolosa di Pansy giunse dalle retrovie fino ad Irene, che continuava a marciare a passo spedito. L’elfo-demone sbuffò all’ennesima domanda che la ragazza le stava rivolgendo:

„Non ne ho idea, Parkinson. Quando arriveremo al bivio che incrocia il passaggio che porta alla Stamberga Strillante lo sapremo.“

„Ma stiamo camminando da ore!“ Theo le prese una mano e le sussurrò all’orecchio, cercando di calmarla:

„Pansy, tesoro, in realtà siamo partiti da appena dieci minuti.“

„Oh.“ La ragazza fece una smorfia molto simile a quella che fanno i bambini quando vogliono qualcosa, ma continuò a camminare tenendo la mano del suo ragazzo. Nel frattempo, Harry e Blaise si erano avvicinati alla giovane:

„Come hanno fatto a trovarti?” Irene voltò impercettibilmente la testa verso il ragazzo, continuando a tenere una mano sulla terra che li circondava. Le sue dita sfioravano le radici che uscivano dall’umido humus e ogni tanto emanavano una luce bianca che andava a spostare un oggetto che era d’intralcio al loro passaggio.

“Non lo so.” Rispose. “Sono lontana dalla mia terra e nessuno sa dove io sia andata, la barriera che Silente ha eretto intorno al castello avrebbe dovuto proteggermi dagli occhi dei Mangiamorte.” Camminarono ancora un po’ in silenzio, poi fu il turno di Harry di domandare:

“Ma Silente è morto! Non potrebbe essere che la sua barriera si sia indebolita?” L’elfo-demone scosse la testa:

“Ve l’ho detto, alla morte di Silente la sua energia si è riversata nel terreno e ha rivestito la tenuta del castello. La barriera è rimasta forte come quando era in vita.” Poi si zittì, lo sguardo perso nelle profondità del cunicolo, che ora aveva iniziato a salire. Pochi attimi dopo, Blaise la sentì mormorare:

“Me ne sarei accorta.” Si guardò le lunghe dita affusolate, poi chiuse gli occhi.

Blaise sentì una fastidiosa sensazione all’altezza della fronte, poi fu come se qualcuno avesse iniziato a scavargli nei ricordi: vide la sua vita passare in pochi secondi e fu una sensazione così strana e disarmante che cadde in ginocchio. Quando le gambe smisero di tremargli, si accorse che Irene era l’unica ancora in piedi:

“Scusate, dovevo fare una prova.” Dietro di lui, Blaise sentì Hermione alzarsi faticosamente in piedi:

“Una prova?” Disse con una vocina stridula. “Una prova?” Ripeté. “Se tutti quelli che non sanno se sono in grado di fare qualcosa lo testano sui propri compagni saremmo tutti fregati!” Dietro di lei, Ron aiutò Neville ad alzarsi:

“Ma cos’è stato?”

“Ci ha frugato nella mente, ha praticato l’occlumanzia su tutti noi contemporaneamente!” I ragazzi strabuzzarono gli occhi:

“Contemporaneamente? Wow! E su quante persone sei in gradi di farlo?”

“RON!” Hermione fece distogliere bruscamente lo sguardo del ragazzo dall’elfo-demone. “Per quanto sia affascinante ciò che è appena riuscita a fare non si può permettere di farlo! È illegale!”

“Herm, senti, anche se fosse illegale non è che noi siamo stati proprio dei santi, sai?” Draco sbuffò:

“Oh, San Potter ha voglia di fare il duro oggi?”

“Bada bene, Malfarett…” Prima che avessero il tempo di sfoderare le bacchette, Irene si frappose tra i due ragazzi:

“Silenzio! Non mi sembra il caso di creare scompiglio proprio ora.” Con una mano fece loro cenno di abbassare il tono delle voci, poi con passo leggero continuò a percorrere il tunnel. Pochi metri dopo si fermò, poggiando una mano sulla terra, ora diventata di colore più scuro: alcune radici si mossero, andando a rendere più stabile la volta della galleria. Nel frattempo Ron e Neville, che chiudevano la fila del gruppetto, girarono la schiena ai loro compagni, fissando preoccupati il punto dal quale erano arrivati e da dove proveniva il rumore di roccia in movimento.

“Dobbiamo sbrigarci.” Si voltarono, seguendo la ragazza che si era di nuovo avviata lungo il sentiero, pochi attimi dopo, alle loro spalle si udì distintamente il rumore di una frana. Affrettarono il passo, cominciando ad inerpicarsi su per la salita che il sentiero stava formando: il terreno aveva iniziato a prendere la forma di strani gradini contorti sui quali Irene si arrampicava con grazia, senza il minimo sforzo.

“E Daphne?” Pansy fu la prima a rendersi conto che l’amica era ancora nel dormitorio Slytherin, e che nessuno l’aveva avvertita di dove si stavano dirigendo:

“L’avvertiremo quando sarà il momento, ora dobbiamo pensare a salvare noi stessi.” Theo l’aiutò a salire sul gradino successivo:

“Ma siamo sicuri che questa sia la strada giusta?” Irene fece cenno ad Hermione di abbassare la voce, mentre lentamente si avviava verso l’angolo che la galleria andava formando: dall’altra parte di esso, filtrava debolmente una luce azzurrognola.

“Ehi Davis, secondo te dobbiamo stare ancora a lungo in questo pantano?” Irene si ritrasse, alzando una mano per indicare ai suoi compagni di fermarsi.

Quando Blaise si rese conto che Irene stava di nuovo per entrare nelle loro teste, era ormai troppo tardi: gli venne spontaneo fare un salto indietro quando la voce melodiosa dell’elfo-demone gli pervase i sensi.

Sono in tre. Cominciò a sussurrare la voce. Sono dalla parte opposta della galleria e sono girati di spalle. Quando ve lo dico, cominciate a strisciare uno dietro l’altro verso la svolta, dopodiché andate a sinistra, in direzione della Stamberga Strillante.

Alzò un dito:

Parkinson. Nott. Mosse la testa e fece loro cenno di andare: i due giovani si mossero in fretta, strisciando a ridosso delle pareti e sempre nelle zone d’ombra. Pochi secondi dopo furono fuori dalla visuale dei compagni. Irene aspettò un paio di secondi, poi fu il turno di Draco e Hermione. Anche loro sparirono allo sguardo dei ragazzi.

Quando anche Ron e Neville furono andati, Blaise e Harry si diressero verso la svolta: sentirono le voci dei Mangiamorte alla loro destra. Blaise si sporse, cercando con gli occhi la loro meta. Vide Hermione sporta verso di loro, che gli faceva cenno di muoversi velocemente. Dopo aver fatto un cenno a Harry, cominciarono a strisciare lungo la parete. Davanti a loro vedevano Hermione continuare a far ampi gesti nella loro direzione.

“Oh.” Hermione gettò le braccia al collo di Harry una volta che i due ragazzi furono giunti a destinazione. “Dov’è Irene?”

Blaise si sporse piano fuori dall’anfratto dov’erano riparati:

“Non la vedo.”

La voce calma di Irene giunse alle sue spalle quando la frase aveva da poco smesso di rimbombare nell’aria:

“Sono qui.” Era alle spalle dei ragazzi, ancora sporti nel tunnel principale per cercarla. “Ho dovuto chiudere il passaggio da cui siamo giunti.”

“E ora?”

“Ora proseguiamo. Da qui mancano una decina di minuti per arrivare alla Stamberga, appena saremo abbastanza lontani da questo punto farò crollare il tunnel, così da deviare le nostre tracce. Una volta alla Stamberga vi troverò un posto sicuro dove stare.”

“Come ci troverai un posto sicuro?”

Blaise alzò gli occhi al cielo: per quanto il suo spirito di gentiluomo lo spingesse ad essere un minimo eroico, il costante desiderio di Harry di farsi uccidere lo lasciava continuamente di stucco.

“Con esattezza, Potter, quale parte della frase che ho pronunciato in precedenza ti è sfuggita?” Harry si aggiustò gli occhiali sul naso, dopo che una radice quasi li ebbe cavato un occhio:

“È proprio il fatto che non mi è sfuggito nulla che mi lascia perplesso. E se noi volessimo aiutarti?”

Noi?” La vocina stridula di Pansy fece sorridere Blaise. Era vero che gli Slytherin non erano mai stati di quelli che si sarebbero potuti definire cuor di leoni come i Gryffindor, e non ne era mai andato fiero, ma le reazioni di Pansy davanti al pericolo erano veramente puro piacere per il suo udito. Egoista, ipocrita e anche piuttosto cinica davanti ai problemi altrui.

“Beh, magari solo ad alcuni di noi farebbe piacere aiutarti.” Si corresse Harry. Irene socchiuse gli occhi:

“Aiutarmi?” Sibilò minacciosa. “Ora, Potter, lascia che metta bene in chiaro una cosa: io in Islanda ci vado da sola.”

“Perché?” L’elfo-demone sospirò, passando dall’arrabbiato allo sconsolato:

“Da sola sono più forte di tutti voi e di molti Mangiamorte, mi muoverei più velocemente e più silenziosamente e darei meno nell’occhio. Dover fare da balia anche a voi mi sarebbe d’impiccio e mi rallenterebbe.” La conversazione fu così, per il momento, placata. Dal fondo del gruppo Blaise vedeva Harry mentre rimuginava contrariato su un possibile contro argomento da inserire in favore della sua tesi: inutile dire che il suo sguardo lasciava intendere che per il momento non ne aveva trovati.

Ripresero il cammino. Alla svolta successiva Irene si voltò, e dopo aver bisbigliato un paio di parole schioccò le dita, provocando una frana che chiuse il passaggio: sentirono i passi dei tre Mangiamorte avvicinarsi al punto in cui erano caduti i massi.

“Una frana! Ci mancava solo questa!”

“Dai Davis, non prendertela, almeno abbiamo la scusa per lasciare questo buco. Di qui non potranno sicuramente essere passati.”

Hermione alzò gli occhi al cielo:

“Solo i Mangiamorte possono essere così stupidi.” Bisbigliò contrariata, guadagnandosi per la prima volta un sorrisetto ironico di consenso da parte dell’elfo-demone.

Passò altro tempo, in cui continuarono ad inerpicarsi per il tunnel in direzione della Stamberga Strillante: il terreno si faceva via via più stabile, sebbene in alcuni punti la fanghiglia che il costante maltempo dell’ultimo periodo aveva creato impediva quasi di avanzare alla compagnia di ragazzi. Quando finalmente si ritrovarono nella Stamberga Strillante, Pansy si lasciò cadere con le spalle al muro, ansando per lo sforzo e il nervosismo: Theo, Hermione, Ron e Neville la raggiunsero quasi immediatamente.

“E ora?” Harry guardò la ragazza, nascosta alla loro vista dalle ombre che i muri della casa creavano:

“Ora?” Ci furono alcuni attimi di silenzio. “Aspettate qui, io vado a controllare com’è la situazione.”

Blaise si sedette a terra, tra Theo ed Hermione:

“Secondo voi tornerà?” Bisbigliò Neville dal suo cantuccio. Tremava per il freddo ed il nervosismo.

“Perché, non dovrebbe?” Rispose di rimando Pansy, inacidita.

Hermione si avvicinò piano al centro della stanza, ammucchiando velocemente con la magia un paio di assi marce che giacevano scompostamente sul pavimento:

“Beh, avete sentito prima cos’ha detto, no? Che voleva trovarci un posto sicuro e poi andarsene in Islanda senza di noi. E se non tornasse?” Continuò Neville. Pansy, di rimando, sbuffò.

“Neville ha ragione, Pansy. Ci sono buone probabilità che non torni.” Hermione diede un altro colpo di bacchetta, e un paio di fiamme nero-bluastre presero vita sui ciocchi di legno, riscaldando immediatamente l’ambiente.

“Io non credo che lo farà.” Disse Ron. “Mi sembra una persona in ordine, sebbene i suoi sbalzi di umore mi terrorizzino.” Davanti allo sguardo perplesso che Blaise e Draco gli lanciarono, alzò le spalle. “Era così per dire, è una persona strana, no? Eppure è la figlia di Silente, quindi deve per forza essere una strana buona, vero? O almeno credo.”

Sui ragazzi cadde il silenzio. Poi Blaise fece per dire qualcosa, ma Hermione gli fece cenno di tacere, mentre guardava il soffitto preoccupata. Dal piano superiore provenivano rumori di passi scomposti.

“Sarà Irene, no?” Le bisbigliò di rimando Theo. Hermione scosse la testa:

“Questi non sono passi da elfo.” Rimasero in silenzio, acquattati nell’ombra delle pareti, mentre i passi si avvicinavano sempre di più alle scale che portavano allo scantinato:

“Qui non c’è nessuno, torniamo indietro!”

“Aspetta, se Rookwood scopre che non abbiamo guardato in tutta la casa ci uccide. C’è ancora il piano inferiore!” I passi ripresero di nuovo la strada per la cantina, per poi cominciare a scendere le scale velocemente. Un Mangiamorte entrò nella visuale dei ragazzi, la bacchetta spianata nella loro direzione.

“Stupeficium!” Hermione pronunciò velocemente l’incantesimo, colpendo il Mangiamorte in pieno petto e facendolo rimbalzare contro le pareti. Pochi attimi dopo in cima alle scale comparve la sagoma di un altro uomo:

“Maledetti bastardi!” Prima che qualcuno degli otto ragazzi potesse pronunciare un qualsiasi incantesimo, il Mangiamorte diede un colpo di bacchetta, disarmandoli. Basito, Blaise si guardò le mani ormai vuote di qualsiasi protezione.

“Come ha fatto?” Sentì sussurrare da Hermione, che dietro di lui stava cominciando ad indietreggiare verso la parete alle loro spalle.

Blaise sentì Harry dargli un rapido colpo con la spalla: quando guardò in basso, vide le sue dita fargli cenno di andare addosso al Mangiamorte. Annuì impercettibilmente, facendogli capire che aveva inteso quello che voleva dire: ogni tanto, si trovò a pensare Blaise, le manie suicide di Potter potevano rivelarsi utili. Dubitava fortemente che a uno Slytherin sarebbe venuto in mente di attaccare tutti insieme e a mani nude un Mangiamorte.

“Ora!” Harry si slanciò sull’uomo incappucciato, subito seguito da Blaise, Draco, Ron, Neville e Theo. Il Mangiamorte rispose cominciando a lanciare incantesimi a destra e a manca, colpendo a casaccio i ragazzi e facendo stramazzare a terra Neville e Theo.

Ben presto furono tutti a terra, con l’uomo che li sovrastava.

“E la demone dov’è ora, Weasley?” Sibilò Draco, mentre cercava di proteggere Hermione con il suo corpo.

“E ora, piccoli bastardelli traditori?” Ghignò, ma fu un sorriso che durò poco. Si sentì un Crack e Irene comparve davanti all’uomo con un sorriso dieci volte più marcato.

“Buh!” Il Mangiamorte strabuzzò gli occhi prima di cadere a terra con un tonfo sordo.

L’elfo-demone si voltò verso i ragazzi:

“Tutto in ordine?”

“Certo che potevi arrivare prima che ci massacrasse tutti, eh?” Harry si alzò in piedi, tossendo per una botta che aveva ricevuto allo sterno.

“Ero forse un po’ troppo concentrata su quello che stavo facendo, altrimenti avrei fatto più velocemente.”

“E cosa stavi facendo?”

“Controllavo la situazione al castello: i Mangiamorte si sono ritirati aldilà delle mura, ora la scuola è circondata, ma le protezioni dovrebbero reggere. Per il momento voi starete da Aberforth, mi ha assicurato che li sarete al sicuro.”

Piano, il gruppetto ricominciò a sistemarsi, mentre Hermione controllava che non avessero riportato ferite troppo gravi.

“E se noi volessimo aiutarti?”

“Non si discute, Potter.” Sbuffò Irene. “Aberfoth passerà a prendervi entro la prossima alba, aspetterete qui fino al suo arrivo.”

“E tu?” La ragazza si voltò verso Hermione.

“Qui noi ci separiamo. Io torno in Islanda.” La ragazza li salutò con un cenno, poi voltò le spalle al gruppetto. “Ho un paio di conti da regolare.”



Angolo delle mie storie:

The Begin of the Experience Originali - Generale

Blood's Angels Originali - Generale

The Zodiac's Symbols Originali - Fantascienza

Memorie di un uomo Originali – Drammatico

Volere… Volare Originali - Drammatico
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LaMiya